22 December, 2024
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Un grande ritorno in presenza per la cultura, con una forte partecipazione di pubblico, a Carbonia, nelle location che dal 12 al 15 maggio hanno ospitato la rassegna Carbonia Film Festival, quattro giorni dedicati al cinema, alla musica, alla fotografia, con un occhio anche alla formazione dei giovani con le masterclass del progetto “Hou to Film the World”.

Un ricco cartellone di eventi rivolti ad una riflessione profonda, sulle vicissitudini socio-politiche dei nostri tempi, favorita non solo dalle proiezioni ma anche dai dibattiti che si sono snodati durante le serate.

Domenica, in occasione della serata conclusiva, è salito sul palco Lodo Guenzi, voce del noto gruppo musicale “Lo Stato Sociale” che, nei due anni di pandemia si è dedicato al mondo del cinema, entrandovi a farne parte, dopo essere stato a lungo “corteggiato”, scoprendo un qualcosa di molto interessante e piacevole, a cui prestare particolare attenzione.

Lodo Guenzi nasce attore e scrittore di opere teatrali, poi nel 2012 fonda il gruppo Lo Stato Sociale che, nel 2018, vive un anno vincente con il brano “Una vita in vacanza”, con il secondo posto a Sanremo, sempre nel 2018 giudice a X Factor, in seguito scrive due libri, conduce nel 2019 il Concerto del Primo Maggio a Roma con Ambra Angiolini e nel 2021 entra a far parte del mondo del cinema.

A Carbonia, tra parole ed aneddoti, dimostra ancora una volta di “non avere peli sulla lingua” e ribadisce le sue idee nella seconda parte della serata, imbraccindo una chitarra e cantando diversi brani, coinvolgendo il pubblico che lo segue in modo caloroso e ritmato.

Divertente e simpatico, ma al tempo stesso profondo, Lodo Guenzi è un artista a tutto tondo, sempre pronto ad intraprendere nuove sfide.

Ma la sfida più grande, la vince questa rassegna, che riporta finalmente tutti al cinema, come da tanto non accadeva più.

Nadia Pische

       

Domenica 15 maggio, per la giornata conclusiva del Carbonia Film Festival, è in programma uno degli appuntamenti più attesi ed intensi di questa edizione. Una profonda riflessione sulla complessità del nostro tempo attraverso il racconto e lo sguardo dei protagonisti del festival: una tavola rotonda con filmmaker in esilio dal titolo “Il racconto del rifugio” (ore 11.00, Biblioteca Centrale). L’appuntamento, organizzato in collaborazione con “International Coalition for Filmmakers at Risk”, vedrà gli interventi di Orwa Nyrabia, produttore e direttore dell’IDFA, e delle registe Shahrbanoo Sadat e Diana El Jeiroudi, che hanno presentato i loro film durante il festival.  

Ed è proprio partendo dalle loro testimonianze che nel corso della tavola rotonda verranno affrontate la crisi afghana e siriana dal punto di vista dei filmmaker fuggiti da questi paesi. Si parlerà quindi di conflitti, del racconto della guerra, della condizione di rifugiati, ma l’incontro sarà anche occasione per riflettere sulla recente crisi ucraina. 

Speciale sarà anche l’incontro con Lodo Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale, che chiuderà il programma di questa edizione con un appuntamento tra parole e canzoni dal titolo “Abbiamo vinto la guerra?” (ore 20.00, Cine-Teatro Centrale). A 10 anni dall’album consacrazione della band Turisti della democrazia e dal concerto de Lo Stato Sociale tenutosi proprio a Carbonia nel maggio 2012, Lodo Guenzi porta al festival uno spettacolo che vuole essere anche una riflessione per raccontare l’Italia sociale, politica e musicale di quest’ultimo decennio. Dai conflitti privati, nazionali e della scena musicale alle nuove crisi globali.  

Ma non poteva mancare, per la giornata conclusiva, anche il consolidato appuntamento dedicato alle produzioni cinematografiche made in Sardegna (ore 17.00, Cine-Teatro Centrale). Sono tre i registi sardi coinvolti. Si parte con Stefania Muresu autrice di Princesa, storia di una giovane nigeriana arrivata in Sardegna e vittima della tratta di esseri umani, presentato in anteprima a Venezia alle Giornate degli Autori. A seguire la presentazione di Tuffi – Piccoli racconti cinematografici sul mare, progetto di valorizzazione della memoria audiovisiva prodotto dal CSC Alghero della Società Umanitaria, da un’idea della direttrice Alessandra Sento per la regia di Marco Antonio Pani: a partire dalle pellicole di cinema privato e di famiglia dell’Archivio della Cineteca Sarda.  

Chiude i lavori Daniele Atzeni che presenterà invece il teaser del film Fontanamare, ancora in fase di lavorazione e di prossima uscita. 

Syrian filmmaker Diana El Jeiroudi poses at a photocall for ‘Republic of Silence ‘ during the 78th annual Venice International Film Festival,in Venice,Italy, 07 September 2021. The movie is presented out competition at the festival running from 01 to 11 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Si accendono i riflettori sulla nuova edizione del Carbonia Film Festival, che dal 12 al 15 maggio animerà il centro del Sulcis per quattro giorni di cinema, musica, spettacolo, musica e fotografia, con un focus sulla formazione dei giovani grazie alle masterclass del progetto How to Film the World.

A inaugurare il festival, giovedì 12 maggio, sarà un incontro dalle tematiche fortemente radicate nell’attualità e di grande intensità emotiva. La serata si aprirà con la proiezione di Mariupolis di Mantas Kvedaravicius (ore 21.00, Cineteatro Centrale), il regista lituano rimasto ucciso lo scorso aprile proprio a Mariupol, dove era impegnato nelle riprese di un nuovo documentario sul conflitto in corso. Mariupolis, uscito nel 2016, racconta l’insorgere delle prime tensioni nell’area geografica oggi al centro del dibattito mondiale.

Ad accompagnare il film, per un incontro il pubblico, sarà la vedova del regista Hanna Bilobrova, determinata a concludere il lavoro cominciato da Mantas a Mariupol.

Ma la giornata si apre all’insegna della fotografia, con la mostra Fioridicarta di Pietro Basoccu il cui taglio del nastro è in programma alle 18 negli spazi della Biblioteca cComunale di viale Arsia. Curata da Salvatore Ligios, l’esposizione riflette per immagini su un doppio binario: da un lato il declino dell’industrializzazione nell’isola attraverso la storia della Cartiera di Arbatax, che per 30 anni ha dato lavoro a oltre 700 persone; dall’altro il caso Barbagia Flores, uno degli episodi di cronaca più controversi della storia recente della Sardegna.

Fioridicarta sono il filo rosso che unisce le due tragedie narrate.

«In questa terra spiega Pietro Basoccunascono e muoiono sogni industriali e con il mio lavoro ho cercato di raccontare due sogni infranti che hanno cambiato il territorio dal punto di vista paesaggistico, antropologico, economico e sociale. Fabbriche nel deserto che hanno sbriciolato vite e lasciato in agonia un’intera comunità.»

Carbonia film festival prosegue poi sino a domenica, con un cartellone fortemente impegnato nel racconto del contemporaneo, e una serie di film in grado di accendere il dibattito sul nostro tempo.

Si parlerà ad esempio dei conflitti in Siria ed in Afghanistan con i lavori di Diana El Jeiroudi e Shahrbanoo Sadat. Temi che verranno poi approfonditi in una tavola rotonda dal titolo Il racconto del rifugio – Tavola rotonda con filmmaker in esilio, in collaborazione con “International Coalition for Filmmakers at Risk” (iniziativa a sostegno dei cineasti in luoghi di guerra promossa da “International Documentary Film Festival Amsterdam”, “International Film Festival Rotterdam” e “European Film Academy”).

E ancora Lodo Guenzi, voce de Lo Stato Sociale recentemente prestato al cinema, che porterà uno speciale spettacolo tra musica e parole; l’illustratrice Sarah Mazzetti, il fotografo Pietro Basoccu, i registi Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, Stefania Muresu, Daniele Atzeni, Marco Antonio Pani.

Il programma completo è consultabile sul sito del festival all’indirizzo www.carboniafilmfest.org

Carbonia Film Festival torna con una nuova collocazione in calendario, dal 12 al 15 maggio, con l’appuntamento How to Film the World. Sarà l’edizione del ritorno alla socialità, in uno dei mesi più miti, per ricostruire un’esperienza che da sempre valorizza il rapporto tra pubblico e ospiti, in un centro come Carbonia a misura di spettatore.

E saranno ancora una volta quattro giorni di cinema, musica, spettacolo e fotografia attraverso proiezioni, incontri e masterclass. CFF How to Film the World si concentra sull’approfondimento, senza sezioni competitive: un festival multidisciplinare in cui il mondo del cinema si incontra con quello delle altre arti visive e della musica.

Il Carbonia Film Festival, organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con la direzione artistica di Francesco Giai Via, anche quest’anno porterà nel cuore del Sulcis numerosi ospiti che presenteranno le loro opere e incontreranno il pubblico.

Per questa edizione, forse più che in altre, emerge la necessità di voler raccontare la contemporaneità con un programma di film in grado di accendere il dibattito sul nostro tempo. Si parlerà quindi, inevitabilmente, del conflitto in Ucraina, di Siria, Afghanistan, affrontando alcune delle pagine più dure e complesse del nostro tempo.

Il festival aprirà con una proiezione omaggio a Mantas Kvedaravicius, regista lituano recentemente ucciso in Ucraina nella città di Mariupol. Ad accompagnare il film Mariupolis sarà vedova del regista Hannah Bilobrova.

Tra gli ospiti di questa edizione, saranno a Carbonia due registe che con i loro film hanno voluto porre l’attenzione su alcuni drammi del nostro tempo come Shahrbanoo Sadatche presenterà il suo The Orphanage, uno sguardo sull’Afghanistan attraverso la storia di un gruppo di bambini cresciuti in un orfanotrofio; e Diana El Jeiroudi, regista di Republic of Silence, documentario sulle tragedie della Siria presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, accompagnata da Orwa Nyrabia, produttore del film e direttore dell’IDFA – International Documentary Filmfestival Amsterdam, il più importante festival di documentari del mondo. Queste due proiezioni saranno accompagnate da una tavola rotonda organizzata in collaborazione con ICFR (International Coalition for Filmmakers at Risk – https://www.icfr.international).

E ancora Lodo Guenzi, voce de Lo Stato Sociale recentemente prestato al cinema tra i protagonisti di Est – Dittatura last minute di Alessandro Pisu, che porterà uno speciale spettacolo tra musica e parole; l’illustratrice Sarah Mazzetti, il fotografo Pietro Basoccu, i registi Matteo BotrugnoDaniele ColucciniStefania MuresuDaniele AtzeniMarco Antonio Pani.

I film

Anche per questa edizione il Carbonia Film Festival ospiterà numerosi film internazionali e nazionali, con anche un focus dedicato agli autori sardi, per un cartellone ricco e variegato di proiezioni e incontri con il pubblico. Il programma del festival inaugurerà giovedì 12 maggio con un film che porta l’attenzione sui drammatici fatti della quotidianità ovvero Mariupolis di Mantas Kvedaravicius. Girato nel 2016 e acclamato in numerosi festival internazionali, Mariupolis è ancora oggi un film tragicamente attuale. Con questa proiezione il Carbonia Film Festival vuole rendere omaggio al regista scomparso a inizio aprile proprio a Mariupol, dove era impegnato a documentare il conflitto in atto. La proiezione sarà introdotta dalla vedova del regista Hannah Bilobrova.

Si parla ancora di conflitti nella serata di venerdì 13 maggio, con lo straordinario racconto di militanza di C’è un soffio di vita soltanto. L’ultimo film di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, presentato all’ultimo Torino Film Festival e distribuito poi in sala da Kimerafilm, è l’emozionante ritratto Lucy, tra le poche sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora in vita, testimone diretta di uno dei momenti più bui della storia. La serata è organizzata in collaborazione con l’associazione ARC di Cagliari e il Festival Sardinia Queer Film Expò – Uno Sguardo Nuovo. Sabato 14 maggio saranno invece presentati Republic of Silence di Diana El Jeiroudi, documentario realizzato dalla regista in 12 anni insieme al partner e direttore dell’IDFA Orwa Nyrabia, che racconta le tragedie del suo paese d’origine, la Siria, e The Orphanage di Shahrbanoo Sadat, opera seconda della regista afgana, che qui affronta la storia recente dell’Afghanistan attraverso lo sguardo di un gruppo di bambini.

Ultime proiezioni in programma domenica 15 maggio che vedranno protagonisti tre registi sardi tra cui Stefania Muresu con Princesa, storia di una giovane nigeriana arrivata in Sardegna vittima della tratta di esseri umani, presentato in anteprima a Venezia alle Giornate degli Autori. La proiezione sarà seguita dalla presentazione di due progetti Made in Sardinia. Tuffi – Piccoli racconti cinematografici sul mare è un progetto di valorizzazione della memoria cinematografica audiovisiva dell’isola che mette al centro il rapporto che le persone intrattengono con il mare, prodotto dal CSC Alghero della Società Umanitaria per la regia di Marco Antonio Pani, a partire dalle pellicole di cinema privato e di famiglia dell’Archivio della Cineteca Sarda. Daniele Atzeni presenterà invece il teaser del film Fontanamare, ancora in fase di lavorazione e di prossima uscita.

Lodo Guenzi de “Lo Stato sociale” con uno spettacolo in esclusiva per il Carbonia Film Festival

Come da tradizione il Carbonia Film Festival proporrà, nella serata di domenica 15 maggio, uno speciale appuntamento in chiusura di festival. Protagonista della serata sarà Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale che, nell’anno del decennale del disco-manifesto della band Turisti della democrazia, porterà sul palco del Teatro Comunale uno spettacolo originale pensato apposta per il Festival dal titolo Abbiamo vinto la guerra?Dieci anni dopo insieme a Lodo Guenzi racconteremo l’Italia sociale, politica e musicale di quest’ultimo decennio. Dai conflitti privati a quelli nazionali e della scena musicale fino alle nuove crisi globali.

Carbonia Cinema Giovani / Carbonia Film Festival Scuole 

Fortemente orientato alla formazione, il progetto How to Film the World di Carbonia Film Festival ha in programma una fitta serie di incontri riservati ai più giovani. Da un lato gli studenti e le studentesse delle scuole del territorio, dall’altro un gruppo di filmaker, operatori e operatrici culturali, di età compresa tra i 19 e i 30 anni selezionati in tutta Italia dal bando Carbonia Cinema Giovani. Protagonisti di masterclass e incontri saranno l’illustratrice Sarah Mazzetti, il direttore del festival Francesco Giai Via, il produttore e direttore dell’IDFA Orwa Nyrabia, i registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini.

In programma inoltre domenica una tavola rotonda dal titolo Il racconto del rifugio – Tavola rotonda con filmmaker in esilio, in collaborazione con “International Coalition for Filmmakers at Risk” (iniziativa a sostegno dei cineasti in luoghi di guerra promossa da “International Documentary Film Festival Amsterdam”, “International Film Festival Rotterdam” e “European Film Academy”) in cui verranno affrontate la crisi siriana e afghana dal punto di vista dei filmmaker fuggiti da questi paesi di conflitto ma che hanno continuato a raccontare la guerra e la propria condizione di rifugiati. L’incontro sarà anche occasione per riflettere sulla recente crisi ucraina.

La Mostra

Come ogni anno il festival apre il sipario all’insegna delle arti visive con l’inaugurazione di una mostra fotografica: giovedì 12 maggio, a partire dalle 18.00, negli spazi della Biblioteca Comunale, sarà la volta di Fioridicarta di Pietro Basoccu, con la curatela di Salvatore Ligios.

L’esposizione è una riflessione sul declino dell’industrializzazione in Sardegna, con l’Ogliastra come metafora delle speranze disattese per intere comunità locali. Gli scatti di Basoccu raccontano la parabola della Cartiera di Arbatax, che per 30 anni ha dato lavoro a oltre 700 persone; e il tragico epilogo dell’azienda florovivaistica Barbagia Flores, concluso con uno dei casi di cronaca più controversi della storia recente dell’isola: l’omicidio nel 2001 della titolare Rossana Fiori. I Fioridicarta sono il filo rosso che unisce le due tragedie narrate.

«In questa terraspiega Basoccunascono e muoiono sogni industriali e con il mio lavoro ho cercato di raccontare due sogni infranti che hanno cambiato il territorio dal punto di vista paesaggistico, antropologico, economico e sociale. Fabbriche nel deserto che hanno sbriciolato vite e lasciato in agonia un’intera comunità.»

Eventi collaterali

Il sabato sera del CFF è storicamente dedicato alla musica, con un djset di fine giornata affidato ogni anno a una diversa regia. Per l’edizione 2022 tocca a Macaco ed Antonio Benoni, che sabato 14 maggio, a partire dalle 23.00 al Nuovo Caffè del Portico in piazza Roma, saranno protagonisti di un DJ set realizzato in collaborazione Here I Stay dal titolo Spingitori di dischi DJ set – per un mondo più funk: un excursus spazio-temporale tra i continenti africano e americano, dalle prime registrazioni di afrobeat negli studi arcaici dei sobborghi di Lagos, al funk crudo e puro made in afro Usa, passando per il funk latino delle metropoli brasiliane degli anni 70.

Da segnalare inoltre anche il ritorno degli Aperitivi sonori, la fascia delle 19.30 sempre dedicata alla musica che precede le proiezioni serali, per un pieno recupero della socialità dopo due anni di restrizioni. Un momento informale d’incontro tra gli ospiti del festival e la città, con la possibilità di uno scambio nei locali del centro, accompagnati quest’anno dalle selezioni musicali di Giannella Delrio e Silvia Cristofalo(venerdì 13 aprile al GSG Concept Store con Jane D & Miss Mary Light DJ set) e di Carol Rollo  (sabato 14 al Jo Lounge Bar con Puta Caso DJ set).

L’immagine del Festival

Anche quest’anno l’illustratrice Sarah Mazzetti ha realizzato il poster del Carbonia Film Festival. Protagonista dell’immagine 2022 è la piazza Roma su cui si affaccia il Cine-Teatro Centrale, cuore nevralgico dell’evento, a sottolineare la centralità del contesto cittadino e urbano nell’idea di promozione e valorizzazione del territorio che il Festival porta avanti.

“Parte dal Festival un lavoro che dura un intero anno”.

Paolo Serra – Direttore del CSC Carbonia della Società Umanitaria.

Puntare per il 2022 ancora su How to Film the World, nella formula di un Festival senza sezioni competitive che mette al centro elementi quali la formazione e l’approfondimento, significa per noi sottrarsi alla natura di per sé temporanea dell’evento per guardare a un orizzonte di più ampio respiro. Pensiamo a un Festival che diventi strumento di promozione e affermazione di tutte quelle azioni che come CSC della Società Umanitaria, e grazie anche alle politiche cineportuali, siamo riusciti a portare avanti nel nostro territorio insieme alla Regione Autonoma della Sardegna. Puntare sulla formazione delle giovani generazioni e far conoscere Carbonia ed il Sulcis valorizzando l’elemento di confronto, scambio, scoperta e conoscenza, nell’ottica di una ridefinizione dei luoghi del  territorio in spazi cinematografici e di fruizione culturale, richiama necessariamente un lavoro che dovrà svolgersi durante tutto l’anno. Per questo anche la collocazione nel mese di maggio può essere vista come il punto di partenza di queste azioni. Insieme a noi importanti istituzioni come la Fondazione Sardegna Film Commission ed il comune di Carbonia che hanno sempre creduto e sostenuto il Festival e cui verrà restituita la promozione del territorio presso gli ospiti che verranno a Carbonia durante il Festival e il coinvolgimento del tessuto cittadino, dalle scuole ai locali del centro, dalle associazioni culturali al pubblico, che sarà come sempre il vero protagonista di questa kermesse. Infine il ruolo della Cineteca Sarda che anche quest’anno co-organizza il Festival, dimostrando la capacità dei Centri di Servizi Culturali di sviluppare un lavoro comune e di rete in tutto il territorio sardo.

“In un anno di transizione affrontiamo l’urgenza della contemporaneità”.  

Francesco Giai Via – Direttore Carbonia Film Festival.

In un anno come questo 2022, ancora interessato dalla pandemia e funestato da una guerra in Europa, è stato centrale per noi elaborare un programma che riflettesse con ancora maggior forza l’idea di un percorso tanto ricco e rigoroso nella proposta cinematografica, quanto direttamente implicato nella contemporaneità, seguendo uno spirito di impegno civile dove la forza di messaggi e testimonianze convive indissolubilmente con l’elaborazione del linguaggio e delle forme espressive. Tutti gli ospiti cinematografici di questa edizione si sono interrogati su come filmare il mondo e la vita, mettendosi in discussione e a rischio in prima persona. È certamente questo il caso di Mantas Kvedaravicius, regista lituano che ha pagato con il prezzo più alto la scelta di continuare a raccontare un luogo a cui era profondamente legato come la città ucraina di Mariupol martoriata dalla guerra. Anche per questo sarà fondamentale ed estremamente significativo il panel sui cineasti in esilio realizzato con la preziosa collaborazione di International Coalition for Filmmakers at Risk. Questo sarà certamente un anno di transizione per il nostro festival, e abbiamo ritenuto dunque irrinunciabile dedicare questo cambiamento ad alcuni interrogativi imprescindibili del nostro tempo.

Hanna Bilobrova, partner of Lithuanian film director Mantas Kvedaravicius who was found dead in Mariupol, Ukraine, speaks during an interview with Reuters in Vilnius, Lithuania April 14, 2022. Picture taken April 14, 2022. REUTERS/Janis Laizans

Syrian filmmaker Diana El Jeiroudi poses at a photocall for ‘Republic of Silence ‘ during the 78th annual Venice International Film Festival,in Venice,Italy, 07 September 2021. The movie is presented out competition at the festival running from 01 to 11 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI