24 November, 2024
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Sono stati presentati oggi, nella sede dell’assessorato regionale della Sanità, a Cagliari, i risultati del lavoro del Tavolo tecnico sulla Sclerosi Multipla in Sardegna. Il Tavolo è stato istituito nel 2015 per volontà dell’assessore Luigi Arru con lo scopo di quantificare il carico complessivo della patologia nell’isola, disegnare il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) regionale e migliorare l’organizzazione della rete dei servizi, e ha coinvolto tutti i portatori di interesse: professionisti sanitari, pazienti e istituzioni.
Grazie a questo studio, pianificato e coordinato dagli uffici dell’Assessorato, per la prima volta viene misurata sulla base di dati certi e in maniera capillare la prevalenza complessiva della malattia in Sardegna e la sua distribuzione nel territorio regionale. La ricerca ha inoltre permesso di quantificare con precisione i pazienti in carico presso gli attuali centri SM, individuare i territori a maggiore autosufficienza e quelli con una maggiore attrazione.
Il risultato finale è una fotografia estremamente precisa della situazione attuale: da qui si parte per migliorare l’organizzazione delle prestazioni, in modo che a tutti i pazienti sia garantito lo stesso standard di presa in carico, prestazioni sanitarie, assistenza.
«Grazie alle informazioni che abbiamo raccolto potrà partire la costruzione della Rete clinica per la Sclerosi Multipla. L’obiettivo è migliorare rispetto alla situazione attuale – ha detto l’assessore della sanità Luigi Arru – con un sistema di offerta più equo di quello esistente e che non lasci nessun territorio privo di assistenza, per dare risposte concrete alle esigenze dei malati e dei loro familiari. La Regione formalizzerà a breve il modello di governance condivisa individuato dal Tavolo che si basa sulla suddivisione in tre grandi aree territoriali – Nord, Centro, Sud – e sul dialogo e la collaborazione fra tutti gli attori, in modo da riempire gli spazi geografici attualmente privi di servizi.»
La prevalenza della SM in Sardegna (ad esclusione delle CIS – Sindromi Clinicamente Isolate che rappresentano il 6.6% dei complessivi 6.225 casi) è pari a 337 casi ogni 100.000 residenti, oltre il doppio della media nazionale (113 casi per 100mila residenti). Il 43,6% ha età compresa fra i 16 e i 44 anni, il 47,4% tra 45 e 64 anni e l’8,8% tra 65 e 84 anni. L’età media complessiva dei casi è 46,8 anni. Il rapporto donne/uomini è di 2,3 a 1, in linea con i dati dell’Atlante mondiale della SM.
La distribuzione della SM nei territori sub-regionali non è uniforme, con aree che presentano eccessi o difetti statisticamente significativi rispetto alla media complessiva regionale: ad esempio la maggior prevalenza si osserva nel territorio dell’Ogliastra, la minore in quello di Olbia-Tempio, e in generale si osserva maggior prevalenza nell’interno rispetto alle zone costiere. Questi dati offrono notevoli spunti di ricerca per indagare sui determinanti endogeni ed esogeni della malattia (ad esempio genetica, esposizioni ambientali, stili di vita).
I centri SM col maggior numero di pazienti in carico sono il PO Binaghi di Cagliari (59,3% della casistica complessiva), la AOU di Sassari (15,1%) il PO di Nuoro (10,4%) la AO Brotzu (9,7%) e il PO di Ozieri (3,7%). I territori a maggiore autosufficienza sono quello della ASSL di Cagliari, che con la AO Brotzu e il PO Binaghi assistono il 99,6% dei pazienti con SM residenti nel suo territorio di competenza, segue la ASSL di Sassari dove la AOU Sassari e il PO Ozieri seguono l’85% del totale dei residenti, quindi l’ASSL di Nuoro col 63%. I più attrattivi, cioè quelli che mostrano una maggior quota di pazienti residenti in altre ASSL diverse da quella in cui operano, sono Cagliari (49,3%), Nuoro (29,1%) e Sassari (25,3%).
La Rete Clinica per la Sclerosi Multipla permetterà ai pazienti che oggi sono costretti a spostarsi di avere cure e assistenza nel proprio territorio.
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il Multiple Sclerosis Management Lab, frutto della partnership tra SDA Bocconi e Biogen Italia, con il supporto della SIN (Società Italiana di neurologia) e la collaborazione di AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).

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Daniela Marras, presidente della IV commissione Servizi Sociali, Pubblica Istruzione, Politiche della Casa e Patrimonio del comune di Carbonia, ha fatto nuovamente visita oggi ai lavoratori del Centro Aias di Cortoghiana che da alcune settimane portano avanti l’azione di protesta con un presidio permanente, per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati ed il rispetto dei loro diritti.

I lavoratori, come è noto, sono in attesa che trovino attuazione gli impegni assunti dal Consiglio regionale con l’approvazione di un ordine del giorno, avvenuta l’11 aprile.

Ricordiamo che l’ordine del giorno impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la Giunta e l’assessore regionale della Sanità e dell’Assistenza sociale Luigi Arru:

  1. a sollecitare l’Aias ad effettuare una certificazione dei propri bilanci, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati nei confronto delle Uussll, delle Asl e ora dell’Ats;
  2. a prevedere che nei contratti stipulati dall’Ats con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori, che – se disattese – potranno essere sanzionate anche con la revoca dell’accreditamento;
  3. ad adottare un atto di indirizzo in base al quale: a) il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga tramite il ricorso alla procedura di cui all’articolo 1676 del codice civile; b) il contenzioso in essere, laddove possibile, venga risolto in via transattiva;
  4. ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari, in grado di superare il monopolio in atto.

 

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La commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta da Raimondo Perra (Psi) ha approvato, con l’astensione dell’opposizione, le nuove linee guida del Reis (reddito di inclusione sociale) e, con voto unanime, i regolamenti istitutivi delle Consulte di cittadinanza.

Nell’esposizione delle nuove linee guida del Reis, frutto di un confronto approfondito con l’Anci ed i portatori di interesse, l’assessore della Sanità Luigi Arru ha sottolineato che «si tratta di una misura qualificante della legislatura che vede la Sardegna all’avanguardia in Italia nell’introduzione di uno strumento che cambia profondamente il sistema di welfare regionale, privilegia l’approccio inclusivo e di crescita sociale degli interventi, mette in rete le diverse parti della pubblica amministrazione che operano nel settore. valorizza le buone pratiche che, anche in Sardegna, si sono affermate in questi anni, assicura il monitoraggio delle varie misure ed il controllo dei risultati».

«Per quanto riguarda le risorse – ha proseguito Arru – sono a disposizione per il 2017, complessivamente, ben 44 milioni che contiamo di spendere per circa l’80% in tempi molto brevi, cui si aggiungeranno fondi nazionali e probabilmente europei anche se, per questi ultimi, restano da superare alcuni problemi procedurali; in definitiva, pur sapendo che il percorso sarà difficile, siamo determinati a raccogliere la sfida di un approccio globale agli interventi di protezione sociale, non solo per ridurre la povertà ed il disagio ma, soprattutto, per riportare dentro la nostra comunità, sotto ogni punto di vista, persone e famiglie rimaste ai margini.»

«Posso inoltre assicurare – ha sottolineato ancora l’assessore della Sanità – proprio perché questo è stato uno dei temi centrali del confronto col sistema delle autonomie e il mondo dell’associazionismo, che non ci sarà una centralizzazione regionale del welfare e che, anzi, le nuove linee guida consentiranno a tutto il nostro sistema di andare a regime in modo graduale ed ordinato percorrendo una necessaria fase di transizione.»

Nel successivo dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Fabrizio Anedda (Misto), Luigi Ruggeri e Rossella Pinna (Pd), Giorgio Oppi (Udc) e Luca Pizzuto (Sdp), formulando suggerimenti ed osservazioni.

Il secondo argomento all’attenzione della commissione ha riguardato le Consulte di cittadinanza, organismi con una composizione articolata che, a livello regionale e locale, intervengono con pareri e proposte in materia di programmazione della politica sanitaria. Una quota dei membri (3) delle Consulte, che resteranno in carica per 3 anni e lavoreranno a titolo gratuito, sarà espressa dal Consiglio regionale e comprenderà la rappresentanza dell’opposizione.

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E’ stata convocata per domani alle 13.00 la conferenza dei capigruppo per la programmazione dei lavori del Consiglio regionale.

Le commissioni “Attività produttive” e “Sanità” sono state convocate per giovedì mattina. Alle 10.00 si riunisce la commissione “Sanità” presieduta da Raimondo Perra. E’ prevista l’audizione dell’assessore Luigi Arru sul P/154 Consulta regionale di cittadinanza e Consulte locali di cittadinanza e sul P/155 Linee guida sul reddito di inclusione sociale – Fondo regionale per il reddito di inclusione sociale. Alle 10,30 si riunisce la commissione “Attività produttive”, presieduta da Luigi Lotto. Sarà sentito in audizione l’assessore regionale  dell’agricoltura, sul programma di lavoro dell’assessorato per i prossimi due anni. La commissione dovrà esprimere un parere anche sul testo unificato “Norme in materia di turismo”.

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Questa mattina Antonello Repetto è tornato al presidio dei lavoratori Aias, a Cortoghiana, dopo alcuni giorni di convalescenza seguiti al malore di cui era rimasto vittima lo scorso 5 aprile, mentre manifestava con lo sciopero della fame nell’ambito della vertenza aperta con l’azienda per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori ed il pagamento degli stipendi arretrati.

Oggi, intanto, anche Carletto Piga inizia i suoi 10 giorni di sospensione, in quanto l’azienda non ha revocato le sospensioni, dopo gli inviti ricevuti in tal senso, anche dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, dopo che il caso Aias è stato affrontato dal Consiglio regionale che ha approvato l’ordine del giorno che impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la Giunta e lo stesso assessore regionale della Sanità e dell’Assistenza sociale Luigi Arru:

  1. a sollecitare l’Aias ad effettuare una certificazione dei propri bilanci, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati nei confronto delle Uussll, delle Asl e ora dell’Ats;
  2. a prevedere che nei contratti stipulati dall’Ats con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori, che – se disattese – potranno essere sanzionate anche con la revoca dell’accreditamento;
  3. ad adottare un atto di indirizzo in base al quale: a) il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga tramite il ricorso alla procedura di cui all’articolo 1676 del codice civile; b) il contenzioso in essere, laddove possibile, venga risolto in via transattiva;
  4. ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari, in grado di superare il monopolio in atto.

 

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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu, ha chiesto un incontro urgente all’assessore della Sanità, Luigi Arru, sulla situazione delle strutture e sull’assistenza sanitaria del Sulcis.

«Con viva preoccupazione si è appresa la notizia stampa del luttuoso episodio verificatosi in Iglesias del decesso di una mamma a poche ore dal parto – scrive Gianfranco Trullu nella lettera con la quale ha chiesto l’incontro all’assessore Arru –. Speriamo che questo episodio non sia frutto di negligenza o colpa da ascriversi alla sanità in genere che viene erogata nel Sulcis. Peraltro, onde evitare allarmi sociali, le chiediamo un incontro urgente per dibattere su questa ed altre problematiche che il territorio oramai da tempo sta soffrendo e sopportando.»

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Il vice presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Edoardo Tocco (Forza Italia), sollecita un confronto in commissione con l’assessore della Sanità Luigi Arru e il direttore dell’Azienda per la tutela della salute Fulvio Moirano.

«La commissione Sanità deve conoscere ed approfondire i criteri che saranno adottati nell’elaborazione delle linee guida per l’organizzazione della rete ospedaliera, con il futuro disegno delle strutture in Sardegna – dice Edoardo Tocco –. Non vogliamo che siano atti calati dall’alto. Le riforme sinora approvate, con il varo della Asl unica regionale, hanno partorito la nuova geografia della sanità in Sardegna. Ora la giunta cercherà di tradurre questo processo con provvedimenti ulteriori. E’ però necessario il coinvolgimento della commissione.»

«Le problematiche emerse negli ultimi giorni, con la soppressione dei punti nascita in diversi territori e il processo di smembramento di alcuni presidi – aggiunge Edoardo Tocco – avrebbero comportato un confronto con il direttore dell’Ats. Non è possibile che, a distanza di alcuni mesi, la commissione non abbia ancora avuto un contraddittorio con i nuovi vertici della Asl unica isolana. Un esame che dovrà approfondire le carenze dei vari ospedali, i concorsi e le selezioni per mettere fine alla cronica insufficienza del personale nelle diverse strutture. I numeri del nuovo quadro economico dell’Azienda per la tutela della salute – conclude Edoardo Tocco – possono determinare, infatti, un arretramento dei servizi sanitari nell’Isola. Vogliamo invece che si possa investire soprattutto nel potenziamento delle piccole strutture e nella salvaguardia delle prestazioni specialistiche fornite ai pazienti.»

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Arrivano buone notizie dalla lotta al virus dell’Epatite C in Sardegna: i risultati dei primi due anni di somministrazione della cura diretta al trattamento della malattia parlano di guarigione completa nel 96% dei casi, su un totale di 1.977 pazienti nel biennio 2015-2016. Nel primo trimestre del 2017 altri 233 hanno già iniziato la terapia, a cui si aggiungeranno a breve ulteriori 220 che rispettano i parametri previsti.

Il 2017 vedrà un significativo ampliamento del bacino di pazienti che potranno accedere, grazie ai nuovi criteri AIFA. Si passa dalla cura dei soli casi più gravi all’allargamento a pazienti con forme più lievi ma affetti da altre patologie, come ad esempio diabetici, cardiopatici e nefropatici, e agli operatori sanitari infettatisi sul lavoro. Lo stanziamento per la terapia contro l’epatite C è stato di circa 50 milioni nel 2015, di 70 milioni nel 2016 e viene confermato per il 2017, con una novità: grazie al drastico calo del costo del farmaco, sarà possibile curare molte più persone.

«Stiamo facendo un investimento in salute – ha detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, nel corso della conferenza stampa di questa mattina nella sede dell’assessorato – non solo perché ridiamo speranza a migliaia di sardi, ma anche perché la loro guarigione permetterà, nel lungo periodo, un risparmio di costi. Attiveremo uno screening per studiare il fabbisogno dell’intera regione e lavoreremo in rete, come una vera comunità.»

Presenti alla conferenza stampa i medici specialisti rappresentanti degli 11 centri di distribuzione della terapia, secondo i quali la prospettiva è quella di debellare definitivamente la presenza del virus. In questo senso assume fondamentale importanza l’informazione e la prevenzione. La nuova terapia contro l’Epatite C è stata raccontata anche da alcuni dei pazienti che l’hanno sperimentata, raggiungendo la guarigione completa. La durata del trattamento varia dalle 12 alle 24 settimane, ma in alcuni casi può essere anche più breve, fino alle 8 settimane. I risultati, secondo i medici, sono entusiasmanti, con la quasi totale assenza di effetti collaterali e la riduzione del rischio di tumore del 70% e di morte pari al 50%. Una volta trattato, il virus smette di replicarsi e uno dei vantaggi è quello che riduce in maniera importante anche la sua capacità di contagio.

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Quali effetti avranno, nel breve e medio termine, gli impegni assunti ieri sera dal Consiglio regionale, al termine di un lungo dibattito, con l’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal capogruppo del Partito democratico Pietro Cocco (presenti 46, sì 26, no 17), sulla vertenza dei lavoratori Aias? E’ la domanda che si pongono i lavoratori e le famiglie dei pazienti assistiti nelle decine di centri operanti in Sardegna.

L’ordine del giorno impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la Giunta e l’assessore regionale della Sanità e dell’Assistenza sociale Luigi Arru:

  1. a sollecitare l’Aias ad effettuare una certificazione dei propri bilanci, allo scopo di accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati nei confronto delle Uussll, delle Asl e ora dell’Ats;
  2. a prevedere che nei contratti stipulati dall’Ats con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori, che – se disattese – potranno essere sanzionate anche con la revoca dell’accreditamento;
  3. ad adottare un atto di indirizzo in base al quale: a) il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga tramite il ricorso alla procedura di cui all’articolo 1676 del codice civile; b) il contenzioso in essere, laddove possibile, venga risolto in via transattiva;
  4. ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari, in grado di superare il monopolio in atto.

Il Consiglio regionale ha bocciato l’ordine del giorno presentato dai consiglieri di minoranza (18 voti a favore, 25 contrari), primo firmatario Pietro Pittalis, che prevedeva l’impegno per l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, «ad attivare entro una settimana un Tavolo tecnico presso l’Assessorato stesso, tra i rispettivi Uffici legali dell’Aias e Fondazione Stefania Randazzo e dell’Ats e Regione Sardegna, affinché in una prima fase si prendano congiuntamente in esame i contenziosi in essere di più immediata soluzione, con l’obiettivo di giungere ad una transazione in tempi rapidi (entro il mese corrente), al fine di utilizzare le risorse derivanti da tali crediti vantati da Aias e Fondazione per il pagamento degli stipendi arretrati. In una seconda fase, il Tavolo prosegua il lavoro per azzerare i contenziosi di maggiore complessità, n modo da non lasciare crediti pregressi in piedi che rappresentano una realtà ingiustificabile per la Regione e per la stessa Ats, questo entro 60 giorni dall’inizio dei lavori; di provvedere ad anticipare le somme necessarie per il pagamento degli stipendi arretrati».

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Al termine di un lungo dibattito sulla vertenza Aias, il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno Cocco Pietro (Pd) e più.

Aperta la seduta, il presidente Ganau, dopo la lettura del processo verbale, ha messo in discussione la mozione n. 297, presentata dalla maggioranza, sulla difficile situazione dei dipendenti dell’Aias (Associazione italiana spastici) e della Fondazione Randazzo da circa otto mesi senza stipendio.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo  sull’ordine dei lavori, ha contestato la procedura con la quale è stato definito l’ordine del giorno dell’Aula.

«Voglio innanzitutto precisare che l’opposizione è favorevole al dibattito sulla situazione dell’Aias ma non è questo il modo giusto di discutere – ha detto Pietro Pittalis – sarebbe stato più utile esaminare prima l’argomento in Commissione in modo da acquisire i dati e sentire tutte le parti in causa: azienda, sindacati e assessorato.»

Il capogruppo azzurro ha poi paventato il rischio che il Consiglio si trasformi in un ring: «Non consentiamo a nessuno di lucrare a danno dei lavoratori – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’ordine del giorno è un falso. La Conferenza dei Capigruppo non ha mai deciso di inserire alcuna mozione all’ordine del giorno ma di venire in Aula bypassando il lavoro istruttorio in Commissione. Si elimini la mozione e si faccia un dibattito concordato, altrimenti si viola il regolamento e si rischia di compiere un abuso. Non si può pensare di inserire argomenti a discrezione di chicchessia. Chiediamo che il dibattito sia aperto dall’assessore. La documentazione sull’Aias è arrivata solo oggi alle 12,45. Non abbiamo interessi e privilegi da difendere ma vogliamo salvaguardare i lavoratori e l’azienda. Il dibattito si svolga serenamente senza alchimie. Non ci prestiamo ad assecondare situazioni che inquinano una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Nella Conferenza dei capigruppo del 3 aprile scorso abbiamo chiesto che la questione venisse affrontata in una seduta pubblica della Commissione Sanità alla quale invitare l’assessore, i sindacati e l’azienda. Ciò che serve è un confronto serio sui dati. La maggioranza ha invece scelto di portare la discussione direttamente in Consiglio. Oggi ci sarà l’assessore a raccontare ma nessuno a controbattere».

Gianluigi Rubiu ha poi contestato i ritardi nell’acquisizione dei dati sui rapporti tra Regione e Aias: «Sono arrivati stamattina alle 12.40, io ne ho preso visione alle 15.00. Ci è stata fornita una montagna di documenti che ha bisogno di essere letta e capita, altrimenti il dibattito è inutile. I lavoratori rischiano di tornare a casa delusi. I problemi dei dipendenti Aias e dei pazienti ci stanno a cuore. Ci interessa però salvare anche l’azienda. Questo non è il modo di procedere, non si opera con l’inganno con una mozione costruita ad arte e presentata il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Impensabile arrivare oggi a un ordine del giorno unitario».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha confermato le versioni dei colleghi dell’opposizione auspicando però un percorso che consenta di arrivare a una soluzione condivisa. «L’inserimento nell’ordine del giorno della mozione del centrosinistra va contro l’intendimento della Conferenza dei Capigruppo. Sembrerebbe che la maggioranza abbia voluto mandare un messaggio ai lavoratori – ha detto Angelo Carta – qui non c’è nessuno che vuole andare contro i loro diritti, la manovra della maggioranza è un inganno. Qui c’è la volontà di trovare una strada unanime per trovare una soluzione che miri alla salvaguardia dei lavoratori e dell’azienda».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, primo firmatario della mozione, ha respinto le accuse definendo “gravissime” le affermazioni della minoranza. «Vogliamo semplicemente discutere su un argomento serio. Abbiamo pensato di farlo con una mozione, normale strumento per sollecitare un dibattito. Noi volgiamo solo discutere senza la pretesa di avere la verità in tasca».

Pietro Cocco è poi tornato sulla seduta della Conferenza dei capigruppo nella quale si decise di portare in Consiglio la vertenza Aias. «La verità è una sola – ha sottolineato Pietro Cocco – noi abbiamo detto che era necessario aprire un dibattito sul tema, la minoranza chiedeva invece di discuterne in Commissione. Noi abbiamo replicato che la Commissione aveva già affrontato il tema e sentito tutte le parti in causa. Io stesso ho partecipato ad alcune riunioni. Ritenevamo che fosse utile discuterne in Aula, senza fare melina chiedendo all’assessore di venire a riferire in Consiglio. La minoranza ha chiesto di mettere la questione ai voti, la maggioranza ha così deciso di arrivare in Aula. Nonostante ciò, è nostro intendimento discutere serenamente e trovare una via d’uscita. Questa è una situazione che si trascina da anni, non troveremo oggi la soluzione».

A Pietro Cocco ha replicato Alessandra Zedda (Forza Italia): «La minoranza non ha votato alcun documento in Conferenza dei capigruppo. Chiedevamo di fare un lavoro diverso con un’istruttoria in Commissione – ha detto Zedda – l’opposizione non ha votato contro i lavoratori e contro nessuna mozione. Chiedevamo una procedura differente. Anche noi no abbiamo amici o nemici. Chiediamo solo il rispetto delle regole».

Contro la decisione di portare in Aula il dibattito sull’Aias senza un passaggio in Commissione Sanità si è schierato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «Avremmo voluto parlarne serenamente in Commissione dove potevano essere trovate le soluzioni. Noi non vogliamo imbrogliare nessuno, vogliamo sapere la verità e ne chiediamo conto all’assessore. Ormai non si risponde più  ai quesiti che pone un consigliere. E’ ora di farla finita con la difesa di interessi indifendibili. Bisogna pensare prima di tutto ai malati e a chi ha bisogno di essere curato. Occorre capire perché non si pagano gli stipendi, perché un’azienda non viene messa nelle condizioni di pagarli – ha detto Dedoni – non vorrei che qualcuno mirasse a ripetere errori fatti in altre aziende del Sulcis».

Un invito a un dibattito pacato è arrivato dal capogruppo di Sdp Daniele Cocco: «Sono convinto che le proposte di soluzione possano essere condivise da tutti i 60 consiglieri presenti in questa assise – ha detto Cocco – nessuno ha la verità in tasca. Quale occasione migliore di chiedere all’assessore le informazioni che finora non abbiamo avuto. Al centro delle politiche sanitarie devono essere messi prima i pazienti poi i lavoratori e l’Azienda. L’obiettivo è risolvere il problema in modo definitivo, ci sono dipendenti che da 9 mesi non ricevono lo stipendio. Mi auguro che l’assessore possa dare oggi le risposte alle nostre domande».

Secondo Cocco, dunque, non va persa l’occasione per fare chiarezza: «Nessuno è contro nessuno. Il Consiglio non vuole esprimere giudizi, il nostro compito è quello di proporre una soluzione o condividere un percorso che porti a una soluzione – ha concluso il capogruppo di Sdp – l’assessore chiarisca, non buttiamola in caciara questo è un argomento serio, stiamo parlando della vertenza più importante dell’Isola».

Antonio Solinas (Pd) ha difeso il diritto della maggioranza di presentare una sua mozione. «Questo è previsto dal regolamento – ha detto Antonio Solinas – non abbiamo interessi da difendere, non so se questo valga per tutti. Sembra quasi che la minoranza abbia difficoltà, quasi paura a discutere. Nostra preoccupazione è che ci sono lavoratori senza stipendio da nove mesi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha precisato che in Commissione non c’è mai stato un confronto serio tra le parti in causa. «I dirigenti Aias solo stati sentiti solo una volta».

Giuseppe Fasolino ha contestato la decisione di inserire la mozione all’ordine del giorno. Il presidente Gianfranco Ganau lo ha invitato a limitare il suo intervento sull’ordine dei lavori. Ne è nato un vivace scambio di battute al termine del quale Gianfranco Ganau ha tolto la parola all’esponente della minoranza.

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha contestato l’oggetto dell’ordine del giorno. «La mozione è stata inserita in modo surrettizio. Il documento è stato presentato il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Noi chiedevamo invece di avere i dati per poter capire la situazione e intervenire in aula con cognizione di causa. Come possiamo interloquire con un assessore che interverrà alla fine del dibattito? Sarebbe meglio sentirlo subito».

Anche Oscar Cherchi (Forza Italia) ha appoggiato la richiesta presentata dai suoi colleghi di partito: «Si elimini la mozione e sentiamo invece la relazione dell’assessore Arru».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, dopo aver ricordato che ci sarà la discussione di merito, ha affermato che dal punto di vista procedutale «è utile che l’assessore apra il dibattito che poi potremmo concludere con un ordine del giorno unitario; propongo una nuova riunione della conferenza dei capigruppo per riformulare l’ordine del giorno in linea con il sentire comune già espresso dal Consiglio».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la procedura fin qui seguita va corretta come ha suggerito il collega Daniele Cocco perché è interesse di tutti evitare una inutile corrida e concentrarsi, invece, sul destino dei lavoratori che non ricevono lo stipendio da mesi». «Il nostro dibattito – ha sostenuto – deve essere aperto all’insegna della chiarezza e per questo dobbiamo partire dalla relazione dell’assessore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso in apertura dispiacere perché «fra bugie e verità abbiamo perso un ora senza risolvere il problema, anche se in capigruppo l’accordo per discussione in Consiglio doveva andare di pari passo con un  approfondimento in commissione che però non c’è stato». «Lo stesso capogruppo di Sdp Daniele Cocco – ha proseguito Oppi – ha detto che fino ad oggi non ci sono state risposte, ma l’esigenza di una mozione unitarie c’è e rimane; il problema è se la Regione è disponibile a dare risorse all’Aias, cosa accaduta altre volte in passato generando problemi difficilissimi poi risolti con una trattativa, quindi è opportuno ritrovare le opportune convergenze».

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita dalla conferenza dei capigruppo è stata regolare e conclusa con un voto di maggioranza; quanto alla mozione, ne è stata presentata una ma potevano essercene altre.

Intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha manifestato «grande rispetto per le decisioni della presidenza ma qui si sta mistificando la realtà e vorremmo che lei fosse sempre garante delle regole». «Chiedo alla maggioranza ed alla presidenza – ha aggiunto Pittalis – di introdurre il dibattito con l’intervento dell’assessore della Sanità; è un problema di forma ma anche di sostanza, altrimenti da oggi in poi saremo irremovibili su tutto, senza alcuna eccezione alle regole».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ribadito che i lavori proseguiranno con la presentazione della mozione, seguita dall’intervento dell’assessore.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto una breve sospensione dei lavori, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola al primo firmatario della mozione Pietro Cocco (Pd) per illustrarne il contenuto.

Il capogruppo del Pd ha dichiarato in apertura che l’iniziativa della mozione nasce «dal perdurare di una situazione molto grave di cui il Consiglio deve occuparsi, senza pregiudizi e preconcetti, per restituire serenità a chi lavora e garantire ai cittadini le necessarie prestazioni socio-assistenziali, tenendo presente che c’è una questione particolarmente urgente riguardante il destino di 1200 lavoratori che hanno un arretrato di 9 mesi più la tredicesima e vivono uno stato di tensione altissimo, anche perché al momento sono falliti tutti i tentativi di mediazione».

Al di la della situazione, comunque, c’è secondo Pietro Cocco «la necessità di conoscere per intero lo stato dei rapporti fra azienda e Regione, del dare e dell’avere, dei contratti in essere e dei servizi erogati, di verificare se i servizi erogati corrispondono ai soldi pubblici corrisposti all’azienda». «Un lavoro molto complesso – ha precisato il capogruppo del Pd – a causa di lunghi arretrati, contenziosi e sentenze di diversi tribunali nel frattempo intervenute». «La richiesta che formuliamo – ha concluso l’esponente del Pd – è che siano pagati gli stipendi arretrati ex art 1676 codice civile ed inoltre che la Regione tratti con l’azienda per reintegrare i lavoratori licenziati; insomma occorre intervenire con rapidità per garantire i diritti dei lavoratori ed il diritto alla salute dei cittadini».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha auspicato in apertura che «le cose siano ricondotte ad un giusto clima di ragionamento», sottolineando di «non aver mai negato piana disponibilità al confronto sia al Consiglio che alla commissione ed invitando i lavoratori a sospendere lo sciopero della fame».

Quello dell’Aias, ha proseguito Arru, «è un problema vecchio e complesso, nato quando ero uno studente di medicina e sviluppatosi in un periodo molto lungo durante il quale si sono avvicendati ben 13 assessori della Sanità, per cui mi atterrò ai numeri».

Al 2014, ha detto l’assessore entrando nel dettaglio del riepilogo delle cifre, «esisteva, secondo i dati del prefetto Giuffrida, un contenzioso di 44 milioni risalente in parte al 1995, un periodo precedente alla nascita delle Asl; su questa ed altre partite ho chiesto una verifica ai commissari dando disposizioni per i pagamenti che risulta siano stati effettuati nell’arco di 60-90 giorni». «Riepilogando – ha spiegato ancora l’assessore, «dal 2014 al 2016 le Asl hanno versato all’Aias circa 88 milioni, più 25 nel triennio versati a strutture sul territorio, un flusso di circa 40 milioni l’anno». «La complessità della situazione – ha sintetizzato Arru, «nasce anche da un possibile credito contestato di 12 milioni, dico possibile perché in realtà non si tratta di un debito del sistema sanitaria ma di superamento dei tetti di spesa e di fatture tariffe contestate, un contesto delicato in cui esistono dubbi sull’autorizzazione ad erogare le prestazioni. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a proseguire le verifiche superando le versioni contrapposte delle parti che probabilmente potrebbero essere risolte trasferendo il compito dell’approfondimento ad un soggetto terzo». «Mi riservo di intervenire ancora» ha detto infine Arru, a conclusione del dibattito.

Dopo l’assessore Arru ha preso la parola l’on. Tunis (FI), che ha detto: «Ringrazio l’assessore Arru per la garbata ed esaustiva informativa che ha dato all’assemblea. E’ necessario mettere in relazione tutte le informazioni che si possono ottenere da tutti i punti di vista, non solo quello dei lavoratori o dell’Aias. Certo, c’è il dubbio sul quantum che la Regione deve all’Aias ma non c’è dubbio sul fatto che queste somme siano andate a montare nel tempo dentro i bilanci dell’Aias, che così è diventata insolvibile. Dopo tanti anni non possiamo parlare di crediti deteriorati e oggetto di transazione, perché i bilanci approvati in passato non lo consentirebbero. Allo stesso modo è del tutto indispensabile che l’Assemblea si faccia carico del fatto che le prestazioni devono essere erogate a migliaia di persone: questo e soltanto questo è il nostro compito, al di là dei disastri che l’amministrazione regionale ha prodotto in questo tempo con le sue disfunzioni e i suoi ritardi».

Per Oscar Cherchi (FI) «vanno date risposte istantanee a questo problema e la mozione del centrosinistra non offre nessuna soluzione in questo senso. Dobbiamo uscire stasera dal Consiglio regionale con una risposta importante per i pazienti e per i lavoratori. Certo, si tratta di prestazioni convenzionate attraverso le Asl e le Asl ogni anno hanno il terrore di superare il tetto di spesa. Sono corretti i dati che hanno fornito all’assessore Arru o sono inventati? Dobbiamo accertarlo rapidamente per individuare davvero una soluzione che duri nel tempo. E non è dentro un’aula che si può effettuare questo confronto tecnico».

Ha preso la parola Francesco Agus (CP), secondo cui «questo dibattito è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di vicende politiche che riguardano l’Aias. Un tema come questo merita una discussione pubblica perché le implicazioni di questa vicenda sono abnormi, per i pazienti e per i lavoratori, che non percepiscono lo stipendio anche da nove mesi. Lo stipendio dei lavoratori è sacro, non sono legittimi gli scudi umani: su questo dobbiamo essere chiari. Soprattutto quando parliamo di lavoratori che portano avanti un servizio pubblico sanitario. L’auspicio è che la giornata di oggi sia utile e che i lavoratori riprendano da questo mese a ricevere la loro retribuzione. Parallelamente chiedo sia data certezza sul pagamento degli arretrati: prima o dopo ma non mai».

Per Ignazio Locci (FI) «la politica non può restare insensibile davanti alle proteste estreme dei lavoratori. Ci chiediamo, però, chi autorizza le prestazioni che l’Aias ha erogato. Vogliamo sapere chi le richiede dentro le aziende sanitarie, se lo fa con leggerezza o meno. Presto o tardi dovremo affrontare anche nuove vertenze sul numero degli operatori rispetto ai servizi sociosanitari erogati, soprattutto se ci saranno tagli al personale. Diciassette milioni di euro di prestazioni contestate, dodici milioni di euro di debiti dalla Regione verso Aias. Mi pare una situazione molto complessa».

E’ intervenuto anche Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui «il sistema Aias conta circa 1400 dipendenti che vantano 9 mensilità arretrate. Non so se per scelta o per idiozia la politica sarda ha lasciato il monopolio ad Aias della riabilitazione. In trent’anni l’assessorato alla Sanità non si è organizzato: è possibile? Dobbiamo decidere rispetto all’alternativa al monopolio».

Annamaria Busia (CP) «se è vero che questo non è un tribunale è anche vero che la politica serve per dare indicazioni e soluzioni ai problemi. Che cosa intende fare l’assessore Arru per trovare una soluzione a questo contenzioso che sta ingessando un intero comparto della Sanità oltre ai profili di responsabilità per danno erariale? C’è poi un ulteriore punto da chiarire, non secondario: la Regione ha pagato prestazioni extrabudget o no?   A quale anno risalgono i crediti più vecchi? Sono prescritti o sono oggetto di cause civili? Ecco, servono risposte concrete su questo e le attendiamo dall’assessore Arru, al quale ho avuto modo in altre occasioni di affrontare il tema”.

Alessandra Zedda (FI) ha esordito dicendo che «siano trenta giorni o novanta o mesi ma la Regione è in ritardo con i pagamenti e siamo in grado di dimostrarlo. Dobbiamo chiarire il discorso del budget, soprattutto nel 2016 perché è da quell’anno che si sono manifestati i maggiori ritardi nei pagamenti. Non discuto i dati dell’assessore Arru ma discuto sulla necessità di trovare un percorso che possa consentire ad Aias di pagare gli stipendi. Il mio vuole essere un contributo propositivo: possiamo anche pensare di pagare direttamente i dipendenti, com’è avvenuto in passato».

Per Marco Tedde (FI) «l’argomento è serio ma deve essere l’assessore a risolverlo. E se l’assessore Luigi Arru ne è a conoscenza da tempo perché siamo ancora a questo punto. Non ci devono spaventare i problemi vecchi quando siamo al governo: chi governa si fa carico di tutto. Ma chi dovrebbe essere il terzo, nel ragionamento dell’assessore Arru, che deve occuparsi di incontrare le parti e risolvere questo problema. Intanto, la Regione cominci a pagare le somme non contestate altrimenti gli interessi e le spese legali si aggiungeranno al capitale che già la Regione deve, con sentenze non più impugnabili».

Dopo Marco Tedde ha preso la parola l’on. Eugenio Lai (SDP), che ha detto: «Sarà per la mia giovane età o perché non mi piace girare introno sui problemi ma non può essere messo sullo stesso piano chi viene pagato a 90 giorni e chi non paga da nove mesi i lavoratori. E non accetto che si dica che alcuni consiglieri regionali vogliono cavalcare questa situazione sulle spalle dei lavoratori. Al primo piano ci devono essere i diritti dei lavoratori e il servizio da erogare. E’ dovere della politica intervenire nei confronti dei più deboli, ovvero i lavoratori: ben venga una commissione sull’Aias ma si paghino subito i lavoratori. E nessuno dica che “solo dieci dipendenti stanno facendo lo sciopero della fame”. Riportiamo nel servizio pubblico il servizio della riabilitazione».

Per Edoardo Tocco (FI) «alla fine dei giochi è l’assessore Arru che deve prendere la palla in mano. Non siamo noi oggi a risolvere il problema ma Luigi Arru e il manager Fulvio Moirano. Anche se oggi votiamo un parere favorevole domani i lavoratori non avranno gli stipendi. L’assessore chiami Moirano e trovino una soluzione: noi siamo già d’accordo per tutelare i lavoratori e chiedo che la commissione Sanità sia convocata nelle prossime 48 ore».

Per l’on. Luigi Ruggeri (PD) «non c’è dubbio che l’Aias si sia manifestata con professionalità e cultura della sanità quando la Regione non c’era. Ma oggi non è più così e dobbiamo interrogarci sul fatto se questo modello abbia un futuro sostenibile. Abbiamo il dovere di interrogarci in particolare sulla gestione dei lavoratori, che devono essere nei pensieri del committente pubblico insieme ai pazienti.  I lavoratori non sono carne da macello, come spesso capita nelle vertenze industriali della Sardegna. L’altro vero tema è la qualità e la appropriatezza del servizio erogato oggi, soprattutto dentro le residenze psichiatriche. Per questo chiediamo che si attivi l’assessore, per i competenti doveri di indirizzo e di controllo. Compreso il dovere di accertare come avviene la remunerazione dei dipendenti».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha invitato il Consiglio ad avere un approccio terzo nei confronti della vertenza Aias, definito «un problema gigantesco che coinvolge migliaia di dipendenti e di pazienti ed una platea enorme di fornitori». «Il problema non è nuovo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ma in questi ultimi anni è vero che ha assunto dimensioni mai viste prima». Michele Cossa ha definito paradossale la situazione del ritardo dei pagamenti che costringe l’Aias alle anticipazioni bancarie: «Così una parte consistente del denaro pubblico se ne va in interessi bancari».

Il consigliere dei Riformatori ha quindi replicato a quanti hanno ipotizzato l’erogazione pubblica dei servizi resi dall’Aias («Costerebbe molto di più e parlare di 12 milioni di debiti contestati ci fa capire l’assurdo della situazione»). Michele Cossa ha quindi auspicato che la Regione paghi almeno le somme che non sono oggetto di contestazione per agevolare il pagamento degli stipendi arretrati ed ha invitato l’azienda a revocare licenziamenti e sanzioni nei confronti dei dipendenti.

Antonio Solinas (Pd) ha affermato che «la prima azione da porre in essere è la verifica della convenzione tra la Regione e l’Aias e quindi garantire che il personale sia messo nelle condizioni di offrire prestazioni e servizi”. L’esponente della maggioranza ha invitato l’assessore ad adoperarsi per accelerare la definizione del  contenzioso e dare «una boccata d’ossigeno all’azienda». A giudizio di Solinas, il Consiglio dovrà quindi adoperarsi «per ristabilire un clima di serenità tra lavoratori e azienda» per far sì che «la Regione possa pagare direttamente gli stipendi arretrati ai dipendenti».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha evidenziato la riduzione dei fondi erogati all’Aias nel corso dell’ultimo triennio («si è passati dai 36 milioni di euro del 2014 agli attuali  24 milioni») ed ha lamentato il ritardo nella presentazione dei documenti ai consiglieri nonché il mancato accoglimento della richiesta per un incontro chiarificatore in commissione con l’assessore. A giudizio dell’esponente della minoranza la cosa fondamentale «è sapere a quanto ammonta il credito che la Regione ha riconosciuto all’Aias». Giorgio Oppi ha quindi ricordato la riduzione del budget 2016 con effetto retroattivo («comunicata cioè alla fine dell’anno a valere però sulle prestazioni erogate a partire da gennaio») ed ha auspicato una allentamento delle tensioni. «Propongo che la Regione – ha affermato il leader dei centristi – anticipi parte delle somme dovute ai lavoratori e ricordo a tutti che una riduzione del budget del 20% significa una riduzione del personale del 20%».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdm) ha affermato di avere una impostazione ideologica al problema: «Ho un impostazione ideologica secondo la quale i lavoratori hanno ragione anche quando hanno torto, ma non è il caso dell’Aias perché i suoi dipendenti hanno solo ragione». A giudizio di Pizzuto i crediti vantati dall’Aias non sono tali da giustificare il ritardo di 9 mesi nel pagamento degli stipendi e l’esponente della maggioranza ha quindi sollecitato un accordo con l’azienda che preveda il pagamento immediato delle retribuzioni arretrate. «Se così non sarà – ha affermato Pizzuto – si passi ad altre misure come la sospensione dell’accredito e ai pagamenti diretti ai lavoratori, preparando nel contempo l’ingresso del pubblico nei servizi della riabilitazione e ponendo fine al monopolio dell’Aias».

«L’onorevole Pizzuto si ispira alla Cina e alla Corea del Nord», ha replicato il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, «e mi chiedo come si faccia ad accettare che una pubblica amministrazione riduca il budget dei servizi offerti da operatori privati a fine anno ma con effetto retroattivo». «La verità – ha aggiunto l’esponente della minoranza – è che in questi anni si tende a pagare meno per nascondere il mancato contenimento della spesa in sanità». Dedoni ha invitato l’assessore a pagare direttamente gli stipendi ai dipendenti dell’Aias: «È una cosa semplice, pagate direttamente i lavoratori e smettetela di strumentalizzare il loro disagio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato il ruolo centrale dell’assessorato nella definizione della vicenda ed ha ricordato che «l’Aias è un’azienda sarda che non scappa come invece hanno fatto tante altre aziende a cui non avete né chiesto il Durc né altro tipo di patenti». «La vertenza Aias – ha dichiarato l’esponente della minoranza – può concludersi positivamente ma l’azienda ritiri i licenziamenti e i dipendenti cessino sciopero della fame, solo così potremo favorire un confronto con la Regione con l’impegno di pagare subito le somme non in contenzioso».

Il capogruppo di Sinistra democrazia e progresso, Daniele Cocco, ha insistito «sull’inaccettabile e ingiustificato ritardo nel pagamento degli stipendi ai lavoratori» ed ha rimarcato la necessità di dati certi sui crediti e sui contenziosi di Aias con la Regione. Il capogruppo di maggioranza ha quindi invitato l’assessore ad un «passaggio in commissione insieme ai tecnici» per un quadro definito e certo della questione.

«Dopo quattro ore di dibattito la maggioranza arriva alla proposta che abbiamo formulato in sede di capigruppo e in apertura di seduta – ha attaccato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – e come avevamo previsto i lavoratori non avranno nessuna risposta da questo confronto in Consiglio». L’esponente della minoranza ha ribadito la proposta formulata in precedenza da Oppi con l’invito all’assessore di anticipare il pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’Aias.

Dopo Gianluigi Rubiu è intervenuto Giovanni Satta (gruppo misto) che ha detto che bisogna iniziare a essere lineari. «Ci sono dei diritti e dei doveri – ha aggiunto – che devono essere rispettati». Per Giovanni Satta l’azienda va salvata. E’ necessario, pertanto,  che si vada subito in commissione per dare risposte ai lavoratori.

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) ha spiegato che il suo gruppo ha aderito alla mozione 297 perché la formulazione era la più opportuna. «Siamo vicini alle persone che in questo momento stanno soffrendo – ha aggiunto – e il testo laico della mozione era quello che più si adatta alle esigenze del momento. Non si possono trovare in qualche ora soluzioni che non sono trovate in 60 anni. Noi dobbiamo tracciare – ha concluso –  il baricentro della nostra attività per il futuro. Dobbiamo cercare di colmare quelle discrasie contrattuali che esistono. Dobbiamo giungere a una riscrittura di un nuovo modello di erogazione di quei servizi.  Si devono riscrivere i rapporti».  

Il capogruppo Pietro Pittalis (FI) ha detto che questo dibattito è stato utile ma non produttivo. Perché non ci sono state  proposte per dare soluzioni  a questo problema. L’assessore stasera – ha sottolineato – ha fatto il suo dovere: ha dato i dati. Non condivido invece il parlarsi addosso della maggioranza che doveva invece individuare almeno qualche proposta concreta. Pietro Pittalis ha detto che in Aula non è stato riconosciuta l’attività meritoria dell’Aias e della Fondazione che spesso si sono  sostituite al pubblico. Sembra quasi – ha aggiunto – che ci sia  il tentativo di regolare i conti con la fondazione e con una famiglia perché forse c’è qualcuno che vuole accaparrarsi il mercato. Quando i colleghi del centrosinistra dicono che alla fine del dibattito si torna in commissione danno  ragione alla minoranza: il dibattito doveva svolgersi nella sede competente: la commissione.

Alla fine dell’intervento dei capigruppo ha preso la parola l’assessore Arru che ha garantito l’ impegno a confrontarsi in commissione per cercare la soluzione più  adatta, sempre nel rispetto del diritto positivo. Quindi, massima disponibilità e massima apertura nei confronti dei lavoratori.

Pietro Cocco (Pd), primo firmatario della mozione,  ha annunciato la predisposizione di un ordine del giorno e ha confermato che la discussione su questa vertenza era meglio farla in Consiglio, alla luce del sole, davanti al pubblico. Le proposte che faremo speriamo siano condivise anche dalla minoranza.

Per consentire la predisposizione dell’ordine del giorno i lavori sono stati sospesi  per qualche minuto.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha detto che sono stati presentati due ordini del giorno. Il primo (Pietro Cocco e più) è stato approvato (presenti 46, sì 26, no 17). Bocciato il secondo (Pietro Pittalis e più) con 18 voti a favore e 25 contrari. L’ordine del giorno approvato impegna il presidente della Regione, la Giunta e l’assessore della Sanità a sollecitare l’AIAS ad effettuare la certificazione dei propri bilanci per accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati; a prevedere che nei contratti stipulati dall’ATS con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori che, se disattese, potranno essere causa di revoca dell’accreditamento;  ad adottare un atto di indirizzo in base al quale il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga ex articolo 1676 del codice civile e che il contenzioso, se possibile, venga risolto in via transattiva. L’ordine del giorno impegna anche ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari  in grado di superare il monopolio in atto.