22 November, 2024
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Il gruppo Interazione, in commemorazione delle vittime di ogni olocausto, nel rispetto del Giorno della Memoria, si è riunito presso la Chiesa di Scientology della Sardegna nella serata di sabato 26 gennaio, al cospetto di un pubblico che per tutta la serata ha vissuto la profondità dei concetti espressi in religioso e interessato silenzio.

La serata è stata introdotta con la proiezione di un video tratto dal documentario “Psichiatria: un industria di morte”, prodotto dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, grazie al quale l’attenzione è stata immediatamente focalizzata sugli orrori studiato dagli psichiatri dell’Eugenetica e messi in pratica dai folli nazisti. Eugenetica che, comunque, vive ancora ai giorni nostri nelle menti di quelle frange psichiatriche che sostengono che il disagio mentale si tramanda geneticamente dal genitore al figlio.

Sono intervenuti l’on. Tocco, Mohamad Doreid membro dell’Unione Culturale Libanese nel Mondo, il dott. Mahmoud Subho in rappresentanza del popolo Palestinese, don Ettore Cannavera responsabile della comunità La Collina e Jo’Hán Chánt’Ney nativo d’America appartenente al popolo Dine-Navajo.

La serata si è conclusa con la lettura di un breve brano tratto dal libro “La Creazione della Capacità Umana” di L. Ron Hubbard, tramite il quale si voluta riporre attenzione sull’osservarci, rispettarli ed essere portatori di pace affinché qualunque olocausto, tanto voluto dai propagandistici slogan della psichiatria eugenetica, rimanga solo una pagina buia nella storia dell’umanità che i nostri giovani possano studiare affinché non accada mai più.

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Ieri sera, alla Comunità “La Collina“, don Ettore Cannavera, ha ospitato un altro sacerdote, il professor Aldo Natale Terrin, teologo e profondo conoscitore delle religioni, della loro storia e autore di oltre 40 libri sulle forme antiche e nuove di religiosità e spiritualità.

“Scientology, libertà e immortalità” è la più recente opera del prof. Terrin Aldo Natale ed è stato l’argomento della serata. Nella sua presentazione l’autore ha sottolineato in particolar modo gli aspetti teologici di questa nuova religione, mettendo in luce come il suo fondatore L. Ron Hubbard, abbia sempre orientato le proprie scritture nell’indirizzare l’uomo verso una condizione nuova e migliorata che avesse come elementi cardine il benessere spirituale e del corpo, mettendo da parte il materialismo come motivo di base, ossia rinunciando al possesso come motivo di vita per elevarsi alla sua condizione naturale di essere spirituale. In uno dei tanti passaggi del suo discorso, il professore ha detto: «Tutte le religioni, in qualche modo hanno la funzione di trasformare questo mondo in qualcosa di migliore dal punto di vista sociologico, culturale e spirituale e credo che Ron Hubbard sarebbe un punto di partenza nel mondo moderno di oggi per stimolare queste ricerche».

Don Ettore Cannavera, che ancora una volta ha dimostrato la sua apertura alla conoscenza, alla divulgazione di altri movimenti e religioni, seppur diverse da quella principale della nostra cultura locale, ha sottolineato come il messaggio di divulgare concetti più legati alla spiritualità ci porti a vivere più profondamente chi siamo e contemporaneamente accettarci reciprocamente. «Oggi è quasi tutto impostato sul materialismo, sullo sfruttamento delle altre esigenze dell’uomo che, saranno anche utili, ma che soffocano sempre più la realtà più profonda di noi che è la spiritualità» ha detto don Ettore Cannavera nell’esprimere perché sia così aperto ad ospitare presso la sua comunità movimenti religiosi come quello oggetto del libro presentato.

Tra il pubblico erano presenti anche esponenti di altre culture e religioni che, grazie all’esposizione del professor Aldo Natale Terrin, hanno potuto conoscere aspetti della teologia di Scientology che difficilmente vengono trattati se non ovviamente nelle sedi della Chiesa: come questa affronti il tema di ciò che è sacro, la sua idea di salvezza, così come delle sue pratiche e come e perché esse siano genuinamente religiose.

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«Il tema, un sorso di vita, potrà essere declinato dagli autori liberamente o da un punto di vista sociale – afferma Donatella Rampado, direttrice del Comitato Scientifico-Letterario – il poeta potrà interpretarlo e svilupparlo secondo il proprio sentire oppure con un punto di vista civico-sociale: potrà cioè esprimerlo con una propria sensibilità a quei valori del proprio senso civico, riservando un’attenzione verso le fasce meno protette.»

La partecipazione al concorso è gratuita e la scadenza del bando è stata fissata al 25 settembre 2018. Si potrà concorrere ad una o più sezioni con una singola opera. Il premio degli Amici di Ron si distingue per avere una giuria indipendente per ogni sezione e collaborazioni con associazioni di pregio. Poesia inedita – presidente Rodolfo Vettorello, poeta e presidente del Cenacolo Letterario Internazionale ALTREVOCI con all’attivo oltre 200 primi posti in altrettanti concorsi. Monologo Teatrale inedito – presidenza della giuria affidata a Compagnia teatrale Itineraria, premiata per gli scopi educativi e sociali, vincitrice del premio nazionale Enriquez 2016, e assegnataria di una targa d’argento del Presidente della Repubblica Ciampi. Video Audio-Poetico inedito – presidente della sezione Nunzio Buono, poeta, scrittore, recensionista, e vincitore di concorsi letterari sia nazionali che internazionali. Verbo ed Immagine inedita – sezione presieduta da Adriano Accattino, poeta, scrittore, promotore di alcune riviste di cultura e fondatore del Museo della Carale di Ivrea.

«Nel contesto spesso conservativo del mondo della poesia – aggiunge Donatella Rampado – la quinta edizione avrà una novità, una sezione ‘verbo ed Immagine’. Si tratta di poesia sperimentale in cui l’autore dovrà mostrare simultaneamente la presenza di scrittura e di immagine, dove l’esercizio di parole e l’esercizio del guardare si uniranno in una danza silenziosa.»

«Nelle edizioni precedenti – afferma Renato Ongania, presidente del Premio – abbiamo registrato una partecipazione complessiva di 1.500 poeti. In Italia ci sono milioni di poeti, il nostro è un invito… a provarci.»

Al vincitore assoluto del Premio, sarà consegnato un voucher per un soggiorno per un week-end a Londra, città che ospitò L. Ron Hubbard (1911-1986).

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Una serata ricca di contenuti e riflessioni quella che si è consumata venerdì 8 dicembre alla Chiesa di Scientology della Sardegna. Grazie alla partecipazione di illustrissimi oratori, tra i quali Mohmad Doreid, dell’Associazione Sardegna-Libano, Jo’ Hán Chánt’Ney, medicine man rappresentante della Dinè-Navajo Tribe, è stato dato un importante messaggio: dobbiamo riportare le persone ad avere valori quali il rispetto reciproco e di se stesse affinché possano esserci diritti.

La Chiesa di Scientology si impegna nella divulgazione di questo documento in quanto è nei suoi obiettivi quello di divulgare ideali di pace e fratellanza, nonché per le direttive del suo fondatore L. Ron Hubbard, il quale affermò che «I diritti umani devono essere resi una realtà non un sogno idealistico». 

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Il circuito di mountain bike di Monte Arcosu ha ospitato ieri il II Trofeo città di Uta, gara di chiusura del campionato regionale di Mountain Bike. In una splendida giornata di sole, la gara, con i suoi 57 iscritti di tutte le categorie, dalla primavera ai senior, ha visto competere atleti dai 13 ai 75 anni e, con un agonismo senza precedenti, è stata vinta per distacco da Emanuele Murtas, della società Speed Bike di Uta, che si è aggiudicato anche per questo anno il titolo di campione regionale per la categoria junior.

Alla società Speed bike e al suo presidente Stefano Murtas, va riconosciuto il merito di aver dato ulteriore valore alla manifestazione, coinvolgendo i volontari dell’Associazione Uniti per i Diritti Umani, che hanno distribuito il libretto “Che cosa sono i Diritti Umani” promosso tra gli atleti e gli spettatori presenti il messaggio dei Diritti Umani.

«In una società in cui ognuno è sempre più chiuso dentro i suoi problemi – ha dichiarato Stefano Murtas -, è importante divulgare questo messaggio, e far conoscere a tutti quali siano i propri diritti, sottolineando allo stesso tempo che gli stessi diritti appartengono anche agli altri, senza distinzione di credo, razza, cultura o ceto sociale. Sono convinto che lo sport sia un ottimo mezzo per trasmettere questi valori.»

Nella settimana in cui ricade la giornata Internazionale dei Diritti Umani indetta dalle Nazioni Unite (10 dicembre), sono stati distribuiti centinaia di libretti “Cosa sono i Diritti Umani” anche allo Stadio Sant’Elia.

“Far si che i Diritti Umani siano resi una realtà e non un sogno idealistico” era l’auspicio del filosofo e umanitario americano L. Ron Hubbard, e i volontari di Uniti per i Diritti Umani sono impegnati in tutto il mondo a far si che questo avvenga realmente. 

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Il ristorante-pizzeria KIWI di Assemini ha ospitato ieri, davanti ad un folto pubblico di appassionati del mondo della moda e della bellezza, il concorso di Miss Teenager Italy 2016/2017 Moda & Spettacolo.

Durante la serata i volontari di “Uniti per i Diritti Umani”, associazione onlus che opera in tutto il mondo perché siano diffusi e rispettati i Diritti Umani, hanno riportato quel mondo ovattato e irreale delle belle adolescenti e dei genitori venuti ad ammirare le loro “bambine” (buona parte non raggiungevano i 15 anni), ad una dimensione più reale, cosa quanto mai apprezzata sia dagli organizzatori che a questo miravano, che dal pubblico e dalle giovanissime partecipanti al concorso.

Il messaggio che gli organizzatori e i volontari intendevano far passare era che la divulgazione e il rispetto dei Diritti Umani sia presente sin dalle nostre piccole realtà quotidiane, e questo dovrebbe essere il modo di operare di ognuno di noi, perché non ci saranno Diritti per tutti nel mondo, se non ci adoperiamo affinché siano rispettati anche nei nostri quartieri, paesi e famiglie. E se questo nuovo punto di vista venisse messo in pratica da ognuno di noi, sicuramente vivremmo in un mondo più a misura di uomo.

Alle concorrenti, organizzatori e pubblico presente è stato donato il dvd “Che cosa sono i Diritti Umani”, contenente una breve storia dei Diritti Umani e 30 annunci di pubblica utilità, ciascuno dei quali illustra uno degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e un video musicale molto efficace per prevenire il bullismo e altre notizie sull’argomento.

«I Diritti Umani vanno resi una realtà e non un sogno idealistico» scriveva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, i volontari di Uniti per i Diritti Umani ogni giorno, in ogni angolo del pianeta sono impegnati affinché questo accada.

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Sotto un cielo limpido e il bellissimo mare di Putzu Idu, sono convogliati a nozze Mario e Serena, entrambi fedeli della religione di Scientology. Sposi con la celebrazione nuziale di questa religione che ancora una volta mette in evidenza come la creazione della società futura inizi dalle scelte etiche effettuate nel presente. E quale miglior scelta se non quella di unirsi con quel patto, il matrimonio, che è la pietra su cui si fonda la società stessa?

Imprenditore lui e ministro officiante della stessa Scientology lei, Mario e Serena hanno detto “Si!” al cospetto del ministro Franco Useri e grande è stata l’emozione, la commozione e la sorpresa da parte di amici e parenti che hanno voluto festeggiare con loro questo momento unico. Non solo, tra i presenti si potevano trovare persone provenienti da ben quattro confessioni religiose differenti: Cristiani Cattolici, Buddisti, Testimoni di Geova e ovviamente Scientologist. Il fatto che tutti quanti abbiano ampiamente gradito le parole del ministro in sede di celebrazione nuziale, dimostra che l’unione che i due novelli sposi hanno suggellato, non solo li accompagnerà nella vita, ma ha anche fatto in modo che persone di estrazione culturale e credi differenti potessero essere uniti con loro.

Certo è che la cerimonia, tratta dalle scritture del fondatore L. Ron Hubbard, e le sue stesse parole, incitano all’unione. «Condividiamo la felicità della sposa e dello sposo, e testimoniamo e conferiamo questa unione» ha citato il ministro e, dopo la consueta promessa di amore, fedeltà e supporto, e lo scambio di anelli, quando lo sposo si accingeva a baciare la sposa, tutti sono esplosi in un commosso ed emozionato applauso.

Doversi sposare prima in comune giovedì scorso e, solo in un secondo momento secondo le celebrazioni religiose, è costato una fatica in più per gli sposi che avrebbero preferito formalizzare tutto di fronte al Ministro della Chiesa di Scientology, ma arriveranno tempi in cui i Diritti Umani saranno più ampiamente rispettati e le persone potranno unirsi secondo vincoli religiosi prima che civili. Il matrimonio, infatti, ha a che fare con faccende spirituali ben prima che civili poiché i due sposi decidono di amarsi e onorarsi, e si da il caso che alcun codice sarà mai in grado di descrivere amore e onore che fanno parte del più intimo “Sé” di ciascuno di noi. Quest’unione dà vita a un nuovo anello per la costruzione del futuro e da ora la società ha dunque nuova linfa grazie all’unione di Mario e Serena.

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Serata di grande interesse alla Chiesa di Scientology della Sardegna: in scena la conferenza “L’Imbarazzo della Scienza” che ha messo in luce quei punti del mondo della salute mentale che risultano essere definitivamente imbarazzanti. Come ogni anno, il 10 ottobre ricorre la Giornata Internazionale per la Salute Mentale e con ospiti provenienti dall’ambiente politico, medico, del volontariato e della religione, è stato dimostrato un fatto imbarazzante: nella salute mentale il protocollo è troppo spesso al primo posto, l’individuo che necessita di cure viene dopo.

Gli interventi sono stati incentrati su quanto l’approccio umano nel trattamento dei disagi di natura mentale, sia il primo e fondamentale elemento dal quale non si può prescindere. Storie quali la psichiatra che si occupa di 350 pazienti al giorno; il degente del reparto psichiatrico al quale nessuno si deve avvicinare; la pillola dei terroristi, il captagon, che fu inventato 1961 da psichiatri e utilizzata per 25 anni per la cura dei bambini ipercinetici (oggi iperattivi); il malato al quale non viene non viene fatta la diagnosi personalizzata per dare spazio a quella preconfezionata proveniente dal mondo dell’alta finanza piuttosto che dalla sala di un medico intenzionato a risolvere la situazione che affligge il povero individuo, hanno messo a nudo un sistema sull’orlo dell’imbarazzante figura di chi ha messo il profitto prima della missione, aborto di una società dal titolo “mors tua vita mea”.La conclusione è stata ovvia e sulle parole di L. Ron Hubbard si è conclusa con un “un nuovo 1789 sta arrivando”, ovviamente in termini di spiritualità e umanità perché “psiche” sia riconosciuta per ciò che è: l’anima e il prendersi cura della stessa diventi compito esclusivo di coloro che intendono occuparsi delle faccende spirituali, non di chi con la chimica vuole ridurre lo spirito umano ad essere piccolo come l’atomo.

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Serata memorabile alla comunità La Collina in occasione della 35a giornata Internazionale per la Pace. Richiamato da un incontro di dialogo interreligioso e interculturale organizzato dalla Collina insieme al gruppo Interazione, recentemente costituito per divulgare messaggi di tolleranza, rispetto e pace, oltre un centinaio di persone si è riunito nella sala conferenze della Comunità per partecipare a una serata in cui, messi da parte pregiudizi e incomprensioni, si è lasciato spazio alla comprensione, alla voglia di conoscere le differenze culturali al fine di crescere attraverso le esperienze di chi ha vissuto situazioni diverse.

Dopo un’introduzione di don Ettore Cannavera, che ha arricchito la serata con argute osservazioni su come la pace sia semplice da ottenere se si accoglie il concetto di fratellanza, si sono susseguiti esponenti di religioni e culture tra loro molto differenti ma le cui voci hanno fatto comprendere chiaramente che la pace è raggiungibile, che i popoli non vogliono altro che questo, che le barriere sono solo nelle nostre teste e che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 è lo strumento più efficace di cui l’umanità è in possesso per ottenere la pace che desidera.

Gli approfondimenti hanno preso avvio con l’intervento di un fedele Hare Krishna, Yudhishtira Das, il quale, esponendo concetti provenienti dagli inni vedici, ha spiegato come l’ottenimento della pace abbia a fondamento una crescita interiore che, attraverso un cammino di fede, porta l’individuo a scoprire prima di tutto in sé la pace e successivamente sarà naturale esportarla perché tutti ne diventino beneficiari.

A seguire Genet Woldu, responsabile regionale dell’Associazione degli Immigrati del Corno d’Africa, ha messo in luce come la pace sia raggiungibile se l’uomo ha fede nell’uomo e basa le proprie scelte e azioni in primo luogo sulla comprensione che esistono situazioni sconosciute e tragiche che alcuni vivono. Commovente il momento in cui Genet Woldu ha espresso una preghiera affinché l’illuminazione e la voglia di pace rendano il Mediterraneo un mare di salvezza.

L’intervento successivo è stato di Mohamed Doreid, presidente dell’Associazione Sardegna Libano, il quale ha osservato la stretta relazione tra l’accettazione della diversità e il raggiungimento della pace. Doreid ha poi fatto notare come le guerre siano il frutto di decisioni mirate all’arricchimento di questa o quella nazione, prese da folli incoscienti e sempre a discapito delle popolazioni. E raccontando le situazioni che vivono i musulmani, ha osservato come la sua sia una cultura che è stata rovinata dalla politica, che nel Medio Oriente ha provocato una scissione tra popolazioni tra loro molto vicine usando pretesti religiosi che non si riscontrano nelle scritture del profeta Maometto.

Partendo dal concetto di L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology, secondo cui l’uomo è fondamentalmente buono, Ignazio Deriu, funzionario delle Relazioni Pubbliche della Chiesa di Scientology, ha interagito con il pubblico mostrando che la strada per la pace passa per la scoperta di ciò che c’è di buono nelle persone. Ed è stato uno shock per la sala scoprire dalla voce di Deriu che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha effetto di legge solamente in uno stato nel mondo, il Messico, mentre nel resto del globo non è che un foglio di carta.

Dopo di lui Dolores Zoraida, rappresentante regionale degli immigrati dalla Repubblica Dominicana, ha rimarcato come la voglia di conoscere chi viene da altre terre, scoprire nuove usanze e stili di vita, sia una strada che conduce a maggior comprensione della vita e quindi conduce inevitabilmente alla pace perché tutti siamo cittadini del mondo.

A conclusione della conferenza è stato proiettato il video “La Storia dei Diritti Umani” e ogni partecipante ha ricevuto una copia del relativo dvd prodotto dalla fondazione “Uniti per i Diritti Umani” contenente, oltre al video, altri trenta brevi filmati ognuno dedicato a uno dei diritti riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Conclusi gli interventi, la serata è proseguita nella cappella della comunità per un momento di raccoglimento spirituale. Qui ognuno dei relatori ha portato al pubblico un pezzo dell’esperienza religiosa della propria cultura di provenienza. Inutile a dirsi: la voce sembrava essere sempre la stessa, a parlare era la voglia di umanità, di rispetto, di fratellanza e di chi è consapevole che l’uomo è un essere spirituale immortale, che in quella dimensione può raggiungere la libertà totale e nel suo cammino terreno, può infondere realmente pace.

Dulcis in fundo, tutti assieme, relatori e pubblico, hanno condiviso una cena a base di piatti delle diverse terre rappresentante in questa conferenza. Il gruppo Interazione, ancora una volta – e non avrebbe potuto esserci occasione migliore di questa – ha potuto dare il suo saluto col motto: la pace sia con voi.

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Dalle spiagge della Costa Smeralda al Poetto di Cagliari, dai piccoli centri dell’entroterra fino al capoluogo, i libretti “La verità sulla Droga” distribuiti dai volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology, sono passati di mano a decine di migliaia di persone di tutte le età, informandoli sulle conseguenze causate dall’uso di qualsiasi tipo di stupefacente.

Gli opuscoli destano particolare interesse soprattutto tra gli educatori e i professori delle scuole medie e superiori «per il loro linguaggio semplice e alla portata dei giovani che li leggono, illustrando la verità sulle varie droghe e mettendo in primo piano le storie de i ragazzi che hanno vissuto questa esperienza e hanno avuto la forza di uscire dal tunnel», questo il commento di alcuni insegnanti incontrati.

Gli stessi professori denunciano una carenza nelle azioni di prevenzione efficace e di come si sentono impotenti davanti ai ragazzi che si fanno le canne durante la ricreazione e accusano a chiare lettere gli esponenti delle Istituzioni e noti volti di certa società “bene”, per il messaggio ambiguo che portano avanti, quando da una parte parlano di prevenzione, senza peraltro fare le azioni concrete in quella direzione, e dall’altra propongono una legge per liberalizzarne il consumo, sventolando un falso liberismo alla ricerca di facili consensi.

A tale proposito, la Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga, informa che i volontari sono disponibili a collaborare con Istituzioni pubbliche e direzioni didattiche che volessero portare avanti un programma di prevenzione nelle scuole, mettendo a disposizione gratuitamente sia i materiali che personale qualificato.

In una società dove le droghe si stanno rivelando sempre più come «l’elemento più distruttivo nella nostra cultura attuale», come scriveva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, i volontari aumentano il loro impegno coinvolgendo il maggior numero possibile di comuni interessati.

Questa settimana sarà il turno di: Suelli e Selegas nella Trexenta, Villasor e Sestu, il quartiere del Sole, su Planu e il Poetto a Cagliari e della spiaggia di Pittulongu a Olbia.

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