22 December, 2024
HomePosts Tagged "Luca Sanna" (Page 3)

[bing_translator]

Il miglioramento genetico come strumento di crescita economica delle aziende zootecniche della Sardegna è stato il tema che ha animato il seminario organizzato da Confagricoltura Sardegna, nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione superiore Duca degli Abruzzi di Elmas. Numerosi relatori tra studiosi e portatori di interesse hanno parlato a una platea gremita di allevatori, studenti e agronomi. Ad aprire e chiudere i lavori, coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna, Maurizio Onorato, il presidente dell’associazione regionale di categoria, Luca Sanna.

Confagricoltura Sardegna. «Abbiamo gli strumenti scientifici, le menti, gli allevatori e il bestiame per fare bene, ma è stato interrotto il lavoro di decenni sotto il profilo del miglioramento genetico. I bilanci delle aziende agricole hanno bisogno di tale processo e di animali che possano dare produzioni di altissima qualità, che vivano a lungo, resistano alle malattie e affrontino stagioni produttive capaci di assicurare profitto a chi li alleva e progenie che perpetuino questa tendenza: che noi vogliamo coltivare e incrementare». Lo ha detto Luca Sanna che ha aggiunto: «Da quando nei primi anni 2000 si è manifestata in Sardegna la blue tongue, abbiamo perso oltre un milione di capi ovini. Gli imprenditori zootecnici si sono dovuti arrangiare, anche a causa della scomparsa delle attività delle associazioni degli allevatori. Il miglioramento genetico degli animali, secondo diversi studi scientifici, ha portato negli anni a una riduzione dell’impatto ambientale, contrariamente a quanto sostiene qualcuno. Con i nostri strumenti politico-sindacali – ha proseguito – dobbiamo pressare le istituzioni e le associazioni degli allevatori affinché riprendano al più presto il lavoro dal punto in cui si è interrotto. C’è chi importa altre razze, che inquinano il nostro patrimonio genetico con il rischio dell’arrivo di nuove malattie. La pecora sarda, per esempio, era la regina nelle produzioni di latte, oggi ci sono razze spagnole e francesi che ci stanno superando. Il mondo dell’agricoltura purtroppo non è più il settore economico trainante dell’Isola: lo dicono i dati. Dobbiamo invertire questo trend per riconquistare quote di mercato importanti per lo sviluppo di tutta la Sardegna. Peccato – ha concluso Luca Sanna – che all’iniziativa di oggi sia mancato completamente l’interlocutore politico invitato a partecipare».

L’Università. «Il miglioramento genetico è la via più efficace per costruire una zootecnica sostenibile nel futuro – ha sottolineato Giuseppe Pulina dell’Università di Sassari -. In Sardegna abbiamo una riserva genetica molto importante che va conservata e valorizzata, sia nel settore ovino sia in quelli bovino e caprino. Nell’Isola abbiamo vacche da latte all’avanguardia e pecore da latte che, purtroppo, sono in retroguardia».

Nicola Macciotta, dell’Università di Sassari, ha illustrato il panorama nazionale e internazionale dal passaggio dalla genetica alla genomica nelle specie di interesse zootecnico. «A livello mondiale – ha ricordato – il settore bovino è anni luce più avanti rispetto all’ovino, per motivi legati ai diversi investimenti economici. Tuttavia, il nostro Ateneo sta portando avanti uno studio sulla tracciabilità della provenienza dei prodotti attraverso gli strumenti della genomica. Un metodo che consente di comprendere in maniera inequivocabile se un agnello proviene dall’estero oppure se è realmente di razza pura. Non basta, infatti, un esame a vista: occorre un metodo scientifico».

Agris. Del passaggio dalla genetica alla genomica, visto come un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte, ha parlato anche Sara Casu dell’Agenzia regionale Agris Sardegna, che ha illustrato le possibilità applicative offerte dai nuovi strumenti della genetica molecolare nel miglioramento genetico degli ovini da latte. «Agris – ha detto Sara Casu – sta puntando molto su una strategia di implementazione della selezione genomica. A differenza di quanto avviene in Francia, dove sono applicati schemi di selezione genomica simili ai bovini, in Italia sembra opportuno implementare schemi basati su popolazioni di riferimento femminili. La Spagna, invece, ha fatto scelte differenti: non sempre punta sulla selezione della razza locale in purezza”».

Confagricoltura nazionale. «La riforma della riproduzione animale – ha detto Daniele Mezzogori dell’Ufficio Economico di Confagricoltura – introdotta con il decreto ministeriale emanato l’anno scorso, ha modificato sensibilmente tutto il comparto. Prevede innanzitutto il principio della terzietà tra le associazioni degli allevatori e coloro che sono deputati alla raccolta dei dati funzionali degli allevamenti. Poi vi è la liberalizzazione del mercato dei servizi. Infine le nuove modalità di partecipazione degli allevatori nei piani genetici di sviluppo in ambito nazionale. Tutto ciò dovrebbe consentire una riproduzione più efficiente e funzionale».

Trasformazione. «Il miglioramento genetico operato in questi ultimi decenni sugli ovini allevati in Sardegna ha creato, insieme ai mutamenti di gestione delle aziende primarie, focalizzate quasi esclusivamente verso l’incremento delle quantità di latte, una perdita di materia secca utile caseificabile e quindi un decremento delle rese casearie». Così Gavino Nieddu, direttore industriale della CAO Formaggi, che ha aggiunto: «Nel momento in cui non si è valorizzata la qualità, con griglie adeguate nelle retribuzioni, gli allevatori hanno puntato solo sul versante della quantità di latte prodotta. In altri paesi, come la Spagna o la Francia, il prezzo del latte pagato al produttore primario si basa fondamentalmente sulla quantità di materia utile caseificabile. I parametri di analisi su cellule somatiche e carica batterica infatti sono sempre più spesso meno considerati in quanto dati per scontati per il rispetto delle normative igienico sanitarie».

 

[bing_translator]

In un sistema agricolo in continua evoluzione, il miglioramento genetico è fondamentale per mantenere, e possibilmente accrescere, la produttività e la reddittività delle aziende zootecniche. Cosa è stato fatto sino ad oggi e cosa non si è fatto? Quali sono le conseguenze economiche per le imprese e quali sono le prospettive della genetica per il prossimo futuro? Per fare il punto sulla situazione in Sardegna, la Confagricoltura ha organizzato un seminario dal titolo ‘Miglioramento genetico e risvolti economici sulle aziende zootecniche’, che si terrà giovedì 12 dicembre (inizio ore 9.00) all’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Duca degli Abruzzi’ (via Acquedotto Romano, zona industriale Est – Elmas). I lavori, che saranno coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna Maurizio Onorato, saranno aperti dagli interventi di Gabriella Murgia, assessora regionale dell’Agricoltura, di Piero Maieli, presidente V Commissione (Attività produttive) del Consiglio regionale e di Domenico Gallus, presidente VI Commissione (Salute e politiche sociali). Chiuderà l’appuntamento il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna Luca Sanna. Interverranno inoltre:

Il miglioramento genetico: a che punto siamo e cosa fare

Giuseppe Pulina, Università di Sassari

La genomica nelle specie di interesse zootecnico: una nuova frontiera per nuovi caratteri

Nicola Macciotta, Università di Sassari

Dalla genetica alla genomica: un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte

Sara Casu, Agris Sardegna

La riforma della produzione animale. Quale futuro?

Daniele Mezzogori, Ufficio Economico di Confagricoltura

L’esperienza di un trasformatore: effetto economico del miglioramento genetico e delle condizioni di gestione di allevamento ovino in un’impresa di trasformazione

Gavino Nieddu, Cao Formaggi

L’esperienza di un allevatore di ovini. Selezione genetica e valorizzazione commerciale

Maurizio Podda, presidente nazionale sezione ovicaprina Confagricoltura

Il miglioramento genetico per ottimizzare i bilanci aziendali

Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna

La partecipazione all’evento prevede l’attribuzione dei relativi crediti formativi professionali come da Regolamento CONAF n. 3/2013 per la formazione professionale continua. L’appuntamento è infatti organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Cagliari.

 

[bing_translator]

Prima uscita stagionale ufficiale per la Dinamo Banco di Sardegna 2019-20, i ragazzi di coach Pozzecco, da ieri al Geovillage Sport & Wellness Resort di Olbia per la seconda parte di ritiro, hanno incontrato in esclusiva questa mattina i giornalisti di carta stampata e televisioni per il tradizionale “Welcome Day” nel dehors a bordo piscina. Unico assente Stefano Gentile, rimasto in hotel per una sindrome influenzale.

Coach Gianmarco Pozzecco ha aperto le danze ed ha fatto gli onori di casa: «L’anno scorso abbiamo provato insieme allo staff ad andare in una certa direzione, cercando di dare più spazio ai giocatori che stavano meno in campo. Questi giocatori erano prevalentemente italiani, quest’anno abbiamo proseguito semplicemente il lavoro iniziato».

A coadiuvare il lavoro del coach i due assistenti Edoardo Casalone e Giorgio Gerosa che hanno raccontato un po’ il dietro le quinte della costruzione della nuova squadra: «Quando si prendono i giocatori la prima cosa da fare è conoscerli di persona, il nostro obiettivo era quello di trovare giocatori esperti che potessero essere funzionali alla nostra idea di gioco». Hanno proseguito sottolineando come sia importante iniziare la preparazione precampionato con il gruppo al completo sin da subito: «Ci darà il vantaggio di far integrare tutti i nuovi nei sistemi e nel nostro modo di giocare».

Jack Devecchi, alla quattordicesima stagione biancoblu, è stato il primo tra i giocatori a parlare: «Ripartire con una base solida è fondamentale, sarà un aiuto in più ripartire con un roster compatto e più italiano. Sono contento di questa scelta societaria perché son dell’idea che aiuti a fare gruppo più in fretta, soprattutto quando si gioca due volte a settimana e inevitabilmente ci si allena di meno. Proveremo a ripeterci su tutti i fronti provando a far meglio della passata stagione».

Il fiorentino doc Lorenzo Bucarelli, dopo le due annate da capitano alla Cagliari Dinamo Academy, torna a Sassari in pianta stabile: «Per me è un’enorme possibilità, occasioni del genere vanno colte al volo, farò il massimo per sfruttarla al meglio».

Le chiavi della regia saranno quest’anno affidate a Marco Spissu: «Mi piacciono le responsabilità, dovrò trasformare la pressione in energia e positività, i compagni sono certo che mi daranno una mano».

Tra i confermati della passata stagione Daniele Magro: «Sono rimasto qui perché mi son trovato bene e non c’erano motivi per dover lasciare tutto quello che c’è di bello in quest’Isola».

Dwayne Evans è uno dei volti nuovi del Banco: «Non ho preferenze sul mio ruolo, sono un giocatore versatile, cercherò il modo migliore per essere d’aiuto alla squadra».

Alla terza stagione sassarese Achille Polonara esordisce così: «Voglio subito un altro trofeo, son felice di essere rimasto in Sardegna. Spero che questo buon inizio ci porti a far meglio della passata stagione».

Primo tra gli stranieri a firmare per la nuova stagione il centro croato Miro Bilan che già conosceva coach Pozzecco: «Mi ricordo del coach ai tempi del Cedevita, lui era il nostro assistente e devo ammetterlo, era abbastanza selvaggio come allenatore».

Terzo anno biancoblu anche per Dyshawn Pierre: «Ho deciso di rifirmare con carica e voglia perché qui sto veramente bene».

Aggregato al gruppo per la preparazione Marco Maganza: «Conoscevo già Achille da tempo perché abbiamo giocato insieme anche in Nazionale, sto cercando giorno dopo giorno di apprendere più cose possibili da un giocatore come lui».

Michele Vitali reduce dalla stagione ad Andorra sa qual è la ricetta per recuperare dalle lunghe trasferte: «Riposo, alimentazione, reintegrazione. Sono queste le piccole cose che poi aiutano sul campo».

Atterrato ieri pomeriggio sull’Isola, Curtis Jerrells conosce bene la Dinamo da avversario: «Qui in Sardegna ho sempre trovato un grande ambiente familiare con i tifosi che sostenevano sempre la squadra. Son sempre rimasto impressionato dall’esterno, ora sono contento di farne parte».

In chiusura presentati i tre giovanissimi del settore giovanile aggregati alla prima squadra in questo ritiro 2019: Marco Antonio Re, Christian Martis e Luca Sanna.

[bing_translator]

«Dal prossimo 14 ottobre l’Organismo pagatore regionale (Opr) dovrebbe muoversi con le proprie gambe rispetto alla gestione nazionale di Agea. Fino ad oggi non abbiamo notizie sul piano di reclutamento del personale dell’Opr, sulla sua formazione specifica e sull’organizzazione della struttura. I 45 giorni rimanenti, esclusa la pausa di agosto, paiono veramente pochi per portare a termine gli impegni propedeutici necessari per l’avvio delle attività dell’Opr.»

Lo ha dichiarato il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna, che ha aggiunto: «Non esiste alcuna pregiudiziale per la nascita dell’Organismo pagatore sardo che, a nostro avviso, potrebbe portare numerosi benefici agli imprenditori agricoli, qualora fosse realmente efficiente e bene strutturato, così da essere più veloce ed efficace nell’erogazione delle risorse rispetto all’Agea nazionale. L’Opr, infatti, dovrà occuparsi, oltre che dei fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr), anche dei pagamenti diretti della Politica agricola comune (Pac)».

Il presidente Sanna ha poi ricordato che «non si hanno notizie sullo stato dell’arte dell’implementazione dei nuovi programmi informatici, necessari a lavorare le pratiche, e sulla configurazione digitale degli accrediti tra sistema operativo regionale e i tanti Centri per l’assistenza agricola (Caa), dislocati nei diversi territori dell’Isola. Proprio con i Caa, dove gli imprenditori agricoli presentano le domande, l’Opr dovrà sottoscrivere le convenzioni nazionali. A questo iter di transizione va aggiunto che il nuovo Organismo dovrà occuparsi di buona parte del pregresso già presente in Argea: dalle domande ancora da istruire a quelle da correggere se interessate da anomalia».

«Nonostante siano passati alcuni mesi dal riconoscimento ufficiale dell’Opr da parte del ministero delle Politiche agricole – ha osservato il rappresentante dell’organizzazione di categoria – lo stato delle cose è preoccupante. Ai ritardi tecnici maturati fino ad oggi si aggiunge la mancata nomina del direttore generale di Argea Sardegna, decaduto per fine mandato, o di un commissario che dovrà traghettare l’Agenzia nella sua trasformazione in Organismo pagatore autonomo. Alla luce di questo quadro critico, ci appelliamo al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, e all’assessora dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, affinché si intervenga subito per non mettere a rischio i pagamenti Pac e Psr spettanti ad agricoltori e pastori sardi. Sarebbe inaccettabile scaricare, come spesso accade, i rallentamenti burocratici e di efficientamento sulle spalle dei lavoratori delle campagne. Per correre immediatamente ai ripari ed evitare ulteriori criticità relative al normale periodo di transizione tra Agea, Argea e Opr – ha concluso il presidente di Confagricoltura Sardegna – proponiamo che sia subito inoltrata al Ministero e ad Agea una richiesta di rinvio, di un anno, del passaggio di consegne tra Roma e Cagliari. In questi dodici mesi dobbiamo mettere a punto e testare al meglio la macchina burocratica regionale in modo che il nuovo servizio sia notevolmente più vantaggio rispetto a quello che stiamo lasciando.»

[bing_translator]

«Ci impegneremo da subito per garantire a tutte le organizzazioni di allevatori la rappresentanza democratica all’interno della neonata Associazione allevatori della regione Sardegna. E’ del tutto evidente che questo settore, che è davvero nel patrimonio culturale prima che economico della Sardegna, abbia bisogno di democrazia e soprattutto di servizi efficienti per tutti i produttori, che devono assicurati direttamente e indirettamente dalla Regione.»

Lo ha detto l’on. Piero Maieli, presidente della commissione V, al termine dell’audizione di tutte le organizzazioni di produttori tranne la Coldiretti, assente per altri improrogabili impegni.

E’ stato Pietro Tandeddu, direttore regionale di Coopagri a rivolgersi per primo ai commissari, evidenziando i limiti della neonata Associazione allevatori della Regione Sardegna e contestando il fatto che «servizi pubblici, pagati con i soldi pubblici, possano diventare strumenti di potere in mano a qualcuno. Nessuno intende dipendere dall’Associazione italiana allevatori, con al quale si può collaborare ma in un rapporto chiaro».

A seguire, il rappresentante della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni ha aggiunto: «Sono evidenti le manovre dell’Associazione italiane allevatori, non alla luce del sole». Luca Sanna, in rappresentanza di Confagricoltura, ha toccato il tema della rappresentanza in seno al governo di Aars: «La prevalenza è di Coldiretti, non c’è un rappresentante della Regione nonostante sia previsto. Nel consiglio di amministrazione siede un funzionario che non mi risulta allevi nemmeno un gatto o una cocorita. In questo scenario mancano i servizi per gli allevatori e persino le analisi sul latte vaccino e ovino vengono effettuate fuori dalla Sardegna, nonostante abbiamo i tecnici formati e pagati per fare questo. Siamo in un momento molto difficile, negli ultimi 15 anni la Sardegna ha perso un milione e mezzo di capi a causa della Blue tongue e nessuno si preoccupa di far ripartire il miglioramento genetico delle nostre greggi».

 

[bing_translator]

Lotta alla burocrazia, tempi rapidi nell’espletamento delle pratiche e procedure e una strategia nazionale che possa far competere le imprese agricole italiane con quelle straniere. Sono i punti salienti emersi nel corso dell’assemblea “Quale futuro per l’Agricoltura: la Pac da Bruxelles alla Sardegna” promossa da Confagricoltura Oristano ad Arborea. A sollecitare una politica di strategia sul settore agricolo è stato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti.

«E’ necessario che ci sia un programma che permetta alle imprese italiane di essere competitive, perché si opera in un mercato che ormai è globale.»

Attenzione poi alla questione burocrazia che allunga i tempi. «In Francia a giugno le imprese presentano le domande e le risorse arrivano ad agosto. Da noi le risorse arrivano l’agosto dell’anno successivo». Poi un passaggio sulle istituzioni europee: «Tuteliamo e valorizziamo le imprese, ma andiamo a Bruxelles con una strategia condivisa e chiediamo all’Ue reciprocità». A ricordare che il mondo delle campagne è fatto di imprese è stato anche il presidente regionale Luca Sanna che lanciando un appello al mondo della politica e a quello delle istituzioni ha rimarcato: «Dobbiamo lavorare oggi e non dopo. Chiediamo altrettanta solerzia alle istituzioni e amministrazioni. E’ necessario lavorare per l’agricoltura». Il presidente regionale ha poi rimarcato l’importanza di arrivare a soluzioni con le diverse questioni ancora aperte. A puntare il faro su burocrazia, rimarcando la necessità di fare leva sulla questione legata all’insularità e sollecitando la cosiddetta continuità territoriale delle merci, il presidente di Confagricoltura Paolo Mele.

«Il settore dell’Agricoltura in Sardegna – ha detto – ha un riconoscimento importante rispetto al proprio ruolo, dovuto al fatto che la Produzione Lorda Vendibile ammonta a circa 1,5 miliardi di euro l’anno e che non meno del 20% del fatturato industriale regionale è rappresentato dall’industria agro-alimentare.»
Per Paolo Mele “questo non basta». «Non è sufficiente riconoscergli il ruolo se poi non viene supportato in un percorso tutt’altro che semplice; occorre, infatti, garantire leve di competitività reale per tutti i settori, con evidenti e differenti criticità, che esporrò di seguito e che, per migliorare, necessitano di politiche regionali, nazionali e comunitarie mirate a creare valore aggiunto per il territorio e di conseguenza, per le imprese che vi lavorano».

[bing_translator]

Proseguono le audizioni della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale sulla vertenza latte. Dopo i pastori, sentiti nella serata di ieri, l’organismo consiliare presieduto da Pietro Maieli (Psd’Az) ha sentito in mattinata i vertici delle associazioni di categoria e i rappresentanti del mondo della cooperazione e dell’Oilos.

Coldiretti, Confagricoltura e Copagri hanno espresso soddisfazione per l’approvazione del decreto ministeriale che obbligherà i trasformatori a comunicare mensilmente le quantità di latte lavorato. Con dati certi, hanno sottolineato i rappresentanti delle associazioni, si potrà finalmente fare una programmazione seria che consenta di stabilire un prezzo minimo di vendita del prodotto.

Tutte le associazioni hanno inoltre auspicato una rapida chiusura del tavolo aperto dal Governo e dato un giudizio positivo sulla decisione di procedere alla modifica dello Statuto del Consorzio di tutela del pecorino romano e alla revisione del disciplinare di produzione dello stesso formaggio.

«La crisi è determinata dalla sovraproduzione di pecorino romano – ha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – il mercato è senza regole, nessuno rispetta i piani di produzione. Non è vero che c’è un eccesso di latte, il problema è che quasi tutto il latte viene trasformato in pecorino romano e commercializzato, nella quasi totalità, dagli industriali. Per garantire i pastori occorre stabilire un prezzo minimo di vendita.»

Altro tasto dolente è quello delle giacenze: «Su questo fronte non abbiamo dati certi. Non ci fidiamo dei Consorzi di tutela, per questo abbiamo chiesto un garante».

Richiesta condivisa dal presidente di Confagricoltura Luca Sanna: «Il Consorzio di tutela del pecorino romano si trincera dietro la privacy e non fornisce dati – ha affermato – è una situazione antipatica che non ci permette di fare valutazioni compiute e di procedere a una seria programmazione. Noi siamo disposti a fare la nostra parte. Il prezzo del latte non deve basarsi solo sulla produzione di pecorino romano ma tener conto anche delle altre produzioni di formaggio».

Il direttore generale di Copagri, Piero Tandeddu, è andato oltre invocando un diverso equilibrio tra quantità e qualità del latte prodotto: «Non tutto il latte è uguale, la qualità incide sulla trasformazione. Cominciamo a dire che il pecorino romano può essere prodotto solo con latte di pecore di razza sarda». Pietro Tandeddu ha poi auspicato un rafforzamento del mondo della cooperazione attraverso progetti di aggregazione: «Solo così potranno svolgere compiutamente il proprio ruolo sociale».

Patti di filiera, un osservatorio delle produzioni agricole, politiche di sostegno alle imprese per renderle più efficienti e competitive. Queste le principali richieste avanzate dal mondo della cooperazione.

Sergio Cardia (presidente Agci) ha espresso soddisfazione per la richiesta di riportare il tavolo di confronto all’assessorato all’agricoltura presentata dall’assessore Gabriella Murgia anche oggi presente ai lavori della Commissione. «E’ quella la sede naturale di confronto, la decisione di coinvolgere il prefetto era dovuta a un problema di ordine pubblico – ha detto Sergio Cardia – su altre questioni sarebbe invece opportuno procedere con tavoli nazionali. Sul prezzo dl latte c’è un lavoro già avviato, si riparta dal confronto interrotto il 19 gennaio nel tavolo verde regionale quando si arrivò a parlare di patto di filiera. Lo scoglio allora fu la fissazione di un prezzo minimo di vendita, con la collaborazione di tutti si può arrivare ad una soluzione condivisa».

La costituzione di un Osservatorio delle produzioni agricole ha invece suggerito Andrea Pilia di Confcoop Sardegna: «Si discute di questo problema del prezzo del latte da oltre 15 anni. La Commissione deve tener conto di quanto fatto fino ad oggi per non ricadere negli errori del passato. Un osservatorio consentirebbe di avere dati certificati ed oggettivi dello scenario produttivo. Solo così possiamo pensare di affrontare la sfida dei mercati».

Il presidente di Legacoop Claudio Atzori ha smontato le polemiche sulla mancanza di dati relativi alle produzioni di formaggio: «Per le tre dop (pecorino romano, pecorino sardo e fiore sardo) ci sono i dati ufficiali di Ismea e dei consorzi di tutela, i dubbi riguardano le altre produzioni – ha detto – il problema del prezzo è che in Sardegna ci sono realtà produttive differenti. Le grandi cooperative e i grandi industriali riescono a stare sul mercato. Le realtà più piccole incontrano invece grosse difficoltà e non riescono a stare sul mercato. Noi abbiamo stretto da poco un patto con Coop Italia per la commercializzazione del pecorino romano nella sua catena nazionale di supermercati strappando un prezzo nettamente migliore rispetto ai 4,5 euro al chilo. La soluzione per il comparto passa attraverso la programmazione del nuovo Psr: servono progetti di filiera che mettano insieme i soggetti seri e che rafforzino le imprese del settore ».

Un rafforzamento delle imprese è stato invocato anche dal presidente di Oilos Tore Pala: «Un altro grande problema per i trasformatori è rappresentato dalle difficoltà di accesso al credito – ha detto – oggi occorre capire se l’Europa è disponibile ad aiutare industriali e cooperative a strutturarsi finanziariamente. Le cooperative sarde sono sottocapitalizzate, per rafforzare il comparto servono 250 milioni di euro. Soldi che potrebbero arrivare in prestito dalla Banca europea».

Le audizioni proseguiranno nel pomeriggio con i rappresentanti degli industriali ed i vertici dei Consorzi di tutela del pecorino romano, pecorino sardo e fiore sardo.

[bing_translator]

«Domani ci sarà il nuovo vertice sulla vertenza latte. Sino a oggi sono stati fatti passi avanti significativi. Uno su tutti l’indicizzazione del prezzo del latte legato a quello del pecorino. È chiaro che altri aspetti devono ancora essere chiariti, come l’allargamento del paniere dei prodotti caseari di riferimento o la griglia di pagamento, ma su questi temi è  necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità confermando che su i progressi fatti non si possa tornare indietro.»

A dirlo è Luca Sanna, presidente di C0nfagricoltura Sardegna).

«La partecipazione al tavolo infatti ha senso compiuto solo se finalizzata a ottenere un risultato non solo per il momento contingente ma specialmente per il futuro – conclude Luca Sanna – con uno sguardo alla prospettiva che veda una filiera forte dove si riequilibrino i ruoli ed i poteri contrattuali delle parti, in quest’ottica Confagricoltura continuerà a garantire il proprio contributo.»

[bing_translator]

«Quanto emerso nel corso del primo incontro del tavolo di filiera, al di là della deludente assenza degli industriali, ha comunque prodotto alcuni fatti positivi. Il primo è che si sono costituiti due tavoli che dovranno affrontare i diversi aspetti che riguardano la vertenza: quello istituzionale presso il Ministero, che lavorerà alla riforma delle norme che regolano gli equilibri della filiera e quello con il prefetto che dovrà occuparsi della vertenza legata al prezzo del latte oltre che all’attività di vigilanza, entrambi i tavoli sono parimenti indispensabili e indifferibili. Il secondo aspetto positivo, oltre alla conferma degli ingenti stanziamenti messi a disposizione  (di cui attendiamo di conoscere gli strumenti e i tempi di attuazione) è  l’impegno del ministro alla istituzione del registro telematico del latte ovino che prevede la pubblicazione dei dati produttivi in maniera estesa a tutti i soggetti della filiera, rendendoli consultabili.»

Lo scrive, in una nota, Luca Sanna, presidente regionale di Confagricoltura.

«A questo punto è necessario adoperarsi al più presto per trovare un’intesa sul prezzo del latte, superando contrapposizioni ed arroccamenti come hanno molto responsabilmente dimostrato i pastori  nella loro controproposta sulla base di 80 centesimi di acconto rispetto a quella di 72 centesimi proposta dagli industriali – aggiunge Luca Sanna –. Con la ripresa della normalità infatti ci si potrà  adoperare proficuamente per avviare, al tavolo ministeriale, tutte le riforme e le iniziative necessarie e condivise per sostenere e rilanciare la filiera. Dobbiamo ricordare, infatti, che la nuova stagione lattiero-casearia  inizierà novembre, e che  per tale scadenza sarebbe auspicabile poter contare su nuove regole che rendano equilibrati trasparenti ed equi i rapporti tra i diversi attori della filiera, con l’obiettivo di disporre di strumenti adeguati affinché – conclude il presidente regionale di Confagricoltura – non si ripeta la drammatica ma evitabile situazione in cui versa l’intero comparto con particolare e  intollerabile sofferenza dei produttori di latte.

[bing_translator]

«L’apertura degli industriali, al termine del lungo lavoro attivato dal tavolo regionale sul latte ovicaprino, potrebbe essere un buon viatico da percorrere circa la possibilità di ancorare il prezzo del latte a quello del formaggio. In attesa che si sciolgano le riserve, tutti i rappresentanti degli allevatori manteniamo lo stato di agitazione. Se durante l’incontro della settimana prossima non dovessero esserci risposte adeguate si deciderà cosa fare. In questa vertenza è bene ricordare che tutte le sigle sindacali operano in maniera unita nel sostenere le rivendicazioni della base. Ribadendo il fatto che accogliamo positivamente l’apertura degli industriali, attendiamo ora l’incontro dei prossimi giorni.»

Lo ha detto, questa sera, Luca Sanna, presidente di Confagricoltura Sardegna.