24 November, 2024
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Il consigliere regionale dei Rossomori Emilio Usula ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore alla Sanità Luigi Arru, sui disservizi nella medicina di base a Serrenti, dove un medico è stato trasferito, un altro è andato in pensione e da qualche mese il sistema sanitario regionale non riesce a garantire il servizio a tutti i cittadini. Dei quattro medici operanti all’inizio dell’anno nel paese del Medio Campidano ne rimangono solo due, una situazione che sta provocando gravi disagi ai pazienti, costretti a recarsi a Samassi per poter fruire delle prestazioni sanitarie.

Lo denuncia il consigliere regionale dei Rossomori Emilio Usula che, in mattinata, ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru.

«I cittadini di Serrenti sono in forte difficoltà – spiega Emilio Usula – non esiste, infatti, nessun servizio di trasporto pubblico che garantisca in modo continuativo ed efficace la mobilità verso Samassi, i pazienti sono costretti a muoversi con i propri mezzi. A questi disagi, si aggiunge l’allungamento delle liste d’attesa dovuto all’eccessivo numero degli utenti che si rivolgono alla medicina di base di Samassi. Serve un intervento urgente dell’Ats, i pazienti più colpiti sono quelli più fragili e vulnerabili: disabili, anziani, portatori di malattie croniche ed invalidanti.»

Una situazione che potrebbe addirittura aggravarsi. La prossima estate – secondo notizie in possesso del consigliere regionale – un altro medico di base in servizio a Serrenti andrà in pensione. «L’assessorato è a conoscenza di questa situazione – chiede Emilio Usula – quali azioni intende mettere in campo per obbligare il Comitato regionale per la Medicina generale a prendere opportune decisioni in merito?».

In attesa di una risposta dai vertici dell’Ats e dell’assessorato, Emilio Usula chiede che vengano garantiti i servizi essenziali: «Per tamponare l’emergenza occorre allestire un sistema di trasporto straordinario da Serrenti a Samassi, anche con bus navetta, in modo da assicurare l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai pazienti con maggiore disagio – conclude il consigliere regionale dei Rossomori – le istituzioni hanno il dovere di tutelare il diritto alla salute dei cittadini, l’assistenza primaria di base deve essere assicurata nel luogo più vicino alla residenza del paziente».

 

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Settimana di lavoro per le commissioni permanenti del Consiglio regionale. Questo il calendario delle sedute.

Mercoledì 17 marzo, alle 10.00, la Quinta “Attività Produttive” guidata da Luigi Lotto (Pd) sentirà l’assessore regionale al Turismo, Barbara Argiolas, che illustrerà il programma dell’assessorato per il prossimo biennio. Al termine dell’audizione, la Commissione proseguirà i lavori con l’esame del Testo unico sul Turismo. Giovedì 18 maggio, alle 10,30, la Commissione sentirà invece l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras sulla situazione del sugherificio Ganau di Tempio, sulle problematiche emerse in seguito all’autorizzazione per le attività di cava a Ossi nella zona di “Su Padru” e sullo stato della vertenza dei lavoratori della miniera di Olmedo.

Sempre per mercoledì, ma alle 10.30, è convocata la Quarta “Governo del territorio”, presieduta da Peppino Pinna (Udc), per l’esame del disegno di legge sull’urbanistica.

Giovedì 18 marzo, alle 10.00, si riuniranno in seduta congiunta la Prima “Autonomia” e la Terza “Bilancio”, presiedute da Francesco Agus (Campo Progressista) e Franco Sabatini (Pd), per gli adempimenti ex art. 22 della legge n. 5/2015 (istituzione di un gruppo di lavoro sulla zona franca e zona ad economia speciale).

La Terza Commissione proseguirà poi i lavori con l’audizione dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru, e del direttore generale delle Politiche sociali, Stefania Manca, sullo stato di attuazione degli interventi contenuti nella Missione 12 del bilancio regionale (diritti sociali, politiche sociali e famiglia).

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Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Pietro Cocco, interviene sul bando per l’elisoccorso.

«La Sardegna avrà a breve, per la prima volta, un servizio di elisoccorso dedicato, moderno, di cui poter disporre in maniera continuativa, che coprirà tutto il territorio regionale – dice Pietro Cocco -. Questo per merito della Giunta Pigliaru e del lavoro fatto in questi anni dall’assessore Luigi Arru. Il resto sono chiacchiere.»

«Una gara così importante e con un investimento di milioni, non è facile da gestire. Eppure si sta andando avanti, superando quello che finora si era mai fatto per dotare la Sardegna di un servizio di ambulanze del cielo. Per l’importanza della posta in palio – conclude Pietro Cocco -, si è voluto deliberatamente coinvolgere l’Anac e certamente non può essere considerato un ritardo il tempo dedicato a fare le cose per bene e in totale trasparenza.»

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600mila euro all’Ats per dare attuazione al “Piano di profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini sierotipo 1 e sierotipo 4”. La proposta presentata dall’assessore della Sanità, Luigi Arru e approvata dalla Giunta, prevede la ripartizione delle risorse, imputate alle singole ASSL in base alla consistenza del patrimonio ovino, al numero di aziende con allevamenti ovini e alle specifiche attività di vaccinazione previste per il sierotipo 4 della blue tongue.
Luigi Arru ha ricordato i positivi risultati ottenuti dal 2014 al 2016 con la vaccinazione di massa contro il sierotipo 1 della blue tongue (SBTV1), che ha consentito la protezione del patrimonio zootecnico, controllando totalmente l’impatto della malattia in termini di mortalità degli animali e di danno alle produzioni e ha consentito la riduzione della circolazione virale favorendo la movimentazione intra ed extra regione dei capi cosiddetti di specie sensibili al virus.
«A partire dallo scorso mese di novembre -ha spiegato Luigi Arru – è stata confermata sul territorio regionale la circolazione virale anche del sierotipo 4 della blue tongue (SBTV4), che ha interessato alcuni territori della Sardegna nord-orientale. Lo scorso marzo è stato adottato il Piano di profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini sierotipo 1 e sierotipo 4 per quest’anno, con un programma vaccinale rivolto soltanto ai capi non vaccinati lo scorso anno e alle rimonte della specie ovina. La vaccinazione contro SBTV1 consentirà di mantenere un’immunità di popolazione necessaria a proteggere il patrimonio zootecnico, evitando così i danni diretti derivanti dalla malattia e contribuirà a ridurre il rischio di epidemie a causa della circolazione virale.»
Il programma di vaccinazione prevede che nelle aziende i cui capi ovini sono stati sottoposti a vaccinazione per SBTV1 nell’anno 2016, solo i capi da rimonta dovranno essere vaccinati entro il mese di ottobre con una doppia somministrazione di vaccino. Negli allevamenti ovini, i cui animali non sono stati vaccinati nel 2016, al fine di conseguire una sufficiente immunità di gregge, sarà necessario vaccinare, oltre i capi da rimonta, anche i capi adulti.
Nelle aree in cui è stata rilevata la circolazione del sierotipo 4 della blue tongue (SBTV4), per arrivare ad una adeguata e rapida copertura immunitaria, i Servizi veterinari dovranno procedere prioritariamente e in maniera intensiva alla immunizzazione di almeno tutti gli ovini di tutte le classi di età allevati all’interno di un raggio di 20 Km attorno alle aziende con positività per SBTV4 presenti sul territorio e di quelle confermate focolaio di malattia per lo stesso sierotipo.

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La Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru di concerto con gli assessori degli Affari Generali Filippo Spanu, degli Enti Locali Cristiano Erriu, dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda e della Sanità Luigi Arru, ha approvato la delibera che istituisce la Direzione generale “Centrale Regionale di Committenza”.
La nuova Direzione sarà sottoposta al potere di indirizzo del presidente della Regione. L’esecutivo, in questo modo, vuole integrare le funzioni e valorizzare il ruolo della Centrale Regionale puntando su una soluzione organizzativa più adeguata all’intera Amministrazione e agli Enti locali, con la concreta possibilità di realizzare virtuose forme di risparmio.
L’obiettivo è quello di creare un nuovo modello organizzativo più razionale ed efficace che, in base alle differenti e diversificate specializzazioni e competenze, svolga il ruolo di “soggetto aggregatore regionale”.
La Centrale Regionale di Committenza è il punto di riferimento per quanto riguarda i processi di acquisto di forniture e servizi e si occupa di programmare l’attività negoziale di tutta l’amministrazione, di aggiudicare appalti di lavori e servizi di ingegneria e architettura e di forniture e servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
La struttura è utile anche per le stazioni appaltanti e per le centrali di committenza (ad esempio le Unioni di Comuni) che non siano qualificate o lo siano solo per limitati valori.
L’intero servizio, grazie alle nuove tecnologie, è in costante evoluzione e assicura attività i particolarmente qualificate.
Le funzioni della Centrale acquistano rilevanza e significato anche in relazione allo sviluppo dell’attuale piattaforma telematica regionale di negoziazione. Il nuovo apparato tecnologico potrà favorire il ricorso all’approvvigionamento elettronico e l’ottimale gestione delle procedure di acquisizione di forniture, lavori, servizi di ingegneria e architettura, in un sistema integrato e di confronto diretto con l’Osservatorio regionale dei contratti pubblici.

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I Comuni della Sardegna gestiranno direttamente il Reddito di Inclusione Sociale per il 2016/2017 e tutti, da Baradili a Cagliari, avranno più risorse rispetto all’ultima annualità delle precedenti misure per le povertà estreme, con aumenti molto significativi. È il risultato dell’incontro di questo pomeriggio fra l’assessore della Sanità Luigi Arru ed il presidente di ANCI Emiliano Deiana, a cui hanno partecipato anche il Direttore Generale delle Politiche Sociali Stefania Manca e i rappresentanti del direttivo ANCI.
La proposta sarà presentata per l’approvazione alla Conferenza Regione-Enti Locali, convocata per mercoledì. Contemporaneamente prosegue il lavoro del Tavolo per definire le modalità di gestione per il 2018 e monitorare puntualmente le annualità precedenti.

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La Giunta ha modificato i requisiti minimi autorizzativi per l’esercizio delle attività di riabilitazione. L’assessore della Sanità, Luigi Arru, che ha proposto il parziale adeguamento degli standard, fissati con una delibera del 2010, ha tenuto in considerazione la situazione demografica e di ruralità che contraddistingue la gran parte del territorio della Sardegna. L’obiettivo è garantire un’omogenea distribuzione delle strutture socio-sanitarie su tutto il territorio regionale.

«La nostra regione – spiega Luigi Arru – presenta una densità di popolazione pari a 69 abitanti per chilometro quadrato, meno di un terzo di quella rilevata nel resto d’Italia (pari a 212 abitanti per chilometro quadrato). Con le regole attuali, che prevedono parametri per l’accesso alle strutture e, quindi, di personale, abbiamo registrato le difficoltà in molte aree ad aprire o mantenere in piedi simili attività. Questo ora accade in particolare nelle zone rurali e con più importante dispersione demografica, sia per la carenza di strutture in genere che per la difficoltà nel raggiungimento dei servizi ospedalieri e/o territoriali esistenti, spesso ubicati a una distanza e/o tempo di percorrenza dal domicilio dei pazienti che ne limitano l’effettiva accessibilità.»

La modifica delle regole riguarda i centri diurni a valenza socio-riabilitativa per persone con disabilità in situazione di gravità; i centri di riabilitazione globale diurna per persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidi di riabilitazione globale a ciclo continuativo per disabilità fisica, psichica e sensoriale; i presidio residenziale a valenza socio riabilitativa.

Dagli attuali 20 accessi al giorno per i centri diurni, si passa ad un minimo di 12 pazienti seguiti quotidianamente. Queste modifiche sono immediatamente applicabili per le strutture socio sanitarie di Riabilitazione Territoriale esistenti, attualmente accreditate e inserite nell’apposito elenco regionale, e/o in possesso dell’autorizzazione alla realizzazione, per quelle richiedenti la rimodulazione delle attività e/o il trasferimento in altre sedi operative e nei confronti delle nuove strutture richiedenti eventuali nuove autorizzazioni all’esercizio e/o dell’accreditamento.

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La Giunta regionale ha approvato definitivamente le linee guida per l’applicazione della legge sul reddito di inclusione sociale, la 18/2016, detta anche “Agiudu Torrau”.
«Con queste modifiche – spiega l’assessore della Sanità e delle Politiche sociali, Luigi Arru – la Giunta accoglie i rilievi e le osservazioni espresse dalla VI commissione del Consiglio regionale, condivisi con l’ANCI e con l’Alleanza regionale contro le povertà. La nostra priorità è sempre stata quella di facilitare il percorso. Ora finalmente partiamo con l’applicazione di una legge che affronta la povertà superando la logica meramente assistenziale e promuovendo l’emancipazione sociale.»
La prima novità saliente riguarda il superamento delle lentezze burocratiche dovute all’allineamento del REIS con la misura nazionale del SIA, del quale, a regime, verranno utilizzate le medesime piattaforme informatiche. Per superare questo ostacolo, la Giunta ha deciso di considerare il 2017 come un anno di transizione, in cui le risorse verranno trasferite direttamente ai Comuni che stileranno le graduatorie degli aventi diritto.
Altro elemento nuovo, rispetto alle precedenti indicazioni, è l’introduzione, nel target di destinatari, delle famiglie unipersonali, già incluse nel precedente programma regionale di contrasto delle Povertà, e le famiglie di fatto conviventi da sei mesi, di cui almeno un componente sia residente in Sardegna da un periodo non inferiore ai 24 mesi.
L’ammontare minimo e massimo del sussidio economico è differente da quello nazionale, che va da 80 a 400 euro, e sale da un minimo di 200 a un massimo di 500 euro. Le due misure non si escludono a vicenda, ma al contrario, per richiedere l’accesso al REIS è obbligatorio, per chi ha i requisiti, presentare domanda anche per il SIA. L’integrazione e il coordinamento fra le due misure viene realizzato attraverso un ordine di priorità e partendo da una soglia ISEE di 3.000 euro e fino a 6.000 euro. Tale ordine di priorità rappresenta, insieme a quelle indicate dal SIA, l’unico criterio che i Comuni possono applicare nella selezione delle domande.
Il REIS sarà erogato per il 2017 in danaro e non tramite una carta acquisti come nel SIA, previa stipula da parte del beneficiario di un patto con il Comune dove verrà definito il progetto di inclusione attiva che la persona si impegna a realizzare.
Le risorse regionali del bilancio 2017 saranno erogate ai Comuni subito dopo l’adozione della delibera sulla base di criteri di riparto stabiliti con Decreto dell’Assessore con l’intesa della Conferenza permanente Regione – enti locali. Per poter programmare al meglio le risorse regionali ed evitare il formarsi di economie, i Comuni dovranno comunicare alla Direzione Generale delle Politiche Sociali il reale fabbisogno rilevato entro il 30 giugno 2017.
Allo scopo di monitorare le fasi di attuazione del REIS è stato previsto un Tavolo permanente composto dalla Regione, l’ANCI e l’Alleanza contro le povertà.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha assegnato ai direttori generali delle Aziende del sistema sanitario gli obiettivi per il 2017. Gli obiettivi ritenuti strategici sono stati articolari in tre aree: quella dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, l’area della sostenibilità economico-finanziaria e l’area informatica e dei flussi informativi.

«Per quanto riguarda l’ATS, gli obiettivi – si legge nell’allegato alla delibera – sono stati attribuiti partendo dai bisogni emergenti e consolidati della popolazione di riferimento, senza trascurare gli interventi di riorganizzazione strutturale e funzionale correlati alle responsabilità e alle risorse disponibili; particolare rilevanza è stata data all’appropriatezza e all’efficacia del servizio sanitario regionale». In quest’ottica si inserisce la garanzia del miglioramento del tasso di adesione ai programmi di screening oncologici, con l’indicazione del raggiungimento di una copertura reale per il 2017 è del 40% per i tre esami (colon, cervice uterina, mammella).

Ritenuto strategico l’obiettivo dell’abbattimento delle liste d’attesa, con l’indicazione di dare particolare rilevanza alla gestione delle prenotazioni tramite CUP.

Ancora, all’Ats è stato assegnato il compito di completare l’archivio delle schede di morte dal 2012 al 2016, di avvio e consolidamento del Registro Tumori regionale, di potenziare l’utilizzo dei sistemi informativi in materia di rischi e danni da lavoro (Sistema di sorveglianza MalProf). Sul fronte della sanità animale, si chiede il consolidamento della sorveglianza TBC bovina, del sistema di Audit negli stabilimenti del settore lattiero-caseario, della conduzione del Piano straordinario di eradicazione della Peste suina africana (PSA).
Per quanto riguarda i Lea, la Giunta ha assegnato all’Azienda per la tutela della salute l’obiettivo del miglioramento degli esiti del monitoraggio della griglia dei livelli essenziali di assistenza, insieme al miglioramento degli indicatori del Piano nazionale esiti.
Sul fronte della sostenibilità economico finanziaria, gli interventi richiesti ruotano intorno alla razionalizzazione e al contenimento della spesa, con il miglioramento della gestione amministrativo-contabile tramite la definizione di processi comuni, controllabili e certificabili.
Altri obiettivi sono legati alla realizzazione delle Case della salute e alla riqualificazione e potenziamento del patrimonio immobiliare.

Il miglioramento degli esiti del monitoraggio della griglia LEA è obiettivo strategico anche per le AOU di Cagliari e Sassari e per l’Azienda Brotzu così come il miglioramento dell’appropriatezza e dell’efficacia dell’assistenza. All’AOU di Sassari viene assegnato l’obiettivo specifico di stipulare il contratto di appalto per i lavori di ampliamento del complesso ospedaliero universitario; all’AO Brotzu la progettazione definitiva dei lavori di riqualificazione dei locali di medicina nucleare, radiologia e endoscopia digestiva del PO Businco entro dicembre 2017 e la progettazione esecutiva dei lavori di riqualificazione delle strutture esistenti in funzione del nuovo assetto organizzativo del PO Microcitemico.

Eventuali criticità ed elementi che ostacolano il perseguimento degli obiettivi loro assegnati, dovranno essere comunicati alla Direzione generale dell’assessorato. Nel corso del 2018, in seguito alla chiusura dei bilanci d’esercizio e dell’acquisizione dei dati necessari al completamento del processo di valutazione e, comunque, non oltre il primo semestre, con determinazione del Direttore generale della Sanità verrà nominata apposita Commissione per la valutazione del grado di raggiungimento degli obiettivi. Le risultanze della valutazione verranno comunicate ai Direttori generali a cui verrà concesso un termine per poter eccepire eventuali osservazioni in merito ai risultati conseguiti.

Al termine di tale processo, il grado di conseguimento degli obiettivi sarà valutato dalla Commissione per arrivare all’attribuzione della integrazione del trattamento economico dei direttori generali.