16 November, 2024
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Si chiuderà sabato 19 ottobre 2024 con un convegno, a Sassari, la manifestazione “Trapianto e diabete: una combinazione gestibile”, che da settembre Prometeo AITF ODV sta portando avanti in coprogettazione con il Centro servizi Sardegna – Centro per il volontariato (CSV Sardegna) e in collaborazione con Diabete Zero ODV. Obiettivo della manifestazione, che ha già proposto un precedente convegno e vari eventi sportivi, è informare sulla prevenzione e sulla cura del diabete nei pazienti trapiantati ma anche sensibilizzare sulla donazione degli organi e sulla funzione preventiva e curativa dell’attività motoria e sportiva.
La scelta di trattare un argomento nuovo per la Prometeo deriva dalla significativa incidenza del diabete nella popolazione sarda in generale e in quella dei trapiantati sardi nello specifico. Questi, infatti, sommano ai fattori di rischio genetici quelli specifici della loro condizione, legati soprattutto alle terapie assunte (cortisone e farmaci immunosoppressori), che hanno tra gli effetti collaterali proprio la comparsa di questa patologia. Tuttavia, tra le persone trapiantate non è ancora abbastanza diffusa la consapevolezza che occorra prevenire il diabete e che, quando si è già manifestato, sia possibile e necessario gestirlo adeguatamente per migliorare la propria qualità di vita e scongiurare le complicanze di questa malattia, spesso piuttosto gravi (infarto e altre patologie cardiovascolari, retinopatia diabetica e quindi possibile cecità, cancrena con amputazione del piede…).
Per diffondere tali conoscenze e consapevolezze tra il suo pubblico di riferimento, la Prometeo tornerà, dunque, su questi temi dopo averne parlato a Cagliari a settembre. Il convegno a Sassari si terrà all’Hotel Leonardo Da Vinci, con il supporto dell’agenzia Across Sardinia, e comincerà alle ore 10.00 con un intervento dell’on. Carla Fundoni, medica e presidente della VI Commissione – Salute e politiche sociali del Consiglio regionale. Per quanto riguarda le autorità locali, è stato invitato a portare un saluto il sindaco Giuseppe Mascia. Seguiranno i saluti dei presidenti di Prometeo (Giorgio Pavanetto) e di Diabete Zero (Franco Pili), poi gli interventi, in collegamento telematico, della dott.ssa Lia Bellis del Centro nazionale trapianti (CNT) e del Coordinatore del Centro regionale trapianti (CRT), dott. Lorenzo D’Antonio.
A far addentrare il pubblico negli argomenti centrali sarà il dott. Alberto Manconi, dirigente medico della Diabetologia dell’ASL di Sassari, il quale spiegherà cosa sia il diabete e che ruolo giochino nella sua gestione le nuove tecnologie per la misurazione della glicemia e la somministrazione dell’insulina. Sarà poi la dott.ssa Maria Cristina Morelli, Direttrice della S.C. Medicina interna per il trattamento delle gravi insufficienze d’organo del Policlinico “Sant’Orsola” di Bologna, a illustrare il rapporto tra il diabete e la condizione di trapiantato, soprattutto ma non solo per via dei farmaci che assume.
La dott.ssa Lucina Corgiolu, dietista con lunga esperienza al “San Giovanni di Dio” di Cagliari, spiegherà, invece, come una corretta alimentazione aiuti a prevenire e curare il diabete. Mentre della funzione preventiva e curativa dell’attività motoria e sportiva parlerà il dott. Adolfo Pacifico, diabetologo in pensione con lunga esperienza all’ASL di Sassari.
Modererà gli interventi e le domande del pubblico il dott. Stefano Dedola, chirurgo ed ex responsabile del Follow up del Centro trapianti di fegato e pancreas di Cagliari.
La manifestazione “Trapianto e diabete: una combinazione gestibile” è stata organizzata con il già menzionato supporto del CSV Sardegna, di Diabete Zero e di Across Sardinia, con il patrocinio gratuito di Sardegna ricerche, dei comuni sede dei convegni (Cagliari e Sassari) e di quelli sede degli eventi sportivi (Quartu Sant’Elena e Monserrato). Ha, inoltre, ricevuto sostegno economico dall’Assessorato regionale del Lavoro (tramite il contributo di cui alla L.R. n. 13/1991, art. 72), dal CRT, dalla Fondazione di Sardegna e (non condizionante) dalle aziende Sandoz, Abbott, Saras, GDS e Conad (punti vendita di Sinnai e Quartu Sant’Elena).

E’ stato eseguito venerdì 11 ottobre, nell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, il primo prelievo multiorgano in Sardegna da donatore a cuore fermo controllato. La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del CNT – Istituto Superiore di Sanità – già adottato in diverse Regioni del nostro Paese ed avviato quest’anno anche nella nostra Regione dal Centro regionale trapianti con il supporto dell’assessorato della Sanità della Regione. «Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei trapianti: questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale»

Così l’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, promotore della delibera che ha dato recentemente il via libera all’istituzione del protocollo operativo sul Programma di donazione organi a cuore fermo (DCD).

«La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore. La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’ARNAS Brotzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà». E’ stata la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto ad introdurre per la prima volta in Sardegna il Programma di donazione e prelievo di organi a cuore fermo, con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la direzione generale della Sanità.

La donazione a cuore fermo è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death – DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l’accertamento di morte viene effettuata con criteri neurologici (Donor after Brain Death – DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della c.d. ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

Il lavoro che è stato svolto nel corso della donazione presso l’AOU di Sassari è stato particolarmente impegnativo, in quanto si è trattato di un processo clinico-chirurgico di alta complessità, che ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse presidiate dal coordinamento Locale e tramite la Centrale operativa regionale, dal Centro regionale trapianti.

«Il programma regionale a cuore fermospiega il dott. Lorenzo D’Antonio, coordinatore regionale trapianti – consentirà un sensibile aumento in Sardegna della disponibilità di organi, in particolare fegato e reni, che permetterà di eseguire un numero maggiore di trapianti con conseguente riduzione dei tempi di attesa per i pazienti iscritti in lista affetti da gravissima insufficienza d’organo. Siamo impegnati a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di rendere il nostro sistema regionale di donazione e trapianto sempre più efficiente ed efficace, consapevoli che per ottenere risultati concreti ed importanti sia necessario dotare le nostre strutture dedicate di risorse adeguate indispensabili per poter svolgere un lavoro così complesso ed articolato. La donazione a cuore fermo che ha avuto luogo a Sassari ha concluso Lorenzo D’Antonioè stato il risultato di un bellissimo lavoro di equipe, un esempio di grande impegno e di condivisione, per il quale mi sento di ringraziare in particolare il dott. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, la dott.ssa Paola Murgia ed il dott. Leonardo Bianciardi rispettivamente coordinatrice locale e direttore della Terapia intensiva dell’AOU di Sassari, ma anche tutti i singoli professionisti che hanno partecipato attivamente al processo.»

«Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra aziendaafferma il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano -. Un ringraziamento particolare va al donatore e alla sua famiglia che hanno permesso la realizzazione di questa donazione che salverà la vita ad altri pazienti in lista d’attesa. Sono stati prelevati reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare nel rinnovo della carta d’identità”

Oltre al dott. Leonardo Bianciardi e alla dottoressa Paola Murgia, la direzione generale dell’AOU di Sassari ha esteso i suoi ringraziamenti agli specialisti Ecmo con la dottoressa Stefania Milia medico intensivista, ai cardiochirurghi e perfusionisti guidati da Michele Portoghese, ai cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, agli infermieri di sala operatoria, al team della Clinica urologica diretta dal professor Massimo Madonia, agli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, alla Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, al Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, alla Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, agli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e all’Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu.

 

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«L’attività di donazione e trapianti ha registrato nel 2019 numeri positivi sul nostro territorio, con una considerevole inversione di tendenza rispetto all’anno precedente. Un aspetto che testimonia il grande potenziale di un ambito che in Sardegna esprime eccellenze e grandi professionalità. Come Regione mettiamo in campo ogni possibile strumento per far crescere un settore da cui dipendono la salute e la speranza di vita di tante persone.»

Sono le parole dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, che oggi, nel corso di un incontro a Cagliari, insieme al coordinatore del Centro regionale trapianti, Lorenzo D’Antonio, ha presentato il report sull’attività di donazione e trapianti in Sardegna nel 2019.

«Un ruolo significativo sulla crescita lo hanno avuto le segnalazioni dei soggetti che potrebbero essere idonei alla donazione, a riprova della capacità del nostro sistema di fare rete – spiega Mario Nieddu -. Nell’anno che si è appena concluso le segnalazioni (persone per cui è stata accertata la morte celebrale) 92, il 30% in più rispetto al 2018. Insieme a tutti gli altri indici sono cresciute anche le opposizioni che si attestano attorno al 23,9%, un dato comunque inferiore al 30% della media nazionale, ma che ci spinge a fare delle riflessioni e intervenire. Avvieremo una grande campagna di sensibilizzazione, per informare i cittadini in modo corretto.»

Nel 2019 i trapianti in Sardegna sono stati complessivamente 76 (contro i 64 del 2018): 27 i trapianti di fegato (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 23 del 2018; 46 i trapianti di rene (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 37 del 2018; 3 trapianti di cuore, contro i 2 dell’anno precedente.

Più che triplicati i prelievi di cornea (34).

Gli organi ceduti e trapiantati presso centri extraregionali nell’ambito dei programmi nazionali (pediatrico e iperimmuni) sono stati 64.

Sui tempi necessari a ricevere il trapianto la Sardegna registra attese inferiori rispetto alla media nazionale: 63 giorni per il trapianto di fegato (150 giorni media nazionale), 85,3 per il cuore (contro 360 giorni) e 240 giorni il rene (750 media nazionale).     

Nell’anno che si è appena concluso è inoltre cresciuto l’impegno del Centro Regionale Trapianti nella formazione e nell’informazione sia dei cittadini sia degli operatori sanitari. In particolare sono stati realizzati incontri con gli studenti delle scuole superiori e con le Forze Armate, con finalità di divulgazione della cultura della donazione e incontri di formazione in collaborazione con la facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università di Cagliari, con l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Cagliari e con il personale in servizio all’anagrafe dei Comuni della Sardegna nell’ambito del progetto ‘Una scelta in Comune’.

Sono circa 138.000 i cittadini sardi che hanno dichiarato ai Comuni la propria volontà. Di questi il 79,1% ha espresso il proprio consenso alla donazione (lo stesso dato a livello nazionale è del 70%), mentre le opposizioni si sono attestate al 20,3% (analogo dato a livello nazionale è del 30%).

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Domani, giovedì 30 gennaio, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, presenterà il report annuale sulle attività di donazione e trapianti in Sardegna. All’incontro, in programma a Cagliari, alle 10.30, nella sala conferenze dell’Assessorato dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, in via Roma 223, al quarto piano, parteciperà il coordinatore del Centro regionale trapianti, Lorenzo D’Antonio.

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Sabato 19 ottobre 2019, a Torregrande (OR), si è riunito per la terza volta il Consiglio regionale della Prometeo AITF ODV. Ad aprire i lavori sono stati il presidente dell’associazione Giuseppe Argiolas e il presidente dell’AITF nazionale, di cui la Prometeo è delegazione regionale, Marco Borgogno. Questi ha anche moderato gli interventi insieme al dott. Stefano Dedola, chirurgo ed ex responsabile del Day hospital del Centro trapianti di fegato e pancreas del “G. Brotzu” di Cagliari.

Il primo a intervenire è stato il dott. Alessandro Nanni Costa, che senza nulla togliere agli altri relatori può considerarsi l’ospite d’onore di questa giornata. L’ex direttore del Centro nazionale trapianti (CNT) ha illustrato l’attuale scenario del settore trapianti in un’ottica mondiale: il Medio Oriente avanza e ha raggiunto livelli paragonabili agli Stati Uniti che, a loro volta, non si discostano dai risultati raggiunti in Europa dove, peraltro, l’Italia si pone sopra la media. Tra i vari Paesi e aree del mondo vi sono, tuttavia, notevoli differenze in termini di garanzie offerte ai pazienti, tutela dei loro diritti, fiducia nel sistema sanitario pubblico e, quindi, anche propensione a donare. Nanni Costa ha poi parlato delle innovazioni scientifiche che stanno ampliando le possibilità di cura (robotica, cellule CAR-T,…) e delle strade da percorrere con più decisione, in Italia, per migliorare l’assistenza sia in termini di accesso al trapianto che di cura nel post-intervento: donazione da vivente e a cuore fermo, individuazione dei pazienti che non arrivano all’inserimento in lista, prescrizione “a regime” dell’attività fisica come terapia… Riguardo alle novità regolamentari che potrebbero portare all’applicazione del silenzio-assenso sulla donazione di organi previsto dalla Legge n. 91/1999, si è, invece, mostrato scettico e perplesso: la soluzione migliore per incentivare le donazioni è garantire una scelta libera e consapevole, come dimostra anche l’esperienza degli altri Paesi. Inoltre, per l’ex direttore del CNT, le campagne di sensibilizzazione non dovrebbero essere programmate a livello regionale bensì nazionale, coinvolgendo operatori sanitari, associazioni e comunicatori ed attivando un sistema a cascata che assicuri una coordinata, coerente ed efficace attuazione a livello locale.

Il coordinatore del Centro regionale trapianti (CRT) Lorenzo D’Antonio ha, invece, illustrato quanto già fatto nei suoi primi 8 mesi di mandato, prima per conoscere il territorio (in particolare, criticità e potenzialità delle singole strutture ospedaliere sarde) e poi per potenziare la rete regionale dei trapianti alla luce di quanto appreso. Qualche risultato significativo è già arrivato: le segnalazioni di potenziali donatori (attività che – ha affermato – presenta ancora un’enorme margine di crescita) quest’anno sono state già 79 a fronte delle 51 realizzate nello stesso periodo del 2018 e delle 70 totalizzate alla fine dello stesso anno. Queste segnalazioni non sempre si sono potute tradurre in donazioni, ma in buona parte – e unitamente alla generosità dei donatori e delle loro famiglie – hanno consentito di realizzare in Sardegna 64 trapianti complessivi contro i 40 dello stesso periodo del 2018 (vari organi sono, peraltro, stati trapiantati fuori dall’Isola).

Novità assoluta per quest’uditorio è stato, invece, l’intervento del prof. Vittorio Pelligra, docente di Politica economica dell’Università degli Studi di Cagliari, che ha parlato dell’economia del Dono o, meglio, dell’economia della gratuità, poiché «può esistere gratuità anche senza dono». Vittorio Pelligra ha spiegato come nei secoli sia cambiata la concezione dell’Uomo e di come, davanti all’evidenza che questo sia capace di atti gratuiti, anche l’Economia abbia sentito, ad un certo punto, il bisogno di studiare tali comportamenti, individuare i fattori che li condizionano, capirne l’eventuale logica, e, quindi, anche prevederli, elaborando modelli scientifici. L’economista ha, in particolare, posto l’attenzione sull’architettura delle scelte, ossia sul modo in cui una scelta può essere proposta a un individuo, influenzandone la decisione e spingendolo verso l’opzione che si ritiene preferibile, considerazioni applicabili pure alla donazione degli organi. Anche il dott. Alfonso Maria Di Giovanni, ex responsabile del Servizio delle commissioni e degli studi legislativi del Consiglio regionale, si è interrogato e ha indirettamente interrogato i presenti sulla natura del Dono, sulla possibilità di individuarvi una logica. Lo ha fatto, però, da un’altra prospettiva: mettendo a confronto interpretazioni religiose e laiche ed evidenziando i sorprendenti punti di contatto tra le visioni mistiche e quelle ateistiche. Quanto al dono degli organi, per Di Giovanni si tratta di una fattispecie davvero particolare perché «impegna il dopo di noi» e in tante occasioni impegna anche i familiari: più delle teorie, dunque, in questo campo a suo parere rileva l’esperienza.

In linea con l’obiettivo statutario di offrire assistenza ai trapiantati, la Prometeo ha invitato a questo incontro di formazione e discussione anche due funzionarie del patronato INCA CGIL di Cagliari, Giulia Zedda ed Angelica Piras, che hanno spiegato con quali strutture e servizi l’INCA assiste le persone disabili e gli invalidi civili, i loro familiari, gli amministratori di sostegno e le altre figure che si occupano di queste problematiche: sportelli dedicati, consulenze medico-legali, uffici per la gestione delle pratiche… Le due relatrici hanno poi illustrato le agevolazioni riconosciute per legge in base alle percentuali di invalidità o alla gravità dell’handicap. In materia di assistenza sanitaria, è, invece, intervenuto il dott. Alessandro Fasciolo, Consigliere di Federfarma Cagliari, che ha parlato delle criticità, in Sardegna, del sistema della distribuzione per conto (DPC), ossia di quel sistema che consente ai pazienti di acquistare determinati farmaci forniti gratuitamente dal Sistema sanitario pubblico nelle farmacie private più vicine, senza doversi recare nelle farmacie ospedaliere o delle ASSL. Il dott. Alessandro Fasciolo ha rimarcato le cicliche carenze nella fornitura di questi medicinali e alcune incongruenze per cui alcuni di essi sono forniti in DPC solo in determinate pezzature. Problemi che, tuttavia, ritiene superabili proseguendo la proficua collaborazione tra farmacisti, Federfarma, associazioni di pazienti e Regione.

A chiudere gli interventi è stato il presidente dell’AITF nazionale Marco Borgogno, che ha evidenziato la necessità di fare, anche in questo settore, scelte che guardino agli scenari futuri, compreso il progressivo invecchiamento della popolazione. Ha poi segnalato la necessità di governare meglio, con una costante ed efficace attività di sensibilizzazione, l’attività di registrazione delle dichiarazioni di volontà presso le Anagrafi comunali. Utili sarebbero, inoltre, a suo parere altre misure quali la previsione di figure sanitarie appositamente dedicate a gestire il dialogo con i familiari dei potenziali donatori e l’introduzione nelle scuole, da parte del Ministero, di ore di formazione ad hoc sulla donazione di organi, in quanto ciò che già spontaneamente fanno in questa direzione le associazioni di settore non può bastare.

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Sabato 19 ottobre 2019, alle ore 10.00, è convocata la terza riunione del Consiglio regionale della Prometeo AITF ODV che, anche quest’anno, si svolgerà presso la Casa per ferie “Stella Maris” a Torregrande (OR).

Il Consiglio regionale è un organismo con funzioni consultive che la Prometeo ha creato con l’obiettivo di rendere più efficace e capillare la sua attività, sia in termini di assistenza ai trapiantati che di sensibilizzazione sulla donazione degli organi. Le sue riunioni prevedono, in particolare, una sessione formativa e una più prettamente operativa, con l’elaborazione di proposte di lavoro.

Numerosi i relatori che interverranno nella sessione formativa della riunione del 19 ottobre:

– il dott. Alessandro Nanni Costa, ex direttore del Centro nazionale trapianti (CNT), che racconterà i vent’anni di storia del CNT e descriverà anche il quadro europeo della donazione e dei trapianti;

– il dott. Lorenzo D’Antonio, Coordinatore del Centro regionale trapianti (CRT), che illustrerà ruolo e finalità della struttura da lui diretta;

– il prof. Vittorio Pelligra, docente di politica economica dell’Università degli Studi di Cagliari, che parlerà dell’economia del Dono;

– il dott. Alfonso Maria Di Giovanni, ex responsabile del  Servizio delle commissioni e degli studi legislativi del Consiglio regionale, che si soffermerà sul significato religioso e laico del Dono;

– il dott. Alessandro Fasciolo, consigliere di Federfarma Cagliari, che illustrerà le novità relative ai farmaci immunosoppressori;

– il dott. Carmelo Farci, segretario della Camera del lavoro CGIL di Cagliari, che spiegherà il ruolo dei patronati sindacali nella tutela dei diritti degli invalidi civili;

– il presidente dell’AITF nazionale Marco Borgogno, che illustrerà il ruolo svolto in tutta Italia dall’associazione di cui la Prometeo è delegazione regionale nel promuovere il volontariato, sensibilizzare sulla donazione e tutelare i trapiantati.

Farà, inoltre, da moderatore il dott. Stefano Dedola, chirurgo ed ex responsabile del Day hospital del Centro trapianti di fegato e pancreas del “G. Brotzu” di Cagliari.

I lavori si interromperanno per il pranzo e riprenderanno al pomeriggio con la formazione di gruppi di lavoro al fine di elaborare proposte operative.

«Al Santissima Annunziata di Sassari due prelievi multiorgano, polmoni-cuore-reni e fegato-reni, hanno donato nuova speranza di vita a pazienti in lista d’attesa per un trapianto in Sardegna e nella penisola.» I prelievi sono stati realizzati nei giorni scorsi da pazienti poco più che cinquantenni, dopo un’attenta attività di segnalazione e osservazione effettuata da un team multidisciplinare di professionisti, un anestesista, un neurologo e un medico della direzione sanitaria del presidio ospedaliero sassarese. A dare la notizia delle donazioni è stato il direttore del dipartimento dell’Emergenza urgenza dell’Aou di Sassari, Pier Paolo Terragni che ieri, in apertura dell’evento formativo dal titolo Percorso che conduce dalla donazione al trapianto” che si è svolto nell’Istituto di Igiene, ha sottolineato come «Sassari sia ai primi posti in Sardegna per le donazioni». Concetto ribadito anche dal direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio D’Urso, che nel ringraziare gli operatori per l’importante attività di sensibilizzazione, ha ricordato che una efficiente rete delle donazioni è in grado di migliorare la qualità dell’assistenza. Il corso, aperto a medici, biologi, psicologi, direzione sanitaria, infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici neurofisiopatologi, è stato organizzato dal dipartimento dell’Emergenza urgenza in collaborazione con la struttura di Formazione. L’incontro aveva come obiettivo quello di consentire ai partecipanti di familiarizzare con il processo di donazione e prelievo di organi, così da acquisire le competenze e le abilità necessarie a svolgere le attività nel campo della donazione, del prelievo e dei trapianti di organi. A ricordare uno dei pionieri dei trapianti all’ospedale di Sassari scomparso di recente, Nicola D’Ovidio, è stato Bruno Contu, responsabile della direzione medica del presidio ospedaliero. «Sassari ha fatto passi da gigante nelle donazioni – ha detto. Oggi grazie al coordinamento locale, al supporto della struttura di Psicologia ospedaliera, dei nostri rianimatori e all’impegno di tutti i reparti è possibile fare un ulteriore posso in avanti, verso una donazione diffusa». Sono stati quindi i rappresentanti del Centro regionale trapianti, Francesca Zorcolo e il nuovo coordinatore Lorenzo D’Antonio, a spiegare l’organizzazione e le funzioni del centri regionale trapianti e del Centro nazionale quindi il reperimento e l’identificazione del potenziale donatore di organi. In evidenza il ruolo del coordinatore locale dei trapianti, a Sassari svolto dalla dottoressa Paola Murgia, quindi il concetto che il centro trapianti deve avere caratteristiche che vanno al di là della realtà locale, in un’ottica di rete nazionale. Il corso quindi ha messo l’accento sui requisiti e i procedimenti nella diagnosi di morte encefalica, sulla valutazione del potenziale donatore, sul ruolo dell’infermiere nel processo della donazione, sull’allocazione degli organi, sulle linee guida nazionali per l’accertamento dell’espressione di volontà da parte del donatore. All’evento formativo hanno partecipato, inoltre, esperti dell’Aou di Sassari, con un focus su linguaggio ed emozioni tra operatori e familiari del donatore, quindi esperti del Brotzu e delle Molinette di Torino che hanno portato le loro esperienze in tema di coordinamento dei prelievi e degli aspetti organizzativi in sala operatoria durante prelievi multiorgani.

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«Fanno selezioni, scelgono un professionista che a parer loro è il migliore in assoluto e ancora non gli consentono di guidare il Centro trapianti. La verità è che il caso di Lorenzo D’Antonio, scelto come coordinatore del Centro ma che dopo quattro mesi ancora non può agire, è l’emblema di come questa Giunta regionale intenda la sanità: un vischiosissimo sistema burocratico, dove si tardano a prendere decisioni e quando lo si fa spesso è troppo tardi». Lo scrive in una nota Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«La verità – aggiunge Cossa – è che questa questione del Centro trapianti è stata gestita malissimo. Intanto però le ASL continuano, in articulo mortis, a conferire incarichi di ogni tipo: un’autentica vergogna che il saccheggio continui a spese dei contribuenti. Col placet della Giunta regionale. Dalle questioni più semplici a quelle più complesse, tutto è gestito ad usum delphini e pure male. Come la riforma della Asl unica. Ma i sardi, i pazienti, i medici, infermieri, tecnici, operatori della sanità non hanno bisogno di improvvisazione e dilettanti..

Ospedale Brotzu Cagliari 4

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato oggi il neo coordinatore regionale del Centro regionale Trapianti, Lorenzo D’Antonio. Fiorentino, 54 anni, responsabile del Centro Regionale Allocazione Organi e Tessuti dell’Aou di Careggi.
«Lorenzo D’Antonio – ha premesso l’assessore – è stato scelto per il modello che rappresenta, quello toscano, che ha ottenuto importanti risultati a livello nazionale. Questo non significa sconfessare il lavoro dei professionisti sardi e ringrazio tutti coloro che finora hanno lavorato per il Centro trapianti fino ad oggi, a iniziare dal professor Carlo Carcassi, che ha lasciato per sua scelta. Abbiamo bisogno di un cambio di rotta – ha proseguito Arru – perché sono cresciute in maniera preoccupante le opposizioni alle donazioni. La Toscana è un modello di riferimento per il reclutamento, che ha condizionato la nostra scelta. D’Antonio è un professionista di prestigio, che si è messo a disposizione e, siamo certi, lavorerà al meglio collaborando con i nostri professionisti.»
Alla conferenza stampa, con Arru e D’Antonio hanno preso la parola Carlo Carcassi, ex coordinatore, Francesca Zorcolo, coordinatrice pro tempore, Pino Argiolas, dell’associazione Prometeo, che hanno espresso apprezzamento per la scelta di D’Antonio.
Nei primi mesi del 2016 sono stati eseguiti 30 trapianti, in ripresa rispetto ai dati dello scorso anno. Le opposizioni alla donazione, nel 2015, hanno superato il 30% dei casi.

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L’on. Edoardo Tocco (FI) solleva dubbi sulla nomina del nuovo coordinatore del Centro Trapianti di Cagliari. Un’investitura che desta sorprese la nomina arrivata nei scorsi giorni attraverso un decreto dell’assessore alla sanità, che ha visto prevalere Lorenzo D’Antonio. Una figura che arriva dalla Toscana – azienda ospedaliera di Careggi – dando spazio alle perplessità. «Non mettiamo in discussione la professionalità del nuovo responsabile – evidenzia Tocco – ma la necessità di scegliere un esperto proveniente dalla Penisola. Oltre il compenso che sarà percepito dal coordinatore, ci chiediamo – conclude Tocco – se in Sardegna non fosse possibile trovare una figura esperta nel settore, senza dispendio di risorse (già ridotte all’osso) e con la valorizzazione dei medici sardi».