27 December, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 5 della Manovra finanziaria, contenente disposizioni in materia di enti locali, pianificazione paesaggistica e urbanistica, edilizia residenziale pubblica e lavori pubblici, e l’articolo 6, su interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport.

In apertura di seduta, il presidente della commissione e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci in particolare si è riservato un parere più compiuto, volta per volta, sugli aggiuntivi.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato che l’articolo, in qualche modo, «riporta indietro nel tempo quanto si discuteva la riforma degli Enti locali che abbiamo criticato con forza perché dannosa per la Sardegna, perché fa scivolare verso il sud, anche come accentramento di risorse, verso la città metropolitana di Cagliari». Rispetto a questo processo, ha lamentato Tedde, «la rete metropolitana ipotizzata per Sassari, che in realtà era solo una presa in giro per recuperare alcuni consiglieri riottosi di maggioranza, la stessa finanziaria dimostra che evidentemente quei consiglieri hanno risposto male la loro fiducia tanto è vero che le risorse sono pari a zero».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha sottolineato positivamente il fatto che «il fondo unico per gli Enti locali non sia stato ridimensionato, perché ha rappresentato una conquista importante che lascia spazi di autonomia alle amministrazioni, mentre in passato i Sindaci erano costretti a presentarsi con il cappello in mano davanti all’assessore di turno». Però, ha protestato Cossa, «ci sono riduzioni consistenti su voci che hanno una incidenza rilevante, dalle Pro loco alle bande musicali, dalle scuole civiche di musica alle compagnie barracellari; possono sembrare cose marginali solo a chi non ha avuto esperienza negli enti locali ma, invece, mobilitano migliaia di persone molto spesso con attività di volontariato». Oltretutto, ha aggiunto, «non si tratta di emolumenti ma di interventi rivolti solo ad incoraggiare iniziative sui territori; quanto alla loro collocazione nella finanziaria sarebbe sbagliato metterle nel fondo unico perché devono avere una destinazione precisa, a parte il fatto che siccome il fondo unico è rimasto invariato vuol dire che queste risorse sono state tagliate ed occorre, perlomeno, riportarle al livello del passato».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha respinto le interpretazioni della minoranza, sostenendo che «è giusto intervenire per cambiare finanziarie che tagliavano su sociale, cultura e lotta alle povertà; questa, al contrario, ha risorse importanti in questi settori ma è sempre meglio restare vigili per evitare l’assalto alla diligenza da parte di chi privilegia l’economia rispetto ai bisogni delle persone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato in apertura che «la realtà è diversa dai sogni di Pizzuto, perché la difesa dei ceti deboli non si fa solo riconoscendone la debolezza e dispensando elemosine ma piuttosto togliendoli dalla loro condizione creando sviluppo e occupazione, attraverso un sistema privato che ha anche una sua dimensione sociale; vanno bene i sussidi ma, se reddito di cittadinanza deve essere, allora va riconosciuto anche alle casalinghe che fanno un lavoro enorme, posto che la vera libertà è prima di tutto la libertà dal bisogno».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che il collega Cossa ha ragione quando parla di impegni assunti per le compagnie barracellari, «credo che noi dobbiamo intanto varare al più presto la legge di riforma, poi prevedere le risorse necessarie a sostegno di una realtà presente nell’80% del territorio della Sardegna, che svolge un lavoro importante anche su protezione civile». Mi è giunta notizia, ha continuato Cocco, «di un comunicato delle compagnie con cui si annuncia la decisione di rifiutare la firma di protocolli con i Comuni in materia di protezione civile; questa sollecitazione va raccolta (se non in questa fase subito dopo) anche con l’intervento capigruppo, perché sarebbe drammatico un loro disimpegno, è vero che le risorse sono state sostanzialmente mantenute ma riconosciamo che non sono sufficienti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «rischia di passare sotto silenzio una scelta che per noi è inquietante, forse non interamente attribuibile alla Giunta, con cui si introduce attraverso un emendamento una norma che nasconde l’accentramento in capo alla Giunta del Piano dei lavori pubblici, prevedendo una semplice comunicazione alla commissione». In pratica, ha insistito, «la Giunta fa quello che le pare e le piace e comunica le sue decisioni su un Piano, lo ricordiamo, che ha una dotazione di 700 milioni; forse qualcuno si è reso conto di aver esagerato ed infatti è poi comparso un altro emendamento che annulla il precedente ma resta la traccia della scarsa considerazione che la Giunta ha della sua stessa maggioranza e del Consiglio».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha chiarito che non sono stati fatti tagli per le scuole civiche di musica, le bande musicali, le compagnie barracellari e le pro loco. «La conferenza degli enti locali ha affrontato il problema delle riduzione dei finanziamenti – ha detto Paci – l’obiettivo è quello di non penalizzare i comuni. C’è stata la piena assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali. I comuni decideranno, nell’ambito della loro autonomia gestionale, quali voci finanziare ».

Paci ha poi definito “urgente” la revisione del Fondo Unico. «Per affrontare le emergenze abbiamo previsto una serie di emendamenti condivisi che consentiranno di ripristinare alcune voci. Per questo abbiamo dato parere positivo all’emendamento n. 821».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha invece spiegato che i commi 2 e 4 dell’articolo 5 disciplinano due cose diverse: il primo prevede l’acquisizione di dati cartografici per l’estensione del piano paesaggistico alle zone interne, il secondo riguarda un’attività di ricerca. «Entrambe le azioni – ha chiarito Erriu – hanno come obiettivo l’adeguamento del primo ambito costiero e l’estensione alle zone interne del piano paesaggistico».

L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha invece fugato i dubbi sul sospetto che la Giunta volesse avocare a se le competenze sul Piano delle Infrastrutture esautorando il Consiglio. «L’articolo 4 della legge n.5 del 2005 vincola il Consiglio ad esprimersi una sola volta sul Piano delle infrastrutture – ha detto Maninchedda – noi con questa norma della finanziaria interveniamo per rendere possibile l’aggiornamento del provvedimento. Oggi, se cade un ponte o si rompe un argine, l’assessorato non può intervenire senza una modifica del Piano».

Ha poi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) che ha accolto favorevolmente il chiarimento dato dalla Giunta. «Emerge chiara la volontà che quando c’è un atto dell’esecutivo che chiama in causa il Consiglio è necessario coinvolgere la Commissione competente. L’emendamento poteva creare un fraintendimento. Né noi, né la Giunta – ha concluso Lotto – volevamo cambiare le regole».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n.195= 554= 604 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 17 a favore.

Bocciati anche gli emendamenti soppressivi 196=605; 197=606 e 198=607.

E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  per annunciare il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi parziali della minoranza. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo di porre in evidenza alcune anomalie contenute nell’articolo 5 – ha detto Pittalis – c’è pero un’altra questione che merita attenzione: il comma 1 prevede che i soldi destinati, fino allo scorso anno, alle province vengano ripartiti tra le province ancora esistenti, le Unioni dei Comuni e la Città Metropolitana.  Se così è fermatevi e trovate il modo di correggere la norma. Altrimenti è una vergogna, così si comprimono le aspettative dei comuni che non fanno parte della Città Metropolitana».

A Pittalis ha replicato l’assessore degli Enti locali Erriu: «Invito i consiglieri a leggere il comma 1 con la legge 2 che stabilisce i criteri per governare i flussi finanziari gestiti dagli enti territoriali – ha detto l’assessore – sappiamo che i fondi transitano verso le associazioni dei Comuni e la Città Metropolitana ma sappiamo anche che la Città Metropolitana ha molte entrate proprie. La legge 2 consente di disciplinare il riparto delle risorse affrontando le criticità. Si applica il principio che il personale segue le funzioni. Se le funzioni rimangono alle province è giusto che queste conservino i finanziamenti,  se le funzioni transitano ai Comuni i denari devono essere trasferiti alle amministrazioni civiche. Altro discorso riguarda invece la finanza pubblica statale. Le risorse per gli enti locali sono ridotte. E’ un tema che cercheremo di governare».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti sostitutivi parziale nn. 341, 342, 343, 397, 398, 399, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 34 e 406 che sono stati bocciati in rapida successione

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo per poi passare all’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Sull’emendamento n.666 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Questo emendamento ha l’obiettivo di dare certezza e tranquillità almeno per il 2016 ai lavoratori delle società in house delle province stanziando la somma di 5 milioni di euro – ha detto Peru – vedo che la maggioranza ne ha presentato un altro che stanzia 1,5 milioni di euro. Vorremmo capire se queste risorse sono sufficienti per il 2016. Solo per Sassari servono due milioni di euro. Se la Giunta dice che queste risorse sono sufficienti avremmo la garanzia per i lavoratori e per l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini».

A Peru ha risposto l’assessore Paci: «Ho imparato che le certezze non esistono – ha detto il responsabile della Programmazione – cerchiamo di fare il possibile.  Con un  milione e mezzo di euro proviamo a dare qualche risposta con l’impegno, se i fondi non sono sufficienti, di intervenire in altro modo. Il sistema va riorganizzato dopo il passaggio di competenze dalle province alle Unione dei comuni. Oggi non ci sono le risorse necessarie per dare sicurezze a tutti».

Messo in votazione, l’emendamento 666 è stato respinto con 33 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 810 che emenda il 720 con il quale si stanzia la somma di 1,5 milioni di euro a favore delle società in house. Entrambi gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sull’emendamento n.710 (Tendas e più) per il quale Giunta e Commissione hanno presentato un invito al ritiro.

Il primo firmatario Mario Tendas (Pd) ha annunciato l’intenzione di mantenerlo. Subito dopo è intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto di poter apporre anche la sua firma all’emendamento.

Mario Tendas ha quindi spiegato la ratio della proposta : «L’emendamento mira a dare risposte alle persone che hanno subito danni nell’alluvione del 2013. Finora si è mostrata attenzione per il settore pubblico mentre i privati non hanno ottenuto nessun ristoro – ha affermato Tendas – al problema sono interessati un’ottantina di paesi. Le recenti deliberazioni della Giunta hanno introdotto criteri che rendono difficoltose le procedure per l’assegnazione delle risorse. Non viene preso in considerazione chi ha subito danni inferiori a 10mila euro. Le somme messe a disposizione coprono solo il 5% dei danni subiti. Non si possono dimenticare situazioni che hanno creato danni notevoli alle persone e alle amministrazioni comunali».

Il capogruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro Roberto Desini  ha chiesto di presentare un emendamento orale per prevedere che il ristoro dei danni venga riservato anche ai comuni colpiti dall’alluvione del giugno 2014.

Sulla proposta di Tendas si è detto d’accordo anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto di aggiungere la sua firma a quelle dei presentatori dell’emendamento.

Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato il suo voto favorevole. «Le leggi che vengono approvate in Consiglio devono essere applicate. Questo significa trovare anche le risorse necessarie per attuare le norme. Abbiamo votato una legge per il ristoro dei danni dei privati colpiti dall’alluvione finanziandola con un milione di euro – ha detto Meloni – questa è l’occasione propizia per rimpinguare il fondo. 5 milioni sono pochi ma un segnale deve essere dato».

Eugenio Lai (Sel) ha proposto un’ulteriore integrazione orale all’emendamento n.710 chiedendo di prevedere tra i beneficiari degli indennizzi anche i comuni colpiti dalla grandinata del 2015.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato i colleghi a “non ridurre a barzelletta un tema di questa portata” e chiesto alla Giunta di chiarire la propria posizione sull’argomento.

L’assessore Paci, replicando a Pittalis, ha ribadito l’invito al ritiro dell’emendamento. «Il tema è serio, ma non si può votare un emendamento di questo genere per le persone colpite dall’alluvione del 2013. Perché non del 2014 o 2015? Ricordo le polemiche nate quando si è proposto di destinare risorse del Fondo Unico per le emergenze lavoro – ha detto Paci – con un emendamento si vorrebbero sottrarre 5 milioni di euro alle finalità pubbliche per intervenire a favore dei privati. Chi ha subito danni dall’alluvione merita attenzione ma non con un emendamento di questo genere. Tendas ha avuto il merito di segnalare che oltre ai danni al patrimonio pubblico esistono anche quelli al patrimonio privato».

E’ quindi intervenuto il primo firmatario dell’emendamento annunciandone il ritiro.

Il consigliere di Forza Italia ha chiesto al proprio capogruppo di far proprio l’emendamento: «L’assessore dice che stiamo utilizzando soldi pubblici per andare incontro ai privati. E’ stato fatto inoltre un paragone con altri eventi calamitosi che non regge, le motivazioni per un intervento a ristoro dei danni dell’alluvione 2013  sono nei dati. Forse non ci ricordiamo cosa è successo, volete che qualcuno vi ricordi i morti del 2013 per farvi capire che è stata un’alluvione diversa dalle altre? Se i privati non possono contare sul pubblico su chi possono contare?».

Il capogruppo sardista Angelo Carta ha dichiarato di voler far proprio l’emendamento: «Lo Stato ha stanziato 5 milioni per l’istituzione di una zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione del 2013 – ha ricordato Carta – il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto fare un decreto ad hoc. Così non è stato: i 5 milioni non sono mai arrivati. Cosa ha fatto la Regione per sollecitare l’erogazione delle risorse? Visto che siamo stati scippati dallo Stato di 5 milioni, credo che non sia una bestemmia stanziare l’1% del Fondo Unico a favore dei comuni alluvionati».

Luca Pizzuto (Pd) ha espresso solidarietà a Tendas. «Spesso ci facciamo portatori di istanze dolorose che poi, nei meandri del Consiglio, non vengono accolte – ha detto Pizzuto – è un problema che riguarda tutti: la finanziaria, nonostante gli importanti risultati raggiunti sul fronte della vertenza entrate, non è sufficiente a coprire i bisogni di cui siamo portatori. Serve aprire una riflessione su come riaprire la partite sul piano nazionale». Pizzuto ha quindi annunciato di non voler partecipare al voto.

Daniele Cocco (Sel) si è detto invece in sintonia con l’assessore Paci. «L’argomento è stato discusso in Commissione. Sul Fondo Unco c’è stato un accordo chiarissimo – ha detto Cocco – sottrarre risorse al Fondi unico sarebbe una perequazione al contrario. Sosteniamo l’esigenza di ristorare i danni, ma i soldi non possono essere presi dal Fondo Unico».

Il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas (Pd), rispondendo al consigliere Fasolino, ha difeso l’atteggiamento assunto dalla maggioranza. «Se abbiamo presentato l’emendamento è perché c’è sensibilità – ha detto Solinas – non può però essere messa a rischio una grande conquista come il Fondo Unico».

Voto contrario ha annunciato il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Chi può essere contrario a ristorare i danni dei privati? Chi non può capire lo sfogo di Fasolino? L’ho vissuto anch’io in Ogliastra nel ’99. Anche allora vennero stanziati 12 milioni di euro dallo Stato mai trasferiti ai comuni. Carta, che ha fatto l’assessore ai Lavori pubblici, dica quando sono stati stanziati i fondi per ristorare i privati. La Commissione ha valutato gli argomenti e ha stabilito che 5 milioni non servono a nulla. Intervenire sul Fondo unico è inutile, sarebbe difficile anche individuare i soggetti a cui dare priorità di risposte. Non è questo il modo di affrontare il problema. Meglio intervenire sul piano delle infrastrutture per mettere in sicurezza i paesi o pensare a un provvedimento di legge».

Per Luigi Lotto (Pd) presidente della Commissione “Attività Produttive” «quando si ritira un emendamento è perché si fa una scelta politica, come quando si è deciso di tornare indietro sulla possibilità di prelevare 8 milioni di euro dal Fondo Unico. Se Tendas ritira l’emendamento tutto il resto appare strumentale».

Angelo Carta (Psd’Az) ha precisato di non voler misurare la sensibilità di nessuno. «Ho posto una questione – ha detto Carta – la V Commissione ha approvato una risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi per l’istituzione della zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione. Finora si sono persi 5 milioni di euro. O ci impegniamo a recuperare quei soldi altrimenti dobbiamo fare qualcos’altro».

L’assessore Paci ha garantito l’impegno della Regione: «Nei giorni scorsi ho parlato con il Capo di gabinetto della Presidenza che sta lavorando alla partita insieme a Palazzo Chigi. Ci sono difficoltà a stabilire il perimetro dei comuni beneficiari. Noi stiamo sul pezzo – ha concluso l’assessore alla Programmazione – non è nostra intenzione perdere nemmeno un euro».

Dopo l’intervento dell’esponente dell’esecutivo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 710.

Emendamento che, su richiesta del consigliere Fasolino, è stato fatto proprio dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. Messo in votazione è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore. 

Annunciata la votazione dell’emendamento n. 546, il primo firmatario Gianni Tatti (Udc) ha ricordato l’accordo per i Comuni dell’Alta Marmilla («sono i più disastrati della Sardegna») ed ha spiegato che con l’approvazione dell’emendamento si offrono all’esecutivo gli strumenti per combattere lo spopolamento. L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha ricordato che l’Alta Marmilla gode di specifiche e mirate risorse a valere su fondi nazionali e di programmazione europea: «Non è necessario dunque, data la limitatezza delle risorse regionali, stanziare specifici fondi del bilancio regionale».

L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 546 e con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 252, 253, 548, 254, mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 276. Non approvato l’emendamento 345. Nel merito dell’emendamento 549 e sull’emendamento all’emendamento 821 è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, per chiede alla giunta il ritiro dell’emendamento 549. 

Il presidente ha proceduto ponendo in votazione l’emendamento n. 821 che sostituisce parte dell’emendamento 549 (entrambi approvati con due distinte votazione), reintroducendo così il parere della commissione competente all’aggiornamento periodico del piano delle opere e delle infrastrutture di cui all’articolo 4 della legge 9 marzo 2015 n. 5 approvato.

Quindi il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 550 e dopo una breve sospensione dei lavori, l’onorevole Daniela Forma (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 551. Anche il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per due emendamenti a sua firma: il numero 422 e il n. 816. L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 559 e il n. 786 mentre il consigliere del Pd, Walter Piscedda, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 552.

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, è intervenuto a sostegno dell’emendamento a sua firma (n. 667) tendente a garantire i fondi necessari per la messa in sicurezza della Rotonda di Platamona, il cui muro perimetrale, lo scorso luglio, è crollato sui bagnanti provocando cinque feriti di cui uno in gravi condizioni. Posto in votazione, l’emendamento 667 non è stato approvato con 30 no e 16 sì. Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha quindi accolto l’invito al ritiro dell’emendamento 423, tendente a stanziare risorse per la Rotonda di Platamona. A conclusione dell’intervento del consigliere Lotto (Pd), assessore Paci è intervenuto per ribadire l’impegno della Giunta per reperire le risorse utili ai lavori di messa in sicurezza e ripristino della rotonda di Platamona.

Approvato l’emendamento n. 813 che emenda l’emendamento 749, anch’esso approvato, che abroga il secondo periodo del comma 4 bis dell’articolo 2 della legge 24\2014 n. 19.

Non approvati, invece, gli emendamenti n. 271, 273, 274, 276 e 346.

Approvato, invece, nonostante l’invito al ritiro, l’emendamento n. 555, firmato dai consiglieri del gruppo Sel che, così come spiegato dal consigliere Agus, stabilisce che “avanzi di amministrazione degli enti locali possano essere impiegati in progetti e opere da realizzarsi per il miglior utilizzo sociale ed economico di immobili di proprietà comunale o del demanio regionale assegnati al comune”. La votazione, il cui scrutinio è stato il seguente, 32 sì e 13 no, si è tenuta dopo che l’assessore del Bilancio aveva dichiarato che l’emendamento era soggetto ad impugnativa qualora fosse stato approvato.

Analoga situazione si è verificata in occasione della votazione dell’emendamento n. 556, per il quale il gruppo di Sel non ha accolto l’invito al ritiro. Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ne ha spiegato le motivazioni dichiarando che con l’approvazione dell’emendamento si tutelano quei Comuni che per cause non imputabili alla loro responsabilità hanno sforato il patto di stabilità 2015 e che dimostrino di rientrare dallo sforamento entro l’anno 2016.

La consigliera di Sdl, Anna Maria Busia, ha dichiarato voto a favore («in qualche occasione è opportuno forzare la mano anche a rischio di impugnazione» e l’Aula, con 29 sì, 16 no e 2 astenuti, ha approvato l’emendamento 556. Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invece accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 557 e il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 558, 668, 669. Concluse le votazioni degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 5, l’Aula ha proceduto con l’esame degli emendamenti e dell’articolo 6 (Interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport). Il presidente Gianfranco Ganau ha elencato tutti gli emendamenti presentati e il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha dichiarato il parere che è risultato favorevole solo per i seguenti emendamenti: 753, 815, 754, 561 e emendamento all’emendamento 812, 562, 755, 563, 564 e per emendamento all’emendamento 802 e 819, 756, 721, 757, 676, 758, 759, 572, 760, 761 e emendamento all’emendamento 820, 762; mentre ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti: 567, 571, 268 e 712, e ha dato parere contrario per tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 6.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione dell’art. 6 (Interventi sui beni e i servizi culturali, informazione, spettacolo e sport).

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo in evidenza che l’articolo prevede «una serie una serie di interventi importanti nel sistema-Regione ma mostra, ancora una volta, l’assenza di una strategia complessiva mentre, in realtà, le scelte della maggioranza scontentano un po’ tutti perché avete fatto una specie di gioco delle tre carte; sulle scuole paritarie che subiscono tagli significativi, sull’università per cui ci si aspettava qualcosa di diverso, sul cinema che concentra risorse solo sulla film commission, per continuare con i beni museali, i teatri con fondi assegnati solo a piccole strutture private come quella di Sassari azzoppando il Lirico e abbandonando, ad esempio, il Teatro delle Saline».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Antonello Peru.

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha condiviso l’intervento della collega Zedda, in particolare su scuole paritarie che, ha detto, «svolgono in Sardegna un ruolo essenziale nella scuola dell’infanzia con funzioni di supplenza in molti Comuni; la maggioranza ha mostrato un approccio ideologico punitivo dimenticando che i genitori pagano una doppia tassazione». C’è poi, ha ricordato, «un problema che riguarda l’emendamento della maggioranza che prevede 1 milione di euro in base alla legge 56 per organismi che hanno subito in passato tagli superiori al 40%; la finalità è giusta ma si determinano disparità di trattamento evidenti».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, riprendendo la questione della scuole paritarie si è soffermato sul «calvario di queste benemerite istituzioni, sempre trattate senza amore dal centro destra, mentre da parte nostra non c’è nessuna preclusione ideologica o uno sfavore pregiudiziale, anzi riconosciamo che contribuiscono in modo determinante al sistema formativo regionale colmando lacune della struttura pubblica». Non abbiamo risolto il problema, ha proseguito, «c’è ancora da fare e tutto non può essere risolto tutto con la finanziaria, ma la scuola resta comunque al centro degli obiettivi programmatici dell’amministrazione e quando cadrà la polvere che un po’ tutti solleviamo emergerà che la scuola esce rafforzata e ritrova speranza nel futuro». Sulla cultura, ha poi osservato Deriu, «ho sentito giudizi troppo teneri  dell’opposizione forse perchè devono farsi perdonare un passato non brillante; voglio però ricordare che sul cinema si investe in modo reale ed intenso valorizzando anche cose buone del passato perché convinti che sia un formidabile per l’immagine della Regione e la stessa identità del popolo sardo». Ci sarà modo di intervenire ancora, ha concluso il vice capogruppo del Pd, «e su questo abbiamo assunto impegni precisi con un ordine del giorno sul diritto allo studio, sul quale Giunta ha comunque già pacchetto di interventi di sostegno».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia) ha definito la cultura elemento qualificante della finanziaria su cui occorre però, a suo avviso, fare alcune considerazioni. La nazione Italia, ha sostenuto, «è nata prima dello Stato grazie all’arte, perché l’arte crea potenza ed unità e questa deve essere anche la nostra prospettiva mentre noi, purtroppo, sostanzialmente neghiamo questa dimensione». Eppure, ha proseguito citando la stretta relazione fra la situazione sarda e turismo, «dovremmo capire la sua enorme capacità di attrazione di visitatori ed investimenti e di volano dell’economia». Se l’amministrazione si vuole caratterizzare sotto questo profilo, ha poi precisato, «secondo noi lo fa troppo poco, nonostante abbiamo concentrato il nostro spazio emendativo sulla correzione di alcune iniziative comprese nell’art. 6 sull’arte e sulla e lingua, perché non solo crediamo nella centralità di questo settore nella nostra comunità, ma siamo convinti che abbia ancora un grandissimo potenziale inespresso». Chiediamo perciò più attenzione per la nostra identità e, ha detto ancora, «un maggiore equilibrio fra le risorse assegnate alle grandi compagnie che acquistano prodotti dall’esterno e le piccole che producono nella Regione raccontando la nostra storia, così come nel cinema serve equilibrio fra le grandi produzioni ed i produttori locali, nelle arti, nella musica e nelle lingua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha condiviso gli argomenti del collega Zedda che ha elencato alcuni buoni propositi, aggiungendo che «bisogna essere intelligenti per affermare che dentro la nazione italiana c’è la nazione sarda, con tutte le sue varianti autonomiste». Il problema centrale, a suo giudizio, «è che la politica per la lingua e la cultura sarda da tempo ha perso il riferimento del Consiglio regionale salvo occasioni sporadiche». In proposito ha citato l’esperienza della Catalogna, «dove da cento dialetti catalani nacque poi una sola lingua salvo poi assistere ad una nuova stagione di frammentazione, con un percorso analogo a quello della Sardegna; io sono per la lingua di ciascun paese ma è chiaro che ci vuole un intervento normativo strutturale perché attorno a questo si costruisce un robusto tessuto culturale e identitario, rilanciando la storia della Sardegna nel Mediterraneo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, raccogliendo le sollecitazioni «interessanti» emerse dal dibattito ha osservato che «da questo contesto generale manca una valutazione sulle politiche culturali fin qui seguite dalla Giunta, oltretutto con risorse largamente insufficienti». Il collega Deriu, ha detto ancora, «non può lavarsi la coscienza con un ordine del giorno sulle scuole paritarie ed il diritto allo studio perché, nei fatti, ciò significa ammettere il fallimento delle pochissime azioni avviate da due anni a questa parte, basta ricordare la protesta di appena qualche giorno fa sotto il palazzo del Consiglio regionale di tutto il mondo dello spettacolo e la singolare manifestazione per il diritto allo studio cui hanno partecipato il Rettore dell’Università ed il Sindaco di Cagliari che hanno sfilato non si sa bene contro chi, se contro Renzi o contro Pigliaru o addirittura contro se stessi».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che «questa finanziaria testimonia allo stesso tempo un impegno importante e inversione di tendenza perché, nonostante una situazione complessa, si aumentano gli stanziamenti in alcuni comparti, affrontando alcune emergenze e scegliendo di consolidare alcuni investimenti strutturali con scelte molto chiare». Per lo spettacolo, ha ricordato, «è stato stanziato 1 milione in più così come sono state aumentate le risorse per altri settori: l’informazione, il cinema dove sono stati sbloccati i bandi sbloccati dopo cinque anni, il sistema radio televisivo allargato a tv, radio e nuovi media, lo sport, la scuola e università con l’incremento del fondo unico e i fondi per le decentrate, il diritto allo studio con le nuove borse e la scuola con progetti mirati». Per quanto riguarda le scuole paritarie, ha concluso l’assessore, «non abbiamo alcun pregiudizio ideologico ed anzi abbiamo confermato i fondi». Si può certamente può fare di più, ha detto infine, «ma l’inversione di tendenza c’è». (Af)

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti all’articolo 6. Il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Rivolgendosi però all’assessore alla Pubblica Istruzione ha detto che non c’è nessuna ragione di enfatizzare i finanziamenti sull’informazione o sulle scuole paritarie. Il presidente della Seconda commissione Gavino Manca (Pd) ha sottolineato che  effettivamente  sul sistema dell’informazione  c’è stato uno stanziamento di 800.000 euro, ma che c’è l’impegno, in sede di assestamento, di trovare altre risorse. L’attenzione – ha assicurato –   è massima. Il presidente della Terza commissione Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che, per le  scuole paritarie, per il 2016 sono stati stanziati 18 milioni di euro. Il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto (Pd) ha precisato che il teatro di Sassari non è privato ma è un teatro comunale. Pietro Pittalis (Forza italia) ha sottolineato il grande ruolo sociale delle scuole paritarie e ha detto che le risorse stanziate sono insufficienti.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato.

Sono stati approvati gli emendamenti: 753 che nel comma 4 dell’articolo 6 sostituisce lo stanziamento di 1.000.000 con 1.500.000; l’emendamento all’emendamento 815 che sopprime dall’emendamento 753 le parole “e 2016 – 2017”; l’emendamento 754 che, nel comma 5 dell’articolo 6, sostituisce 600.000 alla parola 500.000; l’emendamento 812 (emendamento all’emendamento 561) che prevede uno stanziamento di 1.000.000 a favore degli organismi di spettacolo che, nell’ultimo triennio, hanno subito una riduzione dei contributi superiore al 40%. Approvato anche l’emendamento 561 che aggiunge il comma 1 bis all’articolo 1 dell’articolo 6. Questo comma prevede che, a decorrere dal 2016 i termini per la presentazione delle istanze per la concessione dei contributi per le attività di spettacolo dal vivo (di cui all’art. 56 della legge regionale n. 1 del 1990) sono stabiliti annualmente con decreto dell’assessore competente. Sono stati poi approvati anche due emendamenti orali sull’anno gramsciano  presentati da Eugenio Lai  e da Attilio Dedoni. Prima dell’approvazione dei due emendamenti orali , il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto maggiori delucidazioni sugli importi e sui capitoli di spesa. L’assessore alla pubblica istruzione ha risposto che il capitolo era quello sulla valorizzazione dei personaggi illustri della Sardegna e la capienza totale era di 100.000 euro. Approvato anche l’emendamento 563   sull’utilizzo delle eventuali economie relative alle risorse erogate ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7; l’819 (emendamento all’emendamento 564) che prevede la copertura finanziaria agli interventi pluriennali dei consorzi universitari di Nuoro e Oristano; il 564 che aggiunge il comma tre bis all’articolo 6 prevedendo che dal 2016 la dotazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate della Sardegna sia ripartita tra il Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale di nuoro, tra il Consorzio Uno di Oristano e l’università di Sassari per i corsi universitari avviati presso le sedi suburbane di Alghero e Olbia.  Questo emendamento approvato prevede anche l’aggiunta di un comma ter che prevede che alla ripartizione del fondo provvede la giunta regionale , su proposta dell’assessore competente, previa valutazione dell’offerta formativa dei corsi universitari decentrati con le università di Cagliari, Sassari e con i Consorzi universitari di Nuoro e di Oristano; alle dotazioni per gli anni successivi si provvede con legge di stabilità. Approvato anche l’emendamento 562 che autorizza per l’anno 2016 la spesa di euro 400.000  a favore della fondazione Sardegna Film Commission e l’emendamento 802 (emendamento all’emendamento 564) che aggiunge al comma 3 ter dell’emendamento 564 le parole “determinato per l’anno 2016 in euro 5.900.000”  (R.R.)

L’aula ha quindi approvato l’emendamento all’emendamento n. 822 (Zedda e più) che stanzia 50mila euro per il funzionamento del Museo- Villaggio minerario di Rosas nel Comune di Narcao.

Via libera anche all’emendamento n. 756 (Sabatini e più) che mette a disposizione 300mila euro per il funzionamento del Nuovo Teatro comunale di Sassari. 

L’aula ha poi respinto gli emendamenti della minoranza nn. 256, 671 e 672 che proponevano il finanziamento di 200mila euro come contributo aggiuntivo alla manifestazione Autunno in Barbagia, 300mila euro per il restauro della chiesa di San Pietro di Tuili, 600mila euro per contributi alle società sportive.

Disco verde invece per gli emendamenti n. 721 che destina 300mila euro a favore del Teatro di Sardegna e n. 757 che prevede un finanziamento di 200mila euro per le attività di valorizzazione dei sistemi lagunari dell’Isola.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti nn. 691, 569, 565, 568, 566 e 570

Sull’emendamento n. 674 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sull’opportunità di concedere un finanziamento di 300mila euro per la ristrutturazione del Teatro Saline di Cagliari. «Si tratta di un contributo che consentirebbe di evitare un investimento superiore – ha detto Zedda – chiedo all’assessore di farsene carico. E’ durissima doverci rinunciare per così poco,  si tratta di un intervento di messa in sicurezza». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto.

Stessa sorte per l’emendamento 722, mentre ha ottenuto il parere positivo dell’aula l’emendamento all’emendamento 676 n. 809 (Zedda Alessandra) che stanzia 200mila euro per l’integrazione del programma della legge n17 del ’99 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna).

Sono stati poi bocciati gli emendamenti nn. 678 e 680 mentre hanno ottenuto il via libera gli emendamenti n.758 (30mila euro a favore della Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi) e 759 (400mila euro a favore delle radio locali) entrambi proposti dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Respinti, in rapida successione, gli emendamenti nn. 360, 272, 283 e 284, il Consiglio ha approvato l’emendamento n. 572 (Rubiu e più) che stanzia 50mila euro a favore dell’associazione di mutuo soccorso di Carloforte per la tutela del Cineteatro.

Successivamente sono stati respinti gli emendamenti nn. 681, 684, 685, 686, 689.

Disco verde infine sull’emendamento 760 (100mila euro a favore dell’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo) e sull’emendamento all’emendamento 761 n.820 che autorizza la spesa di 520mila euro per la promozione di progetti finalizzati alla diffusione e promozione della lingua e della cultura sarda e  762 (100mila euro per l’istituzione su tutto il territorio regionali dei Centri per la cultura della nonviolenza). Tutti gli emendamenti erano stati presentati dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Concluse le votazioni, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 29 marzo alle 15.00.

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Consiglio regionale 3 copia

E’ in discussione, in Consiglio regionale, l’articolo 4 della Manovra Finanziaria, “Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali”.

Stamane, in apertura di seduta, il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati.

Il consigliere sardista Marcello Orrù ha premesso di non voler intervenire in modo approfondito sulla sanità «perché fra poco arriva la riforma rete ospedaliera in commissione» ma, sulle politiche sociali, ha osservato che «ci sono pochissime risorse in particolare per il sassarese e proprio in questi giorni è arrivato sul tavolo dell’assessore un dossier dell’ azienda ospedaliera di Sassari in cui si lamentano carenze gravissime (anche durante i periodi di degenza) nell’assistenza a causa di innumerevoli problemi riguardanti farmaci, presidi, personale medico e infermieristico». In materia di personale, Orrù ha fortemente criticato un recente provvedimento della Asl di Sassari con cui «si è affidata ad un medico siciliano la riorganizzazione del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze; è uno schiaffo ai moltissimi medici sardi disoccupati». Soffermandosi infine sulle politiche per la famiglia, Orrù ha dichiarato che nella finanziaria «non c’è niente di importante, nonostante moltissime famiglie sarde siano in difficoltà e in condizioni di disagio socio-economico; sarebbe perciò il momento per la Regione di istituire un assessorato con delega specifica».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato della parte della finanziaria relativa alla sanità come «documento-ghigliottina per il bilancio regionale dei prossimi anni». I piccoli ospedali sono in enorme difficoltà in tutti i territori, ha ricordato Tocco, «e questo è segnale negativo sull’efficacia della riforma, in uno scenario in cui Cagliari, Olbia e Sassari la stanno facendo da padroni a discapito di altre aree dell’Isola; in queste aree i processi di spopolamento continueranno con gravi conseguenze su aree interne e costiere molto importanti come Tempio, Bosa e Lanusei, con impatti altamente negativi, per quanto concerne i centri costieri, anche sulla stagione turistica».

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha espresso la sua soddisfazione. «anche da operatore del settore» per gli stanziamenti nelle politiche sociali, in particolare per  i 33 milioni più altri 8 per i disturbi mentali (di cui almeno 2 servirebbero per andare incontro alle esigenze delicatissime dei beneficiari della legge 20), «risorse preziose alleviare i disagi di tantissime famiglie sarde in condizioni di povertà che ora avranno nuove opportunità, sia di inclusione sociale che di reinserimento lavorativo». Questo è un segnale forte, ha concluso, «per una fascia della nostra popolazione che si trova in condizioni di bisogno».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ricordato che «dall’inizio della legislatura diciamo tutti che la sanità è il grande problema della Regione, è stata costituita anche una commissione di inchiesta, è stata predisposta una legge di riforma della rete ospedaliera per ridurre posti letto e migliorare prestazioni». Stiamo chiedendo sacrifici a tutti, ha aggiunto Truzzu, «ma ora sappiamo che c’è un buco cui bisogna fare fronte con aumenti di tasse ed un piano di rientro ed abbiamo bloccato le assunzioni però, di fronte allo sforzo enorme di contenere i costi, arriva una denuncia alla Corte dei conti con cui si mettono in luce alcune vicende alle consulenze della Asl di Sassari, decisioni che fra l’altro coincidono temporalmente con l’annuncio dell’assessore Demuro di tagliare le consulenze». Nel frattempo, ha concluso Truzzu, «con un provvedimento molto sovranista, un medico toscano è stato nominato nuovo coordinatore della rete regionale trapianti, oltretutto con trattamento economico massimo; è un esempio devastante».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha sottolineato che «il problema fondamentale è sapere quanto costa e che servizio offre la sanità sarda e, sotto il profilo della spesa, i dati del Ministero dell’economia dice da 2006 a 2014 si è registrato un disavanzo crescente, mentre nel 2015 si è realizzato un raffreddamento spesa grazie al lavoro di tavolo specifico di monitoraggio sui costi di beni e servizi». Il disavanzo attuale, ad avviso di Ruggeri, «viaggia sì attorno ai 400 milioni però vanno considerati costi extra come quelli su farmaci innovativi, Irap e contratti del personale; è necessario perciò distinguere fra gli elementi del buco dei conti ed i costi reali, mentre sul piano generale va ricordato che in questa finanziaria il sistema viene sotto finanziato per oltre 100 milioni, con stati tagli che faranno emergere in seguito alcuni problemi di liquidità». La sanità sarda, ha detto ancora Ruggeri, «ha bisogno di misure draconiane preservando il diritto alla salute, misure che non possono essere introdotte mantenendo la rete ospedaliera attuale; è poi sbagliato assecondare pulsioni territoriali che non guardano la realtà, quella di una Sardegna che si trova agli ultimi posti in materia di qualità e adeguatezza di servizi e prestazioni, di qui la necessità di rilanciare il progetto di Asl unica come elemento necessario per il controllo spesa».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha definito la sanità “il punto centrale della legge di bilancio non solo perché impegna oltre la metà delle risorse ma anche perché rappresenta la cartina di tornasole del livello di civiltà raggiunto”. L’esponente della minoranza ha criticato “la prassi del centrosinistra nel tentar di scaricare le responsabilità sulle precedenti gestioni” ed ha affermato: «Siete due anni al governo della Regione e dovrebbero incominciare a vedersi i primi risultati che invece non ci sono perché peggiorano assistenza e conti e ovunque operatori e cittadini lamentano disagi». Oppi ha quindi mostrato perplessità su una serie di azioni poste in essere dall’assessore: dall’accorpamento degli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico, passando per il blocco del turnover che non è rispettato in alcune aziende sanitarie. «Si sono ridotti i trapianti – ha incalzato il leader dei centristi – e al Brotzu come all’Aou di Sassari mancano operatori e personale». Oppi ha riconosciuto un miglioramento nella spesa farmaceutica, ma solo in riferimento a primi mesi del 2016 ed ha ribadito le critiche per la gestione della vicenda del Mater Olbia («ogni giorno si comunicano date diverse per l’apertura mentre non è stata ancora presentata alcuna domanda di accreditamento delle strutture, si aggiunga che dal 1 gennaio 2018 le risorse per il Mater confluiranno in quelle impiegate per le cliniche private, con immaginabili conseguenze»). Il consigliere dell’Udc ha quindi concluso ricordando la recente nomina, come responsabile dei trapianti, di un professionista della Toscana ed ha auspicato una “nuova strategia condivisa dall’intero Consiglio”.

 Il consigliere dei Socialisti, Raimondo Perra, ha affermato che “i costi della sanità, in Sardegna, crescono per una serie di ragioni tra le quali non si devono trascurare l’incidenza di una popolazione anziana ma anche il più elevato livello di inappropriatezza dei ricoveri”. «Così come – ha proseguito il presidente della Sesta commissione – la spesa farmaceutica si è ridotta ma dobbiamo tenere presente che siamo una regione con un’elevata incidenza di alcune malattie invalidanti come epatite e sclerosi». «Abbiamo cercato di porre rimedio a un disavanzo mostruoso – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e siamo riusciti a tamponare la falla senza mettere le mani nelle tasche ei cittadini».

«Non tutto va bene – ha ammesso Perra – e permangono una serie di criticità come l’inadeguata posta in bilancio inadeguata per la parte corrente che mi auguro possa trovare risposta con successivi interventi».

Mondo Perra ha concluso preannunciando un emendamento per stanziare 2 milioni di euro per consentire ai Comuni il pagamento delle spettanze della legge 20 e auspicando la creazione del registro tumori.

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha invitato la Giunta a “guardare al paziente prima ancora che ai conti e a lavorare perché  la riduzione della spesa si concretizzi nel taglio agli sprechi e non nel taglio ai servizi”.

L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le dichiarazioni rese recentemente dall’assessore Arru riguardo la necessità di un piano specifico per la realtà sarda e di contrastare l’idea che il problema della sanità possa essere affrontato solo in base al numero degli abitanti: «Un cittadino del centro Sardegna deve avere gli stessi servizi di chi risiede nei due poli di Cagliari e Sassari». Tatti ha concluso dichiarandosi “deluso” da quanto scritto in finanziaria ed ha chiesto lumi sulle chiusure di alcune guardie mediche, come quelle dei piccoli centri di Usellus e Baressa.

La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha rivolto critiche alle recenti azioni poste in essere dall’assessore della Sanità, ed in particolare per l’accorpamento del Brotzu, dell’Oncologico e del Microcitemico («quali benefici ne sono derivati ai pazienti?»). L’esponente dell’opposizione ha definito “false illusioni” quelle sul Mater Olbia ed ha affermato che “l’unico dato certo delle politiche sanitarie è il commissariamento, con relative proroghe, delle asl della Sardegna senza che si conoscano quali risultati hanno ottenuto i commissari e quali obiettivi abbiano centrato”. «Stiamo ammazzando la sanità privata che muore di “fuori badget” – ha concluso Alessandra Zedda – e così mortificate le poche cose che funzionano nella sanità sarda».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha ribadito la centralità della sanità ed ha dichiarato che “è difficile gestire la sanità in Sardegna”. A giudizio di Tedde non “emerge la volontà e la capacità di invertire la tendenza”. Il consigliere della minoranza ha criticato duramente la gestione dei commissari straordinari delle Asl: «Sono diventati dei governatori nelle rispettive aziende, senza controllo e contano più dello stesso assessore». Tedde ha quindi definito “un fallimento” tutte le azioni poste in essere dalla Giunta per tentare di colmare il buco della sanità, ad iniziare dall’aumento di irpef e irap passando per la mancata applicazione delle disposizioni sul blocco del turnover. Marco Tedde ha concluso denunciando “disparità nei trattamenti tra i diversi territori” ed ha evidenziato come di recente anche alcuni consiglieri del centrosinistra abbiano richiesto, in un’interpellanza, le dimissioni dell’assessore Luigi Arru.

Ha quindi preso la parola il consigliere dell’Udc Giuseppe Pinna (Udc) che ha rivolto un monito all’Aula sul rischio chiusura, a causa dei tagli alla spesa, di vari presidi sanitari. «Auspico che l’efficientamento dell’Areus possa metterci una pezza altrimenti saranno dolori – ha detto Pinna – le zone interne sono scarsamente considerate eppure rappresentano il cuore pulsante dell’Isola. Se questo non funziona, gli effetti saranno devastanti».

Il rappresentante della minoranza ha poi rivolto un appello alla maggioranza per il riavvio della vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali:« Se non si risolve questa vertenza tra qualche tempo noi sardi  saremmo costretti a partire sui barconi».

Al termine dell’intervento del consigliere Pinna, ha assunto la presidenza il vicepresidente Eugenio Lai che ha dato la parola al capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula. L’esponente sovranista, dopo aver espresso apprezzamento per l’operato dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, ha sollecitato più attenzione sul fronte della prevenzione dei tumori. «In passato la Regione sarda ha adottato le campagne nazionali di screening oncologico avviando controlli periodici per la prevenzione del cancro alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto – ha affermato Usula – lo screening ha riguardato migliaia di donne, oggi le adesioni sono in netto calo perché non è possibile eseguire gratuitamente i test e, in alcuni casi, le distanze tra i luoghi di residenza dei pazienti e i presidi dove eseguire gli esami sono troppo marcate».

Usula ha quindi auspicato lo stanziamento di più risorse per la prevenzione e un loro migliore utilizzo: «La diagnosi precoce di un tumore consente di dare speranza di vita normale alle persone e, allo stesso tempo, permette di avere benefici anche dal punto di vista del contenimento della spesa: un intervento in endoscopia ha costi minori rispetto a un intervento chirurgico invasivo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato, in premessa, il peso della sanità sul bilancio regionale: «La voce relativa al sistema sanitario rappresenta oltre il 50% della spesa della Regione Sardegna – ha detto Dedoni – ciò impedisce di indirizzare le manovra finanziaria su politiche per lo sviluppo e per l’occupazione. E’ una condizione che viene da lontano, ma oggi permangono situazioni che aggravano ulteriormente i costi della sanità».

Secondo Dedoni, si è fatto poco sul fronte delle riforme: «Non si è riorganizzato il sistema sanitario né la rete ospedaliera – ha rimarcato – mi pare che anziché cercare condizioni virtuose per ridurre gli sprechi e rendere efficace l’azione amministrativa si prosegua con le vecchie logiche».

Il capogruppo dei Riformatori, dopo aver sottolineato che l’obiettivo della sanità è quello di garantire le migliori prestazioni ai malati, ha chiesto chiarimenti sulla gestione delle Asl: «Entro il 31 marzo dovranno rinominati i commissari, si va verso un regime commissariale in cui ci sono padroni che ordinano e altri che eseguono. Il sistema denunziato dai sindacati dei medici grida vendetta. Le selezioni e i concorsi aggirano il blocco del turn over».

Luca Pizzuto (Sel) ha sollecitato una discussione «approfondita e articolata» sull’articolo 4. «E’ un tema che riguarda non solo la sanità ma tutto il bilancio sul quale la sanità ha una parte rilevante – ha sottolineato Pizzuto – apprezzo l’approccio eroico da parte dell’assessore che cerca di governare un groviglio di interessi va avanti da molto tempo».

L’esponente di Sel ha poi espresso un giudizio positivo sulla decisione di confermare in finanziaria le somme destinate alla sanità con l’obiettivo di garantire a tutti il diritto alla salute. «Il cuore della manovra è la spesa sociale,  il livello di civiltà di una società è il modo con cui ci si approccia agli ultimi – ha detto Pizzuto – Enrico VIII prevedeva l’impiccagione per chi chiedeva l’elemosina e rubava beni di prima necessità. I poveri, durante il suo regno, sparirono. Vennero impiccate 72mila persone. E’ un sistema di welfare che oggi si vorrebbe riportare in auge in molti paesi europei e forse anche nel nostro».

Secondo Pizzuto, il livello di civiltà del governo regionale si misurerà nella sua capacità di creare politiche attive in grado di far uscire le persone dalla povertà. «Va bene il contenimento della spesa – ha concluso il consigliere di maggioranza – ma questo va fatto mettendo al centro le persone e non con il taglio dei fondi. In questa finanziaria si deve marcare una prospettiva di sinistra sulla gestione della spesa sociale».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato che «i costi della sanità sarda sono enormi e non consentono alla Regione di fare molto altro; per ogni sardo si spendono oltre 2000 euro l’anno, più di 170 al mese, cifre che dovrebbero escludere il ritorno alla povertà, cosa che invece non è». Secondo Carta non si può retrocedere sul livello dei servizi, «perché i presidi territoriali sono indispensabili, vanno migliorati e resi più efficienti, mentre invece la retrocessione c’è, su ospedali, guardie mediche, servizi e prestazioni». Eppure, ha osservato, «da una maggioranza di centro sinistra sarebbe stato lecito aspettarsi il contrario, eppure ha fatto il job act, il salvataggio delle banche e non dei risparmiatori, ha tutelato le compagnie petrolifere ed abbandonato gli operari Alcoa; che nessuno dica che così si difendono i poveri, quello che sta accadendo è profondamente diverso e, in particolare, è sbagliato abbandonare la famiglia che i famosi 170 euro al mese non li vede, perché non c’è nessuna alternativa se vogliamo difendere la nostra società».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha riportato il recente articolo di un quotidiano secondo il quale «la sanità sarda è nel caos». Al di là delle qualità personali, ha aggiunto, «i risultati dell’assessorato sono deludenti e la finanziaria non mette rimedio nemmeno agli errori dello scorso anno mentre, quanto alle politiche sociali, ci sono stati tagli molto forti anche per la non autosufficienza». In tutti i territori della Sardegna, ha poi ricordato Rubiu, «amministrazioni locali e popolazioni si stanno ribellando con grandi manifestazioni popolari di protesta perché in effetti sulla sanità non c’è stato nessun cambio di rotta, solo maggiori debiti, caduta della qualità dei servizi, liste di attesa raddoppiate, perfino servizi sanitari in ambulanza che trasferiscono i pazienti da un andito all’altro». Il capogruppo dell’Udc ha concluso richiamando l’attenzione della Giunta sulla situazione del personale della Asl n.7 «nel caos per operazioni di trasferimento di reparti, personale ed attrezzature che sembrano non avere fine».

Ha riassunto la presidenza dell’Assemblea il presidente Gianfranco Ganau.

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha ricordato in apertura le sue dichiarazioni in una recente riunione della commissione d’inchiesta sulla spesa sanitaria, per ribadire che «molte cose non vanno, non voglio essere corresponsabile della cappa di ipocrisia che grava sulla politica e negli anni ha provocato alla sanità sarda danni enormi con una gestione scorretta, caratterizzata appunto da eccessive ingerenze e connivenze della politica nel sistema; sono cose che tutti lo sappiamo ma che nessuno». Nella sanità c’è del marcio, ha insistito Desini, «perché vengono ripetutamente stravolte le regole, per esempio a Sassari dove nella Asl n.1 ci sono 120 amministrativi in più rispetto alla pianta organica ed invece mancano tecnici di radiologia e di laboratorio; ecco perché non riusciamo a dare risposte ai sardi, che l’assessore denunci davvero le richieste di raccomandazione come ha annunciato, io non voglio niente, voglio solo che certe schifezze non si ripetano».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato tutti «a cercare di fare una analisi equilibrata, perché è interesse comune uscire da una situazione molto difficile, con livelli di  spesa fuori controllo che hanno una incidenza elevatissima sui conti della Regione». Alcuni buoni risultati ci sono, ha continuato Cocco, «come nella spesa farmaceutica è calata di oltre 6 milioni nonostante i 25 utilizzati per i prodotti innovativi, un investimento importante che va inquadrato in una rivendicazione nei confronti dello Stato per ottenere una deroga per Sardegna che paga per intero la sua sanità». Al di là delle politiche settoriali, Cocco ha messo l’accento sull’importanza della «riforma per istituire nuovi servizi, centri della salute, ospedali di comunità, la centrale acquisti ed il servizio di emergenza-urgenza». La fase del commissariamento, ha inoltre auspicato Cocco, «deve essere superata subito dopo la finanziaria riorganizzando la rete con una asl unica o altre soluzioni e tutto questo va fatto rapidamente, riorganizzando ogni luogo della Sardegna che deve essere raggiunto ma non in condizioni uguali dappertutto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore della Sanità Luigi Arru, ha messo in evidenza che «dai banchi dell’opposizione sono state segnalate situazioni di politica sanitaria che non vanno, con esempi concreti riguardanti alcuni ambiti locali, a differenza della maggioranza che ha accusato l’assessore di portare alla sanità allo sfascio, a conferma del fatto che molti si ergono a grandi moralizzatori dimenticando di leggere bene i propri curriculum professionali e politici, compreso il ricorso a società interinali». Penso che aumenterà il lavoro della commissione d’inchiesta, ha previsto Pittalis, «perché partiti da prefisso si sono trovati ad avere cifre elettorali importanti proprio per l’invadenza della politica; la realtà è che le direttive ai commissari le danno altri, altrimenti non sarebbero nate nuove strutture complesse e nuove consulenze ignorando graduatorie; abbiamo l’impressione che alcune cose passino sulla testa dell’assessore».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha assicurato che è sua abitudine assumersi ogni responsabilità, «fornendo dati oggettivi, non articoli di giornale ma documenti ufficiali secondo cui in molti reparti delle asl sarde le soglie di qualità e di sicurezza sono al di sotto delle soglie scientifiche». Il cambiamento delle politiche sanitarie è un problema di tutto il mondo occidentale, ha detto ancora l’assessore, «e temi di tale complessità non possono essere trasferiti sul piano della polemica sul nuovo coordinatore dei trapianti, scelto per puntare su politiche innovative perché in Sardegna registriamo in preoccupante aumento dei dinieghi alle donazioni; sono temi che riguardano le rigidità nell’orario di lavoro ed il blocco del turn over, la presenza dei medici che in Sardegna è superiore alla media nazionale e stiamo controllando dove sono e cosa fanno». Non stiamo partendo affatto da zero, ha detto ancora Arru, ricordando che «in Sardegna abbiamo hospice contro il dolore che sono una avanguardia a livello nazionale e prima non c’erano, abbiamo tutti i dati sui pazienti sardi affetti da sclerosi multipla dai quali emerge che abbiamo il primo posto in Europa con 300 malati ogni 1000 abitanti per cui possiamo impostare su basi nuove e solide il rapporto con lo Stato su basi concrete; in definitiva stiamo aumentando qualità e tutele, non garantendo tutto dappertutto rinforzando le nostre strutture con l’aumento di specialisti».

Concluso il dibattito generale,  è cominciato l’esame degli emendamenti presentati all’articolo 4.  Dopo una serie di emendamenti bocciati per alzata di mano senza interventi, Pietro Pittalis capogruppo di Forza Italia Sardegna ha dichiarato di ritirare tutti gli emendamenti soppressivi totali. Li abbiamo presentati – ha detto – per stimolare un ampio dibattito sui problemi della sanità sarda. Li ritiriamo ma ci riserviamo di intervenire sugli emendamenti aggiuntivi.

L’unico emendamento soppressivo totale mantenuto dall’opposizione è stato il 186 (uguale al 602). Questo emendamento intendeva sopprimere il comma 17 sulla figura degli Utenti e familiari esperti (UFE). Su questo emendamento il capogruppo di Forza Italia ha chiesto il voto segreto. L’emendamento non è stato approvato (votanti 55, sì 25, no 30, astenuto il presidente Ganau).

Approvato, invece, per alzata di mano, l’emendamento 529, sostitutivo parziale del comma 5 dell’articolo 4. Questo emendamento prevede la sostituzione dell’articolo 1 della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 32 (Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse). Per l’anno 2016 la somma di  114.518.000 euro è destinata al ripiano del disavanzo per il 2014 delle aziende del servizio sanitario regionale, la somma di euro 14.557.000 al rimborso dei crediti delle aziende sanitarie locali verso le gestioni liquidatorie delle cessate UUSSLL e la somma di 28.761.000 euro è destinata ad assicurare alle aziende del servizio sanitario regionale il recupero delle risorse assegnate con la deliberazione della giunta regionale n. 50/40 del 5 dicembre 2006 (Indirizzi per la gestione economico-finanziaria delle aziende sanitarie). Questo emendamento sopprime, inoltre, il comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 3 dicembre 2015 n. 32 (copertura delle perdite pregresse).

E’ stato votato il testo dell’articolo 4 con due emendamenti orali presentati da Rossella Pinna (Pd) al comma 17 e dal presidente della commissione Sanità Raimondo Perra sul comma 14. 

Posto in votazione l’Aula non ha approvato l’emendamento 687 e successivamente il n. 358 mentre sull’emendamento 741 il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha proposto un emendamento orale per riservare i contributi solo alle società sportive iscritte all’albo regionale, ma il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, si è dichiarato contrario e il Consiglio ha votato l’emendamento n. 741 nella originaria formulazione che stanzia 400 mila euro per l’acquisto di defibrillatori alle società sportive e ai gestori di impianti sportivi.

Via libera anche l’emendamento n. 742 che stanzia 1.500.000 euro all’Izs di Sassari; via libera anche all’emendamento n. 531 che autorizza la Giunta ad utilizzare le risorse della legge 9/2015 anche per prestazioni effettuate nel 2016 e all’emendamento n. 532 che riassegna alle Asl che hanno perseguito gli obiettivi per lo sviluppo dell’Adi le somme di quelle Asl che non hanno sviluppato i servizi di assistenza domiciliare integrata.

Approvato successivamente anche l’emendamento n. 336 che indica il tempo di tre mesi per l’integrazione sino a 10 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza.

Sull’emendamento n. 337 il consigliere Pizzuto (Sel) ha espresso perplessità sulla cosiddetta “copertura a salvaguardia” che ammonta a 10 milioni di euro e il consigliere di FdI, Paolo Truzzu, ha presentato un emendamento orale, accolto dall’Aula, per fissare in 90 giorni il tempo concesso alla giunta per l’approvazione dei programmi di cui al comma 13 dell’articolo 4.

Posto in votazione l’emendamento 337 è stato approvato mentre non è stato approvato l’emendamento n. 393.

Dichiarato decaduto l’emendamento n. 811 che emendava l’emendamento n. 533, il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha dichiarato di declinare l’invito al ritiro formulato dal relatore della maggioranza e presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd). Pizzuto ha quindi sottolineato la valenza politica dell’emendamento 533 che prevede l’utilizzo dei fondi per il sostegno alle persone e alle famiglie in condizioni di disagio, di cui al comma 13 dell’articolo 4, “anche per la realizzazione del reddito di inclusione sociale”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha dichiarato che il tema del reddito di inclusione sociale è nell’agenda della giunta e della maggioranza e consentire che i fondi per il sostegno alle famiglie e alle persone disagiate “può essere una proposta da recepire e un segnale positivo per i giovani disoccupati”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha chiesto chiarezza alla Giunta e alla maggioranza: «Le spese sociali non sono legate alla sanità ed è un danno la confusione che si fa tra assistenza, beneficenza e sanità». «La povertà – ha concluso Dedoni – non si sana con le elemosine».

Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, è intervenuto per comunicare di essere tra i sottoscrittori dell’emendamento 533 insieme anche con il capogruppo di Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere di SdL, Gianfranco Congiu, ha preannunciato voto contrario: «Il tema del reddito di cittadinanza va affrontato in un dibattito serio e nelle sedi preposte e deve realizzarsi con l’apposito iter legislativo».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, pur riconoscendo la validità della proposta di un reddito di inclusione ha definito l’emendamento “posticcio in una finanziaria senza soldi” ed ha concluso: «E’ soltanto propaganda ed è tutto una bugia».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha dichiarato: «Non ci interessa partecipare al dibattito tutto interno alla maggioranza e l’emendamento è solo propaganda per fare qualche minuto di gassosa senza gas».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, è intervenuto a sostegno dell’inziativa e dell’emendamento: «Il reddito di inclusione sociale è nel programma di governo ed è arrivato il momento di realizzarlo, per questo invito tutti a non trascurare la valenza  politica dell’emendamento».

Il consigliere di Sdl, Augusto Cherchi, ha ricordato di essere tra i firmatari della proposta di legge, esitata in Sesta commissione, per il reddito di inclusione sociale ma – ha affermato – non credo che il reddito di inclusione sociale possa passare con un emendamento in finanziaria e per questo dichiaro voto contrario.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 533 che non è stato approvato con 27 no e 23 sì.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 659 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di un milione di euro a favore dello Ierfop per contrastare e ridurre l’abbandono e la dispersione scolastica delle persone con disabilità sensoriale, fisica e intellettiva.

«E’ un tema rilevante – ha detto Alessandra Zedda (Forza Italia) – stiamo parlando di persone con disabilità che vanno aiutate».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha annunciato lo stanziamento di 150mila euro per lo Ierfop. «E’ la somma attualmente disponibile nel bilancio regionale – ha spiegato l’assessore – capisco che non sia tantissimo ma è sempre meglio dello zero finora iscritto nel capitolo di bilancio».

La consigliera Zedda, pur sottolineando l’insufficienza delle risorse, ha annunciato il ritiro dell’emendamento apprezzando lo sforzo fatto della Giunta.

L’Aula ha quindi respinto l’emendamento n.249 (Dedoni e più) che proponeva anch’esso lo stanziamento di 1 milione di euro a favore dello Ierfop.

Sull’emendamento n.658 ha preso la parola Alessandra Zedda (Forza Italia): «Si tratta di una proposta presentata anche nella scorsa finanziaria – ha spiegato la consigliera azzurra – proponiamo uno stanziamento di 400mila euro per programma di sport terapia a favore dei disabili. Non è un aumento di spesa ma un provvedimento di indirizzo. Ottenuto il parere favorevole della Giunta, l’emendamento è stato approvato dall’aula.

Bocciato invece l’emendamento n. 660 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di 5 milioni di euro per la concessione di prestiti previdenziali e misure di sostegno al reddito a favore di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.338 con il quale si proponeva di incrementare con 3 milioni di euro il fondo per le borse di studio degli specializzandi in medicina: «Lo scorso anno i fondi sono stati tagliati – ha detto Paolo Truzzu (FdI) – oggi sono previsti in bilancio 6,9 milioni di euro per le borse già avviate, ma non c’è un euro per le nuove borse. Senza questi soldi molti giovani medici non avranno la possibilità di frequentare i corsi di specializzazione. Lo stanziamento non è un costo ma un investimento. I medici che si specializzano trovano subito lavoro».

Roberto Deriu (Pd) ha annunciato il voto contrario all’emendamento spiegandone le ragioni: « Non vorremmo che ci facesse confusione – ha detto Deriu – abbiamo previsto misure a favore delle università anche riguardo a questa materia, gli interventi sono stati concordati con gli atenei e i rappresentanti degli studenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che la posta in bilancio per gli specializzandi era di 11 milioni e si è poi ridotta a 7 milioni. «Il problema è consentire ai laureati in medicina di potersi specializzare – ha detto Pittalis – non serve mettere i soldi nel calderone per l’università ma occorre finalizzare le risorse alle specializzazioni integrando un fondo attualmente insufficiente».

Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato che i costi delle specializzazioni sono aumentati nel corso degli anni. «Sono sopravvenute nuove esigenze – ha detto Oppi – in alcuni casi manca personale, in Sardegna ci sono pochi anestesisti. L’esperienza dello scorso anno dice che ridurre ulteriormente gli stanziamenti crea difficoltà».

Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il suo voto favorevole: «La maggioranza parla di sostegno al sociale e ai giovani – ha affermato il capogruppo sardista – questo emendamento dà possibilità alla maggioranza di tradurre in fatti concreti le enunciazioni di principio». Messo in votazione, l’ emendamento n. 338 è stato respinto con 30 voti contrari e 22 a favore.

L’Aula ha poi bocciato in rapida successione gli emendamenti nn. 718, 280, 282 e 250.

Sull’emendamento n.281 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde: «Chiediamo di prevedere un finanziamento di 2 milioni di euro per i lavoratori in house delle province che rischiano di perdere il loro posto di lavoro – ha detto Tedde – senza questo intervento sono a rischio alcuni servizi fondamentali per i cittadini finora garantiti dagli enti locali». L’emendamento è stato respinto.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.266 presentato dal consigliere di sinistra sarda Alessandro Unali con il quale si proponeva lo stanziamento di 300mila euro per l’avvio di una campagna di informazione in tema di sicurezza sui posti di lavoro. Il consigliere Unali non ha accolto l’invito al ritiro da parte della Commissione spiegandone le ragioni: «I morti sul lavoro non diminuiscono, servono più informazione e campagne di prevenzione mirate».

Voto contrario all’emendamento è stato annunciato dal consigliere Luigi Crisponi (Riformatori): «Una parte dei soldi per finanziare la campagna informativa verrebbe sottratta all’università di Nuoro – ha spiegato Crisponi – una proposta che non può essere accolta». L’emendamento è stato bocciato.

Stessa sorte per gli emendamenti aggiuntivi nn. 339, 340, 394, 395, 396, tutti della minoranza, mentre gli emendamenti n. 534, 535 e 541, presentati dalla maggioranza, sono stati ritirati.

Disco verde, invece per l’emendamento di sintesi n. 818 che accorpa il n.744 e 270. A favore dell’emendamento, che istituisce un fondo annuo di 600mila euro all’anno per le comunità di accoglienza dei detenuti, si è schierata la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «Con questo emendamento diamo un supporto stabile alle comunità di accoglienza e consentiamo a soggetti imputati e condannati di poter usufruire di misure alternative alla detenzione – ha detto Busia – il sostegno pubblico fino ad ora si è limitato a interventi che non sono in grado di garantire seri percorsi di recupero».

Busia, dopo aver sottolineato l’importante decisione assunta dalle comunità di recupero che da qualche messe hanno deciso di associarsi, ha ribadito la necessità di garantire percorsi rieducativi efficaci. «Tenere le persone in comunità anziché in carcere consente un grande risparmio economico. Ospitare un detenuto in un penitenziario costa 150 euro al giorno contro i 55 euro delle comunità. Inoltre, gran parte dei soldi viene utilizzata per attività educative – ha concluso Busia – la permanenza nei centri di accoglienza e di rieducazione abbatte drasticamente le percentuali di recidiva».

Voto favorevole ha annunciato anche Luca Pizzuto (Sel). «E’ un emendamento importante per sviluppare un sistema di aiuti nei confronti di chi sbaglia».

Il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha rilevato l’assenza dell’indicazione della copertura finanziaria nell’emendamento di sintesi da recuperare, eventualmente, dall’emendamento n. 744.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, pur d’accordo con il contenuto della proposta, ha auspicato una diversa modalità di individuazione degli stanziamenti. «Lo Stato spende 150 euro al giorno per tenere un detenuto in carcere – ha detto Dedoni – in questo caso la cifra giornaliera per le comunità è di 55 euro. Si consente allo Stato di risparmiare. Chiediamo almeno che questa operazione non vada a carico del bilancio regionale».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Pittalis: «E’ un tema sensibile – ha detto Pittalis – lo dico da avvocato. In questi casi non bisogna aspettare l’intervento dello Stato. Questo emendamento è un segnale forte di solidarietà vera. Si fa cosa utile e meritoria»

Giudizio positivo anche da parte dei capigruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro, Roberto Desini, e dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che hanno annunciato il loro voto favorevole.

L’emendamento di sintesi n. 818 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 817 (Piscedda e più) che stanzia 150mila euro a favore degli Enti autorizzati alle adozioni internazionali con sede in Sardegna.

Respinti invece gli emendamenti della minoranza nn. 794, 541, 542, 662 e 663.

Successivamente il Consiglio ha respinto una serie di emendamenti presentati dall’opposizione: approvati, invece, gli emendamenti aggiuntivi nn. 743 e 745 (Sabatini e più). Il primo stanzia per il 2016 la somma di 4,5 milioni per il finanziamento di cantieri in cui potranno essere impiegati, presso vari soggetti della pubblica amministrazione, lavoratori provenienti dalla cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali. Il secondo finanzia con 300.000 per l’anno 2016 lo sviluppo e la valorizzazione del servizio civile volontario.

Sull’emendamento n.483 il consigliere Paolo Truzzu, primo firmatario, ha lamentato che «nella finanziaria, anche se i dati statistici che riguardano la Sardegna sono disastrosi perché in pochi anni mancheranno 500.000 sardi; per questo proponiamo detrazioni per le famiglie numerose e 1000 euro per ogni bambino fino ai 5 anni, considerando che negli ultimi 10 la natalità è calata del 15%, vogliamo dire ai sardi che si può scommettere nuovamente sulla famiglia».

Messo ai voti, l’emendamento n. 483 è stato respinto con 31 voti contrari e 20 favorevoli.

Sull’emendamento n. 654 il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che la proposta fa riferimento all’impiego dei a lavoratori disabili e da questo, ha aggiunto, «prendiamo spunto per denunciare la mancata applicazione di una legge della Regione, con motivazioni incomprensibili».

Il Consiglio ha poi respinto l’emendamento n. 654 con 32 voti contrari e 20 favorevoli.

 

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Il Consiglio regionale ha approvato questa sera l’articolo 3 della Manovra finanziaria. Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha comunicato al Consiglio l’esito dell’incontro con i lavoratori Alcoa a Carbonia, cui hanno partecipato anche i consiglieri Luca Pizzuto, Angelo Carta, Edoardo Tocco e Gianluigi Rubiu. Abbiamo espresso solidarietà ai lavoratori, ha ricordato Cocco, «assumendo anche impegni su una difficile vertenza che va accelerata sia con l’intervento del presidente Pigliaru che con la decisione di investire del problema il presidente del Consiglio Renzi, cosa che si sta cercando di fare lavorando sul costo dell’energia che deve tornare ad essere competitivo sul mercato mondiale; agiremo anche, attraverso un documento dell’Assemblea, presso i parlamentari sardi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sottolineato che «la situazione appare molto più grave di quanto si potesse pensare, perché i tre sindacalisti non hanno nessuna intenzione di scendere dal silos dell’azienda a sessanta metri di altezza senza risposta concrete; siamo di fronte ad una partita complicata ma è indispensabile che il Consiglio si faccia carico del problema con tutto il suo impegno per sensibilizzare il presidente del Consiglio, anche attraverso il documento dei capigruppo».

Successivamente il Consiglio ha ripreso la discussione degli emendamenti collegati all’art. 3, respingendo una serie di proposte presentate dall’opposizione.

Approvato, invece, l’emendamento n.738 (Sabatini e più) che prevede uno stanziamento di 200.000 euro l’anno per il triennio 2016-2018 a favore dei Comuni per la realizzazione di centri comunali di raccolta dei rifiuti (eco-centri).

Sull’emendamento n. 800, relativi agli interventi di bonifica dall’amianto, il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha proposto un emendamento orale ricordando che, a fronte dello stanziamento di 1.4 milioni, «c’è esigenza non solo di assicurare la attività bonifica ma anche la sostituzione del materiale inquinante con materiale eco-compatibile, con particolare riferimento agli edifici pubblici».

Il presidente Ganau ha comunicato che la proposta sarà esaminata in sede di votazione del testo dell’articolo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con Tendas «ma a condizione che si aumentino le risorse altrimenti la lotta all’amianto diventa solo una enunciazione di principio, dato che è evidente che sostituire i materiali dopo la bonifica costa di più».

Il presidente Ganau ha preso atto delle volontà manifestate, ribadendo il rinvio al testo.

Successivamente, il Consiglio ha votato e respinto una serie di emendamenti dell’opposizione.

Approvato, invece, l’emendamento n. 518, proposto dalla Giunta, che prevede l’aumento delle risorse fino a 1.5 milioni di euro per il ripristino di opere pubbliche danneggiate da calamità naurali.

Il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo.

Il consigliere Gianmario Tendas, del Pd, ha riformulato la sua proposta di emendamento orale, condividendo alcune considerazioni del collega Pittalis e ricordando la presentazione di altri per incrementare la spesa cui non si è potuto dare seguito per problemi finanziari. «E’ vero tuttavia – ha aggiunto Tendas – che negli anni successivi ci sono 9 milioni per il 2017 ed il 2018, risorse con cui cercheremo di ovviare alla mancata sostituzione del materiale che in passato non si faceva».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha formulato un altro emendamento orale al comma 22 con cui si prevede un intervento nell’agro del comune di Irgoli, proponendo l’estensione dell’intervento anche al Comune contiguo di Orosei. Si tratta in sostanza di declassificare alcuni terreni comunali, originariamente destinati all’uso boschivo e pascolativo.

Il presidente ha quindi messo in votazione il testo dell’art.3 con le modifiche introdotte. Il Consiglio ha approvato.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 3.

L’Aula, con votazione palese, ha subito respinto l’emendamento n. 694 (Carta e più) che proponeva azioni di sostegno oltre che per le aree marine protette già esistenti anche per quelle di nuova istituzione.

Approvato invece l’emendamento n.763 (Sabatini e più) che stanzia un milione di euro per interventi di risanamento estetico-ambientale attraverso l’interramento dei cavi telefonici aerei e l’eliminazione delle palificazioni.

Via libera anche all’emendamento n.806 che emenda il n.520 e consente di recuperare una quota di 10 milioni di euro dalle somme giacenti presso Ismea. Denari da destinare alla costituzione di un Fondo finalizzato ad interventi per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese che operano nel settore della produzione agricola primaria e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. 

Disco verde anche per l’emendamento n.520 che stanzia 800mila euro per il finanziamento e progettazione di opere di competenza dei Consorzi di Bonifica.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.279 (Tedde e più) che proponeva un finanziamento di 2,2 milioni di euro per le bonifiche della pineta Mugoni di Alghero, semidistrutta da un incendio.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia ha descritto un quadro preoccupante: «Nella zona erano presenti diversi campeggi abusivi, l’incendio ha provocato danni ingenti, se non si interviene immediatamente con le bonifiche ambientali si rischia l’inquinamento di un area di grande pregio. Serve un intervento coraggioso per non avere rimpianti in futuro».

Al consigliere Tedde ha replicato l’assessore all’Ambiente Donatella Spano: «E’ molto chiaro alla Giunta il valore della pineta Mugoni – ha detto Spano – siamo intervenuti con rapidità quando c’è stato l’incendio, stiamo ora coordinando azioni di messa in sicurezza avendo ben presente questa problematica di un’area che fa parte del Parco e della riserva marina. Siamo consapevoli e per questo interverremo per cercare di trovare le risorse per le bonifiche della pineta e di altre aree del Nord Sardegna».

Messo in votazione, l’emendamento 279 è stato bocciato con 30 no e 20 sì.

Il presidente ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 420 per il quale la Commissione aveva rivolto un invito al ritiro ai presentatori. Il primo firmatario, Luigi Lotto (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento in discussione e di quello successivo (n. 421). ha detto Lotto – il problema è chiaro a tutti. C’è una zona dove un incendio ha provocato un danno ambientale non sopportabile in una area di questo pregio. A noi interessa che la Giunta abbia presente il problema».

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.422 (Lotto e più) che proponeva il rifinanziamento di 600mila euro per interventi definanziati in base alla legge 5 del 2015. «C’è un problema che riguarda le opere realizzate dai alcuni comuni per le quali era stato fissato il termine di 90 giorni dall’approvazione della legge – ha spiegato Lotto – alcune amministrazioni, pur avendo finito le opere, non sono riuscite a presentare la documentazione. Chiedo alla Giunta di fare una valutazione e di verificare la possibilità di intervenire».

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci: «La situazione è nota – ha affermato l’esponente dell’esecutivo – è dovere di tutti, quando si fissano delle regole farle rispettare. Si sono verificati degli inconvenienti, ho incontrato personalmente i sindaci. C’è l’impegno a prendersi cura dei problemi anche con la collaborazione dei comuni. A condizione però di mantenere le regole altrimenti si rischia di aprire una voragine nei conti pubblici. Cercheremo soluzioni che non siano penalizzanti per le amministrazioni».

Sulla questione ha preso la parola anche la consigliera del Pd Daniela Forma: «Ho presentato in proposito un emendamento all’articolo 5 – ha annunciato Daniela Forma – molti comuni, in particolare quelli più piccoli, temono di non poter recuperare la parte dei soldi anticipati per la realizzazione di opere delegate. Noi abbiamo dato tempi precisi ma i comuni hanno avuto notizia delle disposizioni solo a maggio, 25 giorni prima della scadenza. Per risolvere la questione si era chiesto un provvedimento urgente per evitare i problemi che si stanno ponendo oggi. Anche i comuni hanno sollecitato una soluzione con una raccolta di firme. Purtroppo è mancata un’azione incisiva da parte dell’Anci. Serviva un prospetto che quantificasse gli importi ma non è stato possibile».

Il presidente Ganau ha sottolineato che l’emendamento in discussione affronta una materia trattata nell’articolo 5 e proposto quindi di rimandarne l’esame. Il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) ha acconsentito alla richiesta. L’emendamento n. 422 verrà discusso nell’esame dell’art 5.

L’Aula è quindi passata all’emendamento n.656 ( Peru e più) che propone di rifinanziare con 2 milioni di euro i progetti a sostegno dell’albergo diffuso. «Non capisco perché sia stato bocciato in commissione – ha detto Peru – nella precedente finanziaria era stato condiviso dalla maggioranza, purtroppo i soldi non sono stati spesi perché l’assessore al Turismo non è stato in grado di programmare il rilancio dei centri storici e delle zone interne. L’approvazione di questo emendamento favorirebbe il turismo ambientale, metterebbe un freno allo spopolamento dei paesi del centro Sardegna e rilancerebbe l’economia dei piccoli comuni. Spero in una riflessione della maggioranza».

A favore dell’emendamento si è pronunciata anche Alessandra Zedda (Forza Italia): «Le disposizioni della precedente finanziaria sono rimaste lettera morta – ha detto Zedda – quel finanziamento rappresentava un’opportunità. Pigliaru e Maurandi avevano condiviso questa linea strategica per il rilancio del turismo delle zone interne. Stiamo riproponendo le stesse cose dello scorso anno. Riflettete, sul turismo non avete messo un euro, questa è la politica del gambero, sembra assurdo che non abbiate colto l’invito ad intervenire per favorire lo sviluppo delle zone interne. Bastano due milioni di euro da combinare con le risorse comunitarie. Speriamo in un sussulto da parte della maggioranza».

Dello stesso tenore l’intervento di Luigi Crisponi (Riformatori): «Qui non si parla solo di turismo ma di economia sociale. Si vuole dare sostegno alle zone colpite dall’effetto ciambella – ha detto Crisponi – solo così si creano pari opportunità di sviluppo e mercato a luoghi altrimenti destinati all’abbandono. La proposta mira al recupero dei centri storici. E’ un emendamento di buon senso».

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n.656 che è stato respinto con 31 voti contrari e 21 a favore.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 657 (Peru e più) con il quale si proponeva di stanziare 2 milioni di euro per gli interventi di monitoraggio dell’erosione costiera. Secondo il primo firmatario, si tratta di «un fenomeno preoccupante  per contrastare il quale la regione non stanzia un euro».

Il consigliere Antonello Peru ha poi ricordato che negli ultimi 40 anni si sono perduti 107 km di costa e 321mila km quadrati di spiaggia. «Facendo una valutazione economica a metro quadro possiamo dire che la Sardegna ha perso oltre un miliardo e 200mila euro – ha detto l’esponente della minoranza – entro il 2030 si perderà l’equivalente di altri 2 miliardi di euro. Chiediamo di studiare il fenomeno erosivo come si fa in altre parti d’Italia».

A Peru ha risposto l’assessore all’Ambiente Donatella Spano: «Rassicuro l’on. Peru, la Giunta non ignora il problema dell’erosione costiera e l’aumento del livello del mare dovuto a fattori climatici – ha detto Spano – abbiamo previsto 24 milioni di euro su fondi europei per contrastare il fenomeno. Inoltre abbiamo deliberato l’acquisto del sistema Rete Onda Marina per controllare l’effetto erosivo delle onde sulle coste sarde».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento: «Bene ha fatto il collega Peru a presentarlo – ha rimarcato Fasolino – lo dico da sindaco di un comune costiero che vede piano piano salire il livello dell’acqua e vede sparire le spiagge. Non è solo un problema economico ma anche burocratico, cercare di salvare una spiaggia sta diventando impossibile. Servono tempi certi per intervenire, il problema è serio: il 90% dei turisti viene in Sardegna per le spiagge, se le perdiamo perderemo anche l’industria delle vacanze».

Giorgio Oppi (Udc) si è detto convinto che l’assessore accoglierà le sollecitazioni. «Si tratta di inserire altri comuni nei finanziamenti statali. Ricordo di aver finanziato da assessore dll’Ambiente interventi a favore dei comuni di Stintino, Dorgali e Orosei. L’assessore farà una graduatoria per programmare gli interventi, servirà una cifra consistente».

Messo in votazione, l’emendamento n. 657 è stato respinto con 30 voti contrari e 21 a favore.

L’Aula non approvato per alzata di mano e con successive e distinte votazioni gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 3 n. 325, 326, 327 e 328.

All’emendamento n. 715 è stato presentato il sostituivo totale n. 795 ed il sostitutivo totale n. 801.

Acquisito l’emendamento orale del capogruppo di Sel, Daniele Cocco, che cassa il termine “prioritariamente”, contenuto al comma b) dell’articolo 19 bis introdotto dall’emendamento n. 801, in riferimento alle graduatorie di cui all’avviso 2015 per i cantieri verdi, ha preso la parola il consigliere, Gianni Tatti (Udc) che ha invitato la Giunta ad assicurare lo scorrimento completo della graduatoria 2015, ricordando i numerosi ricorsi presentati da diversi Comuni a seguito di comunicazioni non conformi trasmessi dagli uffici regionali.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha rassicurato il consigliere Tatti e l’intero Consiglio sull’incremento delle risorse (1,5 milioni di euro che si aggiungono ai 5 milioni originariamente stanziati) così da garantire le somme necessarie per lo scorrimento completo della graduatoria 2015 dei cantieri verdi.

Posto in votazione l’emendamento n. 801 è stato approvato ed ha comportato la decadenza dell’emendamento n. 739.

Non approvato neppure l’emendamento n. 277 mentre sul 278 è intervenuto il consigliere di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula che ha dichiarato voto contrario ed ha chiesto lumi sull’inammissibilità dell’emendamento n. 524. Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che la proposta modificativa provocava uno squilibrio nel bilancio e come tale non poteva essere ammessa.

Il consigliere, Marco Tedde (Fi) nel merito dell’emendamento ha spiegato che si rende necessario un piccolo stanziamento per garantire il ritiro dei rifiuti solidi urbani nel porto di Alghero, a seguito del rimpallo di competenze tra il Comune e la Regione che nella scorsa stagione estiva ha causato disagi ed ha bloccato la raccolta rifiuti nell’area portuale.

Posto in votazione l’emendamento n. 278 non è stato approvato e si è passati all’emendamento n. 525 al quale è stato presentato un sostitutivo parziale n. 807 che è stato approvato e riduce a 50.000 euro (erano 80.000) le spese “per la ricerca, la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio carsico e speleologico e per il catasto speleologico regionale”, autorizzate con l’approvazione dell’emendamento n. 525.

Sull’emendamento 526 l’assessore Paci ha presentato un emendamento orale (che è stato acquisito senza opposizioni dall’Aula) per la correzione della posta in bilancio, da 26.200.000 euro a 25.000.000 per il 2018, dello stanziamento a favore del progetto interministeriale interregionale “Parco Geominerario”. La Consigliera Anna Maria Busia (SdL) ha chiesto che l’emendamento, in quanto attinente alla questione Ati-Ifras, fosse discusso insieme all’emendamento presentato a sua firma, il n.269, ma il presidente Ganau ha spiegato che l’emendamento 269 andava posto in votazione insieme con il 527.

La consigliera Busia è quindi intervenuta per dichiarazione di voto ed ha argomentato con la rappresentazione della situazione dell’Ati-Ifras, costituita nel 2001 con il fine di stabilizzare i lavoratori socialmente utili e che con uno stanziamento iniziale di 93 miliardi di lire, ha proseguito fino al 2012 quando si sono aggiunte le società consortili “Geoparco”, “Geosar” e “Geosulcis” che «hanno contribuito ad incancrenire la situazione».

Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento n. 526, con 32 favorevoli e 13 contrari, che insieme con gli stanziamenti triennali per il progetto “Parco geominerario” impone alla Giunta «entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge l’individuazione del soggetto incaricato dell’attuazione e del monitoraggio delle misure di politica attiva» e soprattutto, «l’affidamento per l’esecuzione degli interventi con procedura di evidenza pubblica».,

Posti in discussione gli emendamenti 527 e 269, la consigliera Annamaria Busia (SdL) ha proseguito con la questione Ati-Ifras evidenziando che «si continua anche con questa finanziaria a destinare 25 milioni di euro per mantenere al lavoro 500 Lsu che, all’inizio però erano poco più di 300, e il tutto, ha proseguito la Busia significa che ognuna delle unità lavorative ha un costo che è passato dai 38.000 euro annui ai 47.000 euro anno».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha prima proposto una modifica orale di carattere prettamente tecnico che è stata successivamente accolta dall’Aula ed è dunque entrato nel merito delle osservazioni fatte dalla consigliera di maggioranza, Anna Maria Busia. «La questione Ati-Ifras – ha spiegato Paci – è complessa e delicata ma è noto che la convenzione scade quest’anno e abbiamo stabilito che gli affidamenti saranno fatti con evidenza pubblica, perché se è vero che serve garantire i circa 500 lavoratori è altrettanto opportuno garantire trasparenza e competizione».

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha quindi chiesto la votazione con voto palese elettronico e il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha fatto osservare alla consigliera Busia la non corrispondenza dei dati sul numero dei lavoratori impiegati nell’Ati-Ifras.

La consigliera Busia è quindi intervenuta per spiegare le ragioni del mancato ritiro dell’emendamento a sua firma (il n. 269) nonostante l’invito in tal senso formulato dalla Giunta e dalla commissione. «E’ giusto garantire i lavoratori – ha dichiarato la Busia – ma questa vicenda richiede una posizione netta da parte della giunta. Le precedenti commissioni per il monitoraggio degli interventi non hanno portato risultati e noi continuiamo a stanziare  fondi per un progetto e ad un’Ati senza neppure avere certezza su quanti siano i lavoratori effettivamente impiegati».  «È una situazione che impone il vaglio dell’esecutivo, perché a fronte di un costo effettivo degli Lsu pari a poco più di 20mila euro l’anno, vogliamo capire dove finiscono le restanti cifre introitate dall’Ati-Ifras».

Posto in votazione l’emendamento n. 269 non è stato approvato con 25 contrari e 8 favorevoli.

Il capogruppo del Psd’Az ha ritirato l’emendamento n. 693 («l’assessore ha dichiarato che si sta procedendo alla tariffa unica») mentre il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato: «Ritengo che la tariffa unica non sia utile ma ho fiducia nell’assessore Spano».

L’Aula ha quindi esaminato l’emendamento n. 814, di sintesi degli emendamenti n. 329 e 784, a firma Truzzu (FdI) e Sabatini (Pd) e la consigliera del Pd, Rossella Pinna, ne ha illustrato contenuto e finalità. «Con l’approvazione di questa modifica – ha spiegato la Pinna – la Giunta entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge potrà procedere con le verifiche per il riconoscimento dell’area di crisi nelle province del Medio Campidano e di Oristano».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-FdI) ha dichiarato di condividere l’emendamento di sintesi ed ha ricordato che l’iniziativa è stata ispirata dall’ex consigliere Gianni Lampis ed è stata sottoscritta anche dal capogruppo dei Riformatori, Attlio Dedoni. Il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia ha espresso perplessità sull’utilizzo del termine provincia in riferimento al Medio campidano suggerendo la modifica con “ambito territoriale” mentre il consigliere Tendas (Pd) ha rinunciato all’intervento. Posto in votazione l’emendamento 814 è stato approvato e l’Aula ha dato il via libera anche all’emendamento aggiuntivo al comma 22 bis proposto dal consigliere del Pd, Roberto Deriu, che applica le disposizioni previste sugli usi civici anche al comune di Orosei.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per domani alle 10.00.

Consiglio regionale 42 copia

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Visita 5 consiglieri regionale in Alcoa 3 Visita 5 consiglieri regionale in Alcoa 2 Visita 5 consiglieri regionale in Alcoa 1

Sono stati cinque i consiglieri regionali che questo pomeriggio hanno visitato il presidio dei lavoratori attivo da quasi due anni all’ingresso dello stabilimento Alcoa di Portovesme per manifestare solidarietà ai tre sindacalisti di Fiom, Fim e Uilm che da tre giorni protestano su un silos a 60 metri d’altezza: Pietro Cocco del Partito Democratico, Luca Pizzuto di Sinistra Ecologia Libertà, Edoardo Tocco di Forza Italia, Gianluigi Rubiu dell’UDC e Angelo Carta del Partito Sardo d’Azione.

Sono stati messi in collegamento telefonico, in viva voce, con Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras. Prima e sono stati quindi informati sulle loro condizioni di salute, assumendo l’impegno di portare le istanze dei lavoratori a livello nazionale, al fine di aumentare il livello della pressione sul Governo, chiamato a dare una risposta sulle trattative con Glencore, la multinazionale svizzera che ha manifestato interesse all’acquisizione dello smelter a condizione di poter disporre di tariffe elettriche vantaggiose, in linea con i concorrenti europei.

 

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 2 della Manovra Finanziaria, disego di legge 297 “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016) e relativi allegati”.

In apertura di seduta il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime degli attentati terroristici di Bruxelles.

«Quanto accaduto a Bruxelles questa mattina sconcerta e addolora – ha detto il presidente Gianfranco Ganau – gli attentati all’aeroporto internazionale e alla metropolitana della capitale belga, rivendicati qualche ora fa dall’Isis, ci lasciano basiti e increduli».

Il massimo rappresentante dell’Assemblea Sarda ha poi ricordato il pesante bilancio dei due attentati (34 morti e decine di feriti) e puntato l’attenzione sulla necessità di uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. «La paura, però,  non può e non deve vincere perché è l’unico vero obiettivo dei terroristi che con i loro attacchi feroci e mirati vogliono distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati dall’Europa – ha proseguito Ganau – l’unico argine al terrorismo che continua inesorabilmente a dilagare,  sono il dialogo,  la politica e la diplomazia per favorire in quei paesi del Nord dell’Africa a pochi chilometri dalle nostre coste,  il sostegno alle democrazie, come quella tunisina e l’appoggio, ad esempio, per la formazione di un esecutivo di unità nazionale in Libia. Contro ogni forma di estremismo occorrono unità, determinazione e impegno perché la soluzione non può certo essere la guerra perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione». Ganau ha infine espresso la solidarietà dell’Assemblea sarda alle famiglie delle vittime di Bruxelles e a tutto il popolo belga. Un pensiero e un messaggio di vicinanza è stato inoltre rivolto ai familiari delle studentesse Erasmus, morte nel tragico incidente avvenuto ieri in Catalogna.

Osservato il minuto di silenzio, il Consiglio è passato all’esame del provvedimento all’ordine del giorno: la manovra finanziaria 2016-2018.

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha voluto ricordare la clamorosa azione di lotta intrapresa da tre sindacalisti dell’Alcoa, saliti ieri sui silos dello stabilimento di Portovesme per protestare contro i ritardi nella soluzione della vertenza. «Oltre al pensiero rivolto alle vittime dei terribili attentati di Bruxelles – ha detto Rubiu – mi sembra giusto ricordare anche i drammi di casa nostra. Per questo chiedo che domani venga posticipata di un’ora la seduta pomeridiana del Consiglio regionale in modo da consentire ai consiglieri che lo ritenessero opportuno di andare a Portovesme a portare la loro solidarietà ai lavoratori dell’Alcoa». La richiesta è stata accolta dal Consiglio, il presidente Ganau ha comunicato che i lavori di domani pomeriggio inizieranno alle 16.30.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Interventi per lo sviluppo e il sostegno dei sistemi produttivi regionali” e dei relativi emendamenti.

Sentito il parere di Commissione e Giunta, il presidente Ganau ha dato la parola alla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda che ha bocciato senza mezzi termini  il contenuto della norma. «Questo articolo doveva indicare le linee di pianificazione e di sostegno ai sistemi produttivi regionali – ha affermato Zedda – mette invece a disposizione cifre irrisorie che non risolvono nulla. La norma va cassata, il contenuto non è degno di un documento di pianificazione e programmazione. Non si parla di agricoltura, industria, turismo, di nessuna attività strategica per il settore economico». Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Se io fossi un imprenditore non sardo e volessi farmi un’idea sulle linee di investimento sulle quali lavorare andrei a leggere l’articolo 2 della legge – ha rimarcato Truzzu – ma vedendo i contenuti mi renderei conto che siamo al sistema delle mancette per gli amici e gli amici degli amici». L’esponente di Fratelli d’Italia ha poi sottolineato l’esiguità delle risorse messe a disposizione (“non si arriva a un milione di euro”) e la presenza di provvedimenti che niente hanno a che fare con il rilancio del sistema economico come i 500mila euro a favore dei comuni per l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica..

Per Luigi Crisponi (Riformatori) l’articolo 2 «sembra una barzelletta, una presa per i fondelli, non si può parlare di sostegno al sistema produttivo con 850mila euro».

Crisponi ha sottolineato l’assenza di provvedimenti a favore dei settori trainanti dell’economia isolana come il turismo, l’artigianato e il commercio. «Mi sarei aspettato una proposta seria – ha concluso Crisponi – stiamo davvero parlando di sviluppo? L’articolo va cassato. Non aveva nemmeno senso inserirlo in finanziaria».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Marco Tedde (Forza Italia). «Siamo di fronte a una serie di norme intruse, le definirei anche norme-mancetta. Non è possibile inserire in finanziaria articoli di questa portata, cosa c’entra l’accesso di giovani agricoltori alla terra? Per questo ci sono le norme statali, queste mancette non possono avere ingresso e trovare asilo nella legge di stabilità».

Tedde ha poi ricordato le norme a favore dei pescatori e dei campeggi per le quali però non si indicano risorse. Il consigliere azzurro ha quindi concluso il suo intervento rivolgendosi all’assessore Raffaele Paci: «Faccia una riflessione, lei non ha avuto la forza di opporsi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha suggerito di modificare gli obiettivi della norma. «Finanziare l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica significa mettere ancora una volta le mani in tasca ai cittadini – ha detto Tocco – in questo modo si rischia di far aumentare la Tasi, sarebbe stato meglio puntare su fonti energetiche alternative. L’articolo 2 non aiuta inoltre le attività produttive, non c’è un progetto complessivo per lo sviluppo».

Molto critico anche Oscar Cherchi (Forza Italia) secondo il quale l’articolo 2 rappresenta «una presa in giro»  e mette in evidenza la miopia della maggioranza che non ha un progetto di sviluppo generale. «Con questa norma si cerca di aiutare gli assessori a risolvere qualche piccolo problema. Un esempio per tutti: si proseguono attività iniziate nella passata legislatura nel settore agricolo. Per questo ho chiesto a Pigliaru di rivedere le deleghe per avere un progetto generale che consenta lo sviluppo del settore».

Angelo Carta (Psd’Az) ha invece segnalato l’urgenza di procedere a una legge organica per rendere più agile il primo insediamento dei giovani in agricoltura. «Questo articolo non risolve nulla – ha detto Carta – il problema di molti comuni sono le concessioni sui terreni gravati da usi civici, si tratta di appezzamenti che possono essere concessi solo per uso pascolo con autorizzazioni annuali, mentre la legge sul primo insediamento in agricoltura richiede concessioni quinquennali. Se non si mette mano al problema sarà impossibile favorire l’ingresso di giovani in agricoltura».

Il consigliere sardista Marcello Orrù, dopo aver sottolineato che quello in discussione «è l’articolo più importante di finanziaria» ha affermato che «ha un titolo fantastico ma è vuoto di contenuti perché parla di delfini, tende da campeggio e balli in maschera e ciò significa non rendersi conto dei veri problemi della Sardegna».  Non vedo proprio, ha aggiunto, «come si possa avere su queste basi una visione ottimistica della realtà sarda, mentre oltre 10.000 aziende hanno chiuso dall’insediamento di questa Giunta e migliaia di lavoratori sopravvivono grazie agli ammortizzatori sociali, peraltro pagati con molti mesi di ritardo; così si condanna la Sardegna all’arretratezza perpetua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «se ci fosse Desini ne approfitterei per fargli capire cosa vuol dire senz’anima, anzi mi sembra una situazione da zombie affermare pomposamente che si vuole sostenere lo sviluppo mentre tutto si riduce a piccoli e piccolissimi interventi senza prospettiva; manca un principio guida, una idea forte». Le cose più importanti per la Sardegna non ci sono scritte, ha concluso, «così si sta alimentando con poche risorse un sistema improduttivo».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ricordato che «la finanziaria è solo una parte della manovra, anzi nella finanziaria si interviene solo dove non è possibile farlo con leggi di settore; nella manovra, al contrario di quanto sostiene l’opposizione, ci sono fondi per il lavoro e la competitività per oltre 700 milioni ed oltre 500 per l’agenda digitale, per non parlare di altri 15 milioni sempre per il lavoro solo negli emendamenti».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha ribadito la mancata corrispondenza del titolo al contenuto dell’articolo «che forse Raffaele Paci ha subito, passando sopra a ben dieci commi (compresa la voce sui campeggi priva di stanziamento) in cui si parla di piccoli interventi e norme intruse senza toccare minimamente i temi dello sviluppo; si resta stupefatti constatando quanto ci si trova lontani da una vera legge finanziaria, che dovrebbe contenere la filosofia dell’intervento della Regione sul sistema economico regionale».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto che «articoli di questo tipo non possono restare anonimi perché sono evidenti gli interessi, e in buona parte anche i nomi, che si vuole tutelare; si fa una grande fatica a percepire una qualche visione in 200.000 per i carburanti agricoli o quella sorta di piano camper o piano tenda, o una qualche coerenza con quella filosofia di tutela integrale della costa di cui tanto si vanta la sinistra; ci voleva una visione altissima e invece manca anche una piccola idea dello sviluppo della Sardegna, mentre le aziende chiudono ed i lavoratori vanno a casa».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha messo l’accento sul fatto che «i nostri emendamenti soppressivi hanno lo scopo di far emergere la verità e sotto questo profilo vorrei che l’assessore Paci, da bravo economista, indicasse quali sono a suo giudizio i veri interventi per lo sviluppo, a meno che non sia cambiata la stessa idea di sviluppo che abbiamo conosciuto; la verità e che non c’è niente per i settori produttivi, sono prebende varie da distribuire fra i consiglieri regionali del centro sinistra, c’è perfino l’aumento della cubature del 40% dopo che ci avete accusato per di essere i peggiori cementificatori». Ma è possibile, ha concluso, «che ci siamo 200 milioni per le politiche del lavoro e non ne troviamo 3 per l’Ente foreste?».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Sdl) ha lamentato che il dibattito in Consiglio  «travalica il gioco delle parti e la stessa minoranza, in effetti, ha espresso un’unica censura riguardante il titolo; i 200 milioni sulle politiche del lavoro sono veri come altri estremamente concreti come quello di una strada che garantisce il collegamento ad un sito industriale».

Subito dopo l’Aula ha respinto gli emendamenti n.24, 424 e 486 con 21 voti favorevoli e 25 contrari.

Successivamente si è aperta la discussione sugli emendamenti nn. 25, 434 e 487.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere Gaetano Ledda (Misto) ha chiesto la ragioni per le quali è stata dichiarata l’inammissibilità dei suoi emendamenti in materia di compiti dell’agenzia agricola Agea e sulla stabilizzazione dei lavoratori Aras. Mi sembra una decisione anomala, ha concluso, «visto che le stesse proposte sono state esaminate ed approvate dalla commissione».

Il presidente Ganau ha spiegato che le proposte in oggetto, modificando leggi di settore ed intervenendo sulla materia del personale, costituiscono precisi motivi di inammissibilità.

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha osservato che, in realtà, si tratta di proposte che intervengono su razionalizzazione di spesa e semplificazione delle procedure; il giudizio quindi andrebbe sospeso, considerando l’utilità del loro contributo.

Il presidente Ganau ha ribadito che le cause di inammissibilità sono puntualmente indicate dalle norme.

Successivamente il Consiglio ha respinto gli emendamenti nn. 25, 484, 487, 26,488, 27, 425, 489, 28, 426, 29 e 427.

Si è quindi aperta la discussione sugli emendamenti nn. 30 e 428.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che, anche in materia di provvedimenti per occupazione, «non possiamo che far notare una profonda mancanza di visione perché sarebbe stato davvero auspicabile impegnarsi per qualcosa di concreto, mentre è molto riduttivo concentrarsi su questa parte della legge 28 anziché dare vita ad un programma organico capace di valorizzare nuove tipologie economiche».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «probabilmente i padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba, perché la maggioranza è stata prima capace di approvare una norma che modifica il codice di procedura civile determinando l’impignorabilità di alcuni crediti, ora stiamo rischiando una bruttissima figura inventando una specie di condono perché si concede a chi ha sbagliato di fare altre scelte, mentre invece il principio guida deve essere: chi sbaglia paga».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «stravolgimento della legge 28, che peraltro ha movimentato risorse ingenti senza raggiungere gli obiettivi, l’operazione che si propone è inaccettabile, perché si sta sanando chi ha costruito un albergo o una iniziativa con quei fondi, legittimando cambio di destinazioni da produttive a residenziali e viceversa». La maggioranza non si rende conto, ha concluso, «che così com’è scritta la norma ha un effetto devastante, perché pretende di trasformare il fango in oro».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha definito il provvedimento «un’altra di quelle cose che nascondono operazioni pericolosissime per consentire a pochi fortunati di cambiare destinazioni d’uso dimenticando che hanno sempre vincoli temporali; nei fatti, declassando la destinazione produttiva si apre a residenze di vario tipo, per esempio socio sanitarie, nascondendosi dietro una legge che voleva aiutare  giovani rilanciando il turismo».

La consigliere Rossella Pinna (Pd) ha definito le preoccupazioni della minoranza «del tutto infondate; la norma prevede chiaramente il riferimento a chi non ha ancora completato gli interventi e può entrare nel mercato con una proposta di diversa che comunque rientra nell’abito della stessa legge».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha insistito invece sul fatto che «la preoccupazione ci sta tutta perché si sta cambiando a posteriori le condizioni dei bandi emanati a suo tempo; Italo Svevo nella coscienza di Zeno riproponeva il tormento del malato nel seguire il percorso indicato dal medico, qui invece salvando il salvabile a tutti i costi non è possibile, ci sono errori gravi e in più la norma non serve a raggiungere gli scopi».

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha affermato che se gli investimenti consentiti con le leggi 28\84 e della legge n.1\2002 non sono stati completati è inopportuno consentirne la modifica.

Il consigliere, Paolo Truzzu (Misto-Fd’I) ha dichiarato: «Se chi ha utilizzato i contributi regionali non ha realizzato l’investimento deve rendere i contributi a suo tempo ricevuto». Truzzu ha evidenziato che l’ultimo finanziamento della legge 28 è datato “qualche decennio” ed è, dunque, “difficile giustificare a distanza di 16 anni chi non ha completato gli investimenti”.

Posto in votazione l’emendamento n.30 uguale al n. 428 non è stato approvato con 27 contrari e 20 favorevoli.

Il presidente del Consiglio, ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 31, uguale al n.429, e la consigliera Alessandra Zedda (Fi) si è espressa a favore della soppressione del comma 7 all’articolo 2. Così come il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che ha ricordato che la legge 28 “chiusa nel 2000” non è mai stata notificata all’Unione europea ed ha affermato: «Volete consentire a chi avrebbe dovuto restituire il contributo la trasformazione in sanatoria dell’investimento».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento soppressivo ed ha ricordato il dettato delle direttive di attuazione della legge 1\2002 evidenziando che “le direttive di attuazione fanno riferimento ai vincoli comunitari e dunque si rischia di riproporre il caso degli operatori del settore turistico ricettivo costretti a restituire i contributi della legge 9”.

Anche il consigliere, Marco Tedde (Fi) si è detto favorevole alla soppressione ed ha accusato la Giunta di essere “distratta sul tema dello sviluppo economico”.

Il consigliere, Mario Floris (Misto-Uds) ha ricordato “il grande dibattito a suo tempo sviluppatosi in Consiglio sulla legge 28” e i positivi risultati conseguiti con l’applicazione della norme per agevolare l’occupazione giovanile. «Visto l’importanza dell’argomento – ha concluso – sospendiamo un attimo i lavori e cerchiamo di modificare in positivo le disposizioni della legge 28».

Posto in votazione l’emendamento n.31, uguale al n. 429, non è stato approvato con 24 contrari e 18 a favore.

Sull’emendamento n. 32, uguale al n. 430 e al n. 490, è intervenuto il consigliere, Oscar Cherchi (Fi), che ha invitato l’assessore dell’Agricoltura a spiegare se il dettato del comma 8 (introduce la possibilità di dare in affitto o a titolo gratuito terreni  a giovani agricoltori) sia o no in contrasto con le misure del Psr. La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha criticato la scarsa attenzione che la finanziaria riserva all’Agricoltura («un settore da potenziare con risorse che non ci sono in questa finanziaria») ed ha definito il comma 8 “una semplice norma di principio”. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha proposto l’introduzione del “fide pascolo” insieme con l’affitto: «Una formula veloce e corretta che è utilizzata con successo in molti Comuni della Sardegna per gli usi civici»

Il consigliere Marco Tedde (Fi), ha criticato la formulazione del comma 8 («è una disposizione bucolica non finanziaria») ed ha espresso contrarietà “alla locuzione classica del mondo ambientalista” e cioè quella riportata sempre nel comma 8 “contenere il consumo dei suoli agricoli”. Luigi Crisponi (Riformatori) ha sottolineato la genericità del comma 8: «E’ un pasticcio e merita di essere soppresso». Mentre il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che il comma è stato approvato all’unanimità in commissione e ha invitato la maggioranza a valutare la proposta dell’introduzione del “fide pascoli” formulata da Angelo Carta. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis (Fi) ha criticato al formulazione del testo («la norma così come è congegnata non consente di conseguire la finalità di concedere terre coltivabili ai giovani agricoltori») ed ha chiesto una breve sospensione per giungere ad una migliore formulazione.

Il capogruppo Psd’Az, Carta, ha quindi formulato l’emendamento orale: «al comma 8 dell’articolo 2, dopo le parole “cessione in affitto” aggiungere  le parola “o fide pascolo” e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, è intervenuto per esprimersi a favore sia dell’emendamento orale che della proposta di sospensione avanzata da Pietro Pittalis.

L’Aula si è espressa però contro la sospensione e non ha dichiarato contrarietà per la modifica orale avanzata dal capogruppo della minoranza Angelo Carta (Psd’Az).

Si è quindi proceduto con la votazione dell’emendamento soppressivo n. 32, uguale al n.430 e al n. 490, che non è stato approvato con 29 contrari e 15 favorevoli. (A.M.)

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento 491, soppressivo parziale del comma 8 dell’articolo 2.

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc e primo firmatario della proposta correttiva, ha sostenuto che è ridicolo prevedere la dicitura “consumo dei suoli” in campo agricolo. «Lavorare un terreno non significa consumarlo – ha detto – per questo il comma va abrogato».

Daniele Cocco, capogruppo di (Sel), ha difeso il contenuto della norma. «Noi con questo comma vogliamo dire che il terreno va destinato esclusivamente all’agricoltura evitando altre attività». E’ quindi intervenuto Gianluigi Rubiu che ha annunciato il ritiro dell’emendamento 491.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale 33 (Pittalis e più) identico agli emendamenti 431(Truzzu) e 492 (Rubiu e più) con i quali si proponeva la cancellazione del comma 9 dell’articolo 2.  

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto a favore «Dopo i giovani agricoltori volete prendere di mira anche i pescatori – ha detto la consigliera azzurra – come si fa a prevedere un reddito ulteriore per una categoria che fatica ad avere un reddito ordinario? Non riusciamo a mettere mano a una legge organica di settore, anziché pensare a un piano complessivo ci occupiamo di questioni minori».

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha contestato la formulazione della norma. «Vi siete superati con invenzioni difficili da comprendere – ha detto Rubiu – prevedete un progetto sperimentale per le attività di pesca-turismo, fish-watching e visite turistiche nelle zone colpite dai danni da delfini. Mi spiegate cosa significa? O è un errore causato dal copia-incolla oppure è frutto della fantasia di qualcuno».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha espresso forti perplessità sulla norma: «Vedo che l’assessore si nasconde perché si vergogna. Il testo dell’articolo fa riferimento a settori produttivi ma non si capisce se si parla di operatori della pesca o imprenditori ittici – ha rimarcato Crisponi – questi ultimi sono stati normati con la legge 11 del 2015 che tutela ittiturismo e pesca-turismo. Non si capisce il senso di questo articolo. Vorrei capire se si possono inserire anche i cacciatori. E’ un pasticcio, non è chiaro di che cosa si parla».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il suo giudizio negativo sulla manovra finanziaria. «Anche in questo articolo sono presenti una serie di norme intruse inserite dalla Commissione che ha radicalmente modificato il disegno di legge originario. Vorrei sapere chi è l’autore di questo comma che sembra una goliardata ma è invece caratterizzato dalla volontà di dare risposte a una certa categoria in vista delle elezioni amministrative». Tedde, dopo aver ricordato che la legge di stabilità impone la discussione di provvedimenti finanziari di larga portata e non di piccoli progetti, ha chiesto lumi alla maggioranza sulle risorse disponibili per attuare le previsioni dell’articolo 2.

Oscar Cherchi (Forza Italia) pur riconoscendo le difficoltà dei piccoli pescatori per i danni causati dai delfini ha detto di ritenere inadeguato un intervento come quello previsto dal comma 9 dell’articolo 2. «La norma va cassata per ripristinare un percorso differente, magari discutendone in modo più appropriato in Commissione».

Luca Pizzuto (Sel) ha svelato all’Aula di essere lui l’estensore del comma 9 rivendicandone con orgoglio il contenuto. «Cerchiamo, come sempre, di schierarci dalla parte degli ultimi e degli emarginati – ha spiegato Pizzuto -abbiamo raccolto un’istanza forte proveniente dalla piccola pesca . Ormai non bastano più i dissuasori, i delfini aspettano le barche all’uscita dal porto e le seguono al largo, una volta gettate le reti mangiano il pesce e causano danni alle attrezzature. Il nostro obiettivo è costruire insieme ai pescatori un progetto che consenta di trasformare il delfino in una risorsa e non in un problema. Si potrebbero portare famiglie e bambini a vedere i delfini e pensare alla figura del pescatore non in contrasto con il delfino ma come un amico, un custode del mare. Proviamo a dare una risposta sperimentale che non ha precedenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis rivolgendosi al presidente della Commissione “Attività Produttive” ,Luigi Lotto, ha chiesto chiarimenti sulla norma in discussione. «Se il presidente Lotto riesce a convincermi sull’utilità di questa norma sono pronto a votarla. Quello che ha detto Pizzuto mi convince invece a mantenere l’emendamento soppressivo – ha affermato il capogruppo di Fi – che senso ha proporre un emendamento quando un progetto sperimentale può essere proposto direttamente dall’assessore? Questo è il punto debole del ragionamento: Pizzuto pone il problema serio dei danni alla piccola pesca ma non c’è la previsione di un centesimo di risorse finalizzate al ristoro dei danni. Questo è il problema che ci si deve porre in finanziaria, non è questa la sede per discutere di questa materia. Stiamo dando l’idea che il problema si possa risolvere in questo modo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato che il problema dei danni causati al settore ittico non riguarda solo la piccola pesca. «Nei giorni scorsi abbiamo sentito in audizione in V Commissione i rappresentanti dei compendi ittici di Cabras e Marceddì che hanno parlato dei danni ingenti causati dai cormorani- ha detto Carta – 15mila uccelli mangiano ogni giorno quintali di pesce causando un danno di 4 milioni di euro all’anno. Questo è un problema che dovrebbe essere affrontato in finanziaria. Parlare di danni dei delfini mi sembra esagerato».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di apprezzare il chiarimento di Pizzuto: «Ne condividiamo la ratio ma non si può inserire questo problema in finanziaria – ha detto Rubiu -Pizzuto ritiri l’emendamento e si pensi a un provvedimento complessivo da discutere in Commissione».

Il presidente della V commissione Luigi Lotto (Pd) ha detto di comprendere l’obiettivo di fondo del consigliere Pizzuto. «Lo rassicuro sul fatto che la legge 11 del 2015 affronta questo problema e lo può risolvere – ha spiegato Lotto – l’articolo 12 prevede la fattispecie, questo comma non fa che rafforzare il concetto».

Il capogruppo dei Cristiano Socialisti Popolari Pierfranco Zanchetta ha detto di condividere la proposta contenuta nel comma 9 dell’articolo 2. «La norma cerca di spiegare che, con l’attività dei piccoli operatori e con la loro conoscenza delle aree marine, si possono incrementare le attività complementari come la pesca turismo. Il comma 9 non va in contraddizione con altre norme ma implementa gli interventi».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris ha rivolto un monito all’Aula sull’esigenza di fare chiarezza sulla tecnica legislativa. «Esistono diverse circolari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che invitano le assemblee legislative a non  improvvisare ma a essere precise – ha spiegato Floris – nessuna norma può essere neutra, tutte devono fare riferimento ad altre norme. Noi approviamo articoli scritti da noi stessi che non rispettano la tecnica legislativa. E’ necessario specializzarsi, si facciano corsi specifici. Altrimenti si alza la mano senza capire».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto di comprendere le motivazioni che hanno indotto il collega Pizzuto a scrivere il contenuto del comma 9 dell’articolo 2 ma di non condividerne la soluzione indicata «I delfini distruggono le reti, il povero pescatore non lo si convince a modificare le sue attitudini. Servono un progetto serio e risorse adeguate per dare una mano alla piccola pesca che rappresenta una parte importante della nostra tradizione e una garanzia per far arrivare sui banchi dei mercati pesce sano e genuino».

Fabrizio Anedda, capogruppo del Misto, dopo aver ricordato una sua recente partecipazione a un convegno sulla pesca, ha giudicato “insufficienti” le proposte contenute nella norma in discussione per risolvere i problemi del comparto. «Non basta un comma o un semplice emendamento – ha detto Anedda – serve un progetto complessivo per tutti i danni causati al settore».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni la vera questione è che «questa finanziaria non ha anima, carattere e indirizzo. E’ un affastellato di considerazioni personali. La finanziaria dovrebbe contenere norme armoniche, ci sono invece disposizioni che cozzano una contro l’altra. Non c’è un punto di arrivo e mi sembra che manchi anche un punto di partenza».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha precisato che la finanziaria stanzia 1,3 milioni di euro per i danni causati dai cormorani e 100mila euro per quelli provocati dai delfini. «Condivido l’obiettivo della proposta – ha detto Sabatini – il comparto della pesca è sottovalutato e spesso dimenticato. Nello scorso settennio quasi tutti i fondi della programmazione europea sono stati restituiti. Ogni assessorato ha cercato di liberarsi del problema, questo comparto meriterebbe invece l’istituzione di una direzione generale. Dalla pesca-turismo potrebbero arrivare molti posti di lavoro».

Secondo Mario Tendas (Pd), il comma 9 dell’articolo 2 affronta una parte limitata di un problema molto più complesso. «C’è la questione dei danni causati nelle lagune dai cormorani – ha ricordato Tendas – se si parla di fauna selvatica bisogna comprendere anche quelli causati da cinghiali, daini etc. Il problema sta crescendo in modo esponenziale. Nell’oristanese sono presenti circa 18mila cormorani, erano 13mila cinque anni fa. Tutto passa attraverso gli abbattimenti controllati ma serve approvare un piano faunistico regionale che ancora non abbiamo, altrimenti il problema non si risolve».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti 33, 431 e 492 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 15 a favore.

Successivamente sono stati messi in votazione gli emendamenti soppressivi totale del del comma 10 n.34 (Pittalis e più), uguale al 432 (Truzzu) che il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli, un contrario ed un astenuto. Di conseguenza viene abrogato il comma 10 dell’art.2 che prevedeva “nelle aree all’aperto”, modificando la legge regionale 22/84 sulla classificazione delle strutture ricettive, “la presenza di tende, caravan o altri manufatti in muratura e non, fino al 40% della superficie complessiva della struttura”.

Subito dopo l’Aula ha respinto a maggioranza una serie di emendamenti presentati dall’opposizione.

A seguire il presidente ha messo in votazione il testo dell’art. 3.

Intervenendo per dichiarazione di voto il consigliere Peppino Pinna (Udc) si è dichiarato «sorpreso e deluso dall’assessore Paci e dal presidente della commissione Sabatini per aver espresso parere contrario su un emendamento, da me presentato, che ristabiliva un equilibrio fra il comune di Barrali, che beneficia di un intervento per completare un’opera incompiuta, e quello di Ossi per 800.000 che si trova in condizioni analoghe; ritengo la decisione ingiusta, perché segue la logica di due pesi e due misure».

Il presidente ha ricordato che occorre prima mettere in votazione il testo dell’art.3, che l’Aula ha approvato con 31 voti favorevoli e 15 contrari.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.498, oggetto dell’intervento del consigliere Peppino Pinna.

Sulla proposta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che, dopo un ulteriore esame della proposta, la stessa sarà inserita nella programmazione territoriale dell’area vasta di Sassari, dove troverà adeguata copertura.

Il consigliere Pinna, dopo la dichiarazione dell’assessore Paci, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Subito dopo il Consiglio ha approvato, con 29 voti favorevoli e 3 contrari, l’emendamento n.713 (Sabatini e più) che prevede l’utilizzo di spese ed economie di gestione per programmare interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile.

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n.298

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha affermato che la proposta ha la finalità di «sollevare il livello di attenzione su quanto succede in Sardegna dopo il  dibattito dei giorni scorsi su cui sono intervenuti fra gli altri il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras e l’economista Paolo Savona, per affermare che se si continua ad investire alcuni settori avviati su un binario morto solo per garantire l’esistente, resta al palo un modello di sviluppo alternativo». C’è invece un nuovo mondo, ha concluso Truzzu, «che ha capacità e competenza su cui la Regione non investe neanche un euro nonostante non sia una moda passeggera; sarebbe giusto dunque dare un segnale con un intervento di 3 milioni».

Al voto, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente l’Aula ha esaminato l’emendamento n.299

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha ricordato che «si tratta di un altro emendamento importante, dopo il finanziamento di 150.000 euro per la filiera cerealicola, sarebbe necessario investire altri 150.000 euro a tutela dell’olio sardo dopo le note vicende del prodotto tunisino che potrebbe minacciare il nostro pur essendo di qualità inferiore e mescolato con additivi chimici; su questo sfidiamo la maggioranza».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha concordato con Truzzu chiedendo l’attenzione del Consiglio, «con un intervento modesto ma significativo» e ricordando che il recente premio Ercole olivario cui hanno partecipato ben 250 produttori è stato vinto da azienda sarda di Oliena; a quella azienda come a tante altre della filiera dobbiamo mandare un segnale della Regione».

Il consigliere Fabrizio Anedda, rispondendo ai colleghi che hanno citato illustri economisti ha ricordato che «forse hanno dimenticato che non si va avanti senza un progetto industriale per l’agricoltura, perché nel passato le risorse per progetti e molte consulenze hanno consumato risorse preziose destinate alle imprese».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha auspicato che l’assessore assuma le opportune iniziative «a tutela dei produttori sardi dopo il voto di Soru che ha votato a favore dell’olio tunisino senza dazi, cosa che sta passando sotto silenzio; poi anche Pigliaru è andato in Tunisia ma il governo regionale è rimasto in silenzio, eppure gli operatori hanno bisogno di un segnale dalla Regione».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Assessore Falchi, a nome della Giunta, ha assicurato che «il settore olivicolo viene considerato importante e strategico dalla Regione; a breve si apriranno i tavoli di filiera per mettere a punto politiche di settore inserite nel Piano di sviluppo rurale, sarà grande opportunità per rilanciare i nostri prodotti di qualità, dopo mancanza di scelte politiche incisive del passato». Quanto alla concessione delle terre ai giovani, per l’assessore «sono una opportunità importante perché, pur non prevedendo risorse, aprono spazi per il primo insediamento dei giovani in agricoltura, con procedure più semplici».

L’emendamento è stato poi respinto. Successivamente sono stati messi in votazione l’emendamento n.500 assieme all’emendamento collegato n.790.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento principale n.500, presentato dalla Giunta regionale, che prevede l’assegnazione di 200.000 a favore delle camere di Commercio “per azione di animazione territoriale a favore del sistema delle imprese”. E’stato invece respinto l’emendamento collegato n. 790.

Posto in votazione non è stato approvato l’emendamento 791 all’emendamento 736 che è stato approvato con successiva votazione (29 sì, 19 no) e autorizza un contributo straordinario di 200mila euro a Laore.

Posto in votazione l’emendamento 265, il presentatore Alessandro Unali (SdL) ha accolto l’invito al ritiro soltanto dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci circa l’impegno a favore della ricerca e dei centri di ricerca. Ma l’emendamento è stato posto in votazione e non approvato (20 sì e 26 no) dopo che era stato fatto proprio dal capogruppo del Psd’Az, Carta. Non approvato (28 no e 19 sì) l’emendamento n. 300 mentre è stato approvato con 40 a favore, 3 contrari e 4 astenuti, l’emendamento n. 796 che sostituisce totalmente l’aggiuntivo n. 243 e autorizza un contributo di un milione e mezzo di euro al dipartimento aerospaziale della Sardegna. Non approvati in sequenza: il 244 e il 245. Sull’emendamento 246 è intervenuto il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) che ha accusato la Giunta e la maggioranza di scarsa attenzione per il settore del piccolo commercio e dell’artigianato. A favore dell’emendamento sono intervenuti anche Marco Tedde (Fi) e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, mentre il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha evidenziato che nella scorsa legislatura non si è registrato alcun intervento per il commercio e l’artigianato ma soltanto per la promozione turistica. Quindi hanno dichiarato voto a favore del 246 Giuseppe Fasolino (Fi) («emendamento importante perché riguarda i piccoli esercizi pubblici che hanno la possibilità di creare economia e ricchezza in Sardegna») e Paolo Truzzu (Misto-FdI): emendamento in linea con le nuove strategie dell’Ue non più rivolte a sostenere solo le grandi aziende. Dunque, è intervenuto l’assessore del Bilancio e della Programmazione per ribadire che “per la prima volta il commercio può avere accesso ai fondi europei e si è registrato un’enorme interesse delle associazioni dei commercianti per gli interventi a catalogo, a sportello a sostegno del settore”

L’Aula non ha approvato l’emendamento 246 ( 27 no e 16 sì), né il 247 (il consigliere Crisponi ha replciato ad Anedda in sede di dichiarazione di voto sulle mancate azioni a sostegno del piccolo commercio) e neppure il n. 248 (27 no e 17 sì).

Dopo non aver approvato il n. 501 (28 no e 16 sì) il Consiglio ha dato il via libera all’emendamento 502 (29 sì e 14 no) che su proposta della Giunta sulle operazioni finanziarie e creditizie riguardanti le imprese della cooperazione, ad eccezione delle coop agricole, della pesca e del credito. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha quindi comunicato il ritiro degli emendamenti a sua firma, n. 503, 504, 505, 506 e 507. Posto in votazione l’emendamento 653 non è stato approvato (28 no e 17 sì) mentre è stato approvato all’unanimità, con l’aggiunta della firma anche del consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), l’emendamento n. 654 in materia di finanziamento delle politiche di internazionalizzazione. Non approvato il 655 (26 no e 17 sì), né il n.792, aggiuntivo del 737. Il capogruppo dell’Udc, Rubiu, ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 575 e dopo le dichiarazioni di voto a favore dei consiglieri Gaetano Ledda (Misto-La base),  Crisponi (Riformatori), Lotto (Pd) e Dedoni  è stato approvato con 39 favorevoli e 5 astenuti, emendamento n.737 che autorizza la spesa di 200.000 euro a favore delle società di gestione degli ippodromi di Villacidro, Sassari e Chilivani.

Accolto l’invito al ritiro dal primo firmatario (Sabatini) dell’emendamento 714, il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha dichiarato conclusi i lavori della seduta pomeridiana ed ha convocato il Consiglio domani mattina, alle 10.00.

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Il consigliere regionale Luca Pizzuto, del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, interviene oggi sulla questione delle fasce del personale della Asl 7 di Carbonia.

«Intendo ancora una volta intervenire per sollecitare una celere soluzione dell’annoso problema – spiega Luca Pizzuto -. Dopo numerose interlocuzioni, atti e istanze, con l’articolo 29 della legge regionale n. 5 del 2015 pareva si fosse trovata la via d’uscita per risolvere la questione in senso positivo. Ad oggi, quei lavoratori e quelle lavoratrici non hanno risposte certe.»

«Auspico, pertanto, che l’Esecutivo e l’assessorato della Sanità vogliano dare massima attenzione alla questione e accelerino le procedure adeguate. Anche per questo – conclude il coordinatore regionale di SEL -, sono e sarò sempre dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici per il riconoscimento dei loro diritti e la salvaguardia delle condizioni di lavoro.»

Luca Pizzuto 66

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e i commissari delle aziende sanitarie e delle due aziende ospedaliero universitarie, sono stati sentiti in audizione dalle commissioni Bilancio e Sanità del Consiglio regionale, per l’esame delle problematiche relative al piano di rientro del debito, alla luce degli obiettivi di riduzione dei costi in capo ai commissari di Asl e Aziende ospedaliere universitarie e dell’aumento delle aliquote Irpef e Irap, nonché al controllo e al monitoraggio “stretto” della spesa sanitaria, vista la sua incidenza sul bilancio regionale.

In apertura dei lavori, il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), nel rimarcare l’incidenza della spesa sanitaria («vale la metà dell’intero bilancio regionale») ha definito una “vera emergenza” l’esigenza non più derogabile di tenere sotto controllo costi e impegni ed ha annunciato la presentazione di un emendamento per migliorare il livello e la qualità delle informazioni che, in proposito, devono essere trasmesse al Consiglio regionale. «Proporrò – ha spiegato Sabatini – che ai sensi della legge n. 5/2015 l’assessore della Sanità riferisca trimestralmente anche alla Terza commissione e non soltanto a quella competente per materia, sul monitoraggio della spesa e sul piano di rientro, mentre entro il 30 giugno 2016, dovrà esserci la relazione sull’andamento della spesa delle Asl e delle Aou».

Il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra (Socialisti), ha quindi invitato l’assessore a confermare l’entità del disavanzo che sembra attestarsi introno ai 399 milioni di euro ed ha altresì auspicato un’indicazione realistica sul peso dell’aumento dell’aliquota Irap nei bilanci delle singole Asl, che già nel 2015 hanno sostenuto maggiori oneri rispetto al 2014, a causa del primo incremento dell’imposta.

L’assessore, nel corso del suo articolato intervento, supportato dal direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, ha illustrato i capitoli e le dotazioni di bilancio di competenza ma in premessa ha comunicato ai consiglieri, che nelle ore che hanno preceduto l’audizione, è stato particolarmente impegnato “per scongiurare il rischio commissariamento, da parte del ministero della Salute, sul piano di eradicazione della peste suina africana in Sardegna”.

In ordine al Bilancio 2016, l’assessore Arru ha preliminarmente osservato che rispetto al disavanzo stimato per il 2015, pari a 399 milioni, nel consuntivo dell’ultimo trimestre 2015 si è registrato un risparmio di 50 milioni, frutto – a suo giudizio – delle «buone pratiche nel frattempo introdotte».

Per il 2016 il fabbisogno dell’assessorato della sanità è quantificato in 3.280.115.000 di euro, a fronte di uno stanziamento in bilancio pari a 3.127.800.000 (meno 152 milioni di euro) mentre la richiesta di 300 milioni per la copertura del disavanzo è stata soddisfatta fino alla cifra di 280 milioni di euro. Restano, invece, senza stanziamento il saldo per la mobilità sanitaria interregionale relativa agli esercizi pregressi (fabbisogno 25.721.000 euro) e la quota integrativa per il trasferimento alle Asl delle risorse vincolate agli obiettivi prioritari (fabbisogno 10.823.000). Nella relazione dell’assessorato sono invece definite “voci sottostimate” lo stanziamento di 7 milioni per le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione (fabbisogno di 10 milioni); le integrazioni per lo svolgimento dell’assistenza sanitaria penitenziaria (2 milioni e mezzo a fronte di una richiesta di 4 milioni e 900mila ) e le spese per investimenti (stanziati 5 milioni su 29.654.000 richiesti).

Il taglio per le politiche sociali, per l’anno 2016, ammonta invece a poco più di 32 milioni di euro (210.547.000 contro i 242.592.000 del 2015) e sono ridotti di 17 milioni (30 milioni su 47 milioni) i finanziamenti per le cosiddette leggi di settore (provvidenze per talassemici, linfopatici, emofilici, nefropatici, trasporto handicappati, sussidi a persone affette da patologie psichiatriche) e di 10 milioni quelli a valere sulla legge 162/98, mentre sale a 14 milioni di euro la riduzione al fondo per il sistema integrato dei servizi alla persona (finanziamento Plus: da 24 milioni a 20 milioni per il 2016).

«Serve fare delle scelte – ha detto l’assessore – ma non può più passare il messaggio che la sanità sarda è un buco nero, mentre è vero che la sanità costa e che il mio compito è quello di qualificare la spesa.»

L’assessore, nel richiamare l’innalzamento dell’età media di vita anche nell’Isola e la particolare incidenza di alcune malattie, come ad esempio la sclerosi multipla, ha evidenziato l’incremento della spesa nei farmaci per l’epatite di tipo “C” ed ha auspicato la presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale dei 50mila euro che la Regione spende per i farmaci innovativi.

Il responsabile della Sanità ha quindi riconosciuto come un “problema” per il contenimento dei costi, quelli relativi al personale ed alla spesa farmaceutica ed ha richiamato gli obiettivi di riduzione della spesa, imposti ai commissari delle Asl e delle Aou, per conseguire nel prossimo triennio risparmi pari a 330 milioni di euro, dei quali 62 milioni di euro nel 2016 (24 milioni sui farmaci territoriali; 12 milioni su farmaci ospedalieri; 17.300.000 euro su l’efficientamento degli ospedali, altri 3 milioni per l’efficientamento del territorio e 3 milioni su integrativa e protesica).

Luigi Arru ha concluso ponendo in rilievo l’urgenza della riorganizzazione della rete ospedaliera sarda ed ha dichiarato: «Senza le prerogative che ci derivano dall’essere regione autonoma, saremmo stati obbligati dal governo a fare fronte al disavanzo in sanità con l’aumento di Irap, Irpef e l’introduzione dei ticket».

I consiglieri della minoranza intervenuti (Edoardo Tocco, Fi; Giorgio Oppi, Udc; Ignazio Locci, Fi; Paolo Truzzu, FdI; Christian Solinas, Psd’Az;) hanno evidenziato come  dal quadro dei conti esposto dall’assessore si evince uno sbilanciamento di 172 milioni di euro, qualora il governo si faccia carico dei 50 milioni per i rimborsi dei farmaci per l’epatite “C” e se le Asl riusciranno a realizzare 62 milioni di risparmi nel 2016. I consiglieri dell’opposizione, nel merito del disavanzo, hanno inoltre rimarcato come manchi dalla previsione di sbilanciamento, l’incidenza dell’aumento dell’aliquota Irap che appesantirà i bilanci delle Asl per il 2016 nonchè la mancata quantificazione del costo delle anticipazioni finanziarie a cui hanno fatto ricorso le aziende sanitarie nell’ultimo trimestre 2015.

I consiglieri della maggioranza (Gigi Ruggeri, Pd; Annamaria Busia, Cd; Luca Pizzutto, Sel; Augusto Cherchi, Pds; Roberto Desini, Cd; Emilio Usula, Rossomori; Gianfranco Congiu, Pds; Pietro Cocco, Pd; Daniele Cocco, Sel; Rossella Pinna, Pd) hanno posto l’accento sui costi per il personale, sulle attività legate alla prevenzione e sulle conseguenza negative che deriverebbero dalla conferma dei tagli sul sociale.

A seguire i commissari dell’Asl 1 (Sassari), Agostino Sussarellu; dell’ Asl 2 (Olbia), Paolo Tecleme; dell’Asl 3 (Nuoro), Mario Palermo; dell’Asl 4 (Lanusei), Fabrizio Argiolas; dell’Asl 5 (Oristano), Maria Giovanna Porcu; dell’Asl 6 (Sanluri), Maddalena Giua; dell’Asl 7 (Carbonia), Antonio Onnis; dell’Asl 8 (Cagliari), Savina Ortu; dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino; dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, Giuseppe Pintor; hanno illustrato ai componenti la Terza e l’Ottava commissione le rispettive azioni poste in essere per conseguire gli obiettivi di contenimento dei costi (62 milioni di euro per il 2016, 128 milioni nel 2017 e 138 milioni nel 2018) stabiliti nella deliberazione della giunta regionale n.62/24 del 15 dicembre 2015.

I commissari, pur con alcuni distinguo legati alle peculiarità gestionali delle rispettive aziende, si sono detti fiduciosi nel conseguimento degli obiettivi di spending review fissati dall’esecutivo regionale ed hanno mostrato particolare ottimismo in riferimento ai risparmi che deriveranno dalle cosiddette “gare uniche” per le forniture di servizi e materiali alle diverse Asl dell’Isola.

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Blocco stradale 2 copia Blocco stradale 1 copia

Sono oltre un migliaio i manifestanti che hanno partecipato alla giornata di mobilitazione popolare organizzata dalla Cisl del Sulcis Iglesiente e da varie associazioni, i movimenti delle Partite Iva, studenti, artigiani e commercianti, per richiamare l’attenzione di politica e istituzioni nei confronti di un territorio stremato dalla crisi e dalla disoccupazione.

Fin dal primo mattino, ancora prima dell’alba, hanno bloccato la Strada Statale 130 alle porte di Iglesias e nei pressi di Siliqua, hanno rallentato il traffico lungo la SP 2 all’ingresso di Villamassargia e sulla SS 195 alle porte di Sant’Anna Arresi, dove transitavano i mezzi militari della base di Teulada. Con bandiere dei quattro mori (come previsto, non sono state esposte né bandiere di partito né delle organizzazioni sindacali), striscioni e fischietti, i manifestanti hanno occupato la sede stradale, fermando il traffico, e sdraiandosi per terra. La protesta si è svolta in un clima sereno e, nonostante i disagi che hanno dovuto sopportare per raggiungere le loro destinazioni, molti automobilisti hanno manifestato comprensione, consapevoli dei problemi all’origine della protesta.

Quella odierna è la prima giornata di una lotta che nelle prossime settimane, nelle intenzioni degli organizzatori, verrà estesa a tutte le altre zone della Sardegna in cui si vivono analoghe situazioni di crisi.

«Ma se è giusto che i cittadini ci spronino a lavorare ancora meglio per l’obiettivo di ricostruire il disastrato tessuto economico sulcitano, noi abbiamo soprattutto il dovere di ricordare e sottolineare quanto di buono è stato fatto in questi due anni per colmare il ritardo sul piano Sulcis accumulato dall’inettitudine del precedente governo di centrodestra, un governo sostenuto anche da tanti che hanno promosso o partecipato alla protesta di oggi.»

A dirlo è Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale e sindaco di Gonnesa.

«Con la Giunta guidata da Pigliaru, che nei prossimi giorni incontrerà amministratori e sindacati rappresentativi di tutto il territorio e di tutti i cittadini – aggiunge Pietro Cocco -, il Piano Sulcis si è rimesso in moto: i ritardi dovuti al pregresso ancora condizionano il percorso, ma basta scorrere le delibere della giunta di questi ultimi mesi per vedere come sia stato dato impulso a tutti i progetti, grazie anche all’interlocuzione costante e positiva con il Governo nazionale.»

«Intendo esprimere la mia solidarietà, e quella del mio partito – ha detto Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà –, ai manifestanti che hanno deciso di attuare questa forma dura di protesta. Estendo questo gesto anche a tutti coloro che, pur non condividendo la forma e le modalità decise per la manifestazione, si trovano a vivere un disagio che nel territorio del Sulcis Iglesiente sta raggiungendo apici e livelli forse mai conosciuti.

La mia personale vicinanza politica e umana, e l’impegno mio e del mio partito a farsi portavoce presso le istituzioni di questa condizione, va a tutti i lavoratori del polo industriale di Portovesme, agli artigiani, agli agricoltori, agli studenti, ai disoccupati, alle donne e ai giovani laureati che si vedono troppo spesso costretti a dover abbandonare la propria terra alla ricerca di un lavoro. Due cose però ci lasciano perplessi riguardo alla mobilitazione di oggi: in primo luogo riteniamo necessario non dividere il fronte del lavoro. La manifestazione di oggi viene definita come “mobilitazione di tutto il popolo del Sulcis” quando invece importanti organizzazioni sindacali, e pezzi di esse, insieme a centinaia di lavoratori che tengono aperte le proprie attività, non hanno aderito. L’unità del territorio e del mondo del lavoro, in questa fase – ha concluso Luca Pizzuto -, è la prima cosa da preservare, la più importante.»

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Luigi Arru 53

L’assessore Arru stamane ha presentato in commissione Sanità i Piani per le cure territoriali, i servizi di cura e l’accreditamento al servizio sanitario regionale.

«Con la rimodulazione di fondi provenienti dalla programmazione europea 2007-2013 per un importo di 7milioni e 700mila euro potranno entrare in funzione Case della salute, Residenze sanitarie e Centri socio-riabilitativi con servizi hospice in diverse realtà del territorio regionale» ha detto l’assessore della Sanità. 

«Le Asl interessate – ha aggiunto Arru – sono quelle di Lanusei, Oristano, Sanluri, Carbonia e Nuoro, oltre ai Comuni di Oristano e Sorso e gli interventi dovranno essere completati entro il 31 dicembre del 2017; nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione, inoltre, è prevista la realizzazione di una nuova struttura residenziale nel territorio della Asl di Nuoro.»

L’assessore ha poi fornito alcuni dati di scenario che rendono particolarmente urgente l’attivazione di una rete di servizi sanitari alternativi all’ospedale. «Secondo uno studio dell’Università di Cagliari – ha affermato – nel 2025 la Sardegna avrà una popolazione di 1 milione e 600mila abitanti, più o meno la stessa di oggi con un trend di crescita localizzato solo in Gallura e dovuto alla presenza di immigrati; inoltre, il 25% avrà più di 65 anni ed aumenteranno i flussi demografici dalle zone interne verso le aree costiere e metropolitane».

«Questi dati – ha aggiunto Luigi Arru – ci devono spingere, non solo per la politica sanitaria ma direi anche a livello più generale, ad un grande cambiamento culturale ma, nella sanità in particolare, dobbiamo lavorare da subito per superare il modello fondato sull’ospedale e sostituirlo con un altro in cui gli operatori, dal medico di famiglia agli specialisti, lavorano insieme sul territorio e condividono le informazioni». «Teniamo presente anche – ha sottolineato – che l’età media dei medici sardi è piuttosto alta, attorno ai 53 anni, e che la metà è donna, dato che pone alcuni problemi per l’organizzazione del lavoro e la compatibilità fra professione e famiglia; per tutte queste ragioni, più che sulla dimensione delle strutture, è importante concentrarsi sul nuovo modello di salute che saremo chiamati a governare e gestire».

Per quanto riguarda le procedure di accreditamento al servizio sanitario regionale, l’assessore Arru ha annunciato alcune novità. «La durata – ha precisato – passa da 3 a 5 anni, è previsto un solo rinnovo sempre di durata quinquennale, ma non sarà possibile il rinnovo tacito delle convenzioni».

Sul Piano delle cure territoriali, infine, l’assessore della Sanità ha ribadito che «si tratta di linee di indirizzo generali che dovranno poi essere trasformate in veri e propri atti di programmazione».

«L’obiettivo – ha concluso Luigi Arru – è quello diminuire in modo significativo i 14.000 ricoveri inappropriati negli ospedali (nel 2014 la Sardegna è stata l’ultima regione italiana per la qualità dei ricoveri), tagliare la spesa farmaceutica (che presenta picchi di crescita a livello territoriale), attivare il numero unico di emergenza-urgenza e ridurre le liste d’attesa.»

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc), Daniela Forma e Rossella Pinna (Pd), Luca Pizzuto (Sel), Fabrizio Anedda (Misto), Alberto Randazzo (Forza Italia), Augusto Cherchi (Sdl), Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia), Christian Solinas (Psd’Az).

Al termine, la commissione ha espresso un parere positivo, a maggioranza, sui Piani relativi ai servizi di cura e all’accreditamento, riservandosi un ulteriore approfondimento su quello riguardante le cure territoriali.

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Il Consiglio regionale ha approvato oltre 40 articoli del disegno di legge n. 176, che determina la nuova organizzazione degli enti locali.

Stamane la seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il Consiglio ha approvato, attraverso il voto favorevole di emendamenti presentati dalla maggioranza con il parere favorevole della commissione e della Giunta, la soppressione dell’art. 31 (soppresso), l’art. 32 (“Funzioni della città metropolitana”) e l’art. 33 (soppresso)

L’Aula ha quindi iniziato l’esame dell’art. 33/bis. Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un corpus di norme che, a parole, «ha l’obiettivo di per ammodernare il sistema degli enti locali con una sola città metropolitana, mentre poi si focalizza l’attenzione sulla municipalità di Pirri; in altre parole, nel momento in cui si cerca di ottimizzare e razionalizzare tutto finisce col dare spazio anche alle mini spinte campanilistiche, mettetevi la mano sulla coscienza, e chiedetevi se a questo punto non sia il caso di tornare alle circoscrizioni ed ai comitati di quartiere così tutti avranno un contentino».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 1980, sostitutivo totale dell’art. 33/bis.

Il consigliere Gianni Lampis (Misto-Fdi) ha detto che «continua la saga dei nuovi termini, si parla addirittura forum sociali di quartiere e nessuno batte ciglio, si dice prima un fermo no a tutte le sovrapposizioni e poi si moltiplicano organismi con alchimie che non cambiano nulla; anzi si peggiora il quadro istituzionale aumentando disservizi e disagi per cittadini».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha affermato che «fuori dal palazzo si vorrebbe radere al suolo tutti gli strumenti di democrazia ritenuti uno spreco e un danno alle istituzioni, io invece sono a favore della democrazia e rivendico questo emendamento; non è accettabile considerare la rappresentanza un problema, se no si nomina un podestà che lavora da solo magari per 500 euro al mese». I forum sociali di quartiere, ha aggiunto, «sono una risposta alle comunità a costo zero e saranno coordinati dai Comuni, dobbiamo difendere gli spazi di democrazia».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha dichiarato di condividere alcune argomentazioni di condivido Pizzuto, ricordando anche la sua esperienza in circoscrizione «dove arrivavano molti cittadini ed era un fatto positivo proprio per chi non aveva santi in paradiso e credeva nelle istituzioni; però se esistono strumenti di democrazia utilizziamo quelli che ci sono ma non ne inventiamo altri, oltretutto privi di reali poteri».

Il consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia) ha osservato che Pizzuto parla bene ma poi «avalla operazioni molto discutibili come quella di inserire nella pubblica amministrazione gente che non ha fatto un concorso; perciò gli appelli alla democrazia non contano nulla quando poi si fanno marchette con 1.000 persone infilate a forza nelle piante organiche, a dispetto delle decisioni del governo che prevede rigore nelle partecipate».

Il consigliere Ignazio Locci, anch’egli di Forza Italia, ha apprezzato l’intervento di Pizzuto sottolineando però la necessità di essere coerenti, perché con la legge «si sono costruiti meccanismi che escludono i cittadini dalla partecipazione perché tutto ruota attorno al potere dei Sindaci svuotando i consigli comunali; i forum sono quindi un pannicello caldo che scompare di fronte a quanto si è costruito con questa riforma».

Il consigliere Marco Tedde, sempre di Forza Italia, ha osservato che «è vero che la democrazia non è un problema però con la moltiplicazione dei pani e dei pesci la si rende molto più difficile alimentando confusione; la partecipazione obbligatoria non funziona perché perde spontaneità ed efficacia, in definitiva sì alle premesse di Pizzuto ma totale dissenso sulla applicazione pratica del principio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha riconosciuto a Pizzuto di aver stimolato il dibattito con argomenti condivisibili ma solo in linea di principio, «però sembra che sia stato assente in questo mese in cui si è accentrato tutto il potere sulla Giunta, sulla Regione e sulla città metropolitana di Cagliari, non si può confondere democrazia non è demagogia».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha ammesso che Pizzuto parla con finalità nobili ma «gli istituti previsti dalla legge non hanno senza alcuna utilità, perché la partecipazione popolare è un bene ed ha effetti positivi però c’è molta differenza fra le azioni contro la povertà proposte dal gruppo di Sel e le decisioni con cui la Giunta cancella leggi e taglia risorse contro la povertà, Sel dovrebbe aprire gli occhi sulle questioni sostanziali altrimenti non è credibile».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 1980 (“Decentramento e partecipazione”) sostitutivo totale dell’art. 33/bis, che il Consiglio ha approvato.

Il relatore della maggioranza, Roberto Deriu (Pd), ha chiesto un rinvio del Capo secondo del disegno di legge 176 insieme con una sospensione dei lavori di 15 minuti. Il presidente ha accordato la sospensione ed alla ripresa l’Aula ha approvato il rinvio al pomeriggio dell’esame degli articoli del Capo secondo, dal 34 al 40 bis.

Aperta la discussione sull’articolo 41 (Abolizione controllo eventuale) e degli emendamenti ad esso presentati, il relatore della maggioranza, Roberto Deriu (Pd), ha espresso parere contrario per tutte le proposte di modifiche tranne che per il 1990 (Deriu-Agus) che sostituisce interamente la precedente formulazione dell’articolo abrogando i commi 3 e 4 dell’articolo 31 delle legge regionale 22/2002 n. 7 (Finanziaria 2002).

La giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore e l’Aula non ha approvato gli emendamenti soppressivi totali n. 857-1097-1740-2069 ed ha proceduto con successiva votazione all’approvazione dell’emendamento sostitutivo totale n. 1990 che ha quindi comportato la decadenza di tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 41.

Aperta la discussione sull’articolo 42 (Potere sostitutivo) e degli emendamenti ad esso presentati il relatore della maggioranza ha dichiarato parere contrario a tutte le proposte di modifica tranne che all’emendamento n. 1991 (Deriu-Agus) che riformula totalmente la procedura inerente il potere sostitutivo regionale nel caso di mancata adozione degli atti obbligatori previsti dalla presente legge.

L’assessore degli Enti Locali ha espresso il parere della Giunta: conforme a quello del relatore.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato che «l’articolo sull’applicazione del potere sostitutivo appare come un’intrusione della Regione rispetto alla volontà delle comunità locali». «Non si comprende il senso dell’articolo ha concluso l’esponente della minoranza – che cosa significa applicare il potere sostitutivo per i mancati pagamenti?».

Posti in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 858-1098-1741 non sono stati approvati mentre l’Aula ha dato il via libera con 31 sì e 17 contrari all’emendamento sostitutivo totale n. 1991 che ha comportato la decadenza di tutte le altre proposte di modifiche presentate all’articolo 42.

Aperta la discussione sull’articolo 43 (composizione dei consigli comunali e delle giunte comunali) e degli emendamenti ad esso presentati, il relatore della maggioranza, Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato parere favorevole per gli emendamenti n. 1992, 1993, 2241, contrario per tutti gli altri ad eccezione del n. 2521 per il quale si è rimesso alla decisione dell’Aula. La Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore che immediatamente dopo ha preso la parole per segnalare che gli emendamenti 2099 e 2962 trattano argomenti di pertinenza dell’articolo 71 ed in quella sede si sarebbero dovuti trattare.

Il presidente del Consiglio ha concordato con la valutazione del relatore della maggioranza ed ha annunciato lo spostamento dei due emendamenti dall’articolo 43 all’articolo 71.

Il consigliere del gruppo misto, Mario Floris (Uds), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha definito “inusuale” il modo di procedere: «Andiamo avanti alla cieca e se la maggooranza ha necessità di approfondimenti e riflessione rinviamo al pomeriggio la trattazione degli articoli»

Il presidente del Consiglio ha confermato la regolarità delle procedure adottate per la trattazione e la votazione degli articoli e degli emendamenti.

Ignazio Locci (Fi), intervenendo sulla discussione, ha parlato di “visione unilaterale verso le posizioni del governo” ed ha criticato la scelta della maggioranza di procedere «al ribasso nell’individuare le rappresentanze nei consigli comunali mentre è disponibile agli arrotondamenti al rialzo per i componenti gli esecutivi». Locci ha concluso auspicando una riproposizione del testo originario dell’articolo 43 piuttosto che nella versione contenuta nell’emendamento sostitutivo totale 1992 (Deriu-Agus) ed ha invitato il Consiglio ad adoperarsi per «restituire ruolo alle assemblee locali».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha sottolineato l’importanza delle questioni evidenziate dal consigliere Floris («con questo modo di procedere si perde di vista l’assetto complessivo che va a delinearsi») ed ha criticato la proposta della maggioranza di introdurre i presidenti del consiglio anche nei comuni sotto i 15mila abitanti. «Con questa legge – ha dichiarato l’esponente della minoranza – abbiamo introdotto 50 presidenti delle unioni, abbiamo consiglieri di città metropolitana più di Milano e si sta facendo passare sotto silenzio l’operazione di verticalizzazione e l’accentramento in atto». Christian Solinas ha sottolineato dunque la necessità di un maggiore coordinamento tra le diverse proposte di modifiche.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha ripreso le considerazioni formulate dal consigliere Christian Solinas ed ha ricordato le proteste che si sono levate contro la proposta del Pd nel parlamento per accorpare tutti comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti. «Oggi sulla stampa – ha aggiungo l’esponente della maggioranza – leggiamo un sondaggio che ci dice che i cittadini sono favorevoli all’accorpamento dei Comuni al di sotto dei 5mila abitanti». «Con questa legge – ha concluso Cossa – si fa un danno alle istituzioni, alla loro credibilità e alla democrazia».

Ignazio Locci (Fi) ha dichiarato voto a favore alla soppressione dell’articolo 43 ed ha lamentato: «Non è concepibile proseguire con questo sistema, non c’è una visione logica né complessiva sulla riforma degli enti locali».

Voto favorevole è stato annunciato anche dal consigliere Gianni Lampis (Misto-Fdi): più ci avviciniamo alla fine dell’articolato più emergono le “marchette”.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu (Udc), ha dichiarato voto favorevole: questa legge è pasticciata e confusa e ritengo che continuare su questa strada sia un danno per la Sardegna. Rubiu ha quindi rivolto alla presidenza la richiesta per una sospensione dei lavori.

Il relatore della maggioranza, Roberto Deriu (Pd), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha segnalato alla presidenza che al successivo articolo 44 sono stati presentati emendamenti aggiuntivi che non potrebbero essere riferiti a quell’articolo dopo l’eventuale approvazione dell’articolo 43 e che quindi andrebbero discussi con l’articolo 43.

Il presidente Ganau ha concordato con le osservazioni formulate dal relatore ed ha annunciato lo spostamento all’articolo 43 degli emendamenti aggiuntivi n. 2228 e n. 2229.

Posti in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 880-1099-1746 non sono stati approvati.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato di accogliere la proposta del capogruppo Udc, Rubiu, per una sospensione dei lavori: c’è bisogno di mettere ordine sulle modifiche.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato sospesi i lavori e ne ha annunciato la ripresa alle 13.

Alla ripresa il presidente Ganau ha ricordato che deve essere posto in votazione l’emendamento sostitutivo totale n. 1992 (Deriu-Agus) a cui sono stati presentanti gli emendamenti aggiuntivi n. 2522, n. 2521 e n. 2539.

Posto in votazione l’emendamento aggiuntivo soppressivo parziale 2539 (Cossa e più) non è stato approvato e il consigliere Roberto Deriu (Pd) è intervenuto per dichiarazione di voto sull’emendamento 2522 (Pizzuto e più). Deriu ha rivolto apprezzamento per l’iniziativa dei consiglieri di Sel che puntava ad aumentare il numero dei consiglieri comunali in tutti i Comuni dell’Isola («le ragioni sono fondate e sono culturalmente importanti»). Il consigliere del Pd ha però preannunciato voto contrario all’emendamento: «L’opinione pubblica non è pronta ed è per questo che voterò contro ma anche io voglio battermi per la democrazia e la rappresentanza e per sovvertire la logica del pensiero unico che tutto sta distruggendo».

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha invitato il Consiglio ad una assunzione di responsabilità e a compire scelte coraggiose seppur non in linea con il “senso comune”.

Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto; ha dichiarato: «Penso che la classe politica deve dire con coraggio che va contro il luogo comune che dice che noi non serviamo a niente e siamo un pericolo per questo paese». Pizzuto ha però comunicato, «seppur con grande amarezza» il ritiro dell’emendamento («i consigli comunali non sono uno spreco in Sardegna») ed ha dichiarato di rivendicare con “orgoglio” la battaglia.

Pizzuto ha quindi annunciato il ritiro anche dell’emendamento n. 2521 che interveniva sempre, seppur con numeri differenti, sull’ampliamento del numero dei consiglieri comunali nelle assemblee civiche della Sardegna.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato di fare propri i due emendamenti ritirati da Pizzuto e l’Aula (29 no e 14 sì; 29 no e 17 sì) con due successive votazioni non li ha approvati.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha quindi presentato un emendamento orale al comma 3 dell’emendamento sostituivo totale n.1992, proponendo di togliere le parole “nella prima seduta del Consiglio” e di aggiungere “senza oneri aggiuntivi”. In sostanza Daniele Cocco ha proposto la non obbligatoria elezione del presidente del Consiglio alla prima seduta nei comuni al di sotto dei 15mila abitanti ed ha proposto che tale incarico sia svolto senza alcun onere aggiuntivo.

L’Aula ha acconsentito alla presentazione della proposta orale che è stata poi approvata con 39 voti favorevoli e 4 contrari.

Posto in votazione l’emendamento sostitutivo totale n. 1992 (Deriu-Agus) che riformula l’articolo 43 e modifica la legge regionale 4|2012 n. 4, è stato approvato con 28 sì e 19 contrari. Il presidente ha quindi annunciato la decadenza di tutti gli emendamenti presentati all’articolo 43 tranne il n. 1993 e 2241.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 1993 (Deriu-Agus) che propone di affidare agli organi assembleari degli enti locali la definizione degli indirizzi per la designazione e la nomina dei propri rappresentanti presso enti, aziende e istituzioni garantendo il principio della parità di genere.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso dubbi sull’individuazione degli enti non elettivi e sui criteri di nomina di persone e professionisti. «Non sono chiare le logiche di questa scelta – ha detto Locci – per far fronte all’esigenza delle nomine negli enti non elettivi si può ricorrere alle leggi ordinarie».

Voto contrario all’emendamento ha annunciato anche il consigliere dell’Udc Gianni Tatti. «Questa proposta – ha detto – non può essere discussa prima di aver esaminato il Capo II della legge dove si parla di nomine negli enti». L’emendamento n. 1993 è stato approvato dall’Aula con 32 voti favorevoli e 16 contrari.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 2241 (Pizzuto e più).

Paolo Truzzu (Fd’I) ha annunciato il suo voto contrario: «Questo emendamento rappresenta la confusione in cui si sta scadendo – ha sottolineato l’esponente della minoranza – siamo al teatro dell’assurdo, questa legge doveva semplificare e dare risposte ai cittadini, oggi si dà invece riconoscimento giuridico ai forum di quartiere. In nome di che cosa? In nome della partecipazione alla democrazia che ci siamo dimenticati negli altri articoli. Il sindaco di Cagliari diventerà anche commissario della provincia di Cagliari governando, di fatto, oltre il capoluogo anche un vasto territorio che va da Carloforte ad Esterzili».

E’ quindi intervenuto Luca Pizzuto (Sel) che ha ritirato l’emendamento aggiuntivo n. 2241.

Il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo 44 “Organo di revisione economico-finanziario”. Dopo aver sentito il parere sugli emendamenti del relatore di maggioranza e della Giunta, il presidente ha dato la parola al consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha suggerito di prevedere per tutti gli enti locali un unico revisore dei conti. «Questa decisione consentirebbe di raggiungere gli obiettivi di risparmio – ha rimarcato Locci – oggi la legge non impone un unico revisore ai comuni superiori a 15mila abitanti. La norma in discussione prevede addirittura un collegio di tre revisori contabili per le unioni dei comuni, aumentando, di fatto, il numero dei revisori. Se si vuole tagliare la spesa pubblica si preveda un revisore unico per tutti gli enti».

Christian Solinas (Psd’Az) ha rivolto un appello al presidente della Commissione Autonomia, Francesco Agus, e al relatore di maggioranza Roberto Deriu: «Fermatevi e riflettete – ha detto Solinas – la vostra furia riformatrice sta generando il caos. Si sta creando un’inutile duplicazione di elenchi. Che senso ha istituire un altro elenco dei revisori dei conti? Così si complica la vita agli enti locali e si appesantiscono le procedure amministrative».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (Fd’I): «Abbiamo l’occasione per semplificare e rendere la vita più facile alle amministrazioni locali – ha affermato Truzzu – lo si faccia evitando di creare ulteriori guazzabugli».

L’assemblea è quindi passata alla votazione degli emendamenti soppressivi totali n. 899, 1110, e 1760 che sono stati respinti con voti 29 contrari e 17 favorevoli.

Il presidente Ganau ha poi posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 2506 che ha ottenuto il via libera con 27 sì e 15 no. La norma autorizza l’affidamento di un ulteriore incarico al revisore dei conti che abbia già svolto due mandati consecutivi presso il medesimo ente locale a condizione che sia decorso un triennio dalla scadenza dell’ultimo incarico.

Disco verde infine, sull’emendamento sostitutivo totale n. 1994 (30 sì e 15 no) che disciplina modalità e criteri per la nomina dei revisori dei conti nei comuni e nelle unioni dei comuni.

Al termine della votazione che ha fatto decadere tutti gli altri emendamenti all’articolo 44, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle 16.00.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha approvato l’art. 45 (“Pubblicazione delle deliberazioni”) nella versione contenuta nell’emendamento sostitutivo totale n.1995 presentato dalla maggioranza col parere favorevole della commissione e della Giunta.

Voto favorevole anche per l’art. 46 come modificato dall’emendamento sostitutivo totale n. 1996 (“Condizioni per l’istituzione di nuovi Comuni”) presentato dalla maggioranza col parere favore della commissione della Giunta. Il testo rimanda, per limite demografico, al Dlgs 267/2000 (Testo unico degli enti locali).

L’art. 47 (“Fusioni di Comuni”) è stato soppresso dopo l’approvazione dell’emendamento n. 934, anch’esso presentato dalla maggioranza col parere favorevole della commissione e della Giunta.

L’art. 48 è stato approvato con 22 voti a favore e 16 contrari nella versione licenziata dalla commissione. A scrutinio segreto (20 voti a favore e 25 contrari) è stato respinto l’emendamento aggiuntivo n. 2234 (Pizzuto e più) che riguardava il “passaggio in ruolo del personale della lista speciale di cui alla legge regionale n. 3/2008”.

Nel breve dibattito sviluppatosi sulla proposta il primo firmatario dell’emendamento, Luca Pizzuto (Sel), ha dichiarato di volerlo sottoporre al voto dell’Aula, nonostante l’invito al ritiro formulato dal relatore, data la sua importanza legata al destino di molti lavoratori.

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha criticato l’accoglimento, da parte del presidente, della richiesta di voto segreto perché a suo avviso il consigliere Pizzuto aveva espresso la sua intenzione di voto.

Il presidente Ganau ha sostenuto la fondatezza della sua interpretazione dei regolamento, ritenendo che il consigliere Pizzuto non abbia espresso la sua intenzione di voto ma solo la volontà di sottoporre la sua proposta all’attenzione del Consiglio.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’art. 49 in relazione al quale il relatore Roberto Deriu ha presentato l’emendamento sostitutivo totale n. 1998 con parere favorevole della commissione. L’assessore degli Enti locali cristiano Erriu ha chiesto, ed ottenuto, una breve sospensione della seduta per un approfondimento.

Alla ripresa dei lavori, il relatore Roberto Deriu ha annunciato il ritiro dell’emendamento sostitutivo totale n. 1998, determinando il ritorno al testo dell’art. 49 (“Consorzi”) licenziato dalla commissione. Il testo prevede lo scioglimento dei consorzi costituiti per l’esercizio associato di funzioni sovra comunali; le unioni di Comuni subentreranno in tutti i rapporti attivi e passivi degli stessi, compresi beni mobili ed immobili e personale. Il testo viene integrato dal contenuto dell’emendamento aggiuntivo n. 2222 (Collu e più), anch’esso approvato dall’Aula, che prevede la prosecuzione dell’attività dei consorzi, “limitatamente alla gestione dei servizi comunali”.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 49 bis “Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 1 del 2005 (Consiglio delle autonomie locali)”. Dopo aver acquisito i pareri del relatore di maggioranza e della Giunta, il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Gianni Tatti (Udc) che ha espresso forti perplessità sul contenuto dell’articolo 49: «La norma non fa che confermare quanto detto finora – ha rimarcato Tatti – i piccoli comuni della Sardegna non conteranno nulla nel sistema degli enti locali».

Subito dopo l’intervento del consigliere Tatti, il presidente Ganau ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, è intervenuto il relatore Deriu che ha proposto un emendamento orale che sostituisce il primo comma dell’articolo 3 della L.R. n. 1 del 2005 e riguarda le modalità di elezione e la composizione del Consiglio delle autonomie locali. In attesa della distribuzione del testo scritto, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 952 e 1106 che sono stati respinti. Disco rosso anche per l’emendamento sostitutivo totale (Oppi e più) bocciato con 30 voti contrari e 18 a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento orale presentato dal relatore della legge che non è stato accolto dall’Aula.

L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento sostitutivo totale n. 1999 (Deriu-Agus) che è stato approvato con 29 sì e 19 no. L’articolo 49 bis, riscritto dall’emendamento sostitutivo, stabilisce che i componenti del Consiglio delle autonomie locali, in carica alla data di entrata in vigore della legge attualmente in discussione, continueranno a restare in carica fino allo svolgimento del secondo turno delle elezioni amministrative indette per il 2016.

L’Aula ha anche approvato l’emendamento soppressivo totale dell’articolo 49 ter e ha invece sostituito il 49 quater (provvidenze a favore delle vittime degli attentati). Approvato l’emendamento sostitutivo totale 2002  all’articolo 49 quinques, sulle funzioni e i limiti della polizia locale.

Il presidente ha poi messo in discussione l’articolo 50 e i suoi emendamenti. Respinti i soppressivi totali e parziali. Approvati gli emendamenti 2545 e 2249 (convenzioni tra la Regione e l’Anci). Approvato, a seguire, anche il testo dell’articolo 50. Sì anche all’emendamento 2003, sugli accordi precedenti tra Upi e Regione, che transiteranno all’Anci Sardegna.

Il presidente del Consiglio è tornato sulla votazione degli emendamenti all’articolo 34 sulle Province, emendamenti che erano stati sospesi in precedenza.

L’on. Alessandra Zedda (Forza Italia)  ha preso la parola: «Qui rischiamo di fare una brutta figura in tutta Italia e non dite che non ve lo avevamo detto. Pensate davvero che questa legge sia applicabile?». Per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia) «non è corretto che si costruisca in questo momento un sistema di funzioni in capo al sindaco della città di Cagliari. Con questa norma state dando al sindaco di Cagliari il compito di commissariare la Provincia».

Per l’on. Cossa (Riformatori sardi) «in questi anni tutto è stato fatto dai commissari delle province, tranne che predisporre le funzioni delle province ai soggetti che ne diventeranno destinatari, nonostante i richiami ripetuti che abbiamo fatto. Ma non stiamo facendo un passo avanti nemmeno stavolta per ottenere in futuro questo risultato. Per noi le Province sono tutte sullo stesso piano e non si deve dare nemmeno l’impressione che stiano ricreando le nuove province o i potentati di un tempo».

 Sull’ordine dei lavori, l’on. Roberto Deriu (Pd) ha riconosciuto «meritevoli di una valutazione e di una soluzione da condividere» e ha chiesto al presidente una breve sospensione dei lavori.

I lavori sono stati sospesi. Alla ripresa il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha contestato l’impianto della norma. «Non si capisce cosa stiamo andando a deliberare, queste norme sono contradditorie».

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha proposto all’Aula un emendamento orale al comma 8 dell’emendamento 2547, «con la previsione di un amministratore straordinario nominato dalla Giunta regionale che riceva le funzioni della disciolta provincia di Cagliari fino al 31 dicembre 2016». Contraria l’opposizione con un intervento dell’on. Alessandra Zedda  ma l’Aula ha approvato l’emendamento 2547 (nomina degli amministratori straordinari della Provincia di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna) con il correttivo dell’on. Deriu.

Approvato anche l’emendamento 1981 (disciplina transitoria delle Province).

L’assemblea è poi passata all’esame dell’articolo 35 (Aggregazione ad altra provincia) e agli emendamenti presentati all’articolo. Nel dibattito generale sono intervenuti: Michele Cossa (Riformatori) che ha detto che questo articolo è surreale. Perché – ha chiesto – ci imbarchiamo in un processo del genere se stiamo per mettere fine alle province? Riflettiamo. Paolo Truzzu (Misto) ha espresso grossi dubbi. Prima di fare un passo contrario alla volontà delle comunità locali – ha detto – dobbiamo sapere se le comunità locali sono state sentite in merito. Roberto Deriu ha risposto dicendo che le popolazioni sono state sentite e che hanno espresso parere favorevole ad aderire alla provincia sud Sardegna. L’emendamento 702 è stato bocciato. Sull’emendamento 2534 (su cui c’era un invito al ritiro) è intervenuto il consigliere Meloni che ha dichiarato di non ritirarlo perché sarebbe un piccolo riconoscimento ai territori penalizzati da questa legge. L’emendamento è stato bocciato. Approvato, invece, l’emendamento 2548 che sopprime il comma 3 dell’articolo 35 (sì 29, no 14, 1 astenuto). Via libera anche all’emendamento 1982 sostitutivo totale dell’articolo 35 (circoscrizioni provinciali). Questo emendamento ridisegna il nuovo assetto provinciale prevedendo la Provincia Sud Sardegna, corrispondente a quella della provincia di Cagliari, esclusi i comuni appartenenti alla città metropolitana di Cagliari ed elencando i comuni che faranno parte della provincia di Oristano, del Sud Sardegna e prevedendo che sono aggregati alla provincia comprendente il comune di Olbia, i comuni di Budoni e San Teodoro. L’articolo 36 (organi della provincia) è stato soppresso dall’approvazione dell’emendamento 714. Sull’articolo 37 (Presidente), dopo la bocciatura dell’emendamento 715, sono stati approvati gli emendamenti 2504 (emendamento all’emendamento 1984) che aggiunge al comma secondo il numero “60” e il 1984, sostitutivo totale dell’articolo 37. Con l’approvazione dell’emendamento 1984 sono decaduti gli altri emendamenti all’articolo. Sull’articolo 38 (Consiglio provinciale) sono stati bocciati gli emendamenti 742, 2520, 2549 mentre sono stati approvati gli emendamenti 1985, che sostituisce integralmente l’articolo 38, il 2549 che modifica il comma 5 dell’emendamento 1985 prevedendo che, in sede di prima applicazione le elezioni dei presidenti delle province e dei consigli provinciali siano indette dal presidente della regione non oltre il 15 novembre 2016 per una data compresa tra il decimo e il trentesimo giorno dalla indizione. Approvato anche il 2505 che aggiunge al comma 3 dell’emendamento 1985, prima del numero 70, il numero 69. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato di ritirare tutti gli emendamenti della minoranza presentati all’articolo 39. L’aula ha poi approvato l’emendamento 1986, sostitutivo totale dell’articolo 39 sul voto ponderato.

Il vicepresidente Antonello Peru ha interrotto la seduta. Il Consiglio è convocato martedì alle ore 11.00. All’esame dell’Aula l’articolo 40.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia