23 November, 2024
HomePosts Tagged "Luca Pizzuto" (Page 42)

Traghetto

I consiglieri regionali Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico, e Luca Pizzuto, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia LIbertà, intervengono sulla vertenza della compagnia di navigazione Saremar, destinata alla privatizzazione.

«A seguito dell’inerzia della Giunta precedente guidata da Cappellacci – scrivono Cocco e Pizzuto in una nota -, ci troviamo, come Centrosinistra, a cercare in tempi rapidi una soluzione che consenta il mantenimento del servizio fondamentale di collegamento con le isole minori di Carloforte e La Maddalena e la salvezza dei 181 posti di lavoro delle persone che operano alle dipendenze della Saremar.»

Questo, dopo la sentenza da parte del Tribunale di Cagliari sull’accoglimento del concordato preventivo che obbliga alla privatizzazione.

Pietro Cocco e Luca Pizzuto ipotizzano una soluzione che potrebbe essere quella di «istituire un sistema integrato tra pubblico e privato che consenta lo sblocco dei circa 14 milioni di euro di contributo statale alla Regione, la quale a sua volta potrebbe assegnare, tramite gara,  il servizio ad una società mista a maggioranza pubblica, utilizzando società esistenti che allo stato attuale già garantiscono il trasporto pubblico su gomma come l’ARST».

Alla nuova società si lascerebbe il compito di riorganizzare il flusso di attività di erogazione dei servizi di collegamento con le isole minori e, contestualmente, si ricollocherebbe il personale già dipendente della Saremar, ampiamente dotato di esperienza e formazione specifica.

Il capogruppo del Centro Democratico Sardegna in Consiglio regionale, Roberto Desini, è il primo firmatario di un emendamento al D.L. n. 170/S (Legge finanziaria), con cui viene inserita in aumento la cifra di 200mila euro per l’anno 2015, da erogare come contributi e finanziamenti in materia di gestione della fauna selvatica, e riservati al risarcimento dei danni causati dai delfini alle attrezzature dei pescatori.

L’emendamento si inserisce all’articolo 28 della Legge finanziaria, dopo il comma 2, e recita testualmente: “2-bis. È autorizzato, per l’anno 2015, uno stanziamento di euro 200.000 per il risarcimento dei danni cagionati dai delfini alle attrezzature da pesca degli operatori del settore ittico”.

«Con questo emendamento alla Legge finanziaria, che auspichiamo sia accolto senza remore dal Consiglio, vogliamo rispondere alle legittime lamentele e richieste dei pescatori che, in più zone dell’Isola, in particolare nelle marinerie del Golfo dell’Asinara (Stintino, Porto Torres, Castelsardo), vedono il loro lavoro messo a rischio dai danni che i delfini arrecano alle reti per mangiare il pescato degli operatori ittici – spiega Desini -. Più volte si sono rivolti alla Regione chiedendo un intervento che consentisse loro di salvaguardare le attività. Ci auguriamo che questo emendamento possa essere una valida risposta alle aspettative di un settore notoriamente in difficoltà».

L’emendamento è stato sottoscritto anche dalla consigliera regionale Anna Maria Busia, sempre del gruppo Centro Democratico Sardegna, da Daniele Cocco, Francesco Agus, Luca Pizzuto  e Eugenio Lai di Sel, Piermario Manca, Augusto Cherchi di Soberania e Indipendentzia e Luigi Lotto del Pd.

La federazione di Sinistra Ecologia Libertà del Sulcis Iglesiente organizza, per domenica 1 febbraio alle ore 17.00, presso l’agriturismo Agrifoglio a San Giovanni Suergiu, l’incontro-dibattito Economia & Sviluppo Locale.

«Anche durante questa crisi economica – si legge in una nota – possono essere attuate delle politiche per lo sviluppo territoriale. Atti che permettono al territorio di agire, reagire, ribaltare la crisi e gestire le situazioni complesse partendo dal basso. Proprio chi conosce il territorio è in grado, attraverso programmazione, concertazione e con un occhio verso sostenibilità economica, ambientale, sociale e culturale, di cambiare le sorti personali e della comunità locale. Per noi, queste, coincidono con l’obiettivo di uno sviluppo duraturo, compatibile con una crescita economica di medio-lungo periodo. Questo è il nostro obiettivo, anche nelle amministrazioni locali e regionali. Per realizzarlo dobbiamo riappropriarci dell’identità del territorio, e anche della voglia di pensare razionalmente ad uno sviluppo futuro. Partiamo, quindi, attingendo al nostro patrimonio e alle nostre radici, al forte legame con il territorio che noi sardi possediamo. Dall’analisi del territorio, emergerà la sua vocazione, con rispettive peculiarità, eccellenze e tradizioni.»

E’ annunciata la partecipazione di Andrea Ibba (Ceas Atlante Masainas); Raffaele Cani (Cantina Santadi); Paolo Balia (imprenditore agricolo); Mauro Villani (Centro Italiano della Cultura del Carbone); Manuela Puddu (archeologa). Interverranno inoltre gli onorevoli Luca Pizzuto (coordinatore regionale Sinistra Ecologia Libertà) ed Eugenio Lai, consiglieri regionali di Sinistra Ecologia Libertà – Sardegna. Dopo gli interventi sarà lasciato spazio al dibattito.

Polemica presa di posizione del consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà Luca Pizzuto, nel dibattito sulla vertenza dei lavoratori ex Alcoa.

«Lasciano sgomenti – attacca Luca Pizzuto – le dichiarazioni di esponenti del centrodestra isolano che affermano che la Regione non lavora per una soluzione positiva del caso Alcoa. È bene ricordare che l’eredità lasciata dalla precedente Giunta corrispondeva ad una trattativa morta e finita. La vertenza Alcoa non aveva più possibilità di essere chiusa in positivo.«

«Ad oggi grazie al lavoro del presidente Pigliaru, del suo staff e della maggioranza di governo – aggiunge Pizzuto – esiste una possibilità concreta, ben incanalata e costruita nel costante rapporto con i lavoratori, che sono sempre stati coinvolti e aggiornati delle evoluzioni della trattativa. Oggi il governo regionale continua a premere e a stare addosso al ministero e alle due multinazionali, non possiamo che sollecitare gli esiti del confronto tra Glencore e Alcoa, tenendo sempre alta l’attenzione e monitorando costantemente ogni step. È chiaro che non è ancora finita e che molto c’è ancora da fare – conclude il coordinatore regionale di SEL -, la partita è stata riaperta con fatica e determinazione, e questo è sicuramente un risultato rispetto al nulla lasciato in eredità dal centrodestra.»

Luca Pizzuto 5 copiaAttendati Alcoa 2

Stamane una delegazione di Sinistra Ecologia Libertà è andata a rendere omaggio ad Antonio Gramsci in occasione dell’anniversario della sua nascita (22 gennaio 1891), portando un mazzo di rose rosse nella sua casa natale ad Ales.

«E’ il nostro modo di rendere omaggio a uno dei più grandi pensatori che l’umanità ci abbia mai dato – ha commentato il consigliere regionale Luca Pizzuto, coordinatore regionale si Sinistra Ecologia Libertà -, un gesto mosso dalla necessità di ricordare le nostre origini e ringraziare Nino per il suo impegno e per il suo sacrificio.»

Le lacrime di Gramsci - cm 80x120 - Tecnica mista su tela -

I consiglieri di Sel Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Daniele Cocco ed Efisio Arbau di Sardegna Vera che hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sullo stato di attuazione del Piano regionale dei rifiuti con la richiesta di tempi certi per l’introduzione della tariffa unica di smaltimento e di interventi urgenti per limitare l’aumento dei costi di conferimento..

Nel documento i consiglieri interroganti sottolineano la mancata attuazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n.22/1997 che imponeva alle Regioni l’introduzione della tariffa unica di smaltimento.

Il Piano regionale per i rifiuti solidi urbani, adottato dalla Regione Sardegna nel 2008, aveva come obiettivo il raggiungimento di una quota di raccolta differenziata al 70 per cento. Lo scopo era quello di ridurre la produzione di rifiuti nel territorio regionale e abbattere i costi complessivi di smaltimento. «Obiettivi non raggiunti – afferma il primo firmatario dell’interrogazione Eugenio Lai – a tutt’oggi in Sardegna sussiste una varietà di tariffe per il conferimento dei rifiuti che non rientra tra le linee del Piano regionale, mentre i costi per lo smaltimento del “rifiuto secco indifferenziato” e dei rifiuti biodegradabili aumentano in modo incontrollato».

In pochi anni, rilevano i presentatori dell’interrogazione, il costo per lo smaltimento del “rifiuto secco indifferenziato” al Tecnocasic è  passato da € 121,56 per tonnellata (luglio 2009) a € 163,20 (aprile 2013), mentre il costo dello smaltimento dei rifiuti biodegradabili è passato da € 68,68 (2010) a € 92,00 (2013);

«Una situazione che comporta notevoli disagi per i Comuni – conclude Lai – impossibilitati a far fronte ai costi e senza nessun potere contrattuale nei confronti dei gestori degli impianti di smaltimento. Per questo chiediamo un intervento urgente della Giunta per l’attuazione del Piano regionale e l’introduzione della tariffa unica.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

«Chiediamo formalmente che ci sia una riunione di maggioranza per discutere quali debbano essere i rappresentanti della Sardegna che, come Grandi Elettori, contribuiranno alla nomina del successore di Napolitano.»

Lo ha detto oggi Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà.

«La nostra opinione – aggiunge Pizzuto – è che non debba esserci prassi, anche perché la prassi non è legge e può essere cambiata, perché in un contesto sociale ed economico di grande crisi e di disaffezione verso la politica e le istituzioni che rappresentiamo dovremmo cercare di fare in modo che i tre rappresentanti siano un’effettiva espressione della popolazione della Sardegna. Perché uno di loro non potrebbe essere una giovane sindaco o un giovane disoccupato della nostra regione? Perché devono essere un’espressione politica del Patto del Nazareno? Abbiamo il dovere – conclude il coordinatore regionale di SEL – di rimettere in discussione i vecchi schemi e di trovare nuove strade per avvicinare i cittadini alle istituzioni.»

Luca Pizzuto copia

Luigi Arru 3 copia

L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato oggi nella sesta commissione, il programma della Giunta in materia sanitaria inserito nella Manovra finanziaria.
“Una Sanità meno costosa e più efficiente – ha detto Arru -. Un obiettivo ambizioso che deve passare attraverso la riorganizzazione delle cure primarie, la riorganizzazione della rete ospedaliera, garantendo i livelli assistenziali e aumentando le azioni di riequilibrio e riduzione del’offerta di posti letti, oltre a organizzare la rete dell’emergenza-urgenza. Sono queste le linee guida che hanno guidato la scrittura della Manovra finanziaria per quanto attiene alla Sanità. All’assessorato più impegnativo economicamente di tutta la Giunta va circa la metà dei fondi a disposizione: 2miliardi 818milioni euro contro i 2 milioni 850mila che aveva chiesto. Quasi tutto il finanziamento è destinato all’attività delle aziende sanitarie, ospedaliere e miste”.
Al parlamentino, presieduto dal socialista Raimondo Perra (Sardegna Vera), l’assessore Arru ha spiegato che gli ulteriori 32milioni potranno essere reperiti dal capitolo che prevede il concorso della Regione per il ripiano del disavanzo degli anni precedenti. Il fondo ammonta a circa 80 milioni di euro. Arru ha spiegato che non ha voluto attivare un mutuo, ma ha deciso di fare uno sforzo importante e cercare di arginare la spesa, grazie anche a un esperto che sta analizzando tutti i bilanci delle Asl, Aziende miste e Aziende ospedaliere, per capire dove si può risparmiare.

Dall’analisi della situazione è emerso che dal 2013 al 2014 c’è stato un risparmio di 65milioni di euro, un dato importante ma che potrebbe non essere sufficiente se non si riuscirà a ridurre la spesa corrente. L’assessorato aveva chiesto 230 milioni di euro per il fondo di ripiano disavanzi 2015, mentre la Giunta ne ha assegnato soltanto 70milioni. Il taglio, ha spiegato la dirigente del Servizio, Francesca Piras, è sostenibile solo se sarà possibile destinare i 109 milioni, previsti in assestamento di Bilancio per la copertura degli ammortamenti non sterilizzati, alla copertura delle perdite d’esercizio 2014.

All’assessorato della Salute sarebbero inoltre necessari 500mila euro ulteriori per l’Izs per l’eradicazione della blue tongue e 400mila euro per i «contributi ai Comuni per il ricovero degli animali di affezione», non previsti nella Manovra.

L’assessore Arru ha spiegato alla Commissione quali azioni sta mettendo in campo per ridurre la spesa. La prima fra tutte è quella del contenimento della spesa farmaceutica grazie alla centrale unica d’acquisto e il coinvolgimento di tutti i professionisti della salute. Un’altra azione importante sarà quella della riorganizzazione dei servizi per evitare doppioni o più ospedali nella stessa città.

Passando alle Politiche sociali, che contano su un finanziamento di 244 milioni di euro, l’assessore Arru ha raccolto l’appello del consigliere di Sel Luca Pizzuto per dare maggiore attenzione e risorse ai più deboli, quelle tantissime famiglie, 147mila, in stato di povertà alle quali la Regione deve dare risposte.

L’assessore ha anche affermato che bisogna fare di più per quanto riguarda la prevenzione e la diagnosi precoce, visto che la Sardegna è l’ultima regione d’Italia per morti evitabili.

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il Dl 174 “Autorizzazione per l’Esercizio provvisorio della regione per il 2015”,  l’istituzione della Commissione d’inchiesta n. 1 sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, l’Esercizio provvisorio del Consiglio regionale e la proposta di legge n. 76/ANorme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”. 

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con l’esame del Dl n. 174 – “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2015”, che ha ottenuto dalla conferenza dei capigruppo la corsia preferenziale in base all’art. 102 del regolamento. Il presidente ha poi comunicato che nel pomeriggio alle 16 si riunirà la commissione Finanze per l’esame delle eventuali norme intruse nella legge finanziaria, mentre da lunedì prossimo 12 gennaio la stessa legge sarà formalmente assegnata alle commissioni.

Successivamente ha preso la parola l’assessore delle Finanze, Raffaele Paci, per illustrare il disegno di legge in esame.

L’assessore ha definito il provvedimento una «norma tecnica che consente l’attuazione esercizio provvisorio; è stato poi predisposto un emendamento che consente di prolungarlo fino alla fine del mese di febbraio in modo da poter contare su un tempo più lungo sperando comunque di non doverlo utilizzare». Per quanto riguarda i ritardi, l’assessore ha spiegato che «sono stati causati dalle incertezze relative al quadro complessivo nazionale, che hanno condizionato sia i tempi di presentazione che i contenuti dei bilanci di molte Regioni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo «con grande senso di responsabilità», ricordando però che durante il corso la maggioranza «aveva più volte annunciato una Finanziaria di rigore e sviluppo entro la scadenza stabilita». «Al netto delle difficoltà oggettive – ha proseguito – il ritardo è un fatto negativo per la Regione; quest’anno, oltretutto, ci sarà pareggio di bilancio e una minore rigidità nella spesa, ci auguriamo che ciò sia utile per il sistema regionale ma abbiamo non poche perplessità come diverse altre Regioni». Soffermandosi sulla questione delle entrate, il vice capogruppo di Forza Italia ha evidenziato che «il Governo non ha determinato il quantum da assegnare alla Sardegna e, nel frattempo, continua con politica di razzie mascherate: noi faremo molta attenzione anche perché la finanziaria ha necessità di certezze e la fretta sarebbe sbagliata, per noi la partita delle entrate non è ancora iniziata e non faremo passi indietro a cominciare dall’Irap».

Il consigliere Roberto Desini (Pd) ha affermato di aver percepito «un certo rammarico perché non si può andare in disavanzo ma questo per noi è un obiettivo; introdurre criteri stringenti su un bilancio verificato dal pareggio è risultato di buona amministrazione, ottenuto con l’accordo fra Giunta e Governo». «Eventuali altri accordi – ha sostenuto il consigliere del Pd – non possono mettere fra parentesi una grande conquista come l’uscita della Sardegna dal patto di stabilità, sottovalutare questo dato significa porsi al di fuori di una lettura storica obiettiva, negare l’evidenza di un lavoro portato avanti con una intensità mai registrata per cui vanno rivolti sinceri complimenti alla Giunta». «Lo stato dei conti della Regione – ha detto ancora Deriu – condizionato dalle entrate così come vengono riconosciute dallo Stato, ma ora abbiamo di fronte un quadro caratterizzato da una espressione compiuta di autonomia ed una agenda di governo fondata sul pieno controllo dello strumento contabile: prima di chiedere altro e di più bisogna valutare con correttezza ed obiettività quanto ottenuto anche come espressione di responsabilità e di oculata gestione che consentirà la realizzazione dei programmi di governo». «La Sardegna insomma – ha concluso Deriu – ha una nuova credibilità al di là della retorica del governo amico e la maggioranza è pronta ad assumersi le sue responsabilità nel nuovo contesto per riformulare le politiche andando al cuore dei problemi».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) si è limitato in apertura alla presa d’atto della situazione: «D’altra parte l’esercizio provvisorio è praticamente atto dovuto, ma crediamo che questi mesi l’assessore Paci abbia capito il vero contenuto dell’accordo firmato a luglio con lo Stato, come hanno confermato gli sviluppi successivi della situazione, il ripensamento su ritiro di alcuni ricorsi e la riflessione complessiva sulla capacità e sulla volontà dello Stato di rispettare gli impegni sottoscritti». «L’elemento più grave di questa vicenda – ha aggiunto Cossa – è stato quello di conferire in toto alla Ragioneria dello Stato il potere di determinare le entrate dovute alla Regione perché senza dialettica e senza confronto è lecito non aspettarsi niente di buono». Sul piano politico generale, il consigliere dei Riformatori sardi ha poi osservato che «a questo punto non significa più nulla parlare di agenzia sarda delle entrate mentre, attenendosi ai numeri del bilancio, sembrerebbe che il venir meno del patto di stabilità non si traduca in grandi vantaggi». Avviandosi alla conclusione, il consigliere Cossa ha dedicato un passaggio al problema della accise, oggetto il 23 gennaio di una udienza davanti alla Corte Costituzionale, affermando che «pur essendo consapevoli delle difficoltà attuali della finanza pubblica nazionale, come dimostra ad esempio l’aumento dell’Iva su pellet, riteniamo che la nostra pretesa sia fondata sulla base dello Statuto sardo e comunque la partita doveva essere giocata perché Sardegna deve fare la sua parte con tutti i mezzi consentiti dall’ordinamento».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha dato la parole all’assessore Paci per la replica.

L’assessore ha annunciato di non voler entrare nel merito dei tempi sollevati dal dibattito. «Prendo atto delle critiche e delle lodi arrivate dal Consiglio ma, trattandosi di un provvedimento tecnico come l’esercizio provvisorio, su tutta una serie di questioni come accise, Irap e pareggio di bilancio, ritengo più opportuno rinviare confronto e l’analisi a lunedì prossimo quando la finanziaria sarà assegnata alle commissioni; per ora rinnovo il ringraziamento a tutti i gruppi consiliari per aver consentito che questo disegno di legge venisse esaminato dall’Aula con procedura d’urgenza».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli ma, al momento dello scrutinio, è stata constatata la mancanza del numero legale; la seduta è stata sospesa per consentire una riunione della conferenza dei capigruppo.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperti i lavori e posto in votazione il passaggio agli articoli del disegno di legge 174 che l’Aula ha approvato con 25 voti favorevoli su 42 votanti (44 consiglieri presenti). Posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n.1 (Cocco Pietro e più), per autorizzare l’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per il 2015 per il periodo di due mesi (dal 1 gennaio 2015 al 28 febbraio 2015), è stato approvato con 25 voti favorevoli su 25 votanti (43 consiglieri presenti). Approvato, quindi, con 26 favorevoli (44 votanti su 46 presenti) l’articolo 2 “entrata in vigore”, il presidente del Consiglio ha posto in votazione il testo finale della legge che è stato approvato dall’assemblea con 26 a favore, 18 contrari (46 presenti e 44 votanti).

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, per l’illustrazione della richiesta, ai sensi dell’articolo 125 comma 4 del regolamento interno, di istituzione di una commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi.

L’esponente della maggioranza ha sottolineato l’opportunità della richiesta avanzata da un gran numero di consiglieri regionali per avere un quadro preciso e dettagliato su un settore che assorbe una grande parte delle risorse disponibili del bilancio regionale. «E’ un tema che riguarda l’intera finanza pubblica – ha spiegato Deriu – e la tenuta dei conti della Regione sarda».

Deriu ha quindi fatto riferimento alla recente legge sulla spesa sanitaria («una pre-riforma o una leggina») per ribadire l’impegno del Consiglio per procedere con una “vera” riforma sanitaria che non potrebbe realizzarsi – a giudizio dell’esponente dei democratici – senza una verifica precisa dei meccanismi di spesa in Sanità e dell’efficacia della stessa. Deriu ha ricordato quindi i tre miliardi di euro destinati al sistema sanitario sardo, sottolineando come ben 2,8 miliardi sono trasferiti direttamente alle aziende sanitarie. «Grande volume di spesa – ha proseguito il consigliere Pd – è destinata al personale ma un’altra parte della spesa deriva dalla contrattazione privata svolta dalle diverse Asl». «Su questa spesa – ha aggiunto Deriu – dovrà fare piena la luce la commissione speciale del Consiglio regionale».

Il consigliere della maggioranza ha quindi rimarcato l’importanza dello “strumento” di una commissione ad hoc per valutare e verificare la spesa sanitaria in Sardegna. «Non sarà un’inchiesta sugli atti di questo o quel governo – ha concluso Roberto Deriu – ma un’indagine sulla spesa pubblica in Sanità per procedere con una reale riforma del sistema sanitario sardo».

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha dichiarato di condividere e sostenere la richiesta dell’istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta sulla spesa sanitaria nell’Isola. «Dobbiamo fare piena luce e chiarezza – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – su ciò che è stata la gestione della sanità in Sardegna». Forma ha quindi ribadito l’opportunità della commissione d’inchiesta e ha definito la richiesta avanzata dal Consiglio “un percorso corretto” auspicato non solo dalla politica ma anche dalle stesse Asl. «Serve un’operazione verità sui costi della sanità sarda – ha insistito Daniela Forma – e sui conti delle Asl che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio». La consigliera del Pd ha concluso auspicando “tempi celeri”, invitando la commissione a concludere i lavori prima della conclusione del mandato dei commissari nelle Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha ricordato, in premessa, che la Regione sarda è l’unica tra quelle del Centro-Sud a non esser stata commissariata dal governo nella gestione della Sanità. Locci si è detto favorevole alla proposta così come illustrata dal consigliere Deriu (Pd). «Siamo favorevoli – ha spiegato Locci – ad una puntuale verifica della finanza regionale anche per superare le reciproche diffidenze rispetto alla gestione della Sanità». «Non serve – ha concluso il consigliere della minoranza – utilizzare la commissione come pretesto per puntare il dito contro i predecessori o come strumento per commissariare nei fatti la Giunta in materia di costi in Sanità».

Angelo Carta (Psd’Az), in apertura del suo intervento, si è chiesto il perché l’assessorato non sia ancora in possesso dei dati analitici sulla sanità. «Si verifica in questo settore ciò che si è verificato in provincia di Nuoro per il comparto dell’Industria. «Anche in quel caso – ha affermato Carta – non si è mai riusciti a capire che fine abbiano fatto gli investimenti statali per il rilancio dell’economia del centro Sardegna».  Il consigliere sardista ha quindi annunciato l’imminente proposta di costituzione di una specifica commissione d’inchiesta  per capire quante imprese del nuorese abbiano beneficiato di fondi pubblici, come siano stati gestiti e quali siano state le ricadute. «E’ la stessa filosofia – ha concluso Carta – che ispira la proposta avanzata dall’onorevole Deriu per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul sistema sanitario sardo».

Luca Pizzuto (Sel) ha espresso soddisfazione per la decisione dell’on. Deriu di proporre una commissione d’inchiesta sulla sanità. «La verità è sempre rivoluzionaria – ha detto Pizzuto citando Pasolini – ci troviamo davanti a un dato di fatto: il bilancio della Regione è quasi interamente assorbito dalla spesa sanitaria. Se le risorse venissero spese solo nell’interesse dei cittadini avremmo la migliore sanità del mondo. Invece sono numerosi gli sprechi e le anomalie gestionali».

Luca Pizzuto ha quindi proposto che la commissione d’inchiesta svolga una’analisi a tutto campo per capire dove sono gli sprechi e le collusioni clientelari che per troppo tempo hanno condizionato la sanità sarda. «Occorre coraggio – ha concluso il consigliere di Sel – per andare a fondo. Per costruire una sanità migliore e liberare risorse per le politiche di sviluppo bisogna abbattere il sistema clientelare e distruggere le collusioni».

Giorgio Oppi (Udc) ha invece chiesto all’Aula di dare mandato al presidente del Consiglio per la nomina della Commissione d’inchiesta sulla sanità. «Sarà quella – ha detto Oppi – la sede deputata a svolgere tutte le verifiche necessarie per far luce su sprechi e incongruenze del sistema sanitario isolano».

Il capogruppo del Centro Democratico Roberto Desini ha attaccato il sistema di gestione della sanità in Sardegna . «Difficile non intervenire quando si sentono alcune affermazioni da parte di chi in passato ha gestito la sanità– ha detto Desini – non è un problema di carattere culturale, è un problema che riguarda tutti i cittadini sardi». L’esponente della maggioranza si è poi augurato che la commissione possa stanare, una volta per tutte, le inefficienze  che hanno caratterizzato il sistema sanitario isolano. «L’obiettivo – ha concluso Desini – è creare l’opportunità di mettere al centro della sanità il cittadino-paziente».

Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, il quale ha ribadito il sostegno all’istituzione della Commissione sulle basi e con gli obiettivi illustrati dal consigliere Roberto Deriu. Fortemente critico verso l’atteggiamento del capogruppo del Cd, Roberto Desini, che con i suoi attacchi verso gli altri «non guarda a quanto accade a casa propria». Pittalis ha sottolineato che l’obiettivo della commissione resta quello di valutare i problemi, per trovare soluzioni, e non usarla come un tribunale, come strumento per lavare panni sporchi o ancora, per «atteggiamenti di rivalsa di qualcuno perché non è stato accontentato nella nomina dei commissari».

Il presidente ha poi dato la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Salute, Luigi Arru ha dato parere favorevole e ha dichiarato di voler sostenere, attraverso il supporto degli uffici dell’assessorato, l’attività della Commissione. Arru ha annunciato di aver dato mandato agli uffici di predisporre l’atlante della sanità sarda con tutti i numeri e verrà messo a disposizione della Commissione. L’assessore ha anche annunciato che il 29 dicembre è stata approvata una delibera, grazie a un accordo con Federfarma, per distribuire nelle farmacie i farmaci da dare ai pazienti che devono proseguire le terapie a casa, inserendo anche i farmaci Nao (anticoagulanti). «Dobbiamo salvare il sistema sanitario nazionale – ha affermato Arru – che è un buon sistema. Ben venga questa commissione». Per quanto riguarda la trasparenza sugli appalti, Arru ha ricordato che con l’istituzione della Centrale unica d’acquisto la trasparenza sarà garantita.

Il presidente ha quindi annunciato che è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo. Il primo firmatario, Pietro Cocco (Pd), ha illustrato il testo che delega il presidente del Consiglio regionale a nominare i componenti della Commissione d’inchiesta che entro sei mesi riferisca al Consiglio sui seguenti punti: «Quale sia l’incidenza della spesa farmaceutica, convenzionata e ospedaliera, quale sia il suo andamento di crescita, quale sia raffronto con la medesima spesa nelle altre regioni italiane; quali siano le differenze di spesa sanitaria alle diverse Asl della Sardegna; quale sia stata la rispondenza tra gli obiettivi aziendali e quelli effettivamente raggiunti; quale Sia la distribuzione delle risorse umane tra medici, paramedici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti; quale sia stata la gestione delle gare pubbliche per l’acquisto di beni e servizi, quali gare abbiano avuto compimento e quali non siano state rese operative, nell’eventualità per quali ragioni; quali possono essere i margini operativi per una contrazione dei costi nel mantenimento dei livelli di assistenza».

Dopo aver avuto il parere favorevole della Giunta, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato. Il presidente ha messo poi in votazione l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio del Consiglio regionale fino al 28 febbraio.

Proseguendo nell’esame dell’ordine del giorno, il presidente Ganau ha avviato la discussione generale della proposta di legge 76/A – “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’identità sarda”, dando la parola al relatore, il presidente della commissione Informazione Gavino Manca, del Pd.

Nella sua relazione, Manca ha ricordato l’articolato confronto svoltosi in commissione anche con il contributo positivo e costruttivo dei consiglieri di minoranza. Siamo consapevoli, ha detto Manca, «della necessità di una legge complessiva che risponda all’evoluzione normativa e tecnologica del mondo dell’informazione, che rende ormai superata la legge regionale del ‘98». Il settore, ha aggiunto Manca, «attraversa una crisi senza precedenti provocata in buona parte dall’avvento del digitale terrestre, dall’espansione di internet e dal calo della raccolta pubblicitaria». Rispetto al testo originario, ha detto ancora il consigliere Manca, «sono state introdotte alcune modifiche soprattutto per correggere una impostazione di una sorta di servizio pubblico che avrebbe comportato problemi sia con la normativa vigente che con il ruolo della Rai, ma il testo mantiene alcuni punti molto qualificanti: il contenuto del servizio richiesto, la concessione di contributi a fronte di pacchetto programmi legati all’informazione locale e a temi di grande rilevanza, come programmi di pubblica utilità, la conoscenza dell’Europa, i minori e i giovani». I criteri per l’attribuzione dei fondi, ha spiegato successivamente il relatore, «sono quelli della copertura territoriale, dell’utenza raggiunta, dei dipendenti a tempo pieno presenti nelle aziende, del ruolo incisivo del Corecom sui controlli relativi al possesso dei requisiti, della possibilità anche per le piccole emittenti associate di accedere ai contributi». Un provvedimento, ha infine sintetizzato Manca, «che auspichiamo possa alleggerire la crisi del comparto».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha sostenuto che «il lungo lavoro sul testo svolto in commissione ci spinge a guardare con occhi diversi la normale dialettica interna del Consiglio regionale, impegnando tutti per una norma equilibrata, con interventi di sistema che senza dare un giudizio sull’editoria sarda nel suo complesso cerca di raggiungere un obiettivo alto». «Al di là di un bilancio dell’esperienza storica della tv locale in Sardegna – ha proseguito Tunis – è chiaro che l’introduzione del digitale è stato un evento di portata storica che ha prodotto risultati negativi in tutta Italia, un contesto che ha trascurato la peculiarità di queste aziende i cui capitali sono non solo economici ma soprattutto in termini di risorse umane tecniche e giornalistiche». Dopo aver ricordato l’intervento della Regione nella precedente legislatura, l’esponente di Forza Italia si è soffermato sui problemi del settore dell’informazione, ponendo l’accento sul fatto che «occorre puntare non solo al funzionamento delle imprese ma alla loro crescita, non basta in altre parole sostenere chi c’è già ma allargare gli spazi di pluralismo, dell’accesso libero all’informazione nel territorio regionale, per consolidare fra l’altro un sistema in grado di far dialogare positivamente istituzioni e i cittadini, fermo restando il valore di un sistema informativo fortemente legato alla nostra identità, alla nostra cultura ed alla nostra lingua».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendetzia) ha assicurato il pieno appoggio alla legge per due ragioni fondamentali. «Noi pensiamo – ha affermato – che un settore che occupa in Sardegna circa 200 persone, con aziende i cui ricavi provengono per due terzi dal mercato pubblicitario, ha elementi non certo trascurabili anche perché in profonda crisi, dovuta al momento economico generale ma anche ad un deficit di credibilità per l’aumento progressivo degli spazi del digitale terrestre». C’è poi, ha dichiarato Zedda, «un fattore specifico della Sardegna dove il costo del personale e dei contratti ha avuto incidenza del 59% sulla spesa complessiva delle aziende, dato quasi doppio rispetto alla media nazionale». Il consigliere ha poi ricordato le difficoltà di reti televisive come Sardegna Uno, in forte ristrutturazione, di Videolina dove sono state avviate le procedure di mobilità, di Cinque stelle dove non vengono pagati da mesi gli stipendi, soffermandosi poi sul valore democratico e civile dell’informazione locale: «La tv garantisce fra l’altro – ha sostenuto – il diritto popoli a non uniformarsi ad un certo pensiero unico, è un grande veicolo di trasmissione informazioni, informa l’opinione pubblica, orienta scelte, comportamenti e linguaggi, rappresenta uno strumento importantissimo per l’affermazione della nostra identità, della nostra cultura, delle nostre differenze e specificità».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha espresso l’opinione che la legge sia «un’occasione da cogliere per riaprire su basi buone il rapporto della Regione con l’Europa, affermando con forza in quella sede che il riferimento all’identità sarda non è un espediente per attirare aiuti di Stato ma, a supporto di questa azione, occorre un ruolo politicamente incisivo della Giunta regionale senza la mediazione del Governo centrale». E’sbagliato, secondo Floris, «lasciare questo problema sullo sfondo, anche perché la Sardegna non parte affatto da zero; abbiamo fatto due conferenze sulle politiche regionali ed europee approvando il cosiddetto documento di Cagliari sui rapporti fra Europa, Regioni e Regioni speciali, partiamo da qui».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha messo in luce il ruolo importantissimo della stampa e dell’editoria anche nella ripresa economica, ideale e di valori della nostra società che tutti auspichiamo. «Il settore – ha ricordato – subisce gli effetti di una crisi profonda che ha il suo epicentro nel lavoro di diverse categorie produttive, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticare che la libertà di stampa è un valore assoluto che deve restare libero da ogni condizionamento». «In commissione – ha continuato Pittalis – abbiamo fatto il possibile anche per avere iter accelerato del provvedimento ma forse velocità ci ha fatto perdere di vista la valutazione di alcuni aspetti e cioè che la legge doveva essere approvata entro il 2014 mentre oggi abbiamo qualche problema di copertura finanziaria». Speriamo che il governo non faccia obiezioni, ha concluso Pittalis, annunciando il voto favorevole del suo gruppo «nonostante la maggioranza sia a ranghi ridottissimi» ed insistendo su «uno sforzo ulteriore per dare alla Sardegna una legge organica di riforma dell’informazione».

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino, che ha evidenziato la situazione di crisi che investe il settore della emittenza televisiva privata ed ha confermato a questo proposito, l’impegno responsabile delle istituzioni e della Regione sarda, in particolare. L’assessore ha quindi dichiarato il parere favorevole dell’esecutivo per il provvedimento che – a suo giudizio – offre risposte in ordine a due temi fondamentali. Da una lato, la salvaguardia dei livelli occupazionali e dall’altro la tutela e la valorizzazione della lingua sarda.

L’assessore Firino ha definito la legge in discussione, un primo passo nel verso di una rivisitazione delle norme in materia di emittenza e editoria ed ha concluso evidenziando come l’attuale normativa non tenga conto della editoria on line.

Il consigliere di FdI (gruppo Sardegna), Paolo Truzzu, in sede di dichiarazione di voto, ha preannunciato il voto favorevole («non è la migliore delle leggi ma è una legge giusta e equa») al provvedimento, auspicando una riforma dell’intero sistema dell’editoria sarda.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, nel ribadire i valori della libera informazione e della democrazia ha preannunciato voto favorevole «in memoria dei giornalisti morti a Parigi per difendere la libertà e la democrazia».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi proposto un minuto di silenzio in segno di lutto e solidarietà per le vittime dei tragici fatti di Parigi.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accolto l’invito del capogruppo Pittalis ed ha invitato i consiglieri ad alzarsi in piedi per il tributo dell’Assemblea sarda alle vittime di Parigi.

Terminato il minuto di raccoglimento l’Aula ha proceduto con la votazione del passaggio agli articoli (approvato) e di seguito con l’approvazione dell’articolo 1 (modifiche all’articolo 1 della legge regionale 22\98 – Finalità) e con 39 favorevoli su 39 votanti (40 presenti) ha dato disco verde anche all’articolo 2 (destinatari degli interventi).

Aperta a discussione sull’articolo 3 (requisiti) il presidente ha annunciato la presentazione di 7 emendamenti.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca ha quindi formulato parere favorevole per gli emendamenti, a firma Cocco Pietro e più, n. 3, 4, 5, 6, 7, 13  e parere contrario per l’emendamento n.2 (Truzzu). La Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore e l’Aula ha approvato l’emendamento n. 3 che sopprime il comma 2 dell’articolo 3; l’emendamento n. 4 che sostituisce la lettera c) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «c) possedere una stabile organizzazione redazionale dotata di giornalisti e personale tecnico amministrativo con rapporto di lavoro a tempo indeterminato assunto con contratto di categoria e un direttore responsabile»; e l’emendamento n. 5 che sostituisce la lettera d) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «d) essere in regola con il versamento degli oneri previdenziali e assistenziali attestato attraverso il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) dall’Inpgi o, per il personale non giornalistico, dall’Inps».

Il presidente preso atto dell’approvazione dell’emendamento n. 5 ha dichiarato decaduto l’emendamento n. 2 (Truzzu). Posto in votazione e approvato il testo dell’articolo 3, il presidente Ganau ha proceduto con la votazione degli emendamenti aggiuntivi e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 6 che aggiunge, dopo la lettera “a bis”) del comma 1 la dicitura “essere società costituite da almeno 36 mesi”: l’emendamento n. 13 che alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 3) dopo la parola “popolazione” aggiunge le seguenti: “a tal fine le emittenti televisive possono costituire un raggruppamento temporaneo di imprese o un consorzio”; e l’emendamento n. 7 che dopo il comma 1) dell’articolo 3 aggiunge il seguente: «1-bis) Alle emittenti che trasmettono in ambito locale televisivo in assenza del requisito di cui alla lettera e) del presente articolo la Giunta regionale, con delibera di cui al comma 3) dell’articolo 24 bis, riserva il 15 per cento delle risorse previste dalla presente legge, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite nella medesima delibera».

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 4 per il quale sono stati presentati due emendamenti sostitutivi parziali e uno aggiuntivo. Per tutti, il presidente della Seconda Commissione, Gavino Manca, ha dato parere favorevole.

Il primo emendamento, presentato da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione elimina la previsione di specifici programmi dedicati alle donne da parte delle emittenti beneficiare delle provvidenze. Il secondo, anche questo bipartisan, stabilisce che i contributi vengano erogati alle aziende editoriali in base al numero di giornalisti e tecnici assunti a tempo indeterminato. Il terzo emendamento, aggiuntivo, prevede l’obbligo da parte della Giunta di presentare una relazione dettagliata sull’attuazione degli interventi e dei risultati ottenuti. Gli emendamenti e il testo dell’articolo sono stati approvati dall’Aula.

L’Assemblea ha poi esaminato l’articolo 6 (norma finanziaria) al quale è stato presentato un emendamento sostitutivo totale che  individua la copertura finanziaria della legge negli stanziamenti ordinari di bilancio destinati alla legge regionale 22/1998 Legge per l’editoria). L’emendamento, per il quale il presidente della Seconda Commissione Gavino Manca ha dato parere favorevole, ha ottenuto il via libera dall’Aula.  Il Consiglio ha quindi approvato l’articolo 7 e votato il testo finale della legge.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione la mozione n. 58 «sulla richiesta di una moratoria internazionale sull’attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio».

Modesto Fenu (Zona Franca), primo firmatario del documento, ha illustrato la mozione e chiarito il significato dell’iniziativa parlamentare. «C’è una palese ingiustizia subita dai cacciatori sardi, nonostante le competenza primaria in materia venatoria da parte della Regione – ha detto Fenu – la mozione punta a garantire alle doppiette nostrane le stesse opportunità date ai cacciatori delle altre regioni italiane». Fenu ha poi ricordato la recente sentenza della Corte di Strasburgo che riconosce alle associazioni venatorie un ruolo di primo piano nella gestione e difesa del territorio, un ruolo riconosciuto anche in Sardegna per l’abbattimento delle specie nocive. «L’attività delle associazioni venatorie è utile a garantire un migliore governo del territorio – ha sostenuto l’esponente della minoranza – non si capisce per quale motivo la caccia ai turdidi si deve concludere l’8 gennaio in Sardegna mentre nelle altre regioni si posticipa al 31 gennaio. Chiediamo che ai cacciatori sardi venga assicurato lo stesso trattamento riservato a quelli italiani ed europei».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha chiarito che la Giunta è attenta a tutte le questioni che riguardano l’attività venatoria in Sardegna soffermandosi su alcuni punti della mozione. In particolare, Spano ha spiegato che la Giunta ha partecipato al tavolo tecnico con il Governo e ha fornito diversi spunti al Ministero. «Abbiamo chiesto un approfondimento per capire il perché delle differenze nel calendario venatorio tra Sardegna e Corsica e manifestato la necessità di un approfondimento per rivisitare le date in modo che i cacciatori sardi non siano discriminati, il primo principio da seguire, in ogni caso, è sempre quello della protezione della specie».

A conclusione del suo intervento, Donatella Spano ha annunciato la presentazione, a breve, del Piano faunistico regionale e del regolamento di attuazione della legge 23 in linea con le peculiarità del territorio sardo e in armonia con la normativa nazionale e internazionale.

 Il presidente ha dato quindi la parola per la replica a Modesto Fenu (Sardegna): «Penso che ognuno debba rendersi responsabile di quello che dice», ha affermato rivolgendosi a uno scambio avuto poco prima con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. «Credo che questa mozione sia meritevole di essere sostenuta dal Consiglio», ha aggiunto Fenu ricordando di aver manifestato la disponibilità a togliere i due punti che non convincono l’assessore e ha esortato l’Aula a votare la mozione in maniera unitaria. Pietro Cocco (Pd) è intervenuto per dichiarare di non sapere di cosa stesse parlando il collega Fenu e ha affermato di condividere appieno quanto affermato dall’assessore Spano. Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente ha dato la parola al presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd) il quale ha proposto di dare il tempo all’assessore di attuare l’impegno preso oggi, ritirare la mozione e, dopo la Finanziaria, riprendere l’esame della situazione in commissione.

Hanno poi annunciato voto favorevole Pietro Pittalis (FI), Angelo Carta (Psd’Az) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi).

Il presidente ha messo in votazione la mozione con procedimento elettronico per la verifica del numero legale. Non essendoci il numero legale, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocherà il Consiglio a domicilio.

Il gruppo “Sinistra, ecologia e libertà” del Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge finalizzata a favorire l’insediamento dei giovani in agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli vincolandone la destinazione d’uso.

Il provvedimento, per il quale sarà sollecitato un esame rapido da parte della commissione competente, prevede la concessione in locazione di terreni pubblici ai giovani che intendono dedicarsi all’agricoltura o all’allevamento. Le agevolazioni saranno destinate ad aspiranti agricoltori con meno di 40 anni di età con la qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo o a soggetti con più di 40 anni che, pur esclusi dalle agevolazioni della legislazione nazionale, potranno accedere alle graduatorie per la locazione dei beni.

«Crediamo molto in questa iniziativa – ha spiegato Daniele Cocco, capogruppo di Sel e primo firmatario della proposta di legge – in Sardegna ci sono tantissimi terreni incolti che potrebbero rappresentare un importante occasione di lavoro per i giovani disoccupati. Se approvata in tempi rapidi, la norma potrebbe infatti agevolare l’applicazione delle disposizioni sull’insediamento dei giovani in agricoltura previste nel nuovo Piano di sviluppo rurale che a breve sarà approvato dall’Unione europea». Il nuovo Psr prevede un finanziamento di 45.000 euro per i nuovi insediamenti in agricoltura, su circa 4000 domande presentate solo 700 sono state ritenute ammissibili: «Con questa legge – ha proseguito Cocco – molti giovani, attualmente senza terreni a disposizione, potrebbero rientrare tra i soggetti beneficiari».

La proposta di legge, composta da sei articoli, consentirà di utilizzare le aree gestite dall’Ente Foreste e da altri enti regionali. «La terra a chi lavora, traduciamo in una norma un motto degli anni ’60 e apriamo a un indotto agroalimentare strategico per la Sardegna – ha detto il segretario regionale di Sel Luca Pizzuto – le misure previste avranno importanti ricadute per la ripresa dell’occupazione giovanile». «Le terre concesse ai giovani rimarranno in mano pubblica – ha precisato Francesco Agus – obiettivo della legge è infatti quello di evitare speculazioni e favorire il rilancio dell’agricoltura. Per questo abbiamo previsto solo concessioni in locazione a differenza di altre regioni che hanno sperimentato questo percorso.»

«E’ un’iniziativa forte per restituire speranza ai giovani e incentivare il ritorno ai campi – ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai – una proposta che va in controtendenza rispetto alle decisioni del Governo nazionale che con l’Imu sui terreni agricoli rischia di assestare un colpo mortale al comparto e a tutta l’economia sarda.»

Luca Pizzuto 2 copia