26 December, 2024
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Giovedì 20 settembre 2018, alle ore 10.00, presso la sala stampa del Consiglio Regionale della Sardegna in via Roma 25 a Cagliari, si terrà la conferenza stampa di tutti i gruppi di minoranza in Consiglio regionale, sulla mozione di sfiducia della minoranza e la censura politica nei confronti dell’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Luigi Arru.

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Un centinaio di amministratori, sindaci, assessori e consiglieri, dei comuni del Sulcis Iglesiente, hanno manifestato questa mattina in viale Trento, a Cagliari, davanti al Palazzo della Regione, per chiedere l’applicazione della legge di riordino della rete ospedaliera approvata lo scorso anno dal Consiglio regionale.

Il sindaco di Iglesias Mauro Usai, protagonista alcune settimane fa dell’occupazione della sala riunioni dell’assessorato regionale della Sanità, ha denunciato ancora una colta che mancano chirurghi e altre figure specialistiche e l’ospedale di Iglesias funziona praticamente come un grande poliambulatorio.

Il presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, ha ricordato la recente convocazione della riunione del Consiglio comunale, alla quale era stato invitato a partecipare l’assessore Luigi Arru che non si è presentato giustificando la sua assenza con un improvviso concomitante impegno a Roma con il presidente della Giunta. Proprio quel giorno, la conferenza dei capigruppo ha deciso di convocare il Consiglio comunale sotto il palazzo della Regione.

L’assessore Luigi Arru, ha superato non senza difficoltà l’esame dell’Aula che ha esaminato un ordine del giorno di censura nei suoi confronti presentato dal Partito dei sardi, gruppo di maggioranza, bocciato ma con soli 25 voti della maggioranza, ha incontrato incontrare gli amministratori locali.

«Abbiamo presentato all’assessore Luigi Arru l’ordine del giorno elaborato dai capigruppo e votato all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale – ha scritto su facebook il presidente del Consiglio comunale di Iglesias, segretario del Pd del Sulcis Iglesiente -. È stato un incontro costruttivo, nel quale abbiamo rivendicato con forza un impegno diretto per affrontare le criticità che ogni giorno viviamo. La disponibilità mostrata dall’assessore nel valutare le nostre richieste, è un elemento di novità, nelle prossime settimane incontreremo il dottor Fulvio Moirano per approfondire alcuni aspetti riguardanti direttamente l’ATS. Grazie ai Sindaci, ai cittadini ed alle associazioni oggi presenti.»

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«Il voto di ieri in Consiglio regionale sulla sanità è la certificazione che la disastrosa situazione dell’assistenza in Sardegna ha ormai travolto lo stesso centrosinistra e l’assessore Luigi Arru non ha più una maggioranza che lo sostenga! A questo punto l’assessore, e magari insieme a lui il Presidente, possono fare solo una cosa: andarsene prima che siano cacciati via in malo modo con le mozioni di sfiducia, ponendo la parola fine al Calvario dei pazienti sardi.»

Lo scrive, in una nota, Michele Cosa, consigliere regionale di Riformatori sardi.

«Non se ne può davvero più! Purtroppo, ogni giorno di stentata sopravvivenza di questa Giunta aggiunge ulteriori tragedie non solo alla sanità, ma all’intero tessuto economico e sociale della nostra Isola, messa in ginocchio dalla disoccupazione, ma anche dalla pochezza di idee e di progetto politico di un gruppo dirigente arrogante – conclude Michele Cossa – che resiste ad ogni evidenza negativa e assomiglia sempre di più ai disperati assediati di Forte Apache.»

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Ieri, nel Consiglio regionale, è andata in onda la sceneggiata di una mozione di censura nei confronti dell’assessore alla sanità Luigi Arru, presentata da un partito alleato della Giunta Pigliaru, componente della maggioranza di centrosinistra con la quale si è presentato ormai quasi cinque anni fa e con la quale ha governato male, malissimo, condividendo i ruoli nell’esecutivo, nel Consiglio e quant’altro ed approvando le cosiddette riforme e tutti i provvedimenti che la Giunta e la maggioranza hanno scelto di assumere.

La votazione finale ha confermato che non esiste ormai da tempo una maggioranza politica alla Regione ma soltanto la volontà di restare lì sino all’ultimo giorno utile, ben sapendo che dopo il voto del prossimo febbraio l’attuale maggioranza sarà mandata a riflettere sui danni prodotti alla nostra Regione e tantissimi dei protagonisti negativi di questa stagione nefasta per i Sardi non torneranno ad occupare uno scranno del Consiglio regionale e ovviamente della Giunta.

La coalizione di centrodestra, giustamente,ha fatto una dichiarazione chiedendo di portare in aula la mozione di sfiducia che ha presentato e ha deciso di uscire dall’aula per non partecipare ad una disputa tutta interna alla maggioranza e per non aggiungere i propri voti appunto in funzione di questioni che poco hanno di politico e molto di tatticismo pre-elettorale.

Se il “Partito dei Sardi” che ha presentato la mozione di censura vuole davvero ottenere la rimozione dell’assessore voti in conferenza dei capigruppo con i rappresentati del centrodestra la richiesta di portare in aula la mozione di sfiducia e quindi la voti in aula. I numeri di ieri, quelli espressi in aula più quelli delle forze che sono uscite dall’aula garantiscono che la mozione di sfiducia possa essere approvata con conseguenze immediate e dirette.

Peppino La Rosa

Direzione regionale Riformatori sardi

 

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha ascoltato l’assessore della Sanità Luigi Arru sui risultati del tavolo di monitoraggio Stato-Regione sull’attuazione del Dm 70 e della nuova rete ospedaliera regionale.

Nella sua relazione Luigi Arru, dopo aver ricordato che il suo assessorato ha sempre messo a disposizione di tutti i documenti sui rapporti fra ministero della Salute ed assessorato, ha precisato che «le interlocuzioni in corso riguardano il livello tecnico e sono gestiti dalla rispettive direzioni generali, casomai sono altri che hanno voluto trasferire questo confronto sul piano della politica». «Noi – ha ribadito Luigi Arru – abbiamo sempre agito nel rispetto della legge in un’ottica di leale collaborazione ed anche, nello specifico, per poter accedere ad un finanziamento di 250 milioni destinato alla riqualificazione delle nostre strutture sanitarie».

Sul punto riguardante le disposizioni del Dm 70 (la norma quadro in materia sanitaria) e le specificità della Sardegna, l’assessore ha affermato che «le deroghe introdotte, peraltro previste dall’art. 3 dello stesso Decreto, sono state molto significative perché, se avessimo applicato il Decreto integralmente, in Sardegna sarebbero sopravvissute solo le grandi medie strutture, e forse non tutte». Ma c’è di più, ha aggiunto: «sul piano tecnico abbiamo già pronte le controdeduzioni fondate sostanzialmente su alcuni aspetti strategici, dalla nostra proposta di trasformare i presidi sanitari in strutture cui fanno capo diversi stabilimenti alla tempistica della cura delle cosiddette patologie tempo – dipendenti che, ad appena 3 mesi dall’entrata in servizio dell’elisoccorso, è praticamente dimezzata, oltre alla specializzazione delle strutture in eccesso attraverso un piano di investimenti. Siamo perciò molto fiduciosi sull’esito del confronto – ha concluso Luigi Arru, – fermo restando che se dovesse esaurirsi questa fase la parola passerà alla politica».

Nel lungo dibattito seguito alla relazione di Luigi Arru hanno preso la parola i consiglieri regionali Augusto Cherchi del Pds, Daniela Forma, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Michele Cossa dei Riformatori Sardi, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp, Giorgio Oppi dell’Udc, Edoardo Tocco di Forza Italia ed Emilio Usula del Misto.

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L’assessore della Sanità Luigi Arru ha incontrato i rappresentanti delle postazioni centrali della centrale 118 Sardegna, Gimmy Onnis e Claudio Cugusi, con i quali ha esaminato l’andamento del servizio di trasporto in ambulanza.

Sono stati discussi, in particolare, gli aspetti che riguardano l’organizzazione di questo importante servizio. L’assessore Luigi Arru ha convenuto «sulla necessità di adeguare il sistema di soccorso base alle mutate esigenze della riforma sanitaria e dell’elisoccorso che deve essere integrato, per essere pienamente efficace, con la rete del trasporto su strada». L’assessore della Sanità ha ascoltato le richieste dei portavoce delle postazioni che hanno ricordato l’esigenza di un aggiornamento dei rimborsi attuali in linea con i maggiori costi del soccorso di base. Luigi Arru ha spiegato che la Giunta intende approfondire e dare concrete risposte anche su questo punto. Sul tema della formazione del personale,  l’assessore ha chiarito che «la Regione guarda al modello di Areu Lombardia per arrivare a un sistema formativo permanente anche del soccorritore di base, con i costi e le certificazioni a carico di Areus».

Al tavolo è emersa inoltre la necessità di rivedere il numero e la dislocazione delle duecento postazioni presenti nell’Isola per valorizzare le piccole realtà di soccorso. L’assessore Luigi Arru si è impegnato a convocare a breve un nuovo incontro a Cagliari, allargato ai rappresentanti della centrale Nord Sardegna e di Avis, Anpas, Misericordia e Croce rossa.

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I consiglieri regionali del gruppo Psd’Az, Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta, hanno presentato in Consiglio regionale, un’interpellanza urgente rivolta all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sulla mancata approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera della regione, approvata dall’Assemblea sarda nella seduta del 25 ottobre 2017.

Gli esponenti dei Quattro Mori invitano l’assessore ad annullare immediatamente tutti gli atti posti in essere dalla Regione e dall’Ats, in attuazione della non efficace riforma della rete ospedaliera, ad incominciare dall’atto aziendale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), approvato dalla Giunta il 10 ottobre 2017. Il gruppo Psd’Az chiede inoltre la cancellazione della selezione dei direttori di distretto («presenta una serie di anomalie gravi che attribuiscono al direttore generale dell’Ats massima discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi») ed accusa l’assessore Luigi Arru «di aver tentato di celare» la lettera del ministero della Salute con la quale, lo scorso 7 settembre il dicastero ha rispedito all’assessorato della Sanità «lo stralcio del verbale della seduta del 31 maggio 2017 (era in carica il governo guidato da Paolo Gentiloni) nel quale è stato definito l’esito dell’istruttoria del parere formulato dal cosiddetto tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 sulla ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna».

Da qui la richiesta di spiegazioni sul perché l’assessore «abbia ammesso la ricezione della nota ministeriale solo il 12 settembre 2018, dopo che il senatore Christian Solinas ne aveva divulgato copia» e per quali ragioni «pur presente in Aula nella riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre 2018 non abbia informato l’assemblea sarda dell’avvenuta ricezione della nota ministeriale del 7 settembre 2018».

Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta concludono l’interpellanza domandando polemicamente all’assessore «per quali ragioni sia ancora in carica e alla guida dell’assessorato della Sanità, nonostante l’inadeguatezza mostrata e nonostante la scarsa sensibilità istituzionale e politica dimostrata in questa e in altre importanti occasioni».

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«Faremo tutto il possibile per difendere la riforma della rete ospedaliera votata dal Consiglio regionale della Sardegna poiché non dobbiamo applicare tutti i requisiti previsti dal D.M. 70 del 2015 ossia del Regolamento che definisce gli standard relativi all’assistenza ospedaliera. Abbiamo lavorato attivamente alla modifica del progetto di riforma, ascoltando le richieste che provenivano dagli operatori del settore e adattandolo alle reali esigenze dei territori e il tutto nel pieno rispetto delle deroghe previste dall’art. 3 per le Regioni a statuto speciale e per quelle che si fanno carico interamente dei costi della sanità.»

Così Daniela Forma, consigliere regionale del Partito democratico e componente della Sesta Commissione consiliare “Sanità e Politiche Sociali”, e i colleghi Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna, si scagliano in difesa della riforma ospedaliera approvata dal Consiglio regionale che prevede il mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri e il DEA di I Livello rinforzato per il Presidio Ospedaliero San Francesco di Nuoro.

«Non possiamo piegarci alle logiche dei numeri. La particolarità demografica ed orografica della Regione Sardegna risulta unica nel suo genere sul piano nazionale e pertanto impedisce di realizzare una Riforma che preveda la concentrazione dei presidi sanitari, benché specializzati, in poche aree e che vincola un decentramento dei servizi primari e delle prestazioni essenziali. L’ospedale di Nuoro costituisce inoltre un punto di riferimento per tutti i paesi della Sardegna centrale: depotenziarlo significa arrecare un danno a numerosi centri dell’interno che già vivono con fatica il loro stato di isolamento. Ribadiamo quindi le ragioni sottese all’approvazione di una rete ospedaliera che deve tenere conto della nostra specificità regionale. Non arretreremo davanti alla previsione di un depotenziamento dell’offerta ospedaliera disegnata dal Consiglio Regionale da parte di un ministero della Salute che sta ragionando solamente in termini ragioneristici – concludono i consiglieri regionali Daniela Forma, Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna -. Per queste ragioni abbiamo chiesto al presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra di convocare tempestivamente la Commissione alla presenza dell’assessore Luigi Arru per affrontare con urgenza l’argomento.»

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E’ scontro aperto tra le forze politiche di maggioranza e quelle di minoranza, sia a livello nazionale sia regionale, dopo lo stop imposto dal ministero della Salute alla legge di riordino della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale. Ieri sono state molto dure le critiche del senatore del Partito Sardo d’Azione Christian Solinas, già consigliere regionale, nei confronti della Giunta Pigliaru, che avrebbe tenuto nascosto il contenuto delle motivazioni dello stop ministeriale alla legge, protocollate il 7 settembre, e puntuale è arrivata la replica dell’assessore della Sanità Luigi Arru.

«Il senatore Solinas cerca di mischiare le carte, soffermandosi sul fatto che avrei nascosto il parere del ministero della Salute e non, invece, sul parere stesso, che di fatto porterebbe alla chiusura dei nostri ospedali – ha detto l’assessore Luigi Arru sull’intervento del senatore Christian Solinas -. Il documento è stato  protocollato il 7 settembre ma spedito via PEC dal Ministero solo ieri. Fatta questa premessa, siamo pronti a confermare e difendere quanto contenuto nella Rete voluta dalla Giunta, dalla maggioranza e dal Consiglio regionale. Non abbiamo stravolto il Dm 70, ma abbiamo utilizzato le prerogative che ci assegna per salvare ospedali difficilmente raggiungibili a causa dei collegamenti stradali e delle infrastrutture. Il senatore su questo non interviene, però, di fatto sposando la linea del Ministero, e quindi del Governo, che porterebbe alla chiusura dei nostri ospedali. Il tutto alla faccia dell’Autonomia, rivendicata in Sardegna, dimenticata all’ombra della Lega.»

«Noi difenderemo la nostra proposta e ci aspettiamo che la battaglia vada oltre l’appartenenza partitica, e veda mobilitati il Consiglio regionale, le amministrazioni comunali, i cittadini. Magari così – ha concluso Luigi Arru – capiremo anche da che parte sta il senatore Solinas, se con i Sardi o con chi vuole togliere loro servizi.»

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«Lo schiaffo da parte del Ministero al Piano degli Ospedali sardi è la ciliegina avariata sulla torta rancida del disastro della sanità sarda.» Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi, rimarca che «con interrogazioni e interventi in Aula, noi Riformatori avevamo avvertito più volte che l’OK del Ministero non ci sarebbe mai stato ed il Piano pieno di sciocchezze, di cui vergognarsi, sarebbe stato respinto al mittente con una sonora bocciatura».

«Purtroppo dire “noi l’avevamo detto” non può darci nessuna soddisfazione perché certifica una tragedia che tocca la salute, il bene più prezioso per tutti i sardi. Ora, resta una sola certezza – conclude Michele Cossa -: se l’assessore Luigi Arru e la sua corte dei miracoli di scienziati incompetenti hanno un briciolo di dignità, devono dare immediatamente le dimissioni, risparmiando ulteriori disgrazie alla sanità sarda.»