22 December, 2024
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Tanti appuntamenti in scaletta, domani (domenica 29) a Cagliari, per la quarta e ultima giornata del festival “Forma e Poesia nel Jazz”, quest’anno alla sua edizione numero ventidue
Annullato per motivi tecnico-organizzativi, il viaggio musicale del trenino verde Take the “A” Train, con partenza prevista da Mandas alle 9.00, le attività si concentrano a Cagliari, negli spazi dell’EXMA – il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove il festival fa base quest’anno. Si comincia con il primo dei tre laboratori di espressività sul suonosegno dedicati alle bambine e ai bambini dai 3 ai 6 anni, ideati e condotti dalla musicista e musicoterapeuta Francesca Romana Motzo e Evelise Obinu, esperta in processi laboratoriali e formazione; tutti esauriti gli incontri in programma alle 9.30 e alle 11.15, resta ancora qualche posto disponibile per quello delle 16.00, che si può prenotare telefonando al 388 38 99 755.
Alle 11.00, il musicista e collezionista Attilio Berni – presente con una mostra di sassofoni anche in questa edizione del festival – presenta “SaxAppeal”, una conferenza-spettacolo sulle metamorfosi del sassofono come stereotipo musicale dell’erotismo.
“Quando la musica crea inclusione” è invece il titolo dell’appuntamento in programma nel pomeriggio alle 16.30: alcuni dei musicisti ospiti del festival incontreranno i ragazzi e le ragazze dell’associazione ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna, da sempre in prima linea in Sardegna e nel resto d’Italia per la promozione del diritto alla vita indipendente, all’inclusione, alla libertà di scelta e autodeterminazione delle persone con disabilità e le loro famiglie.
Con l’ultima giornata del festival si chiude, alle 18.00, anche il ciclo di conferenze del musicista e musicologo Enrico Merlin dedicate a un anno particolarmente importante per la storia del jazz: il 1959. 
Poi, alle 20, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono sul palco del festival per l’ultima serie di concerti. Protagonista del primo set l’Horn Trio di Federica Michisanti, formazione che vede accanto alla giovane contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz), il trombettista Francesco Lento e Marco Colonna al clarinetto basso. Una formazione che, senza batteria e pianoforte, mette in evidenza l’aspetto melodico e timbrico: l’utilizzo delle “voci” di due strumenti a fiato, più quella del contrabbasso, offre alla composizione musicale l’opportunità di procedere in maniera contrappuntistica, in uno scambio continuo di parti.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di “Forma e Poesia nel Jazz” vede in scena il quartetto composto dal sassofonista Max Ionata, il pianista cagliaritano Luca Mannutza, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade, sono le prerogative che legano tra loro i quattro musicisti, a garanzia di una performance basata su composizioni originali e standard rivisitati che si annuncia di grande impatto emotivo.

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Fine settembre, a Cagliari, all’insegna del jazz di qualità: da domani (giovedì 26) a domenica (29 settembre) tiene banco nel capoluogo sardo il festival “Forma e Poesia nel Jazz”, organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero ventidue. In cartellone nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, com’è consuetudine di questa manifestazione: ecco, dunque, alla testa delle rispettive formazioni, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello e Sade Mangiaracina; e poi il trombonista Gianluca Petrellad e il vibrafonista Pasquale Mirra in duo, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, il quartetto di Luca Mannutza, Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli.
Quest’anno il festival fa base negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, con due concerti in programma per ciascuna delle quattro serate; e, oltre alla musica dal vivo, diverse iniziative collaterali, incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni, con qualche puntata anche altrove. Uno schema valido già dalla giornata inaugurale di domani, giovedì 26 settembre, che si apre a mezzogiorno con la musica di Matteo Costa (contrabbasso) e Marco Pittau (tromba) a bordo della Metropolitana leggera della linea Gottardo-Repubblica: un appuntamento proposto grazie alla collaborazione dell’ARST.
Le attività all’EXMA prendono invece il via alle 18.00 con la prima delle quattro conferenze sulla storia del jazz tenute, anche per questa edizione, dal musicista e musicologo Enrico Merlin, che stavolta analizzerà il sessantennio dal 1959 ai giorni nostri, mentre alle 1900 è il momento degli show case e aperitivi musicali proposti in collaborazione con Radio X, media partner del festival e di casa nel centro di via San Lucifero. Protagonista domani (giovedì) il bluesman Vittorio Pitzalis. L’ingresso a questa prima parte della serata è gratuito.
Poi, alle 20.00, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono per il primo dei concerti in cartellone, protagonista il trio di Julian Oliver Mazzariello, con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria. Dopo tante collaborazioni e esperienze con artisti che vanno dall’High Five Quintet al gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli, da Lucio Dalla e Alex Britti a Stefano di Battista e Enrico Rava, da Fabrizio Bosso a Maria Pia De Vito, il pianista italo-inglese lo scorso autunno ha firmato il primo album a suo nome, emblematicamente intitolato “Dèbut”, mettendo in luce groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Per Julian Oliver Mazzariello doppio impegno in questa serata inaugurale: il pubblico del festival lo ritroverà infatti seduto al suo strumento anche nel secondo set, in programma alle 21.30, insieme proprio al contrabbassista Enzo Pietropaoli per accompagnare Maria Pia De Vito nel suo progetto “Around Joni”, un omaggio della cantante napoletana alla grande Joni Mitchell. Una nuova rilettura, dopo quella consegnata già nel 2005 alle tracce dell’album “So Right”, che attinge a pagine più estese dell’infinita produzione della cantante e autrice americana, andando a toccare l’anima folk degli inizi, dai tempi di Woodstock, ma esplorando anche l’influenza che il jazz ha avuto sulle procedure compositive della Mitchell.
Chiusura di serata con dj-set a cura di Radio X.
Al femminile anche l’incipit della seconda serata – venerdì 27, alle 20.00 -: protagonista Sade Mangiaracina in trio con Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Classe 1986, talento fra i più interessanti del jazz nazionale, la pianista siciliana ha registrato un anno fa per l’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu l’album “Le mie donne”: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Da un talento emergente a uno dei jazzisti italiani più affermati a livello internazionale: venerdì alle 21.30 sale sul palco dell’EXMA Stefano Di Battista (sax alto e soprano) alla testa del suo quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria. Cinquant’anni compiuti lo scorso febbraio, nel corso di una carriera cominciata presto sotto l’influenza di Massimo Urbani, e decollata a metà anni Novanta da Parigi, suonando con musicisti del calibro di Michel Petrucciani, Aldo Romano, Elvin Jones, Jacky Terrasson, l’ONJ, il sassofonista romano può vantare un bagaglio di esperienze davvero ragguardevole, con una discografia che conta – tra gli altri – cinque album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Trombone, elettronica, vibrafono e percussioni.
 Due strumenti acustici dal timbro chiaramente diverso e le rispettive incursioni nell’elettronica: Gianluca Petrella, uno dei più talentuosi trombonisti al mondo, e Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano e internazionale, aprono la terza serata del festival, sabato 28 (sempre alle 20). Un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica, alimentato dalla voglia e la curiosità di entrambi i musicisti di esplorare con leggerezza 
territori musicali diversi.
Progetto nato lo scorso anno, The Italian Trio – al centro dei riflettori nel secondo set di sabato sera – riunisce sotto la sua insegna tre fra i massimi interpreti dei rispettivi strumenti della scena jazzistica italiana: il pianista Dado Moroni, uno dei jazzisti italiani più stimati negli USA; Rosario Bonaccorso, contrabbassista dalla solida conoscenza della tradizione, lo stile molto comunicativo e l’originale spirito di improvvisazione; e Roberto Gatto, batterista in prima linea nel jazz italiano degli ultimi quattro decenni come sideman prestigioso e alla testa di propri progetti. Un super trio, insomma: nessun leader, solo musica di alto livello dove ogni musicista porta in dote il proprio talento e le proprie idee.
Un altro trio, quello di Federica Michisanti, apre alle 20 la serata conclusiva del festival, domenica 29. Si chiama Horn Trio la formazione che vede accanto alla contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz) Francesco Lento (tromba e flicorno) e Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e che un anno fa, a ottobre, ha debuttato su disco con “Silent Rides – a suite for double bass and horns“. Le composizioni, tutte a firma della leader, vengono presentate sotto forma di “suite”, ovvero senza interruzione, raccordate da improvvisazioni libere o sulla struttura delle composizioni stesse.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di Forma e Poesia nel Jazz vede in scena un quartetto composto dal pianista cagliaritano Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade sono la caratteristica che lega tra loro questi musicisti e garantisce una performance di grande impatto emotivo.
Vari eventi collaterali ai concerti arricchiscono e impreziosiscono le quattro giornate di Forma e Poesia nel Jazz all’EXMA. Oltre al musicista e musicologo Enrico Merlin con le sue conferenze sulla storia del jazz, da venerdì 27 ritorna al festival anche il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni e la sua conferenza-spettacolo in cui racconta genesi e fortuna di uno degli strumenti principali del jazz.

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Anteprima, domani (mercoledì 25) a Cagliari, di Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, che da giovedì 26 a domenica 29 settembre celebra nel capoluogo sardo la sua ventiduesima edizione. In programma una parata musicale per le strade cittadine della Seuin Street Band, una marching band nata di recente dal seno della Banda Musicale “Gioacchino Rossini” di Seui; partenza alle 18.00 da via Roma, di fronte alla Darsena, con arrivo finale – dopo aver attraversato il largo Carlo Felice, via Manno, via Garibaldi e via Sonnino – all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove il festival pianterà le tende per tutto il resto della settimana. Prevista anche una “pedalata jazz” di un gruppo di cicloamatori aderenti alla FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, sempre con arrivo all’EXMA: un’iniziativa di promozione della mobilità sostenibile nella Città Metropolitana di Cagliari.
Da giovedì (26 settembre), Forma e Poesia nel Jazz entra nel vivo della sue edizione numero ventidue. In arrivo, nell’arco delle quattro serate, nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, come è nella tradizione di questo festival: il duo del trombonista Gianluca Petrella e del vibrafonista Pasquale Mirra, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello, Sade Mangiaracina e Luca Mannutza in quartetto con Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli. E, oltre ai concerti (due per ciascuna serata), diversi momenti collaterali: incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni ed altro ancora.

 

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Il chitarrista Carlo Ditta in trio con Luca e Sebastian Mannutza, il sassofonista Gavino Murgia alla testa del Blast Quartet, il gruppo Pirk Explosion con il trombettista Flavio Boltro in un omaggio elettrico a Miles Davis. Questi i protagonisti dei set in programma domani (venerdì 29) a Cagliari per la seconda serata di Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero venti, in corso fino a domenica (primo ottobre) negli spazi ritrovati dell’ex Manifattura Tabacchi (biglietti a 18 euro).

Si comincia alle 19.00 con il trio formato dal chitarrista Carlo Ditta ed altri due musicisti cagliaritani: Luca Mannutza, pianista e organista tra i più apprezzati nel panorama del jazz italiano, e suo fratello Sebastian, batterista dalla grande musicalità. Nato a Firenze (nel 1971) ma trasferitosi presto a Cagliari, Carlo Ditta ha iniziato lo studio della chitarra da bambino, a otto anni, appassionandosi al blues, poi e al soul e infine al jazz. Determinante sarà l’incontro proprio con Luca Mannutza, con il quale approfondirà l’armonia e la tecnica della musica afroamericana. Nel 2012 esce il suo disco di esordio, “Talkin’ about Mr Green”, nel quale rende omaggio a uno dei chitarristi che più ha influenzato il suo stile, Grant Green, appunto; disco che riscuote il favore del pubblico e della critica ricevendo lusinghiere recensioni nelle riviste specializzate.

Il secondo set (ore 20) vede di scena un altro musicista sardo, il nuorese Gavino Murgia, sassofonista di fama internazionale, alla testa del Blast Quartet; una formazione di forte impatto, composta da musicisti di notevole esperienza, ognuno con una personalità ben precisa, alle prese con composizioni in gran parte originali dello stesso Murgia più qualche pezzo di Charles Mingus: il trombonista Mauro Ottolini, il contrabbassista Aldo Vigorito e il batterista Pietro Iodice. Un classico quartetto “pianoless”, acustico, la stessa formazione che ad aprile ha registrato il materiale per un disco di prossima uscita.

Altre sonorità e atmosfere nel concerto delle 21.30 con il “Miles Davis Electric Tribute” proposto dai Pork Explosion, band jazz fusion capitanata dal chitarrista cagliaritano Marcello Contu, con Peter De Girolamo alle tastiere, Frank Marino al basso e Daniele Russo alla batteria, che rinnova il suo incontro con un trombettista del calibro di Flavio Boltro, altro esponente di spicco del jazz “Made in Italy”, per ripercorrere la grande rivoluzione elettrica davisiana.  

A precedere il trittico di concerti, alle 18.00, il secondo dei quattro incontri con cui il musicista e musicologo Enrico Merlin accompagna ogni pomeriggio il suo uditorio, con competenza e verve, nei meandri della storia del jazz. Aneddoti, racconti, testimonianze di prima mano, ascolti guidati, riflessioni e provocazioni in quattro percorsi diversi proposti da varie prospettive: quella di due artisti icona del genere, un americano, Miles Davis, e un europeo, Michel Petrucciani, e attraverso l’evoluzione di due strumenti cardine: la tromba e il sassofono.

Gavino Murgia ( foto © Roberto Cifarelli )

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Trasferta a Orosei per la rassegna di concerti dei ventinovesimi Seminari Jazz, in pieno svolgimento a Nuoro, che domani sera (domenica 27) fa tappa nel paese sulla costa orientale sarda trovando anche quest’anno ospitalità nella consueta cornice dei cortili di Casa Cabras, grazie alla collaborazione dell’omonima associazione. Protagonista dell’appuntamento il quartetto Roundella della cantante Francesca Corrias (docente ai seminari nuoresi), del chitarrista Mauro Laconi, del contrabbassista Filippo Mundula e del batterista Gianrico Manca, una delle formazioni di punta del jazz in Sardegna, per l’occasione allargata alla preziosa partecipazione di un altro musicista sardo (ma da tempo trapiantato oltre Tirreno): il cagliaritano Luca M annutza, uno dei pianisti più apprezzati della scena jazzistica italiana, protagonista di numerosi progetti con artisti come Fabrizio Bosso, Max Ionata, Mario Biondi ed il gruppo High Five. Si comincia alle 21.00, con biglietto d’ingresso intero a dieci euro, ridotto a otto.

 

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Mercoledì 30 marzo, alle 22.00, al Jazzino Jazz Club di Cagliari, è in programma un incontro straordinario tra uno dei migliori altosassofonisti della scena europea, Paolo Recchia apprezzato per la sensibilità la forza e la chiarezza espressiva del suo suono e uno dei migliori pianisti di oggi, Luca Mannutza. Entrambi cresciuti come leader nei loro rispettivi ensemble, propongono alcuni tra i più famosi standard della tradizione jazzistica e brani di propria composizione in un dialogo creativo fatto di poliritmie e metriche dispari che danno alla band un sound nuovo, personale e allo stesso esplosivo. La formazione si completa con due apprezzati e talentuosi musicisti cagliaritani: Nicola Muresu al contrabbasso e Gianrico Manca alla batteria.

Il giorno dopo il concerto, giovedì 31 marzo dalle ore 15.00 alle 18.00, sempre al Jazzino Jazz Club di Cagliari, Paolo Recchia e Luca Mannutza terranno una masterclass di jazz, durante la quale esploreranno svariati argomenti tra cui l’importanza dello studio del suono, della ricerca del “proprio” suono, della pratica dell’improvvisazione, del ruolo del solista e quello della sezione ritmica e della loro interazione (il cosiddetto interplay); infine spazio allo studio e all’approfondimento di alcuni standard della tradizione jazzistica americana.

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Miglior Nuovo Talento per il 2014 al referendum della rivista Musica Jazz, Elisabetta Antonini è la protagonista del concerto in programma questa sera a Nuoro per la rassegna che accompagna le undici giornate del 27° Seminario Jazz in corso sino a domenica nel capoluogo barbaricino.

La cantante romana, che dal 2005 al 2013 è stata docente proprio dell’iniziativa didattica organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro presenta il progetto “The Beat Goes On”, il suo omaggio alla Beat Generation già consegnato con successo alle tracce dell’omonimo c pubblicato lo scorso autunno. Un concept album pensato sulle voci e le parole di poeti e scrittori beat come Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs e Gregory Corso; per ognuno di loro, la Antonini, autrice della maggior parte dei brani e della selezione dei testi, ha ricreato un mondo sonoro ad hoc, spaziando dal bebop al funk, dai colori della West Coast all’improvvisazione pura dell’avanguardia degli anni Sessanta, con inserti di registrazioni d’epoca delle voci degli stessi autori.

Come sul disco, così anche oggi sul palco dell’Auditorium dell’ISRE a partire dalle 21.00 (biglietto intero a dodici euro, ridotto a dieci), Elisabetta Antonini sarà affiancata da una formazione che riunisce alcuni nomi di primo piano della scena jazzistica italiana: Francesco Bearzatti al sax tenore e al clarinetto, il pianista cagliaritano Luca Mannutza, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Marcello Di Leonardo alla batteria.

Cantante e band leader, arrangiatrice e compositrice, Elisabetta Antonini ha studiato vocalità jazz e approfondito lo stile e il linguaggio jazzistico negli Stati Uniti e in Italia con figure di caratura internazionale. Prima artista italiana a firmare con la prestigiosa etichetta inglese Candid, ha all’attivo un’intensa attività concertistica che l’ha portata a collaborare con nomi come Paul McCandless, Kenny Wheeler, Paolo Damiani, Vassilis Tsabropoulos, Javier Girotto, Paolo Fresu. Attenta alla composizione e all’arrangiamento, ha messo a frutto la sua creatività in progetti raffinati e originali, come “The Beat Goes On”, appunto, ma anche nell’esplorazione di un jazz dal sapore cameristico con il trio Un Minuto Dopo, che divide con Alessandro Gwis, Gabriele Coen e il grande oboista degli Oregon Paul McCandless; oppure, ancora, nel duo Nuance con l’arpista cagliaritana Marcella Carboni, dove mette in luce alcune perle del jazz contemporaneo ridisegnandone i contorni, creando paesaggi sonori rarefatti, rilassati e profondamente delicati. La sua profonda conoscenza della tradizione jazzistica trova invece spazio in progetti come Urban Scraps, Women Next Door e In a New York Minute, in cui la song americana e i jazz tunes hard bop vengono riproposti nei colori accesi e nelle trame raffinate di arrangiamenti classici dal sound rotondo ed elegante.

Elisabetta Antonini (foto Paolo Soriani) m Elisabetta Antonini (foto Paolo Soriani) 2

Carlo Ditta (m)Alessandro Atzori Gianrico Manca

Il quartetto del chitarrista Carlo Ditta chiude domani al Lazzaretto di Cagliari la 18ª rassegna “Forma e Poesia nel Jazz”. Alle 20.00 recupera il concerto rinviato lo scorso 17 maggio per maltempo. Ad affiancare il chitarrista (nato a Firenze nel 1971, ma presto trapiantato a Cagliari) saranno Mariano Tedde al pianoforte e al piano Rhodes, Alessandro Atzori al contrabbasso e Gianrico Manca alla batteria. Ingresso a cinque euro con consumazione.

Dopo il fortunato disco di esordio, in cui rendeva omaggio al grande Grant Green, uno dei chitarristi che più ha ispirato il suo stile, Carlo Ditta presenta un progetto di musiche originali nel quale confluiscono tutte le più importanti influenze del suo percorso musicale. Black American Music sapientemente suonata da quattro musicisti d’eccezione che collaborano da più di vent’anni, per un concerto che si annuncia ricco di energia e interplay.

Carlo Ditta ha iniziato lo studio della chitarra a soli otto anni, appassionandosi dapprima al blues e al soul, poi al jazz. Affinato lo studio della musica afroamericana con il pianista Luca Mannutza e della chitarra con Peter Bernstein e attraverso varie masterclass, nel 2002 ha iniziato l’attività concertistica che lo porterà a suonare con musicisti come Max Ionata, Daniele Tittarelli, Nicola Angelucci, Nicola Muresu, Max D’Avola, Barend Middelhoff, Francesco Lento, Matteo Raggi, Stefano D’Anna, Massimo Carboni, Alberto Gurrisi, Marco Loddo, Piero Di Rienzo, Vittorio Sicbaldi e lo stesso Luca Mannutza. Nel 2012 esce per la Widesound Records il suo primo album, “Talkin’ about Mr Green”, che riscuote il favore del pubblico e della critica ricevendo lusinghiere recensioni nelle riviste specializzate.

Claudio MoscaMatteo SabattiniCGJ Collective (2) Luca Mannutza Gregory Hutchinson  

Chiusura di settimana densa di impegni per la diciottesima rassegna Forma e Poesia nel Jazz, in pieno svolgimento a Cagliari (ha preso il via l’8 di questo mese e andrà avanti fino al 6 del prossimo) per l’organizzazione dell’omonima cooperativa. Quattro serate consecutive in altrettanti spazi cittadini caratterizzano la penultima tranche del cartellone. La prima è in programma domani sera (giovedì 28) al “Jazzino”: di scena il CGJ Collective, formazione nuorese frutto di un progetto nato nel 2013 per impulso del festival Cala Gonone Jazz e dell’associazione culturale Intermezzo con la collaborazione del pianista e compositore Antonio Ciacca e con l’idea di creare nel tempo un repertorio col contributo di tutti i suoi componenti. Nove i musicisti sul palco del jazz club in via Carloforte a partire dalle 21.45: Elias Lapia, Mauro Usai e Marco Di Cesare ai sassofoni, Emanuele Dau alla tromba, Fabio Coronas al trombone, Gianpaolo Selloni al pianoforte, Giuseppe Chironi alla chitarra, Pierluigi Manca al contrabbasso e Luca Deriu alla batteria. In scaletta composizioni originali e arrangiamenti di Antonio Ciacca di brani hard bop, alcuni blues e un arrangiamento di “Yardbird Suite” di Gianpaolo Selloni.

L’input iniziale del CGJ Collective è stato l’idea dell’associazione Intermezzo di inserire, nell’ambito del ventiseiesimo festival Cala Gonone Jazz, un workshop dedicato alla musica per big band tenuto da Antonio Ciacca e Andy Farber, e suggellato con un concerto nel luglio del 2013. All’indomani di quell’esperienza, l’Intermezzo ha accettato con entusiasmo la proposta di costituire un’orchestra stabile, composta per la maggior parte, se non esclusivamente, da musicisti nuoresi, fornendo loro supporto logistico e la possibilità di inaugurare il progetto all’interno del diciannovesimo festival Internazionale ANIMANERA. Lo scorso novembre si è svolta una nuova collaborazione con Antonio Ciacca, che ha diretto il CGJ collective, formazione di nove elementi, in due concerti che si sono tenuti a Nuoro come anteprima della rassegna ANIMANERA edizione 2014.

Venerdì (29 maggio), alle 21.15, sarà invece il Teatro delle Saline a far da cornice al concerto dell’Insanity Quintet (biglietti a 12,50 euro in prevendita Box Office di Cagliari; tel. 070657428), un collettivo di recente formazione caratterizzato da una forte componente ritmica e un sound di concezione moderna. Nelle sue file, musicisti di grande esperienza: gli ideatori, il pianista Luca Mannutza e il sassofonista Matteo Sabattini, Enrico Bracco alla chitarra e Luca Fattorini al contrabbasso, più uno special guest del calibro del batterista americano Greg Hutchinson (che nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.30, sarà anche impegnato in una masterclass al “Jazzino”.

Nuova tappa al Lazzaretto, sabato sera (30 maggio; ingresso a cinque euro con consumazione), dove stavolta a tener banco sono i Signor Palomar con il repertorio, riarrangiato per l’occasione, del nuovo disco, “OsareSognare” (in uscita a settembre e anticipato proprio in questi giorni dal video, tutto in animazione, del primo estratto). Insieme a Cristiano Sanna Martini (testi, melodie, batteria e percussioni), dalla cui idea è nata cinque anni fa, la band cagliaritana sarà sul terrazzo del centro d’arte e cultura nel quartiere Sant’Elia a partire dalle ore 20.00 con Alice Marras alla voce, Gianluca Piras al basso e le chitarre di Michele Sanna e Alessandro Deiana.

Altri suoni e atmosfere per chiudere il weekend di Forma e Poesia nel Jazz, domenica 31 alle 18.00, al Jazz’Art in via Lamarmora: protagonista il duo formato da Angelica Perra (flauto) e Claudio Mosca (pianoforte) con “EveryWhere Flute & Piano”, progetto battezzato alla fine del 2013 con l’obbiettivo di compiere un viaggio ideale attraverso pagine di musica di compositori influenti dell’Ottocento e Novecento, come Claude Debussy, Nino Rota, Astor Piazzolla, Erik Satie, Bela Bartok, George Enescu, Gabriel Fauré, Scott Joplin.