15 November, 2024
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«L’Italia ha la possibilità di inserire la noce di mare nell’elenco europeo delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Lo si faccia in fretta e saranno attivati i meccanismi europei di ristoro per il comparto.»
Lo ha detto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che, dopo la visita dei mesi scorsi presso lo stagno di S’Ena Arrubia ad Oristano insieme al deputato nazionale Luciano Cadeddu, ha depositato a Bruxelles una interrogazione alla Commissione Europea per sottoporre la questione dell’invasione noce di mare in Sardegna. Nel frattempo anche il deputato Cadeddu ha interrogato il governo Conte. 
«L’Europa rispondendo alla mia interrogazionespiega Ignazio Corrao ha detto di essere a conoscenza di quanto sta accadendo in Sardegna ma ha anche sottolineato che la Mnemiopsis leidyi, il nome scientifico della ‘noce di mare’, non è stata proposta per l’inserimento nell’elenco dell’Unione. Morale, spetta al governo italiano presentare alla Commissione Europea la richiesta di iscrizione della Mnemiopsis leidyi nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Per questa ragione, il collega Luciano Cadeddu sta incalzando il governo italiano ad andare avanti verso questa direzione.»
«L’inserimento di tale specie in questo elenco europeosottolinea ancora Ignazio Corrao apre i presupposti per l’apertura di un Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca che potrebbe fornire opportunità per misure a sostegno della protezione e del ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini nell’ambito di attività di pesca sostenibili.
Sono previsti anche sostegni finanziari potenzialmente disponibili anche attraverso il programma dell’UE per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) e i fondi della politica di coesione che potrebbero essere attivati. Si tratta di un’opportunità importante per la vita di una filiera fondamentale per l’economia della Sardegnaconclude l’europarlamentare eletto in Sardegna -. E’ mia ferma intenzione continuare insieme al collega Luciano Cadeddu e a tutti gli attori istituzionali che vogliono proseguire questa battaglia, seguire la questione con determinazione affinché si possa risolvere questa annosa problematica.»

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«Il presidente della Regione Christian Solinas trovi una alternativa seria al progetto di passaporto sanitario per i turisti in arrivo in Sardegna, rivelatosi finora solo un pessimo slogan capace di far perdere clienti e reputazione alla nostra industria turistica.»

Lo chiedono 13 parlamentari sardi del Movimento 5 Stelle (Pino Cabras, Luciano Cadeddu, Emanuela Corda, Paola Deiana, Elvira Lucia Evangelista, Emiliano Fenu, Ettore Licheri, Alberto Manca, Gianni Marilotti, Nardo Marino, Mario Perantoni, Lucia Scanu e Andrea Vallascas) secondo cui «il presidente deve elaborare un chiaro e preciso modello alternativo al passaporto sanitario, rendendo note le relative linee guida. È questo l’unico modo per tranquillizzare i turisti che vogliono venire nell’isola, unitamente al potenziamento della nostra rete sanitaria e al rispetto di rigorose procedure igienico-sanitarie da parte delle compagnie di trasporto aereo e navale. Tutte le altre soluzioni vagheggiate da Christian Solinas rischiano di arrivare fuori tempo massimo e di rivelarsi un boomerang per l’economia sarda. Gli operatori turistici chiedono certezze ma con le dichiarazioni rilasciate irresponsabilmente negli ultimi giorni, il presidente Solinas ha creato un clima di incertezza che sta affossando una stagione già difficilissima».

«Il presidente Christian Solinas deve orientare la comunicazione su altri punti di forza dell’offerta turistica sardaaggiungono i 13 parlamentari del M5S -. La scarsa circolazione del virus nell’isola è uno di questi, ma da solo non basta se ai turisti non verrà assicurata la garanzia che potranno giovarsi di servizi sanitari di eccellenza. Allo stesso modo, bisognerà vigilare perché le compagnie aeree e marittime adottino protocolli severissimi, a tutela della nostra isola che finora è stata solo sfiorata dalla Covid 19. Quella del passaporto sanitario si sta rivelando invece solo una suggestione che ora sta purtroppo affossando, quasi più del virus stesso, l’economia sarda.»

«Christian Solinas rischia di vanificare gli sforzi che il Governo sta facendo per impedire che l’Italia rientri in una sorta di black list europea. Proprio in questi giorni, il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio è al lavoro per mettere nero su bianco un piano turistico sicuro e concreto e in un vertice con i suoi omologhi di Germania, Austria, Croazia, Cipro, Grecia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Malta ha portato a casa un accordo importante per lavorare tutti insieme ed evitare che alcuni Stati siano penalizzati rispetto ad altri concludono i 13 parlamentari pentastellati -. In questo modo però la Sardegna rischia di auto-penalizzarsi, e Christian Solinas con le sue proposte insensate rischia di trasformare una stagione difficile in una vera e propria catastrofe.»

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Nonostante il nuovo pronunciamento favorevole del ministero dell’Ambiente per la realizzazione del tratto nord della dorsale del gas in Sardegna, il M5S continua la sua battaglia tesa a contrastare il progetto. La nuova iniziativa di opposizione arriva da 14 parlamentari: Pino Cabras, Luciano Cadeddu, Emanuela Corda, Paola Deiana, Elvira Evangelista, Emiliano Fenu, Maria Lapia, Ettore Licheri, Alberto Manca, Gianni Marilotti, Nardo Marino, Mario Perantoni, Lucia Scanu e Andrea Vallascas, secondo i quali «con il passare delle settimane stiamo leggendo ormai quotidianamente dichiarazioni mirabolanti sulla dorsale del gas come infrastruttura salvifica e risolutrice di ogni male esistente in Sardegna. Sentiamo parlare di numeri legati ai fabbisogni e ai consumi, ma i numeri ufficiali che l’Autorità per l’Energia ha commissionato alla società di ricerca RSE saranno disponibili soltanto nel prossimo mese di aprile. Solo su quei numeri e solo allora si potrà fare una valutazione sul sistema di trasporto gas, come espresso in modo inequivocabile dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). A che cosa servirebbe infatti un tubo se la sua convenienza non fosse più che certificata? Ogni analisi che oggi sta circolando sulla base di numeri immaginari ha i piedi saldamente piantati sulle nuvole».

«Dopo aver fatto la campagna elettorale contro la dorsale del metano, il presidente della Regione Christian Solinas ha cambiato idea e vuole fare arrivare nell’isola costosissimi sistemi di approvvigionamento energetico, vecchi ed obsoleti, che ancora una volta condannerebbero la Sardegna all’arretratezza – sostengono i 14 parlamentari del M5S  –. L’obiettivo del governo nazionale ed il nostro è invece di garantire ai cittadini e alle imprese sarde un sistema energetico moderno, competitivo e coerente con la sfida climatica che tutti noi ci siamo impegnati ad affrontare. La Sardegna merita una discussione seria e costruttiva su come gestire una transizione energetica che sia rispettosa del clima e dell’ambiente e sia basata su numeri e bisogni veri, non sui numeri immaginari che oggi riempiono le cartelline dei lobbisti.»

«Il kit dei lobbisti che promettono il nuovo paradiso terrestre, prevede poi sempre qualche frase disperata che vorrebbe isolare la sottosegretaria Alessandra Todde, incaricata di esprimere la linea del Governo, una linea che in tanti fanno finta di dimenticare: il gas si deve portare dove serve e si deve irrobustire la rete elettrica sarda per aumentare la produzione da fonti rinnovabili in sicurezza e per poter perseguire gli obiettivi di de-carbonizzazione del 2025 e del 2050 – aggiungono i 14 parlamentari del M5S -, invece sentiamo parlare di autorizzazioni per la dorsale mentre ancora non esistono i decreti ministeriali del ministero dell’Ambiente e di quello dello Sviluppo economico. Inoltre, non vi è però alcun dibattito, ma proprio nessuno, su dove questo gas debba approdare e su come alimenterà la dorsale. Dove sono le approvazioni dei rigassificatori in Sardegna a parte i depositi costieri di Oristano, che da soli non possono certo alimentare la dorsale?»

«Il resto del pianeta parla di mobilità e infrastrutture elettriche con auto e treni elettrici sempre più efficienti – concludono i 14 parlamentari 5 Stelle -, ovunque si moltiplicano comunità energetiche che si autoproducono l’energia da fonti rinnovabili e biometano. In Sardegna invece troppi invece sembrano essere solamente interessati a trasformare la nostra isola in un distributore di gas in conto terzi.»

 

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Cinquemila aziende agro-pastorali sarde rischiano di fallire e di finire all’asta a causa di un perverso meccanismo partito nel lontano 1988 e che Regione e banche non sono riusciti finora a bloccare. La questione è ora al centro di una interpellanza urgente presentata da nove parlamentari sardi del Movimento 5 Stelle (primo firmatario il deputato Pino Cabras) e rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ed al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova.

I parlamentari hanno inoltre presentato un emendamento al decreto Milleproroghe con il quale si punta a sospendere fino al luglio del 2021 i giudizi pendenti presso i tribunali sardi e si istituisce un commissario ad acta che dovrà definire una soluzione che tuteli gli imprenditori agricoli, la sostenibilità dell’attività di impresa e i lavoratori coinvolti.

La vicenda è quella della legge regionale 44 del 1988 che consentiva l’abbattimento dei tassi d’interesse per i mutui sino a quindici anni in favore degli imprenditori agricoli isolani in condizioni di difficoltà economiche. La legge fu però ritenuta illegittima dall’Unione europea ma a causare il danno maggiore furono le gravissime inadempienze della Regione Sardegna che hanno consentito alle banche di richiedere la restituzione delle somme erogate in conto interessi senza neanche concedere agli imprenditori agricoli la possibilità di rateizzarle.

Nella loro interrogazione urgente i deputati Pino Cabras, Luciano Cadeddu, Emanuela Corda, Paola Deiana, Mara Lapia, Alberto Manca, Nardo Marino, Mario Perantoni e Lucia Scanu, ricordano come dopo la bocciatura definitiva nel 1997 della legge da parte dell’Unione europea, «la Regione non informò i beneficiari dei mutui, limitandosi a non erogare più il contributo in conto interessi, causando la lievitazione dei debiti degli agricoltori nei confronti delle banche, le cui rate passarono da un tasso di interesse del 2-5 per cento a quello del 13-18 per cento». Solo nel 2001 la Regione Sardegna ha notificato il provvedimento di revoca del concorso interessi concesso, «richiedendo ai circa cinquemila beneficiari la restituzione degli aiuti percepiti e dei relativi interessi». 

Il risultato è che migliaia di aziende ora rischiano di fallire e finire all’asta. Inoltre, come si legge nell’interrogazione «mentre fino ad ora si è dato per scontato che il ruolo di custode del bene all’asta potesse essere svolto dallo stesso imprenditore, nell’interesse dell’integrità del bene e del proseguimento dell’attività dell’impresa, attualmente il Tribunale sta procedendo alla nomina di custodi tramite l’Istituto di Vendite Giudiziarie, rendendo di fatto impossibile la prosecuzione dell’attività di impresa, indispensabile agli imprenditori per accumulare sufficiente liquidità in vista di una chiusura concordata della controversia, col rischio di pregiudicare il benessere del bestiame e la salvaguardia dell’integrità dei beni immobili».

A nulla poi è servita la commissione di tre esperti (designati ciascuno dal ministro dell’Economia e delle finanze, dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e dalla Regione Sardegna) istituita nel 2007 che avrebbe dovuto proporre una soluzione del problema.

Proprio per questo motivo nell’interrogazione presentata dai deputati Cinque Stelle si chiede al Governo di adottare iniziative urgenti per rilanciare l’attività della commissione e salvare dal fallimento le cinquemila imprese del settore agro-pastorale sardo

Con l’emendamento al decreto Milleproroghe viene istituito anche un commissario ad acta che avrà il compito di effettuare una ricognizione e valutazioni sul contesto creditorio/debitorio ad oggi venutosi a creare, mentre il ministro delle Politiche agricole,  con proprio decreto, emanato di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, dovrà individuare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le modalità e i criteri  della procedura di liberazione dal debito degli imprenditori al fine di garantire la continuità delle aziende agricole e la tutela dei lavoratori.

 

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«La risposta della Commissione europea sulla questione peste suina in Sardegna conferma le nostre preoccupazioni, ovvero quelle che le attività di controllo ed eradicazione della patologia africana che colpisce il bestiame isolano, abbiano subito inspiegabilmente una battuta d’arresto. Questo territorio non può permettersi di compromettere gli importanti progressi recentemente compiuti in Sardegna, le istituzioni locali prendano immediati provvedimenti.»

A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito della risposta ottenuta dal commissario europeo Vytenis Andriukaitis all’interrogazione, depositata dallo stesso Ignazio Corrao, circa i mancati piani di eradicazione della peste suina in Sardegna. L’interrogazione era stata depositata lo scorso autunno da Ignazio Corrao dopo una fitta collaborazione con il collega parlamentare nazionale Alberto Manca.

«La Commissione europea – spiega Ignazio Corrao – ha risposto all’interrogazione dichiarando che relazione finale di audit dovrebbe essere pubblicata entro la fine di gennaio 2020, conformemente alle procedure della direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare.»

L’eurodeputato M5S in collaborazione con il deputato della camera Luciano Cadeddu, ha inoltre presentato diverse interrogazioni su istanze provenienti dalla Sardegna, tra le quali quella relativa alla patologia animale “Lentivirosi” nella forma “Visna Maedi” negli ovini e sul comparto ittico relativamente alla infestante specie aliena “Mnemiopsis leidyi” (Noce di Mare) che sta creando innumerevoli problemi sia al comparto Ittico che al sistema ambientale  di S’Ena Arrubia.

«Questo fine settimana sarò in Sardegna – sottolinea Ignazio Corrao – e visiterò con l’on. Luciano Cadeddu la località di S’Ena Arrubia, per verificare la situazione e discutere delle altre azioni in campo che stiamo mettendo in atto. Incontrerò anche l’on. Alberto Manca per discutere di peste suina e non solo. Approfitterò con questa visita in Sardegna, a cui seguiranno altre – conclude Ignazio Corrao -, per attivare un nuovo progetto per il coinvolgimento dei territori attraverso il #PoliticalCanvass che riguarda l’organizzazione del Movimento 5 Stelle.»

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Anche il Movimento 5 Stelle interviene sulla vicenda dei fanghi fognari “importati” dalla Campania e dalla Puglia per essere scaricati nella piana di Magomadas, denunciata con documentazione video-fotografica dall’ex presidente della Regione Mauro Pili.

«Un presunto sversamento di rifiuti fognari provenienti da altre regioni italiane e interrati nella piana di Magomadas, in piena campagna – scrive in una nota l’on. Alessandro Solinas -. È una vicenda inquietante quella denunciata in questi giorni dagli organi di stampa e dagli abitanti della zona dell’Oristanese, stanchi di dover sopportare soffocanti miasmi e preoccupati dal continuo viavai di camion provenienti dai porti di Cagliari e Olbia, presumibilmente carichi di fanghi di dubbia provenienza. Sembrerebbe si tratti di residui fognari che arrivano principalmente da Puglia e Campania e che andrebbero smaltiti a norma di legge all’interno di appositi impianti certificati. Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, sembrerebbe invece che questi fanghi vengano trattati in assenza delle apposite vasche in cemento, ovvero pericolosamente riversati in una buca profonda non meno di due metri e a contatto con il terreno.»

«La Sardegna è già balzata alle cronache per aver smaltito rifiuti speciali pericolosi, tra cui fanghi di depurazione, provenienti da altre zone d’Italia: a fine 2018 la Procura di Tempio ha notificato l’apertura delle indagini al Cipnes per la discarica di Spiritu Santu. La Regione Sardegna è al corrente del rischio che si sta correndo? – aggiunge Alessandro Solinas -. Cosa sta accadendo oggi nella piana a pochi chilometri da Bosa, una delle zone più rinomate della Costa nord-occidentale della Sardegna in cui sono presenti diverse aziende agricole? Gli assessori all’Ambiente Lampis e alla Sanità Nieddu sono a conoscenza di quanto sta accadendo? È necessario avviare urgenti e specifiche indagini per accertare la natura dei materiali depositati e l’eventuale pericolo per la salute pubblica.»

Alessandro Solinas ha presentato un’interrogazione sottoscritta dai colleghi Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, con l’appoggio dei portavoce alla camera dei deputati Lucia Scanu, Luciano Cadeddu ed Alberto Manca, per chiedere che venga fatta assoluta chiarezza su questa vicenda sconcertante.

«Non siamo contrari al riuso e al riciclo se queste pratiche consentono di far nascere nuove realtà produttive ma alla luce di quanto accaduto chiediamo venga fatta chiarezza. Dobbiamo bloccare una volta per tutte questo circuito di smaltimento di rifiuti speciali provenienti dalle altre regioni italiane. La Sardegna – conclude Alessandro Solinas – non diventerà la pattumiera d’Italia, non lo permetteremo.»

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La caserma dei vigili del fuoco di Cuglieri, un presidio oggi attivato parzialmente soltanto nel periodo estivo, diventerà un presidio permanente.

Dopo la risposta positiva all’interrogazione parlamentare presentata da Lucia Scanu, dal ministero dell’Interno è arrivato il decreto che istituisce l’attivazione di un predio permanente dei vigili del fuoco a Cuglieri, cittadina di 2.500 abitanti in provincia di Oristano.

La richiesta è stata presentata dalla deputata del M5S al Parlamento, a seguito di un incontro promosso dai rappresentanti del sindacato CO.NA.PO. a settembre 2018 e svoltosi a Cuglieri, al quale parteciparono i portavoce del M5S Lucia Scanu, Alessandro Solinas, Luciano Cadeddu, le sigle sindacali, i rappresentanti del corpo dei vigili del fuoco e del comune di Cuglieri.

«Con l’attivazione permanente della caserma dei vigili del fuoco la cittadina di Cuglieri e il territorio circostante verranno finalmente dotati di un fondamentale presidio di sicurezza di cui si sentiva necessità da tempo – spiegano i portavoce Lucia Scanu ed Alessandro Solinas -. I tempi d’intervento verranno finalmente ridotti a beneficio della sicurezza dei cittadini e della salvaguardia del territorio. Il potenziamento della pianta organica in loco renderà più agevole l’intervento dei Vigili n un territorio molto vasto e impervio come quello servito dal distaccamento di Cuglieri, che comprende i comuni di Montiferro, Sennariolo, Tresnuraghes e le loro rispettive borgate marine, le quali da sole raggiungono nel periodo estivo una popolazione di circa 15.000 persone.»

«Quello ottenuto oggi è grande risultato – concludono Lucia Scanu ed Alessandro Solinas – che non avremmo potuto raggiungere senza l’impegno del ministero dell’Interno, della Prefettura e di tutte le autorità coinvolte alle quali va il nostro più grande ringraziamento.»

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Il Movimento 5 Stelle si mobilita contro la realizzazione del deposito costiero di gasolio ad Arbatax, che dovrebbe sorgere nella fascia dei 300 metri dal mare e senza alcuna procedura di valutazione di impatto ambientale, in una zona di grande pregio naturalistico e tutelata dal Piano paesistico regionale. Con una interrogazione firmata dal deputato Pino Cabras, e sottoscritta anche dai parlamentari Luciano Cadeddu, Emanuela Corda ed Alberto Manca, si chiede infatti al ministro delle Infrastrutture DaniloToninelli e a quello dell’Ambiente della tutela del territorio Costa di rendere più stringente la disciplina in materia di valutazione di impatto ambientale “soprattutto per quelle opere che dovrebbero sorgere in aree la cui economia è basata principalmente sui settori della pesca e del turismo”.

A decidere che l’opera potesse essere realizzata senza la procedura di valutazione di impatto ambientale era stata, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, la Giunta Pigliaru con la delibera n. 6/44 del 5 febbraio 2019.

Il progetto, presentato dalla società New.G S.r.l., prevede la realizzazione di un impianto di stoccaggio di gasolio della capienza di 31mila metri nell’area dell’ex centrale elettrica della cartiera di Arbatax, su una superficie complessiva di circa 22mila metri quadrati, a circa 260 metri dal mare e a 600 metri dalle abitazioni di Arbatax.

Nello specifico, il progetto prevede il ripristino dei due serbatoi esistenti per lo stoccaggio di gasolio, la costruzione di tre nuovi serbatoi di cui uno con funzione di accumulo ed erogazione di gasolio per autotrazione, e due destinati alla procedura di colorazione del gasolio, per generare gasolio agricolo e per riscaldamento, nonché la realizzazione di una nuova condotta per il trasporto del combustibile, in un’area in cui sono presenti beni paesaggistici ed ambientali sottoposti a vincolo dal Codice Urbani. Inoltre una porzione della fascia costiera verrebbe attraversata dalla condotta di collegamento tra la banchina e i serbatoi.

«Comitati e amministratori locali hanno posto in rilievo i potenziali rischi ambientali e sanitari relativi alla realizzazione di un tale impianto a poca distanza dal mare e dai centri abitati, nonché in prossimità di beni paesaggistici e ambientali sottoposti a vincolo, oltre ai potenziali danni emergenti per gli impianti ittici presenti nella zona», si legge nell’interrogazione. Per questo i parlamentari 5 Stelle chiedono ora al governo di intervenire, per «garantire una più efficace tutela e salvaguardia delle ricchezze ambientali, nonché una maggiore rispondenza ai principi di prevenzione e precauzione previsti dalla normativa comunitaria».

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Il Governo si impegnerà «ad adottare, di concerto con gli enti territoriali interessati, ogni utile iniziativa volta alla salvaguardia del settore lattiero-caseario ovino in Sardegna, anche al fine di garantire un’equa remunerazione ai produttori primari». È questo il risultato di un ordine del giorno approvato ieri dalla Camera e proposto dai deputati del Movimento 5 Stelle Pino Cabras e Luciano Cadeddu. Il provvedimento punta a «mantenere inalterato il patrimonio di storia, tradizioni, qualità e innovazione che caratterizza le centrali del latte, con l’intento di restituire alle pubbliche amministrazioni le funzioni di garanzia e controllo sulla filiera lattiero casearia» e valorizza la partecipazione degli enti pubblici in società del settore lattiero caseario, che «può rappresentare un volano per il rilancio di un comparto strategico dell’agroalimentare nazionale quale è quello legato alla zootecnia da latte che rappresenta un bacino di ricchezza e di occupazione per moltissime realtà territoriali».

«Preso atto della crisi che investe ormai da tempo il settore lattiero caseario ovino della Regione Sardegna, e atteso che misure di carattere strutturale devono essere intraprese al fine di garantire alla filiera di poter competere su un mercato le cui dinamiche sono sempre più imprevedibili ed estremamente penalizzanti per gli allevatori», l’ordine del giorno proposto da Pino Cabras e Luciano Cadeddu sottolinea come «la partecipazione del settore pubblico nelle aziende di trasformazione può contribuire a migliorare le relazioni interprofessionali, al fine di incentivare l’organizzazione dell’offerta e di utilizzare tutti gli strumenti a sostegno della filiera previsti dall’Organizzazione Comune dei Mercati di cui alla Politica Agricola Comune».

Da qui l’impegno del governo ad adottare ogni utile iniziativa volta alla salvaguardia del settore lattiero-caseario ovino in Sardegna.

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«Lo stop al progetto di San Quirico ad Oristano è una buona notizia perché la realizzazione dell’impianto termodinamico non porta alcun beneficio ai sardi, sia in termini di costo dell’energia che in termini occupazionali, con effetti negativi per il consumo del territorio agricolo ma anche di immagine per un territorio ad evidente vocazione agricola.»

I parlamentari del M5S Emiliano Fenu, Lucia Scanu e Luciano Cadeddu esprimono la loro soddisfazione per l’esito negativo del procedimento di autorizzazione unica per la realizzazione dell’impianto per la produzione di energia solare e a biomasse di San Quirico.

«Non entriamo nel merito delle motivazioni espresse dall’assessorato regionale dell’Industria nella propria comunicazione di rigetto dell’istanza, che attengono prevalentemente alla contestata disponibilità da parte della società San Quirico Solar Power Srl delle aree interessate dal progetto – aggiungono i tre parlamentari del Movimento 5 Stelle – ma non possiamo nascondere la nostra personale soddisfazione perché si è evitato di realizzare una vera e propria cattedrale nel deserto contro la volontà espressa, in tutte le sedi istituzionali, da parte delle comunità interessate, degli enti locali e di tutti i comuni guidati da amministrazioni di qualsiasi parte politica. Inoltre, fin da subito erano chiare le troppe incognite e rischi sull’utilizzo e sul funzionamento dell’impianto, problematiche che abbiamo evidenziato e cercato di contrastare ripetutamente.»

«Il Movimento 5 Stelle continuerà a vigilare e a battersi – concludono Emiliano Fenu, Lucia Scanu e Luciano Cadedduperché il territorio venga difeso da progetti non condivisi con le comunità e che rischiano di impoverire un’area che ha bisogno invece di interventi validi, che siano in armonia con il territorio.»