23 November, 2024
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Acceso dibattito questa sera, a Carbonia, nell’incontro organizzato dal circolo di Sinistra Ecologia Libertà “Zorba Il Gatto” di Carbonia, con l’assessore regionale dell’Igiene e Sanità, Luigi Arru, sul tema “Verso una nuova sanità nel Sulcis Iglesiente”, nella sala conferenze Ausi della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, con la partecipazione del consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà Luca Pizzuto e del commissario straordinario della ASL 7, Antonio Onnis.
All’arrivo alla Grande Miniera, l’assessore della Sanità, reduce dalla presentazione della nuova Rete ospedaliera fatta ieri con il presidente Francesco Pigliaru, nella quale ha annunciato un piano di riduzione della spesa di 134 milioni di euro in tre anni, ha accettato di incontrare quattro malati di Sla e i loro familiari, protagonisti da alcune settimane di un aspro confronto con la direzione della Asl 7 che dal 1° luglio ha ridotto le prestazioni del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, con gravi ripercussioni sulla condizione di vita dei malati. L’assessore ha riconosciuto la legittimità delle argomentazioni esposte e si è impegnato ad assumere le decisioni utili al superamento dell’emergenza.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i rappresentanti di diverse associazioni, sofferenti psichici, donatori di sangue, diabetici, autistici, che hanno sollecitato maggiori attenzioni e sostegno e l’assessore Arru ha spiegato il lavoro svolto, tra le tante difficoltà determinate dai tagli nei trasferimenti statali e dal deficit lasciato dalla precedente Giunta regionale.
Il clima nella sala Ausi della Grande Miniera si è scaldato in modo particolare quando si è parlato di Assistenza Domiciliare Integrata. Il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, ha spiegato le motivazioni che hanno originato l’attuale emergenza nel servizio Adi, con una ridotta disponibilità di medici rianimatori ed anestesisti (è in corso una selezione per la formazione di una graduatoria dalla quale attingere per l’assunzione a tempo determinato di medici di anestesia e rianimazione), quando ha detto che in diverse occasioni i medici e gli infermieri che si sono recati al domicilio di pazienti assistiti non sono stati accettati ed ha proposto di sedersi tutti intorno ad un tavolo per risolvere i problemi. Alcuni familiari dei pazienti presenti nella sala si sono scagliati contro il commissario Onnis, contestandolo platealmente e minacciando di andarsene e solo l’intervento dell’assessore Arru che ha invitato uno di loro a restare in sala e si è impegnato nuovamente, come già fatto prima dell’inizio del dibattito, ad affrontare l’emergenza e trovare la soluzione, ha consentito di evitare che la situazione degenerasse.
Il dibattito, moderato da Riccardo Cardia, è proseguito con gli ultimi interventi dei rappresentanti di sindacati ed associazioni, dell’assessore Luigi Arru e del commissario straordinario Antonio Onnis.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, hanno presentato stamane la nuova rete ospedaliera.
Molti ed ambiziosi gli obiettivi: ripensare l’offerta ospedaliera, programmare gli investimenti per la riqualificazione degli ospedali, disciplinare la distribuzione dei posti letto e valutare l’appropriatezza dei ricoveri, dando continuità alle cure e all’assistenza tra nosocomi e territorio, riduzione della spesa. La riorganizzazione, secondo i programmi della Giunta, nel triennio 2015-2018 porterà ad un risparmio di 134 milioni di euro.
La nuova rete ospedaliera nasce da diversi atti regionali che hanno disposto quanto poi condiviso a livello nazionale, con la proposta di Regolamento approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 5 agosto 2014, successivamente tradotto nel decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015. Gli ospedali regionali devono essere organizzati secondo parametri gerarchici di complessità crescente, per questo sono previste strutture classificate su tre livelli. I presidi sanitari di base, con un bacino di utenza pari o superiore a 80mila abitanti, quelli di primo livello (150mila abitanti) e di secondo livello (600mila abitanti).
«La nuova rete ospedaliera punta a un servizio di qualità per il paziente-cittadino. Non solo restituisce territorialità alle cure evitando la migrazione sanitaria, ma aumenta le probabilità di successo nella risoluzione del problema», ha spiegato il presidente Pigliaru, che ha inoltre sottolineato come la razionalizzazione comporti notevoli tagli alle spese.
«Dal punto di vista della qualità, l’obiettivo è rientrare negli standard nazionali di maggiore eccellenza, migliorando l’efficienza del sistema nel suo complesso: ciò significa mirare all’appropriatezza dei ricoveri, evitare sovrapposizioni e ripetizioni di prestazioni negli ospedali, garantire la specializzazione degli interventi.» 
Nella nuova riorganizzazione sono individuate due aree sede di una struttura ospedaliera di tipologia più complessa, con almeno un presidio di secondo livello (Hub). Altre cinque aree, con 150mila abitanti, potranno ospitare un presidio di primo livello (Spoke), di cui uno (Nuoro) con funzioni potenziate, e un’area geograficamente isolata (Ogliastra) nella quale si prevede un presidio ospedaliero di base (Spoke) arricchito di alcune specialità, in particolare per la cura di patologie tempo-dipendenti. Oltre a Cagliari, dove è presente un polo di riferimento regionale altamente specialistico, rappresentato da Oncologico e Microcitemico, nell’area nord ovest ci sarà un presidio di II livello e uno di base, a sud est un distretto di II livello e uno di I livello. «Questa scelta assicura la presenza in tutti i territori di discipline a media diffusione con livelli di sicurezza e qualità che diversamente non sarebbero garantiti alla popolazione – ha detto l’assessore Arru – e garantisce l’integrazione con i servizi sanitari territoriali come le Case della salute e le strutture intermedie. All’interno della rete sono previsti ospedali privati, che avranno funzioni complementari e di integrazione».
L’obiettivo è, dunque, quello di ottimizzare l’uso dell’ospedale individuando due ordini di criticità che devono essere superati, ovvero l’organizzazione intraospedaliera e quella territoriale. «Il funzionamento di un reparto di degenza per acuti – ha precisato l’assessore della Sanità – è condizionato dall’efficacia del Pronto Soccorso e dalla possibilità di dimettere il paziente in condizioni di sicurezza. Questo vale anche per le specialità chirurgiche, mirando al miglioramento dei sistemi di monitoraggio del reparto nella gestione del post-operatorio. Mentre, a livello territoriale, l’assistenza deve essere potenziata per evitare l’uso improprio del Pronto soccorso, e garantire dimissioni protette che portino alla riduzione delle giornate di degenza ospedaliera».
La rete ospedaliera deve integrarsi in modo omogeneo nel sistema dell’offerta sanitaria della regione, che presuppone la circolarità e l’integrazione dei servizi tra i nosocomi e il sistema territoriale di assistenza. Il modello si basa su due presupposti fondamentali: l’attivazione delle Case della salute, previste come strutture nelle quali destinare forme associative dei professionisti di medicina generale, pediatri di libera scelta e di continuità assistenziale, collocate in strutture del distretto, nelle sedi dei poliambulatori territoriali o negli Ospedali di comunità. Quelle facenti parte della rete dell’emergenza urgenza H24 comprendono la postazione AREUS. E ancora, l’attivazione degli Ospedali di comunità, stabilimenti afferenti ai presidi ospedalieri, anche in continuità con le Case della salute, utili a sostenere l’integrazione delle attività sanitarie ai diversi livelli di erogazione. Gli Ospedali di comunità prevedono un’assistenza infermieristica, con supporto medico assicurato dai professionisti di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e altri medici dipendenti o convenzionati, da strutture ospedaliere (direttamente da Pronto soccorso o da reparto di ricovero). Si tratta di pazienti dimissibili, ma non in condizioni di rientrare a casa, per i quali è garantita l’assistenza in un ambiente protetto più appropriato rispetto alla degenza ospedaliera.
«La nuova rete assistenziale comporta profondi e importanti cambiamenti – ha ricordato Luigi Arru – a livello dei “nodi” occorre cambiare le regole che sottendono le relazioni tra le parti interessate superando l’attuale separatezza tra unità di cura, mentre al livello delle “maglie” bisogna passare dalla erogazione della singola prestazione alla strutturazione di una catena di eventi assistenziali tra di loro coordinati, superando le criticità. Agire in rete, negare e superare la competizione fra le singole unità produttive perseguendo la cooperazione, secondo i diversi livelli di complessità di intervento.» 
La rete ospedaliera regionale è composta da 5.901 posti letto (pl) complessivi (di cui 5.527 per acuti e 374 per post acuti) che equivalgono a una dotazione complessiva regionale per 1.000 abitanti pari al 3,55, di cui 3,32 pl per acuti e 0,22 post acuti. I posti letto pubblici sono 4.865 (di cui 4.718 acuti e 147 post-acuti), quelli privati 1.036 (809 acuti e 227 post-acuti). I posti letto destinati alla post acuzie sono 207 per la riabilitazione e 167 per lungodegenza. Il numero totale dei pl si attesta intorno alla dotazione complessiva di riferimento, pari a 3,7 per 1.000 abitanti, ma l’attuale disponibilità mostra uno squilibrio nella ripartizione acuti/post acuti con un eccesso di acuti, sovradimensionati rispetto ai parametri di riferimento. La rete sanitaria è dunque caratterizzata da una forte presenza di discipline ad alta diffusione a discapito di quelle a media e a bassa diffusione, nonché della post acuzie. L’attuale rete ospedaliera si sviluppa in 11 Aziende sanitarie che erogano prestazioni in 31 strutture di ricovero. La distribuzione territoriale dei pl, mostra una forte polarizzazione con una concentrazione maggiore (Asl di Sassari e Asl di Cagliari) in corrispondenza delle aree più popolate dove operano anche le due Aziende Ospedaliero-Universitarie (Aou di Cagliari e Aou di Sassari) e l’Azienda Ospedaliera Brotzu (Aob, Cagliari). Una dotazione inferiore di posti letto si registra nei territori delle Asl Medio Campidano e Olbia Tempio. L’offerta privata attuale non è omogeneamente distribuita: su dieci strutture private, tre operano ciascuna rispettivamente nel territorio di Sassari, Ogliastra e Oristano, mentre le restanti sette sono collocate nel territorio di Cagliari.
Negli ultimi quattro anni (2011-2014) si è rilevata una riduzione dell’ospedalizzazione per acuti, sia nel regime ordinario (-9%) che in quello diurno (-10%). Questo implica una riduzione complessiva del 9% dei ricoveri con la diminuzione dei corrispondenti tassi di ospedalizzazione (passando da 181 a 165 ricoveri per 1.000 abitanti). Sono invece stabili i livelli di ospedalizzazione in post-acuzie e quelli relativi alla mobilità extra-regione. Il tasso di ospedalizzazione non si distribuisce in maniera uniforme all’interno dell’isola, con un ricorso all’ospedale direttamente proporzionale all’offerta, che dimostra un elevato rischio di inappropriatezza delle prestazioni in regime di ricovero. In Sardegna la degenza media standardizzata per case-mix (complessità della casistica trattata) è di 6,93 giornate, superiore (+3%) rispetto alla degenza media italiana (6,75 giornate).
E’ istituito nell’assessorato regionale dell’Igiene e Sanità il Comitato di Organizzazione delle Reti Integrate (CORI) con lo scopo di definire una metodologia per l’accreditamento dei centri specialistici nelle reti di cura, in termini di competenze, di processi e di casistica prodotta (volumi e esiti), nonché delle metodologie di governo delle stesse al fine di garantire uniformità di gestione indipendentemente dalla patologia di riferimento. Del CORI fanno parte dirigenti e funzionari dell’Assessorato ed esperti in programmazione ed organizzazione dei servizi sanitari.
Ospedale Brotzu Cagliari 3

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Il circolo di Sinistra Ecologia Libertà Zorba Il Gatto di Carbonia ha organizzato un incontro pubblico con l’assessore regionale dell’Igiene e Sanità, Luigi Arru, dal titolo “Verso una nuova sanità nel Sulcis Iglesiente”, che si terrà giovedì 30 luglio, alle ore 16,30, nella sala conferenze Ausi della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia. E’ prevista la partecipazione del consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà Luca Pizzuto e del commissario straordinario della ASL 7, Antonio Onnis.

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La Giunta regionale ha deliberato la riprogrammazione delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione per il periodo 2007-2013 per un totale di 77,085 milioni di euro, così come previsto dalla delibera Cipe del 30 giugno 2014 numero 21.
Diversi gli interventi di rilevanza strategica che saranno così finanziati nei settori della scuola, conoscenza, mobilità e bonifiche. Per la riqualificazione dell’edificio dell’Accademia delle arti di Sassari, saranno destinati 4,085 milioni, 23,5 milioni consentiranno la realizzazione dello studentato diffuso sempre a Sassari, nell’ex caserma della Brigata e nell’area di San Lorenzo.
Per i trasporti sono stati riprogrammati 20 milioni, utili per l’acquisto di materiale ferroviario per la rete a scartamento ridotto. Ventotto milioni, infine, come già riportato in altra notizia, serviranno per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area mineraria di Santu Miali a Furtei, la cui valenza ambientale, dato lo stato di degrado dell’area, è elevatissimo. Sempre su proposta del presidente Francesco Pigliaru, è stata istituita l’Unità di Progetto “Ufficio per la partecipazione regionale ai tavoli tecnici in materia sanitaria” sino al 30 giugno 2016, con sede a Roma, per l’efficientamento e la razionalizzazione della spesa, così come previsto nel programma di Governo. L’Ufficio per la partecipazione regionale ai tavoli è alle dirette dipendenze dell’assessorato della Sanità, per garantire i collegamenti funzionali e operativi al fine di una attiva partecipazione ai tavoli tecnici, che al momento sono 41, tra i quali: tossicodipendenze, alcool, prevenzione, screening, medicina legale e sportiva, consultori, trapianti, emergenza-urgenza e salute mentale.
Su proposta dell’assessore Luigi Arru, è stata approvata l’istituzione di un tavolo tecnico per l’individuazione di un modello regionale di gestione della responsabilità sanitaria. Obiettivo: migliorare il coordinamento del contenzioso e la ripartizione delle risorse disponibili. Il Tavolo, composto da medici e giuristi, ha il compito di definire un modello di gestione della responsabilità sanitaria e recuperare il rapporto con il cittadino e la sua fiducia nel Sistema sanitario regionale. Ancora, minimizzare i tempi di risposta alle esigenze degli utenti, e ridurre le condizioni di stress, non riconducibili alle pratiche cliniche, per gli operatori sanitari.
Sono state approvate le linee di indirizzo per la programmazione delle somme accertate e riscosse dalla Regione – oltre 1 milione 500mila euro dal primo gennaio 2015 a oggi – attraverso le sanzioni per trasgressioni in materia paesaggistica, da destinarsi a interventi di recupero dei valori del paesaggio e riqualificazione delle aree caratterizzate da forme di degrado o da usi impropri e sottoposte a vincolo. Accogliendo la proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la Giunta ha dato mandato alla Direzione generale della Pianificazione urbanistica di adottare le iniziative nel rispetto degli indirizzi approvati. Ripristino delle qualità paesaggistiche e naturalistiche di aree ricadenti nelle zone interne, poste fuori o ai margini dei centri urbani e preferibilmente non ricomprese all’interno della fascia costiera; conservazione delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie del paesaggio; trasformazione ambientale, agroforestale, territoriale e architettonica; recupero, ricostruzione e rinaturalizzazione dei siti per reintegrare i valori paesaggistici preesistenti, in linea con le finalità e gli indirizzi del Piano paesaggistico regionale (PPR). Le risorse sono destinate in via prioritaria a interventi di recupero presentati dalle Unioni di Comuni. Nella stessa riunione, la Giunta ha approvato le modalità di trasmissione delle informazioni che riguardano il monitoraggio degli incrementi volumetrici per il miglioramento del patrimonio edilizio esistente, previsti dalla legge regionale numero 8 del 23 aprile 2015. Alla Direzione generale della pianificazione urbanistica è stato affidato l’incarico di pubblicare l’applicativo “Miv-Monitoraggio Incrementi volumetrici” nel portale SardegnaTerritorio, alla pagina http://webgisext.regione.sardegna.it/monitoraggio/, insieme al manuale operativo e al rilascio delle credenziali ai Comuni.
L’assessore Gianmario Demuro ha proposto la delibera con la quale si autorizza l’estensione all’Ersu di Cagliari delle infrastrutture in fibra ottica della rete telematica, ovvero la cosiddetta banda larga. Per il progetto, approvato dalla Giunta, sono stati stanziati 2 milioni di euro di risorse Por-Fers 2007-2013. L’intervento riguarda in particolare i territori di Cagliari, Sassari, Carbonia e Lanusei.
Autorizzato il bilancio preventivo 2015 dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa. La delibera, proposta dall’assessore Paolo Maninchedda, impartisce tra l’altro l’approvazione dei rendiconti 2013 e 2014, il contestuale riaccertamento straordinario dei residui entro il 30 settembre 2015, l’armonizzazione e l’adeguamento del sistema informatico entro il 31 dicembre 2015. La Giunta ha inoltre prorogato il regime commissariale di Area conferendo, a decorrere dal 3 agosto 2015 e per un periodo non superiore a sei mesi, l’incarico per la gestione provvisoria a Sergio Virgilio Cocciu, dirigente dell’amministrazione regionale.
Approvato in via definitiva il disegno di legge sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle Entrate, su proposta dell’assessore Raffaele Paci. Trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione del testo sul sito web istituzionale SardegnaPartecipa, si registra che i commenti e i suggerimenti dei cittadini, per la maggior parte favorevoli al varo dell’Ase, non si traducono in modifica del contenuto normativo, ma riguardano principalmente aspetti organizzativi e di funzionamento dei quali si terrà conto in sede di predisposizione dello Statuto e di impostazione dell’attività. L’articolato sarà ora trasmesso in Consiglio regionale. Via libera anche al disegno di legge di approvazione del Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2014. L’assessore Paci ha ricordato che la Sezione del controllo dell’Amministrazione regionale ha approvato la relazione di verifica del Rendiconto e che la Corte dei Conti in Sezioni riunite ne ha dichiarato la regolarità. Il provvedimento passerà ora all’esame dell’Aula di via Roma.
La Giunta ha approvato infine, su proposta di delibera dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, i lavori di realizzazione del porticciolo per la piccola pesca nel borgo Sant’Elia a Cagliari, stabilendo che gli interventi dovranno essere realizzati entro cinque anni dall’adozione del provvedimento: in caso contrario sarà attivata una nuova procedura di verifica. L’assessore Spano ha anche proposto all’approvazione dell’Esecutivo il nulla osta alla variazione al Bilancio di previsione 2015/2017 dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente che consente, tra l’altro, il finanziamento pari a 400mila euro per l’intervento di caratterizzazione delle aree esterne alla darsena militare di La Maddalena.

Palazzo della Regione 1 copia

È stata inaugurata questa mattina, a Capoterra, la Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems). La struttura sanitaria nasce per accogliere i pazienti affetti da patologie psichiche e autori di reati, per i quali la magistratura abbia disposto una misura di sicurezza di tipo detentivo, e porta al definitivo superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).
«La Regione Sardegna – ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru – è tra le prime in Italia ad aver attivato la struttura residenziale psichiatrica alternativa all’Opg, come previsto dalla legge 81/14. Abbiamo individuato come sede per la Residenza il polo della Rsa già esistente di Capoterra, riorganizzandolo con opportuni lavori di adeguamento previsti dalla norma vigente anche per ciò che concerne le norme di sicurezza, e affidandone la gestione al Dipartimento di Salute mentale della Asl 6 di Sanluri. Grazie a questo provvedimento i sardi internati nelle strutture della Penisola potranno rientrare in Sardegna».
L’apertura della Rems isolana è stata commentata positivamente anche dal Sottosegretario alla Salute del Governo Renzi, Vito De Filippo: «Sono convinto che il nostro Sistema Sanitario Nazionale, per di più con queste nuove attività, rappresenti oggi un modello di riferimento per gli altri paesi europei ed extraeuropei anche alla luce di accadimenti positivi come quello di oggi, segno di attenzione e di vicinanza nei confronti di persone che devono poter avere idonei trattamenti, cure e terapie che, anche nella esecuzione di misure di sicurezza, devono essere garantite».
La Rems nasce come luogo di cura aperto a sperimentazioni terapeutiche, proteso verso le risorse del territorio non soltanto in termini di fruizione dei servizi di salute, ma piuttosto di partecipazione. La soluzione adottata si realizza in maniera non isolata ma all’interno di un contesto urbano, ed è parte di una struttura sanitaria complessa. La Residenza sarà dunque uno dei nodi della rete assistenziale che è costituita da centri di salute mentale, comunità terapeutiche e psichiatria forense. Per raggiungere questo obiettivo l’assessorato ha collaborato con la magistratura, il dipartimento di amministrazione penitenziaria e gli ordini degli avvocati.
All’interno della Rems sarà assicurata agli ospiti protezione e sicurezza, e verranno attivati processi di cambiamento attraverso percorsi partecipativi alle attività programmate. «Uno degli obiettivi principali – ha proseguito Arru – è migliorare la qualità della vita, ridurre i tratti patologici della personalità e portare queste persone a sviluppare capacità individuali e personalità autonoma».
Sono previsti percorsi di cura e riabilitazione, grazie ai “laboratori di solidarietà”, indirizzati a valorizzare – agevolati dagli spazi di relazione – le risorse del paziente. Il personale è composto da uno psichiatra a tempo pieno e tre psichiatri che divideranno il loro servizio tra la Rems e il Dipartimento di Salute Mentale della Asl 6. Ancora, uno psicologo, un tecnico della riabilitazione, dieci infermieri, 5 OSS, un amministrativo e un assistente sociale. E’ inoltre prevista la partecipazione di personale esterno dedicato a particolari progetti riabilitativi: musicoterapia, calcio a cinque, arte-terapia, laboratorio multimediale, giardinaggio e altre attività pratico-manuali. La sicurezza e la protezione per gli ospiti e per la struttura sono garantiti dalla presenza di un servizio di Guardie Giurate, con due unità di personale per ciascuno dei tre turni nei quali è organizzata l’attività della Residenza.

Luigi Arru a Capoterra

E’ stato firmato questa mattina l’accordo per l’apertura a Capoterra della Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), tra l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru e il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta. «La Regione Sardegna – ha detto l’assessore della Sanità – è tra le prime in Italia ad aver attivato la struttura residenziale psichiatrica alternativa all’Opg, come previsto dalla legge 81/14».
Con questo accordo l’assessorato e la Prefettura si impegnano a mettere in atto le misure di sicurezza all’interno della struttura, per il benessere dei pazienti e degli operatori, e allo stesso tempo per garantire la sorveglianza all’esterno. La Regione ha scelto come sede per la Rems il polo della Rsa già esistente di Capoterra. La struttura è affidata al Dipartimento di Salute mentale della Asl 6 di Sanluri. “Grazie a questo passaggio – ha commentato l’assessore Arru – si dà la possibilità alle persone internate negli Opg della penisola di rientrare in Sardegna per iniziare percorsi di cura nella comunità di Capoterra. Il progetto della Rems non ha solo una valenza terapeutica ma rappresenta un cambiamento culturale di grande portata».
La Rems sarà uno dei nodi della rete assistenziale che è costituita da centri di salute mentale, comunità terapeutiche e psichiatria forense. Per raggiungere questo obiettivo l’assessorato ha collaborato con la magistratura, il dipartimento di amministrazione penitenziaria e gli ordini degli avvocati.
All’interno della Rems sarà assicurata agli ospiti protezione e sicurezza, e verranno attivati processi di cambiamento attraverso percorsi partecipativi alle attività della residenza. «Uno degli obiettivi principali – ha aggiunto Arru – è migliorare la qualità della vita, ridurre i tratti patologici della personalità e portare queste persone a sviluppare capacità individuali e personalità autonoma».
I pazienti saranno impegnati in attività psico-educazionali e di psicoterapia individuale e di gruppo, interventi riabilitativi quali musicoterapia, arte terapia, attività manuali e sportive.

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L’assessore della Sanità Luigi Arru ha incontrato ieri pomeriggio negli uffici della Regione di via Roma i familiari dei malati assistiti attraverso le cure domiciliari integrate di terzo livello (ADI), in capo alla Asl 7 di Carbonia. La delegazione ha rappresentato le difficoltà affrontate in questa fase di transizione del modello organizzativo che la Direzione della Asl 7 sta realizzando per favorire l’assistenza domiciliare.
«Cercheremo di supportare in tempi rapidi – ha detto l’assessore della Sanità – il completamento del processo di riorganizzazione già avviato dal Commissario della Asl 7, garantendo assistenza qualificata e continuativa da parte degli operatori medici e sanitari specializzati.»
Luigi Arru ha inoltre ricordato che sono già in corso le attività di reclutamento degli specialisti necessari. «Abbiamo preso atto dei gravi disagi patiti dai familiari dei pazienti – ha aggiunto Arru – e riteniamo di poterli superare grazie all’individuazione di almeno tre medici che garantiscano una gestione integrata del processo di cure, e diano supporto e sicurezza ai pazienti, attraverso la circolarità e la condivisione delle esperienze.»
La fase di riorganizzazione che sta attuando la Asl di Carbonia è in linea con gli indirizzi di programmazione dell’assessorato, mirati a potenziare i processi di deospedalizzazione, fornendo cure altrettanto appropriate in un ambiente familiare per il cittadino.

«I temuti rischi legati all’avvio del progetto di accorpamento degli ospedali Brotzu, Microcitemico e Businco, strutturato nel peggiore dei modi possibili, dopo la visita della Commissione Sanità (cui appartengo) al Brotzu e al Microcitemico, dove abbiamo incontrato personale medico, infermieristico, i sindacati e le varie dirigenze, si sono trasformati in triste realtà.»

Lo ha detto oggi Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’assessore alla Sanità Luigi Arru, con il suo insano disegno – ha aggiunto Locci -, ha decretato il funerale del polo ospedaliero più importante della Sardegna. Resto sicuramente favorevole all’idea di unificazione delle tre strutture, ma non posso non sottolineare che così come è stato disegnato dall’esponente dell’Esecutivo Pigliaru, può solo creare danni e forti disagi agli utenti. Le lacune sono sotto gli occhi di tutti: mancano medici, infermieri, e l’organizzazione dei tre ospedali paga il prezzo di un accorpamento che, anziché dare risposta alla richiesta di salute dei cittadini, taglia i servizi con lo scopo di risparmiare, incurante dei disagi arrecati ai sardi.»

«Questa volta – ha sottolineato ancora Ignazio Locci -, a denunciare la mancanza del personale sono indistintamente i primari delle tre strutture, che lamentano l’assenza di professionalità e paventano, quale immediata conseguenza, una drastica riduzione dei servizi sanitari. E questo è il frutto del lavoro svolto fino a oggi dall’assessorato della Sanità, che non ha minimamente voluto ascoltare (o ha fatto finta di farlo) le legittime rivendicazioni del mondo sanitario e delle opposizioni in Consiglio ed è andato dritto sulla sua strada fatta di tagli alle risorse e cancellazione dei servizi. Il tutto sventolando, attraverso un’operazione di vero e proprio terrorismo, la spesa sanitaria considerata fuori controllo. Soldi, è bene precisarlo, interamente a carico dei sardi. La lezione sull’esigenza di risparmio, invero, è una fandonia e i professori dovrebbero smetterla di dare lezioni, visto che non sono per niente conseguenti ai loro proclami, se consideriamo che continuamente fanno ricorso ai conferimenti di incarico aumentando di conseguenza la spesa.»

«Questa situazione è decisamente preoccupante. E oggi, alla luce del grido d’allarme lanciato da chi all’interno di quegli ospedali lavora e ben conosce la realtà, al contrario di chi ne decide le sorti dall’alto della sua poltrona istituzionale, la Giunta dovrebbe sentirsi in dovere di rivedere gli obiettivi. A meno che – ha concluso il consigliere regionale di Sant’Antioco – non voglia definitivamente decretare la fine del sistema sanitario isolano.»

Ospedale Brotzu Cagliari2 Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

La Regione Sardegna ha adottato un protocollo d’intesa con gli Uffici giudiziari della Sardegna e gli Ordini professionali forensi, per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). Al posto degli ospedali psichiatrici giudiziari nasce la struttura residenziale psichiatrica per l’esecuzione delle misure di sicurezza: la sede sarà l’Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) di Capoterra, destinata all’assistenza ai pazienti psichiatrici autori di reati, per i quali persiste la pericolosità sociale. Su proposta di delibera dell’assessore della Sanità Luigi Arru, oggi l’Esecutivo ha dunque adottato il protocollo d’intesa, che dovrà essere sottoscritto nei prossimi giorni, dall’assessore della Sanità con gli uffici e gli ordini giudiziari dell’isola.
Per definire le competenze delle istituzioni coinvolte nell’assistenza dei pazienti psichiatrici che hanno commesso reati, è stato deciso nella Conferenza unificata del 26 febbraio 2015 tra Governo, Regioni e Province che, alla data di chiusura degli Opg, le Regioni e le Province autonome, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e la Magistratura definiscano per ciascuna struttura residenziale psichiatrica – attraverso specifici accordi – le modalità di collaborazione per l’applicazione delle misure detentive e di sicurezza.
Per la definizione e l’attuazione dell’accordo è stato costituito un gruppo interistituzionale di lavoro, che impegna le parti ad adottare interventi organizzativi e ulteriori intese con le diverse istituzioni coinvolte, sanitarie, amministrative e giudiziarie, nell’assistenza dei pazienti.
Luigi Arru 1

 

Per la prima volta una donna, Daniela Mulas, è stata nominata direttore regionale del Servizio di sanità pubblica, veterinaria e sicurezza alimentare. Laureata in Medicina Veterinaria all’Università di Sassari e specialista in ispezione degli alimenti di origine animale, Daniela Mulas è un dirigente della Asl di Nuoro, presidente dell’Ordine dei veterinari del capoluogo barbaricino e consigliere della Federazione Nazionale dello stesso Ordine (FNOVI).
La nomina arriva a seguito della riorganizzazione dell’assessorato della Sanità e dell’approvazione della legge regionale numero 34 del 22 dicembre 2014. La norma prevede che, in osservanza alle disposizioni Comunitarie e nazionali, il direttore della sanità pubblica debba avere specifiche competenze in tale materia.

«Abbiamo voluto creare un servizio specifico per la sanità veterinaria e la sicurezza alimentare – ha detto l’assessore Luigi Arru – riconoscendo il ruolo strategico che questo settore ha per la salute e l’economia nella nostra Regione.»