18 July, 2024
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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps-Psi) ha ascoltato questa mattina le rappresentanti delle associazioni “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro” e “Mai più sole contro il tumore ovarico” sulla condizione delle pazienti oncologiche.

A nome della “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro”, la presidente Albachiara Bergamini ha auspicato in apertura che il primo confronto con la commissione sia «un ponte fra donne oncologiche ed istituzioni per far emergere in tutta la sua complessità la condizione delle donne ed il loro rapporto con la sanità pubblica». Riferendosi in particolare alla realtà di Cagliari, la Bergamini ha lamentato che l’accorpamento fra gli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico ha, di fatto, snaturato l’identità della struttura oncologica «dove regnano confusione ed approssimazione ma soprattutto mancano sia la capacità di una presa in carico complessiva della persona che quella di assicurare risposte umane in tempi certi».

Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo, diritti e riforme” ha richiamato l’attenzione della commissione «sull’enorme peso psicologico con cui devono convivere le donne-pazienti che cercano di lottare per la loro integrità» ed ha proposto una conferenza pubblica su questi temi con la partecipazione di istituzioni, medici ed operatori, per arrivare a tracciare «un percorso dal quale, attraverso il confronto fra tutte le figure interessate, emerga una strategia nuova che consenta fra l’altro alle pazienti oncologiche di evitare la mobilità passiva e restare in Sardegna accanto ai propri familiari».

Molto significativa la testimonianza coraggiosa di due pazienti oncologiche che hanno raccontato alla commissione «cosa si prova quando scopri di avere una malattia che ti cambia per sempre la vita e può portati alla morte», uno stato d’animo di profondo disagio interiore in cui tutto assume una dimensione diversa: il modo di essere accolte in una struttura, le parole ed il contesto con cui viene formulata la diagnosi, la tempestività degli accertamenti diagnostici e delle visite di controllo, il semplice rinvio di un appuntamento, l’impossibilità (a volte) di perdere il contatto con i propri affetti più vicini e la famiglia.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Edoardo Tocco (Forza Italia), Augusto Cherchi (Pds), Luigi Ruggeri (Pd), Emilio Usula (Misto-Rossomori) e Luca Pizzuto (Art.1-Mdp). Pizzuto si è espresso in modo fortemente critico sulla mancata attuazione della arte della riforma che riguarda l’oncologia e, dopo aver proposto una risoluzione della commissione, ha dichiarato che «dalle risposte che riceveremo su questi problemi dipenderà la conferma della nostra fiducia all’assessore».

Nelle conclusioni il presidente della commissione Raimondo Perra ha parlato di una audizione «preziosa, perché porta alla luce la sofferenza fisica e psicologica di tante persone e delle loro famiglie, in modo particolare di quelle costrette alla mobilità passiva; se quelle risorse fossero investite nel potenziamento delle nostre strutture ne deriverebbe un grande giovamento sia ai pazienti che al sistema sanitario regionale».

«La previsione di una rete oncologica nella recente riforma della rete ospedaliera – ha concluso Raimondo Perra – non ci esime dal continuare a lavorare con il massimo impegno, anche perché se la condizione complessiva dei malati che si rivolgono alla rete non migliora, il fatto che magari possano migliorare di qualcosa i conti vale fino ad un certo punto.»

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E’ stata inaugurata ieri sera, presso i nuovi locali di via Barbagia n. 11, nel popolare rione di via Dalmazia, la “Casa del Popolo” di Carbonia.

All’inaugurazione, molto partecipata con circa 200 persone, sono intervenuti, tra gli altri, il consigliere regionale di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, il senatore uscente di Campo Progressista Luciano Uras, l’ex sindaco e consigliere regionale Antonio Saba, il presidente regionale dell’Arci Marino Canzoneri, in videoconferenza l’assessore regionale della Pubblica Istruzione e Cultura Giuseppe Dessena. Presente in sala anche Tore Cherchi, oggi coordinatore del Piano Sulcis, già senatore e deputato, sindaco di Carbonia e presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

Al termine della presentazione, prima di un ricco buffet offerto ai partecipanti all’inaugurazione, è stata consegnata la tessera onoraria della neonata associazione a due figure che, per il loro ruolo sociale e politico hanno incarnato i valori intorno ai quali vuole costituirsi la Casa del Popolo: si tratta dell’ex consigliere regionale e sindaco di Carbonia Antonio Saba e dell’attivista per i diritti dei malati e dei disabili Angela Borghero.

L’Associazione Casa del Popolo nasce nel 2017 dall’esperienza del gruppo politico Zorba il Gatto. Con i contributi volontari dei soci fondatori è stato possibile acquistare dei locali commerciali in Via Barbagia, nel quartiere popolare di Via Dalmazia, che ospiteranno, una volta ultimati i lavori di ristrutturazione, la prima Casa del Popolo della città. La Casa del Popolo sarà un luogo di relazione, scambio, politica, cultura, solidarietà, emancipazione sociale. Sarà ispirato ai valori dell’antifascismo, del mutualismo e della nonviolenza e si propone di raccogliere l’eredità della tradizione delle Case del Popolo che hanno animato la vita politica e culturale in Europa, Italia e Sardegna lo scorso secolo. Al suo interno troveranno spazio gruppi politici, associazioni culturali, ricreative e sociali, progetti di emancipazione e di solidarietà, in linea, naturalmente, con i princìpi ed i valori guida dell’Associazione.

Verranno organizzate cene sociali, rassegne cinematografiche, piccoli concerti, presentazioni di libri, incontri su temi di interesse cittadino e generale, attività ludiche con i bambini e le bambine.

Verrà aperto uno sportello di segretariato sociale, che si occuperà di aiutare chiunque ne abbia bisogno riguardo la partecipazione a bandi comunali e regionali o aiutare nella compilazione di un curriculum vitae e nella stesura di comunicazioni ad enti o aziende.

Troveranno spazio le sedi di associazioni culturali e ricreative come l’ARCI o di associazioni a carattere sociale. Troveranno spazio le sedi di movimenti politici che condividono lo spirito e gli ideali guida della Casa del Popolo.

Sarà a disposizione una ricca biblioteca con oltre 300 volumi catalogati, incentrata soprattutto sulla storia politica della sinistra sarda, italiana e mondiale. Saranno a disposizione inoltre, sempre in consultazione e prestito, alcuni testi scolastici di seconda mano.

Verranno organizzate ripetizioni gratuite e promossi incontri di approfondimento politico, storico, sociale, scientifico.

Verrà promosso il pastificio sociale, un appuntamento settimanale nel quale insieme, a partire dagli ingredienti messi a disposizione gratuitamente dall’Associazione, si fa la pasta. A fine serata si divide il prodotto.

La Casa del Popolo sarà fisicamente costituita da:

> una sala polifunzionale da 80-100 posti, attrezzata per la proiezione cinematografica

> un ufficio, attrezzato per le ripetizioni gratuite

> una zona bar

> una cucina

In tutto l’edificio sarà disponibile la connessione wi-fi gratuita.

     

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«Giunta e Consiglio regionale si occupino della vicenda del Tanka Village di Villasimius in procinto di passare dalla Valtur, ora in concordato preventivo, ad un’altra azienda leader del settore turistico.»

La richiesta è contenuta in una mozione del gruppo consiliare di Art. 1 – Mdp (primo firmatario Eugenio Lai) con cui, auspicando l’intervento della Regione in un settore strategico per lo sviluppo della Sardegna, si ricorda fra l’altro che attorno al Tanka Village gravita un indotto di oltre 500 unità riconducibili ad aziende sarde attive nella gestione dei vari segmenti del resort.

Il concordato preventivo, ricordano in particolare i consiglieri di Art. 1 – Mdp Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, «espone questa importante realtà a gravissimi rischi, a cominciare dal mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori e dei crediti maturati dalle aziende sub-appaltatrici; rischi che vanno scongiurati con la costituzione di un tavolo negoziale in cui la nuova azienda sia affiancata dalla Regione e dai sindacati nella ricerca delle migliori soluzioni per il rilancio della struttura, salvaguardando i posti di lavoro e le professionalità acquisite».

 

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«Apprezziamo l’apertura del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Cristiano Erriu su alcuni punti della nuova legge urbanistica ora all’esame della commissione, così come valutiamo positivamente la disponibilità a riflettere su altri, per noi troppo divisivi e dannosi per la Sardegna.»

Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali di Art. 1 – Mdp Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda secondo i quali tuttavia «sarebbe opportuna una riunione di maggioranza prima di affrontare, nei prossimi giorni, i passaggi-chiave dell’impianto della nuova legge urbanistica, senza forzature di calendario né imposizioni di scadenze».

«Per noi – hanno concluso Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – la priorità resta quella di un provvedimento sostenibile dal punto di vista ambientale, la vera cornice entro la quale è possibile parlare di sviluppo senza mettere a rischio quel patrimonio immenso di ricchezze naturali che la Sardegna possiede e deve, semmai, pienamente valorizzare.»

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«Esprimo, a nome mio e del gruppo regionale di Articolo UNO – SDP, la massima solidarietà e vicinanza alle pazienti della ginecologia oncologica dell’ospedale Businco di Cagliari.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto.

«Siamo impegnati dall’inizio del mandato su questo problema ed abbiamo segnalato più volte le mancanze di quei reparti che, nonostante le grandissime professionalità, continuano a non rispondere alle esigenze dei pazienti – aggiungono lo stesso Luca Pizzuto e i colleghi del gruppo Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Pur riconoscendo i tentativi di miglioramento fatti dall’attuale gestione, crediamo che sul tema dell’oncologia si debba fare molto di più. Per questo chiediamo che siano nuovamente auditi in commissione i vertici dell’ospedale Brotzu, per fare il punto sullo stato dell’arte e per cercare di capire dove sia necessario intervenire.»

«Riteniamo che la salute dei Sardi sia un tema centrale e abbiamo premuto ripetutamente perché le modifiche previste dalla riforma sanitaria siano applicate – sottolineano ancora Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. È importante che prima della fine del mandato il governo della Regione dia risposte chiare, certe e sicure sulla sanità sarda.»

«Continueremo a stare al fianco delle pazienti – concludono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda – e a lottare per una sanità pubblica di qualità fino alla fine di questa legislatura.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla pesca ed il disegno di legge sull’istituzione dell’anagrafe regionale degli studenti.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 492/A – Giunta regionale – “Disposizioni in materia di pesca”.

Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd).

Prima di Lotto sono intervenuti alcuni consiglieri regionali sull’ordine dei lavori.

Il consigliere del Pds Roberto Desini, riferendosi alla partecipazione del presidente Gianfranco Ganau ad una video – conferenza con il comitato a sostegno del riconoscimento dell’insularità nella Costituzione attraverso una raccolta firme congiunta con la Sicilia, ha ricordato che «il Consiglio ha approvato una legge che prevedeva contributi alle società sportive per le trasferte nelle isole minori, legge ancora non applicata ed è un fatto vergognoso».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha segnalato in modo critico «il tentativo di eliminare la vigilanza presso le guardie mediche dimenticando che la stessa Regione, dopo un omicidio verificatosi nel 2003 a Solarussa, stanziò ben 30 miliardi di lire (allora) per il potenziamento di queste strutture con una forte attenzione al problema della sicurezza». Nel 2005, ha ricostruito ancora Giorgio Oppi, «si tentò una nuova eliminazione della vigilanza che fu però bloccata da una mozione votata all’unanimità dal Consiglio; a questo punto è necessario che l’assessore riferisca in Aula al più presto, per trovare prima una soluzione e poi, eventualmente, pensare ad altri provvedimenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, riferendosi ad un emendamento sulla legge in discussione che presenta forse alcuni profili di inammissibilità, ha chiesto che in ogni caso il testo sia distribuito, confrontandosi con gli uffici sulle parti che occorre approfondire.

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), prendendo spunto dalla recente ricorrenza dell’8 marzo dedicata alla giornata internazionale della donna, ha lamentato che «dal 2017 i centri antiviolenza del Sud Sardegna sono bloccati e la situazione è incresciosa, riteniamo sul punto che l’assessore della Sanità abbia precise responsabilità e chiediamo perciò chiarimenti urgenti, possibilmente alla fine dei lavori».

Illustrando il disegno di legge all’ordine del giorno, il relatore Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «la legge proposta dalla Giunta ed approvata dalla commissione con l’astensione della minoranza parte dall’esigenza di rimuovere una disparità di trattamento fra i canoni delle attività di acquacoltura a seconda della forma societaria degli operatori interessati, eliminando il privilegio concesso alle cooperative». Il tema è stato ora risolto con il nuovo testo, ha sostenuto Lotto, «che prevede un trattamento equo per tutti gli operatori del settore e, in più, viene introdotta una nuova disciplina della concessioni per le autorizzazioni alla pesca professionale e sportiva; in particolare l’elemento qualificante è la semplificazione delle procedure per la pesca sportiva, nel senso che non verrà più richiesto il tesserino ma basterà un semplice versamento con allegato il documento di identità». Quanto alla pesca subacquea, ha concluso, «si dà mandato alla Giunta di predisporre norme specifiche da sottoporre poi alla commissione».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha ricordato che «la commissione ha insistito su alcuni aspetti positivi, fra i quali l’assenza di norme sanzionatorie, riscontrando però che manca uno sguardo rivolto ad una realtà che chiedeva sburocratizzazione ed inoltre restano alcune criticità come l’aver trascurato pescatori disabili, il riferimento alle zone di riposo biologico, ad organismi di supporto tecnico scientifico, alla definizione del ruolo di associazioni sportive, a nuovi spazi per la gestione della fauna ittica ed acquatica». In sostanza, ha sintetizzato, «dietro lo sport ci sono opportunità di iniziative economiche che vanno considerate a cominciare dalla pesca a pagamento, soprattutto nelle aree interne».

Piermario Manca, del Pds, ha parlato di «una legge che la Sardegna aspettava però, rispetto alla mozione dell’aprile scorso con cui il Consiglio ha assegnato priorità alla pesca in Sardegna, la legge non basta perché siamo convinti che debba essere istituita una direzione generale all’interno dell’assessorato e dare nuovo slancio al settore che merita una sua identità; è una richiesta del Pds che intendiamo ribadire».

Il consigliere Gennaro Fuoco (Misto), ha osservato che «nei prossimi mesi si renderà necessario affrontare una volta per tutte la questione del demanio marittimo a 70 anni dallo Statuto speciale che, peraltro, lo definiva di pertinenza dello Stato, mentre in Sicilia e Friuli – Venezia Giulia è di competenza della Regione». E’ una questione fondamentale, a giudizio di Fuoco, «perché nella nostra Regione una intera macchina amministrativa opera nel settore senza averne titolarità e goderne i proventi economici e le stesse concessioni per la pesca producono risorse che vanno allo Stato; questo aspetto va modificato, possibilmente prima della legislatura, insieme ad una normativa a tutto campo che riguardi anche le concessioni delle spiagge e turistiche».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, rilanciando i temi di un recente dibattito cui partecipò anche l’assessore, ha criticato «il mancato approccio moderno ai problemi della pesca in Sardegna, che presuppone anche l’adeguamento degli organici e la definizione di nuovi compiti e strategie». In Sardegna, ha aggiunto, «abbiamo il 70% delle zone umide d’Italia e quindi la presenza della pesca nelle acque interne, accanto a quella tradizionale e quella di altura appannaggio di altre marinerie, insomma c’è un intero settore da riordinare e rispetto a questi dati di fatto la legge è insufficiente». Da parte nostra, ha detto ancora Dedoni, «abbiamo sollecitato spesso la maggioranza ma purtroppo le cose non sono cambiate, resta il fato che serve una nuova normativa più ampia ed organica per inserire la pesca all’interno del comparto agro alimentare e dare finalmente un esempio di buona politica alla Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver valutato positivamente che approva in Aula il tema della pesca dopo che è stato trascurato per 4 anni, ha dichiarato che «la legge si limita ad intervenire su un problema di particolare (comunque importante) ma non offre quella visione di insieme di cui la Sardegna ha bisogno, basti pensare che un anno fa il governo nazionale ha chiesto alla Sardegna di dotarsi di una carta vocazionale, cioè il piano regolatore della pesca, e avremmo dovuto farlo presto e bene perché siamo un’Isola». La Sardegna non ha grandi numeri, solo 2000 marinerie, ed importiamo l’80% del prodotto che consumiamo, significa che ci sono spazi di crescita enormi che vanno sfruttati, attraverso una legge specifica in grado di sostenere le imprese del settore».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha espresso condivisione per l’emendamento del collega Gianfranco ongiu, a suo avviso coerente con la volontà del Consiglio di istituire una direzione generale dedicata alla pesca. Finalmente, ha commentato, «la Regione ha una legge moderna rivolta ad un comparto per il quale si è fatto qualcosa ma occorre fare molto di più allargando il campo di intervento ad una normativa organica anche a tutela della grande qualità del nostro prodotto». Abbiamo vietato la pesca ai ricci con la canna, ha concluso, «è un paradosso ma fa capire che ci dobbiamo muovere in maniera molto più incisiva».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, nel merito della legge, ha ribadito il suo no alle sperequazioni ed il suo all’apertura ad imprese non cooperative, affermando che a suo giudizio «resta comunque in ombra il principio di programmazione più volte richiamato nella relazione, cioè il punto è che le nostre imprese della pesca non vengano pregiudicate, per esempio nell’accesso alla finanza pubblica soprattutto di fonte europea». Pensiamo in Sardegna le migliori politiche per rilanciare il settore sottraendolo all’assalto di marinerie più evolute, ha poi auspicato Gianfranco Congiu, «senza dimenticare che se altri hanno raggiunto questi traguardi significa che hanno lavorato bene; è la strada da seguire e dobbiamo tracciarla ora che in sede comunitaria si discutono le scelte del settore». Gianfranco Congiu, infine, si è soffermato ancora una volta sulla la mozione votata a larga maggioranza dal Consiglio per istituire una direzione generale ad hoc per la pesca: «dobbiamo muoverci concretamente su questa strada e, per quanto riguarda il mio emendamento mi riservo di presentare una proposta orale più snella».

Dopo l’on. Gianfranco Congiu ha preso la parola l’on. Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Mi fa piacere che questo provvedimento di legge stia destando l’attenzione del Consiglio, che sta dibattendo sul settore pesca nel suo complesso. E’ importante che ci si ponga oggi il problema di gestire dentro l’assessorato dell’Agricoltura la pesca nel suo complesso come un settore economico. Lavoriamo insieme da oggi per mettere in piedi nelle prossime settimane un disegno di legge complessivo e nel frattempo approviamo questo provvedimento tampone».  

Per Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, secondo cui «stiamo perdendo un’occasione: questo provvedimento avrebbe avuto una funzione maggiore se avessimo considerato quanto dice il DM 2016 quando si parla delle 12 miglia nautiche dalle proprie linee di base. Se noi siamo davvero una regione autonoma e speciale dobbiamo usare i nostri poteri sino in fondo. Possiamo riferire anche alle acque interne il concetto di piccola pesca e di pesca artigianale? Possiamo davvero appellarci a vari aspetti positivi del decreto ministeriale che ho citato prima».

Ha preso poi la parola l’assessore Pierluigi Caria, che ha risposto a tutti i rilievi dei consiglieri regionali intervenuti in precedenza. «Auspico che ci sia una direzione generale della Pesca o comunque di un servizio rafforzato all’interno dell’assessorato, visto che di pesca per la Regione oggi si occupano soltanto nove persone, nonostante alti fatturati e un importante numero di addetti».

L’assessore ha ricordato che «quest’anno sono arrivate dai pescatori richieste di finanziamento per circa 20 milioni, molto più rispetto che in passato» e ha aggiunto: «Siamo intervenuti con questo provvedimento per eliminare una disparità di trattamento a seconda della veste giuridica che si utilizza, tra coop e società di capitali. Dobbiamo evitare il rischio che qualche azienda della pesca chiuda e dovevamo disciplinare il canone di concessione dell’area demaniale oltre ad alcuni aspetti burocratici. Certo, l’obiettivo è riformare tutto il settore come da più parti l’Aula sta sollecitando: io sono favorevole a lavorare a una proposta generale per il comparto, anche per il tema del fermo biologico e della pesca del tonno, del corallo e dell’aragosta. Oggi, intanto, risolviamo questi problemi».

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e sull’articolo 1 l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha presentato un emendamento orale, l’articolo 1 bis, che prevede entro tre mesi che l’assessore Pierluigi Caria proponga l’istituzione della Direzione generale della pesca, acquacoltura e politiche del mare all’interno dell’assessorato all’Agricoltura. 

L’on. Alessandra Zedda (FI) a nome del gruppo ha espresso parere favorevole all’emendamento Gianfranco Congiu e così il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Luigi Crisponi e l’Udc con l’on. Gianluigi Rubiu. Favorevole anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), il Psd’Az con l’on. Angelo Carta e anche l’on. Luigi Lotto per il Pd, che ha auspicato  a breve un provvedimento di riordino del settore, non solo l’istituzione della direzione generale.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis.

L’articolo 2 è stato messo in discussione con cinque emendamenti, i primi quattro a firma di Forza Italia e l’ultimo a firma del Pd.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha accolto l’invito al ritiro dei quattro emendamenti. L’articolo 2 è stato approvato e così l’emendamento aggiuntivo 5, relativo «alle persone con disabilità e con disagio economico, agli ultrasettantenni e ai minori».

Sull’articolo 3 è intervenuto l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha manifestato perplessità sulla norma. Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha contestato la norma, sostenendo che «non dice nulla ma delega nei fatti l’attività legislativa alla giunta regionale». 

L’assessore Pierluigi Caria e l’on. Luigi Lotto (Pd) hanno difeso il richiamo alla normativa nazionale e le direttive della Giunta che saranno sottoposte al parere della commissione. L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha ribadito: «Siamo davanti a una delega totalmente in bianco  verso la giunta regionale. Dobbiamo essere consapevoli di questo e del rischio che la materia della pesca subacquea non sia modernizzata”. L’assessore Pierluigi Caria ha difeso ancora l’articolo 3, “sul quale il Consiglio esercita la sua vigilanza nell’ambito delle norme nazionali e comunitarie».

L’articolo 3 è stato approvato e così l’articolo 4.

Sull’articolo 5 l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato della necessità di una copertura finanziaria per la legge mentre l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha replicato: «Questo provvedimento era necessario e porterà denaro, poco o molto non lo so, nelle casse della Regione. Non capisco lo spirito della opposizione di qualcuno in quest’Aula».

L’articolo 5 è stato approvato e così il 6.

L’Aula ha poi approvato il testo finale della legge.

Il relatore di maggioranza, Mario Tendas (Pd) ha illustrato iter consiliare e contenuti del disegno di legge n. 440 (Istituzione dell’Anagrafe regionale degli studenti) che su proposta della Giunta ha come obiettivo la tracciabilità dei percorsi scolastici dei singoli studenti al fine di combattere la dispersione scolastica. Il consigliere Tendas ha inoltre evidenziato la condivisione della Seconda commissione consiliare ed ha evidenziato alcuni correttivi apportati al testo dell’esecutivo per rendere il provvedimento più funzionale e snello e adeguarlo alle recenti disposizioni contenute all’interno dei decreti sulla buona scuola.

In ordine alla dotazione finanziaria, Mario Tendas, ha ricordato le  difficoltà di copertura con l’impiego delle risorse europee ed ha quindi confermato l’impiego di fondi regionali: «La quantificazione finanziaria è stata stabilita in modo da consentire il primo avvio del sistema dell’anagrafe studenti ed è pari a complessivi 120mila euro». L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato che “l’’istituzione dell’anagrafe degli studenti deve contenere gli elementi conoscitivi necessari a garantire, a livello regionale, l’adempimento delle competenze in materia di diritto-dovere all’istruzione e la valutazione delle politiche in materia secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 75 del 2005”. «Il provvedimento di cui si auspica l’approvazione in Consiglio – ha concluso Mario Tendas – è utile a monitorare l’abbandono scolastico in tempo reale, rilevando quell’insieme di segnali e campanelli d’allarme rappresentati da assenze reiterate e frequenti, interruzioni di percorso, bocciature e mancata acquisizione di competenze che conducono all’insuccesso scolastico e all’abbandono prematuro della scuola o di altri canali formativi».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso vivo apprezzamento per le previsioni normative contenute nel Disegno di legge n. 440 “perché ci aiuta a contrastare il triste fenomeno della dispersione scolastica”. L’esponente della maggioranza ha dunque evidenziato i positivi risultati ottenuti negli ultimi due anni in termini di riduzione del tasso di dispersione scolastica in Sardegna ed ha definito l’anagrafe degli studenti “lo strumento utile per programmare rete scolastica e edilizia e monitorare carriera scolastica dei nostri giovani”. La consigliera del Pd ha inoltre ricordato l’emendamento presentato dalla Seconda commissione per ampliare la platea dei  soggetti iscritti all’anagrafe, comprendendo anche i bimbi  da zero a sei anni, per intercettare precocemente i segnali della povertà educativa in relazione alla presenza di nidi e scuole dell’infanzia. La consigliera Pinna ha concluso ribadendo che “combattere la povertà educativa in Sardegna resta una priorità”.

L’assessore della Pubblica Istruzione, Giuseppe Dessena, ha ricordato l’obiettivo dell’esecutivo e della maggioranza («abbattere la dispersione scolastica») ed ha evidenziato l’investimento di 80 milioni di euro nel quadriennio per ridurre il tasso di dispersione scolastica che negli ultimi due anni si è ridotto di 5.3 punti percentuali. «Con l’istituzione dell’anagrafe degli studenti – ha concluso Dessena – potremo disporre della mappatura del percorso di studi dei ragazzi e interfacciare l’anagrafe con tutte le altre anagrafi esistenti, superando gli ostacoli imposti dalle norme sulla privacy».

Approvato il passaggio agli articoli, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha dato il via libera all’articolo 1 (Istituzione); articolo 1 bis (finalità); soppresso in commissione l’articolo 2 è stato approvato l’articolo 3 (Tipologia e gestione dei dati); l’articolo 4 (Modalità di funzionamento e processo di implementazione e integrazione del sistema informativo) e l’articolo 5 (Norma finanziaria).

Votato il testo finale della legge con 33 favorevoli e 10 astenuti l’Aula ha quindi approvato anche il  documento n. 19, inerente il Programma delle attività del Corecom per l’anno 2018, dopo che il capogruppo del Psd’Az-La base, Angelo Carta, ne aveva illustrato i contenuti evidenziando le voci ridefinite in sede di Seconda commissione (la voce “Rimborsi spese e missioni” da euro 20.000 a euro 10.000; – la voce “Dotazione per postazioni conciliazione decentrata” da euro 35.000 a euro 20.000; – la voce “Oneri per convenzioni enti locali, università e tirocini” da euro 35.000 a 20.000; – la voce “Oneri per le verifiche previste dalla L.R. n. 3 del 2015” da euro 10.000 a euro 7.500; – la voce “Spese postali” da euro 1.000 a euro 0; – la voce “Abbonamenti a riviste e acquisto di libri” da euro 3.000 a euro 2.000; – la voce “Comunicazione istituzionale” da euro 10.000 a euro 2.000; – la voce “Iniziative, studi e ricerche connessi all’attività istituzionale” da euro 30.000 a euro 12.500; – la voce “Spese varie ed impreviste” da euro 15.000 a euro 5.000).

Dopo una breve sospensione dei lavori sono state poste in discussioni le mozioni n. 374 e n. 265 sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps e sulle sue ripercussioni in Sardegna.

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha illustrato la mozione 374, ed ha ripercorso le varie fasi della riorganizzazione dell’Inps ed ha enunciato compiti e funzioni dell’ente nonché  i principali servizi erogati dall’istituto nazionale della previdenza rimarcando “i timori e le preoccupazioni che si vanno manifestando in Sardegna per la possibile chiusura di  18 sportelli Inps, nei centri delle cosiddette zone interne dell’Isola”. «Sarebbe lo smantellamento dei servizi dello Stato nelle zone più deboli della Sardegna – ha concluso la consigliera Forma – e gli indicatori nazionali non possono essere applicati alla realtà sarda, pena la sottrazione di servizi essenziali per i nostri territori».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto, ha quindi chiesto il rinvio della discussione della mozione sulla Saremar ed il presidente del Consiglio, dopo aver accordato alla richiesta, ha concesso la parola al consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, per l’illustrazione della mozione n.265 sempre sulla riorganizzazione delle sedi Inps. L’esponente della minoranza ha quindi criticato con veemenza le decisioni dello Stato e dell’Inps tendenti alla chiusura di presidi fondamentali nelle nostre comunità ed ha inviato l’esecutivo regionale ad azioni forti e conseguenti per scongiurare lo smantellamento dei servizi vitali. «Non c’è stato il sostegno energico e vigoroso della Giunta alle proteste delle nostre comunità – ha tuonato Crisponi – e lo spopolamento è anche figlio di una politica regionale troppo morbida nei confronti dello Stato». Il consigliere dei Riformatori sardi ha concluso il suo intervento con l’invito all’assessore Spano perché “faccia valere nel confronto con il governo e con l’Inps il drammatico appello del Consiglio per salvare i servizi nelle zone interne dell’isola e scongiurare così una vera e propria bancarotta sociale”.

Ha quindi preso la parola il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) che ha denunciato un evidente arretramento dello Stato nell’Isola: «La chiusura delle sedi Inps arriva dopo quella della caserme dei carabinieri e della polizia e di alcuni uffici postali. Provvedimenti che non fanno altro che acuire il dramma dello spopolamento di cui tutti parlano ma che nessuno ha il coraggio di affrontare con decisione. La verità è che si dirada la presenza dello Stato in Sardegna con il venir meno di servizi pubblici essenziali».

Tedde ha poi ricordato di aver presentato lo scorso anno, insieme al Gruppo di Forza Italia, un’interrogazione analoga per lamentare la chiusura di alcuni uffici postali senza ottenere risposta dalla Giunta Pigliaru: «Oggi si parla di altro, il problema si sta allargando. Non è accettabile che le sedi Inps vengano trasformate in punti d’ascolto. La Sardegna è la seconda regione italiana per estensione territoriale con una rete viaria insufficiente. Regione e Consiglio devono aprire una vertenza con lo Stato, un braccio di ferro deciso. Non si può sempre parlare di chiusure. Occorre affrontare il problema una volta per tutte nella sua complessità. Lo spopolamento continua a crescere. Non può essere mitigato, come sostiene qualcuno, con l’arrivo dei migranti, serve una forte presenza dello Stato che crei economia e ricchezza».

Secondo Piermario Manca (Pds) «il livello di civiltà di un popolo si misura dalla qualità e quantità dei servizi offerti. Risulta indubbio che in Sardegna stiamo regredendo, c’è un arretramento generale dello Stato».

Piermario Manca ha evidenziato le palesi differenze sociali tra la Sardegna e il resto d’Italia: «La popolazione invecchia e si concentra nelle città – ha detto il consigliere del Partito dei Sardi – se si continua così si condanna l’Isola all’oblio. Non è accettabile un arretramento dello Stato di queste dimensioni, non abbiamo strumenti per contrastare lo spopolamento. Questo fenomeno si combatte solo con il presidio del territorio. Occorre attivare tutte le pressioni possibili nei confronti dello Stato perché siano garantiti i servizi essenziali».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, condividendo l’impostazione della mozione presentata dalla collega Daniela Forma (Pd), ha rivendicato la necessità di un rafforzamento della presenza dello Stato nell’Isola.

Rivolto all’on. Luigi Crisponi ha detto: «Senza polemica vorrei ricordare che l’iniziativa di sopprimere le province è stato l’inizio di una sottrazione di servizi. Il venir meno delle funzioni svolte dalle istituzioni periferiche ha contribuito a creare la situazione attuale».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha auspicato la presentazione di un ordine del giorno unitario con l’inserimento di ulteriori due punti rispetto a quelli contenuti nelle mozioni: l’acquisizione del piano di ristrutturazione dell’Inps e la possibilità di presentare osservazioni da parte delle regioni interessate dai tagli sentendo i comuni interessati.

L’assessore Filippo Spanu, dopo aver ringraziato i presentatori delle mozioni, ha rivendicato la bontà dell’azione portata avanti dalla Giunta nei confronti del governo centrale. «Battere il pugno sul tavolo può servire a dare visibilità all’impegno della Regione ma non basta – ha detto Filippo Spanu – occorre avere numeri da spendere, unità d’intenti e  capacità di intavolare una trattativa per far valere i nostri interessi».

Filippo Spanu ha poi ricordato che non è la prima volta che la Giunta si occupa di Inps: «Lo abbiamo fatto a inizio legislatura affrontando una situazione simile. Allora la razionalizzazione mandata avanti dall’Istituto di previdenza ha generato alcuni benefici. Con l’impegno delle amministrazioni locali si sono evitate chiusure di uffici attraverso operazioni di risparmio. Sei o sette sedi dell’Inps hanno ottenuto canoni più bassi o comodati gratuiti e in cambio hanno mantenuto le sedi aperte. Credo che sia necessario mantenere un atteggiamento unitario, coinvolgendo le amministrazioni locali». Secondo Filippo Spanu questo è il metodo da seguire, una scelta che finora ha dato buoni frutti: «E’ accaduto sulle Camere di Commercio (con il mantenimento di tre sedi su quattro in Sardegna) o con l’accordo sulla sicurezza stipulato con il ministero degli Interni. In questo caso non si parla di arretramento ma di avanzamento dello Stato con la previsione di un potenziamento dei presidi della forza pubblica e la riapertura della caserma della Guardia di Finanza a Macomer».

Filippo Spanu ha poi rivelato l’avvio di una trattativa con il Governo e con la sede centrale dell’Istituto di previdenza: «C’è un confronto in atto che parte da una serie di indicatori e tematiche (vecchiaia, difficoltà viaria, infrastrutturazione digitale) – ha detto Filippo Spanu – contiamo di portarlo avanti lavorando a stretto contatto con le amministrazioni locali».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per la replica.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha mostrato apprezzamento per le parole dell’assessore e si è detta favorevole a una sintesi tra le due mozioni con l’inserimento di alcune integrazioni. «Accolgo con favore i suggerimenti dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) sulla richiesta di acquisizione del Piano di ristrutturazione dell’Inps e sul coinvolgimento degli enti locali – ha affermato l’esponente del Pd – inserirei anche una richiesta di potenziamento dell’organico dell’Inps in Sardegna. Nell’ultimo triennio sono andate in pensione 15 persone e non sono state sostituite, altre 20 usciranno nel 2018. L’Istituto di previdenza ha bandito un concorso per 365 funzionari, approfittiamo dell’interlocuzione con il governo per richiedere da subito il rafforzamento dell’organico nell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) si è detto favorevole alla presentazione di un ordine del giorno unitario chiedendo la di rimandare la presentazione del testo alla seduta di domani mattina.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta e convocato il Consiglio per domani alle 10.00, annunciando che, al termine della seduta mattutina, la Conferenza dei Capigruppo incontrerà una delegazione dei lavoratori ex Hydrocontrol e Sigma.

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«Il gruppo consiliare regionale aderente a LeU è pienamente consapevole che il risultato di 1.100.000 voti presi alle ultime elezioni non sia quello auspicato e che con tanta fatica e impegno si è cercato di raggiungere in campagna elettorale. È altrettanto consapevole, però, che possa essere un punto di partenza importante per la nascita di un soggetto unitario. Per questo motivo il gruppo consiliare chiede ai dirigenti nazionali di Liberi e Uguali di aprire una fase congressuale che possa portare ad un partito del lavoro, dei territori e delle periferie.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali Daniele Cocco Secondo, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda.

«Abbiamo il dovere di ridare vita a un vero partito di sinistra, autonomista, per i diritti e contro ogni discriminazione – concludono Daniele Cocco Secondo, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda -. Il lavoro non è finito, anzi, è appena iniziato.»

                 

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Pino Cabras.

Pino Cabras, candidato del Movimento 5 Stelle, ha stravinto nel collegio uninominale della Camera dei deputati di Carbonia. Nelle 332 sezioni, Pino Cabras ha ottenuto 80.510 voti, il 45,78%, 15,19 punti avanti a Viviana Lantini, candidata della coalizione di centrodestra, che ha ottenuto 53.803 voti, il 30,59%. Distanziatissima Romina Mura, candidata della coalizione di centrosinistra, che nelle 206 sezioni ha ottenuto 26.653 voti, il 15,15%.

Nella tabella del ministero dell’Interno, i dati lista per lista, candidato per candidato.

Sezioni: 332/332 (Tutte)
Candidati uninominali e liste Voti %
PINO CABRAS ELETTO 80.510 45,78
MOVIMENTO 5 STELLE MOVIMENTO 5 STELLE 80.510 45,78
VIVIANA LANTINI 53.803 30,59
FORZA ITALIA FORZA ITALIA 24.273 13,80
LEGA LEGA 19.537 11,11
FRATELLI D'ITALIA CON GIORGIA MELONI FRATELLI D’ITALIA CON GIORGIA MELONI 6.485 3,68
NOI CON L'ITALIA - UDC NOI CON L’ITALIA – UDC 3.508 1,99
ROMINA MURA 26.653 15,15
PARTITO DEMOCRATICO PARTITO DEMOCRATICO 22.343 12,70
+EUROPA +EUROPA 3.027 1,72
CIVICA POPOLARE LORENZIN CIVICA POPOLARE LORENZIN 642 0,36
ITALIA EUROPA INSIEME ITALIA EUROPA INSIEME 641 0,36
LUCA PIZZUTO 6.054 3,44
LIBERI E UGUALI LIBERI E UGUALI 6.054 3,44
FABRIZIO PALAZZARI 2.790 1,58
AUTODETERMINATZIONE AUTODETERMINATZIONE 2.790 1,58
SIMONA DEIDDA 1.670 0,94
POTERE AL POPOLO! POTERE AL POPOLO! 1.670 0,94
SARA ELENA SAIU 1.569 0,89
CASAPOUND ITALIA CASAPOUND ITALIA 1.569 0,89
GIANNETTO SOI 1.106 0,62
PARTITO COMUNISTA PARTITO COMUNISTA 1.106 0,62
MARIA ELISABETTA GOVERNATORI 1.042 0,59
IL POPOLO DELLA FAMIGLIA IL POPOLO DELLA FAMIGLIA 1.042 0,59
ANNALISA MACCIONI 643 0,36
PARTITO VALORE UMANO PARTITO VALORE UMANO 643 0,36
TOTALE Uninominale 175.840 100,00
Proporzionale 175.840
Elettori: 273.604 | Votanti: 181.083 (66,18%) Schede non valide: 5.119 ( di cui bianche: 1.573 ) Schede contestate:124 | Dato aggiornato al 05/03/2018 – 15:30

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Si è svolta stamattina nella sede della Presidenza della Regione Sardegna una riunione informale sulla vertenza di diversi lavoratori dell’ex Saremar che non sono stati presi in carico dalla Delcomar secondo gli accordi che erano stati stipulati.

All’incontro erano presenti i rappresentanti del comitato dei lavoratori, il sindaco di Carloforte, il capo di gabinetto del presidente Francesco Pigliaru, Gianluca Serra, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto, i rappresentanti dell’assessorato dei Trasporti e dell’Aspal.

Tutti hanno convenuto sull’urgente necessità di dare risposte adeguate per risolvere rapidamente il problema posto dai lavoratori secondo quanto stabilito dalle disposizioni normative.

Sono state prese in esame alcune soluzioni che potranno essere concretizzate in tempi ragionevoli e considerata l’urgenza sono già state programmate per le prossime settimane due riunioni operative.

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Hanno giurato oggi nell’Aula di via Roma, due nuovi consiglieri regionali: Valerio Meloni (Pd) e Gian Filippo Sechi (Udc). La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proceduto alla surroga del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, recentemente deceduto. Al suo posto è subentrato il primo dei non eletti Gian Filippo Sechi. Successivamente l’Assemblea ha esaminato le dimissioni del consigliere del Pd Salvatore Demontis. Le sue dimissioni sono state accolte con votazione a scrutinio segreto, nella quale si sono espressi a favore 25 consiglieri, 20 hanno votato contro e 3 sono stati gli astenuti, i consiglieri Christian Solinas del Psd’az, Paolo Dessì del Misto e Alessandro Unali del Pds. Al termine dello scrutinio il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per convocare la Giunta per le elezioni che dovrà indicare il sostituto di Salvatore Demontis.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura della delibera della Giunta per le elezioni cui è stato indicato Valerio Meloni come subentrante.

Conclusi gli adempimenti legati alla composizione dell’Assemblea,il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 483 (disposizioni urgenti in materia di elezioni dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali).

Poco dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso la sua difficoltà a stare in Aula, «come tanti altri consiglieri impegnati in campagna elettorale», senza la presenza dell’assessore dell’Agricoltura «che deve riferire all’Aula la situazione dell’Aras, il mancato trasferimento dei fondi a Laore, e le difficoltà dei lavoratori Apa 7 dei quali, in queste ore, hanno ricevuto lettere di licenziamento, fatto di inaudita gravità». Su questi temi, ha sostenuto, «c’è la sensibilità dei colleghi di tutti gli schieramenti per cui il Consiglio deve occuparsene con urgenza e dare risposte chiare». Chiedo quindi, ha concluso, «un incontro dell’assessore con i lavoratori, anche dopo i lavori del Consiglio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che «sui problemi di Aras il Consiglio ha lungamente dibattuto e c’è anche una proposta di legge del Pd sulla stabilizzazione, per cui nostro orientamento è da sempre favorevole come abbiamo ribadito anche recentemente in sede di conferenza dei capigruppo». Stiamo parlando, ha aggiunto Cocco, «di un patrimonio professionale notevole della Regione che opera in tutti i territori della Sardegna, i cui costi sono sostenuti da fondi regionali così come per l’Apa; il problema riguarda la definizione delle procedure, in tempi molto rapidi, tenendo conto delle novità normative nel frattempo intervenute anche a livello nazionale».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che, sulla vicenda, «ci sono percorsi avviati ma non conclusi da troppo tempo; ora occorre accelerare nel rispetto della volontà di tutto il Consiglio perché non si tratta di argomenti da campagna elettorale ma di problemi seri che riguardano la comunità regionale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «è il momento di mettere a regime quei lavoratori che hanno fornito alla Regione un servizio fondamentale per la tenuta del sistema agricolo sardo; ne parliamo da molte legislature senza risultati ed è giunto il momento di decidere, senza dimenticare la riforma complessiva degli enti regionali agricoli che ad oggi producono solo burocrazia».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha ricordato che, oltre alla legge che va applicata, «vi sono comportamenti adottati in senso positivo in altre situazione uguali e simili, come per esempio i lavoratori del San Giovanni Battista di Ploaghe, questi lavoratori sono retribuiti quindi l’intervento è a costo zero per la Regione».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) ha manifestato il suo  dispiacere nel vedere il Consiglio regionale continuare una discussione «a 9 anni dall’applicazione della legge che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori all’interno di Laore; non è giusto, insomma, che un problema del genere si lasci morire nella disattenzione di ben due esecutivi, a questo punto se la legge non va bene si cambi, altrimenti la si applichi, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso la richiesta di un confronto con l’assessore dell’Agricoltura in Aula, ricordando che Consiglio ha fatto grandi sforzi per approvare il bilancio in tempi regolari mentre poi, da 2 mesi, i lavoratori non ricevono lo stipendio». L’Unione europea, ha proseguito, «ha cambiato alcune normative sugli alberi genealogici e può essere una buona occasione per decentrare tutte le competenze in Sardegna».

Il neo consigliere Valerio Meloni ha dichiarato che «l’ampio consenso sui problemi dei lavoratori Aras ed Apa, manifestato in numerose occasioni, riguarda in realtà un percorso (attraverso interlocuzioni con associazioni di categoria e lavoratori) per la ricerca delle migliori soluzioni». In altre parole, a giudizio di Valerio Meloni, «la volontà comune c’è ma occorre stare dentro il tetto delle assunzioni imposto dal Governo nazionale».

Giovanni Satta, del gruppo Misto, si è detto «allibito perché su questo argomento non c’è niente di politico, Pietro Pittalis ha parlato di 7 lettere di licenziamento e vorremmo che fosse data una risposta a questi lavoratori che, come tanti altri, hanno operato al servizio della Regione per decine di anni: la Regione è in ritardo, anche rispetto lle tendenze nazionali di riforma e non c’è dubbio che gli assessori Raffaele Paci e Pierluigi Caria debbano dare risposte chiare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha criticato in modo forte la «rincorsa ai licenziamenti fino a portare in Aula in modo inaccettabile il dibattito; è necessaria la presenza del’assessore e c’è anche una nostra mozione sulla quale non torniamo indietro e riguarda la mancata disponibilità di fondi presso Laore». La cosa più grave, secondo Congiu, «è che i licenziamenti vengono pensati altrove e questo mi fa rabbrividire, pur essendo la Regione una sorta di socio di maggioranza». «Oggi – ha concluso Gianfranco Congiu – il quadro legislativo consente di accentrare in Sardegna queste competenze e io sono stufo di subirle».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci, dopo aver annunciato la disponibilità dell’assessore Caria al confronto in Aula, ha annunciato che «i pagamenti destinati a Laore per il pagamento degli stipendi ai lavoratori sono stati formalizzati il 13 febbraio scorso, per cui gli stipendi arriveranno con sollecitudine, fermo restando che i tempi tecnici del dopo finanziaria sono quelli che sono». «Per il resto – ha aggiunto Raffaele Paci – si sta lavorando ad una riforma complessiva di unificazione di Ara ed Apa nel cui ambito sarà affrontato il problema delle stabilizzazioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito di non aver detto niente sul merito delle questioni insistendo però sulla richiesta di confronto con l’assessore perché, ha nuovamente sottolineato, «in ballo ci sono 350 posti in organico che non vorrei fossero già assegnati in altri settori, a parte il fatto che commissari gestiscono la situazione da Roma mentre qui i licenziamenti intanto vanno avanti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che gli uffici stanno verificando la disponibilità dell’assessore Pierluigi Caria a partecipare ai lavori dell’Aula.

Poco dopo il Consiglio ha cominciato l’esame del disegno di legge 483 sulle elezioni delle Province e dei Consiglio provinciali, sulla base dell’art. 102 del regolamento e di un accordo unitario dei capigruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha brevemente riassunto i termini della questione ricordando che, rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2017, «si è registrato il ricorso di alcuni Sindaci i quali, di fronte alla scadenza, hanno sostenuto che non avrebbero potuto partecipare e quindi essere rappresentanti; per questo spostare termine è quanto mai opportuno, magari prolungando la scadenza di 45-120 giorni». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è condivisibile la proposta all’attenzione del Consiglio «che rende giustizia e riporta la democrazia nel sistema Province che era venuta meno con lunghi commissariamenti». Abbiamo contrastato la scadenza del 31 dicembre, ha affermato, «a favore di una norma sulla rappresentanza che di fatto reinserisce il 50% dei Comuni sardi; siamo poi disponibili ad individuare di comune accordo un ulteriore allungamento del termine».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Campo progressista) ha osservato che «è preferibile arrivare ad un accordo con tutti i Comuni per prolungare il termine; è vero poi che questo è un piccolo intervento su legge riforma che non deve far dimenticare la necessità di riprenderla in mano, soprattutto perché è una legge modellata sulla Delrio e sul referendum costituzionale ma le cose poi sono andate diversamente e bisogna prenderne atto con nuovi contenuti e nuove risorse».

Per il Pds il consigliere Roberto Desini ha parlato di «piccoli accorgimenti giusti per togliere le Province dalla mano dei burocrati ma è opportuno che, da qui a giugno, ci si metta al lavoro per rivedere il sistema regionale delle Province e la riforma del 2016, ormai completamente superata ma formalmente in vigore e rilevante anche dal punto di vista finanziario, perché costringe la Regione a forti interventi finanziari per consentire agli enti intermedi di chiudere i bilancio». Sono contro le elezioni di secondo livello, ha aggiunto, «perché sono una grande ipocrisia mentre tutti sanno che un Sindaco fare bene nel suo Comune e contemporaneamente nell’esecutivo provinciale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo per uno spostamento dei termini ma, ha avvertito, «senza andare troppo in là».

L’assessore Cristiano Erriu si è detto favorevole alla proposta di rinvio delle elezioni ma ha suggerito un differimento della data. «C’è la necessità di alcuni adempimenti organizzativi. Sarebbe meglio fissare le elezioni dopo il 45° giorno dal voto per il rinnovo dei consigli comunali stabilendo come termine ultimo il 15 ottobre 2018.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento ma, allo stesso tempo, ha invocato una modifica della legge di riordino degli enti locali. «L’assetto delle province deve essere rivisto alla luce dell’esito del referendum sulle province e delle indicazioni dell’Unione Europea che ha sottolineato la necessità di scegliere gli organi rappresentativi attraverso elezioni dirette e non di secondo livello. Oggi noi votiamo la proroga ma chiediamo di rimettere in discussione la legge. Le province non stanno funzionando».

La consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda ha invece annunciato la sua decisione di uscire dall’Aula e di non partecipare al voto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo mette in votazione il passaggio agli articoli. Il Consiglio ha approvato in rapida successione gli articoli 1” Modifiche all’articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2016 (presidente della provincia)” e 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale). Via libera anche all’emendamento orale proposto dall’assessore Erriu con il quale si stabilisce che la data delle elezioni dei nuovi consigli provinciali sarà fissata a partire dal 45° giorno dalla elezione dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018.

Successivamente sono stati approvati anche gli articoli 3 “Norma finanziaria” e 4 “Entrata in vigore”. Si è poi passati alla votazione del testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (46 favorevoli su 46 votanti).

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per sollecitare ancora una volta la presenza in aula dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria.

All’esponente della minoranza ha risposto il presidente Gianfranco Ganau: «L’assessore Caria si trova fuori Cagliari, gli uffici stanno contattando la sua segreteria per verificare la disponibilità ad essere presente in Aula prima della conclusione dei lavori».

Il Consiglio è quindi passato all’esame della proposta di legge n. 482 “Disposizioni varie in materia sanitaria”.

Pietro Cocco, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento, ha spiegato gli obiettivi della proposta. «Interveniamo sulla sanità convenzionata che costituisce il perno della riforma delle cure primarie. Questa proposta mette ordine sul tema delle indennità da corrispondere ai medici del 118 e di continuità assistenziale. Il comma 3 dell’art. 1 ha lo scopo di adeguare gli stanziamenti destinati al finanziamento delle indennità aggiuntive della continuità assistenziale che, nei precedenti accordi integrativi sono stati fortemente sottodimensionati».

Pietro Cocco ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento, firmato da tutti i capigruppo, che interviene sulle aziende ospedaliere e l’Ats per garantire il funzionamento dei servizi.

Augusto Cherchi (Pds)  pur riconoscendo l’urgenza di sanare una situazione sul fonte delle indennità dei medici in continuità assistenziale ha posto un problema per il futuro. «Cosa succederà da dicembre in poi? Questa legge sana una situazione pregressa. Il rischio è di pagare le prestazioni solo se effettivamente svolte. Verrà pagato solo l’atto di salire in ambulanza. Così si sminuisce il lavoro dei medici».

Per Marco Tedde (Fi) la sanità sarda attraversa un momento molto difficile. «Mancano i farmaci, gli strumenti per le sale operatorie, l’acqua calda nel reparto di neurochirurgia a Sassari. E’ un disastro totale. Da novembre dello scorso anno ci sono problemi anche nella sanità convenzionata che è un perno del sistema. Da allora l’Ats ha comunicato ai medici di base e di guardia medica la sospensione delle loro indennità. Oggi si cerca di fare una sorta di condono intervenendo sull’autonomia privata con una legge. Il problema va risolto ma con gli strumenti giusti. Intervenire con una legge su un contratto collettivo non è possibile. La Regione Sardegna non ha queste competenze».

Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Tocco (Forza Italia). «La sanità convenzionata ha un ruolo importante, in alcuni casi sta implodendo per una problematica di sistema – ha detto Tocco – la riforma ha creato un distacco completo dai territori. Perché si va avanti con gli atti aziendali senza attendere la risposta del Mef? E’ vero che si vogliono tagliare le guardie armate nelle guardie mediche?».

Critico anche l’intervento di Giorgio Oppi (Udc): «Sarebbe stato opportuno andare in Commissione prima di portare la legge in aula – ha detto Oppi – i problemi della sanità sono sotto gli occhi di tutti, da dicembre la situazione peggiorerà. Sul Mater Olbia, volete dire qualcosa? A oggi non esiste nessuna deroga, è solo un “pour parler”. Dire che si partirà a giugno è una buffonata».

Ha quindi preso la parola per la replica l’assessore alla sanità Luigi Arru: «Stiamo cercando di porre rimedio a una situazione partita nel 2017 che riguarda sia il contratto collettivo nazionale che l’integrativo regionale. La delibera vuole dare un’interpretazione corretta su ambedue. Le regioni sono state sollecitate a farlo. Riteniamo strategico il ruolo dei medici di continuità e del 118 nell’ottica dell’integrazione dei servizi territoriali e di quelli ospedalieri». L’assessore ha poi indicato gli obiettivi dell’azione della Giunta: «Vogliamo impegnare e valorizzare i giovani medici anche nelle forme contrattuali, si vuole fare ragionamento con i sindacati per valorizzare le guardie mediche nella Case delle salute. Ci interessa cambiare la modalità di fare medicina. Il disegno di legge ci permette di dare un’interpretazione alla norma nazionale. La delibera consente di chiarire molti punti e di tranquillizzare operatori che svolgono ruolo importante».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Successivamente sono stati approvati gli articoli 1 “Disposizioni in materia di sanità convenzionata” e 2 “Norma finanziaria” e i relativi emendamenti.

Il testo finale è stato approvato con 30 voti a favore su 30 votanti. 16 gli astenuti

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta annunciando che l’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria parteciperà alla Conferenza dei capigruppo convocata per le 13.30.

Il Consiglio si riunirà il prossimo 26 febbraio alle 10.30, in seduta solenne, per le celebrazioni del 70° anniversario dell’approvazione dello Statuto speciale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.