22 November, 2024
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Sono 3.093 le imprese artigiane della Sardegna che nel 2013 hanno cancellato la propria posizione dagli Albi delle Camere di Commercio. Di queste, solo 1.800 hanno trovato la forza di reagire mentre le altre 1.293 che non hanno riaperto, purtroppo, vanno ad accumularsi a tutte quelle che dal 2007 sono state “espulse” dai circuiti produttivi sardi.

Nella classifica nazionale, la Sardegna chiude all’ultimo posto con un tasso di mortalità imprenditoriale del -3,22% contro una media italiana del -1,39% e un tasso del 2012 del -2,54%.

Sono questi i dati che emergono dal rapporto Movimprese di UnionCamere, sulla “Natalità e mortalità delle Imprese nel 2013″.

«E’ una situazione devastata e devastante – afferma Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – peggiore anche del 2012 che, almeno qui nell’Isola, non pare vedere la fineLe imprese artigiane ormai sono carne da macello per una pubblica amministrazione insolvente, per una burocrazia devastante, per le tasse tentacolari e per una politica impalpabile e insensibile. Questi numeri, rappresentano il fallimento di un “sistema Sardegna” che negli anni è peggiorato e non ha dato scampo a migliaia di attività produttive e a decine di migliaia di persone che vi lavorano.»

Nella classifica di Movimprese, le province sarde occupano le posizioni di retrovia con Oristano al 100esimo posto su 105 posizioni e Nuoro al 102 posto. In generale Nuoro perde 291 imprese, ovvero il 3,97% del proprio tessuto artigiano , Sassari cede 425 imprese, -3,00%, a Cagliari ne scompaiono 447, il -2,95% mentre Oristano il saldo si attesta sul -130 imprese, il – 3,75%.

«Se questo è il segnale che arriva dal 2013 – riprende Murgianu – per il 2014 non ci aspettiamo nulla di nuovo. Anche perché non c’è impresa che non abbia visto intaccata la propria solidità: questo non da ora, dai decenni passati. Alcuni indicatori parlano di una “ripresina” ovvero di una crescita dello 0,01% ma questo, ovviamente, non potrà bastare a vedere un ennesimo segno “meno” nelle statistiche future

«La politica, sia quella nazionale e che regionale, – prosegue il Presidente di Confartigianatoavrà il compito durissimo, e che dovrà essere formidabile, di ricreare un contesto favorevole alle attività produttive, senza il quale l’inversione di tendenza sarà arduaE’ assolutamente indispensabile intervenire drasticamente sul taglio della burocrazia, applicare le norme velocizzare i pagamenti della pubblica amministrazione attuando le leggi già esistenti, potenziare gli strumenti sulla “fiscalità di vantaggio”, coinvolgere e ascoltare le imprese e dire basta ai provvedimenti tampone e non strutturali

Poi Murgianu punta il dito sul Governo Nazionale. “La politica nazionale continua a schiaffeggiare le imprese; è quello che accade anche adesso per esempio con i carrozzieri, che hanno iniziato l’ennesima vertenza con lo Stato a tutela degli interessi del consumatore, della sicurezza stradale e sui luoghi di lavoro, e a salvaguardia di una categoria che in Sardegna vede attive oltre 1.200 imprese, che danno lavoro, tra diretti e indotto, a oltre 7.000 addetti. Bene: per la politica sono diventati invisibili: questa è una cosa gravissima”.

Murgianu annuncia anche che 18 febbraio, con Rete Imprese Italia, Confartigianato sarà a Roma per una grande manifestazione attraverso la quale chiedere al Governo un deciso cambio di rotta.

«Il mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato – conclude Murgianu –  rappresenta il tessuto produttivo dell’Italia. Dal futuro di questo sistema di imprese dipende il futuro del Paese. Per questo, le imprese vogliono esprimere il profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette ad operare ma anche avanzare concrete proposte di rapida attuazione che possano evitare il declino economico e ripristinare un clima più positivo e di maggior fiducia nel futuro.»

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

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Questa mattina, durante una conferenza stampa presso la sala convegni della Banca CIS di Cagliari, è stato presentato il Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile”. Interesserà oltre 300 imprese sarde e venete, dell’ICT, dell’agroalimentare, dell’edilizia sostenibile, del turismo e della green economy e servirà da contrasto alla crisi economica, attraverso la creazione di “reti”, l’intensificazione degli scambi e l’allargamento dei mercati.

Ideato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Regione Veneto, attraverso un precedente accordo, e finanziato nell’ambito della Sovvenzione Globale Sardegna – Veneto del PO FESR Sardegna 2007-2013 e del PO FSE Veneto 2007-2013, il progetto nell’isola verrà sviluppato da un Organismo Intermedio costituito da tre partner: Confindustria Sardegna, Confcooperative Sardegna e Confartigianato Imprese Sardegna.

Nell’incontro con la stampa, Alberto Scanu, Presidente di Confindustria Sardegna, Carlo Tedde, Presidente di Confcooperative Sardegna, Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e Stefano Miotto, Direttore di Confindustria Veneto, hanno illustrato i contenuti dell’iniziativa che sosterrà, tra il 2014-2015, la cooperazione tra le aziende delle due regioni, con l’obiettivo di fornire loro servizi reali e finanziari, formazione, assistenza alla creazione di partnership e reti di impresa dei settori selezionati.

«Il Progetto – ha detto Scanu – nasce dalla necessità e volontà di sperimentare percorsi di sviluppo fondati, oltre che sulla disponibilità di risorse finanziarie adeguate e di sinergie di sistema, sul valore aggiunto della cooperazione quale strumento essenziale per metter a frutto le migliori potenzialità dei territori e innescare fattivi processi di sviluppo. E la Sardegna ha capacità di sviluppo importanti”.

«Rappresenta una sperimentazione di azioni a supporto delle imprese– ha proseguito Tedde – attraverso l’utilizzo congiunto di due tipologie di Fondi: il Fondo Sociale Europeo (FSE) ed il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e cerca di realizzarle in modo innovativo ed integrato».

«In coerenza con la Politica regionale Europea – ha precisato Murgianu – che vuole portare tutte le Regioni allo stesso livello di sviluppo ed innovazione, permetterà di avviare una forte sperimentazione di cooperazione interregionale tra le imprese grazie all’integrazione tra i diversi fondi».

A disposizione delle aziende ci saranno le attività formative e i servizi rivolti direttamente al capitale umano, quali seminari regionali, workshop interregionali e percorsi di training aziendale, assistenza imprenditoriale per la realizzazione di progetti di cooperazione e animazione delle reti tra imprese.

Secondo Miotto «per sfruttare al meglio lo strumento della Sovvenzione serve innovazione, che si fa portando conoscenze e competenze dentro l’impresa. E’ necessario investire sulle risorse umane».

Inoltre verranno messi a disposizione aiuti finanziari destinati a sostenere progetti integrati di cooperazione, allo scopo di supportare processi di innovazione che riorganizzino e amplino le filiere, incrementando l’efficienza dei processi produttivi e lo sviluppo commerciale delle stesse. In particolare, si prevede di sostenere la crescita di raggruppamenti di imprese, anche utilizzando strumenti come il Contratto di rete.

Nell’evento pubblico di lancio del progetto, dal titolo “La Cooperazione interregionale per il recupero di competitività”, che è seguito alla conferenza stampa, Roberto Saba, Direttore di Confindustria Sardegna, Gilberto Marras, Direttore di Confcooperative Sardegna, Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e Stefano Miotto, Direttore di Confindustria Veneto, hanno presentato pubblicamente i servizi erogati e le possibilità del progetto, a circa 200 imprenditori provenienti da tutta la Sardegna.

Gianluca Cadeddu, Direttore Generale del Centro regionale di Programmazione, ha invece illustrato i contenuti del progetto di cooperazione, le possibilità di creazione di reti interregionali e i bandi che verranno attivati nel corso del 2014.

Domani 15 gennaio 2014, con inizio alle ore 9,30, presso la sede della Banca di Credito Sardo (CIS) (viale Bonaria a Cagliari), si terrà una conferenza stampa per la presentazione del Progetto Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile, finanziato nell’ambito della Sovvenzione Globale Sardegna – Veneto del PO FESR Sardegna 2007-2013 e del PO FSE Veneto 2007-2013.

All’incontro, al quale parteciperanno i responsabili dei soggetti sardi partner che costituiscono l’Organismo Intermedio, Alberto Scanu per Confindustria Sardegna GAP, Luca Murgianu per Confartigianato Sardegna, Carlo Tedde per Confcooperative Sardegna, verranno illustrati i contenuti dell’iniziativa rivolta a sostenere, tra il 2014-2015, la cooperazione tra le imprese sarde e venete con l’obiettivo di fornire loro servizi reali, di formazione, finanziari e di assistenza alla creazione di partenership e reti di impresa nei campi dell’ICT, dell’agroalimentare, della bioedilizia e della green economy.

La conferenza stampa è preliminare allo svolgimento dell’evento di lancio del Progetto che inizierà alle ore 10.00 dello stesso giorno presso l’Auditorium della Banca di Credito Sardo alla presenza dell’assessore regionale della Programmazione Alessandra Zedda.

La partecipazione all’iniziativa pubblica, di cui alleghiamo il programma, è aperta a tutte le imprese e alle persone interessate.

È gradita l’iscrizione all’evento di lancio attraverso la compilazione della Scheda di iscrizione presente nel sito ufficiale del progetto http://www.cooperazioneinterregionale-sg.it/

Per informazioni sul convegno è possibile contattare i seguenti numeri:

070.44891/3384868726 Federico Marini – Confartigianato Sardegna

070.650600/3423381398 Patrizia Anedda – Confindustria Sardegna-GAP

070.402278 Tiziana Arceri – Confcooperative Sardegna.

Il 15 gennaio 2014, alle ore 9,30, presso la sede della Banca di Credito Sardo (CIS) (viale Bonaria a Cagliari), si terrà una conferenza stampa per la presentazione del Progetto Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile, finanziato nell’ambito della Sovvenzione Globale Sardegna – Veneto del PO FESR Sardegna 2007-2013 e del PO FSE Veneto 2007-2013.

Nel corso dell’incontro, al quale parteciperanno i responsabili dei soggetti sardi partner che costituiscono l’Organismo Intermedio, Alberto Scanu per Confindustria Sardegna GAP, Luca Murgianu per Confartigianato Sardegna, Carlo Tedde per Confcooperative Sardegna, verranno illustrati i contenuti dell’iniziativa rivolta a sostenere, tra il 2014-2015, la cooperazione tra le imprese sarde e venete con l’obiettivo di fornire loro servizi reali, di formazione, finanziari e di assistenza alla creazione di partenership e reti di impresa nei campi dell’ICT, dell’agroalimentare, della bioedilizia e della green economy.

La conferenza stampa è preliminare allo svolgimento dell’evento di lancio del Progetto che inizierà alle ore 10.00 dello stesso giorno presso l’Auditorium della Banca di Credito Sardo alla presenza dell’Assessore Alessandra Zedda.

 

Sono 3.699 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare pronte a soddisfare ogni tipo di palato e a offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 216 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei Dop, Igp e Stg.

Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2013.

«Ci rivolgiamo ai consumatori – afferma Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna affinché, in un momento come il Natale, seppure difficile economicamente, si affidino alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione”. Anche un solo acquisto di questo genere – sottolinea il Presidente – è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi

Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.455 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.673 sono attive nei servizi da asporto, 249 sono pastifici, 50 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 44 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 31 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 37 nella lavorazione delle granaglie e altre 41 in altre produzioni.

A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.475 imprese, a Sassari 1.173, a Nuoro 745 e a Oristano 306.

«La cosa più interessante di questo settore – precisa Murgianuè che i prezzi sono stati contenuti  quasi “all’osso”. Ad esempio nella pasticceria fresca (dati ISTAT) l’aumento medio al consumatore è stato pari all’1,0%. Inferiore sia alla media dei prodotti alimentari che alla crescita dei prezzi delle materie prime.»

«Voglio infine soffermarmi – conclude il Presidente –sulle 216 imprese artigiane sarde che si dedicano di produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg. Un patrimonio di conoscenze e competenze straordinario che si dedica alla produzione di olio extra vergine d’oliva (28 imprese), ai formaggi (120 imprese), all’ortofrutta e cereali (29 imprese), alle carni fresche e lavorate (34 imprese) e alle lavorazioni varie (5 imprese). Questi numeri sono la dimostrazione di quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici.»

In Italia, il settore dell’alimentare e delle bevande rappresenta il 6,9% del Made in Italy e segna una crescita del 6,0% tra gennaio e settembre 2013, a fronte di esportazioni complessivamente statiche (-0,3%).

I mercati più dinamici sono quelli extra UE: +7,7% , due punti e mezzo oltre alla media dei Paesi europei (5,2%).

Export di torte e dolci di Natale per 285 milioni nei primi otto mesi del 2013, in crescita del 13,8%; incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2%), il Regno Unito (30,3%), gli Stati Uniti (21,9%) e i Paesi bassi (15,1%).

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

La nuova Tares costerà in media ad ogni sardo il 26,7% in più rispetto alla vecchia Tarsu, con un aumento procapite di 40,7 euro. La stima viene dall’Ufficio Studi di Confartigianato Nazionale, che ha elaborato i dati Ispra ed Istat su base regionale del 2011.

«L’incremento che si registrerà in Sardegna è, in termini assoluti, il massimo tra tutte le regioni – sottolinea Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna ben al di sopra della media italiana che non supera i 26 euro pro capite (+17,6%). E in questo periodo di tutto si sentiva il bisogno tranne che di ulteriori aumenti”.

In Sardegna, il costo pro capite per il ritiro dei rifiuti è di 176,29 euro di cui solo 152,4 coperti dalla Tarsu (l’86,4%). Il disavanzo di 23,89 euro (differenza tra costi  e ricavi) più la “quota servizi” di 16,8 euro, formano i 40,7 euro pro capite che i cittadini sardi e le imprese dovranno pagare in più con la Tares rispetto alla vecchia tassa.

Il precedente gettito fu di 250milioni di euro mentre con la Tares la cifra dovrà arrivare a 316 milioni di euro, con una variazione a carico dei cittadini di +67 milioni (+26,7 %).

Ma la domanda che si pone l’associazione artigiana è questa: “Come mai – si chiede Luca Murgianu – se la Sardegna è notoriamente, e significativamente, migliorata sia nella raccolta differenziata che nella diminuzione di rifiuti urbani smaltiti, i costi dello smaltimento risultano essere così elevati rispetto al resto d’Italia? Non ci sembra che i sardi producano più rifiuti rispetto ai cittadini e alle imprese di altre regioni”.

«Il dubbio è presto sciolto – continua Murgianu perché mentre cittadini e imprese si impegnavano a differenziare la raccolta e a produrre meno rifiuti, il sistema Pubblico Locale (Regione ed Enti Locali) non ha attivato la necessaria razionalizzazione dei costi per premiare lo sforzo degli utenti. E il costo medio pro capite di smaltimento in Sardegna rimane il 4° in tutta Italia (peggio fanno solo Lazio, Toscana e Liguria)

«In questi tempi di crisi – conclude il presidente di Confartigianatosi sente il forte, urgente e irrinunciabile bisogno di una ottimizzazione dei costi del sistema che magari possa partire proprio dalla Tassa sui Rifiuti.»

I dati nazionali ci dicono che la media italiana di incremento pro capite è di 26 euro; il top è, come detto, rappresentato dalla Sardegna (+40,7 euro), seguita dalla Basilicata (+35,5), Sicilia (+34,6). Gli incrementi più bassi in Piemonte (+19,4) seguito dalla Campania (+19,7).

Per quanto riguarda le variazioni percentuali, la media Italia + del +17,6%. A livello regionale in testa la Basilicata (+37,9%), seguita dal Molise (+31,5%), da Calabria (30,0%) e dalla Sardegna (26,7%). Gi aumenti più contenuti sono registrati in Campania (+11,8%) e la Toscana (12,3%).