18 July, 2024
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E’ proseguito questa sera, in Consiglio regionale, l’esame dei primi articoli della Manovra finanziaria 2018-2020.

Il Consiglio ha approvato numerosi emendamenti presentati dalla maggioranza: il n.793 (Sabatini e più) che finanzia con 200.000 per gli anni 2018, 2019, 2020 gli uffici dei Giudice di pace, il n.794 (Sabatini e più) integrato da una correzione orale dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci per gli anni 2019 e 2020 che stanzia 300.000 a favore dell’Agenzia Forestas per il ripristino della foresta pietrificata dell’Anglona, il n.796 (Cozzolino) che assegna un finanziamento di 50.000 all’Associazione internazionale “Città della terra cruda”.

Sull’emendamento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «la manovra finanziaria, al di là della proposta in esame, sta diventando uno zibaldone dove entra di tutto, smentendo l’assessore Paci che aveva parlato della finanziaria come strumento non interventi specifici ma come contenitore di norme generali; molti passaggi di questa legge, invece, sono invece strumenti di campagna elettorale o di operazioni al ribasso».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha invece sostenuto che l’Associazione “Comuni della Terra Cruda” svolge una attività di grande rilevanza, perchè «mette in rete amministrazioni del centro Sardegna per valorizzare antiche abitazioni,».

Approvato anche l’emendamento n. 802 (Sabatini) che assegna al comune di Bari Sardo 84.000 per la realizzazione di uno strumento urbanistico. Il provvedimento è stato modificato da un emendamento orale dello stesso Franco Sabatini, con cui è stato eliminato il riferimento ai residui presenti nel bilancio regionale. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha però chiesto quale sia la finalità della proposta perché, ha osservato, «se c’era necessità di recuperare fondi per Bari Sardo bisognava farlo anche per tutti i Comuni con lo stesso problema». Il consigliere Sabatini ha replicato ricordando che provvedimenti analoghi sono stati inseriti in altre leggi finanziarie ed inoltre, nello specifico, «nel caso di Baris Sardo le opere sono state già realizzate ed occorre solo fare un pagamento».

Via libera del Consiglio, inoltre, all’emendamento n. 804 (Sabatini e più) che dispone un finanziamento di 363.000 euro all’Agenzia Agris per attività di ricerca in agricoltura, di 300.000 per l’erogazione di servizi di artieri ippici e di 63.000 per i servizi di custodia nella Foresta Burgos.

Voto favorevole dell’Aula, ancora, per l’emendamento n. 835 (Deriu) che proroga alla fine del 2018 una scadenza amministrativa del comune di Aritzo e n. 849 (Cossa) che dispone uno stanziamento di 20.000 euro per l’edizione di un volume sulla storia di Sestu.

Approvati inoltre gli emendamenti n. 888 (Agus-Busia) che prevede un finanziamento di 100.000 euro per il 2018 finalizzato alla custodia degli immobili delle ex caserme delle servitù militari acquisiti dal demanio regionale; n. 899 (Lai e più) che ridetermina la collocazione di alcuni stanziamenti all’interno della programmazione regionale, n. 64 (Pizzuto e più) che contiene un programma di abbattimento dei costi da e per le isole minori della Sardegna e, infine, il 1047 (Sabatini) che consente ai Comuni di utilizzare fabbricati di loro proprietà di in attesa di essere acquisiti dagli aventi diritto, di utilizzarli per scopi di micro-ricettività turistica.

Sull’articolo 3 e sugli emendamenti il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione.

Sull’emendamento 217 ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: “Quando parliamo di ambiente e territorio non possiamo non parlare di urbanistica e del fatto che nonostante tutte le vostre promesse ancora non siete riusciti a fare la revisione del Ppr né la nuova legge urbanistica. E non possiamo dimenticare nemmeno i forestali e i loro problemi, lavoratori pubblici che vengo trattati contrattualmente come i lavoratori del privato”.

Per l’on. Mariano Contu (FI) “ci sarebbe bisogno non di una seduta pomeridiana per affrontare questa norma ma di ben altro tempo a disposizione. Ieri sotto la Regione c’erano duemila persone che rappresentano il mondo dell’edilizia sardo, che dal 2007 a oggi ha subito un danno da oltre 35 mila posti di lavoro. Davvero pensiamo che riusciamo a riassorbire questi lavoratori con otto milioni di euro per finanziare un po’ di forestazione in qualche Comune?”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha annunciato la “sottoscrizione dell’emendamento 114 con i colleghi Moriconi e Meloni” mentre sull’emendamento l’on. Alessandra Zedda (FI) ha detto: “Sta diventando sempre più in disuso entrare in un ente pubblico con un concorso ma non è cambiando la natura giuridica dei lavoratori che si risolvono i problemi. Mi spiace ma la partita dei forestali è stata affrontata con leggerezza e così la partita dei lavoratori di Ati Ifras, che una volta per tutte va definita. E così il Piano Sulcis”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non mi pare che ci sia stata sinora una politica organica in materia ambientale, dalla raccolta dei rifiuti urbani all’assetto idrogeologico della Sardegna. Non abbiamo altro pensiero che non siano i forni, io li chiamo così i vostri inceneritori dove si bruciano anche quote di raccolta differenziata”.

L’emendamento 217 è stato respinto mentre il 1011 (sulla valutazione di impatto ambientale) presentato dalla Giunta è stato approvato e dà mandato all’esecutivo di individuare “i criteri di quantificazione e corresponsione del contributo per la Via a carico dei richiedenti”.

Approvato anche l’art. 3, respinti gli emendamenti 45, 950,  223, 227, 228 e 229.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha illustrato l’emendamento 951 e ha  ricordato che “in queste settimane si è posto tra i problemi della pesca anche quello della raccolta dei ricci, che è sempre stato un mercato storico a Cagliari.  L’emendamento 951 è stato respinto.

Approvati gli emendamenti di giunta 1025 (gestione dei rifiuti) , 1028 (Giunta) 3.415.000 euro a favore dell’Arst per rimozione materiali pericolosi, e emendamento n. 790: seicento milioni per lavori alle casermette di Paulilatino, a firma on. Gallus.

L’emendamento 11 è stato respinto mentre sulla continuità territoriale con la Corsica (emendamenti 30 e 936) il presidente Sabatini (Pd) ha annunciato a breve un disegno di legge organico chiedendo il ritiro degli emendamenti.

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha replicato: “A febbraio risolverete il problema, bene. È ancora colpa della giunta precedente? O sono quattro anni che governate voi? Provate a fare un biglietto per Milano o chiedete cosa ne pensano quelli che dalla Corsica devono venire a lavorare a Santa Teresa”. L’emendamento 30 è stato ritirato, il 936 (a firma Zedda, FI) respinto.

Approvato l’emendamento 59 (Lotto e più) che prevede uno stanziamento di 100.000 euro al comune di Alghero per studi urbanistici poi il 71 (50 mila euro nel 2018 per la bonifica terreni con la coltivazione della canapa). Su quest’ultimo l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “L’assessore dovrebbe spiegarci quali risultati sinora ha prodotto la coltivazione della canapa per la bonifica dei terreni. E soprattutto: cosa ne facciamo della canapa una volta che l’abbiamo coltivata? Io non prenderei sottogamba la questione”.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto: “Da tempo ci sono proposte di modifica sulle agenzie dell’agricoltura. Credo che Agris potrebbe fare sperimentazione anche su questo aspetto”. L’on. Pizzuto (Sinistra) ha replicato ironizzando: “Purtroppo non è la canapa che io vorrei ma ci accontentiamo. La sperimentazione sta dimostrando che le fibre della pianta e i semi non assorbono le sostanze inquinanti come i metalli pesanti mentre le foglie assorbono i metalli ma possono andare in discarica senza diventare rifiuto speciale”.

L’on. Mariano Contu (FI) ha aggiunto: “Davvero pensate che con 50mila euro si possano bonificare i terreni inquinati per renderli fertili? Vagheggiate pure con le sperimentazioni, lasciano il tempo che trovano”.

Per l’on. Piermario Manca (PDS) “bisogna distinguere tra cannabis  sativa e cannabis indica, che hanno una bella differenza di principio attivo. Le evidenze scientifiche dicono che la cannabis sativa è capace di assorbire i metalli presenti nel terreno. Trovo giusto che si faccia sperimentazione nei terreni inquinati del Sulcis Iglesiente”.

Favorevole alla ricerca anche l’on. Salvatore Demontis (Pd): “Anche l’elicriso, oltre alla canepa, assorbe i metalli pesanti e si tratta di sperimentazioni interessanti e dai costi sostenibili”.

Dunque, anche l’emendamento 71 (col parere favorevole della commissione) è stato approvato e prevede lo stanziamento di 50.000 euro annui “per la bonifica dei terreni inquinanti attraverso la coltivazione della canapa”.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 83 (Desini e più) che proponeva un finanziamento di 35mila euro al comune di Sorso per la rimozione e lo smaltimento della carcassa di una balenottera dalla spiaggia di Platamona. Su richiesta del presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini l’emendamento è stato ritirato. «Prendo atto dell’impegno della Giunta e lo ritiro – ha detto il consigliere del Pds Roberto Desini – l’emendamento puntava a segnalare il caso della balenottera spiaggiata a Platamona per la cui rimozione si sono pronunciati ben sedici enti».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano, vista l’eccezionalità del caso, ha annunciato l’imminente presentazione di una delibera di Giunta per trovare una soluzione: «C’è l’impegno ad intervenire – ha detto Spano – il cetaceo giace sulla spiaggia da parecchio. Le procedure per lo smaltimento sono complicate, ci sono stati rimbalzi di responsabilità. Occorre inquadrare il caso nell’ambito della gestione dei rifiuti».

Antonello Peru (Forza Italia) presentatore di un emendamento analogo, il n.924, ha annunciato anche lui il ritiro della proposta. «Ormai per salvare il cetaceo non si può fare più niente – ha detto Antonello Peru – mi preoccupa di più invece lo stagno di Platamona per il quale è stato bocciato il mio emendamento che proponeva un intervento per la liberazione dei canali, oggi occlusi, in modo da garantire l’ossigenazione. Il problema è serio, già da quest’anno c’è stata un’invasione di zanzare, c’è il pericolo malaria. Le attività ricettive della zona chiedono interventi rapidi, i turisti dei campeggi quest’estate hanno dormito in auto». Gli emendamenti 83 e 924 sono stati quindi ritirati.

Via libera invece all’emendamento all’emendamento n.1312(Sabatini e più) che stanzia 5 milioni di euro per il triennio 2018-2020 a favore dei consorzi di bonifica per le attività previste dall’art.31 della legge n. 5 del 2015.

L’aula ha quindi respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 133, 134, 136, 308, 336.

Sull’emendamento n.345 è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI) per spiegarne il contenuto: «L’obiettivo è ricominciare a parlare di bellezza – ha detto Paolo Truzzu – ci siamo dimenticati di avere cura delle nostre comunità. Vogliamo recuperare una situazione di decoro. La proposta mira a creare un primo fondo di 5 milioni per intervenire sul concetto di “non finito”». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 27 voti contrari e 14 a favore.

Stessa sorte per l’emendamento n.346 presentato dallo stesso Paolo Truzzu che puntava a ottenere un fondo di 5 milioni di euro da utilizzare per l’incentivazione dell’acquisto di automobili ibride o elettriche: «Siamo l’unica regione d’Italia che non prevede incentivi – ha detto il consigliere di minoranza – noi proponiamo un contributo di 5000 euro ai privati che decidono di acquistare veicoli ibridi o elettrici. L’obiettivo è far diventare conveniente l’uso di auto non inquinanti».

D’accordo con l’emendamento si è detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha voluto precisare il voto a un emendamento precedente che stanziava 84mila euro a favore del Comune di Barisardo: «Non sono contrario al contributo ma al modo con cui si legifera in questo Consiglio».

L’assessore Raffaele Paci, in risposta a Paolo Truzzu, ha ribadito la volontà della Giunta di intervenire sul tema: «Abbiamo in corso incontri con il presidente dell’Ente gestore del servizio elettrico. Vogliamo incentivare l’uso di auto elettriche. In questo momento non abbiamo però a disposizione 5 milioni di euro».

Preso atto dell’impegno dell’assessore, il consigliere Truzzu ha ritirato l’emendamento: «Speriamo che entro l’anno si possa fare qualcosa di concreto».

Dopo aver bocciato gli emendamenti 358, 359 e 360, l’Aula ha dato il via libera agli emendamenti nn. 788 e 789 (primo firmatario Sabatini). Il primo stanzia 400mila euro per garantire l’apertura a uso portuale delle stazioni marittime di nuova realizzazione ancora inagibili, il secondo dispone un finanziamento di 1,5 milioni di euro per il triennio a favore dei comuni montani per far fronte alle spese del Piano neve.

Sull’emendamento n. 792 Sabatini ha comunicato la decisione di ridurre da 2 a 1 milione di euro i finanziamenti per il 2018 destinati alla realizzazione, completamento e manutenzione straordinaria di opere pubbliche di interesse comunale. Confermati invece i finanziamenti per gli anni successivi, 10 milioni di euro per il 2019 e 15 per il 2020. Posto in votazione l’emendamento 792 è stato approvato.

Sull’emendamento 823 (Zedda Paolo e più) che propone un finanziamento di 100mila euro per lo studio di fattibilità relativo al prolungamento della tratta della metropolitana leggera da Settimo San Pietro a Sinnai, è intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi): «Vorrei capire di più – ha detto Michele Cossa – ci sono comuni che si finanziano e altri invece che non ottengono nulla». Stesso giudizio da parte del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Esiste un capitolo per gli studi di fattibilità che possa interessare tutti i comuni? Niente in contrario contro Sinnai ma ci avete sempre detto che bisogna procedere per interventi di carattere generale. Qui si sta andando per comuni sì e comuni no, a seconda del colore della casacca».

Anche Paolo Truzzu (FdI) ha contestato il modo di procedere: «Il clima natalizio ci sta abituando ai regali – ha detto – la vulgata dice che il centrosinistra si sta impegnando a risollevare le sorti dell’isola e poi si arriva a situazioni come questa. Sinnai ha bisogno di collegamenti migliori come Pula. Occorre ragionare in termini complessivi. Non è possibile che si continui a fare la divisione della torta solo nell’interesse di alcuni».

Pronta la replica di Paolo Zedda, primo firmatario dell’emendamento: «Questo intervento era programmato nel piano regionale dei trasporti del 2008 e poi è improvvisamente scomparso. Si chiede di far proseguire la tratta da Settimo a Sinnai. Lo stanziamento è davvero minimo, non è una marchetta».

Di parere diverso Marco Tedde (Forza Italia): «Quali sono gli elementi che devono stare alla base della scelta dei comuni fruitori di mancette. Sono elementi oggettivi o tratti dal manuale Marchetti? E’ un precedente bruttissimo. Non è tollerabile scegliere i comuni a seconda del colore politico. Avete necessità di crescere di fronte all’elettorato». Posto in  votazione l’emendamento è stato approvato.

Ritirati il n.824 (Zedda e più) l’Aula ha respinto il n. 858.

Approvato subito dopo l’emendamento all’emendamento n.1301 (Sabatini e più) che recepisce la direttiva europea sull’efficienza energetica in edilizia. Le linee guida saranno stabilite dall’assessorato competente entro 90 giorni dall’approvazione delle manovra finanziaria.

Disco verde anche per il n. 890 (Agus-Busia) che stanzia 600mila euro per il triennio 2018-2020 per la prosecuzione del progetto “Neptune” finalizzato alla valorizzazione ambientale e alla fruizione turistico-didattica del Poetto.

Ritirati invece gli emendamenti 894, 895, 896, mentre sull’897 è intervenuto il primo firmatario Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «L’emendamento segnala un problema serio: il dissesto della strada Sp 188 Gergei-Isili. Sono disponibile a ritirarlo ma chiedo che venga previsto un intervento. Non è pensabile che una strada ad altissima densità di traffico sia in queste condizioni».

L’assessore Raffaele Paci ha garantito l’impegno della Giunta: «Ci sono nuove risorse da programmare nei prossimi giorni per la rete viaria a valere sui fondi di coesione. Si terrà conto della segnalazione». L’emendamento è stato ritirato.

Pietro Pittalis (Fi) ha espresso imbarazzo: «Non c’è dialogo tra Giunta e maggioranza. C’è un modo singolare di interpretare i rapporti tra esecutivo e Consiglio. Se è questa la tendenza della nuova sinistra che avanza… auguri!»

L’aula ha quindi preso in esame l’emendamento n. 903 (Busia-Agus) che stanzia 200mila euro a favore dei comuni per la raccolta dei rifiuti abbandonati in aree di proprietà comunali. 

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde si è congratulato con i presentatori: «Così si fa, si individuano gli interessi generali e si fissano criteri obiettivi per la spendita dei soldi». Giudizio condiviso dal collega di partito Giuseppe Fasolino: «L’accoppiata Busia-Agus presenta emendamenti corretti. L’intervento di Pietro Pittalis questo voleva dire, non si mira ad accontentare un comune ma ad affrontare problemi che riguardano tutti. Anche un sindaco che non fa parte della maggioranza si sente rappresentato».

Annamaria Busia (Cp) ha ringraziato i colleghi: «Gli emendamenti sono proprio finalizzati a risolvere le problematiche dei comuni con modesti interventi di spesa. Prestate attenzione anche agli altri». L’emendamento, al quale si è aggiunta la firma del consigliere Paolo Dessi(Misto), è stato approvato all’unanimità.

Subito dopo sono stati respinti gli emendamenti n. 921, 925, 928, 929, 931, 932, 933, 934, 935, 966.

Sul n.971, il primo firmatario Marco Tedde ha nuovamente contestato la linea della maggioranza: «Questo emendamento sarà bocciato non perché riguarda Alghero ma perché proposto dalla minoranza. Se fosse stato presentato da un consigliere del centrosinistra avrebbe avuto altra sorte. Questo non è il modo di operare e di fare leggi. E’ un modo abnorme che impone una riflessione profonda. Se si operasse sempre così le finanze regionali sarebbero dissipate». Posto in votazione l’emendamento è stato bocciato.

Respinto anche il n. 973, mentre ha ottenuto voto favorevole l’emendamento della Giunta regionale 1005 che stanzia 300mila euro, per il triennio, per attivare un’assistenza tecnica finalizzata all’accelerazione dei processi di valutazione ambientale».

Via libera anche agli emendamenti 1012, 1024 e 1026 presentati sempre dalla giunta regionale. Il primo stanzia un milione e 260mila euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 per la gestione delle discariche di rifiuti solidi urbani, il secondo invece prevede un finanziamento complessivo di 6 milioni di euro per l’interconnessione dei bacini idrografici e la riqualificazione delle reti di drenaggio in area urbana con priorità per le zone ad alto rischio idraulico; il terzo, infine, autorizza la spesa di 1,87 milioni di euro per mezzi e attrezzature da utilizzare per interventi di soccorso o ripristino ambientale.   

Bocciato il 1049, il presidente della commissione Bilancio ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento n.904.

La consigliera Annamaria Busia, firmataria dell’emendamento con il consigliere Francesco Agus, ha illustrato il contenuto della proposta: «L’obiettivo è la sicurezza e la pulizia delle spiagge. Ogni anno si verificano diverse tragedie in mare per mancanza di servizi di salvamento. C’è inoltre il problema di utilizzo della poseidonia. E’ un intervento importante per aiutare i comuni. Prima del ritiro chiedo di indicare una via alternativa».

D’accordo con la proposta si è espresso il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E’ un emendamento interessante, legge nell’anima dei sindaci. Darebbe risposte a due problematiche: la rimozione della poseidonia che non può essere toccata ma nessuno dice cosa si deve fare. Per salvaguardare le spiagge ora diamo le risorse alle amministrazioni. Questo sarebbe un bel modo di dimostrare di essere una grande amministrazione regionale». Giuseppe Fasolino ha rivolto un plauso ai presentatori anche per la proposta sui servizi di salvamento a mare: «Finora si è trovato un escamotage con i cartelli, cosa diversa sarebbe se ci fossero bagnini in ogni spiaggia. Questo modo di lavorare deve essere alla base della finanziaria».

Marco Tedde (Forza Italia) dopo aver rinnovato i complimenti ai presentatori ha annunciato il suo voto favorevole: «L’emendamento ha una valenza oggettiva sia per gli interventi di salvamento che per la poseidonia. E’ un modo per stare vicino ai sindaci che non riescono ad assolvere ai propri compiti per mancanza di mezzi finanziari».

Franco Sabatini dopo aver annunciato all’aula la conferma dello stanziamento governativo a favore delle province di 125 milioni di euro per il triennio 2018-2020, ha avanzato la proposta di votare l’emendamento per parti: «Mettiamo 100mila euro a carico del fondo sul turismo per garantire le attività di informazione sulla tutela delle spiaggia – ha detto Sabatini – sugli altri due punti (salvamento a mare e poseidonia) prendiamo l’impegno ad intervenire nella prima variazione di bilancio utile. Il tema è concreto, tutti i paesi costieri hanno problemi quando ci sono le mareggiate».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha invocato un ragionamento più ampio. «E’ vero che i cetacei finiscono spesso sulle nostre spiagge. Siamo il terminale del santuario delle balene. Il Ministero dell’Ambiente deve considerare con più attenzione gli interventi straordinari della Regione per rimuovere i cetacei spiaggiati così come quelli per la rimozione della poseidonia. Siccome a noi impongono la tutela è giusto che il Ministero riconosca gli sforzi e destini risorse alla Sardegna».

Francesco Agus (Cp) si è detto d’accordo con la proposta di un voto per parti: « Per il primo e secondo punto dell’emendamento è opportuno un supplemento di attenzione. E’ urgente intervenire perché è tema centrale per la tutela delle spiagge. Serve una programmazione e una visione strategica. Si va verso un allungamento della stagione balneare, le nostre spiagge subiscono una pressione per più mesi all’anno. Da tempo  si riscontra un peggioramento dell’ecosistema marino dovuto alla presenza antropica e al prelievo non corretto della poseidonia».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha segnalato  all’assessore che la poseidonia rappresenta una risorsa per l’agricoltura: «E’ utile per la pacciamatura e come fertilizzante. Non si può però raccogliere e la Forestale crea problemi»

Stessa considerazione da parte di Fabrizio Anedda (Misto): «La poseidonia è una risorsa per l’agricoltura. Ci sono progetti per utilizzarla nelle serre. Il problema è che viene acquistata da chi la raccoglie nelle spiagge ma l’attività non è regolamentata». L’assessore Donatella Spano condividendo le valutazioni dell’aula si è detta disponibile a lavorare a una normativa ad hoc: «La problematica è importante. La poseidonia è un elemento distintivo per la conservazione della spiaggia. Occorre trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione della spiaggia».

Messo in votazione per parti, sono state approvate le disposizioni del punto n. 3.

Annunciata la discussione sull’articolo 4 (disposizioni in materia di sostegno alle attività economiche) i gruppi di minoranza hanno comunicato il ritiro di una serie di emendamenti, a partire dal n. 170 fino al n. 550, e il presidente del Consiglio ha elencato tutte le proposte di modifica rimaste in votazione sulle quali il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere di competenza. L’assessore Paci ha dichiarato parere conforme a quello del relatore ma ha precisato che per gli emendamenti riguardanti le guide turistiche e l’imprenditoria femminile deve “essere ricercata una più idonea formulazione”. Non essendoci iscritti a parlare nella discussione generale, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento n. 93 (Comandini e più) che con il parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato dall’Aula ed incrementa da 300.000 euro a 500.000 euro il contributo per gli apicoltori.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi tolto la seduta e ha convocato il Consiglio domani alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato l’articolo 1 con il piano per il lavoro “LavoRas” della Manovra 2018-2020.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti collegati all’art. 1 (Disposizioni in materia finanziaria e contabile) del Dl n. 455/A – Giunta regionale – Legge di stabilità 2018.

In apertura sono stati respinti numerosi emendamenti soppressivi presentati dalla minoranza e successivamente sono iniziate le dichiarazioni di voto sul testo dell’articolo.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ribadendo il voto contrario, ha detto che «speravamo che la finanziaria si potesse migliorare mentre invece, l’articolo rimane sterile; speriamo che non ci siano brutte notizie sugli accantonamenti ed auspichiamo che con gli emendamenti successivi si possa ancora migliorare il testo».

L’altro vice capogruppo Marco Tedde ha affermato che «la programmazione delle risorse comunitarie segna il passo e necessita di una decisa sterzata e sotto questo profilo il governo regionale deve mettersi le mani sulla coscienza, impegnandosi di più sulle cose concrete, evitando di fare annunci e verificando le strozzature dell’apparato burocratico»

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha sostenuto che «oltre alla programmazione delle risorse comunitarie c’è quella sugli accostamenti che si sta valutando con un po’ di sufficienza, stiamo mettendo a bilancio oltre 600 milioni ma in realtà lo Stato ce ne deve molti di più; su questo punto dovremmo tornare perché con una legge di stabilità sub iudice potrebbero verificarsi sgradevoli sorprese, mettendo a rischio l’impianto della legge di stabilità».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, contrario, ha messo l’accento sui 10 milioni stanziati attraverso l’Insar per la ricollocazione numerosi soggetti espulsi dal mondo del lavoro dopo la chiusura delle imprese. In passato, ha ricordato, «il percorso ha richiesto non meno di 3 anni ed è evidente che certi meccanismi devono essere accuratamente verificati e non riproposti tali e quali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha osservato che «occorre evitare che molti fondi comunitari tornino al mittente, i problemi non sono stati risolti, bisogna fare di più e rispoindere concretamente alle tante aspettative dei sardi».

Il consigliere dell’Udc Peppino Pinna, contrario, ha evidenziato ancora una volta la criticità del sistema dei trasporti, che «si rivela incapace di garantire una accettabile mobilità ai sardi, mentre a fronte di stanziamenti ingenti della Regione lo Stato aumenta i costi per i passeggeri; è urgente ridefinire la questione della continuità e riorganizzare il sistema per lo sviluppo della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha detto che «con gli emendamenti aggiuntivi e soprattutto con gli interventi in materia di lavoro si vedrà se davvero nella manovra c’è qualcosa di buono per i sardi; in questo momento più che quanto si può spendere sono importanti selezione e qualità della spesa». Abbiamo avuto interlocuzioni con la maggioranza, ha concluso, «e ci aspettiamo un approccio diverso e migliore».

Il capogruppo Pietro Pittalis ha ribadito la posizione contraria del gruppo al provvedimento nel suo complesso, «non rispondente alle reali esigenze dei sardi di fronte alle quali a nostro giudizio la maggioranza continua a navigare a vista». Sul lavoro, ha aggiunto, «bisogna capire se il testo è solo della Giunta o ad esso hanno contribuito anche le forze del centro-sinistra perché, in caso affermativo, non si capisce come possa essere sottoscritto un progetto di aria fritta».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «le politiche economiche delle ultime anni hanno puntato al rafforzamento delle capacità imprenditoriali ma i risultati, a cominciare dal Piano Sulcis, non sono stati all’altezza delle aspettative a causa di insopportabili ritardi burocratici». La finanziaria, a suo avviso, «sotto questo profilo è poco vigorosa e poco innovativa, con un impianto condizionato dalla spesa sanitaria e dall’assistenzialismo, senza azioni davvero incisive, appesantita da troppa spesa corrente»

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha detto che «non vogliamo prendere in giro nessuno, crediamo molto in questo Patto per il lavoro e su risorse che dovrebbero essere destinati a molti sardi rimasti esclusi dalle opportunità di occupazione; chiediamo però garanzie perché vogliamo, a fronte di una aspettativa forte, che le risorse disponibili siano spese in modo rapido ed efficace»

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista), soffermandosi sul progetto LavoRas ha affermato di non credere nei miracoli «ma in un utilizzo migliore di risorse che già facevano parte della programmazione regionale, capace di organizzare meglio la spesa con una cabina di regia efficiente; questa visione è mancata negli anni passati spesso con risultati molti negativi, fra i fondi riprogrammati ci sono quelli Insar ed anche questa è una buona notizia per i disoccupati sardi».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ribadito la posizione contraria del suo gruppo sulla manovra, sottolineando che «l’obiettivo comune del progetto sul lavoro deve appartenere all’intero Consiglio, per cui molti fondi si potevano convogliare nel Fondo unico per gli Enti locali, dato che i Comuni già svolgono alcune funzioni contenute nel progetto a favore della fasce più marginali della società sarda».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul progetto-lavoro, giustamente «al centro dell’attenzione perché pilastro portante della manovra perchè agisce sul contingente e sulle prospettive, facendosi carico di una sofferenza di diffusa e migliorando anche alcune misure di flex-security che non hanno dato i risultati sperati». Soprattutto nella catena di governo della spesa, ha sostenuto, «noi riteniamo che al vertice di debba essere una figura commissariale, proposta che ci riserviamo si dettagliare meglio in seguito».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 18 contrari.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 813 (Dedoni e più) che ripropone la storica battaglia dei Riformatori sulle accise (la previsione, tra le entrate spettanti alla Regione, delle imposte di fabbricazione sui prodotti generate in Sardegna anche se riscosse nel restante territorio dello Stato).

Secondo Michele Cossa «la rinuncia della Regione a questa partita è stato un errore. La Corte Costituzionale ha avuto un atteggiamento diverso nei nostri riguardi rispetto alla Sicilia. C’erano i margini per difendere la Sardegna – ha affermato Michele Cossa – oggi riproponiamo questo tema, consapevoli che si tratta di una forzatura. La Sardegna sconta un handicap naturale rappresentato dall’insularità, lo Stato deve riconoscerlo».

A favore della proposta si è schierato Mariano Contu (Forza Italia): «E’ un argomento importante e lo sosteniamo – ha detto Mariano Contu – per questo, insieme al collega Truzzu, abbiamo presentato un altro emendamento su un tema specifico: la tassazione delle birre artigianali prodotte in Sardegna».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi e primo firmatario dell’emendamento,  ha ribadito la necessita di reperire nuove risorse per finanziare le politiche del lavoro e dello sviluppo: «La Giunta sa che ci mancano danari, le risorse stanziate per il Piano del Lavoro arrivano da altri capitoli, non si tratta di fondi aggiuntivi. Servono altre finanze, per questo è necessario ricercare altre fonti di finanziamento. L’accordo Prodi-Soru prevedeva un miliardo e 700milioni di euro all’anno per la Sardegna. Quanti ne abbiamo incassati? C’è un arretrato ingente. Di queste risorse la Sardegna ha un bisogno vitale. Fate un tentativo, inserite questo emendamento».

Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha evidenziato il senso della battaglia sulle accise iniziata dal suo partito nel 2013: «Non è solo una questione ideale, le ragioni di questa battaglia sono anche economiche – ha affermato Luigi Crisponi – vogliamo rilanciare un tema importante e profondo che permetterebbe di realizzare i diritti dei cittadini sardi. Le accise devono essere riconosciute per sistemare un deficit del territorio e compensare i danni ambientali causati dalla presenza dell’industria petrolifera in Sardegna».

Marco Tedde (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha invitato l’Aula a sostenere la proposta: «La battaglia sulle accise è giusta e va sostenuta da tutti. Va fatto un braccio di ferro con lo Stato che si tiene 674 milioni all’anno,  la vittoria di questa battaglia ci consentirebbe di incassare un miliardo di euro. Lo Stato non riconosce le accise ma le interpreta come imposte di consumo. E’ un errore, un atto odioso e doloso. Questo atteggiamento crea alla Sardegna dei danni incommensurabili».

Voto favorevole ha annunciato anche Gennaro Fuoco (FdI): «E’ una battaglia di correttezza anche nei confronti dello Stato. C’è stato un trattamento diverso per la Sicilia dove sono state riconosciute condizioni migliori sulla distribuzione delle accise – ha detto Gennaro Fuoco – non si possono tollerare comportamenti diversi nei confronti di territori che hanno problemi simili come lo svantaggio dell’insularità e la mancanza di lavoro».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Bisogna credere in questa battaglia – ha affermato Truzzu – è una strada assolutamente percorribile. La cifra potenziale da incamerare è di circa un miliardo, consentirebbe di garantire alcune soluzioni al problema del territorio. In questi anni ci siamo resi conto come sia difficile sostenere le politiche di sviluppo.  I soldi delle accise libererebbero altre risorse e, per esempio, permetterebbero di azzerare l’Irap. E’ una sfida che va colta. Su questo tema ho presentato un emendamento a favore dei birrifici regionali che consentirebbe loro di recuperare l’accise pagata allo Stato».

Messo in votazione l’emendamento 813 è stato respinto con 24 voti contrari e 17 favorevoli .

Successivamente è stato annunciato il ritiro dell’emendamento n. 887 (Busia) mentre sul 1029 (Congiu e più) è arrivato un invito al ritiro da parte della Commissione e della Giunta. 

L’Aula è quindi passata all’esame del 1052. Stefano Tunis (Forza Italia) ha illustrato i contenuti della proposta: «L’obiettivo è quello di intervenire nei confronti di quelle risorse umane che potrebbero subire gli effetti negativi di una profonda automazione delle aziende. Molte figure professionali potrebbero essere messe in seria difficoltà. Noi chiediamo che la Regione partecipi ai progetti di welfare aziendali integrando gli ammortizzatori sociali o partecipando alla formazione». Tunis ha quindi manifestato la disponibilità al ritiro dell’emendamento e ne ha proposto uno orale al 1027 che prevede un fondo di 500mila, nell’ambito delle risorse assegnate all’Aspal, destinato ai progetti di welfare aziendale all’interno della contrattazione di secondo livello.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «I progetti di welfare aziendali sono una tematica importante. Per questo propongo un ulteriore emendamento orale per la costituzione di un apposito osservatorio con la partecipazione delle organizzazioni sindacali. Vogliamo che ci sia il coinvolgimento di tutti sull’andamento del Piano del lavoro»

Non essendoci obiezioni, i due emendamenti orali sono stati acquisiti.

Subito dopo il consigliere Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’emendamento 1052 e la disponibilità a ritirare anche il 1053 a fronte di un impegno della Giunta per investire sul digitale.

L’assessore Raffaele Paci si è detto favorevole: «Siamo interessati a sviluppare qualunque forma di incentivazione al lavoro. Il digitale, sul quale stiamo investendo molto, rientra in quest’ottica». L’emendamento 1053 è stato quindi ritirato.

Paolo Truzzu (FdI) ha poi illustrato l’emendamento 1054. «Non ha un impatto finanziario – ha affermato – mira a trovare soluzioni per persone inoccupate di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Finora la legislazione nazionale e regionale ha previsto bonus per il lavoro fino ai 29 anni. C’è una categoria di persone esclusa dagli incentivi in conto occupazione. E’ opportuno un ragionamento su questa fascia di persone nel Piano del lavoro».

Favorevoli anche il consigliere di FdI, Gennaro Fuoco («E’ una misura che favorirebbe anche i soggetti espulsi dal mercato del lavoro») e Luigi Crisponi dei Riformatori («Un segnale bipartisan sarebbe accolto con favore da lavoratori e imprese»).

L’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «E’ una proposta condivisibile, come le altre presentata da Truzzu sul lavoro delle donne e su quello degli over 50. Tutte queste categorie saranno prese in esame all’interno del Piano del lavoro. Sono però contrario alla presentazione di emendamenti ad hoc. Saranno previste misure specifiche per tutti quanti. Per questo invito i presentatori a ritirarli». Richiesta accolta dal consigliere Paolo Truzzu che ha ritirato gli  emendamenti 1054 e 1055.

Sul 1056 Paolo Truzzu ha invece voluto spiegare il senso della sua proposta: «E’ un emendamento che punta alla ripresa dell’incremento demografico. Prevede un bonus per chi assume donne con figli di età inferiore a 15 mesi. Chi ha figli piccoli viene sistematicamente escluso dal mercato del lavoro. Dobbiamo cambiare questa logica per due motivi: incrementare il lavoro femminile e allo stesso tempo la natalità. Serve una svolta culturale, rimettiamo le famiglie al centro delle politiche per il lavoro. Diventare mamma non deve essere una condanna, è un investimento per la comunità».

Stessa considerazione da parte di Gennaro Fuoco (FdI): «La Regione ha necessità di intervenire perché su questo fronte non interviene lo Stato. Un pronunciamento dell’Assemblea sarebbe importante per fissare un principio».

D’accordo anche Annamaria Busia (Campo progressista): «E’ un tema importantissimo – ha detto Busia – gli ultimi dati dimostrano che la Sardegna è il fanalino di coda, l’occupazione femminile  è al 48,9% contro la media europea del 72,5. Le poche donne che fanno figli battono in ritirata Altro dato allarmante: nel 2016, il 78% delle richieste di dimissioni ha riguardato lavoratrici madri per l’impossibilità di conciliare il lavoro con la famiglia. Mi aspetto risposte da parte della Giunta, si prenda atto di una situazione gravissima».

L’assessore Raffaele Paci, dopo aver riconosciuto “la grande importanza del tema” e ricordato che per le politiche di conciliazione sono disponibili oltre 22 milioni di euro di fondi Fse e Fsc, ha preso l’impegno per una previsione specifica nel Piano del Lavoro invitando i presentatori a ritirare l’emendamento.

Paolo Truzzu, nell’annunciare il ritiro dell’emendamento, ha offerto la sua disponibilità a collaborare per l’attivazione delle misure a favore delle donne madri: «Se riusciamo ad avviare questo processo creiamo un volano positivo. Lo stipendio alle donne consentirà di mandare il bambino alla scuola materna garantendo lavoro alle maestre. E’ un investimento a lungo termine».

L’Aula ha poi affrontato l’emendamento di maggioranza 1057 (Pietro Cocco e più), che prevede otto milioni di euro per incentivare le ristrutturazioni dell’edilizia privata nell’ambito del Piano Sulcis. Il primo firmatario ha detto: “Si tratta di incentivi addizionali a quelli fiscali esistenti e in questo modo si potranno generare un volume di lavoro di 40 milioni di euro”.

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) “sarebbe opportuno che l’edilizia in generale, e non solo nel Sulcis, fosse intesa come una risorse per l’economia della Sardegna. Aspetto che discutiamo di urbanistica, a questo punto”.

Secondo l’on. Michele Cossa (Riformatori) “l’emendamento introduce un elemento interessante nella politica regionale, il sostegno diretto all’edilizia dei privati in una zona particolare della Sardegna. Mi chiedo se questo intervento non sia un po’ strano e discutibile, sarebbe meglio destinare le risorse a incrementare il fondo di rotazione dei mutui della Regione. Su questo vorrei anche sentire l’opinione dell’assessore”.

Della stessa opinione l’on.Luigi Crisponi (Riformatori), che si è detto “preoccupato che fondi destinati alle filiere produttive possano venire politicamente distratti, consentitemi il termine, verso l’edilizia privata. Mi sembra francamente difficile che un emendamento alla Finanziaria possa permettere tutto questo. Ci vorrebbe un approfondimento per capire la reale portata di questa norma”.

Per l’Udc ha parlato l’on. Gianluigi Rubiu, che ha detto: “Questo emendamento certifica se ce ne fosse bisogno il fallimento del Piano Sulcis, che a distanza di sette anni dall’approvazione del patto col Governo, stiamo rimodulando denari non spesi. Ma come mai ci sono denari non spesi nonostante il Sulcis sia un’area martoriata? Questi soldi dovrebbero rimanere vincolati al settore per il quale sono stati stanziati”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) “non è chiaro perché sia legittimo sostenere l’edilizia privata del Sulcis e non si possa fare altrettanto altrove. E mi preoccupa anche il trasferimento di risorse che avevano un’altra destinazione, non quella di risanare l’edilizia privata dei centri storici”. Perplesso anche l’on. Gennaro Fuoco (Sardegna), che ha ricordato: “Ciò che genera ricchezza in un territorio è la produzione e dunque le filiere produttive. Il nostro compito non è dare contributi a un determinato territorio invece che a un altro”.

Contrario all’emendamento anche l’on. Marco Tedde (FI): “Certo che l’edilizia è importante per la Sardegna, il nostro piano casa ha prodotto 46 mila pratiche. Ma non è questo il modo di affrontarlo, soprattutto in assenza di una legge urbanistica che, nonostante le vostre promesse, non riuscite a portare in aula. Il vostro emendamento introduce un meccanismo pericoloso”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az), «prima di attuare misure come queste, che certificano il fallimento del Piano Sulcis, bisognerebbe uscire dall’assistenzialismo che riguarda il Sulcis come Ottana».

Meravigliato l’on. Giorgio Oppi (Udc): “E’ capitato anche altre volte di dare contributi straordinari, a Sassari come a Iglesias. Ma il fatto che non si riesca a spendere le risorse finanziarie la dice lunga. E sono contrario anche alle fotografie, come quella scritta in questo emendamento”. Contrario anche l‘on. Fabrizio Anedda, che ha puntato il dito contro gli sprechi del Piano Sulcis mentre l’on. Pietro Pittalis (FI) ha affermato “dubbi sull’ammissibilità dell’emendamento: non è possibile modificare unilateralmente un patto, senza che sia stata negoziata la modifica del patto, nemmeno con le organizzazioni sindacali. Non tutto è consentito ed ammesso: se passa questa logica ogni patto è scardinabile. Cosa ne pensa il presidente Tore Cherchi? Lo avete interpellato?”.

Anche l’on. Francesco Agus (Cp) ha sollevato perplessità: “Gli interventi di ristrutturazione hanno un effetto volano, se compiuti nel rispetto dei contesti. Ma questo emendamento mi lascia molti dubbi e suggerisco il ritiro dell’emendamento”.

Per l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) “i fondi possono essere utilizzati perché ci sono state interlocuzioni ed è stato concordato con le organizzazioni di categoria. La non approvazione di questo emendamento manda invece in perenzione i fondi del Piano Sulcis: chi vota contro questa norma fa perdere otto milioni a quelle categorie”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento 1057 ma l’on. Pietro Pittalis (FI) ha ribadito la richiesta di un parere circa l’ammissibilità dell’emendamento “visto che si interferisce su materia pattizia”.  L’on. Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto all’assessore Raffaele Paci se “tutti gli attori istituzionali siano stati sentiti per questa diversa destinazione dei fondi non spesi”. L’on. Alessandra Zedda (FI) ha sollecitato ancora un volta il ritiro dell’emendamento: “Se vi fermate a pensare a chi devono andare davvero i sostegni del Patto Sulcis dovete ritirare questo emendamento”.

L’emendamento 1057 è stato approvato con 24 voti a favore e 15 contrari.

Ritirati, invece, gli emendamenti 1058 (Pietro Cocco) e 1029 (Congiu).

Sull’emendamento 1027 “programma integrato plurifondo per il lavoro LavoRas” della Giunta regionale l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha proposto un emendamento orale che è stato accolto.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto la votazione per parti, dal punto 1 al punto 3, poi il 3 bis con il 3 ter.

Il presidente della Commissione, Franco Sabatini, parlando della norma in discussione ha detto: “Qui ci sono 100 milioni di risorse riprogrammate per le politiche del lavoro. E altri 27 milioni già programmati che nessuno intende toccare. Dunque, si tratta di un provvedimento che ci rende orgogliosi e che andremo a presentare in tutta la Sardegna. Dopo la Finanziaria avremo 30 giorni per confrontarci e attivare politiche che aggancino la ripresa”.

Il capogruppo di Forza Italia ha replicato: “Per le stesse ragioni, invece, noi andremo in giro in Sardegna a spiegare che avete creato false aspettative in chi attende di trovare un lavoro. Per il resto si tratta di risorse già programmate: non state aggiungendo nulla, non sono risorse aggiuntive. Questo è il gioco delle tre carte”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha detto: “Le cose che ho appena sentito dalla maggioranza mi hanno fatto pentire di aver ritirato una serie di emendamenti. Tutti siamo d’accordo per incentivare l’occupazione ma come si crea e come si racconta fa la differenza”.

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, Pietro Cocco: “Abbiamo dettagliato il nostro piano e l’alternativa e far cadere tutte le risorse, perdere quei denari e perdere il Piano per il lavoro che abbiamo elaborato per questo anno e per gli anni a venire. Prendiamo atto che la minoranza è contraria a mettere 128 milioni di euro in Sardegna”.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato voto contrario: «L’emendamento propone misure di carattere assistenziale come è tradizione del centrosinistra». L’esponente della minoranza ha auspicato politiche con ricadute occupazionali “durature e positive”. Fabrizio Anedda (Misto) ha annunciato voto a favore e confermato piena fiducia al presidente della Regione, invitandolo però a scongiurare il rischio di interventi assistenzialistici. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha rimarcato che il piano “LavoRas” prevede l’impiego di risorse già destinate in precedenza per il lavoro “e che quindi non sono state spese”. «È fondamentale – ha concluso l’esponete della minoranza – investire questi fondi per creare posti di lavoro “veri” e non impiegarli per fare assistenzialismo».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è detto convintamente a favore dell’emendamento presentato dalla Giunta («diamo risposte a migliaia di disoccupati») ed ha così concluso il suo intervento: «È una misura importante e l’opposizione si ravveda, dimostri di essere più comunista di noi». Annamaria Busia (Misto-Cd) non ha nascosto alcune perplessità sulla proposta emendativa dell’esecutivo ma ha annunciato voto a favore: «Non posso votare contro un emendamento che ha come obiettivo il riconoscimento del diritto al lavoro».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni ha annunciato voto contrario: «Ma nessuno di noi è contrario ad un piano per il lavoro, vogliamo un piano serio del lavoro che porti reale occupazione con lo stanziamento di ulteriori cento milioni di euro». Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (Pds) ha dichiarato voto favorevole e compiacimento per il dibattito sviluppatosi in Aula sul tema del lavoro («è il riconoscimento che è il pilastro fondante della nostra finanziaria») ed ha anche mostrato apprezzamento per la volontà della minoranza di procedere con la votazione per parti. Mariano Contu (Fi) si è detto contrario ed ha accusato la maggioranza di centrosinistra “di discutere di minuzie” e di avere commissariato, nei fatti, l’assessore regionale del Lavoro.

Posto in votazione per parti, (dal comma 1.3 e successivamente commi 3bis e 3 ter) l’emendamento 1027 è stato approvato (28 favorevoli e 16 contrari per la prima parte e 41 favorevoli su 41 votanti la seconda parte). La minoranza ha votato a favore sia alle modifiche introdotte dalla proposta del consigliere Tunis (Fi) e che riguardano la finalizzazione di una parte delle risorse per l’economia digitale, sia a quelle avanzate dal capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, che introducono il principio della cosiddetta “perequazione” per le zone maggiormente svantaggiate.

In sintesi, con l’emendamento 1027 e le successive modificazioni introdotte, il Consiglio ha approvato il piano per il lavoro “LavoRas” che per il 2018 ha uno stanziamento di 127.960.000 euro mentre per il 2019 e 2020 le risorse sono pari a 70.110.000 euro\anno. Tali fondi (regionali, statali e comunitari) sono dedicati “all’incremento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso politiche di attivazione, conciliazione, incentivazione e altre misure di rafforzamento dell’occupabilità”.  L’emendamento prevede inoltre che “la Giunta, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, su proposta della cabina di regia della programmazione unitaria, previo pare delle commissioni consiliari, approva gli ambiti di intervento e le modalità organizzative del programma integrato plurifondo e le conseguenti variazioni di bilancio”.

A conclusione della votazione il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha tolto la seduta ed ha convocato l’Aula per martedì 19 dicembre alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha esaminato questo pomeriggio gli emendamenti all’articolo 1 della Manovra Finanziaria.

Sull’emendamento 105 l’on. Edoardo Tocco (FI) ha annunciato il voto favorevole e ha detto: «Non c’era fretta di approvare a tappe forzate questa manovra, sarebbe stato opportuno dare più tempo alla commissione».

Sempre per Forza Italia l’on. Marco Tedde ha ribadito: «Il giudizio sulla manovra è sempre più negativo, visto che in commissione avete appena approvato gli emendamenti mancetta, le cosiddette marchette pre elettorali. Molte delle quali pesantissime e gridano vendetta. Vi abbiamo chiesto di valutare le esigenze dei Comuni e ve lo ha chiesto il Cal: voi avete speso 40 milioni di euro in mancette».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Non voglio credere alle mancette elettorali né ai contributi solo per certi territori. Ma è la finanziaria tutta che è sbagliata e il Cal vi sta dicendo come devono essere spese queste risorse negli enti locali».

Per l’on. Paolo Truzzu (Sardegna), invece, «si è persa l’occasione di sfruttare al meglio questa finanziaria e invece ancora una volta vi state attivando su una distribuzione a pioggia e a soddisfare interessi particolari. Lo abbiamo visto anche questo pomeriggio in commissione: persino emendamenti importanti della maggioranza sono stati respinti». 

Anche l’on. Mariano Contu (FI) ha criticato il provvedimento ed ha citato il primo intervento di Gavino Carta, nuovo segretario regionale della Cisl, secondo cui «la massa manovrabile del bilancio è bassa a causa dei costi obbligati della sanità». Secondo l’on. Mariano Contu «l’importante è anche mettere a disposizione in fretta le risorse stanziate per il piano del lavoro, perché i sardi hanno bisogno di interventi duraturi ma anche rapidi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento 105 sarà favorevole perché questa manovra ha una visione distorta della realtà e non centra il vero obiettivo: cioè il lavoro, che è la madre di tutti i problemi della Sardegna. Questa maggioranza è troppo lontana dai problemi della gente».

L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esordito così: «Sembra che il centrosinistra abbia una sorta di psicosi per le elezioni. E’ meglio se invece le si affronta con calma, evitando le mancette da elezioni e l’ansia di arrivare a marzo prossimo temendo di presentarsi in braghe di tela. State evitando di andare a una discussione franca e serena con l’opposizione».

Sempre per i Riformatori l’on. Cossa ha annunciato il voto favorevole alla soppressione dell’articolo 1 e ha denunciato il rischio di un blocco dei voli aerei su Cagliari e della stagione turistica 2018.

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «si stanno destinando risorse del bilancio ordinario per il cofinanziamento di programmi dell’Unione europea ma se fossi in un consigliere regionale del centrosinistra mi preoccuperei del tipo di delega che state dando all’assessore alla Programmazione, senza che il Consiglio regionale possa esercitare il controllo».

Sullo stesso argomento ha preso la parola l’on. Angelo Carta (Psd’az) che ha illustrato i dati di questa partita finanziaria in capo all’assessore al Bilancio: «Dell’efficacia di questi fondi ha parlato questa mattina l’assessore Paci, rilevando che soltanto la metà delle somme impegnate in passato è stata spesa».

Per l’on. Stefano Tunis (FI) «sarebbe bello sentire l’assessore Raffaele Paci spiegarci com’è andata sino a oggi la spesa dei fondi comunitari», mentre per l’on. Attilio Dedoni «non si capisce perché il Consiglio regionale non debba occuparsi della programmazione dei fondi, posto che la gestione in capo alla giunta e alla burocrazia regionale ha mostrato soltanto ritardi della spesa. E in agricoltura ne sanno qualcosa di  erogazioni ritardate».

L’emendamento 105 è stato respinto.

Sull’emendamento 106 il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau: «Approvando la disposizione stiamo approvando anche le tabelle A, B e C: è corretto? Non verranno dunque modificate successivamente le tabelle?».

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto: «Le tabelle si votano a parte e sono emendabili. Dunque, nulla osta ora alla discussione dell’articolo e dei suoi commi».

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «è necessario che la Giunta si faccia dare dallo Stato e dal Governo quel che è dei sardi» mentre per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «viene quasi la voglia di fare ostruzionismo a questa finanziaria davanti al vostro menefreghismo. Avete una fretta assurda: state gestendo i soldi dei sardi. Riportate in commissione la manovra».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha stigmatizzato «il silenzio plastico della maggioranza e non riusciamo a capire se voi della maggioranza non avete argomenti o se siete satolli dopo aver lanciato la rete e pescato tanti emendamenti».

Sull’ordine dei lavori l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) ha detto: «Lo straordinario riavvio dello stabilimento Alcoa, sancito oggi dal governo, è un risultato straordinario e insperato. Per questo esprimo la mia gioia per questo e chiedo al presidente di informare l’Aula su questo».  

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha replicato al consigliere Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) “il risultato di cui di compiace non è in ogni caso una sua vittoria ma di tutti coloro che si sono impegnati nella vertenza Alcoa”. Pittalis ha inoltre escluso intenti ostruzionistici da parte della minoranza ed ha rilanciato l’accusa all’onorevole Pizzutto: «Di fatto introducendo un argomento diverso dalla finanziaria cerca di provocando una serie di interventi fuori tema». Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha invitato il presidente della Giunta a riferire sulle eventuali novità sulla vicenda Alcoa.

Il presidente Francesco Pigliaru ha raccolto l’invito ed ha spiegato che si registrano positivi passi in avanti per la definizione della vertenza e che “si è dinanzi ad una prospettiva più positiva di quella trovata quattro anni fa”. Il presidente ha quindi informato l’Aula che è in programma una deliberazione apposita della Giunta in vista di un accordo di programma.

Il consigliere Tunis ha quindi ringraziato il presidente Francesco Pigliaru ed ha affermato: «Ringrazio per la precisazione che di fatto smentisce le dichiarazioni dell’onorevole Luca Pizzuto sulla riapertura della fabbrica dell’Alcoa a Portovesme».

Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, è ritornato sul secondo comma dell’articolo 1 e sulle tabelle a,b, e c ed ha evidenziato l’esiguità dei fondi a disposizione per l’edilizia abitativa: «Stanziate solo 8 milioni di euro contro uno stanziamento storico di oltre 20 milioni di euro».

Il capogruppo di “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed ha espresso solidarietà al sindaco di Desulo nei confronti del quale è stata richiesta una condanna di sei mesi per al nota vicenda del pascolo brado nella lotta contro la peste suina.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto favorevole ed ha confermato la volontà di “entrare nel vivo della manovra”. «Non puntiamo a rallentare i lavori – ha affermato l’esponente della minoranza  ma cercare di comprendere a fondo la finanziaria che la maggioranza ha esaminato per conto proprio».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha dichiarato voto ed ha segnalato alcuni voci delle tabelle a, b, e c, per evidenziarne l’esiguità delle risorse: «Cito ad esempio il capitolo relativo ai passeggeri non residenti delle isole minori e lo zero nelle risorse destinate alla fetopatia alcolica per la quale è stata approvata un’apposita legge in questa legislatura». A giudizio di Michele Cossa sono modesti anche gli stanziamenti per il servizio radiotelevisivo e i programmi in lingua sarda.

Posto in votazione l’emendamento 106=305=684 non è stato approvato con 28 contrari e 16 favorevoli.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo parziale n. 206 è intervenuto il consigliere Marco Tedde (Fi) per mettere l’accento sulla questione della programmazione ricordando le critica in proposito rivolte anche dal Cal. L’esponente della minoranza ha denunciato inoltre “l’inserimento di risorse senza specifica destinazione”. «È inconcepibile – ha concluso Marco Tedde – che mettiate da parte 40 milioni in un portafoglio senza che si sappia cosa volete farne». A favore dell’emendamento anche Alessandra Zedda (Fi) che ha chiesto all’assessore paci di indicare “almeno una delle opere realizzate con il muto da 700 milioni contratto in avvio di Legislatura per le opere pubbliche”. Mariano Contu (Fi) ha dichiarato voto favorevole ed ha lamentato il ritardo nella spendita e nella programmazione dei fondi europei. Stessa posizione è stata espressa dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, che ha stigmatizzato la lentezza nei processi di spesa e l’assenza di un efficace crono programma degli interventi. Paolo Truzzu (Sardegna) ha insistito sulla quantità e sulla qualità della spesa delle risorse comunitarie ed ha auspicato maggiore collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, la Regione e gli Enti locali. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha spiegato che l’emendamento riporta ad una cabina di regia regionale la programmazione dei fondi ed ha affermato: «Continuiamo a lamentarci dell’Europa dei burocrati senza però che rispetto a questo stato di cose ci sia un atteggiamento reattivo della classe politica sarda». A favore, anche Luigi Crisponi (Riformatori): «L’emendamento merita l’attenzione di tutto il Consiglio perché vuole riscrivere l’utilizzo dei fondi comunitari per una migliore spesa». Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha rimarcato l’importanza del comma 2 («introduce un argomento importante, i fondi europei e il rapporto tra la Sardegna e l’Europa») ed ha sottolineato la spesa record che in agricoltura vanta la Regione Veneto per confrontarla con quella assai più ridotta della Sardegna.

Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha messo in evidenza che «c’è un problema enorme nei processi di spesa per l’agricoltura perché da anni si verifica che, dopo la pubblicazione dei bandi, le pratiche si ingolfano e non si riesce ed erogare le risorse, col risultato che in alcuni anni non arriva un euro e in altri si accelera moltissimo».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ricordato che «l’opposizione ha rivolto alla finanziaria una serie di critiche soprattutto sulla destinazione di 40 milioni definiti da qualcuno mancette, ma al di là delle definizioni è comunque preoccupante che le risorse siano distribuite a seconda delle indicazioni di alcuni consiglieri di maggioranza; lo stesso Cal ha suggerito la distribuzione di queste risorse per aree strategiche e noi condividiamo questa impostazione seria, privilegiando le aree della Sardegna più in sofferenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, riprendendo il tema sollevato dal collega Pittalis di certi comportamenti istituzionalmente non corretti, ha criticato «l’eccessivo accentramento delle procedure presso l’assessorato della Programmazione e la marginalizzazione del Consiglio, un modo di procedere che va assolutamente modificato».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha affermato che «il sistema della programmazione va decisamente snellito e semplificato istituendo per esempio uno sportello per le imprese all’interno dell’assessorato, soprattutto per le pratiche che riguardano l’agricoltura, in modo da assicurare la migliore spesa dei fondi ed un impatto positivo sul sistema regionale».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda) ha detto fra l’altro che «parlando di marchette indubbiamente ci sono alcuni maestri». Nel merito della proposta, ha sostenuto che «il problema non è tanto l’accentramento presso l’assessorato della Programmazione quanto che le risorse siano destinate realmente allo sviluppo ed all’occupazione».

Messo ai voti l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 439.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sempre in tema di programmazione, ha sostenuto che «nella manovra emerge l’aumento delle entrate tributarie per circa 120 milioni di euro e riteniamo, a differenza della maggioranza, che una parte di questi fondi debbano andare ad aumentare la dotazione del Fondo unico degli Enti locali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino ha messo in luce l’importanza dell’efficacia della spesa regionale «perché, nel sistema attuale, le risorse non arrivano a destinazione o arrivano molto tardi con risultati del tutto negativi per la comunità e soprattutto per le fasce più deboli; c’è un deficit della programmazione sul quale occorre intervenire altrimenti i fondi finiranno nelle aree più forti».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Mariano Contu ha lamentato che «nell’ambito del Fondo sociale europeo, con una dotazione di 444 milioni di euro, è stato programmato solo il 65% ma non si capisce quanto effettivamente sia stato speso né si conoscono i risultati ottenuti con le risorse assegnate; anzi l’esperienza insegna che questi fondi potrebbero essere un bluff».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo l’accento sul fatto che «non si possono migliorare le procedure di spesa con inutili appesantimenti burocratici, i progetti sono coperti da risorse regionali e nazionali che però non arrivano a destinazione determinando una attesa che in alcuni casi dura anche tre o quattro anni, un periodo nel quale molte aziende spariscono addirittura dal mercato».

Il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia ha ricordato che «purtroppo di risorse non spese la Sardegna è piena anche quando certi progetti dovrebbero avere priorità come nel caso del programma Garanzia giovani, o quando iniziative di formazione come quelle per alcune professioni sanitarie si rivelano inutili perché non garantiscono sbocchi occupazionali».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha ricordato che «il raffronto con le altre Regioni dell’Unione europea è impietoso per la Sardegna che le ultime rivelazioni segnalano nelle ultime posizioni ed in ulteriore arretramento; il tema della velocità della spesa è quindi centrale ma, nella manovra, è stato ignorato e sottovalutato questo fondamentale punto di debolezza del sistema regionale».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha detto che «l’emendamento cerca di aggredire il nervo scoperto della programmazione europea, certamente meno efficace rispetto al recente passato; ciò dipende dalla debolezza dei progetti e dalla loro distanza dalle reali esigenze dei territori, sarebbe stato meglio che il Cal si fosse potuto esprimere su questo tema per poter rilanciare i sistemi locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha collocato l’emendamento nell’ambito della riflessione complessiva proposta dall’opposizione che la maggioranza finora non ha accolto. Prevale, ha affermato, «un alone di vergogna in alcuni consiglieri di maggioranza che stanno facendo finta di non vedere cosa sta succedendo nella manovra a proposito dei fondi europei».

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta. I lavori riprenderanno domattina alle 10.00.

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I consiglieri regionali Articolo 1 – Sdp Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda esprimo un giudizio positivo sugli sviluppi della trattativa per la cessione dello stabilimento ex Alcoa ma sottolineano che «la lotta va avanti sino all’ottenimento di certezze per il futuro dei lavoratori e del territorio».

«In questi casi l’euforia non deve mai prendere il sopravvento, ma dopo tanti anni di lotte e presidi possiamo guardare con positività i primi risultati tangibili ottenuti – aggiungono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Sembra, dunque, ci siano le premesse per arrivare alla giusta conclusione di quella che sembrava una vertenza già segnata in negativo. Noi continueremo a seguire la vicenda fino alla sua reale conclusione e solo quando vedremo tutti gli operai rientrare al lavoro festeggeremo.»

«Aspettiamo il risultato finale – afferma Luca Pizzuto – ma non possiamo negare che ad oggi sono stati fatti importanti passi avanti, alla faccia di chi quasi sperava che le aziende del territorio chiudessero. Il ringraziamento principale va ai lavoratori, primi e indiscussi protagonisti di questa lotta, insieme alle organizzazioni sindacali che li hanno sostenuti. È doveroso riconoscere i meriti del Ministero e della Regione Sardegna, e ringraziare in particolare il presidente Francesco Pigliaru, per l’umanità dimostrata nello stare al fianco dei lavoratori nella lotta, per l’impegno e la perseveranza nel seguire questa vertenza che tutti consideravano morta e che invece ci fa intravedere un esito positivo. Continueremo a stare al fianco dei lavoratori – conclude Luca Pizzuto – fino al completo riavvio dello stabilimento.»

 

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera all’intesa Regione-Ministero della Difesa sulla riduzione delle servitù militari ed ha approvato due ordini del giorno di maggioranza ed opposizione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau e, dopo le formalità di rito, si è aperta la discussione sulle comunicazioni rese in Aula dal presidente della Regione sul regolamento per le servitù militari.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, si è detto non soddisfatto dai contenuti del protocollo illustrato nella mattinata dal presidente Francesco Pigliaru ed ha evidenziato che gran parte del documento richiama risultati già ottenuti, come la disponibilità della spiaggia di Porto Tramatzu o l’interruzione delle esercitazioni nei mesi estivi a Capo Frasca. «Ma – ha affermato l’esponente della minoranza – la Sardegna non può perdere l’economia dell’esercito, dei poligoni e delle basi militari». «Dobbiamo rivendicare i nostri diritti – ha proseguito Gianluigi Rubiu – ma le forza armate devono restare in Sardegna perché sono una risorsa da salvaguardare».

Il capogruppo Udc ha quindi elencato i punti principali di un ordine del giorno da sottoporre all’esame dell’Aula: implementazione del progetto Siat; sostegno al completamento della Brigata Sassari con un nuovo reggimento a Pratosardo; impegno prioritario dei militari sardi; riapertura del centro di reclutamento Sardegna; utilizzo e riconversione dei bunker per finalità turistiche e verifica puntuale delle bonifiche.

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso soddisfazione per i termini dell’accordo illustrato dal presidente della Giunta («è un buon compromesso») ed ha ricordato i numeri della presenza dei militari nell’Isola, salutando con favore il riconoscimento degli indennizzi per i pescatori interessati dalle limitazioni di Capo Frasca e la possibilità di realizzare un approdo nell’area del porto naturale una volta liberata dalla presenza dei militari. L’esponente della maggioranza ha inoltre salutato positivamente l’istituzione di un osservatorio ambientale indipendente e la sospensione delle attività a fuoco nei mesi estivi. Sul tema degli indennizzi, Rossella Pinna, ha ricordato i ritardi con i quali lo Stato provvede al pagamento degli stessi.

A giudizio di Christian Solinas  (Psd’Az) «il protocollo sulle servitù militari riporta indietro di 40 anni e abbassa l’asticella del confronto tra Stato e Regione» ed ha ricordato le iniziative a suo tempo intraprese da Mario Melis per la riduzione delle superfici e del gravame militare. «Il protocollo di cui si discute – ha affermato l’esponente della minoranza – è soltanto un atto ricognitivo degli accordi sottoscritti nel corso degli anni e che però non si sono realizzati».

Solinas ha quindi ricordato le posizioni espresse nel lontano 1987 dall’ex presidente Melis sulle servitù militari («non siamo antimilitaristi ma siamo contro tutto ciò che tende alla guerra e non alla difesa dello Stato»). Il segretario dei sardisti ha quindi elencato una serie di immobili ed aree già oggetto di intese e che sono reinserite anche nella proposta di accordo illustrata dal presidente Pigliaru ed ha insistito sulla necessità che la Regione chieda con forza allo Stato investimenti consistenti in ricerca e tecnologia. «In realtà – ha proseguito Christian Solinas – parliamo di un annuncio di accordo dove non si affronta concretamente il tema delle bonifiche e dove manca la previsione di una qualche sanzione a carico di chi non rispetti il crono programma allegato al regolamento per le servitù militari».

Paolo Dessì  (Misto) ha definito il protocollo “vago nei contenuti” ed ha rivolto un invito affinché il tema delle servitù sia affrontato “con rispetto e responsabilità”. «Il protocollo – ha insistito l’ex sindaco di Sant’Anna Arresi – non è un risultato storico perché non ci sono risultati concreti mentre storiche sono le lotte fatte per gli indennizzi ai pescatori e per l’ottenimento dei pascoli nei poligoni». Paolo Dessì ha insistito sull’assenza di riferimenti precisi per le bonifiche dei poligoni ed ha affermato che eventuali investimenti nelle aree militari devono essere fatti solo se si è in grado di dimostrarne i risultati positivi per le popolazioni ed i territori.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha definito “un ottimo risultato” il lavoro del presidente Francesco Pigliaru  («la minoranza ha difficoltà a riconoscere che si fanno passi in avanti ma il lavoro di Francesco Pigliaru non riguarda la maggioranza consiliare ma l’intera Sardegna») ed ha parlato di “presenza spropositata” in riferimento all’estensione delle basi e delle aree militari. Antonio Solinas ha quindi insistito sul poligono di tiro sul lago Omodeo lamentandone la presenza e evidenziando danni e disagi per le comunità locali. L’esponente della maggioranza ha quindi invitato il presidente della Giunta perché si realizzi un poligono di tiro all’interno di un poligono esistente così da liberare dai vincoli l’area attualmente interessate sul lago Omodeo.

Stefano Tunis (Fi) ha invitato il presidente della Giunta a cancellare la parola “storico” limitandosi a descrivere solo “un accordo”. «L’approccio al tema – ha spiegato l’esponente della minoranza – ha naturali diversificazioni all’interno delle coalizioni e delle forze politiche ma oggi parliamo di un documento di sintesi che è racchiuso all’interno dei confini delineati nell’ordine del giorno approvato all’inizio della legislatura». Tunis ha quindi ricordato i punti elencati nel documento presentato dai capigruppo della minoranza (Pittalis, Rubiu, Dedoni e Truzzu) ed ha così concluso: «Conta l’obiettivo rispetto al futuro e cioè mantenere in piedi un rapporto virtuoso con un pezzo importante dello Stato».

Franco Sabatini (Pd) ha espresso un giudizio positivo sull’accordo per le servitù («usciamo da una posizione ideologica e di chiusura e affrontiamo seriamente un tema dibattuto da anni») ed ha affermato: «Sono un autonomista convinto ma mi sento cittadino italiano e la Sardegna deve dare contributo per la difesa dello Stato». L’esponente della maggioranza ha insistito sulla opportunità di scongiurare “posizione di chiusura” ed ha salutato con favore il crono programma: «Lavoriamo ora perché si realizzino investimenti in ricerca e per l’uso duale delle basi presenti in Sardegna».

Augusto Cherchi (Pds) ha invitato il presidente della Giunta «a non considerare le posizioni contrapposte come una diminutio del suo operato». L’esponente della maggioranza ha quindi affermato di non riconoscersi né tra le posizioni dei qualunquisti né in quelle dei populisti ed ha ricordato il documento della commissione Difesa del parlamento con la promessa di un piano di progressiva riduzione delle servitù e la dismissione di alcuni poligoni. Augusto Cherchi ha inoltre ricordato la relazione della commissione di inchiesta sui poligoni, presieduta dal deputato sardo Gian Piero Scanu, per ricordare l’omertà e la scarsa trasparenza su ciò che nei poligoni sardi è avvenuto soprattutto in ordine alla salute e all’ambiente. Il consigliere del Partito dei Sardi ha così concluso: «Non posso essere contento di un accordo che utilizza solo parte delle nostre prerogative e inizia in maniera troppo blanda».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha ricordato le battaglie sardiste e della sinistra sarda ai tempi della Guerra fredda e ha detto: «La pace passa anche attraverso l’addestramento e la preparazione dei militari. Oggi ci sono oltre settemila militari italiani, anche sardi, in Siria come in Afganistan: dobbiamo considerare la loro opera e quanto è necessaria la formazione dei militari. Da novembre del 2017 sono necessarie le bonifiche dei poligoni ed è un passo importante, come questo protocollo di intesa che per la prima volta vede la Regione non andare dallo Stato col cappello in mano. Per la prima volta la Regione e gli enti locali sardi chiedono e ottengono dallo Stato che siano affermati i loro diritti. Non sarà il generale di turno a consentirci di usare d’estate le nostre spiagge: non è poco né molto ma è un passo avanti importante. Ed è importante anche la cessione definitiva di parti importanti di territorio come Porto Tramatzu, che viene ceduto definitivamente alla Regione. Inizia oggi un percorso, nel modo migliore e nel ricordo di tutti coloro, indipendentisti e no, vogliono difendere il territorio. E tra questi ci sono anche i militari».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «qui non si tratta di essere militaristi o meno. Il protocollo, lo dico da cittadino sardo, è una vera delusione: la montagna ha partorito un topolino. C’è il protocollo ma non c’è l’intesa: è un documento di semplice ricognizione di precedenti attività. Nulla di nuovo porta al dibattito politico: serve più che altro alla Giunta e al suo presidente per giustificare il fallimento totale dell’incontro di novembre scorso con il presidente Paolo Gentiloni. Questo è un pacco privo di contenuti veri: propaganda che non serve ai sardi e nemmeno ai militari. Già oggi la stampa ha detto che il presidente Francesco Pigliaru ha raggiunto l’obiettivo. E cioè? Quale sarebbe l’obiettivo?».

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Credo che il presidente Francesco Pigliaru sia in buona fede ma quando si tratta con lo Stato tutto è complicato e non sarà un nostro ordine del giorno  a sistemare le cose. Purtroppo, è l’approccio del governo, quando tratta con la Sardegna, a non essere leale né corretto. Non intravedo in questo protocollo né vittoria né liberazione e non capisco come qualche testata sarda abbia malinteso il senso e il contenuto del protocollo. Non spacciamo per liberazione quello che non è. Anche perché forse io non voglio nemmeno liberarmi di tutte le servitù militari. Guardo le carte di cui siamo in possesso: perché non si scrive ora nel dettaglio le aree che dovranno essere cedute? Non credo alla buona fede del Governo italiano su questa materia e per questo non mi accontento di questo protocollo».

Per i Rossomori è intervenuto l’on. Emilio Usula, che ha detto: «La Sardegna paga all’Italia un prezzo che nessuno paga in Italia e in Europa, come base logistica per guerre vere con morti veri, sempre più tra i civili. Il 65 per cento delle servitù italiane e oltre il 20 per cento di quelle europee è concentrato in Sardegna. Noi voteremo contro questo protocollo e contro l’ordine del girono proposto questa mattina. Ed al presidente Pigliaru chiediamo di tornare dal governo e spiegare che noi non accettiamo tutto questo». L’oratore ha ricordato i contenuti degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in questa legislatura sul tema delle servitù militari ed ha aggiunto: «Non è possibile accettare un protocollo che contrasta con quanto abbiamo approvato sino a oggi nel parlamento sardo».

E’ intervenuto poi l’on. Paolo Zedda (Sinistra), che ha detto: «Se un buon poeta non trova un terreno da scavare è obbligato anche a grattare nella roccia. Certo che i risultati ottenuti da questo protocollo non sono identici agli obiettivi che ci eravamo posti nel 2014. La nostra controparte sono i militari, molto difficili da smuovere: questo dobbiamo saperlo.  E dobbiamo anche ricordare che abbiamo dei compensi dello Stato, quando ce li da: 15 milioni ogni cinque anni a fronte di trentamila ettari vincolati e ottanta chilometri di coste. Tre milioni l’anno è il bilancio di un ristorante ben avviato, giusto per capirci”. L’oratore ha proseguito: “Qualche elemento di questo accordo è importante, come la cessione della caserma Ederle di Cagliari, anche se vorrei qualche informazione in più. Voterò comunque a favore ma con riserve: ci sarà bisogno di incontrare ancora il governo e chiedo al presidente Pigliaru di affidare subito uno studio sugli impatti economici negativi nella crescita della Sardegna derivanti dalla presenza di tante servitù e aree militari».

L’on. Luigi  Crisponi (Riformatori) si è detto contrario «ad iscriversi all’elenco dei favorevoli e dei contrari. Il confronto è più importante perché, piaccia o no, il 60 per cento delle servitù italiane è qui ed è sottratto all’economia turistica. Questo deve essere ricordato sempre. Ma il problema è che nel protocollo Pigliaru si torna su temi che furono già oggetto di sottoscrizione nel 1997, come la vicenda della caserma di Pratosardo e della vecchia caserma Loi di via Sardegna a Nuoro». L’oratore ha aggiunto: «E’ un protocollo di intesa fallace, che dimentica tante cose come il fatto che la nostra costa è punteggiata di avamposti militari degli anni ’40, manufatti militari che potrebbero rappresentare una occasione economica».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, che ha detto: «Curioso che nessuno abbia ancora pronunciato la parola “colonizzazione”, curioso che nessuno abbia sentito il dovere di ricordare quanto accadde nel 1956, quando la Sardegna fu colonizzata per mano del ministero della Difesa. Oggi veniamo chiamati a un giudizio di accettabilità dello schema di protocollo di intesa: in questo giudizio di portiamo dietro la sensazione di essere una colonia e il desiderio di non esserlo più. Ma valutiamo l’intesa per quello che è: non ci va che questo protocollo sia finalizzato al coordinamento delle attività militari in Sardegna, come recita il titolo della proposta. Noi vogliamo che sia chiaro che non siamo all’anno zero in questo percorso di liberazione della Sardegna dal processo di colonizzazione. Se è vero che dal 2014 il ministro Pinotti dice che non ci sono esercitazioni a fuoco d’estate, che bisogno c’era di metterlo nell’accordo. Anche sulla restituzione di Porto Tramatzu c’è da dire e pure sulla caserma Ederle. E pure sulle bonifiche».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha affermato che «la coscienza della necessità di un’efficiente difesa nazionale non impedisce di essere favorevoli alla drastica riduzione delle servitù militari, che hanno oggettivamente un carico insostenibile ed anche per questo va sostenuta la nostra proposta di legge di restituire all’uso civile le installazioni militari dismesse presenti nella nostra Regione». «Nel documento – ha però osservato – ci dovevano essere scritte ben altre cose invece ne è venuto fuori un testo generico senza nemmeno un apparato sanzionatorio; noi non sottovalutiamo l’impegno del presidente e difficoltà di trattare con un ministero che ha sempre dimostrato nei confronti della Sardegna chiusure pregiudiziali, anzi evidenziamo alcune cose positive come l’utilizzo di strutture militari per finalità di ricerca e sperimentazione che fino a ieri era un tabù, ed i programmi di sviluppo della cyber security». «Servono anche – ha aggiunto Michele Cossa – risposte chiare sulle spettanze dei Comuni gravati da servitù, in attesa da 8 anni che lo Stato rispetti la legge e su questo non c’è niente da discutere; su questo il ministro Pinotti ha detto che le somme sono perente e le Regioni devono fare una apposita domanda, per cui bisogna sapere se la Sardegna lo ha fatto o se lo Stato vuole continuare a resistere su somme dovute e già iscritte a bilancio dai Comuni, che a causa di questi problemi rischiano di andare in dissesto finanziario, dai 3 milioni di Teulada ai 2 di La Maddalena».

Il consigliere del gruppo Misto-Fdi Paolo Truzzu ha lamentato che «ogni volta che si parla di servitù militari nascono contrapposizioni fra due parti che stanno nelle rispettive barricate e, personalmente, non mi riconosco in questo approccio ideologico che è causa di grave danno alla Sardegna». «Non so se è un documento storico che segna una svolta nei rapporti fra la Sardegna e lo Stato – ha dichiarato Truzzu – ma ha il pregio di avere un approccio non ideologico, quindi se è vero che la Sardegna da più territorio alle servitù è vero anche che occupano una superficie di appena l’1% e alcune di queste zone pregiate sono rimaste così solo perché c’erano i militari, altrimenti ci saremmo lamentati di ben altri scempi». Affrontando il tema della salute pubblica, Truzzu ha sostenuto che «sulla salute non si scherza ma bisogna avere anche il coraggio di dire che chi abita intorno ai poligono sta meglio di chi vive attorno ai grandi poli industriali dell’isola». «Ritengo – ha continuato – che la presenza dei poligoni possa essere ridotta e il documento può aiutarci a farlo, anche perché la parte più interessante è quella dedicata alla ricerca “duale” sulla quale dovremmo lavorare di più perché può consentirci una effettiva riduzione delle servitù, nel senso di sviluppare un vero settore industriale e fare della Sardegna una nuova piattaforma della ricerca». In definitiva – ha concluso – è un primo passo che rimanda a successivi accordi tutti da scrivere, con attenzione prima di tutto alla bonifiche a condizione che non siano pagate solo dai sardi, al problema della regionalizzazione dei centri di arruolamento, alla rimozione dei vincoli che impediscono ai Comuni di spendere le risorse degli indennizzi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato l’accordo Melis-Spadolini sulle servitù e quello del 2008 sulle dismissioni di Soru, aggiungendo che «oggi si scrive un nuovo capitolo importante con risultati che il presidente Francesco Pigliaru ha ottenuto scavando nella roccia come una goccia, al termine di una trattativa seria ed apprezzabile che può procedere altrettanto seriamente con tutte le condizioni per ottenere progressi fondamentali». «E’vero – ha protestato – che i militari tendono a non concedere niente ma non per questo deve venir meno il nostro impegno a ridurre le servitù della Sardegna puntando sulla tutela ambientale, sulla liberazione di vasti territori da destinare al turismo, sulla ricerca scientifica, punti qualificanti dell’accordo anche se, per quanto riguarda i rimborsi destinati ai Comuni occorre accelerare». «Vengo da La Maddalena – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – nata storicamente con la Marina Militare dove tuttavia, nel ’54, è nato il primo Club Mediteranee, simbolo di una convivenza che anticipava la modernità; vogliamo tornare a quel periodo positivo diventando il simbolo di una nuova eccellenza nei mestieri del mare e nella formazione aperta al mondo esterno».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, rivolto alla sua area politica di appartenenza, ha definito «un errore della sinistra dimenticare che il meglio è nemico del bene e che i risultati arrivano con la pazienza costante del contadino», esprimendo sostegno al presidente «se documento si colloca all’inizio del percorso e non viene considerato come punto d’arrivo, perché ci troviamo nel mezzo di un percorso politico che parte da Mario Melis ed è continuato con la politica che ha cercato di trasformare la Sardegna da portaerei ad isola di pace». «Per questo – ha aggiunto – chi pensa che il documento non sia un grande risultato sbaglia, è invece un risultato che la sinistra sarda deve poter rivendicare, con risultarti concreti e simbolici come le spiagge, luoghi di bellezza di cui la Sardegna è stata privata per decenni, la presenza degli osservatori indipendenti che verificano cosa sta succedendo in quelle aree, le esercitazioni che diminuiscono ed i militari che non fanno più quello che vogliono». «Piuttosto – ha concluso – vorremmo che fosse affiancato da una legge sulla pace nel rispetto dell’art.11 della Costituzione che metta nero su bianco temi come educazione alla pace, possibilmente insieme a tutto il Consiglio regionale; deve insomma essere valorizzato il percorso della nostra maggioranza che ha avuto il coraggio di impegnarsi su queste idee, è un buon accordo e bisogna firmarlo prima che cambi il governo nazionale».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha messo in luce che «più di altri prevale in questo argomento il punto di vista di ciascuno rispetto a considerazioni di carattere generale; sono di un partito nato per l’indipendenza della Sardegna, un traguardo che ci fa vedere le cose da un punto di vista diverso, ma proprio visioni diverse si sono incontrate nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio nel 2014 che, nel merito, parlava di graduale dismissione e superamento delle servitù militari col mantenimento degli attuali livelli occupazionali». Detto questo e prendendo le distanze da quanto fatto a La Maddalena dove la presenza militare è finita senza alternative – ha affermato Carta – noi siamo per una costruzione graduale basata sulla concretezza coerente però con la visione espressa nell’ordine del giorno, per cui le ragioni politiche del voto contrario stanno nella contraddizione con il documento di oggi che parla solo di riduzione delle limitazioni, parte da una premessa sbagliata ed esprime un contenuto negativo, un semplice protocollo di intenti ma di protocolli ne abbiamo firmati tanti e anche questo può tradire ancora una volta la fiducia dei sardi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, riferendosi all’ordine del giorno del Consiglio approvato nel 2014 all’unanimità ha parlato di «argomento centrale e prioritario per il centro sinistra che la maggioranza ha onorato con il massimo impegno anche se il dibattito ha oscillato fra le posizioni del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno». In realtà, ha osservato, «c’è il rispetto del mandato ricevuto e molta concretezza sui vari aspetti di una materia che si cerca di risolvere da sessant’anni e non si può stravolgere la storia, dimenticando ad esempio cosa ha fatto Soru e cosa non ha fatto Cappellacci: il calendario delle esercitazioni è stato sempre approvato dalla Difesa nonostante il parere del comitato paritetico tranne quando c’era Cappellacci, gli accordi di Soru sono stati fatti scadere da Cappellacci, la restituzione della caserma Ederle è stata firmata da Soru e non ripresa da Cappellacci». Il documento inoltre, è secondo Cocco ricco di contenuti: «Bonifiche, restituzione di immobili alla Regione, esperti indipendenti, sanità, ambiente, tempistica, ricerca civile da localizzare nell’Isola; insomma con la logica del si può fare di più la politica dimostra di non sapere ottenere risultati veri, oggi abbiamo una proposta per andare avanti da valutare al di là di maggioranza e opposizione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha accusato il collega Cocco di «aver palesemente voluto radicalizzare il confronto con la solita tesi noi abbiamo fatto tutto voi niente, dimenticando per la verità che Cappellacci non avrebbe mai firmato questo documento, molto arretrato rispetto al dibattito degli ultimi anni sulle servitù militari». «E lo dice – ha dichiarato Pietro Pittalis – un vostro alleato con cui avete sottoscritto un programma fondato sul sovranismo più spinto, c’è un problema politico interno alla maggioranza perché il patto si è incrinato sui temi che contano e non su una leggina ed il secondo partito della coalizione pone un problema grande quanto il Consiglio, allora o siamo coerenti o tutto rischia di essere il solito teatrino della politica, perché Pigliaru a Roma ha parlato a nome di una maggioranza che oggi non c’è più». Meglio stare sul merito delle questioni senza rincorrere i fantasmi del passato senza creare muri e steccati, ha continuato Pietro Pittalis, ribadendo che «il tema è complesso ma io non potrei mai votare con Luca Pizzuto che ha parlato di sistema di morte e squallide basi militari e per questo dovrebbe chiedere scusa; poi ci sono le altre questioni sulle quali si può essere più o meno d’accordo ma a condizione di evitare il solito pregiudizio ideologico». «Noi diamo solidarietà piena e convinta a tutti i militari che operano in Sardegna – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – se voi della sinistra radicale vi accontentate di questo documento per noi va bene anche se vedete risultati dove non ce ne sono, prendiamo atto che anche i comunisti si sono convertiti».

Al termine degli interventi dei capigruppo, il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al presidente della Giunta. Nella replica, Pigliaru ha difeso l’azione dell’esecutivo: «Ho avuto un mandato dal Consiglio regionale che mi impegnava a cercare un’intesa con lo Stato sulle servitù militari. Questo ho fatto, oggi discutiamo di questa intesa».

Pigliaru ha poi evidenziato gli aspetti positivi del protocollo firmato con il ministero della Difesa: «Vengono definiti un crono-programma e un percorso amministrativo che trasformeranno in risultati concreti il contenuto dell’intesa. Qualcuno ha detto che Porto Tramtzu era già a disposizione dei cittadini, non è vero era disponibile solo una parte, l’intesa prevede invece il rilascio definitivo della spiaggia e delle sue pertinenze, comprese le strutture ricettive. Il protocollo comincia a riconoscere concretamente il riequilibrio di cui si è parlato per anni. E’ un piccolo passo in avanti rispetto alle discussioni fatte in passato in quest’Aula».

Anche sul rilascio della caserma Ederle, Francesco Pigliaru si è detto soddisfatto: «E’ un enorme valore patrimoniale che passa alla Sardegna. Ci sono prospettive per uno sfruttamento turistico».

Stesso discorso sulle bonifiche e sulla tutela della salute dei cittadini: «Per la prima volta si parla di osservatori indipendenti – ha sottolineato il presidente della Regione – è una novità essenziale per poi poter parlare di interventi di bonifica. Senza osservatori sarebbe difficile valutare lo stato delle aree e stabilire il livello di inquinamento. Il principio è che chi inquina paga, ma per realizzare questo principio è importante il ruolo degli osservatori. E’ un accordo storico? Non spetta a me dirlo, sarà la gente a giudicare. Noi abbiamo lavorato per dimostrare che si può fare un passo verso la direzione giusta senza concedere nulla in cambio».

Francesco Pigliaru, infine, si è soffermato sul problema dei ritardi nel pagamento degli indennizzi ai comuni: «Se non si firmasse questo accordo ci troveremmo nella situazione precedente. Abbiamo sollecitato i pagamenti sin dal  2014, l’ultima lettera è stata firmata alcuni giorni fa. I sindaci hanno riconosciuto la validità di questa intesa, loro conoscono i problemi nel dettaglio e hanno gli strumenti per valutare».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver acquisito il parere della Giunta sui due ordini del giorno ha messo in votazione il primo presentato dall’opposizione (Pittalis e più) del quale il presidente Pigliaru ha apprezzato alcuni elementi di novità come la richiesta di utilizzare i poligoni militari per attività di addestramento della protezione civile.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu che ha annunciato la decisione del suo partito di abbandonare l’Aula e di non votare entrambi gli ordini del giorno.

Luca Pizzuto (art1-Mdp), replicando al capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha difeso il contenuto del suo intervento: «Abbiamo smesso di mangiare i bambini tanti anni fa. Il comunismo è morto, evviva il comunismo. Sono un post comunista, un non violento convinto. So bene quello che ho detto, condanniamo le azioni e non le persone. Ho parlato delle esercitazioni  militari che condanno e che combatto quotidianamente. Non ce l’ho con i militari».

Michele Cossa (Riformatori) pur apprezzando lo sforzo della Giunta ha rimarcato «un’ eccessiva genericità del protocollo d’intesa», in particolare riguardo agli indennizzi per i comuni: «Il ministro Pinotti ha detto che si tratta di somme cadute in perenzione e che la Regione non ha fatto richiesta per il riutilizzo dei fondi. Su questo – ha dichiarato Michele Cossa – chiediamo un approfondimento, è un aspetto sul quale bisogna fare chiarezza. Se è vero ciò che dice il Ministero sarebbe un dramma per i comuni». Cossa ha quindi annunciato l’astensione del suo gruppo.

Paolo Dessì (Misto) ha annunciato il suo voto di astensione e invitato la Giunta ad un confronto più aspro con il Governo. «E’ vero che la politica si fa con i piccoli passi ma da amministratore del territorio dico che questo protocollo d’intesa è lo strumento per alzare l’asticella. A Porto Tramatzu, dal punto di vista pratico, occorrerà trovare le risorse per utilizzare le strutture. Altra questione importante riguarda le Sabbie Bianche: è una zona di altissimo pregio sulla quale bisogna fare le bonifiche.

Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) ha invece deciso di abbandonare l’Aula: «Il 67% delle servitù militari è in Sardegna, mentre solo il 4,5% del personale impiegato si trova nella nostra regione. Non posso pertanto accettare di discutere questi ordini del giorno».

Voto favorevole ha invece comunicato Fabrizio Anedda (Misto) «per il coraggio del presidente Pigliaru di portare avanti il mandato del Consiglio. Sono comunista ma non delego a nessuno il compito di rappresentarmi».

Antonello Peru (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario a entrambi gli ordini del giorno: «Non capisco i colleghi che parlano di Sardegna occupata e poi votano a favore. Voterò contro, in dissenso con il mio gruppo. Serve un segnale politico chiaro della Regione, bisogna che si affermi che la Sardegna dice no ai poligoni militari. Preferisco un’isola di pace che sappia dire no ai veleni e ai giochi di guerra. Questo non è un accordo che entrerà nella storia».

Voto contrario anche da parte di Angelo Carta (Psd’Az): «Stiamo in  aula ed esprimiamo il nostro voto contrario a entrambi gli ordini del giorno senza togliere nulla alla buona volontà e alla lealtà del presidente. I sardi hanno bisogno di un’altra visione».

L’ordine del giorno numero 1 (Pittalis e più) è stato quindi approvato con 39 voti a favore e 5 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’ordine del giorno n. 2 (Cocco e più).

Paolo Dessì (Misto), ex sindaco di Sant’Anna Arresi, ha chiesto la parola per ribadire la necessità di intervenire subito con le bonifiche delle Sabbie Bianche a Teulada: «La gestione del sito è importante. Servono risorse. Il comune non ha la capacità di proteggerlo. Bisogna scriverlo in modo serio». Sugli indennizzi, Dessì ha invocato il principio della perequazione: «Si stabiliscano, una volta per tutte, i ritardi nello sviluppo dei territori occupati dai poligoni».

Messo in votazione l’ordine del giorno della maggioranza (Cocco e più) è stato approvato con voti 34 a favore e 9 contrari.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani mattina alle 10.00.

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La commissione Salute del Consiglio regionale, presieduta da Mondo Perra (Upc-Socialisti), a maggioranza (6 a favore e 5 astenuti, tra cui il consigliere del centrosinistra, Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp) ha espresso parere positivo ma con quattro raccomandazioni al regolamento applicativo per l’accreditamento istituzionale dei servizi di diagnostica dei laboratori e dei relativi punti di prelievo esterni, approvato dalla Giunta regionale il 2 agosto del 2016 con la deliberazione n. 45/39. Il via libera del parlamentino della Sanità è arrivato dopo un’ampia discussione alla quale ha partecipato anche l’assessore Luigi Arru che nel corso dell’audizione ha ribadito più volte l’urgenza del pronunciamento della commissione ed anche le finalità del provvedimento che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità non soltanto tra i consiglieri delle opposizioni.

Le principali criticità evidenziate dai consiglieri intervenuti nel corso dei lavori, principalmente Augusto Cherchi ( Pds) e Mariano Contu (Sardegna) hanno riguardato la “soglia minima di attività” di 200.000 esami/anno per il rilascio dell’accreditamento delle strutture, mentre per quelle che non raggiungono tale livello di produttività si prevede l’associazione tra soggetti erogatori accreditati così da  poter produrre il numero delle prestazioni prestabilite. Sul punto è stato particolarmente critico il consigliere della maggioranza, Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) che ha denunciato il rischio di vedere penalizzati i servizi nelle aree periferiche («questo è un progetto sbagliato e insieme con le preoccupazioni per i servizi emergono quelle per un ridimensionamento del numero di occupati nei laboratori dell’Isola»).

L’assessore Luigi Arru ha insistito invece sulle indicazioni della conferenza Stato\Regioni che evidenziano lo stretto rapporto tra il volume delle attività e la qualità dei servizi garantiti al cittadino («prima di ogni cosa abbiamo il compito di tutelare la qualità dei servizi e la sicurezza ai nostri concittadini»).

I consiglieri della maggioranza Fabrizio Anedda (Misto), Rossella Pinna e Gigi Ruggeri (Pd) pur senza nascondere le perplessità sulla soglia minima delle prestazioni hanno sostanzialmente mostrato favore per il documento ed il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha esplicitato la proposta per prevedere il raggiungimento della soglia delle 200.000 prestazioni con gradualità e in un arco temporale  di almeno un triennio.

La commissione ha quindi proceduto con la votazione del parere ed ha inserito quattro raccomandazione che ricalcano i suggerimenti avanzati alla commissione dalle sigle associative di categoria Federlab, Sapmi e Med.Net e che possono essere così sintetizzate:

• consentire ai laboratori appartenenti alla rete lo scambio dei campioni senza limitazioni, in modo tale che anche il laboratorio non dotato tecnologicamente, o di personale specializzato, possa usufruire delle specialità degli altri laboratori;

• per evitare la formazione di trust, prevedere che le aggregazioni di strutture di laboratorio non possono essere costituite da società che possiedono quote in altre strutture di laboratorio presenti nel resto del territorio nazionale;

• introduzione graduale della soglia minima di prestazioni;

• adesione alla rete libera e volontaria.

Conclusa la pratica dei laboratori la commissione ha proceduto con l’audizione congiunta dell’assessore della Salute, Luigi Arru, e dei vertici dell’Aias e della Fondazione Randazzo, per fare il punto sull’annosa vertenza che da tempo vede l’Aias reclamare il pagamento delle prestazioni erogate nel corso dell’ultimo vent’ennio (circa 42 milioni di euro di crediti vantati nei confronti del sistema sanitario sardo, principalmente le ex Asl, e dei Comuni) e i dipendenti dell’Aias protestare per la mancata corresponsione degli stipendi (oltre sei mensilità in arretrato).

Dopo un breve confronto (al quale hanno preso parte i consiglieri Giorgio Oppi, Udc;  Stefano Tunis, Fi; Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp)  il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, l’assessore della Salute, Luigi Arru e il presidente della commissione Mondo Perra hanno convenuto sulla opportunità di esperire ogni tentativo utile per favorire la risoluzione del contenzioso con l’Aias in via transativa, così come stabilito al punto 3 comma b) dell’ordine del giorno approvato l’11 aprile del 2017 dal Consiglio regionale.

Il direttore Vittorio Randazzo ha a questo proposito precisato che l’associazione italiana assistenza spastici compirà ogni sforzo per favorire una soluzione transattiva ma che questa potrà riferirsi solo alle cifre eventualmente dovute a titolo di interessi e spese legali ma non già all’importo dovuto ad Aias (circa 42 milioni di euro) per le prestazioni già erogate. Vittorio Randazzo, su invito dei consiglieri, ha anche dichiarato che con la corresponsione di una cifra vicina ad un terzo del dovuto (circa 12 milioni di euro) «l’Aias garantirebbe il pagamento delle mensilità di stipendio arretrate agli oltre mille dipendenti».

L’assessore Luigi Arru, dal suo canto, ha confermato l’intento di risolvere la vertenza Aias ed ha preannunciato l’attivazione delle strutture dell’assessorato, ad incominciare dalla direzione generale, e dell’Ats nella figura del suo direttore amministrativo.

Il presidente della commissione, Mondo Perra, nel suo intervento di conclusione dei lavori ha quindi annunciato la costituzione di un tavolo tecnico al quale parteciperanno l’Aias, l’Ats e l’assessorato della Salute, «così da valutare dati e cifre e procedere, senza il ricorso alle vie legali, alla definizione delle pendenze con l’Aias ed alla regolarizzazione dei pagamenti con i lavoratori».  

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Con la legge di stabilità 5/2017 la Regione Autonoma della Sardegna, su fondi dell’assessorato ai Beni culturali, ha deciso di supportare finanziariamente l’attivazione del Cineporto della Fabbrica del Cinema a Carbonia. Un luogo artistico e culturale che sia in grado di potenziare le attività della Fabbrica del Cinema attraverso la promozione, in particolare, della cultura audiovisiva, anche in ambito didattico e produttivo. Scopo del Cineporto sarà dunque quello di dare ai bisogni culturali del territorio la possibilità di incontrarsi e incrociarsi con l’esigenza e la scoperta di nuove risorse, umane e territoriali, legate alla formazione e alla produzione cinematografica e culturale.

L’iniziativa è stata presentata oggi, mercoledì 5 dicembre, durante una conferenza stampa in Consiglio regionale a cui hanno partecipato, insieme al direttore del Csc di Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema Paolo Serra, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore regionale ai Beni culturali Giuseppe Dessena, i consiglieri regionali Luca Pizzuto, Pietro Cocco, Francesco Sabatini, Eugenio Lai, Paolo Zedda e Daniele Cocco.

I primi interventi che portano all’attivazione del Cineporto sono il corso pratico di cinema “Filmare e comunicare per promuovere e sviluppare il territorio” (che comincia a Carbonia il 15 dicembre) e la rassegna itinerante “L’impegno, il viaggio, il mito” (a Carloforte, Masainas e Giba dal 9 dicembre). In prospettiva anche la progettazione di tre produzioni audiovisive legate al territorio, l’acquisto di attrezzature tecniche e il completamento della Sala Cinematografica della Fabbrica del Cinema.

Si tratta quindi dell’avvio di un percorso che porti alla messa a sistema dei bisogni culturali del territorio legati alla filiera audiovisiva, per sviluppare così un comparto che può rappresentare un’alternativa di sviluppo per il territorio. 

Ecco nel dettaglio le principali azioni che danno avvio alla costituzione del Cineporto:

 L’attivazione di un workshop pratico di Cinema dal titolo “Filmare e comunicare per promuovere e sviluppare il territorio”, corso pratico di Cinema in quattro moduli (il primo avrà esecuzione immediata entro il mese di dicembre), rivolto a giovani filmaker e appassionati del territorio, a cura del produttore e organizzatore generale Alessandro Bonifazi. 

Il corso avrà come obiettivo principale quello di fornire tutti gli elementi utili a comprendere il variegato e complesso mondo della produzione audiovisiva nelle sue principali accezioni: cinema, televisione e new media attraverso lezioni frontali comprendenti una serie di esercitazioni teorico-pratiche nel campo della gestione del set cine-televisivo, dello spoglio della sceneggiatura e dei social media.  In collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission.

 L’organizzazione di una rassegna di Cinema, dislocata nei territori, dal titolo “L’impegno, il viaggio, il mito” – La Sardegna e il mondo nello schermo ovvero incontri e visioni per l’educazione e la formazione del pubblico (nei comuni di Giba, Carloforte, Masainas).

 L’avvio e la progettazione (trattamento, sceneggiatura, pianificazione, ricerca e raccolta materiali e testimonianze, location scouting) di tre produzioni audiovisive promosse dal CSC di Carbonia – La Fabbrica del Cinema: ottobre 1992/marzo 1993. In “Marcia per lo sviluppo” (sulla marcia dello sviluppo promossa dalle organizzazioni sindacali del Sulcis Iglesiente); Schisorgiu 1937 (sulla più grande tragedia per numero di morti dell’intera storia mineraria della Sardegna occorsa a Carbonia nel 1937 presso il pozzo Schisorgiu); I volti dell’arte. Si tratta di tre progetti che, sotto la direzione di figure di riconosciuto valore e livello artistico, vedranno coinvolte alcune risorse professionali che intendono spendere la propria formazione all’interno del territorio nel settore dell’audiovisivo. Non da meno questi progetti si legano profondamente a quella mission che è diventata nel tempo parte integrante del lavoro del CSC ovvero la riscoperta, attraverso la produzione, la conservazione e la promozione della cultura audiovisiva del territorio.

  Le masterclass realizzate durante le giornate dell’evento speciale “Carbonia Film Festival presenta How To Film The World” attraverso la formazione di un gruppo di giovani operatori e filmaker i quali hanno potuto confrontarsi, in incontri di carattere seminariale e formativo, con gli ospiti della kermesse.

  L’acquisto di alcune attrezzature tecniche che vanno ad arricchire le strutture a disposizione della produzione e della post-produzione audiovisiva e funzionali alla conservazione dei testi audiovisivi.

  Il completamento della Sala Cinematografica e per la piccola convegnistica della Fabbrica del Cinema funzionale alla diffusione dei materiali presenti nell’archivio della Fabbrica ma anche alla promozione della cultura audiovisiva in genere e fondamentale per poter meglio ospitare le attività formative e didattiche previste dal progetto del cineporto .

La realizzazione del Cineporto è la naturale evoluzione del progetto Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, che ha preso il via nel dicembre del 2015 sulla base del protocollo d’intesa promosso dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria e sottoscritto da numerosi enti locali (tra questi Comune di Carbonia, Comune di Iglesias, Ex provincia di Carbonia – Iglesias), dal Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e dall’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, grazie anche al sostegno della Fondazione di Sardegna e Gruppo Cooperativo Società Euralcoop.

Il polo culturale ha sede nell’ex direzione amministrativa della Miniera di Serbariu, con l’obiettivo di conservare, promuovere e diffondere la cultura audiovisiva nel e del territorio (con particolare riferimento alla ricerca sulla memoria storico-audiovisiva), di offrire supporto tecnico e culturale alle produzioni che intendessero operare nel sud-ovest sardo, di avviare un percorso di formazione permanente che facesse crescere nuove professionalità.

In questi due anni sono stati avviati numerosi progetti che hanno sostanziato questa linea di indirizzo: dalle numerose produzioni realizzate o supportate all’organizzazione dell’ottava edizione del Carbonia Film Festival (ottobre 2016) e dell’evento How To Film The World (ottobre 2017). Due eventi di promozione culturale nei confronti del pubblico e al tempo stesso di promozione del territorio, oltreché di formazione nei confronti di alcuni giovani filmaker e operatori culturali.

Iniziative e progetti, insomma, che hanno rappresentato una straordinaria occasione di promozione del territorio anche in chiave produttiva, attraverso la preziosa partnership con la Fondazione Sardegna Film Commision, la quale ha promosso un importante azione di scouting con registi, operatori e tecnici giunti nel Sulcis Iglesiente per seguire e partecipare agli eventi festivalieri e che hanno potuto così scoprire le opportunità di una terra che, per le ricchezze paesaggistiche, sia di ambito naturalistico che relative all’archeologia mineraria e industriale, e per la varietà delle stesse, sembra avere una vocazione naturale legata alla rappresentazione cinematografica e audiovisiva.

 

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«Quello di Carbonia è il primo Cineporto della Sardegna e vuole essere l’avvio di un polo dell’industria cinematografica in grado di creare un modello di economia nuova e sostenibile, fondato sulla cultura.»

Lo ha dichiarato il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto presentando il progetto Cineporto che, dalla sua sede di Carbonia nei vecchi uffici della miniera di Serbariu, lancerà un programma articolato di sviluppo della filiera cinematografica attraverso la produzione, la formazione  e l’innovazione tecnologica.

All’incontro è intervenuto anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha sottolineato, fra gli altri, il significato simbolico dell’iniziativa, «di una Sardegna che, con le sue bellezze e le sue eccellenze, sa guardare al mondo e vuole farsi guardare dal mondo»«La nostra Regione – ha aggiunto – sta lavorando benissimo nelle produzioni cinematografiche importanti, anche grazie al lavoro della Sardegna Film Commission, si propone come scenario ideale e naturale di locations di altissimo livello e lo fa dal Sulcis, un territorio dove certamente c’è da difendere una industria come Alcoa ma da dove si può e si deve lanciare uno sguardo nuovo verso il mondo. All’inizio della legislatura, 4 anni fa – ha concluso Francesco Pigliaru – abbiamo chiesto ai territori di guardare avanti e di esprimere idee su cui scommettere; oggi siamo felici di vedere la realizzazione di una di queste idee».

L’assessore alla Cultura Giuseppe Dessena ha affermato in apertura che «in Italia aumenta l’offerta culturale complessiva e in Sardegna aumenta più che in Italia, per questo quella di investire nel cinema è una intuizione felice che intercetta il buon momento del cinema in Sardegna con una produzione che migliora, un indotto che cresce ed una filiera che diventa sempre più solida».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha messo in evidenza che «fare cultura in Sardegna e nel Sulcis rappresenta un segnale di speranza in una riconversione economica del territorio che, puntando su cultura e innovazione, sa individuare grandi orizzonti e grandi traguardi».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che assieme ad altri, ha lavorato per sostenere il Cineporto già nella finanziaria dell’anno precedente, ha messo l’accento sull’importanza della scelta fatta allora, «che molti sottovalutarono mentre invece si è rivelata una idea forte che ha dato vita ad un progetto serio e concreto».

Eugenio Lai, consigliere di Art. 1 – Mdp ha espresso il suo apprezzamento per la coesione mostrata dalla maggioranza, «talvolta bistrattata». «In questo caso invece – ha aggiunto – è stato premiato lo sforzo di portare avanti un discorso di lungo periodo, frutto di una certa visione della Sardegna che vuole puntare sulla cultura. Una scelta giusta, ha concluso – che ha già prodotto risultati, con la dispersione scolastica calata del 5% in 3 anni, ma che soprattutto in prospettiva indica una crescita positiva della società sarda».

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Martedì 5 dicembre, nella sala stampa del Consiglio regionale, a Cagliari, si terrà la conferenza stampa di presentazione del Cineporto di Carbonia, un’iniziativa che sarà in grado di potenziare le attività della Fabbrica del Cinema attraverso la promozione, in particolare, della cultura audiovisiva come alternativa di sviluppo per il territorio.

All’incontro con i giornalisti, in programma alle ore 9,30, parteciperanno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore regionale dei Beni Culturali Giuseppe Dessena, il direttore del Centro servizi culturali di Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema Paolo Serra, e Nevina Satta, direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission. Saranno presenti i consiglieri regionali Luca Pizzuto, Pietro Cocco, Francesco Sabatini, Paolo Zedda, Daniele Cocco e Eugenio Lai.

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La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con il Disegno di legge n. 457- Risarcimenti dei danni causati da mammiferi protetti (delfini).

Intervenendo per illustrare il provvedimento, il relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che «dopo la finanziaria 2015 che aveva disposto uno stanziamento di 100.000 euro l’anno nel triennio a disposizione di Laore, si è resa necessaria una riforma della normativa per poter spendere le risorse assegnate a causa di problemi interpretativi legati alla legislazione comunitaria». Con la nuova legge, ha aggiunto, «contiamo non solo di poter spendere in tempi più rapidi i fondi ma soprattutto di creare le condizioni per utilizzo di altre risorse, insomma si tratta di una legge importante per risarcire i pescatori dai danni subiti, ma restano da affrontare anche i temi relativi ai danni causati dai cormorani, con una strategia comune fra assessorati dell’Agricoltura e dell’Ambiente».

Piermario Manca (Pds), nel sottolineare positivamente l’operato dell’assessore Pierluigi Caria, ha parlato di «una norma condivisibile perché si sbloccano somme assegnate fin dal 2015, senza dimenticare però che, ancora una volta, la politica sta mettendo una pezza rispetto ad una situazione rimasta bloccata per 2 anni». E’evidente, ha osservato, «che tutto poteva essere fatto molto prima, semplificando un percorso nell’interesse del cittadino; occorre in definitiva dotarsi di nuovi strumenti per combattere la cattiva burocrazia, questa è la domanda di fondo perché la situazione potrebbe ripetersi anche se in contesti diversi».

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha ricordato che «la legge era molto attesa da una categoria molto importante per l’economia della Sardegna, considerata purtroppo come una Cenerentola; piuttosto, siamo in presenza di risorse insufficienti perché a fronte di 200.000 armatori sardi andranno circa 100 euro a peschereccio, per cui in occasione della finanziaria dobbiamo cercare di essere più incisivi».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha ricordato che «la legge arriva dopo due emendamenti del mio gruppo presentati alla finanziaria, un problema ampiamente segnalato che ora avrà risorse effettivamente spendibili». Dobbiamo prendere spunto da questa legge, ha proseguito, «per trasformare il problema-delfini in una opportunità perché d’estate il pescatore può fare anche l’accompagnatore di famiglie e turisti per vedere i delfini, in un binomio leggero di pesca e turismo che deve essere sviluppato». La pesca, ad avviso di Luca Pizzuto, «è da tempo un settore bistrattato da politica ed istituzioni, nonostante la Regione abbia progetti molto importanti per aragosta e polpi, da realizzare anche sfruttando molte esperienze internazionali particolarmente importanti per il ripopolamento a mare, nell’ottica di una pesca eco-sostenibile».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo di Cps, ha citato un detto il  detto ponzese “male tempo male guadagno”, per affermare che «la legge va bene ma le risorse non sono sufficienti, soprattutto perché i danni da delfini colpiscono una pesca non invasiva e selettiva molto importante per qualità del prodotto, e tolgono risorse importanti sia ai pescatori che al mercato». Pierfranco Zanchetta ha quindi rilanciato la richiesta di istituire un dipartimento o una direzione generale del settore pesca «per occuparsi a fondo di un settore strategico per ola nostra Regione, che oggi può sfruttare condizioni più favorevoli per nostri prodotti di eccellenza; entro la legislatura dobbiamo farlo per lavorare meglio con l’Europa e con lo Stato».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha sostenuto che «è opportuno che l’assessore sappia alcune cose, cioè che l’assessorato non cura abbastanza il settore pesca (che è stato aggiunto in un secondo momento) e forse c’è anche qualcuno che rema contro». La pesca, ha ricordato, «è un settore variegato anche perché Sardegna ha l’80% delle zone umide d’Italia con all’interno tante differenze; il problema è che non ci sono risorse per una flotta adeguata a quegli standard moderni già adottati da tempo da altre marinerie». Serve quindi attenzione, ha raccomandato Attilio Dedoni, «per ossigenare le lagune ed effettuare dragaggi, in sintesi ci sono questioni che vanno affrontate con nuove soluzione legislative strutturali e nuovi modelli organizzativi per l’assessorato, in una Regione che purtroppo importa il 75% di pesce».

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato i problemi che hanno rallentato la spesa, «già denunciati nel 2016 dal Consiglio che approvò una nostra mozione sull’efficienza della nostra macchina amministrativa, non tarata sui problemi specifici della pesca e costruita invece attorno alle esigenze del mondo agricolo». Il settore ittico resta quindi ai margini, ha lamentato Congiu, «con notevoli danni economici ed il progressivo impoverimento degli operatori sardi nonostante un enorme potenziale, per questo è auspicabile una nuova consapevolezza collettiva che deve partire dalle istituzioni».

A nome della Giunta l’assessore Pierluigi Caria ha sottolineato che «gli interventi del dibattito hanno in comune l’esigenza di nuova struttura della Regione dove attualmente operano solo 10 unità, in un’isola come la Sardegna che è comunque la terza marineria nazionale». Abbiamo una struttura oggettivamente sotto-dimensionata, ha riconosciuto l’assessore, «ed è un tema su quale sto lavorando da qualche mese fermo restando che bisognerà tornarci anche se la situazione è migliorata: abbiamo pubblicato 25 bandi sia per spendere le risorse possibili che per individuare nuove prospettive favorire il ricambio generazionale, aprendo ai giovani ed incentivando l’acquisto imbarcazioni fino a 65000 euro». Il comparto, ha poi sottolineato, «ha buone prospettive che vanno sfruttate e la norma che ci accingiamo a varare aiuterà questa crescita, anche perché oltre alle risorse assegnate contiamo di impiegare risorse europee per altri 1.8-2 milioni». Crediamo sia stato particolarmente utile, ha concluso, «aver lavorato con la condivisione degli operatori, come è stato fatto per i ricci in una azione finalizzata alla sostenibilità ed alla conservazione del prodotto; anche oggi abbiamo approvato una delibera che aumenta da 45.000 a 145.000 euro l’importo degli studi scientifici su ricci ed oloturie in vista di una prospettiva di lungo periodo caratterizzata da contrasto all’abusivismo e collaborazione con le università sarde e gli operatori, allargheremo il campo anche ad aragosta e corallo ed ai cormorani per i quali stiamo mettendo a punto azioni specifiche».

Per dichiarazione di voto, Luigi Crisponi (Riformatori), ha messo in evidenza «gli elementi molto interessanti emersi nelle audizioni con i pescatori che hanno indicato forti criticità sulla pesca illegale che tocca anche l’assessorato dell’Ambiente; c’è poi il corpo forestale che ha 10 basi navali e ci vorrebbe un dettagliato report sulla devastazione dei nostri fondali causata da grosse imbarcazioni esterne alla Sardegna, in uno scenario in cui la nostra marineria deve confrontarsi con colossi del mare in una lotta impari».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che «la legge deve essere l’occasione per alcune riflessioni importanti su un comparti che, nella Regione, non ha purtroppo un vero progetto ed una strategia forte». I delfini, ha ricordato, «colpiscono soprattutto la piccola pesca: sono figlio di pescatori e io stesso pescatore che, da ragazzo, trovava le reti completamente distrutte dai delfini con un enorme danno materiale». E’un vero problema, ha aggiunto, «che dobbiamo trasformare in opportunità anche per i giovani perché c’è un grande mercato sul quale nessuno ha mai investito, e dobbiamo farlo cominciando dalla diffusione di una cultura della pesca basata sul rinnovamento e su nuovi orizzonti professionali da proporre alle nuove generazioni».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Siamo qui per mettere una pezza a una legge sbagliata, con senso di responsabilità. Una legge che è stata paralizzata nella sua attuazione: oggi ripartiamo con due anni di ritardo e già contiamo i danni fatti. Non mi interessa l’autore degli errori, che certo non può essere l’assessore Caria. Mi interessa che si fermino i danni provocati da questa legge».

Il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli e l’articolo 1, 2, 3, 4 e poi la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato il rinvio della mozione 373 sull’incontro tra il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio dei ministri.

Per l’istituzione della Commissione di inchiesta sulla presenza di amianto in Sardegna ha preso la parola il capogruppo di FI, on. Pietro Pittalis: «Mi pare che ci sia una condivisione trasversale sull’argomento e là dove c’è unita di obiettivi è inutile che mi attardi a spiegare il contenuto di questa richiesta, salvo evidenziare che c’è necessità che in Sardegna si conoscano cause ed effetti della presenza dell’amianto oltre che l’entità dell’inquinamento nell’Isola, verifica da Arpas ad Ottana e ad Assemini. E’ opportuno che la politica se ne preoccupi e per una volta precede la Magistratura».

Secondo l’on. Daniela Forma (Pd) «la fibra killer dell’amianto ha interessato tanti lavoratori di Enichem e di Ottana. Per decenni la loro esposizione all’amianto non è stata riconosciuta e dobbiamo ringraziare anche per il lavoro svolto nei mesi scorsi dai parlamentari sardi, finalizzato a inserire nella Finanziaria 2017 le tutele per i lavoratori sardi. E’ grande ora l‘attesa per un riordino della materia e per l’approvazione del piano nazionale dell’Amianto: servono finanziamenti ad hoc per la bonifica dell’amianto presente a Oristano e ad Ottana. L’auspicio è che in queste settimana si chiuda ogni adempimento per far partire poi il piano di sorveglianza sanitaria».

Per l’on. Piermario Tendas (Pd) «questa commissione di inchiesta si rende necessaria in Sardegna. Ci sono aree come Marrubiu e il porto industriale di Oristano dove è fortissima la presenza di amianto. Però nella penisola i benefici per la bonifica vengono accordati e ai siti sardi no. Sembra proprio che i nostri siti abbiano però tutti i requisiti per essere riconosciuti tra quelli da bonificare riconoscendo al tempo stesso a chi ci ha lavorato le adeguate tutele».

I Riformatori sardi sono intervenuti con l’on. Luigi Crisponi, che ha detto: «E’ giusto istituire una commissione di inchiesta su questo problema ma ricordo che nell’ottobre del 2017 è emerso che 11 casi di esposizione da amianto con cinque morti e sei attacchi di tumori rarissimi, sono stati riscontrati tra chi ha lavorato al Provveditorato di Nuoro. Circa il 40 per cento dei lavoratori di quell’ufficio pubblico è stato colpito. E’ necessarie verificare le condizioni di tutti gli uffici pubblici della Sardegna».

Per la Giunta l’assessore Raffaele Paci ha fornito il parere favorevole. Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato al Consiglio di aver ricevuto un ordine del giorno a firma dei capigruppo che lo delega a nominare i componenti della commissione d’inchiesta sull’amianto in Sardegna.

I lavori del pomeriggio si sono così conclusi. Il Consiglio regionale si riunirà nuovamente martedì 5 dicembre dalle 10.30 in seduta congiunta con il  Consiglio delle autonomie locali e poi al pomeriggio della stessa giornata in seduta ordinaria.