24 November, 2024
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Il gruppo di Art. 1 – Mdp ha diffuso una nota in cui esprime «forte preoccupazione per la grave decisione del Governo degli Stati Uniti di introdurre dazi sull’importazione di alcuni prodotti provenienti dall’Unione europea, come alluminio ed acciaio, e per le ripercussioni che la stessa decisione potrebbe avere in Sardegna».

«La prossima settimana – Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Emilio Zedda – presenteremo una mozione urgente rivolta al presidente della Regione per sollecitarlo ad intervenire presso il Governo e l’Unione europea allo scopo di individuare le possibili soluzioni per una vicenda che potrebbe compromettere il rilancio, già avviato, di alcuni settori industriali di interesse strategico per la Sardegna e, nel futuro, anche del comparto agro-alimentare regionale che rappresenta una delle poche realtà produttive in crescita della nostra Regione.»

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Ha registrato la partecipazione di oltre duecento persone l’assemblea su “Autonomia e Federalismo” svoltasi ieri a Ghilarza, nonostante il caldo sabato sera, con inizio del dibattito alle 15.30. Tanti altri, non potendo partecipare all’assemblea, hanno inviato l’adesione.

I partecipanti sono militanti della sinistra, per lo più aderenti al PD o a Liberi e Uguali o senza partito. Militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita ed inerte dopo la sconfitta elettorale. Si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi si è scelto Ghilarza, luogo gramsciano, fortemente simbolico.

“Sa die de sa Sardigna” ha dato lo spunto per riflettere  sui limiti dell’autonomia speciale e provare a fare i conti con il significato profondo del voto referendario del 2016 che ha nettamente bocciato una riforma costituzionale accentratrice – o comunque giudicata tale – dei poteri nello Stato o meglio, nell’esecutivo. Con quel voto, deve misurarsi la sinistra tutta, indipendentemente dal segno del voto espresso da ciascuno, singoli e gruppi politici.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista ed il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo, con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo ed indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu,  Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano.

«Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016  ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare», ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente ANCI, con una forte critica al centralismo ed alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus, segretario regionale CGIL, sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto, consigliere regionale di Leu; un giovane studente, Bruno Concas, si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai, Patrizia Desole, Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici, la parlamentare Romina Mura, il presidente regionale della lega delle cooperative, Claudio Atzori.

«Abbiamo rimesso in campo le idee autonomiste e federaliste, rimaste oscurate dal prevalente centralismo da un lato e da minoritarie aspirazioni indipendentiste, dall’altro lato. Queste idee sono attuali e feconde. Sono un progetto di lavoro e di impegno che vorremmo ritornasse ad essere la bandiera della sinistra», ha concluso Tore Cherchi a nome degli organizzatori dell’assemblea. L’impegno è quindi quello di dare continuità al lavoro su un progetto. Questo non richiede nuove  organizzazioni ma piuttosto la capacità di dibattere, agire e creare relazioni nel disperso popolo della sinistra.

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Nella seduta odierna il neo deputato del Pd, Gavino Manca, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il regolamento n.7, (Attuazione della legge regionale 23/05 in materia di organizzazione e funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concertazione. Revisione e integrazione delle norme sulle strutture per l’infanzia e istituzione delle strutture sociali “gruppo appartamento”).

Il provvedimento è arrivato in Aula con il consenso di tutti i capigruppo, in base all’art. 102 del regolamento consiliare. Il presidente ha dato quindi la parola al proponente, il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per illustrarne il contenuto.

Nella sua relazione il consigliere Luca Pizzuto, dopo aver ringraziato i capigruppo, ha affermato che la modifica del regolamento proposta ha lo scopo di «ampliare i servizi nelle aree periferiche, sostenere le donne e le famiglie, creare nuovi posti di lavoro nell’area educativa, introdurre nuove forme di tutela della salute mentale e dare vita ad una rete di attività economicamente sostenibili». Oggi in Sardegna, ha ricordato, «questi servizi forniti in spazi di piccole dimensioni che potranno accogliere da tre a cinque bambini si potranno diffondere anche nelle aree marginali, nelle campagne e nelle zone rurali a costi accessibili; quindi potranno rappresentare un mezzo di integrazione di reddito, rendere compatibili i tempi di lavoro con quelli dedicati alla famiglia ed aprire nuovi spazi per le cooperative sociali». Un piccolo atto di riforma, ha concluso, «con grandi potenzialità nel panorama regionale».

Rossella Pinna, esponente del Pd, ha sottolineato che «nidi e servizi per la prima infanzia sono essenziali per lo sviluppo della famiglie, soprattutto in Sardegna dove c’è una offerta molto bassa concentrata soprattutto nei grandi centri urbani con costi piuttosto elevati». Con il programma nazionale della “Buona scuola” si è creato un sistema integrato di servizi per la fascia da 0 a 6 anni con l’obiettivo di superare disuguaglianze e svantaggi sociali di cui soffrono molte zone periferiche come la Sardegna, introducendo inoltre una nuova idea di servizi educativi per l’infanzia che da un lato supera concetto di servizio a domanda individuale e dall’altro promuove lo sviluppo armonico dei bambini in continuità con primo ciclo istruzione, potenziando la formazione e la professionalità degli addetti». Ho però qualche preoccupazione, ha avvertito Rossella Pinna, «che si possa snaturare la fisionomia di questo servizio educativo per cui raccomanderei di restare agganciati alla norma nazionale per quanto riguarda i requisiti professionali, accelerando nello stesso tempo l’utilizzo fondi europei che in questo caso possono essere utili non solo per migliorare la condizione donne ma anche per sanare le disparità territoriali e contrastare lo spopolamento».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di un «tema delicato ed importante orientato verso forme di civiltà evolute che, fra gli altri, ha il merito di per insegnare ai giovani il rispetto reciproco in un ambiente familiare e favorisce un modus vivendi al passo con i tempi, coerente con le esigenze affettive, di educazione e soprattutto di integrazione delle famiglie, diffondendo un positivo spirito di comunità in zone dove non ci sono strutture pubbliche, in una sorta di continuità con famiglie di appartenenza». Alessandra Zedda ha poi espresso una valutazione positiva sui requisiti professionali degli addetti perché, ha osservato, «anche questo potrà contribuire a qualificare un lavoro che si inserisce in una fase fondamentale per la crescita della persona, nell’ottica di un miglioramento complessivo qualità della vita che segna un cambio di passo nell’applicazione della legge regionale 23». Si va configurando infine, ha concluso, «un nuovo sistema di relazioni interpersonali anche nelle comunità più lontane e svantaggiate, definendo un modello particolarmente adatto per la Sardegna».

Successivamente il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del provvedimento, che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Gavino Manca, recentemente eletto alla Camera dei deputati, ha annunciato le sue dimissioni «dalla casa di tutti i sardi», ha detto fra l’altro, «dove ho conosciuto problemi e speranze di tante persone, cercando di fare e dare il massimo con atti concreti». Dopo aver ringraziato tutti i consiglieri, il presidente dell’Assemblea, il capogruppo del Pd, presidente giunta e gli assessori, Gavino Manca ha rivolto un pensiero particolare al collega Franco Sabatini per i 15 anni di lavoro comune. Soffermandosi sul suo ruolo di presidente della commissione Cultura, Gavino Manca, ha espresso dispiacere per non essere riuscito a portare il testo in Aula dopo un lavoro durato 2 anni. Si tratta di un tema, ha affermato, «che tocca tutti i sardi in profondità ed auspico che, anche per questo, il Consiglio lo possa migliorare ed approvare con spirito unitario». Il Consiglio, ha aggiunto avviandosi alla conclusione, «è spesso circondato da discredito ma la politica è un’altra cosa, un inesauribile confronto fra opinioni diverse che non ammette scorciatoie, nemmeno quelle di internet». Sarò deputato in una fase eccezionale della vita italiana, ha concluso Gavino Manca, «ma mi batterò sempre per il bene della Sardegna»

Il presidente Gianfranco Ganau, nel prendere atto a nome del Consiglio delle dimissioni di Gavino Manca, lo ha ringraziato per il suo contributo formulandogli gli auguri di buon lavoro.

Successivamente ha sospeso la seduta, convocando una riunione della Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la delibera della Giunta per le elezioni con la quale, a seguito delle dimissioni di Manca, si individua come subentrante Raimondo Cacciotto che, presente in Aula, ha poi prestato giuramento.

Il Consiglio ha, dunque, proseguito nell’esame del Regolamento n.7. Approvato l’articolo 1 “Integrazioni degli articoli 3, 4, 15 e 28 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Tipologia)”, il relatore Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato parere favorevole agli emendamenti presentati all’articolo 2 “Integrazioni all’articolo 5 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Gruppo appartamento)”. Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 12 (Pinna e più) che interviene sulla tipologia del cosiddetto gruppo appartamento, ed è stato approvato, così come sono stati approvati gli altri due emendamenti sostitutivi parziali n. 1 e 13 (prima firmataria l’on.le Pinna) che introducono piccole variazioni nelle diciture rispetto al testo originario. Approvato il testo dell’articolo si proceduto con il via libera all’emendamento aggiuntivo n. 11 (Pinna e più) sulla compartecipazione alle spese da parte degli utenti.

Approvato l’articolo 4 “Integrazione all’articolo 23 del regolamento n. 4 del 2008 (Sezioni primavera)” il relatore della maggioranza ha dichiarato parere favorevole a tre emendamenti (prima firmataria l’on. Pinna, Pd) all’articolo 5 “Modifiche all’articolo 24 del regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Servizi educativi in contesto domiciliare)” che sono stati approvati: emendamento sostitutivo parziale n. 3 che sostituisce alcune diciture; emendamento sostitutivo parziale n. 4 che interviene sulla lettera d) del comma 1 dell’articolo 5 e che attiene la garanzia delle pari opportunità di educazione, di istruzione, di relazione e di gioco ai bambini e alle bambine fino ai 6 anni, con un emendamento orale che in coda al testo introduce la dicitura “ispirato ai principi della non violenza”. Votato positivamente anche l’emendamento aggiuntivo n. 5 che prevede la verifica almeno annuale dell’adeguatezza dell’ambito di accoglienza e degli operatori. La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda ha precisato che con il voto favorevole del suo gruppo all’emendamento 4 si intende ribadire che comunque dopo i tre anni di età la scuola resta l’istituzione principale.

Dopo il parere favorevole del relatore e della giunta sono stati approvati tre emendamenti (prima firmataria Rossella Pinna) all’articolo 6 “Introduzione dell’articolo 24 bis nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Agrinidi e agritata)” e precisamente: il soppressivo totale n. 6 che cancella il comma 1 punto 3 dell’articolo 6 ed il sostitutivo parziale n. 7 e n. 8 che modificano alcune piccole diciture. Dopo il via libera all’articolo 6, l’Aula ha approvato un’altra piccola modifica (emendamento sostitutivo parziale n. 9, Pinna e più) al punto 3 del comma 1 dell’articolo 7 e quindi ha votato il testo dell’articolo 7 “Introduzione dell’articolo 24 ter nel regolamento di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005 (Sperimentazione “Progetto continuità 0-5”) con un emendamento orale del relatore Luca Pizzuto che sostituisce la dicitura da “0 a 5” con la dicitura da “0 a 6”. Approvato quindi l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Pizzuto e più) che stabilisce l’entrata in vigore del regolamento per l’organizzazione e il funzionamento delle strutture sociali, istituti di partecipazione e concentrazione, il giorno della sua pubblicazione sul Buras.

La legge è stata quindi approvata all’unanimità con 39 voti favorevoli. Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’assemblea per sabato 28 aprile alle 16 ed ha quindi comunicato l’immediata  convocazione della conferenza dei capigruppo e della quarta commissione.

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I consiglieri regionali del gruppo consiliare Art. 1 – SDP, Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, chiedono che la Regione vada a fondo e si costituisca parte civile nell’eventuale processo che riguarda gli agnelli sardi IGP “taroccati”. La questione costituisce sicuramente un danno economico per il comparto ovino sardo dovuto alla contraffazione del bestiame proveniente da altri stati e venduto come sardo.

«E’ compito del presidente e della Giunta regionale – affermano i consiglieri regionali di Art. 1 – SDP – schierarsi in maniera inequivocabile a difesa e tutela di uno dei prodotti che più caratterizza il mercato alimentare sardo e difenderlo dal commercio sleale, letale per l’economia regionale.»

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«Abbiamo appreso con molta rabbia l’ennesima iniziativa dei dirigenti della Polar a scapito dei propri lavoratori. La decisione di mettere in cassa integrazione quindici degli operai dell’azienda madre è un ulteriore deterioramento di una situazione già tremendamente complessa. Ancora più grave è che questo avviso sia stato recapitato tramite una lettera, che pone l’inizio del provvedimento a martedì prossimo, e senza il confronto coi sindacati. I dirigenti Polar dovrebbero, a questo punto, spiegare se e come ci sia un reale vantaggio da questo atto e se con l’uscita di questi lavoratori siano davvero in grado di portare avanti la produzione dell’azienda.»

Lo scrivono, in una nota, Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco ed Eugenio Lai, consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp.

«Ridiscuteremo di questa vertenza in commissione, chiederemo quindi all’Assessorato all’Industria di verificare se la trasformazione del materiale sia effettuata in loco, come previsto dalla concessione, o se il materiale sia venduto ancora grezzo. Inoltre, i nostri rappresentanti nazionali porteranno la discussione sul caso Polar nell’aula del Parlamento – aggiunge Luca Pizzuto -. Esprimiamo, quindi ancora una volta, forte solidarietà per un’azione che giunge come un ulteriore atto di prepotenza sulla vita e la dignità dei lavoratori dipendenti Polar e delle loro famiglie.»

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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps-Psi) ha ascoltato questa mattina le rappresentanti delle associazioni “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro” e “Mai più sole contro il tumore ovarico” sulla condizione delle pazienti oncologiche.

A nome della “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro”, la presidente Albachiara Bergamini ha auspicato in apertura che il primo confronto con la commissione sia «un ponte fra donne oncologiche ed istituzioni per far emergere in tutta la sua complessità la condizione delle donne ed il loro rapporto con la sanità pubblica». Riferendosi in particolare alla realtà di Cagliari, la Bergamini ha lamentato che l’accorpamento fra gli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico ha, di fatto, snaturato l’identità della struttura oncologica «dove regnano confusione ed approssimazione ma soprattutto mancano sia la capacità di una presa in carico complessiva della persona che quella di assicurare risposte umane in tempi certi».

Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo, diritti e riforme” ha richiamato l’attenzione della commissione «sull’enorme peso psicologico con cui devono convivere le donne-pazienti che cercano di lottare per la loro integrità» ed ha proposto una conferenza pubblica su questi temi con la partecipazione di istituzioni, medici ed operatori, per arrivare a tracciare «un percorso dal quale, attraverso il confronto fra tutte le figure interessate, emerga una strategia nuova che consenta fra l’altro alle pazienti oncologiche di evitare la mobilità passiva e restare in Sardegna accanto ai propri familiari».

Molto significativa la testimonianza coraggiosa di due pazienti oncologiche che hanno raccontato alla commissione «cosa si prova quando scopri di avere una malattia che ti cambia per sempre la vita e può portati alla morte», uno stato d’animo di profondo disagio interiore in cui tutto assume una dimensione diversa: il modo di essere accolte in una struttura, le parole ed il contesto con cui viene formulata la diagnosi, la tempestività degli accertamenti diagnostici e delle visite di controllo, il semplice rinvio di un appuntamento, l’impossibilità (a volte) di perdere il contatto con i propri affetti più vicini e la famiglia.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Edoardo Tocco (Forza Italia), Augusto Cherchi (Pds), Luigi Ruggeri (Pd), Emilio Usula (Misto-Rossomori) e Luca Pizzuto (Art.1-Mdp). Pizzuto si è espresso in modo fortemente critico sulla mancata attuazione della arte della riforma che riguarda l’oncologia e, dopo aver proposto una risoluzione della commissione, ha dichiarato che «dalle risposte che riceveremo su questi problemi dipenderà la conferma della nostra fiducia all’assessore».

Nelle conclusioni il presidente della commissione Raimondo Perra ha parlato di una audizione «preziosa, perché porta alla luce la sofferenza fisica e psicologica di tante persone e delle loro famiglie, in modo particolare di quelle costrette alla mobilità passiva; se quelle risorse fossero investite nel potenziamento delle nostre strutture ne deriverebbe un grande giovamento sia ai pazienti che al sistema sanitario regionale».

«La previsione di una rete oncologica nella recente riforma della rete ospedaliera – ha concluso Raimondo Perra – non ci esime dal continuare a lavorare con il massimo impegno, anche perché se la condizione complessiva dei malati che si rivolgono alla rete non migliora, il fatto che magari possano migliorare di qualcosa i conti vale fino ad un certo punto.»

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E’ stata inaugurata ieri sera, presso i nuovi locali di via Barbagia n. 11, nel popolare rione di via Dalmazia, la “Casa del Popolo” di Carbonia.

All’inaugurazione, molto partecipata con circa 200 persone, sono intervenuti, tra gli altri, il consigliere regionale di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, il senatore uscente di Campo Progressista Luciano Uras, l’ex sindaco e consigliere regionale Antonio Saba, il presidente regionale dell’Arci Marino Canzoneri, in videoconferenza l’assessore regionale della Pubblica Istruzione e Cultura Giuseppe Dessena. Presente in sala anche Tore Cherchi, oggi coordinatore del Piano Sulcis, già senatore e deputato, sindaco di Carbonia e presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

Al termine della presentazione, prima di un ricco buffet offerto ai partecipanti all’inaugurazione, è stata consegnata la tessera onoraria della neonata associazione a due figure che, per il loro ruolo sociale e politico hanno incarnato i valori intorno ai quali vuole costituirsi la Casa del Popolo: si tratta dell’ex consigliere regionale e sindaco di Carbonia Antonio Saba e dell’attivista per i diritti dei malati e dei disabili Angela Borghero.

L’Associazione Casa del Popolo nasce nel 2017 dall’esperienza del gruppo politico Zorba il Gatto. Con i contributi volontari dei soci fondatori è stato possibile acquistare dei locali commerciali in Via Barbagia, nel quartiere popolare di Via Dalmazia, che ospiteranno, una volta ultimati i lavori di ristrutturazione, la prima Casa del Popolo della città. La Casa del Popolo sarà un luogo di relazione, scambio, politica, cultura, solidarietà, emancipazione sociale. Sarà ispirato ai valori dell’antifascismo, del mutualismo e della nonviolenza e si propone di raccogliere l’eredità della tradizione delle Case del Popolo che hanno animato la vita politica e culturale in Europa, Italia e Sardegna lo scorso secolo. Al suo interno troveranno spazio gruppi politici, associazioni culturali, ricreative e sociali, progetti di emancipazione e di solidarietà, in linea, naturalmente, con i princìpi ed i valori guida dell’Associazione.

Verranno organizzate cene sociali, rassegne cinematografiche, piccoli concerti, presentazioni di libri, incontri su temi di interesse cittadino e generale, attività ludiche con i bambini e le bambine.

Verrà aperto uno sportello di segretariato sociale, che si occuperà di aiutare chiunque ne abbia bisogno riguardo la partecipazione a bandi comunali e regionali o aiutare nella compilazione di un curriculum vitae e nella stesura di comunicazioni ad enti o aziende.

Troveranno spazio le sedi di associazioni culturali e ricreative come l’ARCI o di associazioni a carattere sociale. Troveranno spazio le sedi di movimenti politici che condividono lo spirito e gli ideali guida della Casa del Popolo.

Sarà a disposizione una ricca biblioteca con oltre 300 volumi catalogati, incentrata soprattutto sulla storia politica della sinistra sarda, italiana e mondiale. Saranno a disposizione inoltre, sempre in consultazione e prestito, alcuni testi scolastici di seconda mano.

Verranno organizzate ripetizioni gratuite e promossi incontri di approfondimento politico, storico, sociale, scientifico.

Verrà promosso il pastificio sociale, un appuntamento settimanale nel quale insieme, a partire dagli ingredienti messi a disposizione gratuitamente dall’Associazione, si fa la pasta. A fine serata si divide il prodotto.

La Casa del Popolo sarà fisicamente costituita da:

> una sala polifunzionale da 80-100 posti, attrezzata per la proiezione cinematografica

> un ufficio, attrezzato per le ripetizioni gratuite

> una zona bar

> una cucina

In tutto l’edificio sarà disponibile la connessione wi-fi gratuita.

     

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«Giunta e Consiglio regionale si occupino della vicenda del Tanka Village di Villasimius in procinto di passare dalla Valtur, ora in concordato preventivo, ad un’altra azienda leader del settore turistico.»

La richiesta è contenuta in una mozione del gruppo consiliare di Art. 1 – Mdp (primo firmatario Eugenio Lai) con cui, auspicando l’intervento della Regione in un settore strategico per lo sviluppo della Sardegna, si ricorda fra l’altro che attorno al Tanka Village gravita un indotto di oltre 500 unità riconducibili ad aziende sarde attive nella gestione dei vari segmenti del resort.

Il concordato preventivo, ricordano in particolare i consiglieri di Art. 1 – Mdp Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, «espone questa importante realtà a gravissimi rischi, a cominciare dal mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori e dei crediti maturati dalle aziende sub-appaltatrici; rischi che vanno scongiurati con la costituzione di un tavolo negoziale in cui la nuova azienda sia affiancata dalla Regione e dai sindacati nella ricerca delle migliori soluzioni per il rilancio della struttura, salvaguardando i posti di lavoro e le professionalità acquisite».

 

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«Apprezziamo l’apertura del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Cristiano Erriu su alcuni punti della nuova legge urbanistica ora all’esame della commissione, così come valutiamo positivamente la disponibilità a riflettere su altri, per noi troppo divisivi e dannosi per la Sardegna.»

Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali di Art. 1 – Mdp Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda secondo i quali tuttavia «sarebbe opportuna una riunione di maggioranza prima di affrontare, nei prossimi giorni, i passaggi-chiave dell’impianto della nuova legge urbanistica, senza forzature di calendario né imposizioni di scadenze».

«Per noi – hanno concluso Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – la priorità resta quella di un provvedimento sostenibile dal punto di vista ambientale, la vera cornice entro la quale è possibile parlare di sviluppo senza mettere a rischio quel patrimonio immenso di ricchezze naturali che la Sardegna possiede e deve, semmai, pienamente valorizzare.»

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«Esprimo, a nome mio e del gruppo regionale di Articolo UNO – SDP, la massima solidarietà e vicinanza alle pazienti della ginecologia oncologica dell’ospedale Businco di Cagliari.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto.

«Siamo impegnati dall’inizio del mandato su questo problema ed abbiamo segnalato più volte le mancanze di quei reparti che, nonostante le grandissime professionalità, continuano a non rispondere alle esigenze dei pazienti – aggiungono lo stesso Luca Pizzuto e i colleghi del gruppo Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Pur riconoscendo i tentativi di miglioramento fatti dall’attuale gestione, crediamo che sul tema dell’oncologia si debba fare molto di più. Per questo chiediamo che siano nuovamente auditi in commissione i vertici dell’ospedale Brotzu, per fare il punto sullo stato dell’arte e per cercare di capire dove sia necessario intervenire.»

«Riteniamo che la salute dei Sardi sia un tema centrale e abbiamo premuto ripetutamente perché le modifiche previste dalla riforma sanitaria siano applicate – sottolineano ancora Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. È importante che prima della fine del mandato il governo della Regione dia risposte chiare, certe e sicure sulla sanità sarda.»

«Continueremo a stare al fianco delle pazienti – concludono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda – e a lottare per una sanità pubblica di qualità fino alla fine di questa legislatura.»