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Una commedia “francese” per Gianluca Ramazzotti e Antonio Cornacchione, protagonisti oggi, alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari e poi in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC per la Stagione 2016-17 de La Grande Prosa nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con l’irresistibile “Ieri è un altro giorno!” di Sylvain Meyniac e Jean François Cros.
La scoppiettante e coinvolgente pièce, che affronta con le armi dell’ironia il tema drammatico della corruzione dilagante e della scomparsa dei valori etici e morali nella società contemporanea, sarà in cartellone giovedì 16 febbraio, alle 21.00, al Teatro Comunale Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura; venerdì 17 febbraio, alle 21.00, al CineTeatro Montiggia di Palau; sabato 18 febbraio, alle 21.00, al Teatro Tonio Dei di Lanusei; e, infine, domenica 19 febbraio, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia.
Il protagonista – un irreprensibile e quasi fin troppo rigoroso avvocato – si accinge ad affrontare la “causa” più importante della sua vita, cedendo alla tentazione di far carriera più rapidamente grazie ad un escamotage in netto contrasto con i suoi principi, ed assecondando così il titolare dello studio e il genero di questi in un “affare” non esattamente “cristallino” – ma tutto l’universo sembra ribellarsi contro questa sua decisione. La normale routine viene turbata se non stravolta da mille piccoli imprevisti, come da strane e ripetute telefonate e dall’apparizione inattesa di uno stravagante personaggio, del quale il professionista non riesce a liberarsi, trovandosi così costretto a trascorrere un’intera giornata in compagnia di un individuo del tutto fuori dagli schemi.
Nel cast – accanto alla brillante “coppia” comica formata da Gianluca Ramazzotti e Antonio Cornacchione – spiccano i nomi di Milena Miconi e Biancamaria Lelli – con la partecipazione di Antonio Conte e con Alessandro Sampaoli nel ruolo di Federico Faletti: la versione italiana di “Ieri è un altro giorno!” – che sbarca nell’Isola nella mise en scène di Ginevra Media Production in collaborazione con il Théâtre des Bouffes-Parisiens per la regia di Eric Civanyan, è firmata da Luca Barcellona e David Conati. Le scenografie sono di Eduard Laug, i costumi di Adele Bargilli, le musiche originali di Sylvain Meyniac e il disegno luci di Stefano Lattavo.
La vicenda surreale di un uomo “all’antica” alle prese con il dilemma fondamentale se restare fedele a se stesso o trasgredire la legge e soprattutto il proprio codice di comportamento, sedotto dal miraggio di un’opportunità irrinunciabile – la realizzazione del suo sogno di lavorare in uno studio di Londra – offre lo spunto per una riflessione sui profondi mutamenti culturali e sociali e l’imbarbarimento della civiltà occidentale. Il mito del successo – da raggiungere ad ogni costo – si scontra con la tradizionale etica, rafforzata in questo caso dalla conoscenza delle giurisprudenza e dei confini della legalità: tradire i propri ideali diventa per il protagonista molto più difficile di quanto si aspettasse per l’intervento di fattori esterni imprevedibili, in un susseguirsi di colpi di scena con un comico crescendo culminante nel finale “a sorpresa”.
La “disinvolta” morale del tempi moderni mal si adatta alla forma mentis dell’avvocato e la sua scelta drastica di superare la linea invisibile che separa ciò che è deontologicamente corretto da ciò che non lo è, stravolgendo la condotta di tutta una vita, trova degli ostacoli, apparentemente frutto del caso, che rendono davvero ardua la discesa dell’uomo di legge nel baratro dell’irregolarità – o se si vuole la sua tanto agognata ascesa professionale. L’integerrimo Pietro Paolucci si trova immerso in un’atmosfera quasi onirica, in un continuo e incomprensibile reiterarsi di fatti e circostanze, quasi che quello che gli accade seguisse la grammatica dei sogni – fuori dai canoni e dai ritmi incalzanti della realtà. Tutti, improvvisamente, sembrano avercela con lui e la presenza fastidiosa, se non irritante e certo imbarazzante dello sconosciuto -che non riesce ad allontanare – rende tutto più complicato…
Una pungente satira dei costumi – fin troppo “liberi” – e delle trasgressioni che trovano la loro paradossale giustificazione nel mozartiano “così fan tutti” affiora tra situazioni umoristiche, battute e gags nella commedia d’oltralpe perfettamente attuale, adattata al gusto e soprattutto al contesto italico per rendere più stringenti e mirati i riferimenti – più acuta ed efficace l’ironia. Dopo il successo nella capitale francese “Ieri è un altro giorno!” arriva in Italia con la sua comicità irriverente e dissacrante – fino al sarcasmo – per un sapido affresco di varia umanità.
Sotto i riflettori artisti come Gianluca Ramazzotti – con all’attivo una lunga e intensa carriera fra teatro e televisione, diretto da registi quali Alvaro Piccardi, Giancarlo Sepe, Claudio Insegno, Riccardo Reim e Pier Francesco Pingitore, e reduce dai recenti successi di “Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa” e “Taxi a due piazze”, e l’attore e comico Antonio Cornacchione – volto noto del piccolo schermo, da “Su la testa” al “Maurizio Costanzo Show” all’inizio degli Anni Novanta, alle apparizioni in “Zelig Off”, “Crozza Italia” e “Che tempo che fa”, e ancora Casa Vianello e lo “Zelig Circus”, ma pure al “Festival di Sanremo” e a “Raiperunanotte“, che si alternano alla ribalta dello “Zelig” di Milano, e alle tournées nei teatri – da una piccola parte in “Tel chi el telùn” di Aldo, Giovanni e Giacomo al suo “Povero Silvio” che prende spunto dal fortunato tormentone, al “Circo” di Paolo Rossi, alla commedia “L’ho fatto per il mio paese” che l’ha visto protagonista anche sui palchi dell’Isola accanto a Lucia Vasini.