22 November, 2024
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Un progetto finanziato con fondi nazionali post emergenza Covid per promuovere il progressivo ritorno alla normalità dopo la pandemia che risponde ad un’esigenza di prevenzione, tutela della salute e cura dei bisogni psicologici inespressi o non individuati, e pertanto, non ancora supportati. Su questi presupposti si basa il progetto di supporto psicologico gratuito che vede impegnati i Consultori familiari di Carbonia e Iglesias (e molti altri Consultori a livello regionale) attraverso una serie di iniziative avviate a dicembre 2023 e che si protrarranno fino al 31/12/2024.

L’obiettivo è offrire uno spazio di ascolto per favorire il benessere della persona e facilitare l’accesso ai servizi psicologici supportando le fasce di popolazione più vulnerabili e potenziando l’offerta psicologica e di primo livello in spazi non stigmatizzanti. Tutto ciò attraverso l’individuazione precoce delle forme di malessere emotivo, personale, relazionale e familiare che coinvolge i minori e gli adolescenti in età scolare, i pazienti oncologici con diagnosi entro 5 anni impegnati nel percorso di cura, i familiari e caregiver che vivono il sovraccarico fisico ed emotivo legato all’accudimento e, talvolta, al lutto di un familiare.

«Si tratta spiegano le psicologhe del consultorio (nel progetto coadiuvate dalla presenza di colleghi liberi professionisti) -, di un servizio psicologico specialistico gratuito che concretamente consiste nella possibilità di usufruire di un percorso di supporto individuale o nella partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto.»

La realizzazione di tali iniziative offre uno stimolo per connettere e potenziare maggiormente le risorse di comunità e il fare rete con i servizi sociali e sanitari già presenti su un territorio così difficile e sofferente come il Sulcis, che fa spesso i conti con la mancanza di risorse. Dopo l’isolamento sociale dovuto alla pandemia, infatti, si avverte in maniera sempre più pressante il bisogno di recuperare una dimensione di socialità, comunità e condivisione sperimentando “relazioni che curano” e che si creano in maniera spontanea, consentendo di non sentirsi soli nell’affrontare un momento così delicato come la malattia oncologica o i cambiamenti e turbolenze che si accompagnano all’essere un adolescente in una società come quella che stiamo conoscendo oggi.

La “forza” del gruppo è quella di potersi confrontare con persone che condividono la stessa esperienza e che possono così sostenersi, sentirsi capite e trovare nuove risorse e nuovi punti di vista per migliorare la qualità della propria vita condividendo tempo, emozioni, sofferenza ma anche interessi, attività ricreative e piacevoli.

Nella prima fase del progetto, oltre ai percorsi di supporto individuale, sono stati attivati dei gruppi di auto aiuto per pazienti oncologici, di cui si riportano alcune esperienze, che evidenziano l’opportunità avuta di rinascita: «Dopo la malattia, il supporto individuale mi ha consentito di imparare a conoscermi meglio e a conoscere le persone che mi giravano attorno, dagli estranei, agli amici e, per finire, ai miei familiari. Nel gruppo, fare squadra insieme a uomini e donne che hanno affrontato un tumore al colon, mi ha permesso di mostrare disagio, rabbia e paura in un contesto accogliente e protetto che mi ha fatto sperimentare la sofferenza fisica e psichica e, contemporaneamente, attraverso le storie narrate dai partecipanti, di scoprire nuove risorse per vivere bene e in modo pieno anche durante la malattia».

Significativo il nome assegnato ad uno dei gruppi, «“Sa cariredda” (la seggiolina), «che vuole simboleggiare l’intreccio delle mani e dei legami tra le persone che da bambini abbiamo sperimentato nel gioco della seggiolina, lasciandoci trasportare da due coetanei».

Ad altri partecipanti l’esperienza di supporto ha permesso di acquisire una maggiore consapevolezza e riscoperta di sé: «La mattina che ho ricevuto la chiamata dal consultorio dicendomi che ci sarebbe stata la possibilità di fare delle sedute individuali e di gruppo mi è stata data la disponibilità di rinascita perché essendo allergica ai farmaci mi sono sentita abbandonata. Con il supporto ho capito dove sbagliavo, con il gruppo mi trovo benissimo perché abbiamo intesa e le nostre esperienze ci aiutano. Mi ha aiutato a conoscere la mia malattia (tumore al colon) e di poterne parlare tranquillamente. Ora riesco a stare bene con la gente e sopratutto con la mia famiglia, incomincio ad avere voglia di uscire e sto cominciando a sentirmi nuovamente donna, non più madre e moglie ma anche DONNA».

Infine, alcuni hanno potuto ricostruirsi trovando nuovi e più costruttivi significati nonostante la malattia: «Quando per la prima volta ho incontrato la dottoressa per il supporto individuale, avevo come unico obiettivo mettere ordine nei miei pensieri e andare avanti con ciò che rimaneva della mia vita. Agli occhi di molti non ero più una persona ma “quella con il cancro”, un nome associato a un numero di una cartella clinica. In quella piccola stanza ho trovato una persona che mi ha riportato al giusto senso delle cose e sopratutto al mio essere umano ed espressione di vita, che è sempre bella anche se con altri obiettivi. Il gruppo è stato ed è parte importante per il mio vivere quotidiano, con i ragazzi e le ragazze del gruppo abbiamo condiviso gioie e dolori, incoraggiandoci e sostenendoci a vicenda, sperando e camminando insieme: il cancro ci ha incontrato ma noi continuiamo la strada della vita, cercando di godere di ogni momento»; «sono molto felice di aver avuto l’opportunità di iniziare questo percorso che in brevissimo tempo è diventato fondamentale per la mia personale esperienza, sostegno nella malattia e basilare per poter affrontare problematiche che mi hanno segnato profondamente».

I risultati ottenuti nella prima fase del progetto confermano il ruolo del supporto psicologico nell’incrementare la spinta al cambiamento, nella costruzione e riscoperta delle risorse utili a far fronte alle situazioni più critiche ma anche nell’espansione delle reti relazionali attraverso l’interdipendenza tra persone laddove il cambiamento di un soggetto finisce per coinvolgere e condizionare positivamente anche gli altri.

Le iniziative del progetto continueranno fino al 31 dicembre 2024. Chi fosse interessato può rivolgersi al Consultorio Familiare di Carbonia, via Brigata Sassari 37, al numero 366 9315295 o al Consultorio familiare di Iglesias, C/o Ospedale Santa Barbara, al numero 0781 3922274.

Asl Sulcis Consultori di Carbonia-Iglesias 

 

 

“La salute della donna: garantire qualità, equità e appropriatezza dei servizi sanitari e sociali”, è il tema al centro dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio, venerdì 8 marzo, a Casa Fenu, a Villamassargia, frutto della collaborazione tra la Asl Sulcis Iglesiente e il comune di Villamassargia, con l’obiettivo di fare il punto sui bisogni assistenziali della donna, partendo dalle sue specificità non solo biologiche, ma anche relative alla dimensione sociale e culturale. Un’opportunità di riflessione e di informazione a tutto tondo sulla medicina di genere a cui si è giunti anche grazie al contributo di quella che fu tre anni fa una vera e propria class action da parte delle Amministratrici di tutta la Sardegna, a partire dalla sindaca di Villamassargia Debora Porrà, con la richiesta alla Regione di introdurre il parto indolore anche nel Sulcis Iglesiente.
«In questa giornata così importante cogliamo l’occasione per delineare programmi ed azioni, illustrare l’offerta dei servizi creati attraverso percorsi clinico-assistenziali orientati alla medicina di genereha spiegato nell’introduzione la direttrice della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus -. Oggi il concetto di salute è più ampio, necessita di strumenti integrati, della centralità del paziente come persona con esigenze psico-emotivo e relazionali, oltre che fisiche e funzionali. La partoanalgesia è parte di questo processo così come l’umanizzazione dei luoghi di cura che deve garantire il benessere di pazienti, famiglie e curanti: il nostro obiettivo è far ‘partorire col sorriso’.»
Un focus particolare è stato dedicato, infatti, al parto in analgesia recentemente introdotto al CTO di Iglesias, dove un team multidisciplinare di professionisti accompagna le donne lungo il percorso di conoscenza e scoperta della maternità: dai primi controlli alla preparazione al parto, fino alla nascita e al primo anno di vita del bambino.
«Il parto indolore nel punto nascite del CTO è il regalo più gradito per questo 8 marzoha esordito la sindaca Debora Porrà che ha ricordato l’appello del 2021 nato a Villamassargia e diventato immediatamente collettivo con il coinvolgimento di 34 sindache sarde in testa ad 80 amministratori di tutta l’isola, per ribadire il diritto delle donne di poter scegliere -. La partoanalgesia è la punta dell’iceberg della medicina di genere e l’assenza dei LEA, i livelli essenziali di assistenza, è la principale causa di mobilità passiva e di riduzione del numero di prestazioni nei presidi sanitari periferici che rischiano così la chiusura: le donne che vivono nel Sulcis Iglesiente o in altri territori marginali devono avere le stesse possibilità di tutela della salute di quelle che vivono in un grosso centro.»
Debora Porrà ha ringraziato la Asl Sulcis per la collaborazione e per aver aperto un canale per migliorare i servizi sanitari che riguardano tutta la medicina di genere e l’integrazione ospedale-territorio.
Parte fondamentale di un percorso integrato, la partoanalgesia prevede, infatti, la collaborazione tra strutture ospedaliere (Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia, di Pediatria, di Anestesia) e territoriali (Consultori familiari) e ha la finalità di valorizzare la qualità dell’esperienza della gravidanza, del parto e di una nascita serena, in un ambiente idoneo a salvaguardare il benessere della madre e del nascituro, così come è stato spiegato dettagliatamente nelle varie fasi da un’equipe di professionisti: Ilario Serra, Aldo Clemenza, Ciro Clemente e Beatrice Frau, presenti all’incontro moderato dalla giornalista Carmina Conte.
«Anche il consultorio familiare è un luogo privilegiato per la medicina di genere», hanno evidenziato Eliana Marini e Katia Palmas, rispettivamente ginecologa e psicologa che ivi lavorano. Realtà che hanno lo scopo di promuovere la salute sessuale, riproduttiva e relazionale del singolo, della coppia e della famiglia attraverso interventi socio-sanitari che si realizzano anche in collaborazione con gli Enti e le Istituzioni locali e che sono il principale presidio sanitario di prevenzione sul territorio, fornendo anche prestazioni specialistiche, integrate con i servizi ospedalieri. A questo si unisce il prezioso contributo del mondo del volontariato, rappresentato in questo caso da Luisella Colombano dell’ODV “Consultiamoci” che ha raccontato le attività intraprese dall’organizzazione.
In ultimo, ma non meno importante da ricordare, la ASL Sulcis garantisce, attraverso il Centro screening, programmi dedicati alle donne. Nel dettaglio: lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e lo screening del tumore del collo dell’utero per le donne che hanno dai 25 ai 64 anni: individuare i tumori in un fase iniziale riduce mortalità, morbilità e in generale migliora aspettative e qualità di vita.
Nel corso della tavola rotonda, l’artista Marta Dessì ha realizzato in diretta un disegno sul tema, a ricordo della giornata.
Allegati due brevi stralci degli interventi della sindaca del comune di Villassargia, Debora Porrà, e della direttrice della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus

La salute della donna: garantire qualità, equità e appropriatezza dei servizi sanitari e sociali, è il tema al centro dell’incontro che si terrà l’8 marzo 2024 presso l’Antica Casa Fenu a Villamassargia, frutto della collaborazione tra la ASL Sulcis Iglesiente e il comune di Villamassargia con l’obiettivo di fare il punto sui bisogni assistenziali della donna con un focus sulla recente introduzione della partoanalgesia presso il CTO di Iglesias. Nel corso dell’incontro, moderato dalla giornalista Carmina Conte, l’artista Marta Dessì realizzerà un disegno sul tema.

Ore 16.00: Saluti istituzionali di Debora Porrà, sindaca del comune di Villamassargia e introduzione della dott.ssa Giuliana Campus, direttore generale ASL Sulcis
Ore 16.15 La partoanalgesia: un lavoro d’equipe
Dott. Ilario Serra – Ginecologo
Dott. Aldo Clemenza – Anestesista
Dott. Ciro Clemente – Pediatra
Dott.ssa Beatrice Frau – Ostetrica
Ore 16.45 – I Consultori: il luogo privilegiato per la Medicina di genere
Dott.ssa Eliana Marini – Ginecologo
Dott.ssa Katia Palmas – Psicologa
Ore 17.00 – Il volontariato per la medicina di genere
Luisella Colombano per ODV ‘Consultiamoci’
Ore 17.15 – Conclusioni – Dott.ssa Giuliana Campus

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Tematiche di stretta attualità sono state trattate ieri sera nel convegno-dibattito intitolato “”La mediazione familiare. Un percorso per le unioni affettive””, organizzato dall’’associazione ME.T.A. (Mediazione-Tutela-Ascolto) con il patrocinio del comune di Carbonia.

L’’incontro si è tenuto nella sala polifunzionale di piazza Roma a Carbonia ed ha visto la presenza, per l’’Amministrazione comunale, del sindaco Paola Massidda e dell’’assessore ai Servizi Sociali Loredana La Barbera.

“Il comune di Carbonia ha dimostrato di essere attento e sensibile a questi argomenti, che necessitavano di un approfondimento alla luce dell’’avvenuto mutamento delle dinamiche delle relazioni familiari e coniugali in seguito all’applicazione della Legge Cirinnà, n. 76 del 20 maggio 2016. Legge che ha regolamentato le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

«L’’incontro svoltosi ieri – ha detto Loredana La Barbera, assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia -, è stato molto costruttivo per tutti i cittadini presenti, consentendo, grazie al contributo di qualificati relatori esperti in materia, di fare luce su questi aspetti”.»

Oltre alle varie sfaccettature riguardanti le unioni civili, l’’evoluzione del costume e del diritto di famiglia, nel corso del dibattito i relatori si sono concentrati anche sullo strumento della mediazione familiare, un intervento professionale che mira a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione o di divorzio manifestata dai due partner.

Hanno partecipato al convegno il dottor Massimiliano Zarri, docente dell’’Università di Bologna ed esperto in politiche comunitarie; l’’avvocato Stefania Bandinelli, presidente dell’’AIAF Sardegna (Associazione Italiana degli avvocati per la Famiglia e i Minori); la dottoressa Assunta Pischedda, presidente dell’’associazione Me.T.A. e la dottoressa Katia Palmas, psicoterapeuta della Me.T.A.

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L’associazione ME.T.A. (Mediazione-Tutela-Ascolto) ha organizzato con il patrocinio del comune di Carbonia un convegno intitolato “La mediazione familiare. Un percorso per le unioni affettive”. L’incontro si svolgerà venerdì 16 marzo, dalle ore 17.00 alle 20.00, nella sala polifunzionale di piazza Roma, a Carbonia.

«L’evento è stato accolto con favore dall’Amministrazione comunale, che ritiene fondamentale focalizzare l’attenzione sul tema delle unioni civili e dello strumento della mediazione familiare, un intervento professionale teso a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione o di divorzio manifestata dai due partner – ha detto l’assessore dei Servizi sociali, Loredana La Barbera -. L’incontro rappresenta un’occasione di riflessione e aggiornamento sull’evoluzione del costume e del diritto di famiglia, soprattutto alla luce dell’applicazione della Legge Cirinnà, n. 76 del 20 maggio 2016, che ha regolamentato le unioni civili tra persone delle stesso sesso e ha disciplinato le convivenze.»

L’avvenuto mutamento della dinamica delle relazioni familiari e coniugali rende quindi indispensabile un approfondimento del tema in un dibattito pubblico, che si aprirà con i saluti istituzionali dell’assessore ai Servizi sociali Loredana La Barbera, coadiuvata da alcuni professionisti in materia di mediazione familiare e unioni affettive. In particolare, il dott. Massimiliano Zarri, esperto in affari comunitari, terrà una relazione su “La mediazione in Europa”; il dott. Giuseppe Morganti, deputato della Repubblica di San Marino approfondirà il tema delle unioni affettive nello Stato collocato tra Emilia Romagna e Marche; l’avvocato Stefania Bandinelli, presidente dell’AIAF Sardegna, nel suo intervento, si occuperà di mediazione civile ed unioni affettive; la dottoressa Assunta Pischedda, presidente dell’associazione Me.T.A., tratterà di mediazione familiare e unioni affettive; interessante, infine, anche l’intervento a cura della dottoressa Katia Palmas, psicoterapeuta della Me.T.A., incentrato su mediabilità ed invio.

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Torre Civica

In occasione  in Sardegna (12 ottobre – 8 novembre 2015), organizzate dall’Ordine degli psicologi della Sardegna, si terranno a Carbonia numerosi seminari e workshop a cura degli psicologi della provincia di Carbonia Iglesias, con il patrocinio e la collaborazione del comune di Carbonia.

Gli incontri che si terranno a Carbonia sono i seguenti:

26 ottobre (dalle 15.30 alle 17.30)

Prendersi Cura di Sé nella malattia. Aspetti psicologici dell’accettazione della malattia

(Katia Palmas – Silvia Canepa – Francesca Argiolas)

Sala Torre Civica, 1° piano Piazza Roma.

26 ottobre (dalle 17.30 alle 19.30)

La promozione del benessere psicologico nei bambini e adolescenti con DSA

(Monica Salvi)

Via della Vittoria 105.

27 ottobre (dalle 15.30 alle 17.30)

Perché proprio a me: aspetti psicologici della mente nel corpo che soffre di tumore

(Katia Palmas – Silvia Canepa – Francesca Argiolas)

Sala Torre Civica, 1° piano Piazza Roma.

27 ottobre (dalle 17.00 alle 19.00)

L’intelligenza emotiva e il nostro benessere

(Maria Cristina Sabiu – Silvia Codonesu).

Biblioteca comunale, viale Arsia.

28 ottobre (dalle 16 alle 17.30)

Il punto nascita come strumento di prevenzione della depressione post partum

(Silvana Carta – Loredana Frongia)

Sala Torre Civica, 1° piano Piazza Roma.

28 ottobre (dalle 9.30 alle 13.30)

Laboratorio interno all’Istituto: un tempo e uno spazio per le emozioni

(Maria Cristina Sabiu – Silvia Codonesu)

Aula Magna, Istituto Tecnico Angioy.

29 ottobre (dalle 16.00 alle 19.00)

La Relazione e il Benessere nell’anziano

(Annalaura Cadeddu – Francesca Pacini – Laura Boi)

Centro per le politiche attive a favore degli anziani, via Balilla.

29 ottobre (dalle 17.00 alle 19.00)

Essere genitori: che mestiere difficile!

(Silvia Caria – Ilenia Trullu – Carol Pagini).

Biblioteca comunale, viale Arsia.

30 ottobre (dalle 10.00 alle 12.00)

Orientarsi nel mondo del lavoro: dalla lettura dell’annuncio al colloquio di selezione

(Roberta Scanu – Gianfranco Cicotto – Rossella Racugno – Rossana Rombi)

Auditorium Istituto Tecnico Angioy.

30 ottobre (dalle 16.00 alle 18.00)

Non c’è salute senza salute mentale: fattori protettivi e di rischio per la prevenzione della salute mentale

(Katia Palmas – Valeria Talana)

P.O. Sirai Poliambulatorio.

30 ottobre (dalle 16.30 alle 18.30)

Come cambia la genitorialità: diventare genitori per la prima volta e ridefinire la genitorialità durante l’adolescenza dei figli

(Paola Putzu – Daniela Putzu)

Sala Torre Civica, 1° piano Piazza Roma.

31 ottobre (dalle 10.00 alle 12.00)

La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato

(Altea Agati – Davide Floris)

Centro di cura CE.VA, via Santa Caterina 3.

«L’Amministrazione comunale di Carbonia – spiega Maria Marongiu, assessore delle Politiche sociali – è attenta al benessere dei suoi cittadini in ogni fase della loro vita, dall’infanzia all’età adulta, consapevole che il benessere psicologico è una componente determinante nel miglioramento della qualità della vita delle persone. L’adesione alle Settimane del Benessere Psicologico vuole offrire un supporto a tutti coloro che sono chiamati a confrontarsi con situazioni di particolare criticità, che spesso necessitano dell’aiuto di professionisti competenti, presenti nel territorio. Si ringrazia l’Ordine Regionale degli Psicologi per l’attenzione dimostrata verso il nostro territorio e i professionisti che gratuitamente hanno aderito all’iniziativa.»