22 December, 2024
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Niente da fare per il Cagliari, al San Paolo, contro la lanciatissima formazione allenata da Maurizio Sarri che, con i tre punti, ha scavalcato la Roma al secondo posto in classifica, in attesa della trasferta odierna della Roma a San Siro contro il Milan. I rossoblu erano arrivati a Napoli con l’ambizione di riscattare il pesantissimo 0 a 5 del girone d’andata e cercare di non perdere, ma non hanno avuto neppure il tempo di illudersi, perché il piccolo bomber belga Dries Mertens ha impiegato solo 2 minuti per sbloccare il risultato e incanalare la partita verso un’agevole vittoria della sua squadra.

Il Napoli oggi gioca il miglior calcio della serie A e lo ha confermato anche ieri, realizzando tre reti e andando vicinissima ad altre segnature, soprattutto nel primo tempo, con un calcio spettacolare. Il raddoppio è arrivato al 49’, ancora per merito di Dries Mertens, autore di un tiro angolatissimo dal limite dell’area, quasi un colpo da biliardo. Dopo una traversa di Albiol, al 67’ il Napoli ha arrotondato ancora il risultato, con Lorenzo Insigne, ben servito dal solito Dries Mertens. Il Cagliari ha realizzato il goal che ha fissato il risultato finale sul 3 a 1, appena oltre il 90′, su azione sviluppatasi con un lancio di Joao Pedro per lo scatto di Farias, bel  dribbling su Hysaj e tiro imparabile per Reina.

«Non mi aspettavo certo di prendere un gol dopo un minuto – ha commentato Massimo Rastelli -. In quel momento bisogna essere bravi a non cambiare quello che si era preparato in settimana. Sapevamo di affrontare una squadra forte, che gioca un grande calcio e dovevamo limitare le loro qualità. Quando tenti di allungarti per recuperare il risultato, concedi spazio e la velocità degli attaccanti del Napoli può farti male. Così finisci per restare in una sorta di limbo.»

«Eravamo intimiditi, non riuscivamo ad uscire – ha aggiunto il tecnico rossoblu -. Piano piano siamo migliorati, abbiamo guadagnato campo e proposto qualche situazione interessante; naturalmente il Napoli ha avuto altre occasioni per arrotondare il punteggio. Poi abbiamo incassato il 2-0 ad inizio ripresa e a quel punto è diventato tutto difficilissimo, contro una squadra che in questo momento non ti permette di ragionare, ti viene a pressare alta, gioca ad una velocità impressionante e trova sempre le contromisure ad ogni situazione tattica. Non dimentichiamo che il Napoli ha costretto a fare questo tipo di partita squadre del calibro di Juventus e Real Madrid. Il gol di Farias ha alleggerito la sconfitta. La squadra ha dato tutto, so che non è facile trovare motivazioni quando hai una tranquilla posizione di classifica. Invece i ragazzi hanno corso tanto, ho fatto loro i complimenti. Da domani inizieremo a pensare all’Empoli – ha concluso Massimo Rastelli – vogliamo vincere per conquistare altri tre punti e consolidare la nostra classifica.»

 

 

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Archiviato domenica scorsa con la vittoria sul Pescara il capitolo relativo alla salvezza matematica, il Cagliari affronta oggi una trasferta difficilissima come quella del San Paolo di Napoli, con lo spirito giusto e la ferma intenzione di ben figurare al cospetto della lanciatissima formazione di Maurizio Sarri, anche per riscattare il pesantissimo ko casalingo per 0 a 5 subito nella gara del girone d’andata al Sant’Elia, disputata l’11 dicembre 2016.

E’ difficile dire quali sono le maggiori insidie nella formazione napoletana. Massimo Rastelli dovrà studiare adeguate contromisure per frenare gli slanci dei tre piccoli terribili dell’attacco campano, Dries Mertens, José Maria Callejòn e Lorenzo Insigne, ma i pericoli arriveranno anche dalla zona centrale del campo, dove opereranno Allan e Jorginho, desiderosi di ben figurare dopo una stagione che li ha visti spesso come alternative ai titolari, e ancora dal grandissimo talento di Marek Hamsik. E’ quasi superfluo sottolineare che per riuscire a ritornare a casa con un risultato positivo, il Cagliari dovrà disputare la “partita perfetta“.

Massimo Rastelli fa grande affidamento sui suoi gioielli d’attacco, da Marco Sau a Diego Farias e Joao Pedro (autore del goal decisivo, su rigore, domenica scorsa contro il Pescara), per finire a Marco Borriello, che ormai punta dichiaratamente al record personale di reti in serie A, raggiunto con la maglia del Genoa, a quota 18. A quattro giornate dalla fine del campionato, il centravanti di origini campane è a quota 16.

Napoli – Cagliari verrà diretta da Piero Giacomelli di Trieste, assistenti di linea Marzaloni e Alassio, quarto uomo Schenone, arbitri d’area Massa e Manganiello,

Piero Giacomelli, 39 anni, è alla settima stagione nella Can di A e B. L’esordio in serie A risale al 3 aprile 2011, in Genoa-Cagliari 0-1. Vanta 83 presenze in serie A e 39 in serie B.

 

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Tante stelle sportive in campo per sostenere la Gigi Ghirotti Onlus, associazione presieduta dal prof. Franco Henriquet che assiste malati terminali e di SLA in Hospice e a domicilio. Su CharityStars fino a giovedì 30 marzo sono all’asta cimeli di grandissimo valore e prestigio. In campo sono scesi nell’ambito del progetto Stelle nello Sport campioni di livello mondiale. Per scoprire i cimeli e partecipare all’asta l’indirizzo web è il seguente www.charitystars.com/vip/stelle-nello-sport .

Gianluigi Buffon da Torino ha inviato la maglia numero uno della Juventus originale ed autografata, a sfidarlo a colpi di solidarietà prima di affrontarlo in campo è il napoletano Lorenzo Insigne che mette all’asta la 24 del Napoli. Non ha voluto mancare l’appuntamento il gioiellino della Fiorentina Federico Bernaderschi in campo con la numero 10 viola. Anche il calcio ligure si schiera per la Gigi Ghirotti con il derby tra Gentiletti e Viviano, con le loro maglie numero 3 e 2 di Genoa e Sampdoria, e con la sfida tra i bomber di Spezia ed Entella Nenè e Caputo.

Nella settimana più calda dell’asta benefica di Stelle Nello Sport c’è anche la nuotatrice Federica Pellegrini che partecipa con il suo costume di allenamento Jaked autografato. Restando in acqua non potevano mancare il Settebello e le sincronette con le maglie autografate da Valentino Gallo e da tutte le azzurre del nuoto sincronizzato, due preziosi cimeli in arrivo direttamente dalle Olimpiadi di Rio 2016. Fino a giovedì prossimo sarà possibile aggiudicarsi altri cimeli azzurri: la maglia della Nazionale di Basket, la tuta originale dell’Italia della Ginnastica firmata da Davide Donati e Michela Castoldi e i guantoni autografati del pluridecorato pugile Roberto Cammarelle. Un salto nel passato, infine, con la maglia Kappa Cus Torino di pallavolo firmata da Piero Rebaudengo.

Il Cagliari, dopo undici anni, retrocede in serie B. Il goal realizzato dal talento italo-argentino Vasquez al 9′ del primo tempo, ha ufficializzato un destino segnato ormai da tempo, in una stagione iniziata male e finita peggio. Con l’addio di Massimo Cellino, la scorsa estate, era finito un ciclo societario durato 20 anni; a distanza di dieci mesi, finisce anche un ciclo tecnico che per diversi anni ha regalato alla Sardegna più gioie che sofferenze sportive, ma da qualche tempo lanciava segnali di sofferenza che non sono stati raccolti per tempo ed hanno finito per segnare in maniera irrimediabile la stagione.

L’addio di Massimo Cellino, un anno fa, probabilmente, non era stato analizzato fino in fondo. Sulla decisione dell’attuale presidente del Leeds hanno influito sicuramente le lunghe traversie burocratiche e giudiziarie che hanno caratterizzato le vicende legate al progetto di costruzione del nuovo stadio, ma non vanno trascurate le motivazioni economiche e, conseguentemente, tecniche.

Oggi fare calcio in Italia è molto difficile. Per una squadra di medio-piccola dimensione qual è il Cagliari, una sana gestione può garantire una lunga permanenza in serie A con bilanci sani e persino utili per chi lo dirige (Massimo Cellino ha più volte ammesso di aver avuto anche utili personali nelle stagioni migliori del lunghissimo ciclo alla guida della società rossoblù, attraverso un contenimento del monte ingaggi e oculate operazioni di mercato), ma quando certi equilibri saltano (a Cagliari è accaduto soprattutto con le operazioni legate al nuovo stadio, tra Sant’Elia, Elmas e Quartu Sant’Elena), i conti non tornano più e condizionano inevitabilmente i risultati in campo.

Nel calcio finiscono i cicli societari e anche quelli tecnici. Il Cagliari ha dovuto spesso “sacrificare” i suoi “pezzi migliori”, quasi sempre costruiti in casa, e lo ha fatto anche alla vigilia di questo campionato di serie A. Le sirene arrivate da più parti per Radja Nainggolan e Davide Astori, respinte per alcuni anni, alla fine sono state accolte ed entrambi sono stati ceduti alla Roma. A metà stagione, anche Victor Ibarbo ha raggiunto la Capitale.

Il problema del Cagliari non è mai stato quello di cedere i migliori, quanto quello di rimpiazzarli con qualche giocatore di esperienza e giovani talenti da valorizzare. Per anni questa formula ha funzionato bene, talvolta benissimo. Quest’anno, sotto la nuova gestione di Tommaso Giulini, erede di Massimo Cellino, questo non è successo. I tanti nuovi acquisti arrivati la scorsa estate si sono rivelati inadeguati a coprire, almeno in parte, il “gap” negativo creato dalle partenze e quelli seguiti al cambio tecnico tra Zdenek Zeman e Gianfranco Zola, non hanno fatto il miracolo, nonostante le concorrenti, Atalanta in testa, abbiano atteso a lungo un’impennata del Cagliari, prima di innestare la marcia giusta (nel caso dei bergamaschi, sotto l’esperta guida dell’ex tecnico rossoblù Eddy Reja) verso la salvezza.

La retrocessione del Cagliari in serie B ha anche altre ragioni tecniche. Le prime riguardano il lento ma ormai evidente calo di rendimento di due “senatori” che hanno dato tanto al Cagliari, Daniele Conti (36 anni, da 16 stagioni a Cagliari) e Andrea Cossu (35 anni, nove stagioni a Cagliari, le ultime otto consecutive), e negli ultimi mesi sono stati impiegati poco. I loro sostituti, purtroppo, in alcuni casi per ragioni anagrafiche e quindi di esperienza, in altre per limiti tecnici, non si sono rivelati all’altezza, almeno nell’immediato, e il rendimento della squadra e i risultati ne hanno risentito.

Altre ragioni riguardano le scelte dei tecnici, tre, per quattro gestioni. Tommaso Giulini, al suo arrivo a Cagliari, ha accarezzato il sogno di ricreare il sogno “Zemanlandia”, con l’ex tecnico della Roma che tre anni fa si rese protagonista di una stagione straordinaria alla guida del Pescara, trascinato in serie A contro ogni pronostico con un calcio spettacolare e redditizio, e lanciò nel calcio italiano ed internazionale tre grandi talenti in erba: Marco Verratti (oggi al Paris Saint Germain, laureatosi ieri campione di Francia al fianco di Zlatan Ibrahimovic ed Edinson Cavani, inseguito dai più grandi club al mondo, Bayern Monaco e Real Madrid in testa), Ciro Immobile (oggi al Borussia Dortmund) e Lorenzo Insigne (oggi al Napoli), tutti e tre nel giro della Nazionale. Il sogno è durato alcune settimane, con alcune gemme (4 a 1 sull’Inter di Walter Mazzarri a San Siro, 4 a 0 all’Empoli di Maurizio Sarri in Toscana e 3 a 3 a Napoli con la squadra di Rafael Benitez) e tante, troppe delusioni. La classifica precaria, determinata probabilmente dalle scelte e dal sistema di gioco del tecnico boemo ma anche e, soprattutto, dalla modestia tecnica dell’organico, e la paura della retrocessione, hanno spinto la società a tentare il cambio, chiamando un ex tanto amato dalla piazza qual è Gianfranco Zola, ma già dalla prima uscita a Palermo (umiliante 0 a 5) si capì che il miracolo sarebbe stato difficilmente realizzabile e, sulla spinta della piazza che non aveva ancora dimenticato il “sogno Zeman”, Tommaso Giulini ha cambiato nuovamente, richiamando il boemo. Ma ben presto anche Zdenek Zeman s’è arreso, lasciando questa volta lui l’incarico ed il terzo tecnico stagionale, Gianluca Festa, quando ormai era tutto compromesso, ha accettato di guidare il “suo” Cagliari nelle ultime giornate, con il proposito di chiudere dignitosamente questa stagione “disgraziata”. Il Cagliari, grazie al lavoro serio e competente del 46enne tecnico di Monserrato, effettivamente, lascia la serie A con due giornate di anticipo ma a testa alta ed ora la società è chiamata a ricostruire tutto per tornare presto in serie A con un nuovo progetto.

Difficilmente il nuovo Cagliari ripartirà da Gianluca Festa che, comunque, con questa breve esperienza probabilmente ha posto le basi per una sua carriera da tecnico e forse un giorno ritroverà la panchina del “suo” Cagliari. Oggi, per ripartire, il Cagliari ha bisogno di una guida esperta, un tecnico che conosce la serie B come le sue tasche e, al tempo stesso, sa lavorare con i giovani. I tecnici che rispondono a queste caratteristiche sulla piazza non sono tanti ed uno di questi, forse il nuovo “sogno numero 1” di Tommaso Giulini, si chiama Giampiero Ventura, 67 anni, una carriera quasi quarantennale alle spalle, oggi al Torino, già a Cagliari dal 1997 al 1999 e dal 2002 al 2004. Dopo quattro promozioni (la prima alla guida del Lecce, con il 3° posto al termine della stagione 1996/97, seguita ad una promozione dalla serie C1; due alla guida del Cagliari, la prima raggiunta con il terzo posto al termine della stagione 1997/98, seguita da un 12° posto in serie A e la seconda con il secondo posto al termine della stagione 2003/2004, dopo l’8° posto della stagione precedente; la quarta alla guida del Torino con il 2° posto al termine della stagione 2011/2012), il tecnico genovese potrebbe essere tentato di concludere la carriera con una nuova promozione, la terza, in una città che lo ha tanto amato e che lui ha amato quasi quanto la sua Genova.

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Zdenek Zeman 3

Ora è ufficiale: Zdenek Zeman torna alla guida del Cagliari. L’annuncio della società pochi minuti fa, con un breve comunicato.

«Il Cagliari Calcio comunica che la guida tecnica della squadra rossoblu è stata affidata a Zdenek Zeman e al suo staff composto da Vincenzo Cangelosi, Giacomo Modica e Roberto Ferola.

A Zeman e al suo gruppo di lavoro i migliori auspici per il raggiungimento degli obbiettivi che Società e tifosi si aspettano.»

Il tecnico boemo dovrebbe arrivare a Cagliari già stasera e domani guiderà il primo allenamento.

Il nuovo ko subito sabato nell’anticipo del Marassi di Genova con la Sampdoria, dunque, è stato fatale a Gianfranco Zola che ha concluso con l’esonero, ufficializzato pochi minuti dopo le 13.00 dalla società rossoblù, con una breve comunicato ufficiale, la sua esperienza alla guida del Cagliari, durata dieci giornate.

«Il Cagliari Calcio comunica di avere esonerato Gianfranco Zola e il suo staff dalla guida tecnica della prima squadra.

Una decisione presa a malincuore nei confronti di un grande uomo che ha scritto pagine indimenticabili della storia del Cagliari, dando lustro e prestigio internazionale alla terra sarda.

A lui e ai suoi collaboratori vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto in questi mesi con dedizione, professionalità e passione, e il più sentito in bocca al lupo per il prosieguo della carriera.»

Il bilancio del Cagliari di Gianfranco Zola è di 8 punti in 10 giornate, frutto di due vittorie, due pareggi e sei sconfitte.

Zdenek Zeman trova a Cagliari una squadra con un organico molto diverso, sicuramente più completo e competitivo, rispetto a quello lasciato il 23 dicembre, cinque giorni dopo la sconfitta interna con la Juventus. Dopo l’arrivo di Zola, infatti, la società ha migliorato l’organico, con giocatori che probabilmente avrebbero fatto comodo a Zeman fin dall’inizio. Un esempio su tutti: Zeljko Brkic, un ottimo portiere che anche se non esiste prova contraria, probabilmente avrebbe assicurato alla gestione Zeman qualche risultato diverso e una classifica meno precaria di quella odierna (e forse non ci sarebbe stato il primo avvicendamento in panchina).

Gli altri acquisti del mercato invernale sono i difensori Modibo Diakité e Alejandro Damian Gonzalez, il centrocampista Josef Husbauer e gli attaccanti Paul Josè Mpoku e Duje Cop.

Non si può certamente affermare che il ritorno di Zdenek Zeman garantirà al Cagliari la salvezza, ma se c’è un tecnico che in 12 giornate, quante ne mancano alla conclusione del campionato, può avere delle chances di salvare la squadra rossoblù dalla retrocessione, questo è certamente il boemo. Ed anche in prospettiva, nella malaugurata ipotesi di una retrocessione, con Zeman si potrebbe costruire una rapida risalita, sulla falsariga di quanto è accaduto al Pescara tre stagioni fa (la squadra abruzzese tornò sorprendentemente in serie A, lanciando tre giovani talenti finiti insieme in Nazionale ai Mondiali brasiliani: Marco Verratti, oggi al Paris Saint Germain, campione di Francia; Ciro Immobile, oggi al Borussia Dortmund, impegnata in Champions League nell’ottavo di finale contro la Juventus; Lorenzo Insigne, oggi al Napoli, terzo in classifica in serie A).

Zdenek Zeman ritrova un Cagliari terz’ultimo in classifica con 20 punti, alla pari con il Cesena, formazione in grande recupero, capace di rimontare quattro punti ai rossoblù nelle ultime due giornate. La quota salvezza è lontana quattro punti ed è occupata dall’Atalanta, ieri bloccata a sorpresa sullo 0 a 0 dal derelitto Parma. Due punti più sù c’è il Chievo, altra formazione sicuramente alla portata del Cagliari.

L’esordio di Zdenek Zeman è in programma sabato sera, allo stadio Sant’Elia, contro l’Empoli, formazione oggi in grande salute ma all’andata strapazzata dalla squadra di Zeman a domicilio, con quattro goal realizzati nel primo tempo. E’ stata quella una delle tre grandi prestazioni della squadra di Zeman, unitamente all’impresa di San Siro sull’Inter, travolta per 4 a 1, e al pirotecnico pareggio di Napoli (3 a 3).

Il nuovo ko subito sabato nell’anticipo del Marassi di Genova con la Sampdoria, dovrebbe essere stato fatale a Gianfranco Zola che quasi certamente ha concluso la sua esperienza alla guida del Cagliari, durata dieci giornate. Nelle prossime ore, la società rossoblù potrebbe ufficializzare la nuova rivoluzione tecnica, con il ritorno di Zdenek Zeman. Già dalla scorsa settimana, dopo la sconfitta interna con il Verona, i tifosi hanno chiesto a larghissima maggioranza il ritorno del tecnico boemo, ma la società ha preferito dare ancora fiducia al tecnico di Oliena, sperando in una reazione d’orgoglio del gruppo. A Genova, purtroppo, anche per le numerose assenze, la squadra non ha dato i segnali sperati e la situazione è precipitata. Sono così circolati tanti nomi per la successione in panchina, ma la scelta attesa dalla tifoseria, anche perché la più logica sotto ogni punto di vista, anche tecnico, è sempre quella del ritorno di Zdenek Zeman.

La squadra oggi ha un organico diverso rispetto a quello lasciato da Zeman, sicuramente più completo e competitivo. Dopo l’arrivo di Zola, la società ha migliorato l’organico, con giocatori che probabilmente avrebbero fatto comodo a Zeman fin dall’inizio. Un esempio su tutti: oggi con Zeljko Brkic il Cagliari ha un ottimo portiere e anche se non esiste prova contraria, probabilmente con lui tra i pali, sotto la gestione Zeman qualche risultato sarebbe stato diverso e la classifica meno precaria di quanto lo sia oggi (e forse non ci sarebbe stato il primo avvicendamento in panchina).

Non si può certamente affermare che il ritorno di Zdenek Zeman garantirà al Cagliari la salvezza, ma se c’è un tecnico che in 12 giornate, quante ne mancano alla conclusione del campionato, può avere delle chances di salvare la squadra rossoblù dalla retrocessione, questo è certamente il boemo. Ed anche in prospettiva, nella malaugurata ipotesi di una retrocessione, con Zeman si potrebbe costruire una rapida risalita, sulla falsariga di quanto è accaduto al Pescara tre stagioni fa (la squadra abruzzese tornò sorprendentemente in serie A, lanciando tre giovani talenti finiti insieme in Nazionale ai Mondiali brasiliani: Marco Verratti, oggi al Paris Saint Germain, campione di Francia; Ciro Immobile, oggi al Borussia Dortmund, impegnata in Champions League nell’ottavo di finale contro la Juventus; Lorenzo Insigne, oggi al Napoli, terzo in classifica in serie A).

Sarà sufficiente attendere qualche ora per conoscere le decisioni del presidente Tommaso Giulini.

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L’avventura di Zdenek Zeman in Sardegna sembra già al tramonto, il tecnico boemo è a un passo dall’esonero. Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, sta valutando in queste ore la situazione, insieme ai suoi più stretti collaboratori, e le voci che rimbalzano dai media nazionali danno ormai per certa una decisione drastica con l’avvicendamento in panchina. La svolta è maturata all’improvviso, dopo che la società rossoblù aveva rinnovato la fiducia al tecnico il giorno dopo la nuova pesante (e prevedibile) sconfitta interna con la capolista Juventus dell’ex Massimiliano Allegri.

Il Cagliari oggi è terz’ultimo in classifica, a tre punti dalla quota salvezza, occupata dall’Atalanta, davanti solo al Cesena e al Parma di un altro ex, Roberto Donadoni (anche il Cesena ad inizio stagione era guidato da un ex rossoblù, Pierpaolo Bisoli, già esonerato). Ciò che pesa maggiormente sulla classifica e sulle valutazioni della società sull’operato del tecnico, è la mancanza di vittorie interne. Le uniche due vittorie di questo primo scorci0 di stagione sono maturate in trasferta e con risultati e prestazioni esaltanti, prima a Milano con l’Inter di Walter Mazzarri, travolta per 4 a 1, poi sul campo dell’Empoli, travolto con un altro poker di goal realizzati nel primo tempo. A Milano ed Empoli il Cagliari di Zeman ha dato spettacolo, tanto da riportare d’attualità la cosiddetta Zemanlandia, ma purtroppo non ha saputo poi confermarsi, subendo cocenti sconfitte anche con squadre che sulla carta dovrebbero essere alla sua portata, vedi il Chievo.

Se la società, come in questo momento appare assai probabile, deciderà per l’esonero, si tratterà dell’ennesimo fallimento di un tecnico che ha fatto spesso sognare le tifoserie con il suo calcio offensivo ma altrettanto spesso ha depresso gli ambienti in cui ha operato, per un’infinità di rovesci determinati soprattutto dall’inadeguatezza del sistema difensivo. Il calcio zemaniano, purtroppo, annovera pochi successi (i più brillanti il ciclo di Foggia e, più recentemente, la straripante promozione di Pescara, dove alla sua corte sono sbocciati i talenti di Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti, finiti in Nazionale, tutti e tre ai recenti Mondiali, ed oggi rispettivamente al Napoli, al Borussia Dortmund e al Paris Saint Germain) e molti fallimenti, a conferma della sua inadeguatezza al calcio italiano, fatto di risultati assai più che di bel calcio.

Ancora poche ore o forse anche solo minuti, e si conoscerà il destino di Zdenek Zeman a Cagliari. La sensazione è che, in ogni caso, che il divorzio maturi oggi o venga congelato, l’avventura di Zdenek Zeman in Sardegna, sia già finita!

Giampaolo Cirronis