Oggi al MEA di Asuni, il “NIDO” di Gianluca Vassallo.
[bing_translator]
L’installazione artistica “NIDO-Faq” ideata da Gianluca Vassallo assieme Maurizio Bosa (architetto e docente di design allo IED), approda nel cuore della Sardegna, ad Asuni, dopo una prima fase di nomadismo in giro per il mondo.
L’iniziativa ha goduto di un importante risalto mediatico lo scorso weekend in occasione dell’evento “36 ore di Con-Fusione” tenutosi a “Fabrica”, il ‘centro di sovversione culturale’ di Treviso fondato nel ‘94 da Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Da questo contesto una lunga diretta streaming ha ospitato per trentasei ore importanti personalità del panorama artistico e intellettuale come lo stesso Oliviero Toscani, Vittorio Sgarbi, Gad Lerner, Emma Bonino e tanti altri, per trattare ogni aspetto legato ai flussi migratori e all’integrazione. In questo ambito di forte visibilità, Gianluca Vassallo ha presentato il suo progetto che approderà domenica ad Asuni. La mostra, aperta venerdì, oggi sarà visitabile dalle 16.00 alle 19.00, e resterà chiusa il giorno di Pasqua. L’ingresso è gratuito.
Gianluca Vassallo è un artista 45enne che vive a San Teodoro, base dalla quale segue i suoi progetti in giro per il mondo. Si esprime attraverso i video, i suoni, la fotografia e le installazioni, e mostra un’attenzione particolare per l’aspetto relazionale e di processo. Molti suoi lavori sono stati presentati da istituzioni e gallerie in Italia e all’estero.
“NIDO” è una sorta di “architettura effimera” in movimento che, attraversando paesi e città, interviene nello spazio urbano come un corpo estraneo e nuovo, invitando chiunque a entrare. Il progetto è stato pensato come un dispositivo di senso con le sembianze di un nido, che custodisce al suo interno dieci domande portate da uccelli parlanti, guarda caso migranti anche loro. Le domande sono le stesse che chiunque sia stato straniero si è sentito fare almeno una volta.
L’appuntamento si inserisce all’interno di un progetto voluto dal comune di Asuni e finanziato dall’assessorato regionale della Cultura nella “Rete dell’emigrazione sarda”. Secondo gli autori, l’installazione ha l’obiettivo ultimo di spostare il senso del confine, mettendo in discussione il concetto stesso di straniero, se non da un punto di vista giuridico, da quello della relazione tra diversità: «Nido è una metafora architettonica che si concretizza in geometrie pure, diventando segno nel paesaggio. Un taglio ne offrel’accesso e lo spazio diventa domestico, di intimo ascolto».
La mostra è quindi un momento di restituzione alla comunità di un’opera che, in quanto oggetto delpensiero, tra un mese continuerà il suo viaggio nel mondo per tornare in via definitiva ad Asuni a settembre.