19 July, 2024
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La Giunta regionale ha effettuato la verifica di conformità degli atti aziendali dell’Ats, dell’Azienda ospedaliera Brotzu, delle aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari e dato alle stesse aziende alcune indicazioni di modifica. La Giunta ha chiesto di specificare le motivazioni che hanno portato le aziende a derogare al decreto ministeriale 70 sui posti letto, di rivedere il numero delle strutture complesse (che risulta lievemente superiore a quanto previsto) e, nello specifico all’Ats, di specificare meglio il ruolo di alcune strutture territoriali (come per il materno-infantile e la salute mentale).
L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha chiarito inoltre che gli Atti aziendali dovranno tener conto della riforma della Rete ospedaliera e che nessuna delle strutture complesse ospedaliere (di area sanitaria) attualmente attive può essere soppressa fino all’approvazione di quest’ultima.
Ora gli atti aziendali dovranno essere modificati e riapprovati dalle Aziende.

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La Consulta regionale di Cittadinanza ha approvato all’unanimità l’atto aziendale dell’Ats. L’organismo, costituito da sindaci, rappresentanti delle associazioni di volontariato, di pazienti e familiari, la scorsa settimana aveva chiesto di poter approfondire l’esame dell’atto aziendale e – nel caso dei sindaci – confrontarsi con le rispettive Conferenze. Perplessità legate al futuro di alcune strutture complesse sono state fugate dalle spiegazioni del direttore generale dell’Ats, Fulvio Moirano, mentre l’assessore Luigi Arru ha ribadito il ruolo importante dei cittadini e delle associazioni per migliorare i servizi sanitari. «Mi piacerebbe – ha detto – che ci fosse un organismo costituito da cittadini preparati e rappresentanti di associazioni, come la nostra Rete dei Cittadini o Cittadinanzattiva, che facciano un monitoraggio di tutte le strutture sanitarie, non solo degli ospedali, e siano come antenne sul territorio per le Istituzioni». 
Al termine del dibattito, il segretario della Consulta, Antonello Carta, ha chiesto ai presenti di votare il documento, che è stato accolto all’unanimità.

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Ancora disagi per gli utenti e i pazienti del Sulcis Iglesiente, a causa di un problema al Centro unico prenotazioni dell’ospedale Santa Barbara causato da un blocco dei terminali che impedisce la normale attività. «Un contrattempo che purtroppo si ripete – spiega il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore Luigi Arru – con il risultato che si allungano le liste d’attesa dei pazienti e le lunghe file per l’accesso ai servizi.  Con lo stop forzato sono saltati diversi esami medici e prelievi.»

«Il guasto si è verificato sin da venerdì mattina con una confusione senza precedenti per le prenotazioni degli esami. Da allora le procedure sono di fatto bloccate. Queste disfunzioni segnalano, ancora una volta – conclude Gianluigi Rubiu -, lo sfascio cui è sottoposta la sanità sarda, con una riforma della rete ospedaliera che rischia di provocare ulteriori difficoltà agli utenti del Sulcis Iglesiente.»

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Il consigliere regionale del Partito democratico Valter Piscedda è il primo firmatario di un’interrogazione sulle modalità e i tempi di attivazione dei nuovi Piani personalizzati previsti dalla legge n. 162/1998. L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali del lo stesso Partito democratico Deriu, A. Solinas, Tendas, Forma, Meloni, Moriconi, Collu, Comandini, Cozzolino, G. Manca, Lotto, R. Pinna

Il presidente della Giunta regionale e l’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale sono chiamati a rispondere sui preoccupanti ritardi riscontrati nell’attivazione di nuovi Piani personalizzati  di cui alla legge 21 maggio 1998 n° 162 , ovvero degli interventi socio-assistenziali in favore di persone con handicap grave, attuati per il tramite dei Comuni, che rappresentano un importante sostegno alle cure familiari ed alla piena integrazione nella famiglia, nella scuola e nella società.

Nelle more dell’approvazione del nuovo sistema di valutazione dei Piani personalizzati (in sperimentazione dal 2015), infatti, la Regione ha ripetutamente prorogato i Piani personalizzati in essere, congelando letteralmente la possibilità di presentarne nuovi in attesa della conclusione di un iter burocratico che sembra essere infinito e incerto.

La preoccupazione riguarda, in primis, i beneficiari dei Piani e le loro famiglie, che  subiscono situazioni di estremo disagio, ma coinvolge anche i Comuni e gli operatori sociali che, nelle more della definizione di quanto sopra, non sono autorizzati ad accettare nuove domande di finanziamento; i Servizi sociali, infatti, non sono messi nelle condizioni di rispondere alle legittime istanze degli utenti e delle loro famiglie; e gestire le emergenze di carattere sociale con le risorse umane e finanziarie disponibili nelle casse comunali è diventato oggi quasi impossibile.

L’interrogazione dell’on. Piscedda chiede, dunque, di acquisire i dati relativi agli esiti della sperimentazione del sistema di valutazione dei piani personalizzati e di avere certezza sui tempi per la sua approvazione e per la conseguente attivazione di nuovi piani personalizzati di cui alla L. 162/1998,  ricordando che anche per il 2017 il Consiglio regionale, a suo tempo, ha destinato in Bilancio le apposite risorse finanziarie a tal fine necessarie.

E’ attesa ora la risposta da parte del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Luigi Arru e, soprattutto, la tempestiva adozione delle misure necessarie per fronteggiare la situazione diventata ormai un’emergenza.

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ARRU CONSULTA

Si è insediata ieri mattina la Consulta regionale di Cittadinanza, prevista dalla legge 17 che ha istituito l’Azienda unica e composta da Sindaci, rappresentanti delle associazioni di volontariato, di pazienti e familiari. Aprendo i lavori, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ricordato il ruolo importante delle Consulte, «chiamate ad esprimersi su temi non semplici, ma che riguardano la salute dei cittadini. Ben vengano momenti di democrazia partecipata come quello di oggi». 

«Un anno fa – ha aggiunto Luigi Arru – è stata approvata la legge che ha dato vita all’Ats, una legge fondamentale per la Sardegna, che ha portato le Asl da otto ad una e non per motivi ragionieristici, come qualcuno ha detto, ma per semplificare, arrivando ad una regia gestionale molto forte. A otto mesi dalla nascita ufficiale dell’Ats, abbiamo l’atto aziendale, che permette di dare un modello organizzativo all’azienda”. Arru ha parlato anche della riforma della Rete ospedaliera, “altro punto fondamentale della legislatura. Ascolto e ho ascoltato anche recentemente i Sindaci e ho ricordato anche a loro che questa è una partita che non si gioca solo in Sardegna. Dobbiamo rispettare leggi nazionali e indirizzi e dovremo giustificare le numerose deroghe che abbiamo fatto, tenendo giustamente conto delle zone svantaggiate e della territorialità. Stiamo portando avanti un processo di riforma fatto da uomini con altri uomini e che richiede capacità di cambiamento e di adattamento. Certamente – ha concluso l’assessore regionale della Sanità – non c’è alcuna privatizzazione della sanità in corso.»

Al termine dell’intervento dell’assessore, il direttore generale dell’Ats, Fulvio Moirano, ha illustrato per grandi linee l’atto aziendale e spiegato che i servizi ai cittadini non vengono meno con la riorganizzazione, ma si rafforzano. La Consulta, come da regolamento, ha eletto come proprio segretario Antonello Carta, presidente dell’Avis, e come vice il rappresentante di Cittadinanzattiva, Salvatore Piu. I lavori sono stati aggiornati alla prossima settimana.

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«Mi auguro che le spese sanitarie per gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio regionale, ospitati peraltro nella stragrande maggioranza dei casi senza averne alcun titolo, rimangano a carico del Ministero dell’Intero e non siano scaricate sul fondo sanitario regionale  della Sardegna che si paga il 100% del servizio Sanitario regionale». E’ l’osservazione fatta dal coordinatore regionale di “Energie per l’Italia” Tore Piana, autore sul tema, di un’interrogazione con richiesta scritta inviata direttamente al presidente delle Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore della Sanità Luigi Arru, perché si faccia chiarezza su quella che, a detta di Tore Piana, «ha il sapore dell’ennesima beffa ai danni dei contribuenti che risiedono in Sardegna».

«Partendo dall’assurto che, stando al documento predisposto dal ministro dell’Interno Marco Minniti, si attribuisce alle regioni l’impegno di rendere gratuite le cure sanitarie agli immigrati presenti nei rispettivi territori – sottolinea Tore Piana – visto e considerato che tali costi dovrebbero per la loro natura essere a carico del Governo centrale e non pesare nella nostra Regione, mi chiedo come sia possibile “pretendere” che siano i nostri cittadini a dover sostenere le spese delle cure sanitarie di oltre 6.000 immigrati che, oggi, sono presenti sul territorio della Sardegna, e per cui già spendiamo, solo per ospitarli, 210mila euro ogni giorno, senza che la maggior parte di questi ne abbiano alcun titolo.»

«Siamo alla follia!» ribadisce Tore Piana. Da qui l’invito alla presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, traendo esempio da quanto fatto dai governatori di Liguria, Lombardia e Veneto «che si sono palesemente ribellati a questo sistema – afferma Piana – a rendere noto almeno a quanto ammontano ad oggi le spese sanitarie sostenute per gli immigrati presenti in Regione e se intende chiedere il rimborso di queste spese sanitarie al Governo quale reintegro della spesa pubblica sanitaria sostenuta».

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Su proposta dell’assessore dello Sport Giuseppe Dessena, di concerto con l’assessore della Sanità Luigi Arru, la Giunta regionale ha destinato 200mila euro alle associazioni sportive per la formazione del personale in qualità di esecutore BLSD (Basic Life Support Defibrillation). Le società e associazioni sportive saranno così dotate del defibrillatore, macchinario di pronto intervento e salvavita, e potranno presentare domanda per beneficiare del contributo per la formazione del personale. «Una persona formata nell’uso del defibrillatore all’interno di ogni società sportiva – ha detto l’assessore Giuseppe Dessena – consente un efficace intervento di primo soccorso che spesso si rivela dirimente e vitale in caso di arresto cardiaco per l’atleta. Per questo è fondamentale non solo avere gli strumenti, ma anche chi sappia utilizzarli e sia presente durante le gare e gli allenamenti». 
«Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore della Sanità Luigi Arru – abbiamo raggiunto un risultato davvero importante nella tutela della salute degli atleti. Investiamo nello sport per migliorare la salute delle persone, ed è dunque doveroso che siano previsti dei protocolli in grado di dare soccorso immediato in caso di emergenza: questa tutela è garantita grazie alla fondamentale formazione degli operatori BLSD.»
Le società e le associazioni possono presentare istanza per la concessione dei contributi tramite la selezione a sportello prevista dalla Regione, e secondo le percentuali di distribuzione delle risorse calcolate in base alla presenza di società sportive per Provincia.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità e Politiche sociali, Luigi Arru, ha ripartito poco meno di un milione di euro a favore delle comunità per l’accoglienza di persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Parte delle risorse arriva dal Fondo istituito dal Consiglio regionale e finanziato con 600.000 euro per gli anni 2016, 2017 e 2018. Le restanti somme sono state integrate dall’assessorato attingendo dal Fondo nazionale politiche sociali 2016 per un importo pari a 210.093 euro, così da dare copertura alle richieste arrivate. Le risorse, messe a disposizione tramite avviso pubblico, hanno finanziato cinque Comunità d’accoglienza per l’attuazione di programmi di inclusione di persone sottoposte a misure penali.
L’assessore ha ricordato che, per dare continuità all’attività, la legge di stabilità regionale del 2017 ha disposto che «le strutture ammesse a finanziamento nel 2016 siano da intendersi provvisoriamente accreditate, fino all’attuazione del sistema di accreditamento dei servizi e delle strutture sociali. La stessa norma – ricorda Luigi Arru – ha anche disposto che gli Enti che gestiscono le strutture beneficino, nel 2017, di un contributo massimo di 200.000 euro nei limiti delle spese sostenute e rendicontate nel corso dell’anno e sulla base di un programma annuale di intervento assistenziale».
La Direzione generale delle politiche sociali ha invitato gli Enti ad inviare, entro il 10 giugno 2017, il proprio Programma annuale di intervento assistenziale che tenesse conto dell’approccio socio educativo adottato dalla Comunità; delle attività riferite all’anno 2017, comprese quelle già svolte dal primo gennaio, in corso di svolgimento o che dovranno essere svolte; il numero di ospiti accolti negli ultimi tre anni; una stima del numero di ospiti per l’annualità 2017; il numero degli operatori con i relativi titoli professionali e i rispettivi ruoli; il numero di ore di attività svolte dagli operatori; il costo orario per ciascun operatore; le spese sostenute o che si ipotizza di sostenere per tirocini, inserimenti lavorativi e per qualsiasi altra attività rivolta agli ospiti; le spese di gestione della struttura sostenute per gli ospiti.
Il contributo massimo di 200 mila euro è stato assegnato all’associazione Cooperazione e confronto, alla cooperativa sociale Il Samaritano, alla cooperativa sociale San Lorenzo, all’associazione Giovani in Cammino, alla cooperativa sociale Comunità Il Seme. Dall’istruttoria condotta dalla Direzione generale delle politiche sociali emerge che tutti gli enti hanno inviato nei tempi indicati il proprio Programma annuale di intervento assistenziale, fornendo in modo puntuale ed esaustivo le informazioni richieste e formulando le richieste di contributo.
Sempre su proposta dell’assessore Luigi Arru, la Giunta ha deciso di mettere a bando gli 80mila euro non spesi nel 2016, così da consentire la presentazione di progetti a quegli enti che non hanno avuto risorse lo scorso anno.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, hanno espresso grande soddisfazione per l’approvazione avvenuta in commissione Salute del progetto della nuova rete ospedaliera.

«L’approvazione della riforma della rete ospedaliera in Commissione Salute del Consiglio regionale è un ulteriore e importante passo nel processo di cambiamento che Giunta e maggioranza stanno portando avanti. Ora auspichiamo per metà settembre l’approvazione da parte del Consiglio regionale» commenta il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

«Dalla commissione Salute – aggiunge l’assessore della Sanità – esce un testo fedele all’impostazione data dalla Giunta e, al contempo, con qualche modifica migliorativa. Dando seguito alle richieste dei territori, salvaguardiamo ulteriormente gli ospedali dei piccoli centri e riconosciamo le specificità delle Isole e delle zone di montagna. L’approvazione da parte del Consiglio regionale consegnerà ai Sardi una riorganizzazione della Rete che ci manca da trent’anni.»

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«I piccoli ospedali non chiudono – ha ribadito l’assessore Arru -, non è mai stata nostra intenzione ridurre l’assistenza ma vogliamo riorganizzarla e riqualificarla per dare una risposta assistenziale soprattutto nell’emergenza urgenza. La riforma della rete ospedaliera, all’esame del Consiglio regionale, è una garanzia di sopravvivenza per quegli ospedali che sono fuori dai parametri nazionali e che la rete fa salvi come strutture di zona disagiata.»
Soddisfatti i sindaci e i consiglieri comunali della comunità montana, che hanno viste accolte sostanzialmente le proprie richieste e che hanno sottolineato il particolare disagio del territorio montano per il quale chiedono attenzione. L’assessore della Sanità si è impegnato a informare di ciò la commissione Salute del Consiglio regionale.