22 December, 2024
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C’è grande attesa per l’ultima serata della Rassegna Cinematografica AngoLazioni – visioni di donne fra Sardegna e Africa, organizzata dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e dall’Amministrazione Comunale di Sant’Anna Arresi, il finanziamento della Fondazione di Sardegna, la collaborazione della Società Umanitaria – CSC Carbonia La Fabbrica del Cinema, la sponsorizzazione di “Cantina Mesa” e il supporto logistico dell’ANSPI di Sant’Anna Arresi).

Domenica 12 settembre salirà sul palco una prima assoluta che nasce dall’idea di creare un prodotto di dialogo musicale tra la Sardegna e l’Africa. Quattro musiciste Africane, Fadimatou Wallet Oumar (Tuareg del Mali), Nawal Mlanao (Isole Comore), Hanta Gasy (Madagascar), Yagaré Kouyaté (Burkina Faso) e due artiste sarde, Gisella Vacca e Rosalia Potettu, si sono conosciute per la prima volte nella giornate della Rassegna. Hanno messo insieme le loro professionalità e le loro specificità artistiche, contaminandosi vicendevolmente, al fine di creare un prodotto originale dove le musiche tradizionali si sono incontrate e hanno camminato insieme. Per la precisione ogni artista, presso l’incantevole Piazza del Nuraghe di Sant’Anna Arresi, proporrà un brano del suo Paese di provenienza e le altre componenti della formazione artistica lo interpreteranno insieme arricchendolo dei loro suoni e dei loro ritmi. Il concerto darà anche la possibilità di vedere sullo stesso palco strumenti tipici di diverse zone dell’Africa e della Sardegna. Lo spettacolo sarà, inoltre, arricchito dalla presenza di una danzatrice del vecchio continente. Il concerto sarà preceduto, alle 21.00, dalla proiezione del film Saint Louis Blues” di Dyana Gaye (Sénégal).

La giornata di ieri venerdì 10 settembre, invece, è iniziata con un omaggio alla regista sarda Maria Piera Mossa e la proiezione del suo documentario “Una fabbrica inventata su un paese reale, Bitti”. A renderle omaggio e a farla conoscere ai presenti il cugino Mario Mossa. “Maria Piera, che è sempre stata per me un faro, ha dimostrato un interesse per la documentazione sin da giovane e già da allora sembrava un genio. Tutta la sua vita è stata improntata dal rigore e dalla professionalità. Vincitrice del concorso nazionale alla RAI, prima regista donna sarda, ha dedicato la sua vita professionale al raccontare la Sardegna, il lavoro, l’identità e le donne dell’Isola. A lei non piacevano i fronzoli, voleva scomparire per dare spazio alle immagini e a ciò che documentava”. La serata è proseguita con la proiezione dei Cortometraggi: Lyiza” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda), “Aya go to beach” di Maryam Touzani (Marocco), “Tu seras mon allié” di Rosine Mfetgo Bakam (Camerun), “Soubresauts” di Leyla Bouzid (Tunisia) e “Sur la route du paradis” di Uda Benyamina (Marocco). A presentarli è stata la professoressa ed esperta cinematografica camerunese Marie Nadége Tsogo. Nel suo intervento ha rilevato come «il cinema al femminile in Africa è rinato subito dopo l’indipendenza, quando qualche donna ha preso in mano la cinepresa. In particolare il numero delle registe è aumentato considerevolmente all’inizio di questo secolo con l’arrivo del digitale. Grazie al lavoro delle donne gli spettatori scoprono l’Africa con un altro sguardo, con una visione diversa da quella proposta dai colleghi uomini».

Nella giornata di oggi, sabato 11 settembre, alle ore 21.00, Maria Grazia Perria presenta il suo ultimo lavoro: “Cercando Grazia”. Il film racconta la storia di undici ragazze che hanno partecipato al Casting per realizzare un film sulla scrittrice sarda e Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, facendo emergere sia il ritratto della Deledda da giovane sia scorci della vita delle 11 protagoniste del casting. A seguire saranno presentati due nuovi cortometraggi di registe africane: “Quand ils dorment” di Maryam Touzani (Marocco) e “Zakaria” di Leyla Bouzid (Tunisia 2013).

Anche la seconda giornata della terza edizione della Rassegna Cinematografica “AngoLazioni – visioni di donne fra Sardegna e Africa, è stata in grado di suscitare molta attenzione e curiosità nelle tante persone che hanno scelto di partecipare.

Ad aprire la serata, così come per tutte le giornate della Rassegna, sono stati i bambini e le bambine del gruppo folk San Domenico Savio.

Il primo incontro è stato quello con la scrittrice Somalo-Italiana Ubah Cristina Ali Farah che, introdotta dal Direttore Artistico Mohamed Challouf, ha presentato il suo ultimo libro ”Le stazioni della luna”. A dialogare con la scrittrice è stata Anna Lai della libreria Lilith, che ha descritto l’appuntamento come “strumento di decolonizzazione reciproca”. Cristina Ali Farah dopo aver descritto la sua infanzia e il suo arrivo prima in Europa e poi in Italia dalla Somalia, ha raccontato il suo rapporto con lo scrivere. Dopo aver scritto per tanti anni nella sua infanzia e adolescenza, dopo la guerra civile Somala e il suo arrivo in Europa la sua vocazione si blocca. Si sblocca quando dopo anni di permanenza in Italia, va ad incontrare il padre che si trova in Olanda insieme ad una comunità della diaspora Somala. Lì rinasce la scelta di voler scrivere per raccontare la storia e le storie “non conosciute”, la necessità di voler scrivere come scelta di responsabilità civile e storico-sociale. La scrittrice Somalo-Italiana ha posto l’accento anche sull’importanza dei festival e degli incontri letterari come luoghi fondamentali per il confronto e per la formazione e circolazione del pensiero. Ali Farah parla poi del suo libro dove fa conoscere ai lettori una serie di personaggi destinati ad accompagnarli per tutta la durata della narrazione e fa luce su un periodo poco conosciuto della storia dell’Italia e sui suoi rapporti con l’ex colonia.

Dopo la presentazione di “Le Stazioni della Luna” è stata la volta dei cortometraggi di animazione e l’incontro con la loro regista, la Tunisina Nadia Rais. I corti proposti al pubblico sono stati: Ambouba”, “L’Mrayet”, “Sabaa Arwah” e “Briska”. La regista è stata molto chiara nel dire come i suoi lavori, che si fondano su pochi elementi basilari e poco sulla parola e sul dialogo, non sono assolutamente neutrali ma, al contrario, decisamenti schierati politicamente. Nei lavori di Nadia Rais si parla, infatti, di speculazione edilizia e valorizzazione e conservazione del patrimonio dei popoli, della rivoluzione tunisina ai tempi di Ben Ali, dei pensieri che potrebbero nascere nella testa di chi vive in una situazione di integralismo, dell’attuale situazione tunisina e della riscoperta della cultura araba e africana.

Al termine della proiezione dei cortometraggi è stata la volta del film-documentario “En Attendant les Hommes” di Katy Lena Ndiaye dove è emersa la figura delle donne che si organizzano quando i maschi sono costretti all’immigrazione.

La Rassegna “AngoLazioni 3” proseguirà nella serata di oggi, venerdì 10 settembre, presso il Centro di Aggregazione Sociale con un omaggio alla regista sarda Maria Piera Mossa e la proiezione del suo documentario “Una fabbrica inventata su un paese reale, Bitti”. Ad omaggiarla sarà presente la figlia Martina Pilleri. A seguire saranno proiettati cinque lavori alla presenza della professoressa camerunese Marie Nadége Tsogo che avrà il compito di introdurre al pubblico presente i film in programma, realizzati dalle donne del continente africano. Le pellicole in proiezione sono:Lyiza” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda), “Aya go to beach” di Maryam Touzani (Marocco), “Tu seras mon allié” di Rosine Mfetgo Bakam (Camerun), “Soubresauts” di Leyla Bouzid (Tunisia) e “Sur la route du paradis” di Uda Benyamina (Marocco).

 

Sant’Anna Arresi si appresta ad ospitare, da mercoledì 8 a domenica 12 settembre, la terza edizione della Rassegna Cinematografica AngoLazioni, organizzata dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e dall’Amministrazione Comunale di Sant’Anna Arresi, il finanziamento della Fondazione di Sardegna, con la sponsorizzazione di “Cantina Mesa” e il supporto logistico dell’ANSPI di Sant’Anna Arresi.

Il tema scelto per l’edizione 2021 «Visioni di Donne tra Sardegna e Africa» offrirà l’occasione per scoprire la creatività artistica femminile in diversi ambiti come il cinema, la letteratura, la pittura e tanti altri ancora.

La Rassegna propone una ventina di opere cinematografiche tra corti, documentari e fiction che mettono a confronto realizzazioni di donne dell’Algeria, del Camerun, dell’Egitto, del Marocco, della Mauritania, del Ruanda, del Senegal, della Tunisia e della Sardegna, mettendo in risalto le “connessioni” tra un Continente culturalmente molto vivace e un’Isola di antiche culture e tradizioni. La Rassegna darà anche l’occasione per confrontarsi, con registe, scrittrici e musiciste, sarde e africane, che presenteranno le specificità dei loro “mondi artistici”.

Come dichiara l’Assessora alla Cultura del Comune di Sant’Anna Arresi Elisabetta Rossu «La rassegna cinematografica AngoLazioni nasce per leggere la contemporaneità da un luogo piccolo, ma importante, come il paese di Sant’Anna Arresi. Il mondo attraverso gli occhi del cinema, descrive problemi e opportunità. Per l’assessorato alla cultura, la rassegna è un modo per rappresentare il suo impegno nei confronti di temi importanti e significativi e, nel contempo, fare del nostro centro, un luogo di scambio e crescita culturale. In questa edizione del 2021, lo sguardo al mondo femminile è il centro della riflessione e l’angolo da cui il mondo è descritto e rappresentato».

Nel pensare e programmare il Festival il confermato direttore artistico Mohamed Challouf si è concentrato sulle donne che «in Africa come in Sardegna si battono quotidianamente per avere più spazio e partecipare alla vita culturale e produrre opere artistiche con le loro sensibilità, così da contrastare la dominazione del punto di vista maschile che prevale in tutti i campi culturali e non solo».

Dopo le dominazioni coloniali poche erano le donne che avevano accesso alla creatività e alle arti, negli ultimi vent’anni, «assistiamo finalmente – aggiunge Mohamed Challouf – ad un emergere di donne africane nei vari campi artistici. Sono sempre di più le donne che frequentano scuole di cinema e che prendono le cineprese per raccontare storie dei loro paesi con impegno e grande talento. Un esempio per tutte è Kouther Ben Hnia, giovane regista tunisina che dopo aver vinto il premio Orizzonti al festival di Venezia 2020 con il suo film «L’uomo che ha venduto la sua schiena» si è trovata tra i candidati finalisti per l’oscar del miglior film internazionale.

Partendo da queste linee guida “AngoLazioni 3 – Visioni di Donne tra Sardegna e Africa”, dopo il successo fatto registrare dall’anteprima con le esibizioni artistiche dell’Associazione “Identitari”, della Cantautrice Claudia Aru, del Bluesman Matteo Leone e il dibattito con la giornalista Tiziana Ferrario, avrà come principale scopo quello di far viaggiare il pubblico nel mondo artistico creativo femminile tra Africa e Sardegna attraverso proiezioni di film, incontri letterari e interventi musicali molto colorati.

Si inizia mercoledì 8 settembre, alle ore 21.00, presso il Centro di Agregazione Sociale con la presentazione del libro “Stella” di Massimo Dadea che per l’occasione, attraverso la storie delle protagoniste del libro, dialogherà con il pubblico sulle vicende familiari, amicizie, passioni lavorative e l’impegno politico e femminista degli anni ’70. Subito dopo la presentazione del libro sarà la volta di cinque cortometraggi, per la precisione: “La pelote de laine” di Fatma Zohra Zamoun (Algeria), “Into reverse” di Noha Adel (Egitto), “Deweneti” di Dyana Gaye (Senegal), A place for my self” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda ) e “Brotherhood” di Meryem Joobeur (Tunisia). Nella serata di apertura della Rassegna verrà presentato anche il progetto dell’artista sulcitana Carla Cocco Africa Sarda, ovvero uno studio di registrazione/scuola di musica nel cuore del ghetto di Bauleni in Zambia, che funge da strumento per tenere lontano i giovani da droghe, prostituzione, delinquenza e quant’altro, attraverso la musica.

La Rassegna “AngoLazioni 3” proseguirà giovedì 9 settembre quando, sempre alle 21 presso il Centro di Aggregazione Sociale, si inizierà con la presentazione del libro “Le stazioni della luna” della scrittrice Italo-Somala Ubah Cristina Ali Farah. Sarà proprio la scrittrice, presente in sala, ad aiutarci ad entrare nel suo “universo”, conoscere meglio la sua sensibilità e la sua cultura e il suo profilo di “donna creatrice” del continente africano. La serata proseguirà con la proiezione dei cortometraggi di animazione e l’incontro con la loro regista, la Tunisina Nadia Rais. I corti in programma sono: “Ambouba”, “L’Mrayet”, “Sabaa Arwah” e “Briska”. Al termine dell’incontro con la regista si proseguirà con la proiezione del film-documentario “En Attendant les Hommes” di Katy Lena Ndiaye.

Il giorno successivo, venerdì 10 settembre, si proseguirà, sempre a partire dalle 21, presso il Centro di Aggregazione Sociale con un omaggio alla regista sarda Maria Piera Mossa e la proiezione del suo documentario “Una fabbrica inventata su un paese reale, Bitti” . Maria Piera Mossa, la prima donna regista in Sardegna negli anni Settanta, intraprende la sua attività di ricerca collaborando con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria, per affermarsi dal 1976 nel suo ruolo di programmista e regista negli studi della RAI-Sardegna. Ad omaggiarla sarà presente la figlia Martina Pilleri. A seguire saranno proiettati cinque film alla presenza della professoressa camerunese Marie Nadége Tsogo che avrà il compito di introdurre al pubblico presente i film in programma, realizzati dalle donne del continente africano. Le pellicole in proiezione sono:Lyiza” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda), “Aya go to beach” di Maryam Touzani (Marocco), “Tu seras mon allié” di Rosine Mfetgo Bakam (Camerun), “Soubresauts” di Leyla Bouzid (Tunisia) e “Sur la route du paradis” di Uda Benyamina (Marocco).

Per le due giornate conclusive la Rassegna si trasferirà, sempre a Sant’Anna Arresi, nella splendida Piazza del Nuraghe. Sabato 11 settembre alle ore 21 Maria Grazia Perria presenta il suo ultimo lavoro: “Cercando Grazia”. Il film racconta la storia di undici ragazze che hanno partecipato al Casting per realizzare un film sulla scrittrice sarda e Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, facendo emergere sia il ritratto della Deledda da giovane sia scorci della vita delle 11 protagoniste del casting. A seguire saranno presentati due nuovi cortometraggi di registe africane: “Quand ils dorment” di Maryam Touzani (Marocco) e “Zakaria” di Leyla Bouzid (Tunisia 2013)

La serata di chiusura di “AngoLazioni – Visioni di Donne tra Sardegna e Africa”Domenica 12 settembre, inizierà alle 21.00, con le proiezione del film Saint Louis Blues” di Dyana Gaye (Sénégal). A seguire ci sarà un momento simbolico di dialogo musicale, in scena per la prima volta in assoluto, tra donne dall’Africa e dalla Sardegna con la partecipazione di Fadimatou Wallet Oumar (Tuareg del Mali), Nawal Mlanao (Isole Comore), Hanta Gasy (Madagascar), Yagaré Kouyaté (Burkina Faso) e Gisella Vacca e Rosalia Potettu (Sardegna).

Le serate saranno introdotte da un intervento musicale a cura del Gruppo folk San Domenico Savio. Durante la rassegna sarà visitabile, presso il centro di aggregazione sociale, la mostra “Ritratti di Madam Frida” dell’artista Daniela Madeddu. L’ingresso agli spettacoli sarà libero e gratuito nel rispetto delle vigenti normative anti covid.

 

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La coproduzione tedesco-austriaca-rumena “Toni Erdmann” ha vinto l’edizione 2016 del Premio LUX del Parlamento europeo. Il vincitore è stato proclamato mercoledì dal presidente Martin Schulz nel corso di una cerimonia in Plenaria. Nel film si esplora una complessa relazione padre/figlia nella cultura aziendale contemporanea.

Schulz, congratulandosi con i tre finalisti e con il regista vincitore del Premio, Maren Ade, e la sua troupe ha dichiarato: «Trasmetto le mie sentite congratulazioni al team del film vincitore “Toni Erdmann”. Questo film – che è una combinazione di commedia dark e dramma esilarante – descrive il tenero rapporto a volte assurdo tra una giovane donna che vive da espatriata e suo padre. La pellicola descrive intensamente come le relazioni familiari cambino e ci influenzino in una società competitiva e che invecchia. Questo film non fornisce risposte facili ma, tra onde di ilarità, ci incoraggia a cercare ciò che deve essere protetto e amato».+

Intervenendo alla cerimonia di premiazione, il Vice presidente del PE Antonio Tajani (PPE, IT), responsabile per l’organizzazione del Premio LUX, ha detto: «Il meccanismo del Premio LUX è tale da aggredire, simbolicamente e concretamente, la debolezza principale del nostro cinema, cioè la distribuzione. Mentre infatti il mercato del cinema nordamericano è unico, quello europeo è frammentato per via di barriere fisiche e linguistiche.  Il cinema europeo è lo specchio di ciò che l’Europa e le sue istituzioni dovrebbero essere: una sintesi riuscita dei nostri punti di forza, in quanto industria che si fonda su innovazione, creatività e valori».

La presidente della commissione per la cultura e l’istruzione, Silvia Costa (S&D, IT), ha dichiarato: «Grazie al Premio LUX, che ha dato voce e occhi alla storia europea, in dieci anni sono stati promossi cento film nelle sale cinematografiche in tutta Europa. Con il Premio LUX molti registi indipendenti e i loro giovani autori hanno potuto raggiungere un pubblico in altri Paesi, grazie alla sottotitolazione nelle 24 lingue ufficiali dell’UE. Il Premio ha migliorato le diversità e la ricchezza del cinema europeo, i suoi temi, sensibilità e lingue. Continuare a scommettere e investire nella narrazione cinematografica europea è un passo fondamentale nella costruzione della ‘Europa della cultura’ in cui crediamo. Il nostro impegno per il futuro è quello di sostenere il Premio, portando i film finalisti anche al di fuori dell’Europa, cominciando con i Paesi del Mediterraneo».

Gli altri due film finalisti per il premio 2016 sono “À peine j’ouvre les yeux/As I open my eyes” (Francia, Tunisia, Belgio, Emirati Arabi Uniti) di Leyla Bouzid e “Ma vie de courgette/My life as a courgette” (Svizzera, Francia) di Claude Barras. Il vincitore viene deciso ogni anno da una votazione dei deputati europei.

Il Parlamento europeo si assume le spese per la traduzione e la sottotitolazione, nelle 24 lingue ufficiali dell’UE, di ciascuno dei tre film finalisti. Inoltre, il film vincitore sarà adattato per i non vedenti e non udenti e riceverà un sostegno alla promozione internazionale.

I tre film finalisti del Premio LUX sono proiettati nei 28 paesi dell’Unione europea durante l’evento “Lux Film Days” nel periodo che va da settembre a dicembre. L’obiettivo è quello di migliorare la circolazione dei film europei in tutta l’UE, condividere con il maggior numero possibile di cittadini la diversità del cinema europeo e stimolare la discussione sui grandi temi sociali.