20 July, 2024
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Si apprende da agenzie di stampa che oggi il presidente della RAS Francesco Pigliaru e il presidente della Lombardia Roberto Maroni, con i rispettivi assessori della Sanità, si incontrano per firmare un protocollo d’intesa finalizzato alla “costituzione, attivazione e definizione delle modalità di funzionamento dell’ Azienda Regionale Emergenza Urgenza  della Sardegna: AREUS ”.

La notizia, a dire il vero, è stata preceduta da parziali informazioni e mezzi-annunci sul merito della questione Areus e relativo sistema di elisoccorso con un  impegno di risorse di circa 90 milioni di euro stanziati con l’ultimo assestamento di bilancio. Quel che è certo, anzi sconcertante, rimane il fatto che il Consiglio Regionale, di questo accordo Maroni-Pigliaru, non ha mai saputo nulla e non è mai stato reso partecipe in alcuna discussione di merito.

La stessa VI commissione consigliare competente in materia Sanità non è mai stata coinvolta sul tema e su questo argomento mai ha potuto esprimere neanche un parere. Ritengo inaccettabile il mancato coinvolgimento della massima assemblea rappresentativa della Sardegna su un tema di questa portata.

Da quali analisi di fabbisogno di servizi per il cittadino Sardo nasce e quali  sono i risultati attesi da tale accordo? Perché per la Sardegna, che qualcuno forse dimentica è un’isola, dovrebbe essere ottimale un modello Lombardia che forse, lo stesso qualcuno dimentica ancora, non ha accessi al mare e non ha  isole da tutelare e servire, come invece dovrebbe fare  con attenzione prioritaria, chi governa la nostra terra? Perché la regione con la più alta densità abitativa (Lombardia) viene presa a modello per la regione con la densità più bassa ( Sardegna)? Perché la Regione con la più potente e pervasiva Sanità privata diventa un esempio e modello da adottare? 

Nella legge n. 17/2016 di istituzione dell’ATS, la città di Nuoro viene indicata quale sede dell’istituenda AREUS per il suo posizionamento baricentrico e anche con l’intento di potenziare il sistema di servizi sanitari e lo stesso ruolo dell’ospedale San Francesco.

Come si colloca questa visione nell’adottando modello Lombardia?

Chiedo, pertanto, che l’assessore Luigi Arru e il presidente Francesco Pigliaru riferiscano immediatamente e in modo circostanziato alla VI Commissione e al Consiglio Regionale, assolutamente prima di stipulare qualsivoglia accordo o ratifica di adozione di modelli di gestione del sistema di emergenza urgenza per la Sardegna o si impegnino con questa finalità risorse finanziarie nostre. Tutto potrebbe andar bene e tutto potrebbe avere un senso.

Rimane lo sconforto per il metodo politico e per l’adozione ormai chiaro di un “Modello Decisionale” che non presuppone alcun confronto e alcuna condivisione  con la Comunità Sarda né con i suoi rappresentanti istituzionali e ancor meno con gli operatori di una sanità sarda, gestita con supponenza e arroganza, come fosse, ancora una volta, una semplice rappresentazione scolastica in Power Point.

Anche queste condizioni hanno determinato l’opportuna determinazione di Rossomori di uscire da questa maggioranza di Governo che da tempo, coglie tutte le occasioni per perdere ogni legittimità a continuare ad operare in nome del popolo Sardo.

Emilio Usula – Rossomori

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Si è tenuto questa mattina negli uffici dell’assessorato della Sanità l’incontro tra l’assessore Luigi Arru, il suo capo di Gabinetto, Gianni Salis, e i rappresentanti della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) della Sardegna. Al centro dei colloqui, l’applicazione dell’accordo integrativo regionale di settore. Entro i prossimi 10 giorni sarà convocato il Comitato regionale in cui si avvieranno i lavori di verifica sulla capienza dei fondi necessari per venire incontro alle richieste dei medici pediatri.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha incontrato oggi le rappresentanze di 29 associazioni sarde di malattie rare. Un faccia a faccia intenso che ha portato a definire importanti risultati. «Il confronto è stato molto utile per fare il punto sullo stato delle cose e per fare chiarezza sulle attività da portare avanti – ha detto Luigi Arru -. Abbiamo per esempio spiegato che il registro di patologie potrebbe essere potenziato con il supporto di SardegnaIT, la società in house della Regione. Un aggiornamento costante dei dati, che ci permetterebbe di fare interventi ragionati e puntuali a seconda delle reali esigente dei territori».

«Dalla conoscenza dei contesti si può quindi programmare correttamente e dare risposte appropriate ai cittadini – ha aggiunto l’assessore della Sanità -. La ASL Unica ha fra i suoi principali obiettivi proprio quello di riorganizzare tutto il sistema partendo dall’analisi dei dati e sviluppando percorsi omogenei di presa in carico dei pazienti.»
Si è deciso di far ripartire le attività del Tavolo tecnico (il prossimo appuntamento è programmato fra un mese) con la nomina dei rappresentanti delle associazioni, proposti dalle associazioni stesse. Un accordo è stato raggiunto anche per il ripristino della rete regionale con la riattivazione immediata e il potenziamento dei Centri di riferimento regionale (Cagliari e Sassari) e dei CRP (Centri di riferimento per patologia) con particolare attenzione a quello dell’Azienda ospedaliera universitaria (AOU) di Sassari, che aveva in carico buona parte dei pazienti del centro-nord Sardegna. Oltre all’attivazione del registro regionale, dal confronto è emersa anche la disponibilità a potenziare i laboratori di genetica e i centri di genetica clinica, che dovranno essere messi in rete così da condividere ancora di più le buone pratiche. Apertura è giunta inoltre per l’attivazione dei percorsi di transizione, per i pazienti diventati adulti, dai centri per l’infanzia a quelli di età adulta.
L’assessore ha poi assicurato di lavorare sulla semplificazione dell’accesso dei pazienti e dei loro familiari ai centri di riferimento e l’immediata attivazione di PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per garantire la circolarità dei percorsi di presa in carico. Le associazioni hanno chiesto alla Regione un aggiornamento dell’elenco delle malattie rare, alla luce dei nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza). Disponibilità a migliorare la situazione è stata poi assicurata da Luigi Arru sul versante dell’accesso ai farmaci e degli ausili speciali, recependo le segnalazioni delle associazioni.
I lavori di oggi sono stati aggiornati a fra un mese, con il riavvio delle attività della Commissione dedicata alla malattie rare. «Non c’è tempo da perdere – ha spiegato Arru – come assessorato siamo pronti a collaborare con le associazioni e siamo disponibili a trovare le migliori soluzioni per l’assistenza ai malati».

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Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru firmeranno domani mattina, alle ore 11.15, a Cagliari, nella sede della Presidenza della Regione di Villa Devoto, con il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e con l’assessore Giulio Gallera, il protocollo operativo tra le due Regioni per l’avvio dell’Azienda per l’emergenza-urgenza (Areus) e del Numero Unico Europeo (NUE) 112. Subito dopo la firma dell’intesa, si terrà un incontro con la stampa.
L’accordo, approvato dalla Giunta regionale lo scorso 25 novembre, nasce dall’esperienza della Regione Lombardia, prima in Italia ad attivare la propria Azienda regionale dell’emergenza urgenza nel 2008 e diventata riferimento a livello nazionale.
La collaborazione tra le due Regioni riguarderà le modalità di funzionamento dell’Areus; la riorganizzazione del sistema regionale dell’emergenza/urgenza sanitaria extraospedaliera (118); le attività di implementazione del servizio di elisoccorso HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) regionale; la costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell’Emergenza (NUE) 112; la formazione di tutte le figure professionali coinvolte, anche utilizzando strumenti e metodiche sperimentali. Verranno assicurati il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative promosse, la redazione per ogni ambito di intervento di un progetto, la scelta delle misure di informazione e comunicazione da adottare.
La Regione Lombardia offrirà la propria collaborazione per il tramite dell’AREU Lombardia, che collaborerà con la Direzione Generale della Sanità dell’assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’assistenza sociale della Regione Sardegna.
Il protocollo avrà una durata di due anni e non comporterà oneri economici a carico dei rispettivi bilanci regionali.

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E’ stato abolito il blocco del turn over del personale delle aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie. La delibera, approvata oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, prevede appunto l’abolizione del blocco parziale degli avvicendamenti del personale dipendente o con altro rapporto di lavoro, che consentiva la copertura dei posti nel rispetto di precisi limiti e in rapporto a specifiche discipline mediche.
L’assessore sottolinea che «per non pregiudicare i servizi essenziali e assicurare una maggiore rispondenza delle scelte organizzative agli obiettivi generali di tutela della salute, si rende necessario demandare alle Aziende del Servizio Sanitario Regionale le decisioni in materia di assunzioni. Per questo motivo – aggiunge Luigi Arru – è necessario modificare la delibera del primo settembre 2015 che aveva bloccato il turn over. Sebbene non si registrino complessivamente, nell’attuale contesto, gravi carenze di personale, esistono però attività, servizi o reparti in cui è necessario colmare vuoti e dare risposte in termini di migliore assistenza».
La delibera consente di scegliere nuovo personale all’interno del tetto di spesa. Con una sostanziale novità rispetto al recente passato: viene meno la corrispondenza dei ruoli tra chi va in pensione e chi subentra e diventa predominante il principio della reale utilità delle nuove figure che vengono inserite. Le singole Aziende potranno assumere tutte le decisioni sugli avvicendamenti del personale, in piena autonomia, nel rispetto dei target di risparmio assegnati.

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Nasce un gruppo di lavoro, costituito dai rappresentanti di Regione e Anci, per rendere più agevole l’attuazione del Reddito di inclusione sociale, una misura che la Giunta considera fondamentale per dare risposte al profondo disagio di molte famiglie della Sardegna.
La decisione di istituire un tavolo di discussione e verifica sul nuovo strumento di lotta alla povertà è la principale novità scaturita dall’incontro tra l’assessore Luigi Arru e una delegazione dell’Anci, guidata dal presidente Emiliano Deiana.
Luigi Arru ed Emiliano Deiana, nel corso della riunione che si è svolta ieri nella sede dell’assessorato della Sanità, hanno concordato sulla necessità di avviare, sulla base delle criticità segnalate dai comuni, un confronto utile a perfezionare i meccanismi di applicazione del Reddito di inclusione sociale di recente disciplinato dalla Giunta Pigliaru.
«La Regione – ha chiarito l’assessore Luigi Arru – è al fianco dei territori in questa fase di transizione verso una nuova frontiera. I risultati del confronto che avrà inizio nei prossimi giorni sarà portato all’attenzione di comuni e Ambiti Plus. Abbiamo delineato un sistema di contrasto alle povertà che risponde a logiche differenti rispetto al passato. Vogliamo che tutti i nuclei familiari in condizioni di grave difficoltà siano messi nelle condizioni di beneficiare di uno strumento che ha una straordinaria valenza sociale.» «La Giunta – ha aggiunto Luigi Arru – è pronta a integrare le relative linee guida per semplificare ulteriormente il quadro e rendere più snelle le procedure.»
E’ stato inoltre deciso di dare vita a un tavolo di confronto su tre temi centrali per lo sviluppo dei comuni dell’isola: denatalità, invecchiamento e spopolamento.
«Tre temi – ha spiegato l’assessore – su cui l’esecutivo vuole dare risposte concrete, con provvedimenti ad hoc, nel corso della seconda parte della legislatura.»  Anche su questo punto il presidente dell’Anci ha espresso una piena condivisione.

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La Giunta regionale ha approvato le linee di indirizzo e la ripartizione dei fondi per gli interventi sanitari a domicilio da parte di figure mediche specialistiche con esperienza nella gestione di casi complessi. Le risorse, inserite nel Fondo per lo sviluppo e la coesione, ammontano 2 milioni e 102 mila euro. «Si tratta – ha sottolineato l’assessore della Sanità Luigi Arru – di un passaggio molto importante. Il rafforzamento del sistema delle Cure Domiciliari Integrate costituisce uno dei principali obiettivi della programmazione socio-sanitaria della Regione e, all’interno dei servizi territoriali, ha la finalità di assicurare la qualità dell’assistenza nel proprio domicilio anche alle persone con patologie complesse».

Attraverso le linee di indirizzo contenute nella delibera vengono fornite all’Azienda Tutela della Salute dettagliate indicazioni sull’utilizzo delle risorse da parte delle Unità Operative di Cure Domiciliari Integrate dei Distretti socio sanitari. Per la ripartizione dei fondi sono stati individuati, per il 2017, indicatori di risultato per ciascuna Area socio-sanitaria locale, calcolati in base alla stima del numero dei pazienti ultrasessantacinquenni potenzialmente beneficiari di cure domiciliari integrate in un anno, alla durata media dell’assistenza (90 giorni) e alla frequenza di accesso dello specialista per assistito (un accesso alla settimana). I medici specialisti che verranno impegnati in tale attività potranno provenire sia dai Servizi sanitari territoriali che dalle Unità Operative ospedaliere.

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«Per mancanza di personale autorizzato a refertare, il reparto di Radiologia dell’ospedale Sirai di Carbonia è praticamente fermo». A lanciare l’allarme è Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale.

«La Sanità del Sulcis-Iglesiente va a rotoli – attacca Ignazio Locci -. La declamata riforma del sistema sanitario sardo promossa dalla Giunta di Francesco Pigliaru e, in particolare, dall’assessore alla Sanità Luigi Arru, ha prodotto solo sfaceli e disservizi per i cittadini, costantemente alle prese con un sistema malato che non riesce a garantire nemmeno i servizi essenziali. E se nell’intera isola la situazione è drammatica, nella provincia del Sulcis va addirittura peggio. La carenza di medici presso le strutture sanitarie della Asl 7 sta diventando un problema insormontabile. Il reparto di Radiologia dell’ospedale Sirai di Carbonia è praticamente fermo: la mancanza del personale sanitario autorizzato a refertare ha prodotto un blocco del servizio con gravissimi ritardi per l’utilizzo della risonanza magnetica. Un problema che ultimamente si sta ripercuotendo in particolare sugli esami di Senologia.»

«Riuscire ad accaparrarsi la prenotazione di una risonanza magnetica, considerate le liste d’attesa sconfinate, equivale a un terno al lotto – aggiunge Ignazio Locci -. Se poi si aggiungono anche i ritardi dovuti alla carenza dei medici, il risultato sarà che sempre più utenti del Sulcis Iglesiente si rivolgeranno alla Sanità del Capoluogo sardo. L’ospedale Sirai è di “primo livello” e se non funzionano la Radiologia e la Diagnostica, non funziona nemmeno il resto. E così si obbligano i sulcitani ad emigrare anche per le prestazioni elementari.»

«La risonanza del Sirai è più avanzata di quella del Brotzu: ciò significa che se ci fossero i medici per refertare, il nostro macchinario potrebbe rivelarsi utile anche all’interno Sud Sardegna. Auspico, dunque, un intervento immediato del manager della Sanità sarda Fulvio Moirano e del presidente Francesco Pigliaru – conclude Ignazio Locci -, affinché prendano definitivamente atto della necessità che la Asl 7 venga dotata del personale medico necessario per assolvere (almeno) alle prestazioni mediche minime.»

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Cresce, nel Sulcis Iglesiente, la mobilitazione generale contro la riduzione del budget assegnato alle strutture riabilitative per l’assistenza ai pazienti affetti da sclerosi multipla.

Sulla grave emergenza interviene oggi il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu: «E’ solo l’ultimo elemento del disfacimento dei servizi sanitari essenziali all’interno dell’Azienda sanitaria del Sulcis Iglesiente. Non bastano le soppressioni di reparti e la cancellazione di importanti prestazioni socio assistenziali – sottolinea Gianluigi Rubiu che sul tema ha presentato un’interpellanza -. Con la riduzione delle risorse alle residenze sanitarie per la riabilitazione si mette in forse un servizio di vitale importanza. Un’ancora di salvezza per l’autonomia di migliaia di disabili del territorio. E’ opportuno che l’assessore Luigi Arru e il direttore generale dell’Azienda tutela della Salute Fulvio Moirano – conclude Gianluigi Rubiu – rivedano la decisione di tagliare i finanziamenti per le strutture riabilitative del Sulcis Iglesiente, con il rischio di una chiusura generalizzata dei poli di eccellenza sparsi sul territorio».

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Si è tenuto oggi, a Cagliari, un incontro per illustrare le modalità di attuazione del Reddito di inclusione sociale, organizzato dall’assessorato della Sanità e delle Politiche sociali. Hanno partecipato i rappresentanti degli Ambiti Plus a cui è affidata la progettazione e la gestione delle misure di inclusione attiva previste dal Reis, voluto fortemente dalla Giunta Pigliaru e le cui linee guida sono state approvate dallo stesso esecutivo lo scorso 6 dicembre.
Gli Ambiti Plus, nel corso dell’incontro, hanno segnalato criticità , legate all’introduzione di questa nuova misura di aiuto e sostegno a nuclei familiari in condizioni di povertà, e offerto utili indicazioni operative.
«La Regione si impegna a non escludere nessuno, anche se dobbiamo gestire una delicata fase di transizione verso un nuovo sistema con procedure e progettualità diverse rispetto al recente passato. Ma, con la collaborazione dei comuni e degli Ambiti plus, siamo pronti a far fronte a tutte le difficoltà e a raggiungere gli obiettivi prefissati, in primo luogo quello di rafforzare il tessuto sociale e favorire l’inclusione di persone che si trovano in condizioni di oggettiva difficoltà», hanno spiegato Stefania Manca, direttore generale delle Politiche sociali e Gianni Salis, capo di Gabinetto dell’assessore della Sanità Luigi Arru.
Il Reddito di inclusione sociale, è stato ricordato, integra e rafforza il Sostegno di Inclusione Attiva nazionale. Per il Reis – a parità di caratteristiche del nucleo familiare – il minimo erogabile è di 200 euro e il massimo di 500, per tutti i target previsti dalle linee guida emanate dalla Giunta regionale.
Il prossimo 23 febbraio è previsto l’incontro tra l’assessore Arru e i rappresentanti dell’Anci, con l’intento di delineare concrete soluzioni politiche per dare speditezza alle procedure.