Cresce il fronte del “NO” alla chiusura della base militare di Decimomannu.
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Cresce il fronte del “NO” alla chiusura della base militare di Decimomannu.
Oltre duecento persone sabato scorso hanno gremito la sala consiliare di Villasor, ad un incontro organizzato per esaminare il problema. Tra gli intervenuti, presenti tantissimi lavoratori civili e militari preoccupati per il futuro incerto del complesso, il responsabile della Federazione Lavoratori Pubblici Sardegna (comparto Difesa) Antonio Lello Perra: «La struttura – ha evidenziato Perra – rappresenta uno dei punti di riferimento per il territorio. Non si può buttare al vento la storia della base di Decimomannu».
«Si tenga presente – ha aggiunto Perra – che il sito è in grado di fornire un servizio indispensabile per la perlustrazione della Sardegna, garantendo la sicurezza e la vigilanza sul territorio. Bisogna evitare che si smantelli anche questa realtà, come già accaduto a Elmas e La Maddalena, senza che ci siano alternative concrete. Non solo. Nella base operano circa 1.500 dipendenti, tra operatori militari e civili, impegnati in attività di addestramento e sorveglianza dell’Isola. C’è il pericolo – ha concluso Perra – che queste buste paga, con la possibile dismissione della base, finiscano in Puglia oppure in Sicilia. Sarebbe l’ennesimo disastro economico per una Sardegna che, invece, chiede maggiore attenzione dal punto di vista sociale ed occupazionale. Occorre considerare che le basi militari, sotto l’egida del ministero della Difesa, rappresentano la seconda industria dell’Isola, con oltre 5mila dipendenti che richiedono un maggior interesse.»