24 November, 2024
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Martedì 11 aprile, alle 16.00, la vertenza Aias verrà esaminata nella seduta del Consiglio regionale convocata oggi al termine della conferenza dei capigruppo.

«Una svolta per chiarire una volta per tutte le responsabilità relative agli incomprensibili rallentamenti sul pagamento delle retribuzioni ai lavoratori. Troppe ambiguità si intrecciano sui conti. Sarà fondamentale approfondire se i disagi sono legati alle lungaggini nell’erogazione delle risorse da parte della Regione – sottolinea il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu – per l’insostenibile perdurare della crisi in atto. Una situazione che pregiudica il diritto all’assistenza e alla cura minando la serenità di lavoratori, assistiti e familiari. Vogliamo sapere – aggiunge Gianluigi Rubiu – dall’assessore Luigi Arru, i motivi sul ritardo degli stipendi, perché sta diventando inaccettabile utilizzare i lavoratori come anello debole per l’assurdo braccio di ferro con la Regione. E’ in gioco il futuro di una delle aziende socio sanitarie più importanti della SardegnaOccorre trovare una soluzione – conclude Gianluigi Rubiu – perché vengano tutelati i diritti dei lavoratori, messi a rischio dalla mancanza di prospettive per il futuro, e le aspettative dei soggetti svantaggiati in cura nelle diverse strutture sparse nei diversi territori dell’Isola.»

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A seguito dell’approvazione, in via preliminare, della delibera che stabilisce le linee guida per l’applicazione del Reis, l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ieri pomeriggio ha incontrato nella sede dell’assessorato, il Tavolo per l’Alleanza contro le povertà e l’Anci.
Nel corso dell’incontro è stato deciso di far funzionare nei tempi più brevi e con le migliori modalità lo strumento del Reis, favorendo la collaborazione fra competenze, attraverso un sistema informativo che garantisca la trasparenza e la condivisione di un catalogo delle buone pratiche.
Il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, ha sottolineato la necessità che la fase di transizione sia gestita dai Comuni, aprendo a una prospettiva di revisione globale delle politiche sociali; Fabio Meloni, portavoce dell’Alleanza, ha dichiarato soddisfazione per il confronto con la Regione, auspicando che continui al fine di sviluppare una misura efficace.

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Il coordinatore regionale Centristi per la Sardegna e consigliere comunale di Cagliari, Federico Ibba, interviene sulla situazione di precarietà in cui si trovano i giovani medici neospecializzati di Cagliari, senza lavoro.

«Si vedono i primi effetti del passaggio dell’Asl unica a Sassari – scrive Federico Ibba in una nota – siamo già ad aprile e la Asl di Cagliari non pubblica ancora, termine scaduto il 31 dicembre scorso, le graduatorie definitive per le sostituzioni medici neo-specializzati, ma anche biologi, veterinari, psicologi. La Asl di Sassari invece è diventata brava e, anche se in ritardo, ha pubblicato la graduatoria entro il 31 gennaio.»

«Qual è il problema? – aggiunge Federico Ibba – nel nuovo accordo collettivo nazionale, per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali, veterinari e professioni sanitarie nell’articolo 17 commi 10 e 11 viene spiegata la modalità e i tempi della pubblicazione della graduatoria, nell’articolo 34 le modalità delle sostituzioni. Prima di questo nuovo accordo, chi si specializzava, poteva essere chiamato per eventuali sostituzioni, dalla Asl o dal titolare, ora gli specialisti per poter essere chiamati, devono essere presenti nella graduatoria definitiva che pubblica la Asl di appartenenza. Per essere inseriti nella graduatoria, bisogna presentare domanda entro il 31 gennaio dell’anno precedente, e la graduatoria dev’essere pubblicata entro il 31 dicembre di ciascun anno. Nelle Asl di altre regioni la graduatoria definitiva è stata pubblicata rispettando i tempi dell’accordo collettivo. A Cagliari questo non succede perché se la Asl non pubblica la graduatoria, centinaia di neo specializzati medici, veterinari e delle professioni sanitarie che speravano nelle sostituzioni in attesa dei tanto annunciati concorsi pubblici,  staranno a spasso – conclude Federico Ibba, con amarezza -: a Cagliari, no graduatoria, no party!»

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Saranno ancora i Comuni a gestire le risorse del REIS (Reddito di Inclusione Sociale) per il 2017, con propri progetti o attraverso l’inclusione attiva in stretta collaborazione con l’Ufficio di piano del proprio PLUS e l’ASPAL, l’agenzia per le politiche attive per il lavoro. Lo ha stabilito la Giunta, accogliendo la proposta di modifica delle Linee guida del REIS presentata dall’assessore Luigi Arru.
«La gestione del reddito di inclusione sociale – ricostruisce l’assessore Arru – avrebbe dovuto prevedere le stesse procedure che il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha approntato per il SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva), misura equivalente adottata a livello nazionale. Attraverso un protocollo d’intesa tra la Regione, il Ministero e l’INPS si sarebbero definite le modalità operative attraverso le quali l’INPS avrebbe dato attuazione alle linee integrative previste dal REIS e deliberate dalla Giunta Regionale. In tal modo, come già avviene per il SIA, le domande dei cittadini presentate ai Comuni di appartenenza, sarebbero state caricate a sistema e poi gestite completamente dall’INPS attraverso la carta già in uso, utilizzando le risorse nazionali o quelle regionali a seconda della tipologia di beneficiari. In questo modo i Comuni sarebbero stati sollevati dall’attività di gestione che fino al 2015 li aveva visti coinvolti nell’attuazione del Programma Povertà della Regione.»

Nonostante l’assessorato delle Politiche sociali si sia attivato subito dopo l’approvazione della legge, si sono presentati ritardi a livello nazionale che hanno rallentato la piena applicazione del REIS. Alla fine dello scorso anno la Regione ha comunque impegnato le somme stanziate in bilancio a favore dei Comuni prevedendo, in questa fase di transizione, di dover in ogni caso assicurare il REIS ai destinatari previsti dalla legge regionale, secondo le priorità fissate dalla Giunta.

«Dal confronto con l’Anci e con gli Ambiti Plus – spiega ancora Luigi Arru – è emersa l’esigenza di integrare le linee guida approvate a dicembre e di considerare il 2017 come un anno di transizione, in cui prevedere diverse modalità di gestione REIS.»

Con la delibera approvata, la Giunta consentirà ai Comuni di utilizzare le eventuali economie del vecchio Programma Povertà e le risorse del 2016 per l’attivazione di progetti d’inclusione attiva.

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Sono proseguiti oggi i lavori del Consiglio regionale per l’esame della Legge di stabilità 2017 che detta le disposizioni in materia di sanità e politiche sociali. Sentito il parere del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta, il presidente Ganau ha aperto la discussione generale.

Annamaria Busia (Misto), dopo aver sottolineato l’importanza dei contenuti del’articolo 4, ha puntato la sua attenzione sulla necessità di finanziare i Centri antiviolenza per l’assistenza dei  minori “vittime assistite” e dei maschi maltrattanti. «Avrei evitato ogni riferimento a questioni attuali ma anche ieri c’è stato un femminicidio – ha ricordato Busia – a marzo si sono registrati sei delitti contro le donne, uno dei quali in Sardegna. Ormai si tratta di un bollettino di guerra. Per questo l’argomento richiede il massimo impegno da parte di tutti».

La consigliera del Centro Democratico ha quindi auspicato l’approvazione dell’emendamento per l’incremento dei fondi destinati ai Centri antiviolenza: «Si propone un sistema di accoglienza per i minori vittime di crimini domestici. In Sardegna esistono attualmente solo strutture per minori abbandonati o devianti non per minori vittime assistite. Noi prevediamo un modesto finanziamento (100mila euro) che per il momento può bastare. A breve passerà in Senato la proposta di legge per le vittime di crimini domestici. E’ necessario completare il sistema di tutela a favore delle donne con la previsione di Centri che si occupino anche dei soggetti maltrattanti».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha rimarcato come anche quest’anno la Legge di stabilità destini gran parte delle risorse al sistema sanitario. Il consigliere azzurro ha poi criticato l’operato dell’Azienda unica regionale: « Sarebbe importante capire i piani e i programmi dell’Ats e i criteri con i quali vengono deliberati i tagli. Il direttore Moirano però non si è ancora presentato in Commissione. La maggior parte delle risorse vengono destinate ai grandi ospedali della Sardegna, si dimenticano invece i piccoli nosocomi».

Edoardo Tocco ha poi parlato del Reis: «Abbiamo approvato il reddito di inclusione sociale ad agosto del 2016, da allora non si è saputo più nulla – ha affermato l’esponente della minoranza – c’è una grande aspettativa. Chiedo all’assessore Arru di catechizzare gli uffici regionali perché si colleghino con i comuni. C’è un’informazione distorta e no si riesce a dare risposte ai cittadini».

Rossella Pinna (Pd) ha invece concentrato l’attenzione sull’emendamento che autorizza l’Ats a contrarre un mutuo per il completamento del Centro di riabilitazione “Santa Maria Assunta” di Guspini. «Non è tematica locale ma riguarda tutta la Sardegna – ha detto Pinna – con questo provvedimento si  restituisce la speranza a chi ha la sfortuna di doversi curare ed è costretto a recarsi fuori dall’Isola». L’emendamento proposto, secondo la consigliera del Pd, potrebbe contribuire ad attenuare l’impatto che la modifica della rete ospedaliera avrà sull’organizzazione sanitaria regionale. «E’ un intervento di grande valenza, risponde alla esigenza di rendere omogenea la presenza di centri di riabilitazione in ambito regionale e rivitalizza un modello di eccellenza restituendogli operatività. Il piano di indirizzo per la riabilitazione ha stabilito che in ogni Regione deve essere attivata un’organizzazione capillare che consenta al paziente di avere un riferimento certo post ricovero. Attualmente il sistema sardo non risponde alle esigenze dei cittadini».

Ignazio Locci (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha richiamato il tema dei costi della Sanità. «Il tentativo di riformare il sistema non ha dato esiti positivi – ha detto Ignazio Locci – la spesa nona accenna a diminuire, segno che gli obiettivi che vi eravate posti non sono stati raggiunti. Basta guardare i dati del 2016 che hanno determinato un aumento dei costi di 305 milioni di euro. Per il 2017 si prevedono 330 milioni. Vedremo nel corso dell’anno quale sarà la performance».

Secondo Locci, ciò che salta all’occhio è la rinuncia del Consiglio a svolgere le proprie funzioni programmatorie in materia. «Assistiamo tutti i giorni a veri e propri interventi da parte dei manager delle Asl e della Giunta che sono caratteristici della riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche in questa Finanziaria l’esecutivo propone un emendamento che va in questa direzione. E’ inutile discutere di programmazione se poi il Consiglio delega la propria funzione».

Sulle politiche sociali, Ignazio Locci ha ricordato che lo scorso 23 febbraio la Conferenza delle Regioni ha aggiornato il Patto della Salute. «La Sardegna perde 9 milioni di euro – ha rimarcato Ignazio Locci – che impatto avrà sul fondo per le non autosufficienze?».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha letto un elenco con i nomi delle donne vittime degli ultimi casi di femminicidio. «Stiamo in un vicolo cieco. Non esistono più politiche e strumenti per arginare il fenomeno che è comune a tutto il Paese – ha detto Alessandra Zedda – crediamo che la Sardegna avendo una sua specificità possa intervenire attraverso i Centri antiviolenza. Nonostante le misure messe in campo c’è ancora molto da fare. E’ un fenomeno culturale e su questo si deve intervenire».

Alessandra Zedda ha poi denunciato i ritardi nell’erogazione delle somme stanziate per il contrasto alle povertà, la non autosufficienza e il programma “Ritornare a casa”. «Sono programmi basilari su cui siamo tutti d’accordo. Abbiamo stanziato i soldi, perché arrivano in ritardo? Perché creiamo disagi a chi è già in difficoltà? Occorre stabilire un meccanismo che consenta di pagare nei termini».

Giudizio critico anche sul Reis: «E’ uno strumento importante ma non si può consentire un blocco di 8 mesi – ha detto Zedda – bisogna stringere e agire rapidamente».

Sulla spesa sanitaria, infine, la consigliera azzurra ha bocciato senza mezzi termini l’azione dell’esecutivo: «Quello che si è fatto fino ad oggi non è andato nella direzione voluta. La spesa sanitaria aumenta. Non siamo in grado di monitorare la diminuzione dei costi, Quanto bisogna aspettare ancora per la riforma della rete ospedaliera?».

Giovanni Satta (Uds) si è detto d’accordo sulla necessità di una razionalizzazione della spesa su larga scala. «Per questo mi sono astenuto sull’Ats, il principio è giusto ma purtroppo i costi della Sanità continuano a salire».

Giovanni Satta ha poi auspicato parità di trattamento per i territori. «Si è deciso di chiudere il punto nascita a La Maddalena, la razionalizzazione è giusta ma deve essere fatta su tutto il territorio nazionale, questo non avviene – ha affermato Giovanni Satta – a Nuoro l’Asl ha 163mila abitanti, solo tremila in più rispetto a Olbia, eppure ottiene 40 milioni di euro in più rispetto alla Gallura. Questo gap spero che venga presto colmato». Stesso discorso sui risparmi: « A Nuoro la questione del Project financing dell’ospedale San Francesco non è ancora risolta. I dipendenti, sono sottopagati, a chi vanno i soldi per i maggiori guadagni del Project?».

Giovanni Satta si è poi rivolto un plauso all’assessore Arru per l’attivazione del un servizio regionale di elisoccorso (“E’ importante perché consente di salvare vite anche nelle zone più isolate”) mentre ha sollecitato un potenziamento delle strutture per la terapia del dolore: «A Cagliari il reparto del Binaghi funziona per sole 5 ore alla settimana, il servizio potrebbe essere potenziato a costo zero».

Una bocciatura sull’operato della Giunta è arrivata invece da Giorgio Oppi, consigliere dell’Udc ed ex assessore alla Sanità. «Sfascio, disorganizzazione e fallimento come mai si era visto negli ultimi decenni. Costi aumentati e servizi peggiorati – ha detto Oppi – si è accentrato tutto nelle mani delle burocrazia mentre serve più autorevolezza della politica».

Secondo Giorgio Oppi, la Giunta ha introdotto una riforma «che non riforma nulla. La Sanità sarda non gode di buona salute, checché ne dica la stampa. Il progetto per il nuovo Polo pediatrico di Cagliari, voluto dalla Giunta Cappellacci, è fermo. A Nuoro la nuova macchina per radioterapia oncologica non funziona per la mancata formazione dei medici. Le liste d’attesa continuano ad essere lunghissime».

Critiche anche sull’Areu: «Non è ancora entrata in attività. Anzi, è stata uccisa prima di nascere. Non esiste ancora un programma. L’obiettivo – ha sottolineato Oppi – sembra essere quello di chiudere alcuni Pronto Soccorso». Per questo non convince nemmeno il recente accordo con la Lombardia: «La loro situazione è completamente diversa. La deliberazione della Giunta espropria il direttore dell’Areus delle proprie competenze. Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio».

In conclusione del suo intervento Oppi ha parlato dell’ospedale Mater di Olbia: «Ci sono ritardi e continui cambi di programma. Proponenti accusano la Regione e voi siete in silenzio – ha affermato l’esponente della minoranza – non c’è traccia dei soldi, il Mater Olbia non aprirà mai, bisogna avere il coraggio di dirlo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori), riprendendo gli interventi appassionati della Busia e della Zedda sui centri antiviolenza ha preannunciato un emendamento che prevede il finanziamento adeguato di queste strutture. Dopo un convegno svoltosi a Nuoro alla presenza di tutti i responsabili dei centri della Sardegna, ha ricordato Usula, «è stato lanciato un forte grido di dolore da parte di tutti gli operatori per dover gestire situazioni di grandissima complessità con pochissime disponibilità economiche». I centri anti violenza, ha detto ancora Usula, «chiedono in fin dei conti la ricostituzione della dotazione finanziaria del 2007 per cui, sotto questo profilo, apprezzo la proposta della collega Pinna ma la ritengo insufficiente perché spero in uno stanziamento più importante; c’è bisogno di certezze per permettere ai centri di dare speranza a tante donne sarde». Soffermandosi poi sul problema della nuova rete ospedaliera, il consigliere dei Rossomori ha espresso una posizione «contraria a micro emendamenti su situazioni particolari, perché compito della Regione, invece, è quello di individuare una risposta complessiva valida per tutto il sistema regionale».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), in apertura, ha rinnovato la richiesta all’assessore Arru di riferire su situazione dell’Aias, mentre i lavoratori, ha ricordato, «sono impegnati in un presidio per sollecitare l’attenzione delle Istituzioni ed alcuni di essi sono addirittura in sciopero della fame». Parlando del problema della violenza di genere, Pizzuto ha auspicato fra l’altro «un lavoro avanzato in campo culturale per scardinare lo schema secondo il quale il genere maschile è di dominio e spesso di prepotenza e la donna è una sorta di oggetto». In materia di Reis (reddito di inclusione sociale), Pizzuto ha riconosciuto che «l’opposizione ha ragione a criticare alcune lentezze purché non si metta in discussione validità dello strumento,  ora la delibera della Giunta è stata modificata anche grazie a contributo dell’Anci e crediamo di aver imboccato la strada giusta». Piuttosto, ha osservato il consigliere di Sdp, «all’esterno c’è contrasto molto forte (anche mediatico) nei confronti del Reis, dimenticando che sulle povertà estreme in realtà il sistema pubblico assicurava ai destinatari, in media, circa 100 euro al mese». Forse qualcuno, ha polemizzato Pizzuto, «vuole mantenere gli ultimi in stato di oppressione e per questo serve uno scatto di volontà della politica anche perché abbiamo 40 milioni da spendere e il sistema può funzionare al meglio se le reti pubbliche fanno squadra; insomma i correttivi si possono fare ma senza può mettere in discussione il passo avanti che abbiamo fatto; la lotta è fra passato e futuro ed anzi questa conquista può essere una occasione di anzi riscatto per tutta la classe politica».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha dichiarato che «se dovessi misurare a spanne il valore della finanziaria basandoci sui report dei giornali sardi direi che è abbastanza mediocre ed in effetti difficile intervenire in un contesto in cui manca la percezione delle difficoltà del popolo sardo e non si fa un dibattito vero nel territorio e nell’opinione pubblica». Ciò accade, ha lamentato Dedoni, «anche perché, per esempio, la commissione d’inchiesta sulla sanità non riesce andare avanti senza dati e senza i necessari strumenti di analisi della situazione sarda ed è un gravissimo errore; la sanità non ha colore e dovrebbe accomunare tutti, gli sprechi ci sono ancora e sono tanti ma non si interviene, la magistratura indaga ma la politica non sembra cosciente di quanto accade e della necessità di dare risposte a cose concrete come le intollerabili attese al pronto soccorso». Nessuno vuole sparare nel mucchio, ha avvertito Attilio Dedoni, «ma la strategia giusta è quella di aggredire la mala sanità essendo noi magistrati di noi stessi e vorrei che questo fosse il grido di tutto il Consiglio».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, dopo essersi definito anch’egli «un membro disarmato della commissione d’inchiesta sulla sanità dove di fatto non si riesce a lavorare» ha messo l’accento sullo stato dei rapporti fra Consiglio e Giunta e fra questi e lo Stato per quanto riguarda il riconoscimento degli svantaggi dell’insularità che «deve necessariamente ricomprendere le isole minori». Carloforte e La Maddalena, ha aggiunto Zanchetta, «sono riconosciute nella riforma della sanità ma vorrei sapere se, rispetto a questo principio, siamo andati avanti perché, se vengono sottratti servizi a La Maddalena non è che si possono compensare a Carloforte». La cosiddetta protesta delle pance che ha fatto il giro d’Italia, ha ricordato il capogruppo di Cps, «non è altro che la richiesta delle di far nascere i bambini a casa loro; ho già detto all’assessore Arru che bisogna garantire le condizioni di sicurezza e l’elisoccorso può essere un elemento di garanzia su cui ragionare per aiutare le donne a partorire sull’isola, una possibilità da verificare insieme alla rotazione equipe sanitaria».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, parlando dei gravi problemi della sanità nuorese, ha ricordato che recentemente ha partecipato ad un incontro organizzato dalle forze sociali «dove è stato lanciato un forte allarme sulla sanità nel territorio condiviso anche dagli amministratori». La domanda che tutti si fanno, ha proseguito, «è sapere qual è la visione complessiva del settore che ha la Regione, quale può essere la nuova idea dei servizi e della geografia degli stessi sul territorio nuorese, come ci si può confrontare fra centro e periferia». Non abbiamo risposte chiare a queste domande, ha lamentato Congiu, «anzi vediamo che si va verso una dimensione del servizio che, se non condivisa, potrebbe creare difficoltà; il manager dell’Azienda unica Moirano ha preso contatto con gli amministratori promettendo incontro ma siamo lontani da un vero metodo partecipato e costruttivo e questi sono temi molto legati all’articolo che stiamo discutendo».

Subito dopo, il Consiglio ha iniziato ad esaminare gli emendamenti all’art. 3 respingendo una serie di proposte oppressive presentate dall’opposizione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha richiamato l’attenzione del presidente su fatto che «molte delibere della Giunta inserite nel sito in realtà non sono cliccabili e quindi non si possono consultare; ho chiesto di verificare questo disservizio ai funzionari del mio gruppo e la risposta che hanno ottenuto è quella non sono autorizzati a dare copie nemmeno ai consiglieri regionali». Faccio appello a lei, presidente, ha concluso Pittalis, «perché questa situazione non può essere tollerata e la consultazione in tempo reale degli atti della Giunta è un diritto dei consiglieri».

Il presidente Gianfranco Ganau ha concordato sulla fondatezza della richiesta.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha denunciato la chiusura dell’unico punto ristoro dell’ospedale Oncologico di Cagliari. “E’ inaccettabile che i malati in attesa della chemio non abbiano nemmeno la possibilità di prendere una cosa calda. Vorrei sapere dall’assessore Arru se si può affrontare e risolvere, anche a livello emergenziale, questo problema”.

L’emendamento 264 è stato respinto e così anche il 265. Ritirato l’emendamento 161, l’Aula ha poi respinto l’emendamento 266 identico al 409. Respinti anche il 267, 410, 268, 411, 269, 412, 270, 413, 271, 414, 272, 415, 273, 416, 274, 417, 275, 276, 277, 278, 418, 279, 280, 281, 282, 283, 419, 284, 420, 285, 421, 286, 422, 287, 423, 288, 424.

Approvato l’emendamento 651, sostitutivo totale, a firma dell’on. Pinna e più, relativo a uno stanziamento straordinario di 200 mila euro per contrastare il fenomeno del randagismo.

Sul punto l’on. Alessandra Zedda (FI) ha annunciato il suo voto favorevole ma ha chiesto che sia “maggiore l’attenzione verso gli enti locali, che gestiscono in prima persona i canili”. Per l’on. Sabatini “meglio intervenire sulla sterilizzazione che sulla costruzione di nuovi canili, anche se i 200 mila euro sono solo un parte del denaro necessario”. Favorevole anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc): “E’ una cifra simbolica ma in realtà stiamo sottraendo somme alla sterilizzazione e al compito delle Asl”. Anche l’on. Tedde (FI) ha annunciato il voto favorevole, pur con critiche: “I canili comunali sono sprovvisti di risorse, purtroppo questo stanziamento è un pannicello caldo”. Sul contributo ai canili è intervenuto anche l’on. Roberto Desini (Pds): “Spero sia l’inizio di un percorso e spero che in futuro si possano aumentare le risorse”.

L’on. Rubiu (Udc) ha illustrato l’emendamento 142: si tratta di un contributo di 400 mila euro alle associazioni di volontariato che gestiscono canili, centri di ricovero e di “oasi” e “villaggi”. Respinto l’emendamento 142 stessa sorte è toccata anche al 135.

L’articolo 4 è stato poi votato.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha illustrato l’emendamento 6, relativo alla sicurezza materna e infantile a La Maddalena e ha sollecitato a tutta l’Aula un voto favorevole, vista l’importanza del tema. L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha ribadito il concetto: “Riusciamo o no a garantire il diritto alla salute anche agli abitanti di quest’isola? Non sono manco cittadini di serie B ma di serie C”.

L’on. Zanchetta (Upc) ha detto: “Mi fa piacere tanta attenzione per la mia isola ma in tante altre circostanze ci siamo trovati da soli, per problemi altrettanto seri. All’on. Satta mi permetto di dire che non sono d’accordo quando afferma che 37 parti all’anno in quel punto nascite non legittimano un punto nascite”.

Per l’on. Tocco (FI) “tutti ormai hanno capito l’importanza di questo problema. Io sono andato a La Maddalena sei mesi fa a toccare con mano la dimensione di questa vicenda, nonostante non sia il mio territorio e non faccia parte nemmeno di quella commissione”.

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha detto: “Vorrei chiarire all’on. Zanchetta che non sono io ma le infermiere di La Maddalena che affermano come non sia il caso di far nascere un figlio all’ospedale di La Maddalena. Certo che se ci fossero tutte le condizioni di sicurezza, garantite dall’assessorato alla Sanità, sarebbe diverso”.   

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “i punti nascita di Bosa, Ghilarza e Sorgono sono stati sospesi per ragioni di sicurezza. Questo non vuol dire che l’evento eccezionale non possa riguardare La Maddalena ma si tratta appunto di eventi eccezionali. La tutela della gravidanza è cosa ben diversa da quella del parto”.

Per l’Udc l’on. Oppi ha detto: “C’è sempre stata una posizione di favore del ministero a favore delle isole minori. Ma questo è un passo indietro. E’ chiaro che bisogna trovare una soluzione al problema”.

L’emendamento 6 è stato respinto, insieme al 66,

Approvati gli emendamenti 647 (Oppi e più) sul finanziamento della scuola di chirurgia robotica all’ospedale Brotzu e il 389 (Pietro Cocco e più) per il Centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini.

L’on. Michele Cossa ha illustrato l‘emendamento 7, poi respinto, sul proposito di garantire l’assistenza indiretta alle donne di Carloforte e La Maddalena.

Ritirato l’emendamento 21 e respinto il 45 destinato a finanziare uno studio dell’Istituto superiore di Sanità sui rischi e i tassi di mortalità nelle aree sarde, in particolare tra quelle vicine alle zone industriali. Favorevole anche l’on. Ignazio Locci (FI).

Approvato l’emendamento aggiuntivo 636 illustrato dal capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco: “Stiamo parlando dei lavoratori in deroga dei Comuni e non c’è spesa aggiuntiva”. 

L’Aula ha dato l’ok anche all’emendamento 572 (Istituto zoo profilattico) e lotta alla peste suina)

Respinto 614 mentre l’on. Roberto Desini (Pds) ha illustrato l’emendamento 586 sul personale delle aziende sanitarie e in particolar modo “sui vincitori dei concorsi che vengono però scavalcati dal personale delle agenzie interinali. A Sassari non lavorano gli idonei ma chi non ha superato nemmeno le preselezioni”. Sul punto l’on. Rossella Pinna (Pd) ha detto: “Condivido tutte le ragioni del collega”.

Il capogruppo del  Pd, on. Pietro Cocco, ha chiesto e ottenuto una sospensione breve per  coordinare la maggioranza.

Al rientro in Aula il presidente ha posto in votazione l’emendamento 586 che è stato approvato con 24 favorevoli e 23 contrari e pertanto, in sintesi, le graduatorie dei concorsi delle vecchie Asl che sarebbero dovute scadere il 30 giugno 2017 scadranno il 31 dicembre 2017. Approvato anche l’emendamento n. 2 a firma della consigliera Rossella Pinna (Pd) con le medesime finalità. Decaduto il 587 e accolto l’invito al ritiro per gli emendamenti n. 73 e 74, il primo firmatario dell’emendamento n. 90, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per ribadire la richiesta di un finanziamento di 1 milione in favore della casa residenziale per anziani di Alghero, così come nella precedente finanziaria era stato concesso all’analoga struttura di Iglesias. A sostegno dell’emendamento di Tedde è intervenuto Giorgio Oppi (Udc) che ha citato la richiesta della struttura algherese per il finanziamento già dal 28 settembre 2016 («mentre la maggioranza aveva affermato che l’unica richiesta pervenuta era stata quella della casa per anziani di Iglesias»). Posto in votazione l’emendamento 90 non è stato approvato. Il consigliere Lotto (Pd) ha ritirato il n. 76 e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento della Giunta n. 573 che stanzia 20mila euro per il 2017, 280mila euro per il 2018 e 560mila euro per il 2019, per il progetto di prevenzione della corruzione “Areté”. Sul 210 il relatore Sabatini si è rimesso all’Aula. Luca Pizzuto (SdP), primo firmatario dell’emendamento 210 ha spiegato che la proposta di modifica va nel verso di un miglioramento della gestione dei cosiddetti Plus consentendone la gestione consortile. Respinto l’emendamento orale del consigliere Paolo Zedda (Sdp), il Consiglio ha approvato la proposta di Pizzuto. Non approvato il 46, l’emendamento n. 9 è stato dichiarato inammissibile, non approvato l’89, ritirato il n. 3, è stato approvato il n. 616 (Dedoni e più) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 15 (Demonti e più) che stanzia 200mila euro per il potenziamento del sistema della governante regionale sul tema dell’accoglienza.

Annunciata la discussione dell’emendamento n. 479 (Rossella Pinna e più) numerosi consiglieri di maggioranza e minoranza hanno dichiarato di apporre la firma a sostegno della proposta che modificando la normativa in vigore (la legge n. 8/2007) rende più capillare e articolata la rete dei centri antiviolenza nell’Isola. Attualmente, infatti, la rete sarda ha raggiunto il numero massimo di centri antiviolenza (8) previsti in legge e alcuni territori, ad iniziare dal Sulcis, non possono contare sui servizi di tali fondamentali strutture.

La prima firmataria, Rossella Pinna (Pd), ha espresso soddisfazione per l’attenzione mostrata al tema ed ha ricordato alcune cifre drammatiche sulla violenza di genere. Pinna ha quindi evidenziato, insieme con la modifica delle norme, anche l’incremento dei fondi regionali da 300mila euro a 900mila euro. A sostegno dell’iniziativa, seppur con differenti sfumature critiche, sono intervenuti Fasolino (Fi), Rubiu (Udc), Dedoni (Riformatori), Busia (Cp-Misto), Usula (Rossomori-Misto), Pizzuto (Sdp), Pittalis (Fi) e Sabatini (Pd).

I consiglieri della minoranza, ad incominciare da Pittalis e Rubiu, ed anche il consigliere dei Rossomori Usula, hanno criticato lo stanziamento di soli 600mila euro in aggiunta ai 300mila iniziali, mentre il relatore di maggioranza Sabatini ha replicato ricordando che insieme all’intervento della Regione deve considerarsi quello di importo equivalente da parte dello Stato («In totale contiamo su 1.8 milioni di euro»).

Posto in votazione l’emendamento 479 è stato approvato all’unanimità (51 votanti).

Approvato di seguito l’emendamento n. 14 (Ruggeri e più) che all’articolo 4 dopo il comma 22 introduce la norma che condiziona l’erogazione del finanziamento pubblico a favore dei servizi educativi per la prima infanzia all’assolvimento degli obblighi vaccinali per ciascun minore ammesso alla frequenza di tali servizi.

Il consigliere de La Base, Gaetano Ledda, ha quindi illustrato l’emendamento di cui è primo firmatario (n. 26) e che subordina gli interventi regionali sul pacchetto latte ad “una proporzionale ricaduta sull’intera filiera del lattiero-caseario, con un prezzo minimo del latte al pastore stabilito con un accordo collettivo tra produttori e trasformatori, nonché con ricadute anche nelle stagione di conferimento in cui si attua”. «Solo con queste misure – ha concluso Ledda – possiamo salvare il settore, in caso contrario sarebbe meglio evitare di stanziare risorse regionali al comparto».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ribadito di non aver niente in contrario ad esprimere parere favorevole ma, ha avvertito, «su questo provvedimento non ci devono essere bandierine, lo abbiamo discusso e voluto tutti, dalla Giunta e Consiglio, per dare un segnale a settore lattiero caseario, per cui mi danno fastidio certe esternazioni inopportune».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha tenuto a ricordare che, oltre al formaggio, «i poveri hanno bisogno anche dei denti per masticare ed è strano che, da più di un anno, ci sia in lista d’attesa una legge per le cure odontoiatriche che non rientrano nella pubblica assistenza, auspico quindi che si trovino risorse necessarie per finanziarla». Quanto al pecorino, secondo Anedda «si rischia di non centrare l’obiettivo perchè gli allevatori hanno bisogno urgente di liquidità ne i soldi nostri bastano appena per la bolletta Enel o una rata di Equitalia».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che la proposta del consigliere Ledda «incide profondamente sul testo dell’art. 4 ed ha ragione il presidente Sabatini a ricordare che il provvedimento è stato voluto da Aula e Commissioni come punto di equilibrio notevolissimo per dribblare norme di carattere nazionale e sovra nazionale, usando la leva finanziaria in modo virtuoso per i produttori che soffrono». «Con l’emendamento – ha concluso Gaetano Ledda – si può aprire invece un pericoloso fronte di inapplicabilità e chiedo una verifica tecnica sul punto».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), condividendo la posizione del collega Sabatini ha espresso molte perplessità sull’emendamento «perché potremmo finire per danneggiare coloro che vogliamo aiutare; sono molto preoccupato, in particolare, per il riferimento ad accordo fra pastori e produttori che dovrebbe precedere ogni intervento normativo perché non si possono imporre i prezzi al mercato».

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto di rinviare votazione al pomeriggio, quando fra l’altro sarà presente l’assessore che potrà esprimere la posizione dell’Esecutivo.

Il consigliere Giorgio Oppi, nel merito si è detto d’accordo col collega Sabatini ma, sull’ordine dei lavori, ha invitato a mantenere gli impegni assunti per la conclusione dell’esame della Legge di stabilità entro la serata di domani.

Alla ripresa dei lavori, questo pomeriggio, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’emendamento aggiuntivo n.26 presentato dal consigliere Ledda (Misto-La Base) all’art. 4 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017). L’emendamento prevede fra l’altro che gli interventi della Regione nel settore lattiero-caseario siano “subordinati alla proporzionale ricaduta sull’intera filiera con un prezzo minimo del latte stabilito con accordo collettivo fra produttori e trasformatori.”

Aprendo il dibattito il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dichiarato il voto favorevole all’emendamento precisando che «il collega Ledda ha posto correttamente il problema in conferenza dei capigruppo e in Aula, sostenendo giustamente che i 14 milioni della Regione non possiamo darli agli industriali ma indirizzarli perché gli effetti favorevoli ricadano soprattutto sui produttori, possiamo scrivere meglio il testo ma il contenuto va salvato».

Sull’ordine dei lavori, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha chiesto di far intervenire subito l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria.

L’assessore Caria ha sostenuto che «l’emendamento può anche andar bene ma esiste un problema nella parte finale in cui si parla di prezzo minimo del latte; il riferimento è generico e tuttavia si corre il rischio, lasciando questa dicitura finalizzata al sostegno degli allevatori, di violare il regolamento Ue/2012 che esclude la fissazione di prezzi minimi, per cui questo passaggio potrebbe far cadere l’impalcatura». Dopo il confronto con gli attori della filiera, ha continuato Caria, «è emerso il ruolo centrale dell’organismo inter-professionale ed inoltre, tenendo presente che al calo dell’offerta non corrisponde l’aumento del prezzo in tempi brevi, sarebbe forse opportuno allargare le maglie sulla destinazione dei 14 milioni, come l’aiuto alla diversificazione produttiva e quello previsto per le compensazioni dei maggiori costi di trasporto nelle aree svantaggiate».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro ha affermato che, «alla luce dei chiarimenti dell’assessore si può sospendere l’esame dell’emendamento per verificare una nuova stesura e proseguire nei lavori».

Il proponente Gaetano Ledda si è detto d’accordo per esaminare la proposta assieme all’art. 5.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito, approfittando della presenza dell’assessore, la sua richiesta di esame tecnico del testo per verificare la presenza di potenziali conflitti giuridici perché «se resta questo vulnus non andiamo da nessuna parte».

Successivamente l’Aula ha respinto una serie di emendamenti.

Approvati invece il n. 91 (Daniele Cocco e più) che prevede, senza aumento di spesa, nuovi requisiti per i dipendenti a tempo indeterminato della Regione, il n. 92 (Alessandra Zedda e più) che prevede la collaborazione del Plus e delle associazioni sportive nel programma di sport terapia destinato ai disabili, il n.162 (Piscedda e più) che dà stabilità al lavoro delle strutture che operano a sostegno delle persone ammesse a pene alternative, il 525 (Agus, Busia) per le campagne di comunicazione sull’importanza dei vaccini, il 491 (Busia e più) sulla promozione di interventi di recupero rivolti agli autori di violenze di genere.

Via libera del Consiglio anche all’emendamento n.643 (Busia, Agus) che modifica l’emendamento n.486 e costituisce un fondo regionale a favore delle vittime di crimini domestici e degli orfani.

Su quest’ultimo emendamento si è sviluppato un breve dibattito.

La consigliera Busia (Campo Progressista) ha ricordato fra l’altro che, in base alla normativa vigente, «se non ci sono familiari superstiti mancano strutture e nessuno si può occupare delle vittime delle violenze; occorre quindi colmare un vuoto e serviranno altre risorse, mentre a livello nazionale c’è una proposta già approvata unanimità dalla Camera e, al Senato, il presidente Grasso ne ha disposto la calendarizzazione, con la Sardegna che si colloca all’avanguardia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «buona finalità che tocca da vicino i diritti della persona però si scontra con una previsione finanziaria insignificante, poi non si può dire che ci rientrano le spese legali perché altrimenti questi fondi finirebbero agli avvocati».

L’Assemblea si è poi occupata del gioco d’azzardo patologico, discutendo l’emendamento n. 524 del consigliere Francesco Agus (Campo progressista) il quale ha ricordato che «la Sardegna è fra le poche Regioni che non hanno legiferato, una vergogna per i Sardi nell’auspicio che vengano calendarizzate al più presto le proposte di legge già presentate e stanziate risorse adeguate».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc Sardegna) ha osservato che, quanto alle risorse, «l’assessore Arru potrà confermare dirà che lo Stato ha assegnato recentemente la somma di 1.3 milioni».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha ribadito l’impegno della Giunta nel riordino delle patologie da dipendenza, annunciando a breve una delibera con le risorse adeguate all’attuazione di interventi per la tutela delle persone.

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha chiesto di aggiungere la sua firma, condividendo le riflessioni del collega Francesco Agus ed auspicando una legge regionale «su un fenomeno quanto mai attuale, anche perché la normativa nazionale non prevede misure come distanze minime fra esercizi abilitati all’utilizzo delle slot ed orari di apertura delle sale.

Anche il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha aderito alla proposta perchè, ha osservato, «si tratta di un fenomeno che crea grossi problemi sociali nelle comunità».

D’accordo anche il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), secondo il quale il provvedimento è importante per il contrasto alla «nuova droga della società che colpisce gran parte della popolazione sarda, contro cui non basta la prevenzione ma servono strumenti ai servizi sanitari per le patologia complesse».

Parere favorevole anche dal vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ad avviso del quale l’intervento della Regione «è comunque un pannicello caldo rispetto a patologia che ormai è epidemia, la nuova legge non può prescindere dalla costituzione di un centro regionale con ramificazioni presso territori, perché le famiglie non sanno come e dove curare i congiunti ludopatici».

L’emendamento n. 524 è stato poi ritirato dal consigliere Agus dopo le assicurazioni sulla disponibilità di risorse ma il vice capogruppo di Fi Marco Tedde lo ha fatto proprio, chiedendo di metterlo ai voti. In sede di scrutinio, la proposta è stata poi respinta.

Dopo l’emendamento 491 l’Aula ha affrontato il 507, che è stato ritirato dal proponente, on. Francesco Agus (CP).

Sull’emendamento 26 sul prezzo del latte e l’acquisto del formaggio invenduto l’on. Gaetano Ledda (Misto) è intervenuto per rileggere il testo finale della norma, così come modificato. L’emendamento è stato poi approvato.

Approvato anche l’emendamento 632, 633 e 655 all’articolo 2 sugli amministratori straordinari delle Province, sui consiglieri metropolitani. Ritirato, a seguito delle rassicurazioni della Giunta, l’emendamento Daniela Forma (Pd) sui cantieri verdi nei Comuni che abbiano un polo di incenerimento e di termovalorizzazione.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 5 e dei relativi emendamenti.

L’on. Pittalis (FI) ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressi a firma di Forza Italia e di FdI.

Approvato il testo dell’articolo, il Consiglio regionale è passato all’esame dei singoli emendamenti.

Approvato il 648 (Gavino Manca e più). Sul 514 (Agus e più) il presentatore ha insistito per fissare in 436 mila euro le spese per studi e ricerche a vantaggio delle società di cui la Regione abbia una quota maggioritaria. L’emendamento è stato respinto. Approvato l‘emendamento 649 e 474 (Gavino Manca e più) sulle società in house.

Si è poi passati all’art. 5 bis (Disposizioni in tema di istruzione, formazione, cultura, spettacolo e sport).

Nel dibattito generale Ignazio Locci (FI) è stato molto critico e si è soffermato soprattutto sul settore archivi e biblioteche. Dal 2014 questo settore – ha detto – ha visto diminuire la  dotazione finanziaria. Oggi la giunta propone un’ulteriore riduzione da 18 a 17 milioni di euro e non garantisce neanche la copertura finanziaria dei costi dei posti di lavoro. L’assessore Paci non è molto affezionato a questo tema dei beni culturali. Quindi la situazione non migliora rispetto allo scorso anno, nonostante le promesse. Noi non condividiamo questa impostazione. La commissione ha trovato una sintesi e poi la giunta stravolge tutto e diminuisce la dotazione finanziaria.

Alessandra Zedda (FI)  ha  aperto il suo intervento denunciando che “Sardegna ricerche” lunedì ha aperto un bando che poi è stato immediatamente chiuso. Oggi è stato aperto e dopo tre minuti è stato annullato. La vicecapogruppo di Forza Italia ha chiesto  all’assessore Paci di verificare e di intervenire. Passando nel merito dell’articolo 5 bis, Alessandra Zedda ha asserito che era  da tempo che non si vedeva in una finanziaria una “lista della spesa così spudorata”. Questo modo di legiferare è improponibile – ha detto – spesso ci sono richieste ad personam che non possono certo figurare in una finanziaria. Per il settore sport ha ringraziato gli assessori Paci e Dessena e la Terza  commissione  che stanno cercando di porre rimedio all’agonia del settore dello sport nell’isola.

Edoardo Tocco (FI) ha detto che l’articolo 5 bis prevede solo interventi parziali e improponibili  come i  70.000 euro destinati a favore dell’associazione nazionale degli ufficiali di stato civile  e d’anagrafe. Abbiamo necessità di valorizzare il settore sportivo e aiutare soprattutto  le società che devono fare le trasferte. Speriamo che nel 2017 le società possano avere i soldi in tempo reale.

Marco Tedde ha affermato che  la rubrica   è altisonante ma che poi, leggendo l’articolo ci si accorge che è frutto di una tecnica legislativa minimalista e furba. Un insieme di “marchette”  poco dignitose, solo “contributi previdenziali” per chi li propone. Tedde ha elencato i contributi previsti come quello  a favore degli architetti. Ironicamente ha chiesto alla maggioranza e alla giunta: “perché non dare qualcosa anche agli avvocati o agli  agronomi? Critico anche sul comma 10: “Niente da dire sulla figura storica di Antonio Gramsci, ma perché i contributi vengono erogati solo previa certificazione? 

Proprio su questa questione del comma 10 su cui l’on. Truzzu  ha presentato l’emendamento 311 (il comma 10 dell’articolo 5 bis è soppresso)  sono intervenuti: Paolo Truzzu (Misto) che ha spiegato le ragioni della presentazione dell’emendamento: “non si possono dare finanziamenti sulla base di una autocertificazione”; Pietro Pittalis  (FI) che ha detto che è necessario cassare il comma 10 perché si sta creando una eccezione al sistema. Non è in discussione la figura di Gramsci o della Fondazione – ha sottolineato – è sospetta la modalità. Pittalis ha annunciato la richiesta di votare l’art. 10 per parti. Anche la consigliera Anna Maria Busia ha chiesta una votazione per parti dell’articolo. E’ poi intervenuto il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini che ha spiegato che  l’autocertificazione proviene da una precedente finanziaria approvata dal centrodestra. Non ho fatto altro – ha detto – che riprodurre quello che è stato fatto in precedenza,. Se si vuole modificare non ho nulla in contrario.

L’emendamento soppressivo  311, con voto elettronico palese, è stato bocciato (votanti  49, si 16, no 33) .

Pietro Pittalis ha ritirato tutti gli altri  emendamenti soppressivi parziali.

In sequenza sono stati approvati  gli emendamenti: 

574, sostitutivo del comma 7 dell’articolo 5 bis presentato dalla giunta regionale. Questo emendamento prevede nuove procedure di erogazione in coerenza con i principi recenti di programmazione e di competenza finanziaria potenziata;

625, primo firmatario Pietro Cocco, che sostituisce nel comma 11 l’importo 18.000.000 con 16.300.000.

Poi è stato approvato il testo dell’articolo 5 bis votato per parti come richiesto dai consiglieri Pittalis e poi Busia.

L’articolo è stato votato dal comma 1 all’8 (votanti 47, sì 31, no 16); il comma 9 (votanti 47, sì 29, no 18); il 10 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 11 (votanti 45, sì 29, no 16), il comma 12 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 13 (votanti 46, sì 27, no 19); il comma 14 (votanti 46, sì 28 no 18); il comma 15 (votanti 46, sì 28, no 18), il comma 16 (votanti 47, sì 30 no 17), il comma 17 (votanti 49, sì 31, no 18); il comma 18 (votanti 48, sì 31, no 17) e infine i commi da 19 a 23 (votanti 47, sì 31, no 16).     

 Approvato l’articolo, Daniele secondo Cocco (Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ritirato, dopo aver sentito l’assessore Paci che ha assicurato che i problemi dei Ricercatori del CNR erano all’attenzione della giunta, l’emendamento 20. 

E’ stato approvato l’emendamento 78 (Lotto e più) che prevede un contributo annuo di 800.000 euro in favore dell’ente concerti “Marialisa De Carolis di Sassari e il 638 (Dedoni e più) che prevede un contributo complessivo di 20.000 euro a favore dell’accademia delle belle arti di sassari e dei Conservatori di musica di cagliari e Sassari per il finanziamento di programmi di mobilità studentesca internazionale. Approvato anche l’emendamento 407 (Piscedda e più) .  

Dell’emendamento 575 sono stati approvati solo il  7 ter (350.000 euro per le attività musicali popolari)  e il 7 quater (1.300.000 campionati federali nazionali a squadre) 

Approvato anche l’emendamento 639 (Paolo Zedda )  che sostituisce nell’emendamento 581 le parole “1.400.000” con “1.600.000”, il 581 e l’emendamento 11 (Mario Tendas) che autorizza la spesa di 60.000 euro a favore del comune di Oristano per l’esercizio del diritto di prelazione per l’acquisto dell’immobile “Casa natale Giuseppe Pau”.

 Si è poi aperto un ampio dibattito sull’emendamento 24 presentato da Emilio Usula (Misto) sul patrimonio dei beni archeologici. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Alessandro Collu (Pd), Attilio Dedoni (Riformatori), Angelo Carta (Psd’az), Locci (FI), Sabatini (PD). L’emendamento è stato bocciato.  

Non approvato l’emendamento n. 97, l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 640 (Dedoni e più) che destina 30mila euro alla Fondazione A. Segni; decaduto il 57 è stato approvato il 147 (Rubiu e più) con copertura finanziaria precisata dall’assessore Paci per 80mila euro destinati alla pontificia facoltà di teologia della Sardegna e al pontificio seminario regionale sardo. Approvato il 212 (Daniele Cocco e più) che destina 934mila euro alla Fondazione Sardegna film commission. Approvato il 576 (Giunta regionale) che autorizza la rimodulazione dell’Apq Politiche giovanili del 2008.

La consigliera di Fi, Alessandra Zedda, ha quindi proposto un emendamento orale all’emendamento n. 98 (Alessandra Zedda e più) che abroga le diciture “improrogabilmente” e sostituisce la data del 31 agosto con 30 novembre. Accolto dall’Aula l’emendamento orale, il consigliere Desini ha dichiarato di apporre la firma agli emendamenti 98, 99 e 100. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento 98 che in via straordinaria stabilisce che i contributi alle società sportive sono erogati entro il 30 novembre 2017. Approvato anche l’emendamento n.99 (Alessandra Zedda e più) che fissa al 30 giugno la scadenza per il programma degli interventi nello sport. Via libera all’emendamento n. 100 (Tocco e più) che prevede la concessione di anticipazioni fino all’80% degli importi spettanti alle società sportive.

Decaduto l’emendamento 141, non approvato il 615, decaduto il 186, l’Aula ha dato disco verde all’emendamento n. 631 (Desini e più) che emenda il 588 (approvato) ed autorizza 200mila euro a favore delle società sportive dilettantistiche per la formazione di personale in qualità di esecutore Blsd.

Approvato il  101 (Tocco e più) che modifica i requisiti richiesti alle società sportive di cui al comma 20 lettera c) dell’articolo 5 bis della presente legge.

Approvato il 646 (Collu) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 1 (Collu e più) che autorizza la spesa di 200mila euro a favore dell’Università della terza età.

Ritirato il 17, il 18 dichiarato inammissibile, non approvati in sequenza il 102, il 103, il 104, il 106, il 107, il 108 e il 109. 

Dopo la variazione della copertura finanziaria annunciata dall’assessore Paci  (200mila euro) approvato l’emendamento n. 209 (Pizzuto) che trasferisce 200mila euro ai “CSC” della Sardegna.

Approvato l’emendamento 641 (Dedoni) che autorizza un contributo di 30mila euro al comune di Milis per la sorveglianza del palazzo Boyl.

Approvato l’emendamento  n. 472 (Paolo Zedda)  e quello di sintesi 637 (Paolo Zedda e più) che autorizzano la spesa di 70mila euro per realizzare un festival itinerante della tradizione della Sardegna; 130mila euro per la promozione della tradizione poetica e musicale; 100mila euro a favore della proloco; 30mila euro per la formazione di studenti nel settore dell’etnomusicologia; 180mila euro per la tutela della lingua sarda; 100mila euro per il doppiaggio in lingua sarda di cartoni animati; 80mila euro a favore dei periodici regionali non quotidiani e delle testate giornalistiche on line per la programmazione di spazi in lingua sarda.

Non approvato l’emendamento n. 624 e con una nuova copertura specificata dall’assessore Paci approvato l’emendamento n. 477 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di 100mila euro a favore dell’Archivio storico diocesano di Cagliari. Approvato anche il 478 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di  50mila euro anche per l’Archivio storico diocesano di Sassari. Ritirati gli emendamenti 490, 519, 543, 546, 560 e 563. Approvato il 579 (Giunta regionale) che autorizza la spesa di 500mila euro nel triennio per interventi di sostegno alle politiche giovanili. Via libera anche al 589 (Desini e più) che stanzia 45mila euro a favore del centro sportivo educativo nazionale (Csen).

Decaduto il 444 e ritirato l’emendamento 480 si è passati all’esame dell’articolo 5 ter e degli emendamenti presentati.

Commissione e Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta ed aggiornato i lavori del Consiglio a domattina, con inizio alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha iniziato stamane l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti all’art. 1 (disposizioni in materia finanziaria e contabile) del disegno di legge n° 393 (legge di stabilità 2017) e 394 (Bilancio triennale 2017-2019)

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha comunicato di aver ricevuto una nota del presidente della commissione Autonomia sul personale dell’Agenzia Forestas «in cui emergono diverse questioni molto urgenti da non sottovalutare o lasciare alle dinamiche della sola commissione». «Propongo quindi – ha concluso Pietro Pittalis – di tenere al termine della seduta di stamane una riunione della conferenza dei capigruppo per calendarizzare al più presto una sessione del Consiglio ad hoc per discutere del problema».

Il presidente Gianfranco Ganau, concordando sull’urgenza dell’argomento segnalato, ha annunciato un riunione della conferenza dei capigruppo alla fine dei lavori.

Il capogruppo di SdP Daniele Cocco, sempre sull’ordine dei lavori, ha espresso solidarietà a dipendenti Aias in lotta, anche con forme estreme, per mantenere il posto di lavoro, chiedendo che dopo finanziaria l’assessore della Sanità Luigi Arru riferisca in Aula.

Subito dopo il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 1 e degli emendamenti al disegno di legge n. 394 ed il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha illustrato il parere della commissione sugli stessi emendamenti.

Nella discussione, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di «un’ennesima finanziaria fuori tempo massimo che non riesce ad interpretare le reali esigenze dei sardi, mentre la situazione della Regione è vicina al tracollo». «Manca una pianificazione forte – ha sostenuto Tocco – «ed emerge lo scollamento nei rapporti fra Governo centrale ed una Regione dove imprese e cittadini sono allo stremo e nel sistema dei servizi sociali non si riesce nemmeno a dare informazione, segno di una grande distanza col mondo degli Enti locali». Soffermandosi sui trasporti e la sanità Tocco ha criticato con forza «una situazione che sta tenendo bloccati i sardi nell’isola sia per i grossi problema di mobilità che per i costi proibitivi, mentre la riforma della sanità è ferma come il super-manager Moirano non è mai venuto in commissione a spiegare cosa intende fare». «A questo punto – ha concluso il consigliere – è auspicabile che questa sia o diventi la finanziaria del buon senso, noi manterremo tutte le nostre riserve ma saremo costruttivi».

Sempre per Forza Italia la vice capogruppo Alessandra Zedda si è soffermata sul primo comma dell’articolo, mettendo in luce «gli scarsi risultati della programmazione unitaria che doveva essere il punto di forza della strategia della Giunta, invece sono stati fatti solo pochi e timidi passi in avanti come si vede dalle schede degli assessorati, dimostrando che avevamo ragione noi a chiedere il monitoraggio della spesa dei fondi comunitari a cominciare dall’agricoltura». «In realtà – ha affermato la Zedda – sono mancate azioni incisive in grado di incrementare il Pil regionale e si sono moltiplicate le consulenze inutili, tracciando i confini di una situazione drammatica che ormai molto preoccupante, perché dopo tre anni progetti e programmi siamo ancora al palo». Per questo, ha aggiunto, «proponiamo una riunione straordinaria del Consiglio sullo stato di attuazione dei programmi comunitari, sicuri che in quella sede emergerà che la macchina regionale è sostanzialmente ferma e l’andamento della spesa è nettamente al di sotto di standard accettabili».

Il consigliere Marco Tedde, altro vice capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato che «la posizione contraria di molti consiglieri di maggioranza sulla legge di stabilità è, se possibile, ancora più critica di quella dell’opposizione, segno di una crisi profonda che impedisce alla Regione di funzionare in modo dignitoso, a dispetto di scelte sono di comunicazione molto aggressive che però non riescono a nascondere la cronica incapacità di spendere risorse importanti». L’icona più efficace di questa situazione, secondo Tedde, «è il Reis (reddito di inclusione sociale) con 33 milioni bloccati dallo scorso anno che determinano gravissimi danni per tante famiglie sarde, insomma una campagna promozionale molto ampia non è riuscita a muovere nemmeno un euro in direzione delle fasce più deboli». «Altra icona – ha ricordato Tedde – è il Psr (Piano di sviluppo rurale), perché i bandi non decollano o vengono bloccati, altri si inceppano perché non funziona il sistema informatico, altri ancora sono bloccati dai vincoli del Ppr; anche nel turismo ci sono risorse importanti bloccate salvo quelle della promozione della Sardegna negli aeroporti sardi, come se la Fiat facesse pubblicità alle 500 nei propri stabilimenti e, del resto, la crescita del settore non deriva certo dall’azione della Regione è perchè non è stato fatto nulla».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni, sul piano politico generale, ha osservato in apertura che «nella minoranza c’è piena sintonia sulla scelta di non voler trascinare oltre un dibattito surreale in un momento così disgraziato per il popolo sardo, per cui la maggioranza deve cogliere questa disponibilità soprattutto su alcuni punti sui quali occorre abbandonare le soluzioni profetiche e concentrarsi sulla realtà». «Le entrate per la Sardegna sono necessarie perché senza non c’è autonomia finanziaria – ha proseguito Dedoni – e per questo siamo convinti che il percorso dello Statuto speciale debba ricominciare daccapo così come deve essere riaperto il tavolo con lo Stato». «Siamo convinti in particolare – ha aggiunto il capogruppo dei Riformatori sardi – che una grande riforma debba partire dalla battaglia sulle accise, ricordando innanzitutto che la Corte Costituzionale negò alla Sicilia il riconoscimento delle accise perché non erano previste dal suo Statuto ma questa previsione nello Statuto speciale sardo c’è, per cui la Sardegna ha fatto molto male a perdere una opportunità che vale una massa di risorse di circa 4 miliardi annui, di cui almeno 1 spetta secondo noi alla Sardegna». «Questa – ha concluso – è la grande proposta positiva da rivolgere al popolo sardo al di là delle appartenenze».

Successivamente il Consiglio ha cominciato l’esame dei singoli emendamenti, respingendo tutti quelli presentati dall’opposizione.

L’Aula ha approvato il testo dell’articolo, con 35 voti a favore e 17 contrari.

Sull’emendamento 34 l’on. Attilio Dedoni (primo firmatario, Riformatori) ha detto: «Chiediamo la riduzione del 30 per cento dell’Irap per le imprese che hanno sede nei comuni sardi sotto i 5 mila abitanti».

L’on. Angelo Carta (PSd’Az) ha auspicato il parere positivo: «Spero che la Giunta sia favorevole perché la risoluzione 15 approvata dalla Quinta commissione va proprio nella direzione del sostegno ai piccoli comuni. Avete ignorato una legge dello Stato che istituiva la zona franca nei Comuni colpiti dall’alluvione 2013. Oggi avete la possibilità di rimediare e dipende solo da voi».

Per il riformatore Luigi Crisponi «a un imprenditore viene la febbre solo a sentire il nome dell’Irap, che tassa sia gli utili che le perdite. Non ho sentore delle vostre azioni a favore delle imprese sarde».

Per l’on. Michele Cossa, sempre dei Riformatori sardi, «bisogna usare la leva infrastrutturale per i trasporti e la leva fiscale, che hai l pregio di sottrarsi a ogni forma di clientelismo».

L’on. Fabrizio Anedda (Misto) ha detto che «gli sgravi sull’Irap non risolvono il problema dello spopolamento né di cosa devono fare le imprese delle zone interne. Io avrei usato altre risorse della massa manovrabile del bilancio per costituire due centri, uno a nord e uno a sud, per ricevere tutti i prodotti agroalimentari sardi per gli alberghi e le strutture turistiche».

L’on. Annamaria Busia (Cd) è intervenuta per dire che «è giusto incidere sulla fiscalità ma non so se sia corretto farlo così».

Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, «l’intervento dell’on. Anedda esprime una visione limitatissima delle zone interne della Sardegna e dei suoi problemi. E lo dico con tutto il rispetto: nemmeno nel suo ragionamento c’è un’idea di zone interne se parla di nord e di sud. Siete intrisi di una cultura sbagliata: bisogna viverci nelle zone interne e tra i pastori. Le vostre ricette vanno bene a Quartu».

Ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), secondo cui «i segnali si danno con concretezza e questo emendamento è concreto. Blocchiamo i lavori e riflettiamo perché questo emendamento è davvero una norma fulcro di tutto il bilancio».

L’emendamento 34 è stato respinto dall’Aula, che è poi passata ad esaminare l’emendamento 566 (parere favorevole della commissione) sulla tesoreria della Regione.

L’on. Ignazio Locci (Forza Italia) è intervenuto chiedendo il ritiro dell’emendamento: «Quali sono i servizi complementari che volete pagare alla banca che dal 2018 sarà tesoriera della Regione? Perché volete regalare 250 mila euro alle banche? Spiegateci il senso dopo che tutti i contratti, dai facchini alla guardiania, sono tirati all’inverosimile?». L’emendamento 566 è stato approvato.

L’Aula è poi passata alla discussione dell’articolo 2 (enti locali, urbanistica e opere pubbliche).

Il presidente della commissione Bilancio ha chiesto di spostare l’emendamento 28 e collegati alla fine della discussione dell’articolo 4 e il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta.

L’on. Ignazio Locci (FI) è intervenuto nella discussione dell’articolo 2 e ha detto: “Questo articolo tende ad amplificare la portata degli effetti della centrale unica degli acquisti ma da fuori ci stiamo rendendo conto che queste maxi gare hanno ripercussioni sui livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori”.

L’on. Antonio Gaia (Upc) ha accolto l’invito al ritiro «dell’emendamento 465 a seguito delle garanzie dell’assessore Spanu».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «l’articolo 2 è un complesso di norme importanti e quando vede la differenza di trattamento tra la rete metropolitana di Sassari e la città metropolitana di Cagliari ci vediamo costretti a presentare un emendamento solo parzialmente provocatorio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’articolo 2 rischia di passare nel silenzio di quest’aula, nonostante riguardi il sistema degli enti locali. Alla Giunta sembra proprio che del sistema dei Comuni non gliene importi niente. Siamo al paradosso: ci sono Comuni che sardi che hanno le risorse in cassa ma non possono spendere e comuni come Nuoro che hanno un problema di dissesto finanziario imminente se non si pongono misure atte a limitare gli effetti dei debiti fuori bilancio, tutti contratti dalle pregresse gestioni».

Respinti gli emendamenti 222, 223.

Non approvati in sequenza e con votazioni separate tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali posti in votazione. Gli emendamenti n. 235, 378  e 237 sono stati ritirati dai presentatori Pietro Pittalis, Fi («Era nostro interesse far discutere l’Aula sullo stanziamento da un milione di euro per manutenzioni straordinarie al palazzo del Consiglio e sulle risorse destinate al comune di Oschiri per il suo teatro») e Paolo Truzzu (Misto-FdI). Approvato l’emendamento  n. 431 (Pietro Cocco, Pd) con l’emendamento orale dello stesso presentatore che quindi sopprime la dicitura «con popolazione superiore a quindicimila abitanti» dal comma 3 dell’articolo 2.

Prima della votazione dell’emendamento n. 238 il capogruppo di FI, Pietro Pittalis, ha sollecitato il rispetto degli accordi intercorsi in sede di capigruppo per la conclusione dei lavori dell’Aula alle 13.30 ed il presidente del Consiglio ha quindi proceduto con la proclamazione dell’esito della votazione del 238 (non approvato) ed ha dichiarato conclusi i lavori dell’antimeridiana, ricordando la convocazione dell’assemblea alle 16.00.

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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu, ha chiesto un incontro urgente per domani 28 marzo, all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e ai capigruppo del Consiglio regionale, al fine di conoscere quale sia la situazione occupazionale dei dipendenti AIAS che stanno attuando lo sciopero della fame presso la struttura di Cortoghiana.

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La Pet Therapy diventa una cura ufficiale anche in Sardegna. Riconosciuta dall’Italia nel 2003, a un anno dalla firma dell’accordo fra Governo, Regioni e Province autonome che ha stabilito le linee guida, una delibera approvata dalla Giunta Pigliaru ne sancisce l’attuazione.
Gli assessori della Sanità Luigi Arru e del Lavoro Virginia Mura hanno presentato questa mattina alla stampa le modalità con cui la Regione regolerà lo svolgimento degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), garantendo la formazione degli operatori e la conformità delle strutture pubbliche e private con tutte le norme amministrative, edilizie e sanitarie vigenti.
«È una delibera importante perché offre ai cittadini sardi una nuova opportunità – ha detto l’assessore Luigi Arru – siamo partiti dalla richiesta di una mamma e dalla lettera di Elena, sua figlia, che durante un lungo ricovero aveva espresso il desiderio che gli animali domestici potessero fare compagnia ai bambini in ospedale. Essere riusciti a realizzare il suo sogno è una piccola, grande soddisfazione. Partendo dalla valorizzazione di esperienze già esistenti in Sardegna, come quella sperimentale del Microcitemico o quella dell’ippoterapia di Olbia, abbiamo costruito linee guida immediatamente applicabili. Grazie a questi interventi – ha concluso Luigi Arru – abbiamo oggi uno strumento in più per il recupero del contatto sociale e delle relazioni dei pazienti, con significativi benefici che ricadono anche sulle famiglie.»
L’assessorato del Lavoro avvierà corsi specifici per formare gli operatori professionali, divisi per tipologia in corsi propedeutici, base e avanzati.
«Oltre all’importanza della pet therapy dal punto di vista medico, c’è un ulteriore valore che questo provvedimento attiva: la possibilità di creare occasioni di lavoro – ha detto l’assessore Mura -. Nell’atto approvato in Giunta, infatti, abbiamo previsto le linee guida a cui le agenzie formative attive in Sardegna dovranno attenersi per l’accreditamento e per definire i corsi per gli operatori. I percorsi formativi riconosciuti – ha specificato la titolare del Lavoro – saranno differenziati a seconda dell’animale che viene utilizzato per l’intervento di co-terapia, e permetteranno a chi li frequenta di ottenere una qualifica avente valore legale da spendere sul mercato del lavoro. Il discorso riguarda tanto i professionisti che già lavorano con gli animali in ambiente sanitario, e che magari vogliono allargare il proprio campo di attività, sia coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta a questo settore.» 
Gli Interventi assistiti con gli animali genericamente indicati con il termine di Pet Therapy, comprendono diversi tipi di prestazioni a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, didattica e ricreativa con il coinvolgimento di animali domestici. Si basano su evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia e sono rivolti prevalentemente a persone affette da disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica, ma anche a individui sani, per i benefici che ne derivano.
La corretta applicazione degli IAA richiederà il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare composta da medico di famiglia, medico veterinario, psicologo, educatore professionale, coadiutore dell’animale, animale e educatore dell’animale, che ha il compito di programmare, mettere in atto e monitorare gli interventi.
Gli animali impiegati sono il cane, il cavallo, l’asino, il gatto e il coniglio. Devono essere rispettati i requisiti sanitari, comportamentali e di tutela del benessere animale.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha incontrato l’associazione dei pazienti di sclerosi multipla “Sorrisi Multipli” di Iglesias. Cure ottimizzate per i pazienti con Sclerosi Multipla della Sardegna, in qualunque zona della regione vivano, assicurando a tutti gli stessi standard di assistenza. Sarà questo il risultato pratico del PDTA – Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, che l’assessore della Sanità Luigi Arru ha illustrato a Luisa Murgia, Nicola Zara, Ivan Melis.
L’incontro è stato richiesto dall’Associazione, che unisce numerosi pazienti del Sulcis Iglesiente, per avere chiarimenti sul futuro dell’assistenza ai pazienti con Sclerosi Multipla, sulla situazione del Binaghi e sul taglio del numero di ore di riabilitazione recentemente avvenuto nel loro territorio.
Per l’assessore Arru è stata l’occasione per spiegare, dati alla mano, lo stato dei lavori verso una rete regionale più equa, che non lasci nessun territorio privo di assistenza.
Dopo un capillare esame della situazione attuale e l’individuazione dei bisogni, già completati, il Tavolo Tecnico per il PDTA sta ora predisponendo la rete dei centri clinici, che prevede anche un collegamento costante e lo scambio di esperienze fra gli specialisti di tutta la Sardegna e la definizione di protocolli standard. A proposito della temporanea mancanza di personale al Binaghi, l’assessore ha fornito rassicurazioni sul fatto che le procedure per le sostituzioni sono già avviate.
Infine, relativamente alla segnalazione, da parte dei pazienti del Sulcis Iglesiente, di un taglio delle ore di riabilitazione, l’assessore Arru si è impegnato a verificare la situazione, specificando che con la rete regionale saranno stabiliti dei criteri uguali per tutta la Sardegna.
Soddisfatti i rappresentanti del’Associazione “Sorrisi Multipli”, che hanno dichiarato apprezzamento e sostegno per il progetto della rete regionale.

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La comunità di Carloforte è tra le più interessate al servizio di Elisoccorso.

L’assessore Luigi Arru è intervenuto in audizione in commissione Sanità sul progetto del servizio regionale di Elisoccorso.

«La delibera sul servizio di elisoccorso è in assoluto una delle più complesse della Regione perché fissa nuovi standard sanitari per l’emergenza urgenza strettamente legati sia all’utilizzo di risorse umane altamente specializzate che all’impiego di mezzi e tecnologie di ultima generazione – ha detto Luigi Arru -. La delibera, è stata adottata a ridosso della manovra finanziaria dello scorso anno per alcune importanti ragioni: disponibilità immediata delle risorse per il bando di gara, rispetto della tempistica indicata dal nuovo codice degli appalti, risparmi di spesa derivanti da una programmazione pluriennale, verifiche di Anac per l’anti-corruzione e di Enav per la parte volo.»

«Va sottolineato – ha aggiunto l’assessore della Sanità – anche il grande lavoro del tavolo tecnico che, attraverso una serie di accurate simulazioni, ha consentito di arrivare ad un progetto che assicura la copertura efficace di tutto territorio regionale, senza penalizzare nessuna area dell’Isola, nel rispetto dei principali parametri: decollo degli elicotteri in 5 minuti, durata massima del volo di 20 minuti, trasferimento su ambulanza attrezzata all’arrivo. Tali parametri saranno rispettati sia in presenza di condizioni meteo sfavorevoli, perché le relazioni forniteci da Capitanerie di Porto e Marina Militare segnalano come altamente improbabile l’eventualità che l’elicottero non possa atterrare, che nelle ore notturne; anzi, grazie alla collaborazione con le Forze Armate e le forze dell’ordine, questa modalità di volo sarà in prospettiva ancora più sicura grazie alla sperimentazione dei visori notturni in uso ai piloti da caccia.»

Riferendosi al personale sanitario che farà parte degli equipaggi dell’elisoccorso, Luigi Arru ha annunciato che «si tratterà di specialisti dotati di formazione specifica per gli interventi di emergenza urgenza in volo, che potranno essere reclutati su base volontaria anche presso l strutture territoriali».

Nel dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali. Augusto Cherchi del Pds, che ha formulato la specifica richiesta di audizione dell’assessore sull’argomento, ha sollevato diverse criticità su organizzazione e personale. Giorgio Oppi dell’Udc e Alberto Randazzo di Forza Italia hanno definito l’audizione “tardiva” e priva di «adeguata documentazione di supporto». Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sollecitato forme di collaborazione più strette con le autorità militari e l’Aeronautica di Decimomannu. Emilio Usula dei Rossomori, condividendo le tesi del collega Cherchi, ha lamentato la marginalizzazione della Sardegna centrale mentre Pierfranco Zanchetta, del Cps, si è soffermato sulle peculiarità del volo notturno nei collegamenti con le isole minori.