23 November, 2024
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“Dopo di noi: normativa, esperienza e prospettive” è il titolo del convegno che si terrà il sabato 24 marzo nella frazione oristanese di Donigala Fenughedu a partire dalle ore 9.30, presso l’auditorium del Centro di Spiritualità Nostra Signora del Rimedio. All’incontro, che sarà coordinato dal presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, interverranno l’arcivescovo di Oristano mons. Ignazio Sanna, l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, il sindaco di Oristano Andrea Lutzu, il responsabile della comunità Il Gabbiano di Oristano padre Giovanni Petrelli, ed il superiore della provincia italiana dei Figli dell’Immacolata Concezione padre Giuseppe Puxeddu. 

Il tema riguarda il sentito problema delle persone con disabilità destinate a rimanere senza assistenza dopo la scomparsa dei genitori o dei parenti più prossimi. La legge nazionale approvata nel 2016 va proprio in questa direzione, stabilendo come le persone con disabilità abbiano il diritto ad esempio di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni, evitando così il ricorso all’assistenza sanitaria.

Ad Oristano esiste da qualche anno “La Casa di Ivan”, una struttura gestita dalla comunità Il Gabbiano e che consentirà a sei persone affette da disabilità di poter vivere in un ambiente sereno. «La comunità offre oggi i suoi servizi a 32 ospiti – spiega il responsabile padre Giovanni Petrelli – e già da prima che le legge entrasse in vigore eravamo consapevoli della sfida del ‘dopo di noi’ e avevamo progettato La Casa di Ivan, dedicata ad un nostro confratello croato morto a soli 33 anni». «Senza strutture dedicate – padre Padre Petrelli -, il rischio è che le persone con disabilità finiscano nelle residenze sanitarie assistite, strutture che non sono in grado di offrire una valida assistenza per chi ha invece esigenze speciali».

 

 

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L’onda antimafia dei giovani sardi ha invaso Alghero per dire no alla criminalità, nel ricordo delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie i cui sono nomi sono riecheggiati oggi dal palco di piazza Sulis, letti da studenti, volontari e rappresentanti delle istituzioni. Neanche la pioggia è riuscita a fermare la manifestazione regionale della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata ad Alghero da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale e con il forte sostegno dell’amministrazione comunale. Cinquemila ragazzi provenienti da tutta l’isola hanno invaso la cittadina richiamati dallo slogan “Terra, solchi di verità e giustizia”, per una giornata di festa che culminata, in contemporanea con la manifestazione nazionale di Foggia e con altri 4.000 luoghi in tutt’Italia, con la lettura dei nomi delle vittime innocenti. Tra questi, anche quelli di Emanuela Loi (l’agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio in cui perse la vita anche il giudice Borsellino), di Bonifacio Tilocca (padre del sindaco di Burgos e ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004), e del sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998.

«Mia sorella è morta nella strage di via D’Amelio ma il suo sogno era di fare l’insegnante» ha detto Claudia Loi rivolgendosi ai tantissimi bambini delle scuole primarie presenti sotto il palco di piazza Sulis. «Sono passati ventisei anni dalla sua morte ma noi familiari non proviamo un sentimento di odio nei confronti dei mafiosi ma solo un desiderio di giustizia, di pace, di memoria e di legalità. E il valore della legalità deve essere appreso fin da piccoli perché, come disse il giudice Caponnetto, la mafia teme la scuola più della giustizia».

«Se questa Giornata della Memoria cade di 21 marzo è perché quella di oggi è una festa» ha affermato Pino Tilocca, figlio di Bonifacio Tilocca. “Noi sentiamo il vostro affetto e questo ci dà la forza di continuare a incontrare i più giovani nelle scuole di tutta la Sardegna”.

«Non è vero che la questione delle mafie non ci tocca, riguarda invece tutti» ha detto nel suo intervento a nome degli studenti presenti ad Alghero il giovane Emanuele Corongiu. «Purtroppo, la lista delle vittime innocenti ogni anno cresce. Questo non significa che non dobbiamo avere paura delle mafie ma che dobbiamo stare assieme per farci coraggio. Perché alla fine vinceremo noi. Non possiamo più stare in silenzio».

Aperta dalla musica della cantante Chiara Effe e del suo gruppo (recente vincitrice del premio nazionale “Musica contro le mafie”), la mattinata è iniziata con gli interventi istituzionali e di saluto, portati innanzitutto da Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna e presidente di Sardegna Solidale. «Il 21 marzo nasce da intuizione di don Ciotti che rimase colpito dal dolore di una madre che chiedeva di ricordare suo figlio ucciso dalla mafia ma di cui mai nessuno parlava. Oggi diamo a tutte le vittime la stessa dignità. Da questa piazza di Alghero parte dunque il coro che si unisce alle altre piazze d’Italia e del mondo. Le mafie hanno più paura delle scuole che delle prigioni, della cultura che delle armi: ecco perché diciamo grazie agli studenti e ai dirigenti scolastici che oggi sono qui, veri testimoni di giustizia, invitandoli a tenere gli occhi aperti perché oggi le nuove mafie hanno cambiato pelle».

Nel suo intervento, il sindaco Mario Bruno ha ringraziato tutti i volontari presenti ad Alghero: «Oggi è una giornata particolare, perché non soltanto si leggono i nomi delle vittime innocenti ma perché siamo qui a dare una risposta contro la criminalità in qualità di cittadini organizzati. Tutti noi dobbiamo impegnarci concretamente perché ci siano sempre più amministrazioni, istituzioni e imprese capaci di farsi risposta ed essere protagoniste del cambiamento».

Si è rivolto ai giovani anche il vescovo di Alghero, monsignor Mauro Maria Morfino: «Noi oggi ricordiamo le vittime delle le mafie che hanno sparso il sangue ma ci sono mafie molto piccole e giornaliere che sono terribili come quelle grandi. Le grandi mafie nascono in un luogo dove la gente non si rende conto di avere atteggiamenti mafiosi. La vostra presenza ci fa dunque sperare che voi possiate essere promotori di un mondo non violento».

Dal palco di Alghero ha portato il saluto e l’adesione dell’iniziativa da parte dell’amministrazione regionale l’assessore alla sanità Luigi Arru («Vi stiamo accanto nella vostra battaglia e ribadiamo il nostro impegno in prima linea contro la corruzione»), mentre il vicequestore di Sassari Maurizio Terlizzi ha ricordato il sacrificio di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, e la necessità che la società civile rifiuti «ogni logica di sopraffazione e di violenza».

Sulla stessa line anche il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli («Vogliamo dire un no forte a tutte le mafie») e di Salvatore Serra, vice prefetto vicario Sassari: «Questa è una giornata di grande valore simbolico che serve a mantenere vivo l’esempio di chi è caduto e a ringraziare chi nei territori contrasta la criminalità. Proprio perché la mafia colpisce tutti che tutti devono dare il loro contributo».

La manifestazione si è chiusa con le parole di don Luigi Ciotti (in collegamento da Foggia, sede della manifestazione nazionale della Giornata) e con la musica di Chiara Effe.

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«È un riconoscimento prestigioso di cui andiamo orgogliosi e che conferma l’impegno della nostra Regione nel portare avanti politiche ambientali efficaci, attente alle esigenze e la specificità dei territori.»
Queste le parole del presidente Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento, oggi a Nuoro nell’Auditorium dell’ISRE, per la cerimonia di consegna alla Regione Sardegna dell’European Forest Island Award 2018.
Il riconoscimento dell’Efi, il più grande network europeo per la ricerca forestale, è stato conferito alla Sardegna per l’impegno nella salvaguardia delle foreste e la selvicoltura mediterranea e per i consistenti investimenti a favore del patrimonio forestale e della bio-economia delle risorse rinnovabili. Il presidente Pigliaru lo ha ricevuto dalle mani del direttore dell’Efi, Marc Palahi – che ha lodato la Sardegna per il lavoro svolto sul patrimonio forestale -, alla presenza dell’assessora della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, tra i relatori della mattinata assieme all’amministratore unico dell’agenzia Forestas, Giuseppe Pulina, e al comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, Gavino Diana. Ha assistito alla cerimonia anche l’assessore della Sanità Luigi Arru.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il direttore del Dipartimento di Agraria, Antonio Pazzona, il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu, Simona Tidu dell’Ordine dei Dottori agronomi e dottori forestali d’Italia e di Nuoro, il presidente del Sisef (Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale), Marco Marchetti, ed Enrico Pompei del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. A moderare gli interventi il precedente Chair del Board dell’Efi, Giuseppe Scarascia Mugnozza. Gli approfondimenti del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese sono stati curati da Pier Paolo Roggero e Roberto Scotti. La consegna del riconoscimento precede l’Annual Conference e il Scientific Seminar dell’EFI, in occasione del 25° anniversario dell’organismo e in programma a settembre ad Alghero.

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Naturalmente in questi giorni post voto, le analisi e le dichiarazioni dei rappresentanti della politica nella nostra Regione riempiono pagine e pagine dei nostri giornali. La cosa è chiaramente interessante anche se spesso le analisi e le dichiarazioni dicono poco e niente e lasciano aperti tanti, troppi interrogativi senza risposta.

Tuttavia, su L’Unione Sarda del 15 marzo 2018, le dichiarazioni del consigliere regionale di Campo progressista, movimento che ha partecipato alle elezioni politiche all’interno delle liste del Partito democratico, Francesco Agus, presidente della commissione Riforme del Consiglio regionale, dicono con chiarezza cose importanti e che tutti ormai ben conosciamo.

La conclusione delle sue dichiarazioni riconosce gli errori fatti in particolare su alcune riforme come quella della Sanità. Dice Francesco Agus: «La riforma della sanità è sbagliata, ha scontentato tutti, pazienti, dirigenti, medici, infermieri sia nelle città sia nelle campagne e quindi bisogna riconoscere che abbiamo sbagliato e cambiare».

Sono d’accordo che va profondamente cambiata ma non possono farlo certamente loro che stanno governando questa regione e che hanno presentato, votato, difeso in giro per i territori della Sardegna questa riforma, salutata come storica e in grado di garantire servizi di qualità a tutti anche spendendo meno.

Da diversi giorni leggiamo che, nell’ambito della maggioranza che governa la Regione che, ricordiamolo, è composta da Sinistra, Partito democratico, Centro democratico, Partito dei sardi, si ipotizza un ulteriore rimpasto in Giunta e si punterebbe a sostituire ovviamente l’assessore della Sanità, Luigi Arru, più l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria e quello dell’Industria Maria Grazia Piras.

Forse cosi si riconosce finalmente il fallimento delle scelte operate sulla sanità, nel mondo delle campagne, nei settori dell’industria  della nostra Regione ma certo non si pone rimedio a tale fallimento.

Suggerisco una cosa semplice da fare: chiudere subito questa legislatura che non aveva bisogno del voto del 4 marzo scorso per mettere in rilievo il totale fallimento dei professori e dei partiti della maggioranza.

Il presidente della commissione Riforme può dare un contributo in questa direzione: prima di tornare alle urne per la Regione, è necessario tenere fede agli impegni presi subito dopo le scorse elezioni, per rimediare alle storture della legge elettorale regionale che erano apparse chiare a tutti. Qualche mese fa si è introdotta una modifica per prevedere la doppia preferenza di genere e si è deciso di rinviare gli altri punti da correggere. Ci sono le proposte, sono state già discusse, per cui non dovrebbe occorrere molto tempo. Due settimane nelle commissioni e due tre giorni in Aula, possono essere più che sufficienti per fare le modifiche necessarie per dare certezza di rappresentanza al voto dei cittadini e dei territori. Naturalmente, dovrebbe essere ufficializzato che, subito dopo, si scioglierà il Consiglio. Quindi al voto per il rinnovo del Consiglio regionale senza aspettare la scadenza naturale di febbraio 2019. Sarebbe troppo  tempo perso per la Sardegna e i problemi potrebbero solo aggravarsi.

Carbonia, 15 marzo 2018

Peppino La Rosa

Dirigente Riformatori sardi

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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, vicepresidente della commissione Salute, sollecita all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, il potenziamento della postazione del 118 nel Sarrabus Gerrei, tramite il ricorso a personale medico a bordo delle ambulanze:.

L’appello è arrivato dopo l’ennesima avaria di un mezzo di soccorso nelle strade del territorio. «A Villasalto è intervenuta l’unica ambulanza medicalizzata disponibile nell’area, per soccorrere un paziente in codice rosso, ma si è dovuta bloccare per un guasto meccanico – dice Edoardo Tocco -. La difficoltà legata alle emergenze mediche è diventata ormai un problema annoso, con la scarsità delle autoambulanze.»
Una carenza che, oltre a ricadere con inaccettabili tempi di attesa sugli utenti, grava di responsabilità improprie i medici e il personale sanitario impegnato nel 118 costretto ad operare su più fronti.

«Si tratta della naturale conseguenza di una situazione che non viene affrontata. Il pericolo è che – conclude Edoardo Tocco – i disagi aumentino con il periodo estivo, a causa del declassamento del San Marcellino di Muravera, con la mancanza di ambulanze che potrebbe riflettersi sull’ulteriore riduzione dei servizi.»

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E’ stato rinviato alla prossima seduta il parere della Commissione Sanità del Consiglio regionale sulle delibere della Giunta per i Piani locali unitari dei servizi alla persona (Plus) e sul tariffario unico regionale per le prestazioni rese ai privati dai veterinari delle strutture sanitarie pubbliche.

Sui contenuti delle due delibere, la Commissione, oggi presieduta dal vicepresidente Edoardo Tocco in sostituzione del presidente Raimondo Perra, ha sentito l’assessore alla Sanità Luigi Arru.

Sul primo punto (Plus), Luigi Arru ha spiegato che i criteri adottati dalla Giunta per l’erogazione delle risorse agli enti locali (circa 20 milioni di euro) saranno gli stessi dello scorso anno: il 40% del fondo sarà diviso in parti eguali, il 60% in base al popolazione residente.

Gli ambiti Plus riceveranno subito l’80% delle risorse assegnate per la gestione associata dei servizi alla persona, il restante 20% arriverà dopo la presentazione della rendicontazione.

L’assessore, rispondendo a una richiesta di chiarimenti del consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa sulla difficoltà di gestione dei diversi Plus ricadenti nella Città Metropolitana di Cagliari, ha fatto il punto sull’iter per la ridefinizione dei Piani: «Abbiamo da poco concluso il dibattito pubblico con gli enti locali interessati – ha detto Luigi Arru – siamo in attesa del parere del Cal per procedere alla definitiva rimodulazione dei Plus».

Quanto al mancato utilizzo di importanti risorse in alcuni territori, come segnalato dai consiglieri Daniela Forma(Pd) e Mariano Contu (Fi), l’assessore ha spiegato che la Regione sta lavorando fianco a fianco agli enti gestori per migliorare la capacità di spendita dei fondi.  

La consigliera Rossella Pinna (Pd) ha infine sollecitato un recupero della dotazione finanziaria del 2013: «In cinque anni il budget a disposizione dei Plus si è ridotto di circa 5 milioni di euro – ha detto Rossella Pinna – è necessario recuperare quei fondi per garantire i servizi nei territori dove sono carenti».

Sul tariffario unico regionale delle prestazioni veterinarie, l’assessore ha invece spiegato il metodo utilizzato per la ridefinizione delle tabelle: «La Giunta ha lavorato su un tariffario vecchio di 30 anni – ha spiegato l’assessore – per aggiornarlo abbiamo fatto un confronto con le tariffe applicate da altre regioni e, fatta la media, applicato una tariffa che tiene conto delle particolari condizioni economiche e sociali della Sardegna». Il costo di una prestazione resa a un privato da un veterinario di una struttura sanitaria pubblica sarà inferiore alla media nazionale: «E’ una scelta politica che tiene conto della specificità della nostra isola – ha affermato Arru se in Italia si arriva a pagare fino a 20 euro per la macellazione di una pecora, in Sardegna basteranno dieci euro per la certificazione rilasciata ad un’azienda anche per più capi di bestiame».

I consiglieri Mariano Contu (Fi), Daniela Forma e Rossella Pinna (Pd) hanno chiesto un rinvio del parere per consentire di approfondire la questione attraverso la consultazione dei dati relativi alle altre regioni italiane e la comparazione con le attuali tariffe in vigore. La richiesta è stata accolta dal vicepresidente Tocco che ha rinviato il voto alla prossima seduta.

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Il Consiglio regionale ha respinto la mozione n. 139 (Rubiu e più) sulla crisi del sistema industriale ed ha approvato l’ordine del giorno sulle misure per fronteggiare la crisi dell’Ara, Aipa e Apa e le mozioni n. 399 (Peru e più) e n. 400 (Congiu e più) sull’assistenza ai pazienti diabetici.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le mozioni riguardanti la situazione dei lavoratori Aras e Apa. Sulla base del dibattito svoltosi nella seduta antimeridiana i gruppi stanno lavorando ad un documento unitario che sarà definito successivamente.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione della mozione n. 139 (Rubiu e più) sulle crisi industriali, che è state illustrata dal consigliere dell’Udc Giorgio Oppi.

Nel suo intervento, Giorgio Oppi ha ricordato che la mozione è arrivata in Consiglio «dopo 3 anni nei quali il mondo è cambiato e molte famiglie hanno dovuto reinventarsi la vita, mentre in Sardegna si è abbattuto un ciclone su tutti i partiti che richiama tutta la politica alle sua responsabilità». Quanto alla situazione attuale, ha aggiunto Oppi, «non una della crisi industriali di cui si parla nella mozione è stata risolta e dal fallimento della politica industriale deriva la mancanza di una visione politica del futuro della Sardegna perché, a fronte del modello degli anni ’70 che era comunque un modello non si capisce quello di oggi». Questa giunta e la precedente hanno responsabilità, secondo l’esponente dell’Udc, perché si sono limitate a prendere tempo, sperperando risorse pubbliche, evitando di rimuovere la burocrazia improduttiva anche quando sbagliava». Nel Sulcis, ha poi proseguito Giorgio Oppi, «sono finite anche speranza e dignità, la chimica verde è avvolta dal silenzio come Ottana, Villacidro e Olmedo». Di qui, ha concluso, «un richiamo generale a rivolgere alla Sardegna uno sguardo più responsabile per contrastare quel populismo che travolgerà ogni cosa, comprese le istituzioni che sono patrimonio di tutti».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha dichiarato che «affrontare questo argomento provoca dispiacere, ma la mancata impostazione politica nell’industria ha investito con forza la nostra Regione, perché in effetti sono 30 anni che l’Italia si interroga sulla direzione da prendere e, per quanto riguarda la Sardegna, le giunte che si sono succedute non si sono mostrate all’altezza». Se quella immediatamente precedente ha ereditato parecchi mostri, secondo la Zedda «sarebbe stato lecito aspettarsi da questa Giunta qualche passo avanti dalla chimica verde, così come dalla Keller, da Ottana Polimeri, dalla stessa Alcoaa Euroallumina ed E.On collegate all’energia, per cui dovremmo fare scelte straordinarie in questo scorcio di legislatura, dobbiamo essere uniti senza farci prendere in giro da annunci sui piani industriali o sulle bonifiche».

Sempre per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha parlato di una «discussione fredda ma, purtroppo, ancora drammaticamente attuale con cause lontane nel tempo che risalgono ad un sistema industriale costruito sulle sabbie mobili». A cavallo della scorsa legge finanziaria, ha detto ancora Mariano Contu, «si enfatizzarono i dati sull’occupazione del penultimo trimestre del 2017 che però risentivano fortemente del lavoro stagionale legato al turismo, mentre gli ultimi dati ci dicono che l’occupazione della Sardegna è scesa di ben 2 punti percentuali». C’è bisogno quindi di interventi strutturali e non di assistenzialismo, ha sostenuto Mariano Contu, «e sotto questo profilo il recente Piano per il lavoro è insufficiente, c’è casomai bisogno di ridisegnare il sistema produttivo della Regione partendo dalle sue vocazioni naturali come l’artigianato e dare corpo ad una visione forte della Sardegna del futuro, perché altrimenti succederà come nel Sulcis, dove non si riesce ad attivare un cantiere o una nuova impresa».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha collocato la mozione alla base della grande crisi da cui la nostra Regione non è ancora uscita, una crisi il cui emblema è l’area di Ottana. Una realtà, ha ricordato Crisponi, «che meritava di essere analizzata da una commissione di inchiesta che tempo fa fu proposta ed in quella occasione si parlò anche di possibili ipotesi di riconversione su agro alimentare, bio edilizia ed industria del freddo; la storia di Ottana, invece, è una storia di sperpero di danaro pubblico e di totale mancanza di prospettive per la Sardegna centrale, dove non si parla nemmeno di bonifiche dopo la chiusura dei siti industriali senza fare alcuna pressione sull’Eni». Ma noi, ha concluso Crisponi, «non possiamo accettare che quel territorio resti un deserto e si continui ad andare avanti senza una bussola per ripartire».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, primo firmatario della mozione, ha lamentato che «chi ci ascolta si può tranquillizzare perché stiamo discutendo dopo 3 anni della crisi dell’industria sarda e questa poca sensibilità lascia capire la sensibilità della maggioranza verso i problemi del sistema produttivo e del lavoro ed inoltre appare ancora più imperdonabile la noncuranza nei confronti della crisi che ancora pesa sulla Sardegna, con numerosissimi lavoratori che hanno perso anche la minima forma di sostegno al reddito». Sono state trascurate tematiche importanti, ha protestato Rubiu, «come la zona franca, il porto industriale di Porto Torres, il mancato riconoscimento di area di crisi per Ottana, per Eurallumina che da oltre 1000 giorni attende decisioni dell’assessorato dell’Ambiente della Sanità e provincia del Sud per il riavvio dello stabilimento, per la Portovesme Srl ancora in attesa delle autorizzazioni per il sito di smaltimento indispensabile ad una azienda dove potrebbero lavorare oltre 1300 unità con un investimento di 400 milioni».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «sarebbe ingeneroso attribuire alla maggioranza insensibilità sulle crisi industriali perché non più tardi di alcuni mesi fa, a maggio, il Consiglio approvò una mozione di tutti i capigruppo (minoranza compresa) per la situazione di Ottana e del Nuorese, indicando un pacchetto di soluzioni per frenare la caduta verticale di quell’area; chiedemmo in particolare una azione nei confronti della presidenza del Consiglio dei ministri per il rilancio del polo, ricomporre la filiera e riavviare Ottana Polimeri oltre alle bonifiche del sito affiancando l’azione del Comune». Oggi, ha detto ancora Daniele Cocco, «chiediamo di sapere a che punto sono le interlocuzioni con il Governo, senza dimenticare la situazione dei 130 operai ex Legler privi di ammortizzatori sociali e da inserire nel Piano Lavoras e quella dell’Alcoa dove si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, fermo restando che in questa direzione bisogna proseguire con determinazione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sollecitato il Consiglio ad «andare oltre la carrellata di situazioni industriali disastrose per parlare del futuro tenendo presente che il mondo non sarà più come prima». Quando si immaginò negli anni ’70 lo sviluppo della Sardegna per poli, ha ricordato Dedoni,  «arrivarono le industrie di base ma non quelle che producevano valore aggiunto e se oggi abbiamo un panorama desolante dal Sulcis a Porto Torres ad Ottana ci spieghiamo il successo dei 5Stelle; questo è il nocciolo del distacco fra la politica e la comunità, dobbiamo costruire la programmazione futura su 5/10 cose da fare assieme nell’interesse dei sardi, per evitare la cancellazione della politica con la P maiuscola che si dimostra capace di risolvere i problemi con responsabilità e coscienza civile».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha osservato che «discutere oggi una mozione di 3 anni fa consente di scattare una istantanea immaginaria dell’industria sarda e di quelle realtà ancora in crisi per vedere cosa è stato fatto». In ogni programma nazionale, regionale e locale, ha affermato Angelo Carta, «si mette al primo posto il lavoro anche se oggi il guru delle stelle dice che non è più necessario perché basta il reddito di nascita; io invece credo nel lavoro al centro del destino di ogni persona per cui invito tutti  riflettere sulle cose che possiamo fare oggi facendo autocritica perché abbiamo sbagliato a pensare che anche qui sarebbe arrivata la ripresa». Interroghiamoci piuttosto, ha proposto Angelo Carta, «sulla nostra capacità di offrire soluzioni per dare una speranza ai sardi; è comprensibile che dopo certe batoste ci possa essere rassegnazione ma è sbagliato perchè, anzi, deve venir fuori un orgoglio ancora più forte: certo è che dall’opposizione bisogna concludere che la Giunta ha fatto molto poco e forse anche il Consiglio ha qualcosa da rimproverarsi per aver mancato nel suo ruolo di stimolo».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver messo in evidenza che comunque una mozione di 3 anni fa riconosce che la Giunta Pigliaru ha ricevuto una eredità molto pesante si è soffermato su quanto è stato fatto. E vero che ci sono problemi serissimi, ha detto Cocco, «ma non è vero che c’è il deserto: nel Sulcis, oltre ad un investimento di 600 milioni di euro, si è risanata una società decotta che sta lavorando in molte realtà del territorio, la Carbosulcis, con 400 milioni di soldi pubblici, sta operando per la chiusura della miniera e portando avanti un grande progetto innovativo nel settore della ricerca e, fatto molto importante, nessuno ha perso il posto di lavoro». Eurallumina e Alcoa, ha aggiunto Pietro Cocco, «stanno ripartendo con buone aspettative ed anche al centro e al nord sono in corso molte iniziative produttive; i segnali ci sono ed ora bisogna concentrarsi su una idea generale di sviluppo della Sardegna».

Dopo l’on. Pietro Cocco ha preso la parola l’assessore Maria Grazia Piras (Industria), che ha detto: “Quando sono arrivata nel 2014 avevo in mente una chiara idea di sviluppo della Sardegna e accanto avevo l’esigenza di salvare le aziende in difficoltà e i loro posti di lavoro. Dall’altra parte la Giunta e io avevamo l’idea di affrontare i problemi strutturali dell’Isola, quelli che in passato non erano mai stati aggrediti. Non dico che abbiamo risolto tutti i problemi ma abbiamo fatto ripartire Seamag per risanare e bonificare l’area di Furtei. Sulla Keller abbiamo trovato una situazione già compromessa e stiamo trattando con tre interlocutori, uno sardo e due cinesi: mi auguro che possa ripartire quanto prima. Su Alcoa potremo gioire quando vedremo le prime colate di alluminio ma il revamping della fabbrica è in atto. Su Eurallumina posso dire che si è chiuso un accordo con Terna per fornire un vapordotto: ci pare la soluzione migliore sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Anche per la Portovesme srl dovremmo essere pronti alla soluzione entro la prossima conferenza dei servizi”.

L’esponente della Giunta Pigliaru ha proseguito: “Su Porto Torres abbiamo richiamato Eni alle sue responsabilità mentre su Ottana l’imprenditore era sfuggente e abbiamo dovuto avviare con il Governo l’interlocuzione per far diventare il sito “area di crisi complessa”. Ma finalmente in Sardegna si profila una strategia energetica da qui sino al 2030, con un piano energetico avanzato che prevede finalmente l’arrivo del metano, che sino a oggi ci è costato in termini di mancato sviluppo 500 milioni di euro. Ma il piano energetico prevede anche l’efficientamento energetico dei comuni sardi, le colonnine elettriche per la mobilità. Questo è tracciare lo sviluppo industriale della Sardegna in termini strutturali: è questo che vogliamo lasciare, insieme ai progetti per l’innovazione presentati dalle imprese.  E il + 9 per cento di export (+ 6 senza Saras) ci rende particolarmente orgogliosi, sia per l’agroalimentare che per l’Ict”.

Per replica l’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: “A sentire l’assessore va tutto bene. E invece non è vero che va tutto bene, anzi. L’Igea partì con un buco di 12 milioni di euro e voi l’avete trovata in gran parte risanata  e con i progetti di bonifiche. Cosa avete fatto voi? Avete girato quelle bonifiche ai Comuni di Iglesias e Carbonia, che non hanno ingegneri specializzati per portarle avanti. La rabbia del Sulcis Iglesiente, che si è manifestata alle urne, è del tutto motivata  e se non interveniamo in fretta è del tutto evidente che quel ciclone non andrà più via. E lo stesso vale per la discarica della Portovesme Srl. Altro che decimo anello, bisogna avere il coraggio di costruire una nuova discarica e imporla ai sindacati”.

Per dichiarazione di voto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che “questa mozione non è un processo all’assessore Maria Grazia Piras, della quale anzi in questi anni ho apprezzato sempre la foga e l’impegno”.

L’Aula ha respinto la mozione.

Sulle mozioni 392, 397 e 398 (Ara e Apa) è stato presentato un ordine del giorno unitario del quale la segretaria on. Forma ha dato lettura. L’odg invita la Giunta a opporsi ai licenziamenti in atto e a presentare entro 45 giorni  un piano legislativo di riordino del settore delle agenzie e delle strutture di aiuto del settore agropastorale.

L’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura) ha tracciato un bilancio delle attività svolte dall’esecutivo nell’ultimo anno in materia di agricoltura e ha detto: “Sono favorevole a percorrere tutte le strade che diano la certezza del lavoro ai 350 impiegati di Apa e Ara. E come giunta daremo attuazione a questo ordine del giorno. Per questo il mio parere è favorevole”.

L’odg è stato approvato.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto al Consiglio di discutere le mozioni 399 (Peru) e 400 (Congiu) sul problema della disponibilità degli apparecchi destinati alla misurazione continua della glicemia, patologia che investe 110 mila diabetici sardi.  

L’on. Antonello Peru (FI) ha ricordato i numeri dell’incidenza di questa piaga sanitaria cronica, per la quale la Sardegna è prima nel mondo e supera anche la Finlandia. “Siamo davanti a una vera emergenza sociosanitaria e per fortuna la comunità scientifica studia da molti anni e fa progredire la cultura e le cure. In questo senso il buon controllo glicemico, soprattutto in età pediatrica, è fondamentale. Certo, l’assessorato nel 2016 ha colto la serietà del problema affrontando le linee guida che sono poi gli indirizzi indicati dalla Consulta regionale della diabetologia. Oggi con questa mozione chiediamo il diritto all’accesso alle tecnologie per tutti i pazienti che ne hanno bisogno e chiediamo che le linee guida siano applicate davvero, a cominciare dal monitoraggio continuo di controllo della glicemia. Confido molto nella sensibilità dell’assessore e dell’Aula per migliorare la qualità della vita di questi sardi”.

L’on. Augusto Cherchi (Pds) ha illustrato la mozione 400 (che tocca lo stesso problema della mozione 399) ricordando la legge 1 del 1949 che istituiva un fondo per la tutela della malattia sociale del tempo, la tubercolosi. Oggi è invece secondo l’Oms il diabete una delle tre malattie sociali più gravi, visto che colpisce 400 milioni di persone ed è considerata la più elevata causa di mortalità nei prossimi 20 anni.  La spesa principale per il diabete in Sardegna non è quella farmacologica ma sono le complicanze. Questo va tenuto in mente in una visione intelligente delle cose: se vogliamo risparmiare dobbiamo ridurre le complicanze. E il monitoraggio continuo della glicemia, che costa circa 150 euro al mese, consente di ridurre fortemente le complicanze”.

L’oratore ha aggiunto: “Non è normale quello che accade oggi in Sardegna, con i pazienti che devono misurare la glicemia più volte al giorno ma lo fanno pagando di tasca perché la Regione fornisce soltanto quattro strisce giornaliere. Il sensore che si può portare al braccio risolve questi problemi ed evita ai diabetici di doversi pungere il dito anche tremila volta l’anno. Io credo che esistano i presupposti per considerare il diabete malattia della nazione sarda e per promuovere la ricerca e le linee guida in tutta Italia. Permettiamo che i nostri medici vadano dappertutto a sviluppare le tecniche di trapianto delle isole pancreatiche e invece li dovremmo trattenere qui”.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato di aver letto con apprensione la lettera di un paziente diabetico ad un quotidiano con cui si paragonava la malattia alla rana bollita, che può liberasi con un balzo dalla pentola ma non può niente contro la bollitura a fuoco lento. Fuori dalle metafore, ha detto Tedee, «la politica deve avvicinarsi a questa situazione in punta di piedi ma anche con intelligenza, testa e cuore, cambiando atteggiamento; a marzo presentammo una interrogazione che rimase senza risposta se non attraverso un comunicato stampa dell’assessore che ci riempiva di contumelie». Oggi discutiamo in un contesto diverso gli stessi problemi, ha aggiunto Tedde, «il diabete è una piaga della Sardegna che coinvolge circa 300.000 persone con una spesa pubblica di 300 milioni, per cui il governo Pigliaru deve integrare il suo sistema di welfare come hanno fatto le altre Regioni, rimborsando le spese per i dispositivi di misurazione e superando una evidente lacuna nell’azione politica della Giunta».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha sottolineato che «la politica può essere capace di approfondimenti positivi nell’interesse dei cittadini rispetto ad un problema che dovrebbe essere risolto in pochi minuti come ha sollecitato il collega Peru; alla Giunta spetta ora il compito di dare risposte concrete perchè sarà difficile sconfiggere il diabete ma dobbiamo comunque impegnarci a fondo per cambiare in meglio la vita di tanti bambini e di tanti adulti».

Ancora per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha osservato che «le due mozioni sono in parte differenti ma entrambe molto significative e convergenti nella finalità; il dramma del diabete in Sardegna è reale e bisogna mettere a punto una strategia molto più efficace e sotto questo profilo c’è un piano di prevenzione nazionale che va potenziato soprattutto per la prevenzione delle complicanze che hanno un costo sociale elevatissimo». Con risorse tutto sommato limitate, ha concluso Contu, «possiamo raggiungere risultati di grande qualità, a partire dal riconoscimento degli strumenti per il controllo del diabete giovanile».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha dichiarato che «il problema sollevato dalle mozioni è emblematico della situazione della sanità sarda, un disastro totale come dimostra l’ultimo esempio vergognoso della vicenda dei vaccini nel Sud Sardegna; i pazienti diabetici, in particolare, vengono rimpallati da una parte all’altra nonostante l’incidenza della malattia che richiederebbe un supplemento di attenzione». La sensazione è invece, secondo Michele Cossa, «che la situazione sia sfuggita di mano, col centro diabetologico di Cagliari che si regge solo con lo spirito di sacrificio di chi ci lavora e comunque la struttura fa una visita al giorno ed ha una lista d’attesa di un anno e mezzo, non c’è continuità nelle forniture, nessuno sa dare indicazioni su come un diabetico può rinnovare la patente: su queste cose servono risposte».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha evidenziato che «le mozioni fanno emergere un problema molto sentito nella società sarda, per cui è necessario un intervento immediato dell’amministrazione regionale, ponendo fine alle gravi lacune del sistema nella gestione di questa patologia, e fornendo ai pazienti i migliori supporti per il monitoraggio della malattia». E’vero che occorrono risorse, ha riconosciuto Giuseppe Meloni, «ma il risparmio per la sanità regionale sarebbe di gran lunga maggiore se si potesse disporre di un monitoraggio efficace della malattia, con un grande miglioramento della qualità di vita della persone, soprattutto dei bambini». Ad Olbia, ha ricordato infine il consigliere, «su 90 bambini c’è in servizio un solo specialista che deve svolgere anche altri compiti ma, al di là dei casi locali, c’è molto da fare in materia di prevenzione e formazione del personale».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha messo l’accento sul fatto che «le malattie auto-immuni purtroppo primeggiano in Sardegna e le due mozioni hanno centrato il problema; siamo primatisti nella sclerosi multipla con 6600 casi,una malattia con una genesi simile al diabete di tipo1, entrambe sono patologie gravemente invalidanti che incidono fortemente sul benessere psico-fisico dei pazienti ed inoltre non ci sono solo conseguenze fisiche ma su molte altre parti dell’organismo». Farsi 3200 punture l’anno è un trauma che si può rimuovere, ha concluso Domenico Gallus, «ed i sardi hanno diritto a questa opportunità, bisogna quindi attivare percorsi terapeutici di supporto per evitare inutili spostamenti da una struttura all’altra».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha messo in luce che «le mozioni hanno ben rappresentato quella che è una grande e grave patologia sociale della Sardegna; io steso avevo presentato un emendamento (poi ritirato) rispetto al quale assessore aveva preso impegni precisi sul problema; non dubito che questi impegni saranno mantenuti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato positivamente che «dopo qualche giorno dalla mozione si è riunita la consulta che il nostro gruppo aveva individuato come un organismo propulsivo nell’elaborazione di una nuova strategia contro il diabete; occorre però sapere quali risultati ha ottenuto, perché l’impressione è che non ci sia stato un coordinamento funzionale fra la stessa consulta e la struttura dell’assessorato, rendendo particolarmente difficile arrivare ad un approccio differente e molto più funzionale alle esigenze dei pazienti fondato su diagnosi e prevenzione».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricostruito in sintesi la sua vicenda familiare, quella della mamma malata di diabete che deve controllare con eccessiva frequenza l’andamento della glicemia in tutte le ore delle giornata, l’eventuale progressione della malattia e delle sue manifestazioni collaterali, coinvolgendo tutto il nucleo familiare nella cura del malato. Puntiamo sulla prevenzione soprattutto nell’interesse dei bambini, ha suggerito, «perché quando si arriva alla consapevolezza della patologia molto spesso è troppo tardi; la scienza fortunatamente ha fatto molti passi avanti e noi non possiamo fermarci ai problemi che riguardano alcuni strumenti di supporto».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere positivo sulle due mozioni, precisando in apertura che «non c’è un problema di soldi». In tutto il modo occidentale, ha spiegato, «il quadro del diabete è diverso ma non per problemi tecnici quanto piuttosto perché ogni procedura viene sottoposta ad una valutazione sugli obiettivi di salute». Per quanto riguarda la Sardegna, ha aggiunto, «le stesse associazioni hanno riconosciuto il valore di quanto fatto nel 2016 e, quanto all’uso di determinati strumenti alcuni sono sconsigliati ai bambini al di sotto dei 4 anni non sono indicati in tutto il modo perché richiedono un particolare addestramento dei familiari e dello stesso bambino; piuttosto bisogna creare le reti di patologia e lo abbiamo tenendo conto nelle nostre specificità territoriali, intervenendo su un quadro a macchia di leopardo a riunendo attorno allo stesso tavolo medici ed infermieri». Da parte mia quindi c’è un impegno totale, ha concluso Luigi Arru: «entro 15 giorni sarà formalizzata la rete con nuovi strumenti ed un numero di specialisti in linea con la media nazionale che, in uno stretto coordinamento con i medici di famiglia, potranno garantire un lavoro efficace e di grande qualità».

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, intervenendo in sede di replica, ha espresso soddisfazione per il dibattito sulle mozioni in discussione ed ha affermato che si sono raggiunti obiettivi importanti, ad incominciare dalla convocazione degli organismi scientifici. «L’Aula – ha aggiunto il consigliere della minoranza – ha preso coscienza che il problema del diabete è un problema sociale che deve essere affrontato senza fare ragionamenti di quadratura del bilancio». «L’individuo al primo posto – ha proseguito Peru – e chi ha limiti del corpo attraverso la natura deve essere compensato senza fare ragionamenti di bilancio». «Ho trovato i colleghi e l’assessore sensibili al problema – ha concluso il vice presidente del Consiglio – e spero che nelle prossime settimane i pazienti sardi possano essere soddisfatti e possano avere una migliore qualità della vita».

Il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, intervenendo in sede di replica come presentatore della mozione n. 400, avente per oggetto l’assistenza ai pazienti diabetici, ha mostrato cautela nel giudizio riguardo l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e ha domandato con tono polemico: «Cosa succede domani per i diabetici sardi?». Augusto Cherchi ha insistito inoltre perché vengano inseriti nel prontuario terapeutico regionale i presidi “freestyle” ed ha concluso auspicando maggiore tutela per i pazienti e azioni concrete volte a  eliminare “i lacci e i laccioli che limitano la dignità di vita dei pazienti diabetici”.

Michele Cossa (Riformatori) si è detto insoddisfatto delle dichiarazioni rese dall’assessore Arru ed ha lamentato che “i pazienti diabetici sardi si scontrano con problemi di natura pratica e con un sistema a loro ostile”. Il consigliere della minoranza ha quindi annunciato voto favorevole alle mozioni n. 399 e 400.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha annunciato voto favorevole ed ha auspicato la dovuta considerazione “ai fattori innovativi e alle sperimentazioni in corso in grado di aiutare i diabetici”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione n. 399 (Peru e più) che è stata approvata con 33 voti favorevoli e un astenuto e successivamente ha posto in votazione la mozione n. 400 (Congiu e più) che stata approvata con 33 voti favorevoli su 33 consiglieri votanti.

Tolta la seduta, il Consiglio è stato convocato al domicilio.

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Un disegno di legge da approvare entro giugno di quest’anno, un nuovo ‘taglialeggi’ e una Giornata della Semplificazione ad aprile. Sono questi i prossimi obiettivi della Giunta in tema di semplificazione delle procedure amministrative. Dopo l’approvazione della legge del 2016, che ha disposto l’istituzione del SUAPE (Sportello Unico per le Attività Produttive e l’Edilizia) e il taglio di 300 leggi del periodo tra il 1949 e il 1969, l’esecutivo delinea l’agenda dei prossimi impegni per dotare la Regione di norme sempre più chiare, più semplici e sempre più rispondenti alle esigenze di cittadini e imprese. La semplificazione è uno dei punti fondamentali del programma di governo della Giunta e, a un anno e mezzo di distanza dal varo della prima legge che ha impresso una forte accelerazione al nuovo corso sulle norme che regolano i procedimenti amministrativi, le nuove azioni completeranno la riforma e daranno ulteriori certezze sui tempi della burocrazia regionale.

Dal rilascio della piattaforma tecnologica del SUAP nel 2010, alla istituzione del SUAPE, nel 2017, sono state presentate allo sportello quasi 300mila pratiche (l’anno scorso il numero è stato doppio, oltre 70 mila, rispetto al 2016). Il maggior numero di pratiche riguarda il commercio al dettaglio (21.9%), gli interventi di edilizia ordinaria (18.5%) e la somministrazione di alimenti e bevande (12.5%). Grazie all’istituzione del SUAPE, nel 2017 è quasi raddoppiato il numero di pratiche con immediato avvio a 0 giorni rispetto all’anno precedente. Ciò ha consentito di dare tempi certi e brevi per l’89% delle pratiche in autocertificazione e l’11% di quelle in conferenze di servizi (di cui l’84% in modalità asincrona, cioè con la semplice trasmissione dei documenti per via telematica tra le amministrazioni partecipanti). I risultati dell’attività di semplificazione riguardano anche altri servizi per il cittadino. In un anno sono state attivate 1.052 carte di servizio CNS e 998 firme digitali. Per affrontare i cambiamenti legati all’istituzione del SUAPE la Regione ha fornito assistenza e formazione a 2.746 operatori comunali, 200 amministratori locali e 238 professionisti e tecnici. Tutte le attività del SUAPE sono telematiche e cittadini e imprenditori si avvalgono dello sportello on line sul sito www.sardegnaimpresa.eu .
La Giunta è intervenuta di recente sulle direttive del SUAPE approvate un anno fa. Da febbraio 2017 a oggi, gli uffici del Servizio Semplificazione, all’interno dell’Assessorato dell’Industria, hanno sottoposto a controllo e verifica le direttive stesse con l’obiettivo di migliorarle e risolvere alcuni problemi di interpretazione, in particolare nei settori dell’Urbanistica e della Sanità. Il risultato è l’approvazione di una delibera, proposta dall’assessore Maria Grazia Piras, di concerto con gli assessori Cristiano Erriu e Luigi Arru, grazie alla quale si aggiornano le direttive e si fa chiarezza su diversi procedimenti.
Con le nuove direttive, tutte le autorizzazioni (parere di compatibilità, autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione all’esercizio e accreditamento) rientrano nella competenza SUAPE e possono essere ottenute con un unico procedimento. Si eliminano così allungamento dei tempi, confusione e disorientamento da parte degli imprenditori. Le nuove disposizioni in materia di strutture sanitarie si applicheranno a partire dal 1 maggio per dare tempo agli uffici competenti di adeguarsi al cambiamento. I procedimenti in essere saranno comunque completati e i provvedimenti restano pertanto validi ed efficaci e non devono essere riacquisiti nel procedimento unico.
Le nuove direttive prevedono che il parere di compatibilità per le strutture integrate (socio-sanitarie) sia sempre positivo e sia acquisito implicitamente con il perfezionamento del titolo abilitativo di esercizio. In pratica si segue il procedimento in autocertificazione a zero giorni. Finora non era chiaro di chi fosse la competenza nei casi ‘ibridi’ e per anni l’apertura delle strutture integrate è stata molto problematica.
Novità anche sulle direttive che riguardano le sanatorie edilizie. Vengono mantenuti il punto unico di contatto e la possibilità di un’unica pratica per la sanatoria contestuale a un nuovo intervento. Altra novità: non si applica il procedimento in Conferenza di servizi perché non si concilia con un procedimento di sanatoria. Le nuove direttive chiariscono anche che ogni ufficio mantiene le proprie competenze e il SUAPE è l’interlocutore unico con il cittadino. Con le disposizioni precedenti, le sanatorie entravano per la prima volta nel procedimento unico SUAPE attraverso il procedimento in conferenza di servizi, il quale aveva creato difficoltà di applicazione e disomogeneità nel territorio regionale. Le difficoltà riguardavano in particolare il significato giuridico da attribuire al silenzio in caso di ritardo, la necessità del calcolo della sanzione, non possibile per il SUAPE, e il ruolo dello stesso SUAPE e dell’Ufficio tecnico comunale in merito a chi dovesse indire o firmare il provvedimento.
Le nuove direttive intervengono sull’articolo che riguarda i progetti non conformi allo strumento urbanistico. Ora sarà possibile presentare contestualmente la pratica di variante e di realizzazione del nuovo intervento. In tal modo, si richiederà la variante solo e in relazione a un intervento autorizzabile. L’imprenditore risparmierà tempo e avrà maggiori garanzie di realizzabilità dell’opera. Le direttive precedenti, invece, prevedevano la richiesta a monte della variante e solo in una fase successiva la presentazione della pratica per la realizzazione degli interventi. Le nuove direttive, inoltre, aggiornano la tabella di ricognizione dei regimi amministrativi alle norme sopravvenute, con particolare riferimento alla Legge regionale numero 11 del 2017 in materia di Urbanistica.
La Giunta guarda già ai prossimi provvedimenti in tema di semplificazione. Dall’1 marzo, infatti, è on line SARDEGNA PIÙ SEMPLICE, un sondaggio per fornire alla Regione suggerimenti per la prossima Legge di semplificazione 2018. La piattaforma è sul sito www.sardegnapartecipa.it. Può partecipare chiunque voglia segnalare una semplificazione normativa. La consultazione è anonima e si può partecipare fino al 31 marzo prossimo. A settembre di quest’anno la Giunta presenterà al Consiglio Regionale il disegno di legge con le proposte di semplificazione suggerite dai cittadini.
La Regione ha effettuato un importante investimento tecnologico, adeguando la piattaforma SUAP in uso dal 2010 con una nuova piattaforma, espressione delle migliori e più avanzate tecnologie. La piattaforma soddisfa le esigenze degli operatori e fruitori della stessa, in primis imprenditori e liberi professionisti, e, in sintesi, coniuga l’aspetto dell’innovazione normativa con quello tecnologico, offrendo uno strumento unico nel suo genere in tutto il panorama italiano.

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Il Consiglio regionale si riunirà domani, martedì 13 marzo, alle ore 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il Disegno di legge 492 “Disposizioni in materia di pesca”. Seguirà l’esame del DL 440 “Istituzione dell’Anagrafe regionale degli studenti” e del documento  n. 19 del Corecom che riguarda il programma di attività per il 2018. L’Aula discuterà inoltre sette mozioni: la 374 (Forma e più)  sul piano di riorganizzazione delle sedi INPS e sulle ripercussioni nel territorio regionale con particolare riferimento alla Sardegna centrale; la 392 (Congiu e più) in merito alla grave situazione in cui si trovano i dipendenti dell’ARAS; la 370 (Pizzuto e più) sulla situazione dei lavoratori ex Sa.Re.Mar. e sull’applicazione della clausola di salvaguardia; la 139 (Rubiu e più) sulla situazione di crisi del sistema industriale in Sardegna, con la chiusura di diverse aziende e la cassa integrazione di molti lavoratori; la 238 (Tedde e più) sulle illegittime richieste di conguagli inviate da Abbanoa agli utenti sardi relativamente alle annualità dal 2005 al 2011; la 163 (Tedde e più) sui tagli delle risorse destinate a finanziare i piani personalizzati di sostegno previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162, e sull’introduzione di un meccanismo a punteggio che misura l’importanza e la rilevanza delle diverse forme di disabilità; la 399 (Peru e più) sulla rimozione delle cause che determinano il diniego della fornitura dei dispositivi medici necessari per il monitoraggio continuo della glicemia ai pazienti affetti da diabete.

Giovedì 15 marzo si riuniranno invece la seconda e la sesta Commissione convocate entrambe per le 10,00.

Il parlamentino della Cultura, presieduto da Gavino Manca, sentirà i audizione l’assessore al Lavoro Virginia Mura sul Programma “Lavoras”. All’ordine del giorno anche l’elezione di un nuovo segretario e l’esame del Testo Unico sulla lingua sarda.

Nutrito il programma della Sesta Commissione. I lavori dell’organismo consiliare guidato da Raimondo Perra si apriranno con l’audizione dell’assessore alla sanità Luigi Arru sui Plus e sul tariffario unico regionale per le prestazioni sanitarie dei veterinari. Seguirà l’audizione dell’assessore al Lavoro Virginia Mura sul Piano triennale per l’emigrazione. Chiuse le audizioni, la Commissione si occuperà del Testo unico sulla dislessia e delle proposte di legge n. 164 Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”; n. 280 e n. 56 “Gioco d’azzardo”; n. 453 “Disciplina normativa sulla disabilità uditiva”; nn. 116 e 317 “Sport” e n. 472 “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”.

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«La scelta di tagliare i fondi (da 15 a 5 milioni di euro l’anno) per la vigilanza delle guardie mediche porterà alla soppressione del servizio armato a partire dal 2019 in tutte le guardie mediche della Sardegna: una scelta scellerata che mette a rischio l’incolumità di operatori sanitari e pazienti.»

Lo denuncia il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru.

«Soprattutto in alcune realtà la presenza di personale armato ed addestrato ad usare le armi non è sostituibile da un portiere né tantomeno dalla video sorveglianza, che non permette certo un intervento immediato e non protegge il medico quando questo deve intervenire a domicilio o comunque all’esterno dei locali della guardia medica, come capita specialmente nelle aree rurali – aggiunge Michele Cossa -. A parte i tragici precedenti che avevano portato alla istituzione di questo servizio  oggi siamo in presenza di una situazione generale che non permette di abbassare la guardia sul versante della sicurezza di chi lavora, come testimoniano anche le aggressioni notturne nei confronti di autisti di ARST e CTM. La Giunta – conclude Michele Cossa – risparmi su altro, ma non sulla sicurezza delle persone.»

Quadro riepilogativo delle guardie mediche in Sardegna.

Carbonia 20

Cagliari 37

Sanluri 11

Lanusei 11

Nuoro 32

Oristano 26

Sassari 33

Totale 170