24 November, 2024
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Un ironico affresco della società tra riti mondani e ansia di fare bella figura nelle “Smanie per la villeggiatura” di Carlo Goldoni, nella mise en scène firmata dal regista algherese Stefano Artissunch (produzione Danila Celani per Synergie Arte Teatro) in cartellone domani (giovedì 18 gennaio), alle 21.00, al Teatro “Tonio Dei” di Lanusei; venerdì 19 gennaio, alle 21.00, al Teatro Centrale di Carbonia; sabato 20 gennaio, alle 21.00 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo; e, infine, domenica 21 gennaio, alle 21.00, al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC Sardegna.

Una commedia brillante – interpretata dallo stesso Stefano Artissunch, insieme con Stefano TosoniLaura GraziosiStefano De Bernardin e Lorenzo Artissunch – sui preparativi per le vacanze in campagna di due famiglie, tra intrighi sentimentali, ripicche e gelosie: Leonardo, innamorato di Giacinta, alla notizia che il padre di lei ha incautamente invitato Guglielmo, un altro pretendente, vorrebbe annullare la partenza, gettando così nella disperazione la sorella Vittoria, finché grazie a un intermediario l’impasse si risolve felicemente…

Nelle “Smanie” attraverso «un meccanismo drammaturgico praticamente perfetto – sottolinea il regista Stefano Artissunch  il grande autore veneziano affronta «il tema dell’apparire e la nevrosi consumistica-affannosa della borghesia che si cimenta in sciali superiori alle sue possibilità… Un testo intelligente che vuole essere una riflessione ed una critica alla società borghese del tempo, ma che, fluttuando le parole dell’autore ai giorni nostri, mostra la sua modernità affrontando temi senza tempo e rivelando l’ipocrisia ed il senso di vuoto di una società che perde la propria identità ed i propri valori dietro al nulla!».

 

Viaggio sul filo delle storie e delle emozioni, tra antichi miti e moderne commedie, classici del Novecento e testi contemporanei accanto a intriganti coreografie d’autore per la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e Danza al Teatro Centrale di Carbonia, organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e il contributo della Fondazione di Sardegna. Dieci titoli in cartellone da dicembre a maggio con i grandi protagonisti della scena italiana – e non solo – come Remo Girone e Giuseppe Cederna, Emilio Solfrizzi e Carlotta NatoliAscanio Celestini e l’icona transgender Eva Robin’s accanto all’algherese Stefano Artissunch e all’enfant du pays Andrea Tedde, attore di teatro e cinema. Il compositore Gipo Gurrado firma l’originale “Family / A Modern Musical Comedy”, il coreografo italo africano Mvula Sungani affronta il tema delle migrazioni in Sabir / viaggio mediterraneo” e il partenopeo Adriano Bolognino (Premio Danza&Danza 2022) propone un affascinante “Trittico” formato da “Come Neve”“Gli Amanti” e Your body is a battleground”.

«Esprimo il mio più sincero apprezzamento e felicità per la rinnovata presenza in città del CeDAC che organizza la Stagione di Carbonia da oltre trentacinque anni – dice il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, anche a nome dell’assessora alla Cultura e Spettacolo Giorgia Meli -. Grazie al Cartellone di grande fascino e grande qualità faremo sicuramente felice il folto pubblico di Carbonia e dintorni che da sempre segue gli spettacoli con passione e competenza.»

Una programmazione interessante e variegata che spazia dalle celeberrime “Smanie per la villeggiatura” di Carlo Goldoni, nella mise en scène di Stefano Artissunch, anche interprete con Stefano De BernardinLaura GraziosiStefano Tosoni e Lorenzo Artissunch, per una riflessione sull’ipocrisia della società e le frivolezze mondane a classici del Novecento come Le serve” di Jean Genet, con Eva Robin’s nel ruolo di Madame accanto a due giovani e talentuose attrici, Beatrice Vecchione e Matilde Vigna, per la regia di Veronica Cruciani, tra segrete ambizioni, inganni e giochi di potere, a “L’Anatra all’Arancia”, fortunata commedia di W.D. Home e M.G. Sauvajon con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, insieme con Ruben Rigillo e Beatrice Schiaffino con la partecipazione di Antonella Piccolo, diretti da Claudio Greg Gregori per un’indagine sull’amore e sulla gelosia.

La memoria della Shoah ne “Il cacciatore di nazisti / L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal” con drammaturgia e regia di Giorgio Gallione, dove Remo Girone interpreta l’ingegnere ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento che dedicò la sua esistenza alla cattura dei responsabili dello sterminio, e una sorta di diario tra pensieri, ricordi e sensazioni in Storia di un corpo” di Daniel Pennac, con Giuseppe Cederna, sempre per la regia di Giorgio Gallione, sulla singolare eredità lasciata da un uomo alla figlia amata, con le puntuali annotazioni e una descrizione minuziosa dei propri stati d’animo, accanto a voci, suoni, profumi, rievocati con un’attitudine quasi proustiana. Un ritratto di famiglia tra parole e note, per esplorare l’ambiguità dei rapporti e dei legami di sangue e d’affetto con “Family / A Modern Musical Comedy” di Gipo Gurrado tra rimandi alla grande tradizione cantautorale italiana, mentre un raffinato affabulatore come Ascanio Celestini in Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il suo nuovo spettacolo ispirato alla figura del Santo di Assisi, disegna un poetico e surreale affresco di varia umanità, tra vite ai margini e periferie degradate, per un inatteso messaggio di pace e speranza. S’intitola “Che fine ha fatto Ulisse?” la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, ispirata al mito dell’eroe greco, famoso per la sua astuzia e artefice dello stratagemma del cavallo che, rientrato nella sua Itaca dopo la caduta di Troia, scopre di non saper godere delle gioie del focolare e spinto dall’inquietudine decide di partire per nuove avventure… tutte da scoprire.

Un duplice appuntamento con la danza contemporanea con Sabir / viaggio mediterraneo”, con ideazione e regia di Mvula Sungani, nell’interpretazione dell’étoile Emanuela Bianchini e dei solisti della Mvula Sungani Physical Dance, per un evocativo racconto per quadri sulle antiche e moderne migrazioni e l’originale Trittico” che comprende tre creazioni del giovane e pluripremiato coreografo Adriano Bolognino: dall’idea del benessere in “Come Neve”, all’amore che vince la morte, come nel calco di Pompei, ne “Gli Amanti” fino a una riflessione sulla condizione femminile in “Your body is a battleground”, un assolo ispirato all’immagine simbolo di Barbara Kruger per la marcia delle donne a Washington.  

 

AQUI TERME (AL) 04/2010 – SET DEL FILM “IL GIOIELLINO” DI ANDREA MOLAIOLI.
NELLA FOTO REMO GIRONE.
FOTO DI GIANNI FIORITO

Verrà inaugurata sabato 18 ottobre, alle ore 21.00, al Teatro Alkestis di via Loru a Cagliari, la stagione di Teatro d’Autore de Il Crogiuolo, con lo spettacolo “Pas d’hospitalité”, di e con Laura Graziosi, distribuzione OffRome, primo classificato al Festival della Creatività del Comune di Roma – sezione teatro 2013.

Una giovane donna ha invitato a cena quattro persone

E’ tutto pronto

Da due anni nessuno entra nella sua casa

Attende gli ospiti con grande eccitazione

Finalmente ci sarà una festa

I fuochi d’artificio arriveranno alla fine

Forse sarà solo l’inizio.

Pas d’hospitalité è il monologo di un solo personaggio, eppure ci sono altre quattro persone nella stanza a dialogare tra loro.

Lo spettacolo trae spunto da un dialogo realmente ascoltato in una tabaccheria tra la negoziante e una signora che, dopo aver elencato gli innumerevoli piatti preparati la sera prima, precisava di non aver organizzato alcuna cena e di non aspettare ospiti. Da questo frammento quotidiano, nasce l’idea di esplorare la condizione della solitudine, sia reale che immaginata.

Una donna ha preparato una cena, desidera godersi una festa in casa. Comunque vada la serata, nulla andrà sprecato, la solitudine domestica può essere “addomesticata” per trasformarla in un mezzo da mettere al servizio della propria vita.

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