18 July, 2024
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Sulla dura presa di posizione assunta questa mattina dalle organizzazioni sindacali sulla assunzioni Sider Alloys, prende posizione il consigliere regionale del gruppo Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto.

«Mi schiero al fianco del sindacato e dei lavoratori della Sider Alloys (ex Alcoa) di Portovesme che nella mattina di martedì 3 luglio si sono riuniti davanti ai cancelli della fabbrica per far conoscere a tutti le scelte aziendali – dice Luca Pizzuto -. Durante la riunione i lavoratori sono stati informati dell’assunzione di diversi tecnici, di cui alcuni non fanno parte del bacino degli ex dipendenti Alcoa. Insieme ai sindacati contesto il metodo ed il merito attuati per le assunzioni Sider Alloys, che stanno avvenendo senza il rispetto dei protocolli e degli accordi firmati a livello ministeriale e/o regionale. Prima di tutto è necessario inserire i dipendenti diretti ex Alcoa. La battaglia dei lavoratori è la nostra battaglia – conclude Luca Pizzuto -, la Sider Alloys salvaguardi tutti i lavoratori, partendo ovviamente da coloro già interni alla fabbrica.»

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«Il servizio di elisoccorso entrato in funzione il 1 luglio ha sin da subito mostrato la sua indispensabilità. Nel suo giorno di battesimo sono stati realizzati, infatti, tre interventi, rispettivamente a La Maddalena, a Santa Teresa Gallura e Carloforte. Questo dimostra l’estrema necessità di un tale servizio per le zone difficilmente raggiungibili e in particolare per le isole minori.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo Art. 1 – Sdp.

«Ad esempio a Carloforte l’elisoccorso è riuscito a trasferire il ferito all’ospedale Brotzu di Cagliari in circa venti minuti. Il servizio, per cui mi son battuto con forza, è indispensabile in un territorio come la Sardegna, dove i collegamenti non sempre consentono alle ambulanze di raggiungere gli ospedali in tempi utili per salvare una vita. Considero questo – conclude Luca Pizzuto – un grande risultato per Carloforte, che da anni aspetta uno strumento come questo.»

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L’assessore regionale Giuseppe Dessena ed il Gruppo Consiliare SDP – Articolo 1 ricordano Gesuino Muledda.

«Abbiamo appreso con grande dispiacere della morte del Compagno Gesuino Muledda. Gesuino, storico militante del PCI ed assessore regionale dell’Agricoltura nella Giunta guidata da Mario Melis, ha dedicato la sua vita alla politica aderendo al patrimonio valoriale della sinistra – scrivono in una nota Gesuino Muledda, Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Come gruppo consiliare Articolo UNO 1 SDP vogliamo ricordarlo per la sua passione e la sua tenacia nel portare avanti lotte e temi condivisi. Anche se negli ultimi anni abbiamo militato in formazioni politiche differenti continuava ad accomunarci un sentire comune animato dagli stessi ideali. Alla sua famiglia e alla comunità dei Rossomori un grande abbraccio.»

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«Nonostante  le gravi difficoltà e i limiti dell’Unione Europea, emersi soprattutto negli anni più recenti,  il rafforzamento politico, in una prospettiva federale, dell’Unione europea non ha alternative, se non negative. Sono infatti regressivi i rigurgiti nazionalisti e esclusivisti emergenti in numerosi Paesi europei, Italia compresa: bisogna contrastarli innanzitutto sul piano culturale.»

E’ questo il messaggio centrale emerso in (circa duecento partecipanti) a Cagliari, coordinata da Lucetta Milani e Tore Cherchi, introdotta da tre intellettuali, Gian Giacomo Ortu, Christian Rossi e Andrea Deffenu e che ha visto un dibattito serrato con 13 interventi dalla platea e significative testimonianze con la presenza come quella di Francesco Pigliaru, presidente della Regione, a dimostrazione che il tema è sentito.

Europeisti e federalisti perché? «Senza l’Europa unita – ha detto Gian Giacomo Ortu – non avremmo avuto il lungo periodo di pace vissuto dal 1945 ad oggi e mai conosciuto prima; non avremmo avuto i grandi  progressi ottenuti nell’affermazione e nella tutela dei diritti fondamentali e la formazione di una identità transnazionale permeata di valori umanistici e solidali». A Christian Rossi, storico delle Relazioni Internazionali, è toccato il compito di analizzare la crisi politica in atto, originata da spinte egoiste di taluni Stati e ad Andrea Deffenu argomentare perché l’unione politica e federale sia la strada per superare la crisi e dare una risposta europea, la sola realmente efficace, ai problemi del presente.

“Europa dove vai?” si è chiesto don Ettore Cannavera, indignato per la situazione drammatica dei migranti alla deriva nel Mediterraneo. Un tema, quello delle migrazioni, che è ritornato negli interventi di Giulio Calvisi e della deputata Romina Mura. La politica di cooperazione nord-sud in alternativa ai nuovi muri è la strada indicata da Cristina Zuddas che di cooperazione transfrontaliera si occupa professionalmente e dall’avvocato Patrizio Rovelli. Giulio Lai, Erasmus alle spalle, testimonia lo spirito europeo dei giovani di oggi. Mauro Sarzi illustra un suo lavoro artistico ispirato ad Ernesto Rossi, coautore con Altiero Spinelli del Manifesto di Ventotene. Del linguaggio internazionale dell’arte parla Angelo Liberati. Mauro Pistis ha rivendicato una riforma elettorale che garantisca la  rappresentanza sarda nel Parlamento europeo. Remo Sizza, Benedetto Barranu, Luca Pizzuto ed il segretario della CGIL, Michele Carrus hanno rilanciato la necessità di un profondo cambio della politica economica e di welfare per fare fronte alla disoccupazione ed alle diseguaglianze crescenti: rivendicano un’Europa con un’anima sociale, attenta alle persone e non alle agenzie di rating.

Il populismo è alimentato anche dal disagio sociale. L’Unione europea deve porre al primo punto le questioni del lavoro e dell’equità sociale. Non casualmente, il programma federalista del Manifesto di Ventotene che ha ispirato la discussione, ha una forte caratterizzazione anche sociale perché si propone, oltre che la «definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani», anche «l’emancipazione  delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita». Le prossime elezioni europee saranno un referendum sul futuro dell’Europa: o si va avanti o si regredisce pericolosamente. Non stare alla finestra, è l’invito conclusivo dell’assemblea.

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Sarà un tavolo tecnico-politico ad occuparsi in tempi brevissimi di effettuare una dettagliata ricognizione dello stato dei debiti/crediti fra Regione ed Aias per consentire il sollecito pagamento delle retribuzioni arretrate dei lavoratori.

Lo hanno annunciato i presidenti delle commissioni Bilancio Franco Sabatini e Sanità Raimondo Perra al termine della riunione congiunta delle due commissioni alla quale hanno partecipato anche l’assessore della Sanità Luigi Arru, il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano ed i tecnici dell’assessorato.

Lo strumento del tavolo tecnico – politico, è stato ricordato, era stato individuato dal Consiglio regionale in una mozione del 2017 approvata all’unanimità e riguarderà soprattutto la parte delle prestazioni Aias (fatto 100 il costo di una prestazione il rapporto Ats – politiche sociali è circa di 60 e 40) che viene coperta dal settore politiche sociali attraverso erogazioni dirette ai Comuni. In termini numerici dovrebbe trattarsi di una somma attorno ai 5 milioni di euro che, altra decisione delle commissioni congiunte Bilancio e Sanità, saranno resi disponibili immediatamente dall’assessorato della Programmazione.

Per quanto riguarda la parte a carico dell’Ats il Dg Fulvio Moirano ha chiarito che, a fronte di un importo “teorico” complessivo di 15.5 milioni (che comunque l’Azienda ha corrisposto provvisoriamente pur ritenendo che non siano interamente dovuti secondo i pareri dei suoi legali), sono stati pagati circa 8.6 milioni mentre altri 6.9 milioni circa non sono stati ancora formalmente riconosciuti.

Da parte nostra, ha assicurato l’assessore della Sanità Luigi Arru, «non c’è nessuno chiusura o pregiudizio nei confronti dell’azienda e lo dimostra il fatto che, dall’insediamento di questa amministrazione nel 2014, i pagamenti sono stati effettuati con regolarità secondo i termini di legge». «Resta – ha ricordato – un rilevante contenzioso, che ammonterebbe a 40 milioni, precedente a quella data ed in molti casi risalente alla fine degli anni’80 ma su quello non si può prescindere da un rigoroso e puntuale percorso di accertamento cui è obbligata la pubblica amministrazione, anche per valutare eventuali ipotesi di transazione».

«Ricordo infine – ha concluso Luigi Arru – la recente sentenza del Tar Sardegna che, in un passaggio molto significativo, ha tassativamente escluso che la presenza di un contenzioso contrattuale possa ostacolare il pagamento degli stipendi.»

Nel lungo dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Giorgio Oppi dell’Udc, Alessandra Zedda, Marco Tedde ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Pietro Cocco, Valerio Meloni e Valter Piscedda del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto -Rossomori, Daniele Cocco e Luca Pizzuto di Art. 1 – Mdp, Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus del Psd’Az – La Base.

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Il gruppo di Art. 1 – Mdp ha diffuso una nota in cui esprime «forte preoccupazione per la grave decisione del Governo degli Stati Uniti di introdurre dazi sull’importazione di alcuni prodotti provenienti dall’Unione europea, come alluminio ed acciaio, e per le ripercussioni che la stessa decisione potrebbe avere in Sardegna».

«La prossima settimana – Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Emilio Zedda – presenteremo una mozione urgente rivolta al presidente della Regione per sollecitarlo ad intervenire presso il Governo e l’Unione europea allo scopo di individuare le possibili soluzioni per una vicenda che potrebbe compromettere il rilancio, già avviato, di alcuni settori industriali di interesse strategico per la Sardegna e, nel futuro, anche del comparto agro-alimentare regionale che rappresenta una delle poche realtà produttive in crescita della nostra Regione.»

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Ha registrato la partecipazione di oltre duecento persone l’assemblea su “Autonomia e Federalismo” svoltasi ieri a Ghilarza, nonostante il caldo sabato sera, con inizio del dibattito alle 15.30. Tanti altri, non potendo partecipare all’assemblea, hanno inviato l’adesione.

I partecipanti sono militanti della sinistra, per lo più aderenti al PD o a Liberi e Uguali o senza partito. Militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita ed inerte dopo la sconfitta elettorale. Si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi si è scelto Ghilarza, luogo gramsciano, fortemente simbolico.

“Sa die de sa Sardigna” ha dato lo spunto per riflettere  sui limiti dell’autonomia speciale e provare a fare i conti con il significato profondo del voto referendario del 2016 che ha nettamente bocciato una riforma costituzionale accentratrice – o comunque giudicata tale – dei poteri nello Stato o meglio, nell’esecutivo. Con quel voto, deve misurarsi la sinistra tutta, indipendentemente dal segno del voto espresso da ciascuno, singoli e gruppi politici.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista ed il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo, con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo ed indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu,  Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano.

«Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016  ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare», ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente ANCI, con una forte critica al centralismo ed alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus, segretario regionale CGIL, sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto, consigliere regionale di Leu; un giovane studente, Bruno Concas, si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai, Patrizia Desole, Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici, la parlamentare Romina Mura, il presidente regionale della lega delle cooperative, Claudio Atzori.

«Abbiamo rimesso in campo le idee autonomiste e federaliste, rimaste oscurate dal prevalente centralismo da un lato e da minoritarie aspirazioni indipendentiste, dall’altro lato. Queste idee sono attuali e feconde. Sono un progetto di lavoro e di impegno che vorremmo ritornasse ad essere la bandiera della sinistra», ha concluso Tore Cherchi a nome degli organizzatori dell’assemblea. L’impegno è quindi quello di dare continuità al lavoro su un progetto. Questo non richiede nuove  organizzazioni ma piuttosto la capacità di dibattere, agire e creare relazioni nel disperso popolo della sinistra.

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Nella seduta odierna il neo deputato del Pd, Gavino Manca, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il regolamento n.7, (Attuazione della legge regionale 23/05 in materia di organizzazione e funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione. Revisione e integrazione delle norme sulle strutture per l’infanzia e istituzione delle strutture sociali “gruppo appartamento”).

Il provvedimento è arrivato in Aula con il consenso di tutti i capigruppo, in base all’art. 102 del regolamento consiliare. Il presidente ha dato quindi la parola al proponente, il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per illustrarne il contenuto.

Nella sua relazione il consigliere Luca Pizzuto, dopo aver ringraziato i capigruppo, ha affermato che la modifica del regolamento proposta ha lo scopo di «ampliare i servizi nelle aree periferiche, sostenere le donne e le famiglie, creare nuovi posti di lavoro nell’area educativa, introdurre nuove forme di tutela della salute mentale e dare vita ad una rete di attività economicamente sostenibili». Oggi in Sardegna, ha ricordato, «questi servizi forniti in spazi di piccole dimensioni che potranno accogliere da tre a cinque bambini si potranno diffondere anche nelle aree marginali, nelle campagne e nelle zone rurali a costi accessibili; quindi potranno rappresentare un mezzo di integrazione di reddito, rendere compatibili i tempi di lavoro con quelli dedicati alla famiglia ed aprire nuovi spazi per le cooperative sociali». Un piccolo atto di riforma, ha concluso, «con grandi potenzialità nel panorama regionale».

Rossella Pinna, esponente del Pd, ha sottolineato che «nidi e servizi per la prima infanzia sono essenziali per lo sviluppo della famiglie, soprattutto in Sardegna dove c’è una offerta molto bassa concentrata soprattutto nei grandi centri urbani con costi piuttosto elevati». Con il programma nazionale della “Buona scuola” si è creato un sistema integrato di servizi per la fascia da 0 a 6 anni con l’obiettivo di superare disuguaglianze e svantaggi sociali di cui soffrono molte zone periferiche come la Sardegna, introducendo inoltre una nuova idea di servizi educativi per l’infanzia che da un lato supera concetto di servizio a domanda individuale e dall’altro promuove lo sviluppo armonico dei bambini in continuità con primo ciclo istruzione, potenziando la formazione e la professionalità degli addetti». Ho però qualche preoccupazione, ha avvertito Rossella Pinna, «che si possa snaturare la fisionomia di questo servizio educativo per cui raccomanderei di restare agganciati alla norma nazionale per quanto riguarda i requisiti professionali, accelerando nello stesso tempo l’utilizzo fondi europei che in questo caso possono essere utili non solo per migliorare la condizione donne ma anche per sanare le disparità territoriali e contrastare lo spopolamento».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di un «tema delicato ed importante orientato verso forme di civiltà evolute che, fra gli altri, ha il merito di per insegnare ai giovani il rispetto reciproco in un ambiente familiare e favorisce un modus vivendi al passo con i tempi, coerente con le esigenze affettive, di educazione e soprattutto di integrazione delle famiglie, diffondendo un positivo spirito di comunità in zone dove non ci sono strutture pubbliche, in una sorta di continuità con famiglie di appartenenza». Alessandra Zedda ha poi espresso una valutazione positiva sui requisiti professionali degli addetti perché, ha osservato, «anche questo potrà contribuire a qualificare un lavoro che si inserisce in una fase fondamentale per la crescita della persona, nell’ottica di un miglioramento complessivo qualità della vita che segna un cambio di passo nell’applicazione della legge regionale 23». Si va configurando infine, ha concluso, «un nuovo sistema di relazioni interpersonali anche nelle comunità più lontane e svantaggiate, definendo un modello particolarmente adatto per la Sardegna».

Successivamente il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del provvedimento, che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Gavino Manca, recentemente eletto alla Camera dei deputati, ha annunciato le sue dimissioni «dalla casa di tutti i sardi», ha detto fra l’altro, «dove ho conosciuto problemi e speranze di tante persone, cercando di fare e dare il massimo con atti concreti». Dopo aver ringraziato tutti i consiglieri, il presidente dell’Assemblea, il capogruppo del Pd, presidente giunta e gli assessori, Gavino Manca ha rivolto un pensiero particolare al collega Franco Sabatini per i 15 anni di lavoro comune. Soffermandosi sul suo ruolo di presidente della commissione Cultura, Gavino Manca, ha espresso dispiacere per non essere riuscito a portare il testo in Aula dopo un lavoro durato 2 anni. Si tratta di un tema, ha affermato, «che tocca tutti i sardi in profondità ed auspico che, anche per questo, il Consiglio lo possa migliorare ed approvare con spirito unitario». Il Consiglio, ha aggiunto avviandosi alla conclusione, «è spesso circondato da discredito ma la politica è un’altra cosa, un inesauribile confronto fra opinioni diverse che non ammette scorciatoie, nemmeno quelle di internet». Sarò deputato in una fase eccezionale della vita italiana, ha concluso Gavino Manca, «ma mi batterò sempre per il bene della Sardegna»

Il presidente Gianfranco Ganau, nel prendere atto a nome del Consiglio delle dimissioni di Gavino Manca, lo ha ringraziato per il suo contributo formulandogli gli auguri di buon lavoro.

Successivamente ha sospeso la seduta, convocando una riunione della Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la delibera della Giunta per le elezioni con la quale, a seguito delle dimissioni di Manca, si individua come subentrante Raimondo Cacciotto che, presente in Aula, ha poi prestato giuramento.

Il Consiglio ha, dunque, proseguito nell’esame del Regolamento n.7. Approvato l’articolo 1 “Integrazioni degli articoli 3, 4, 15 e 28 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Tipologia)”, il relatore Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato parere favorevole agli emendamenti presentati all’articolo 2 “Integrazioni all’articolo 5 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Gruppo appartamento)”. Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 12 (Pinna e più) che interviene sulla tipologia del cosiddetto gruppo appartamento, ed è stato approvato, così come sono stati approvati gli altri due emendamenti sostitutivi parziali n. 1 e 13 (prima firmataria l’on.le Pinna) che introducono piccole variazioni nelle diciture rispetto al testo originario. Approvato il testo dell’articolo si proceduto con il via libera all’emendamento aggiuntivo n. 11 (Pinna e più) sulla compartecipazione alle spese da parte degli utenti.

Approvato l’articolo 4 “Integrazione all’articolo 23 del regolamento n. 4 del 2008 (Sezioni primavera)” il relatore della maggioranza ha dichiarato parere favorevole a tre emendamenti (prima firmataria l’on. Pinna, Pd) all’articolo 5 “Modifiche all’articolo 24 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Servizi educativi in contesto domiciliare)” che sono stati approvati: emendamento sostitutivo parziale n. 3 che sostituisce alcune diciture; emendamento sostitutivo parziale n. 4 che interviene sulla lettera d) del comma 1 dell’articolo 5 e che attiene la garanzia delle pari opportunità di educazione, di istruzione, di relazione e di gioco ai bambini e alle bambine fino ai 6 anni, con un emendamento orale che in coda al testo introduce la dicitura “ispirato ai principi della non violenza”. Votato positivamente anche l’emendamento aggiuntivo n. 5 che prevede la verifica almeno annuale dell’adeguatezza dell’ambito di accoglienza e degli operatori. La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda ha precisato che con il voto favorevole del suo gruppo all’emendamento 4 si intende ribadire che comunque dopo i tre anni di età la scuola resta l’istituzione principale.

Dopo il parere favorevole del relatore e della giunta sono stati approvati tre emendamenti (prima firmataria Rossella Pinna) all’articolo 6 “Introduzione dell’articolo 24 bis nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Agrinidi e agritata)” e precisamente: il soppressivo totale n. 6 che cancella il comma 1 punto 3 dell’articolo 6 ed il sostitutivo parziale n. 7 e n. 8 che modificano alcune piccole diciture. Dopo il via libera all’articolo 6, l’Aula ha approvato un’altra piccola modifica (emendamento sostitutivo parziale n. 9, Pinna e più) al punto 3 del comma 1 dell’articolo 7 e quindi ha votato il testo dell’articolo 7 “Introduzione dell’articolo 24 ter nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Sperimentazione “Progetto continuità 0-5”) con un emendamento orale del relatore Luca Pizzuto che sostituisce la dicitura da “0 a 5” con la dicitura da “0 a 6”. Approvato quindi l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Pizzuto e più) che stabilisce l’entrata in vigore del regolamento per l’organizzazione e il funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concentrazione, il giorno della sua pubblicazione sul Buras.

La legge è stata quindi approvata all’unanimità con 39 voti favorevoli. Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’assemblea per sabato 28 aprile alle 16 ed ha quindi comunicato l’immediata  convocazione della conferenza dei capigruppo e della quarta commissione.

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I consiglieri regionali del gruppo consiliare Art. 1 – SDP, Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, chiedono che la Regione vada a fondo e si costituisca parte civile nell’eventuale processo che riguarda gli agnelli sardi IGP “taroccati”. La questione costituisce sicuramente un danno economico per il comparto ovino sardo dovuto alla contraffazione del bestiame proveniente da altri stati e venduto come sardo.

«E’ compito del presidente e della Giunta regionale – affermano i consiglieri regionali di Art. 1 – SDP – schierarsi in maniera inequivocabile a difesa e tutela di uno dei prodotti che più caratterizza il mercato alimentare sardo e difenderlo dal commercio sleale, letale per l’economia regionale.»

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«Abbiamo appreso con molta rabbia l’ennesima iniziativa dei dirigenti della Polar a scapito dei propri lavoratori. La decisione di mettere in cassa integrazione quindici degli operai dell’azienda madre è un ulteriore deterioramento di una situazione già tremendamente complessa. Ancora più grave è che questo avviso sia stato recapitato tramite una lettera, che pone l’inizio del provvedimento a martedì prossimo, e senza il confronto coi sindacati. I dirigenti Polar dovrebbero, a questo punto, spiegare se e come ci sia un reale vantaggio da questo atto e se con l’uscita di questi lavoratori siano davvero in grado di portare avanti la produzione dell’azienda.»

Lo scrivono, in una nota, Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco ed Eugenio Lai, consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp.

«Ridiscuteremo di questa vertenza in commissione, chiederemo quindi all’Assessorato all’Industria di verificare se la trasformazione del materiale sia effettuata in loco, come previsto dalla concessione, o se il materiale sia venduto ancora grezzo. Inoltre, i nostri rappresentanti nazionali porteranno la discussione sul caso Polar nell’aula del Parlamento – aggiunge Luca Pizzuto -. Esprimiamo, quindi ancora una volta, forte solidarietà per un’azione che giunge come un ulteriore atto di prepotenza sulla vita e la dignità dei lavoratori dipendenti Polar e delle loro famiglie.»