22 November, 2024
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Cagliari ospiterà il congresso del cartello delle toghe progressiste. I magistrati di Area Democratica per la Giustizia si sono dati appuntamento in Sardegna per il weekend del 24, 25 e 26 settembre. Molti i temi all’ordine del giorno. La riflessione non può che partire dai complicati mesi vissuti dopo lo scandalo dell’Hotel Champagne e l’allontanamento dalla magistratura dell’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara.

“Magistratura tra realtà e finzione. La forza del pensiero critico” è il titolo scelto per il 3° Congresso Nazionale dell’Associazione. «Da due anni a questa partespiegano i magistrati di AreaDg narrazioni a tratti funzionali alle strategie comunicative di alcuni hanno alterato, in una babele di voci, la rappresentazione dei problemi della giustizia e della magistratura. Per interrompere questa spirale distruttiva e comprendere gli eventi nella loro reale complessità è necessario l’esercizio del pensiero critico in un percorso che, dopo aver analizzato gli errori commessi e compreso le dinamiche devianti, individui iniziative utili ed efficaci a contrastarle confrontandosi con le proposte di riforma in atto. L’obiettivo è quello di recuperare il senso della funzione giudiziaria, dell’etica che deve necessariamente sostenerla e, con essa, la fiducia collettiva.»

La tre giorni di Cagliari si aprirà venerdì 24 settembre con una giornata dedicata ai “Crimini d’odio. Regole e azioni per una pedagogia sociale”.

Il Palazzo di Giustizia di Cagliari ospiterà riflessioni e proposte su un tema – il contrasto ai crimini d’odio – fondamentale per la salvaguardia della democrazia e la tutela delle persone, specie di quelle più vulnerabili e perciò più esposte. Al convegno parteciperanno docenti, magistrati e avvocati esperti del tema. Ospiterà il contributo di politici come Laura Boldrini e della senatrice a vita Liliana Segre.

Per i lavori del Congresso ci si sposterà al Teatro Doglio. Parteciperanno all’appuntamento, tra gli altri: il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia; Anna Rossomando, vicepresidente del Senato; la responsabile Giustizia della Lega, Giulia Bongiorno; il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.

E ancora Giovanni Salvi, procuratore generale presso la Corte di Cassazione; Pietro Curzio, primo presidente della Corte di Cassazione.

Il Congresso di AreaDg ospiterà anche gli interventi di Aldo Luchi, presidente Ordine avvocati Cagliari; Gemma Maria Antonietta Cucca, presidente Corte d’appello Cagliari; Gilberto Ganassi, sostituto procuratore della Repubblica Tribunale Cagliari; Prof. Michelina Masia, docente di Sociologia del Diritto Università di Cagliari; prof. Gianmario Demuro, docente di Diritto Costituzionale Università di Cagliari;

Ad animare le tavole rotonde anche rappresentati del mondo della cultura come Gianrico Carofiglio e giornalisti come Marco Damilano, Carlo Bonini, Gianni Barbacetto.

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Ha ricevuto il plauso della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, il sistema di accoglienza diffusa “Nughedu Welcome” sostenuto dall’Amministrazione comunale di Nughedu Santa Vittoria, pensato e coordinato da Nabui, la società che sviluppa progetti a elevato impatto sociale.

L’esperienza di Nughedu è stata scelta a livello nazionale da Legambiente insieme ad altre iniziative ed attività raccontate attraverso il libro “Alla scoperta della Green society”, a cura di Vittorio Cogliati Dezza.
Il progetto di Nughedu è stato presentato nella sala Nilde Iotti della Camera a Roma tra le eccellenze nazionali selezionate da Legambiente con grande soddisfazione della presidente Boldrini che ha sottolineato l’apprezzamento per le storie che raccontano di «persone impegnate a realizzare il cambiamento. Non piccole isole felici o singoli esperimenti ma avamposti di nuovo modello di sviluppo», ha dichiarato la presidente della Camera dei deputati.

Nughedu Santa Vittoria, con il progetto Nughedu Welcome di Nabui, si sta posizionando a livello internazionale come meta di un’esperienza autentica, in cui poter mangiare a casa delle famiglie dei suoi abitanti, passeggiare insieme ai pastori sugli antichi sentieri e conoscere le leggende che hanno portato alla fondazione del paese grazie alle testimonianze archeologiche.

«Nughedu Welcome è la nostra risposta alla crisi demografica delle aree interne sarde – rimarca il sindaco di Nughedu Santa Vittoria, Francesco Mura, primo cittadino del paese che secondo i dati della Regione rischia di scomparire tra 60 anni -. Abbiamo avviato un percorso che vuole rappresentare una buona prassi per la Sardegna: Nughedu Welcome segna già i primi risultati positivi.»

Il comune di Nughedu, che proprio in questi giorni festeggia i 70 anni della sua autonomia, negli ultimi 18 mesi di sperimentazione il numero di ospiti del sistema di accoglienza è passato da zero a 604 e in particolare: 425 sardi, 104 della Penisola, 75 stranieri (grazie anche a un accordo con un tour operator tedesco).

«Vogliamo dimostrare che anche i piccoli paesi della Sardegna possono offrire un prodotto di alto livello, e questo prodotto si trova nelle case dei suoi abitanti», afferma Rosa Spiga, presidente dell’Associazione Nughedu Welcome.

La resilienza di comunità è l’obiettivo del “turismo morbido”, un’offerta che si adatta ai ritmi delle piccole produzioni locali, in linea con la sostenibilità ambientale: «La Sardegna ha un ecosistema delicato, dobbiamo proteggere le destinazioni turistiche – spiega Tomaso Ledda di Nabui – abbiamo bisogno di viaggiatori che si innamorano dei piccoli gesti, noi proponiamo un sistema capace di promuovere l’identità dei territori nel totale rispetto dell’ambiente, generando impatto sociale ed economico per i residenti».

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«Il futuro è rosa e inizia oggi. Forse. Dopo aver combattuto perché la Sardegna uscisse dalla vergognosa situazione in cui in Consiglio sono presenti solo 4 donne su 60 consiglieri e in cui ogni possibile ostacolo è stato opposto negli anni all’introduzione dello strumento che permette il cambiamento per un riequilibrio di genere nell’organo rappresentativo dell’Isola, oggi la I Commissione del Consiglio regionale ha approvato la norma che introduce il sistema della doppia preferenza di genere. A votare a favore sono stati tutti i componenti della Prima Commissione, eccettuato il rappresentante del gruppo PSdAz. Ora la decisione spetta al Consiglio.» Lo scrive, in una nota, l’associazione Heminas.

«In Sardegna la richiesta di introduzione del sistema era stata già fatta con manifestazioni pubbliche nel 2013 – aggiunge l’associazione Heminas -. La Regione però, dopo rassicurazioni e rimandi, la bocciò con un discutibile voto segreto. Le stesse rassicurazioni hanno continuato a farsi anche in questi mesi, dopo che Heminas ha mobilitato un flash mob davanti al Consiglio il 27 aprile e che varie associazioni si sono mosse per chiedere l’approvazione della norma della cui proposta presentata ad inizio legislatura è prima firmataria la Consigliera Annamaria Busia. L’interesse e l’attenzione suscitata sono stati enormi. Non solo per le oltre 12mila e trecento adesioni al gruppo Facebook, ma anche per il sostegno della presidente della Camera Laura Boldrini alla lotta di Heminas e per il dichiarato interesse del Consiglio manifestato con un incontro in cui siamo state chiamate davanti alla Commissione Riforme il 20 giugno. Tuttavia, a seguito dei continui rimandi, si era aveva sollevato il timore che si trattasse di promesse che sarebbero state disattese. È di questi minuti, invece, la felice notizia che la norma è stata approvata in I Commissione.»

«Il sistema proposto dalla modifica consente il riequilibrio di genere senza imposizioni. Chi vota, conserva la piena libertà di esprimerne una sola preferenza, scegliendo tra candidate e candidati, e solo nell’ipotesi in cui si decida di esprimere una seconda preferenza, si dovrà scegliere tra persone della stessa lista di sesso diverso da quello della prima. La Corte Costituzionale (con sentenza n. 4 del 2010) ha definito questo sistema «non solo corretto, ma doveroso da parte del legislatore nazionale e regionale. Sta al Consiglio adesso riscrivere una realtà in cui anche le donne siano rappresentate là dove si decide il futuro della Sardegna. Un futuro più giusto – conclude Heminas – in nome di un equilibrio di genere che sinora non è stato realizzato.»

 

 

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Giovedì pomeriggio, a Montecitorio, la presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto una delegazione delle organizzazioni della società civile italiana che da tempo si stanno occupando della drammatica situazione dello Yemen e della responsabilità italiana nel conflitto a seguito della fornitura all’aeronautica militare dell’Arabia Saudita di ordigni prodotti in Sardegna dalla RWM Italia di Ghedi. 

L’incontro con la presidente della Camera è stato richiesto per sottolineare, ancora una volta, la condizione critica della popolazione civile yemenita (stremata da oltre due anni di conflitto e, recentemente, anche da una feroce epidemia di colera) e la piena contrarietà alle reiterate forniture militari, sebbene autorizzate dalle competenti autorità, delle bombe di fabbricazione italiane che contribuiscono ad esacerbare la situazione di guerra e non certo a promuovere prospettive di pace. La delegazione ha inoltre chiesto alla presidente della Camera di valorizzare e porre alla necessaria attenzione di tutti i Gruppi politici le mozioni sulla situazione in Yemen e l’esportazione di armi italiane all’Arabia Saudita recentemente presentate e di prossima discussione in Aula.

Significativa la presenza all’incontro di una rappresentante del “Comitato per la riconversione della RWM” che si è costituito in questo mesi nel Sulcis Iglesiente per chiedere lo stop delle forniture di bombe e la riconversione della fabbrica RWM di Domusnovas per promuovere uno sviluppo sostenibile e dare ai lavoratori una soluzione di reddito che non debba per forza passare per la costruzione di armi responsabili di uccisioni anche civili nello Yemen. Nello stessa serata nel comune di Iglesias si è svolto un consiglio comunale aperto sulla questione Rwm su istanza dello stesso comitato. 

La presidente Boldrini si è intrattenuta per lungo tempo con la delegazione delle organizzazioni che si occupano di Pace, diritti umani, cooperazione esprimendo la massima attenzione per la questione e per l’iter parlamentare a riguardo che si aprirà a presto e dicendosi disponibile ad un nuovo  incontro a settembre con una delegazione del territorio per continuare il confronto e dare spazio alle questioni emerse nell’incontro di giovedì.

Presenti Massimo Toschi (da sempre impegnato per la pace; già assessore della Pace della Regione Toscana), Alfredo Scognamiglio e Carlo Cefaloni (Movimento dei focolari), Nicoletta Dentico (Banca etica), Paolo Pezzotti (Oxfam), Maurizio Simoncelli (Rete Disarmo), Cinzia Guaita (Comitato riconversione RWM).

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Prima visita ufficiale, del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, in Italia.

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani si recherà in visita istituzionale a Roma domani, venerdì 27 gennaio 2017, per rincontrare le più alte cariche istituzionali italiane, prima visita ufficiale dopo la sua elezione a Presidente dell’assemblea parlamentare. 

Il programma della visita prevede i seguenti incontri:

  • il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale, 12.40 – 13.20
  • il presidente del Senato Pietro Grasso, a Palazzo Giustiniani, 13.30 – 14.00
  • la presidente della camera dei Deputati Laura Boldrini, a Montecitorio, 14.15 – 14.45
  • il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano, alla Farnesina, 15.15 – 15.45.

Antonio Tajani è stato eletto presidente del Parlamento europeo il 17 gennaio 2017.  Il presidente Antonio Tajani rimarrà in carica sino alla fine della legislatura prevista per la primavera 2019. Antonio Tajani è il primo presidente del Parlamento europeo italiano da oltre 35 anni, dalla prima elezione a suffragio universale del Parlamento europeo dell’anno 1979. 

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ieri  pomeriggio è intervenuto nel corso della seduta del Consiglio regionale dedicata a Sa Die de sa Sardigna e, simbolicamente, al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Francesco Pigliaru ha risposto ad alcune mozioni, ribadendo la posizione della Giunta già espressa in più occasioni ed ha sottolineato come la Giunta sia contraria alla localizzazione delle scorie in Sardegna, e ha ricordato di aver espresso tale contrarietà nell’Aula alla presenza della presidente della Camera, Laura Boldrini, e di averlo scritto in una nota ufficiale inviata anche al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Un no che è stato espresso a voce anche al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, durante la sua recente visita a Cagliari.

Pigliaru ha poi ricordato di aver già definito l’eventuale deposito di scorie una nuova servitù e che, come tale, non può essere in alcun modo accettato.

 

Di seguito, l’intervento integrale svolto in Aula dal Governatore.

Presidente Ganau,

Onorevoli colleghe e colleghi,

aver dedicato questa giornata di lavori al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari e aver così potuto ribadire, con voce unica, un secco no all’eventualità che la scelta ricada sulla Sardegna, è un atto estremamente significativo.

Con particolare concretezza, infatti, oggi diamo spessore istituzionale alla celebrazione di Sa Die de sa Sardigna. Per tutti noi questa giornata rappresenta un simbolo di responsabilità, autodeterminazione e coraggio.

Un anno fa, in quest’aula, abbiamo celebrato Sa Die subito dopo l’insediamento di questo consiglio e di questa giunta. Allora dissi che “assumersi con coraggio le proprie responsabilità significa, innanzitutto, richiedere con forza, a tutti i livelli di governo di cui facciamo parte, la partecipazione a pieno titolo a tutti i processi decisionali che ci riguardano”. E aggiunsi che questa sarebbe stata la linea di questo governo: autonomia, sovranità come assunzione di responsabilità.

Oggi, più che mai, ci troviamo ad attuare i principi enunciati. In questa direzione avanziamo quando affrontiamo, giorno dopo giorno, tutte le questioni aperte che riguardano il rapporto della Sardegna con lo Stato italiano. La leale collaborazione tra istituzioni, che abbiamo avviato e portato avanti in questo anno di lavoro, ci ha portato a raggiungere alcuni risultati importanti su vari fronti.

Abbiamo ottenuto risorse rilevanti, con cui stiamo dando risposte a territori, istituzioni, categorie sociali. Risorse che ci spettano e per le quali ci siamo battuti con determinazione.

Su altri temi il dialogo diventa confronto diretto, aperto, senza timidezze. Fronteggiamo le questioni anche più complesse con il coraggio che oggi celebriamo. E che si rafforza nella voce unica e unitaria di tutta la Sardegna nell’esprimere il comune e condiviso rifiuto al deposito delle scorie nucleari.

È confronto, lo sappiamo bene, anche sul tema delle servitù militari; tema aperto su tutti i tavoli, con l’obiettivo preciso del riequilibrio di questa presenza eccessiva nella nostra regione rispetto al resto dell’Italia. Comprendiamo le esigenze del Paese in questo momento di crisi internazionale, ma replichiamo che il carico non può essere sproporzionatamente nostro. In poco tempo abbiamo fatto importanti passi in avanti, dal momento in cui abbiamo negato la firma all’Intesa lo scorso giugno e preteso l’apertura di tavoli negoziali per il riequilibrio. Il ministro Pinotti si è impegnata a valutare la percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte dei Poligoni e l’individuazione di misure di mitigazione. Alcune di queste, piccole, sono già diventate realtà: abbiamo un calendario di esercitazioni con pause estive più lunghe; piani antincendio all’interno dei poligoni, tavoli di lavoro funzionanti sulla trasparenza e per l’implementazione degli osservatori ambientali. È ancora pochissimo rispetto a ciò che rivendichiamo.

Ma dobbiamo ancora fare tanto. E tantissimo c’è da ottenere, finalmente, dopo un’attesa inaccettabilmente lunga.

Nostra volontà è di disporre pienamente del nostro territorio; di un territorio sano e che non sia irreversibilmente danneggiato, con tutto ciò che ne consegue per l’ambiente, la nostra vera ricchezza, e per la salute nostra e dei nostri figli.

Come già ho avuto modo di dire in quest’Aula alla presenza della presidente della Camera Boldrini nel suo ruolo di terza carica dello Stato, l’imposizione del deposito di scorie sarebbe l’imposizione di una nuova servitù. Nel momento in cui tutto il nostro impegno è concentrato per realizzare un riequilibrio di quantità e qualità, non c’è alcuna possibilità di neanche contemplare un’ipotesi di deposito di scorie nucleari.

La nostra posizione è un no. Un no chiaro, secco, deciso già espresso dalla Giunta e oggi ribadito dal Consiglio.

Non ci sono compensazioni che possano convincerci a cambiare idea. Il nostro patrimonio ambientale, naturalistico e agricolo è tale da poter diventare volano di crescita economica. E noi questo ribadiamo nel nostro programma di governo. La Sardegna è una terra sulle cui ricchezze facciamo il primo e l’ultimo passo. Dobbiamo solo imparare a usarle meglio queste ricchezze, e in questo naturalmente siamo impegnati.

Certo, non ne facciamo solo una questione economica. Negli anni abbiamo imparato a dare valore al paesaggio che abitiamo, alla qualità della terra, dell’acqua e dell’aria. Abbiamo capito – per averlo pagato a volte con la crudezza di un sviluppo distorto che ha prodotto disastri ambientali e malattie – che beni quali l’alta qualità dell’ambiente che abitiamo, non sono barattabili.

Il Ministro dell’Ambiente, che ho incontrato poche settimane fa, conosce bene l’indisponibilità dei sardi a ospitare questo deposito. Lo abbiamo scritto chiaramente in una nota ufficiale inviata anche al Ministro dello Sviluppo Economico.

Un’indisponibilità che quest’oggi ribadiamo ancora una volta senza titubanze e senza indugi, tenendo da conto la sensibilità espressa dal Governo nei confronti delle richieste della nostra comunità.

“Trasparenza e condivisione”, ha annunciato il Ministro Galletti nella scelta del sito. Ebbene, noi a quei presupposti di lealtà vogliamo credere ricordando al Ministro anche la volontà espressa dal 97,13% dei votanti in occasione del referendum del 2011, relativo alla possibilità di simili installazioni nel nostro territorio.

La Sardegna è una Regione generosa. Abbiamo partecipato agli interessi della difesa nazionale più di qualsiasi altra regione. Siamo generosi e solidali e l’abbiamo dimostrato in ogni occasione. Ma della generosità non si può approfittare facendo confluire su un’unica isola una quota spropositata di gravami. Vogliamo vederli ridursi nell’arco di una legislatura. Non siamo disposti ad accettarne altri.

Il mondo è cambiato, continua a cambiare ogni giorno. La generosità riserviamola a ciò cui è giusto riservarla: il nostro ambiente, la nostra salute e, non ultimo, quanto accade continuamente e intorno a noi, sulle nostre coste. Con sempre maggior frequenza sbarcano persone disperate, in fuga da guerra e carestie, nella più grande migrazione di popolo che le nostre generazioni abbiano conosciuto. Responsabilità e coraggio, 221 anni fa come oggi, vuol dire anche avere la consapevolezza di vivere dentro la storia e, in questo, ugualmente, saper fare la nostra parte.

«Da deputato della Sardegna ringrazio la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, per la visita di questi tre giorni nella nostra isola e per la sensibilità dimostrata nei confronti del popolo sardo.»

Lo ha detto il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani, ieri pomeriggio, al termine della seduta solenne del Consiglio regionale.

«Si tratta di una visita molto importante dall’alto significato politico, sociale e culturale giunta in un momento particolarmente difficile e delicato per la nostra terra e i suoi abitanti. Una presenza significativa – ha concluso Emanuele Cani – tesa a dimostrate l’importante ruolo svolto dalle donne nelle istituzioni, nella società, nel mondo della cultura.»

Emanuele Cani e Luigi Arru _MG_9840

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Il capogruppo regionale dell’Udc-Area popolare, Gianluigi Rubiu, è critico sulla prima giornata della visita della presidente della Camera, Laura Boldrini, in Sardegna.

«E’ doveroso il rispetto verso la figura istituzionale – sottolinea Rubiu -. Pensiamo si tratti però di un’occasione persa per mostrare i drammi della Sardegna, con una liturgia scontata e condita delle solite parole di circostanza.»

«Bene avrebbe fatto – rimarca Rubiu – ad andare a trovare gli operai dell’Alcoa e del Sulcis Iglesiente che da mesi lottano per un posto di lavoro. Conosciamo la vera e drammatica realtà della Sardegna. Purtroppo ci pare che la Boldrini abbia fatto un discorso privo di contenuti. Inconcludente. La paura è che si tratti dell’ennesima passerella che non si tradurrà in atti concreti per la nostra Isola.»

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«Non accetteremo mai che la Sardegna sia scelta come regione nella quale creare il Deposito Nazionale delle scorie nucleari». Lo hanno detto ieri pomeriggio, nel corso della seduta solenne del Consiglio regionale convocata in occasione della visita della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, prima Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, poi il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, che ha definito quella per lo stoccaggio delle scorie come una nuova servitù.

«La Sardegna in termini di servitù dà già tanto – ha detto il Governatore – e non accetterà mai una nuova servitù come quella delle scorie nucleari».

Questa posizione intransigente è condivisa da tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, e, soprattutto, dalla popolazione che è pronta alla mobilitazione per respingere qualsiasi tentativo che dovesse essere fatto dal Governo in tale direzione.

La decisione, come è noto, sarà presa dalla Sogin, la soci​età di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, per garantire la sicurezza degli italiani, salvaguardare l’ambiente e tutelare le generazioni future. Sogin ha il compito di localizzare, realizzare e gestire il Parco Tecnologico e il Deposito Nazionale.

Ricordiamo che «il 2 gennaio 2015 Sogin – si legge nel sito internet della società – ha consegnato ad ISPRA la proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, rispettando i tempi previsti dal D.Lgs. 31/2010, ossia entro 7 mesi dalla pubblicazione della Guida Tecnica n. 29 di ISPRA, avvenuta il 4 giugno 2014.
Per elaborare la CNAPI Sogin ha applicato i Criteri di localizzazione stabiliti dall’ISPRA con la Guida Tecnica n. 29 e indicati dall’IAEA con la Safety Guide n. 29.
Dopo la consegna della CNAPI, ISPRA ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei Criteri da parte di Sogin e validare la Carta. Al termine di tale lavoro, è previsto che entro un mese il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente comunichino il loro nulla osta affinché Sogin pubblichi la CNAPI.
La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.
Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.
Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività.
 
Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro.
Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un’unica struttura garantirà sia la totale sicurezza per i cittadini e l’ambiente sia il rispetto delle direttive europee, allineando l’Italia ai Paesi che da tempo hanno in esercizio sul loro territorio depositi analoghi.»

La presidente della Camera, Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, hanno incontrato i segretari delle organizzazioni sindacali. L’accelerazione dell’iter per la discussione alla Camera della mozione “vertenza Sardegna” è l’impegno assunto dalla presidente della Camera, a conclusione dell’incontro tenutosi negli uffici della presidenza del Consiglio, con i segretari regionali di Cgil (Michele Carrus), Cisl (Oriana Putzolu), Uil (Francesca Ticca), Ugl (Piergiorgio Piu) e Css (Giacomo Meloni).

«Alla presidente Boldrini – ha riferito il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau – abbiamo rimarcato le ragioni della nostra specialità  e abbiamo ribadito il ruolo delle nostre  prerogative autonomistiche.»

Tra le priorità segnalate da Ganau vi è quella che riguarda l’assenza dei fondi per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga (mancano all’appello 180 milioni di euro e migliaia di lavoratori sono senza alcun sostegno al reddito). Il presidente ha quindi citato ad esempio il caso delle lavoratrici della Leagler, ricevute a margine della seduta solenne del Consiglio regionale e che da quindici mesi sono senza stipendi, per denunciare la drammatica situazione di crisi che investe l’Isola e che penalizza migliaia di famiglie.

«La presidente Boldrini – ha concluso Gianfranco Ganau – ha dimostrato di avere ben compreso le difficoltà della Sardegna e la sofferenza dei sardi, così come ha dimostrato di essere a conoscenza dei gap che compromettono lo sviluppo e la crescita: dai trasporti, alle infrastrutture, passando per l’energia.»

La richiesta di un intervento della presidente della Camera, per garantire il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, è stata ribadita, nel corso dei rispettivi interventi, anche dai segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Css che hanno avanzato, tra le altre, la proposta di una sperimentazione nell’Isola del “reddito di inclusione” ed hanno rilanciato la riproposizione di un nuovo piano di rinascita per la Sardegna.

«Siamo a disposizione delle organizzazioni sindacali – ha dichiarato il presidente Ganau, a conclusione dell’incontro con la stampa – per affrontare insieme le troppe emergenze dell’Isola e restituire speranza ai tanti sardi che in questi anni difficili l’hanno perduta.»

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