25 November, 2024
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Consiglio regionale 71

E’ proseguito ieri, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 382/A su “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 1 (Disposizioni finanziarie) del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sull’ordine dei lavori, ha ricordato la sua richiesta di votazione nominale «coerente con le previsioni del regolamento nella materia della programmazione finanziaria».

Il presidente Ganau ha precisato che, nel caso della variazione di bilancio, la votazione nominale non è richiesta ma prevista solo negli atti collegati alla manovra finanziaria.

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «se la disciplina applicata è quella del bilancio il principio va applicato sempre, mentre nel caso è stato applicato nei termini per le relazioni ma non per la richiesta di votazione nominale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha dichiarato che «se si tratta di una variazione di bilancio la norma che si deve applicare è quella relativa al bilancio».

Il presidente Ganau ha confermato la sua interpretazione.

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha protestato segnalando che alcuni suoi emendamenti sono stati respinti perché in ritardo rispetto alla scadenza delle 12.00. Ma se il Consiglio è finito dopo le 14.00, a suo giudizio, gli emendamenti dovevano essere accolti.

Il presidente Ganau ha replicato precisando che il termine era stato fissato dalla conferenza dei capigruppo ed inoltre, nel caso di specie, mancava la firma del capo gruppo.

Il consigliere Truzzu ha ribadito che la discussione era in corso e quindi dovevano essere accettati, come del resto era stato fatto in precedenza.

Il presidente Ganau ha dato lettura delle disposizioni regolamentari applicate.

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha ricordato la sua questione pregiudiziale sui debiti fuori bilancio che «devono essere corredati dal parere del collegio sindacale, mentre sugli atti c’è una relazione priva di firme e pertanto non si può esprimere un voto». Il consigliere ha sollecitato una risposta alla questione sollevata ricordando anche che gli atti riguardano non acquisti di beni e servizi ma copertura di disavanzi.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che «la Regione non ha ancora collegio di revisori, anche se la pratica è stata istruita col parere favorevole della Corte dei conti e si è in attesa del parere del ministero dell’Economia». «Nel frattempo – ha aggiunto l’assessore – si procede con gli uffici interni secondo una scelta della Regione e non delle partecipate; come dimostrano gli atti inviati alla commissione, i debiti sono certificati e con copertura finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha osservato che, oltre alla relazione dei revisori, «mancano le relazioni delle società interessate che fanno parte integrante della documentazione sottoposta al Consiglio, quindi l’opposizione non parteciperà al voto per evitare richieste di danno erariale».

La commissione e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Sull’ordine dei lavori, il capo gruppo di Sel Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della Giunta e del Consiglio sulla scadenza dei contratti degli infermieri che lavorano negli istituti di pena. Bisogna provvedere immediatamente, ha sollecitato Cocco, «per la stabilizzazione dei lavoratori che hanno operato per almeno 3 anni (anche se in realtà molti lavorano da più di 10) ed evitare i licenziamenti».

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha condiviso le argomentazioni del consigliere Cocco ed ha segnalato «la situazione di emergenza di 20 lavoratori a tempo determinate della ex provincia di Nuoro poi transitati nella nuova Agenzia del Lavoro». «Accade però – ha rilevato Pittalis – che l’ex provincia sta assumendo lavoratori interinali esterni violando una legge regionale; su questo la Giunta deve intervenire immediatamente e comunque manderò una nota scritta riservandomi ogni altra iniziativa».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha messo in evidenza che, in base a quanto previsto dal comma 24 dell’art.1, «si determina una grave situazione di incertezza per 54 lavoratori della miniera Tres Montis che fa capo alla Fluorite Silus del presidente del Cagliari Tommaso Giulini». Occorre perciò sapere, ha concluso, «se questi lavoratori saranno a carico della Regione».

Dando inizio alla discussione generale sull’art.1 la consigliera Daniela Forma (Pd) ha sottoposto all’Aula la questione della «copertura del bonus 2016 per le famiglie numerose, problema già emerso in commissione Sanità alla presenza dell’assessore». «Il bonus – ha ricordato la Forma – «è stato trasferito ai Comuni e consente un importante sostegno a famiglie con almeno 4 figli ed un Isee sotto i 20.000 euro, misura fondamentale già sperimentata positivamente nel 2014 e nel 2015». Ora i fondi non ci sono più, la lamentato esponente del Pd, «perché sono stati trasferiti sul Reis (reddito di inclusione sociale), che peraltro nessuno intende mettere in discussione ma il bonus deve essere coperto perché atteso da tante famiglie sarde (107.000 secondo la Caritas) e rappresenta una prima risposta al crollo della natalità in Sardegna, certificato dalle Acli, dall’Istat e dalla Caritas». «Auspico dunque – ha concluso – l’accoglimento di questa proposta».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è intervenuto per segnalare che l’emendamento a cui ha fatto riferimento la consigliera Forma non è presente tra quelli consegnati ai consiglieri ed ha ricevuto, a tal riguardo, le rassicurazioni della presidenza dell’assemblea sulla stampa e la consegna dei blocchi contenenti le proposte di modifiche al disegno di legge 382.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci ha parlato di “manovra di assestamento camuffata da variazione di bilancio” ed ha sottolineato come “manchino” 129 milioni di entrate rispetto alle previsioni a suo tempo fatte dall’assessore del Bilancio.

L’esponente della minoranza ha quindi denunciato che si trovino coperture finanziarie per le più svariate questioni (funzionamento uffici Confindustria e Confapi) ad incominciare dai circa 3 milioni e 400mila euro destinate alla copertura dei costi per servizi delle camere di commercio, mentre si tralasciano le coperture importanti per il bonus famiglia o per le gestioni dei siti archeologici o museali.

«Sono queste le priorità che indicate – ha affermato Locci – e molte di queste scelte sembrano fatte al di fuori di quest’Aula e al di fuori dalla politica».

Il consigliere sulcitano ha quindi citato con tono critico la mancata risoluzione della vicenda dell’ex Ipab  San Giovanni di Ploaghe («mi auguro che lo stanziamento di oltre 3 milioni di euro non serva per coprire qualche esposizione con qualche importante istituto di credito isolano») e gli stanziamenti alle province «perché ormai sono a totale carico della finanza regionale».

Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha incentrato il suo intervento sull’istituzione del servizio dell’elisoccorso e ha ricordato il dibattito che in proposito si è tenuto nella commissione Sanità: «È un tema particolarmente sentito nell’Isola anche alla luce dei tagli nei servizi della Sanità in diversi territori della Sardegna».

«Serve un monitoraggio dei tempi di attivazione del servizio» – ha insistito l’esponente della minoranza che ha concluso con un riferimento allo stanziamento di oltre 18 milioni di euro alla città metropolitana di Cagliari per il  reclutamento di personale – «questo provvedimento la dice lunga sulle lacune della vostra programmazione».

La vice capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha parlato di “variazioni atipiche di bilancio” in quanto si introducono anche “nuove norme” che certificano il proseguire con “una cattiva programmazione che persevera negli errori”. Tali carenze, a giudizio della consigliera di minoranza, penalizza quei settori dove sono più evidenti le situazioni di crisi e di difficoltà come è quello del welfare («per mesi si sono registrate lamentele  e proteste dei sofferenti mentali che hanno denunciato ritardi nei contributi e nelle pensioni»).

Alessandra Zedda ha quindi mosso rilievi critici sulle politiche della Sanità e su quelle che ha definito “prebende” inserite nella variazione di bilancio («avete inserito persino un Pip») ed ha invece mostrato favore per gli stanziamenti per l’accorpamento delle Zir e l’intervento per l’ex Fluorite di Silius.

La consigliera di Forza Italia ha concluso denunziando la riduzione dei fondi per la ricerca scientifica: «Avete snaturato la legge n. 7 del 2007 e preannuncio la richiesta dei dati sull’applicazione della stessa e sull’impiego dei fondi».

Nella discussione generale all’articolo 1 è poi intervenuto  Marco Tedde (Forza Italia) che  ha detto che questo disegno di legge è una piccola legge di bilancio e non certo una variazione. Per questo sarebbe stata opportuna la presenza di Pigliaru. «Il presidente della Regione ha tempo solo – ha aggiunto Tedde – per fare la campagna referendaria  e per calpestare a piè pari le prerogative dei consiglieri regionali come ha fatto sull’ordine del giorno su Tossilo». L’esponente di Forza Italia ha poi criticato il grande ritardo con cui questo DL arriva in Aula. «Oggi – ha sottolineato – avremmo dovuto  discutere i documenti finanziari del  2017 e non  variazioni relative all’anno in corso. Secondo Tedde la maggioranza pensa solo al marketing politico e non ai problemi dei sardi». 

Per Paolo Truzzu (Misto) l’articolo 1 è la dimostrazione dell’assenza della politica. «Bene ha fatto – ha sottolineato Truzzu – la consigliera Daniela Forma a sollevare il problema del bonus famiglia che ancora una volta ci ha messo davanti all’apatia della maggioranza su alcune questioni come quello della povertà. Per il consigliere del gruppo misto questa variazione di bilancio è fatta di prebende, non affronta il tema della famiglia e non esiste la capacità di fare programmazione politica».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha criticato l’articolo 1 che, dal punto di vista tecnico, non  rispetta la tecnica legislativa. Un articolo composto da  43 commi non può rispondere al principio di semplificazione amministrativa né tanto meno a quello di semplificazione legislativa. «Non si capisce – ha aggiunto Cherchi – come degli assessori tecnici possano dare una  dimostrazione contraria a quella  che ci si aspettava da professori che vivono di teoria. Il risultato è che l’articolo 1 è un insieme di argomenti che dovevano  essere suddivisi in più articoli». Per Cherchi questo DL non è una variazione di bilancio, è una legge “marchetta” che regala soldi a pioggia solo ed esclusivamente a chi  è utile alla maggioranza. Il consigliere azzurro si è soffermato sul comma 15 dell’articolo 1 dove si parla di consorzi di bonifica. «E’ un comma strano – ha concluso – introdotto proprio il giorno dopo rispetto all’approvazione in quest’aula di una legge sull’argomento».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di “silenzio assordante” della maggioranza. «Questa legge – ha detto – è un insieme di attività illusionistiche. E’ una legge orribile fatta di tecnicismi in cui alla fine emergerà l’autolesionismo». Per l’esponente dei Riformatori sardi è scandaloso che non si trovino i fondi a favore delle famiglie numerose. Inoltre, tra confusione, tecnicismi e inutilità si fa il gioco delle tre carte: da una parte si tolgono i fondi, dall’altra si rimettono.

Ha quindi preso la parola il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, che ha detto di condividere l’impostazione della legge ma, allo stesso tempo, ha espresso perplessità su alcuni commi dell’articolo 1.

Il consigliere sovranista si è soffermato in particolare sul contenuto dei commi 5, 7 e 8 (copertura del disavanzo della sanità, istituzione del servizio di elisoccorso e stanziamento per l’Ipab SGB di Ploaghe). «In Commissione ci siamo astenuti su queste disposizioni – ha ricordato Cherchi – sulla copertura del debito della Sanità del 2015 non riusciamo ancora a capire dove si andranno a reperire le risorse. Manca inoltre una previsione coerente del debito presunto per il 2016. E’ inutile prevedere una spesa se poi questa va a crescere».

Sul comma 7, Cherchi ha detto di condividere l’istituzione del servizio di elisoccorso, «avrei preferito però una discussione più ampia, un servizio così importante doveva avere una dignità diversa rispetto a un semplice comma in una variazione di bilancio». Perplessità da parte di Cherchi anche sulla decisione di dislocare le basi dell’elisoccorso nei tre principali aeroporti della Sardegna. «Noi abbiamo già fatto un errore spostando la base dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco da Abbasanta ad Alghero – ha sottolineato l’esponente della maggioranza – oggi moltiplichiamo per tre la dispersione del servizio, è uno spreco di risorse. Spero che il discorso lo si affronterà meglio quando si parlerà dell’organizzazione complessiva del 118».

Oscar Cherchi, infine, ha espresso dubbi sul contenuto del comma 8: «Si propone uno stanziamento di oltre 3 milioni di euro a favore della Asl di Sassari per lo svolgimento delle funzioni trasferite in seguito alla soppressione dell’Ipab SGB di Ploaghe – ha detto il consigliere del PdS – i lavoratori vanno tutelati ma occorre agire con prudenza. Esistevano avanzi per 6,9 milioni di euro rappresentati da oneri dello Stato che non sono stati utilizzati per la SGB. Si chiedeva che venissero assegnati alla Asl ma non risulta che ciò sia avvenuto. Quello delle Ipab è un problema serio che va affrontato e risolto con le dovute coperture finanziarie e le dovute cautele».

Alberto Randazzo (Forza Italia), rivolgendosi all’assessore agli Affari Generali, Gianmario Demuro, ha chiesto chiarimenti sulle progressioni verticali e orizzontali dei dipendenti degli enti locali. «Volete anticipare anche voi le promesse che si fanno oggi in campagna elettorale? Non vorrei essere preso in giro: la legge che abbiamo recentemente approvato non prevedeva nuovi oneri per la Regione».

Randazzo ha poi suggerito alla Giunta di utilizzare meglio le opportunità dei bandi per il turismo (“due milioni di euro rischiano di non essere spesi”) e di evitare provvedimenti rivolti a singoli comuni per la soluzione di vertenze industriali come accaduto per la miniera di Silius. Il consigliere azzurro, infine, ha sollecitato la Giunta a trasferire più celermente ai consiglieri le informazioni sulle singole questioni.

Christian Solinas (Psd’Az) è tornato su alcune questioni sollevate durante la discussione generale riguardo all’esigenza di verificare la legittimità delle procedure adottate per il riconoscimento in legge di debiti fuori bilancio. «Ci sono adempimenti che andrebbero espletati. Chi ha presentato la legge ha ritenuto di qualificare i debiti per acquisizione di beni e servizi – ha detto Solinas – la giurisprudenza richiede l’esatta indicazione in delibera dell’arricchimento tratto da quella spesa. Se si opera diversamente si adottano iniziative di spesa autonome e scoordinate scaricandone le conseguenze sulla Regione. In questo modo, si determina una situazione di permanente precarietà finanziaria e si assorbono debiti che nascono da una carenza di procedure da parte di enti e partecipate. Noi siamo autorizzati a riconoscere come debiti fuori bilancio quelli finalizzati alla ricapitalizzazione a alla copertura del disavanzo degli enti. L’acquisto di beni e servizi è invece a carico di chi ha deliberato la spesa. Gli enti e le partecipate, fino a prova contraria, sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria».

Solinas si è poi soffermato sulle disposizioni dell’art. 51 del decreto legislativo n. 118 che vieta le variazione di bilancio dopo il 30 novembre. «Molti commi della legge che discutiamo prevedono norme intruse, nuove disposizioni di spesa e l’istituzione di un nuovo servizio come l’elisoccorso. Si tratta di norme sostanziali che potevano essere previste altrimenti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ripreso una parte dell’intervento del consigliere Augusto Cherchi per rilanciare «la questione della partecipazione al dibattito anche da parte della maggioranza, che finora ha mantenuto la consegna del silenzio mentre invece si è dimostrato che ha qualcosa da dire». Entrando nel merito della legge, Attilio Dedoni ha sottolineato l’importanza dei commi 5 7 e 8 affrontando in modo critico il problema del nuovo servizio di elisoccorso che, a suo avviso, «amplifica a dismisura la marginalità delle zone interne e movimenta una massa ingente di risorse che non si potranno spendere in tempi brevi». «Analogo discorso – ha aggiunto – si può fare per le Ipab che non dovevano determinare costi aggiuntivi per la Regione che invece ci sono e sono rilevanti; l’impressione è che l’assessore, in molte circostanze, non abbia detto tutta la verità e di questo lo chiameremo a rispondere».

Su delega del capogruppo il consigliere del Pds Roberto Desini, che ha premesso di condividere l’impianto generale del provvedimento, ha ripreso alcune considerazioni del collega Augusto Cherchi, anch’egli con riferimento al comma 8 relativo alla sanità ed al salvataggio dell’Ipab San Giovanni Battista. Una operazione che, a giudizio di Desini, «ha profili di illegittimità come avevamo segnalato, sia perché il personale transitava da un contratto privatistico ad uno di natura pubblica, sia perché non era dimostrato che il passaggio potesse avvenire a costo zero, come conferma lo stesso assestamento di bilancio con cui si stanziano 3.6 milioni per l’anno 2016, dato che si affianca ad un evidente surplus di operatori e fisioterapisti rispetto alla Asl di Sassari». «Il problema della sanità – ha detto ancora il consigliere del Pds – non si sta affrontando nel modo giusto ed infatti il piano di rientro non produce i risultati positivi attesi, perciò bisogna subito voltare pagina superando questo schifo che impedisce l’attivazione di vere politiche per il lavoro: su questo non guarderò in faccia nessuno anche se appartiene alla maggioranza».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha detto che «la discussione che si sta sviluppando dimostra che il Consiglio si trova di fronte ad una legge non banale, al punto da mettere alla prova la stessa tenuta della maggioranza». Il consigliere ha poi esaminato il contenuto della legge sostenendo che «il testo dei singoli commi fa emergere tutte le criticità di una legge piena di contraddizioni: da una parte si annunciano risorse e dall’altra si fa un altro mutuo, da un lato la spesa della sanità viene definita sotto controllo eppure si anticipano al 2016 fondi previsti per il 2017». «Inoltre – ha proseguito Carta – è anche una legge per molti aspetti incomprensibile con una serie di rimandi a leggi precedenti in una specie di gioco dell’oca che è tutto il contrario della semplificazione, argomento oggetto di una legge appena approvata dall’Aula». I settori sui quali si vuole intervenire non trarranno alcun beneficio, ha affermato ancora Carta, da questo provvedimento: «Né l’agricoltura, con contributi pesantissimi e vessatori senza nessuna risorsa a carico dei consorziati, né la buona amministrazione con i debiti fuori bilancio privi di documenti che li giustificano, né le popolazioni colpite dall’alluvione che dopo tre anni stanno ancora aspettando il ristoro dei danni subiti da privati, mentre molti hanno avuto le aziende distrutte e ad altri sono state fatte proposte di indennizzo irrisorie, né le zone franche ancora al palo proprio in quei Comuni». «Insomma –ha concluso l’esponente del Psd’Az – è una legge disorganica che fa alcune piccole cose senza una visione dei gravi problemi della Sardegna e dimostra la lontananza del governo regionale dalla realtà; oggi a Nuoro è stato fissato il crono programma per gli interventi di rilancio, ci vorranno 715 e di questo passo finirà la legislatura».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto che quella in discussione è «una legge importante ma non certo ispirata alla semplificazione tanto sbandierata dalla maggioranza, è invece un provvedimento che occulta con una certa abilità alcuni obiettivi che non si possono dichiarare apertamente, in realtà poi non è una variazione di bilancio ma un provvedimento omnibus pieno di rattoppi in questo o quel settore». «L’esempio di questo modo di fare – ha detto ancora Rubiu – è nella sanità, un settore che non funziona, costa moltissimo, produce nuovi debiti e cerca di realizzare un progetto sbagliato nonostante l’indicazione di grandi manager venuti dall’esterno». «Ma in generale – ha aggiunto – contiene troppe paghette fra le quali il contributo agli ippodromi per spese di manutenzioni straordinarie affidate ad Argea che fra l’altro deve occuparsi di agricoltura, la duplicazione degli interventi per i consorzi di bonifica, i fondi alla provincia di Nuoro o del Sud dove si aumenta del 30% il costo dei passaggi di proprietà, in definitiva una lunga serie di provvedimenti che provocheranno ulteriori danni alla Sardegna ed ai giovani disoccupati».

«Tutti i sostenitori del sì vogliono convincere i sardi a suicidarsi». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto il suo intervento provocando la reazione di alcuni consiglieri della maggioranza. «Mi spiace – ha aggiunto il leader di Fi – comunicarvi che queste sono le parole dell’assessore Paolo Maninchedda riportate da un’agenzia di stampa». «Parole sacrosante – ha proseguito Pietro Pittalis – che pongono un problema politico, infatti, a fronte di un presidente della Giunta schierato col fronte del sì, l’assessore dei Lavori pubblici certifica il suicido politico del presidente della Regione e della sua Giunta». L’esponente della minoranza ha definito quella del Sì al referendum «una scelta sciagurata che mortifica l’autonomia e la Sardegna» e ha parlato di «una Giunta che soccombe davanti all’avanzata neocentralista del governo nazionale».

Il capogruppo ha quindi criticato il provvedimento all’esame dell’Aula («è un provvedimento vuoto e non affronta alcuno dei temi che preoccupano le famiglie sarde» ed ha quindi stigmatizzato le recenti dichiarazioni rilasciate dall’assessore del Lavoro, Mura, a proposito dei crescenti livelli di povertà («l’assessore Mura dice che sulla povertà la Regione ha messo in campo 22 corsi di istruzione formazione triennali in tutto il territorio») affermando che tali dichiarazioni possono essere fatte da «chi è si dimostra un irresponsabile o da persone che non hanno contezza di ciò che accade fuori dal palazzo».

Pietro Pittalis ha insistito sull’assenza di interventi  per attenuare gli effetti della crisi sul sistema economico sardo e sulle famiglie: «Ma avete toccato il fondo con i “patti farsa” che siglate in giro per i territori della Sardegna».

Il consigliere Fi ha quindi criticato duramente l’esecutivo per i ritardi con i quali si procede a Nuoro («a distanza di due anni avete prodotto solo un crono programma») ed ha concluso definendo la variazione di bilancio “una delusione”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha riconosciuto in apertura del suo intervento la complessità del provvedimento in discussione («è un provvedimento complesso e difficile da comprendere e anche io ho avuto problemi a capire») ma ha precisato che tale problema di trasparenza non riguarda la condotta della Giunta quanto «la complessità di un provvedimento di questo genere».

Nel merito del disegno di legge, il vice presidente della Giunta ha sottolineato che si propone «una variazione di bilancio che prevede 130 milioni di entrate in meno (per effetto di un ciclo macroeconomico meno intenso di quello che era stato preventivato) e seppur obbligati al pareggio di bilancio non dobbiamo fare tagli».

«Controbilanciamo il ciclo economico non favorevole – ha spiegato Paci – senza fare tagli e anticipiamo 120 milioni per la sanità (significano pagamenti più celeri alle imprese) e in più mettiamo in campo interventi su politiche sociali, sui precari, sui lavoratori, sui consorzi di bonifica, sulla liquidazione delle Zir (interventi attesi dal 2008).»

«Tra le cose “che non ci piacciono” – così le ha definite il vice di Pigliaru – ci sono anche gli oltre 3 milioni di euro per l’assorbimento dell’ex Ipab: «Stiamo però risolvendo un tema spinoso con decine di lavoratori che rischiavano di restare senza un lavoro».

L’assessore Raffaele Paci ha quindi concluso riepilogando “le risposte importanti” contenute nel provvedimento ed ha formulato un appello rivolto all’intero Consiglio: «Le critiche che sono state rivolte dalla minoranza sono legittime e corrette e alcune le condivido nella sostanza (ad incominciare dai ritardi nella programmazione territoriale e nelle procedure) ma chiedo all’Aula di procedere più rapidamente nell’approvazione del testo di legge perché i tempi di attuazione delle disposizioni in esso contenute sono lunghe e i beneficiari delle misure in esso contenute non sono né la Giunta, né la maggioranza ma le imprese e i cittadini sardi».

Il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha quindi posto in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 1=112=208 ed ha concesso la parola al consigliere Mario Floris (Uds-Misto) che ha espresso apprezzamento per l’intervento dell’assessore Paci ma ha posto in evidenza come il provvedimento in discussione non sia in linea con le disposizioni contenute nella recente legge approvata in materia di trasparenza e semplificazione.

Sono intervenuti a favore, per dichiarazione di voto, sull’emendamento 1 (che vuole sopprimere l’articolo 1): Ignazio Locci (FI) che ha detto che queste variazioni non si conciliano con le esigenze della Sardegna; Marco Tedde (FI) che ha detto di apprezzare l’autocritica dell’assessore Raffaele Paci; Oscar Cherchi (FI) che ha ribadito di non condividere la tecnica legislativa e il contenuto dell’articolo 1; Gianluigi Rubiu (Udc) che  ha sottolineato la sua contrarietà all’articolo 1 che è un articolo omnibus, inadeguato e inapplicabile. Questo articolo deve essere reso comprensibile; Paolo Truzzu (misto) che ha detto che non si può avere la presunzione di chiedere alla minoranza di approvare in fretta un provvedimento che non è condivisibile; Luigi Crisponi (Riformatori) che ha apprezzato sia la sincerità dell’assessore Paci sia di quei consiglieri di maggioranza che hanno criticato parti di questo disegno di legge; Alessandra Zedda (FI) che ha ribadito che  questo articolo è difficile e la minoranza non può essere a favore di chi vuole fare indebitare i sardi o non palesa comportamenti sleali; Angelo Carta (Psd’Az) che ha affermato  che dopo l’intervento dell’assessore Paci c’è stata una svolta politica nei rapporti tra giunta e Consiglio; Edoardo Tocco (FI) che ha sottolineato che l’assessore Paci si è addossato le colpe di tutta la giunta; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) che ha assicurato che farà ricorso contro gli allegati che mancano e ha chiesto di far tornare il provvedimento in commissione; Alberto Randazzo (FI) che ha criticato l’assessore Paci che non può giustificare l’ingiustificabile. Non si possono trovare scorciatoie per finanziare singoli settori; Pietro Pittalis (FI), infine, ha detto che questo primo comma è talmente tecnico che pone problemi anche di comprensione.

Messo in votazione l’emendamento 1 (uguale al 112 e 208)  è stato bocciato (presenti 43, sì 16, no 27).

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 5=209.  Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori avanzando la richiesta di interrompere la seduta visto l’orario raggiunto o, in alternativa, la convocazione della conferenza dei capigruppo per decidere su come procedere. Il presidente ha accolto la richiesta e convocato la conferenza.

Al termine dell’incontro il presidente Ganau ha sospeso la seduta.

Al rientro in Aula il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n. 5=209.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, favorevole, ha affermato che a suo avviso è sbagliato esaminare una variazione di bilancio senza disporre del consuntivo 2015 e del documento di parifica della Corte dei conti. Per Locci si tratta inoltre di una operazione che non tiene conto dei problemi reali della Sardegna.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha detto che il comma 1 dell’articolo è condivisibile ma poi, «letto assieme a tutti gli altri dà la dimensione di una norma che non merita di entrare nell’ordinamento regionale e trascura le esigenze più urgenti della Regione: sanità, urbanistica, agricoltura».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), favorevole, ha ricordato che nella relazione della Giunta al bilancio di previsione «si parlava di certezza nelle entrate mentre ad oggi lo Stato ha versato circa 4 miliardi rispetto agli 8 spettanti alla Sardegna, un risultato del tutto negativo anche in rapporto a quanto ottenuto da altre Regioni autonome».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha chiesto al presidente in via pregiudiziale, «se sono state allegate le relazioni dei revisori contabili degli enti che hanno creato passività e, in caso affermativo, perché non sono stati distribuiti anche alla minoranza».

Il presidente Ganau ha ricordato che il testo è esaminato dalla commissione e gli allegati non c’erano.

Angelo Carta, sardista, ha condiviso la questione pregiudiziale aggiungendo che «nell’insieme il provvedimento appare disordinato e contraddittorio e non migliorerà la vita dei sardi».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha accusato la maggioranza di atteggiamento arrogante e, nel merito, ha osservato che la legge «è frutto della scelta sbagliata di applicare immediatamente il bilancio armonizzato, scelta che ha fatto saltare il sistema sia della Regione che delle Autonomie locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato radicalmente la legge che «ha il titolo di disposizioni finanziarie ma in realtà ne contiene molte altre e questo problema non può essere ulteriormente eluso interpretando il regolamento ad uso e consumo della maggioranza; il testo andava rispedito al mittente».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, che in precedenza aveva apprezzato le aperture dell’assessore Paci, ha detto di essersi ricreduto dopo la rigidità mostrata dalla maggioranza. «Su un argomento del genere sarebbe stato necessario un confronto di ben altro livello e qualità, con attenzione ai problemi della Sardegna».

Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 13 voti favorevoli e 28 contrari.

Sull’emendamento 210, che intende sopprimere al comma 1 dell’articolo 1 le parole “a decorrere dall’esercizio finanziario 2017”, sono intervenuti a favore: Marco Tedde (FI) che ha detto che l’articolo 1 è un pasticcio, un’accozzaglia di provvedimenti senza armonizzazione; Paolo Truzzu (Misto) che  ha espresso delusione sulla capacità di spesa dei fondi europei da parte di questa giunta; Gianluigi Rubiu (Udc) che ha ricordato che anche il comma 1 dell’articolo 1 evidenzia che si tratta di una legge pasticciata che crea inutili illusioni e aspettative; Attilio Dedoni (Riformatori) che ha confermato la richiesta di acquisire tutta la documentazione allegata al diisegno di legge in esame; Angelo Carta (Psd’Az) che ha sottolineato la complessità di ogni comma di questo provvedimento; Pietro Pittalis (FI) che ha detto che la notte non porta Consiglio, sta solo determinando una situazione rispetto alla quale la maggioranza si deve assumere le sue responsabilità. Il provvedimento – ha detto – è inadeguato e la minoranza lo sta evidenziando; Alberto Randazzo (FI) che ha detto che questa Giunta rappresenta un treno che sta deragliando. Oggi la maggioranza ci sta sequestrando inutilmente in quest’aula. Contro ì’emendamento si è espresso Daniele Secondo Cocco (SEL) che è intervenuto sulla situazione degli infermieri delle carceri del Nuorese. I commissari non possono agire senza tener conto degli indirizzi di giunta e consiglio. «Chiediamo all’assessore – ha detto – una presa di posizione su questo argomento».

L’emendamento 210 è stato bocciato (votanti 39, favorevoli 12, contrari 27).

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 211.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rilevato che il combinato disposto dell’emendamento in votazione e quello precedentemente respinto non modifica il comma 1 dell’articolo1 ma lo rende più scorrevole. Secondo Carta «non si tratta di emendamenti distruttivi ma chiarificatori»

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto dispiaciuto per il dibattito monco. «Il silenzio della maggioranza rappresenta un vulnus che si ripercuoterà nei rapporti consiliari dei prossimi messi – ha detto Tedde – oggi si è violato un patto. Avremmo voluto discutere con voi per migliorare la proposta ma non ci siamo riusciti».

Paolo Truzzu (FdI) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento e si è associato alle osservazioni fatte dal collega Daniele Cocco sulla situazione degli OO.SS. degli istituti penitenziari di Nuoro e Isili. «I commissari delle Asl continuano a fare ciò che vogliono – ha detto Truzzu – una situazione alla quale la Regione non riesce a porre rimedio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge in discussione. «Noi cerchiamo di migliorarne la lettura, cerchiamo di entrare in modo dettagliato su tutti gli articoli – ha detto Rubiu – è indispensabile apportare alcune modifiche al testo. Il termine del 30 novembre è ormai saltato, è un fallimento per la maggioranza. A questo punto è meglio prendersi il tempo necessario per migliorare il testo».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha rivolto un invito alla maggioranza per evitare di continuare con un dibattito muscolare. «Meglio fermarsi e rimandare la discussione alla prossima settimana».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato l’importanza dell’emendamento che permette di recepire le disposizioni della legge di stabilità 2015. «L’articolo 1 non è coerente con la legislazione regionale – ha rimarcato Pittalis – il riferimento al disavanzo del 2014 non è attinente o forse c’è qualcosa che mi sfugge».

A Pittalis ha replicato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci: «La Regione ha avuto accesso alla liquidità per il pagamento di 135 milioni di euro agli enti locali. L’articolo in discussione spiega le modalità di contabilizzazione – ha detto Paci – è una norma ponderata che permette di non avere problemi successivi. Da economista riconosco che c’è un po’ di irrazionalità ma questo provvedimento è urgente. Credo che ci siano ancora i margini per una mediazione. Non è possibile rimandare l’approvazione alla prossima settimana, c’è il rischio di fare danni seri ai comuni».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi, ha respinto l’invito dell’assessore: «Noi cerchiamo di aprire gli occhi alla maggioranza – ha detto Dedoni – capisco che si voglia mettere fretta. Noi non vogliamo ostacolare nessuno, se siamo in queste condizioni la responsabilità è della sua maggioranza. Siamo disponibili a lavorare anche venerdì e sabato ma su basi serie».

Messo in votazione l’emendamento n. 211 è stato respinto con 28 voti contrari e 13 a favore. 

Sull’emendamento 6 (uguale al 113, al 206, al 21),   che intende sopprimere il comma 2 dell’articolo 1, sono intervenuti: a favore Ignazio Locci (FI) che ha ricordato che questo emendamento è un moto di rabbia per protestare contro la lentezza della spesa; Angelo Carta (Psd’Az) che ha detto che il comma 2 serve alla giunta per aumentare il mutuo. Se è vero, come dice la Giunta, che la vertenza entrate sta portando nuovi fondi non si vede perché si deve autorizzare la giunta ad indebitare ancora i sardi; Marco Tedde (FI) che ritiene che la giunta e la maggioranza abbiano perso un’occasione d’oro per arrivare a dicembre non con una variazione di bilancio ma con il bilancio stesso. «Oggi abbiamo un provvedimento relativo al 2016 che riguarda ritagli, questo disegno di legge – ha concluso – è un bestiario normativo ed  è improponibile; Paolo Truzzu (Misto) che ha sostenuto che «siamo davanti a una situazione di carenza di programmazione. C’è una lentezza esasperante nella spesa dovuta alle lungaggini burocratiche. Il mutuo in realtà noi non avremmo mai dovuto contrarlo, la rete infrastrutturale sarda non può essere fatta con i soldi regionali»; Gianluigi Rubiu (Udc) che sostiene che  il comma 2 è “sfacciato”. Non possiamo accettare una cosa di questo genere, c’è un limite a tutto.

Per Giuseppino Pinna (Udc), ancora una volta, in tutta questa contrapposizione hanno perso i sardi; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il mutuo contratto per i primi due anni non ha dato esito importante nella spesa. Questo mi preoccupa. Se è vero che non abbiamo opere infrastrutturali adeguate io credo che sarebbe opportuno spendere i denari che abbiamo, la spesa è necessaria per creare le strutture. L’emendamento 6 è stato bocciato (votanti 40, sì 12, no 28).

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale n. 214. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha messo in evidenza l’importanza della proposta che punta ad evitare un ulteriore indebitamento della Sardegna. «Non si capisce – ha detto – perché si voglia ricorrere ad altri mutui se la Regione non riesce a spendere i soldi».

Gianluigi Rubiu (Udc) ha annunciato il voto favorevole così come il collega Paolo Truzzu (FdI) che ha rilevato come il mancato tiraggio del mutuo sia derivato dall’assenza di un piano strategico per le opere di infrastrutturazione che ha determinato un rallentamento della spesa. «Siamo arrivati a un indebitamento di circa 1,2 miliardi di euro che si ripercuoterà sulle generazioni future».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) l’emendamento va a incidere sul “ravanello normativo” proposto dalla maggioranza. «Si cerca di mettere delle toppe al tessuto finanziario ma si rischia di peggiorare la situazione – ha affermato Tedde – occorre essere cauti perché ci sono norme in continuo divenire che impongono un aggiornamento. Si corre troppo per la voglia di fare bella figura. Fermiamoci un attimo a riflettere».

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha rivolto un monito all’Aula sul corretto utilizzo delle risorse dei mutui. «Se analizziamo l’utilizzo dei denari delle Asl troviamo delle storture. Due tir di materiali mai utilizzati sono stati portati via dalle Asl. Quei soldi sono del popolo sardo. Se non si tamponano queste cose andrà via la metà del bilancio regionale».

Messo in votazione l’articolo 214 è stato respinto con 28 no e 13 sì.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno questa mattina, alle 10.30.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 382 sulle variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018 ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini ha definito in apertura molto positiva la decisione dei capigruppo di discutere provvedimento questa mattina, «un provvedimento che ha natura certamente tecnica ma che contiene molti elementi sociali di grande utilità concreta per i cittadini della Sardegna». Rivolgo quindi un appello ad opposizione, ha concluso Sabatini, «per una sollecita approvazione della legge».

Per la minoranza, il relatore Paolo Truzzu (Fdi-An) ha affermato che «tecnicamente si sta gestendo un avanzo di circa 289 milioni ed una massa finanziaria di poco superiore a 300 ed occorre chiedersi da dove vengono queste risorse, forse dalla capacità del governo regionale di controllare spesa o forse dalla crescita dell’economia sarda ma la realtà è profondamente diversa». Questi soldi, ha spiegato Truzzu, «provengono dall’imputazione diversa di somme future assegnando al 2016 somme inserite nei bilanci 2017 e 2018, cioè se non li avessimo avuti si sarebbe determinato un buco nei conti della Regione». Quanto al loro utilizzo, Truzzu ha ricordato che «gran parte della somma, 130 milioni, sono causati da minori entrate e in effetti il rapporto Bankitalia sull’economia sarda dice la nostra piccola ripresa economica è evaporata fatta eccezione per piccoli numeri di turismo e servizi, mentre cala il numero degli occupati perché i giovani rinunciano a cercare lavoro». Inoltre, ha aggiunto il relatore di minoranza, «altri 120 vanno alla sanità, dato preoccupante in linea con una stima del fabbisogno 2016 attorno ai 400 milioni in più, a dimostrazione del fatto che il piano di rientro ha mancato le previsioni e non ha prodotto nulla; infine, gli ultimi 20/30 milioni sono destinati in parte al sociale e in parte ad alcune mancette per cose un po’ particolari». In sintesi, per Truzzu «emerge un quadro non confortante della situazione generale delle entrate in contraddizione con le rassicurazioni del governo regionale e infatti c’è molta differenza fra un accertato di 8 miliardi ed un riscosso che, a novembre, è di circa la metà». Ciò significa, ha concluso Truzzu, «che siamo di fronte ad un fallimento tecnico e anche politico, appesantito dai continui litigi della maggioranza».

Aprendo il dibattito, il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha richiamato un passaggio dei lavori in commissione sul Dl 382, «definito dalla Giunta regionale una variazione di bilancio ma in realtà si tratta di un assestamento, significa che sono saltati tutti gli indicatori della programmazione regionale da Def in poi e quindi, accanto alle questioni tecniche ci sono molte questioni politiche e molte norme intruse, scelte che esprimono al massimo livello l’indirizzo di governo della maggioranza». Intanto, ha sostenuto Locci, «c’è stata una colpevole sottovalutazione delle entrate della Regione, che calano per 130 milioni, altro che più 350 nel 2017, e non si può giustificare questo dato negativo con l’applicazione del principio del bilancio armonizzato». Sulla sanità, ha aggiunto il consigliere, «c’è una proiezione di 184 milioni di disavanzo nel 2016 e stanno emergendo i trucchi contabili di questo settore come in quello delle politiche sociali dove è ormai certo che non si possono utilizzare i fondi europei». Insomma, ha concluso Locci, «il quadro non consente valutazioni positive e il dato politico di fondo è che la vertenza entrate non si è affatto conclusa».

Sempre per Forza Italia, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che «ancora una volta l’opposizione è qui in Aula nonostante la fretta della maggioranza, segno che noi facciamo per intero la nostra parte nell’interesse della comunità regionale». Affrontando il contenuto della manovra, Tocco ha affermato che «contiene aspetti molto critici che non consentono di dare risposte ai cittadini, soprattutto, nella sanità; stiamo anticipando al 2016 120 milioni previsti per il 2017 e questa è una cartina di tornasole del fatto che le strutture sanitarie sono sempre in una situazione drammatica, che è fallito il piano di rientro ed è peggiorata la qualità dei servizi». A questo punto, ha sintetizzato Tocco, «delle due l’una: o le entrate sono state sovra stimate o crescita dell’economia sarda è stata molto bassa; il problema è che la maggioranza sistema le sue cose e tampona qua e là ma la Sardegna ha sviluppo di sviluppo e crescita e soprattutto di immaginare una prospettiva per il futuro».

Ancora per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha detto di vedere la cornice del dibattito «molto grigia perché la maggioranza ha disatteso il patto stabilito con l’opposizione, che invece lo ha rispettati accettando la modifica del calendario dei lavori; forse avete problemi nuovi  ma dovevate pensarci prima perché ai sardi non interessano certe esigenze politiche di qualche partito». Tornando al dibattito, Tedde ha messo l’accento sul fatto che «la Giunta prosegue in un lavoro incessante di marketing politico con annunci, conferenze stampa e propaganda che impedisce di vedere le cose come sono dopo 36 mesi di governo del centro sinistra». Il dato politicamente più significativo, a giudizio di Tedde, «è che i problemi non sono affrontati, come dimostrato dalla situazione disastrosa dei trasporti (svuotamento ct2 e conseguente impoverimento di ct1, sostegno low cost, abbandono Ryanair dalla fine del 2015, incognite dopo la vendita delle quote aeroporto di Alghero dove si è registrata una perdita di 350.000 passeggeri e di centinaia di milioni) e della sanità la cui gestione fortemente politicizzata ha salvato le poltrone dei commissari senza ridurre le spese». Tutto questo, ha concluso, «lo dovranno pagare le famiglie e le imprese sarde». 

Mario Floris (Uds), rivolto al presidente Ganau, è tornato sulla seduta di ieri: «E’ successo un fatto increscioso – ha detto il decano dei consiglieri regionali – lei mi ha tolto la parola mentre intervenivo sull’ordine dei lavori e lo ha fatto in modo barbaro. Ciò è  intollerabile se fatto a danno di una persona mite che ha fatto della sacralità delle istituzioni la ragione della propria vita. Lei ha il dovere di tutelare le prerogative dei consiglieri. Se chiediamo il rispetto del Regolamento lo dobbiamo fare fino in fondo a partire dall’osservanza degli orari delle sedute. Lei non aveva il diritto di togliermi al parola, spieghi perché si è comportato in questo modo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), tornando sull’argomento in discussione, ha definito “anomala” la variazione di bilancio proposta dalla Giunta. «Credo che nel testo ci siano delle norme intruse – ha sostenuto Cherchi – questo aspetto deve essere approfondito per capire se abbiamo di fronte un testo congruo o se invece rischia di essere impugnato dal Governo e cassato dalla Corte Costituzionale».

L’esponente della minoranza ha poi criticato i contenuti del provvedimento, a partire dai debiti fuori bilancio: «Ci sono ancora molti dubbi, non è chiaro quali e quanti siano – ha rimarcato Cherchi – nel provvedimento mancano inoltre strumenti di programmazione e sono assenti gli investimenti. Siamo ormai a fine anno, credo che le risorse della Finanziaria dovranno essere riprogrammate».

Il consigliere azzurro si è poi soffermato sul tema del lavoro: «La Finanziaria non conteneva misure per favorire la ripresa dell’occupazione, soprattutto giovanile. Durante la discussione della manovra fui accusato dal presente della Commissione Bilancio che difese strenuamente la legge. Nei primi sei mesi del 2016 non è successo niente, anzi, l’occupazione è calata».

Cherchi, infine, ha ricordato alla Giunta la manifestazione di protesta dei sindaci sardi contro i vincoli di bilancio evidenziando il profondo malessere vissuto dagli amministratori locali: «Basta scaricare le responsabilità sul passato – ha concluso Cherchi – occorre pensare al futuro e dare speranze ai territori. La vertenza entrate è stata condotta in modo sbagliato. Occorre tirare fuori un cuore di sardità, indipendenza e specialità per andare uniti e compatti e ottenere il dovuto dallo Stato».

Stefano Tunis (Forza Italia), dopo aver lamentato l’assenza in aula del presidente Pigliaru, ha sottolineato la coerenza tra le idee proposte all’esterno dalla Giunta e l’utilizzo degli strumenti economici e finanziari: «Non ci si poteva aspettare altro da un presidente impegnato nella campagna referendaria. Pigliaru certifica l’inutilità della nostra specialità, interpreta il momento e prova a mandare in soffitta la nostra autonomia».

Secondo Tunis, la Giunta non prende in considerazione la situazione economica della Sardegna. «La nostra economia è intimamente legata alla qualità e quantità della spesa pubblica – ha detto il consigliere di minoranza – cresce se la spesa funziona bene. Nella programmazione c’erano poche politiche di sviluppo, ci saremmo aspettati che in fase di variazione di bilancio si ponesse mano a strumenti decisivi. Così non è stato, le politiche ininfluenti della Giunta si ripercuotono sul mondo del lavoro».

Tunis ha poi accusato la Giunta di subire le politiche nazionali: «Il Job Act non ha prodotto effetti positivi al Sud. La riforma del mercato del lavoro va contro il principio di sussidiarietà, ha attecchito solo nelle regioni che hanno un’economia forte. Noi dobbiamo essere protagonisti delle nostre scelte».

Il consigliere azzurro ha infine rivolto un invito all’esecutivo: «Occorre fare meglio da qui alla fine della legislatura. Raccogliete le disponibilità che arrivano dai banchi dell’opposizione – ha concluso Tunis – noi ci siamo, uscite dall’atteggiamento ottuso e condividete con l’Assemblea l’individuazione di politiche che possano dare lustro alla nostra economia».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha criticato l’impostazione del documento entrando nel dettaglio delle disposizioni: «Si stanziano oltre 90 milioni di euro per l’istituzione dell’elisoccorso, un progetto importante che passa allegramente tra le pieghe del documento senza una approfondita discussione – ha detto Crisponi – avremmo voluto capire come sono state distribuite le risorse per un’attività così importante per i territori. L’istituzione dell’Areus prevedeva di ubicare l’organizzazione del 118 nel centro Sardegna, questo non è avvenuto. Il nuorese sembra destinato a rimanere ai margini».

Il consigliere dei Riformatori ha poi criticato la decisione di stanziare i fondi per il servizio del 118 fino al 2024. «Si programma per nove anni mentre per il funzionamento della Biblioteca Satta di Nuoro si stanziano 358mila euro per una sola annualità. Si tratta di carità pelosa, di una mancia per una delle più prestigiose istituzioni culturali dell’Isola».

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu (Misto) è ritornato sulla vertenza entrate per evidenziare che in altre Regioni a Statuto speciale sono stati “liberati” i cosiddetti accantonamenti («così è accaduto in Valle D’Aosta») mentre «l’atteggiamento remissivo della Giunta nei confronti del Governo fa sì che alla Sardegna manchino risorse per oltre un miliardo di euro».

L’esponente della minoranza ha quindi criticato la condotta del presidente della Regione in riferimento alla campagna referendaria («va in giro ad affermare che la riforma rafforza la specialità») e ha posto l’accento sull’aumento dei costi per le consulenze, e per la crescita dei dirigenti a fronte della riduzione dei dipendenti.

Paolo Truzzu ha contestato anche la proposta delle Giunta per la contrazione di un nuovo mutuo per far fronte al pregresso: «Perché si indebitano i sardi se davvero ci sono in cassa le risorse che la Giunta ha più volte annunciato come risultato della collaborazione con il governo?

Il consigliere Fd’I ha parlato di “autentico fallimento politico e tecnico” in riferimento alla programmazione regionale: non sono garantiti i tempi né sono stati centrati gli obiettivi. «Basta con lo storitelling che significa raccontare storie, basta dunque raccontare storie e si affrontino davvero i problemi della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha sottolineato la scarsa presenza e la poca partecipazione in Aula nell’esame di provvedimento che ha definito “in ritardo, dovuto e anche mascherato”. «Mascherato – ha spiegato la consigliera – perché si attendeva una manovra di assestamento e invece arrivano variazioni di bilancio».

L’esponente della minoranza ha accusato l’assessore Paci di aver sottovalutato le conseguenze degli atteggiamenti politici verso il Governo e di aver commesso un grave errore con la sottoscrizione del patto sulle entrate. La consigliera Fi ha quindi criticato la scelta della contrazione di un mutuo ed ha denunciato che a fronte degli 8 miliardi di euro che la Regione avrebbe dovuto avere in cassa se ne contano solo 4 miliardi: «Noi, avevamo avvisato il presidente e l’assessore che serviva una particolare attenzione con la ragioneria generale dello Stato».

Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato la decisione del ritiro dei ricorsi pendenti sulla vertenza entrate («le Regioni che le hanno mantenuti in essere oggi hanno visto liberati gli accantonamenti») ed ha accusato la Giunta di voler realizzare un hub per i migranti al porto Canale di Cagliari invece di dare seguito all’istituzione del punto franco doganale.

«Pagate in ritardo l’ultima tranche del fondo unico ai Comuni – ha concluso Alessandra Zedda – non si spendono i fondi comunitari, non siete in grado di attenuare i disagi delle famiglie né di sostenere le imprese, la situazione dei trasporti e della sanità è drammatica, avete dunque fallito su tutti i fronti e non vi resta altra scelta se non quella di andare a casa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la scarsa partecipazione al dibattito dei consiglieri di maggioranza e la distorta rappresentazione dei fatti di quanto accade nell’Aula del Consiglio regionale.

«La variazione di bilancio che proponete – ha tuonato l’esponente della minoranza – nascondono significative marchette e presentano una serie di norme intruse che in quanto tali dovrebbero cassate dal testo».

Dedoni ha quindi criticato l’impegno del presidente della Regione nella campagna referendaria a sostegno del “Sì”: «Ormai il presidente della Giunta lo fa Paci mentre Pigliaru è sempre più assente dai fatti concreti del governo regionale».

Il consigliere dei Riformatori ha criticato anche le scelte inerenti la dislocazione dei servizi dell’elisoccorso («l’elisoccorso non copre le zone dove il sistema sanitario difetta e dove più difficili sono i collegamenti viari») ed ha concluso il suo intervento preannunciando altri interventi in sede di esame del provvedimento.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato i ritardi nella presentazione delle variazioni di bilancio («siamo fuori tempo massimo e siamo costretti a votare un provvedimento così complesso in breve tempo») ed ha accusato la Giunta di perseguire il tentativo di «mettere una serie di pezze e di marcare marchette».

L’esponente della minoranza ha quindi ricordato le dichiarazioni rese dall’assessore Paci e dal presidente Pigliaru in ordine all’accresciuta disponibilità di risorse finanziarie per effetto dei patti sottoscritti con il governo ed ha polemicamente domandato: «Dove sono i 600 milioni e tutte le altre risorse che avete strombazzato sulla stampa se oggi ravvisate la necessità di contrarre un nuovo mutuo per far fonte al pregresso in bilancio?».

Il consigliere dei Quattro Mori ha quindi riferito di aver ottenute dagli amministratori delle province l’esatto ammontare delle risorse sottratte dal governo tra il 2012 e il 2016 per Rca auto e imposta sulle trascrizioni. «Alla provincia di Sassari sono stati sottratti 108 milioni di euro, a quella di Nuoro 45 milioni, al Medio Campidano 26 milioni, 23 a Carbonia Iglesias, a Oristano 22 e a Cagliari 121 milioni, per un totale che supera i 348 milioni di euro in quattro anni».

Il consigliere Carta ha quindi polemicamente affermato che quanto stanziato nel Patto per Cagliari dal presidente del Consiglio dei ministri (168 milioni di euro) lo scorso 17 novembre è solo una piccola parte dei 348 milioni di euro che lo Stato ha sottratto alle province sarde («Quanto potrà durare questo l’inganno del governo italiano ai sardi?)»

«Rigettiamo questi inganni – ha concluso il capogruppo Psd’Az – e una maggioranza supina e succube di un governo ladro».

Il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «con l’assestamento entriamo nel vivo dei problemi della Sardegna, sanità, trasporti, lavoro, che la maggioranza tratta in gravissimo ritardo e con una superficialità allarmante, scrivendo una brutta pagina della politica sarda». Rubiu ha poi espresso forte preoccupazione «per l’aumento crescente della disoccupazione che colpisce molti sardi ma soprattutto il 48% dei giovani», lamentando però che «tale preoccupazione non sembra toccare il governo regionale, tanto è vero che ha voluto chiudere i bilanci con un mutuo di 500 milioni in 40 anni e approvare la legge di stabilità a metà anno come nel 2016: una visione di Sardegna imbarazzante». Quanto alle cifre, ha aggiunto Rubiu, «i 130 milioni a copertura di minori entrate ed altri 130 per la sanità dimostrano che segno che non ci si rende conto di quanto accade fuori dal palazzo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto non sorpreso dal mancato intervento dei consiglieri di maggioranza a testimonianza di una situazione in cui «il compito lo detta la Giunta e la maggioranza esegue, salvo lamentarsi a posteriori ma inutilmente nei territori con una totale e supina acquiescenza, lo stesso conformismo mostrato da una parte della stampa in occasione della campagna elettorale referendaria con cui ministri e maggiorenti di partito impegnati a convincere i sardi ad accettare la sconfitta della loro autonomia». Ci saremmo aspettati anche un atteggiamento diverso dal presidente della Regione, ha protestato Pittalis, «che invece continua a stendere sempre tappeti rossi per essere deriso e umiliato, condotta inaccettabile tanto più perché è entrato a piedi uniti nella campagna elettorale». Soffermandosi sulle recenti analisi economiche relative alla Sardegna, il capogruppo di Forza Italia ha sostenuto che «di fronte ai dati economici del rapporto Crenos sulla disoccupazione e soprattutto su quella giovanile, con un Pil all’ultimo posto in Italia ed al 222° posto su 270 Regioni europee, bisogna chiedersi il perché e trovare immediatamente risposte». Forse, ha ipotizzato Pittalis, «è stato commesso un errore nel ritirare i ricorsi contro lo Stato e forse i patti che si stanno firmando in giro per la Sardegna sono solo virtuali e rimandano tutto ad un futuro lontano, per esempio a Nuoro la Giunta è venuta nel dicembre del 2014, poi a luglio del 2015 si è firmato il patto e proprio oggi le principali associazioni del territorio sono a colloquio per chiedere conto dei ritardi non col presidente ma col suo capo di gabinetto». E’quindi urgente, ad avviso del consigliere, «una operazione-verità che però non può essere quella di questa manovrina di bilancio che inganna ancora una volta la gente ed i territori».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto di avere un compito “difficile” e pur annunciando di volersi attenere al merito della legge, ha ammesso il ritardo con cui è stato presentato il provvedimento. Un ritardo, ha spiegato, «dovuto all’ingresso della Regione nel sistema del bilancio armonizzato che ha comportato una rivoluzione copernicana delle procedure amministrative ed informatiche che sono totalmente cambiate, determinando a cascata lo slittamento di tutti gli atti collegati». All’interno di questi nuovi processi di programmazione, ha proseguito Paci, «sono emersi squilibri nel ciclo pluriennale rendendo quindi necessarie alcune a correzioni, allineando entrate e spese nei prossimi anni». Nel dettaglio, l’assessore ha evidenziato per il 2016 la somma di 93 milioni in più dovuti alla gestione positiva mutui e minore tiraggio del piano infrastrutture e circa 130 milioni di compensazione della riduzione delle entrate rispetto alle previsioni pari a meno del 2% su Irpef ed Irap attribuibile all’andamento negativo del ciclo economico pur in quadro complessivo di aumento delle entrare». Quanto alla sanità, ha chiarito Paci, «i 120 milioni spostati dal 2017 al 2016 derivano ad un disavanzo pregresso e non corrente, fermo restando che sulla sanità andiamo avanti nel piano di risanamento e nella riforma ma va ricordato che stiamo pagando spese importantissime come farmaci innovativi per almeno 50 milioni (ex epatite C) sulle quali abbiamo aperto un confronto con lo Stato». Riteniamo cioè, ha precisato l’assessore, «che lo Stato debba riconoscerci come diritto di cittadinanza ed è incredibile che Sardegna non sia inclusa nel fondo nazionale di 500 milioni per i farmaci innovativi». Il resto, ha detto Paci avviandosi alla conclusione, «va a copertura di una serie di emergenze, dalle politiche sociali al sistema idrico, della  gestione liquidatoria delle ex Zir alle ex province ai laboratori, alla biblioteca Satta di Nuoro». Sarebbe interessante, ha detto infine l’assessore della Programmazione, «affrontare compiutamente il tema delle entrate ma la partita degli accantonamenti non è chiusa; abbiamo già impugnato due norme dello Stato su questa materia e il confronto continua come sulla sanità perché se si modificano in senso aggiuntivo i Lea (livelli centrali di assistenza) devono essere riconosciuti anche alla Sardegna».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha posto una questione pregiudiziale chiedendo di rinviare il testo in Commissione per eliminare le norme intruse: «Occorre garantire gli equilibri di bilancio come previsto dalla legge – ha detto Locci – evitiamo nuove indicazioni di spesa non previste».

Contro l’ipotesi del rinvio in Commissione è intervenuto il presidente della Commissione Franco Sabatini: «il Dl della Giunta – ha detto – interviene  per garantire gli equilibri di bilancio».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha invece sostenuto la proposta di Locci: «La pregiudiziale è a garanzia di tutto il Consiglio, il testo in discussione è un assestamento e non una variazione di bilancio. Ci sono norme che devono essere escluse. Per questo è necessario un lavoro in Commissione per ripulire il testo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione proposta di rinvio in Commissione che è stata respinta dal Consiglio.

Per dichiarazioni di voto sul passaggio agli articoli è quindi intervenuta la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «Paci ha spiegato tecnicamente le difficoltà del bilancio – ha detto Zedda – ma chi ci illustra la ragione politica delle vostre scelte? Chi ci dice perché avete previsto alcune poste e altre no?. In Consiglio si fa politica».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario al passaggio agli articoli. «Non ci sono i presupposti giuridici per proseguire nell’esame della proposta. C’è una limitazione della sovranità consiliare, la programmazione economica e finanziaria deve essere riportata in Consiglio».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di dibattito malato: «Da parte del centrosinistra c’è un silenzio assoluto. Per la maggioranza tutto va bene anche se nel territorio si dice ben altro. Per questo abbiamo necessità di intervenire anche sulle virgole per analizzare tutti gli aspetti del provvedimento. Ciò che sorprende è l’assenza del presidente della Regione impegnato in una campagna referendaria molto dura. Pigliaru anziché stare in Aula va in giro per la Sardegna a braccetto di qualche ministro a promettere grandi risultati e a sponsorizzare il Sì. Non è il modo migliore di governare un’Isola che attraversa un momento molto difficile e non riesce ad agganciare la ripresa. Non c’è un’idea di Sardegna e non si sa cosa fare per uscire dalla crisi».

Voto contrario al passaggio agli articoli ha annunciato anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «Voto no – ha detto Cherchi – perché nel provvedimento ci sono norme intruse e l’Aula snobba il ruolo dell’opposizione senza ascoltare rilievi e suggerimenti».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non aver nulla da dire sotto il profilo tecnico-burocratico, altro discorso invece dal punto di vista politico: «E’ un documento che non soddisfa l’opposizione ma avrebbe comunque meritato più attenzione da parte della maggioranza che invece ha scelto la linea del silenzio. E’ possibile che si muovano risorse pesantissime per la sanità e non si individui una misura a favore delle famiglie numerose? Non si capisce l’assenza di dibattito su questioni che toccano i gangli vitali delle famiglie, del lavoro e delle imprese».

Contro il passaggio agli articoli si è espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «E’ vero che c’era in sospeso il giudizio della Corte dei Conti sulla parificazione del bilancio – ha detto – ma il documento poteva comunque essere messo a disposizione della Commissione, invece si arriva come al solito all’ultimo momento».
Sul 118, Truzzu ha fatto notare che altre regioni come Friuli, Lombardia e Lazio hanno approvato la variazione di bilancio a luglio.

Un’altra questione pregiudiziale è stata avanzata dal consigliere sardista Christian Solinas: «Nel documento manca la relazione del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio – ha detto Solinas – non credo che la Regione abbia costituito un proprio collegio. Può essere votato un testo di legge senza la certificazione del collegio sindacale? Pare inoltre che esistano le certificazioni degli enti che hanno contratto i debiti ma non sono presenti negli allegati».

Stessa valutazione da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Solinas ha evidenziato uno dei vulnus del provvedimento sul quale sarebbe necessario un pronunciamento degli Uffici – ha affermato Carta – Paci ha spiegato i motivi del ritardo omettendo il più importante: anche in questa variazione di bilancio c’è stato un assalto alla diligenza. L’assessore ha cercato di spiegare che non c’erano risorse disponibili. Per questo il documento è arrivato in ritardo».

Giovanni Satta (Uds), pur apprezzando le dichiarazioni di Paci, ha segnalato il cattivo funzionamento del Consiglio e delle commissioni: «E’ da due mesi che il Consiglio non lavora per problemi interni alla maggioranza – ha detto Satta – in Aula si chiede ai consiglieri del centrosinistra di non intervenire. Succede la stessa cosa che si è verificata nella discussione della riforma sanitaria. Il consigliere viene messo in condizioni di non discutere».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha parlato di disinteresse da parte della Giunta e della maggioranza. «Si stanno canalizzando decine di milioni di euro per la sanità ma ciò che manca è un programma».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito “irritante”  l’atteggiamento della tenuto dalla maggioranza in sede di dibattito in Aula ed ha illustrato i dati che, a suo giudizio, dimostrano la scarsa efficacia dell’azione della Giunta soprattutto in riferimento ai temi e alle questioni attinenti la Sanità.

Anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto contrario e ha ringraziato l’assessore Paci «per aver ammesso responsabilità sul ritardo nella presentazione della variazione di bilancio.

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris (Misto) ha annunciato voto contrari ed ha svolto alcune considerazioni critiche “sull’illusione del presidenzialismo” e sui rischi per l’Autonomia speciale sarda («siamo gli uni contro gli altri e abbiamo una legge elettorale schifezza che ci dà un presidente eletto dal popolo senza progetto politico e che opera in una struttura che è la stessa di quando il presidente lo eleggeva il Consiglio»).

Il consigliere Udc, Giuseppe Pinna ha annunciato voto contrario e rimarcato i ritardi nella presentazione della variazione di bilancio («ma l’assessore Paci non è l’unico colpevole»), seguito dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha fatto proprie alcune considerazione dei suoi colleghi Mario Floris (Uds) e Christian Solinas (Psd’Az). Ha annunciato voto contrario anche il consigliere Fi, Alberto Randazzo che ha colto l’occasione anche per lamentare il ritardo con il quale la Giunta e le commissioni procedono nelle informazioni ai consiglieri.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha ribadito il voto negativo dei gruppi dell’opposizione ed ha denunciato alcune incongruenze tra il provvedimento in discussione e le norme approvate in materia di semplificazione. Pittalis ha quindi rivolto la richiesta al presidente del Consiglio, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, siano concessi ulteriori minuti a disposizione dei consiglieri per gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382 vista la complessità della formulazione del testo che conta ben 43 commi di legge.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, è intervenuto per spiegare le ragioni per le quali le forze della maggioranza non hanno svolto interventi in sede di dibattito in Aula: «Non è una mancanza di rispetto verso il Consiglio ma soltanto una scelta dettata dalla necessità di procedere con l’approvazione del testo nei tempi più rapidi possibile»

Il consigliere dei democratici ha quindi spiegato come nel testo di legge siano contenuti provvedimenti a sostegno delle categorie più svantaggiate e più deboli della società e tipiche dell’assistenza sociale.

«Rivolgo dunque l’appello – ha concluso Pietro Cocco – perché ci sia un’accelerazione nell’approvazione del provvedimento».

Posto in votazione l’Aula ha dato il via libera all’esame degli articoli e il presidente del Consiglio ha dichiarato di accogliere la richiesta formulata dal capogruppo Fi, Pietro Pittalis, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, sia esteso a 10 minuti il tempo entro il quale svolgere gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione della Terza commissione alle 15 e 15 e dell’Aula alle 16 e 15.

Consiglio regionale A1

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, accompagnata dal direttore generale dell’assessorato Sebastiano Piredda, e dal direttore di Argea Gianni Ibba, è stata sentita questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale. Al centro dell’audizione, lo stato di attuazione del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, l’esito del bando per i piani d’azione dei Gal e la difficile situazione di alcune aziende agricole del Nord Sardegna per i danni causati dal maltempo.

Una seduta andata avanti per oltre due ore e caratterizzata da un vivace confronto tra la rappresentante della Giunta e i componenti della Commissione, in particolare sull’esclusione dei Gal dell’Anglona-Romangia e del Sarrabus-Gerrei-Trexenta dai bandi 2016. Tutti i commissari hanno espresso forti perplessità per la decisione della Commissione regionale di lasciar fuori dalle graduatorie 2 Gal su 17 per mancanza di copertura finanziaria e sollecitato un intervento dell’assessore per porvi rimedio. «Rimodulare il bando non è possibile – ha replicato Falchi – si tratta di una selezione prevista dalle normative europee, la formulazione era nota da tempo. Oggi non si può intervenire, occorre far partire i bandi e prevederne un altro per il 2017 nel quale potranno rientrare anche i Gal esclusi».

 Contro questa ipotesi si è espresso il presidente della Commissione Luigi Lotto che ha suggerito un’altra via: «Occorre mettere in campo ogni sforzo per permettere a tutti i Gal di rientrare nell’attuale programmazione. Il principio della selezione non verrebbe meno permettendo a tutti i 17 Gruppi di azione locale di godere dei finanziamenti. All’interno del bando sono infatti previste quote fisse e premialità. I migliori progetti avrebbero, in ogni caso, un trattamento migliore rispetto agli altri».  

Ancora più critico il giudizio di Piermario Manca (Pds) secondo il quale «l’esclusione di alcuni territori dai piani di azione di sviluppo locale non è politicamente sostenibile. Tutte le zone svantaggiate devono avere la possibilità di ottenere un aiuto per uscire da una condizione di sottosviluppo».

Una soluzione positiva hanno auspicato anche Salvatore Demontis (Pd), Antonio Gaia (Upc), Eugenio Lai (Sel) e Angelo Carta (Psd’Az).

I consiglieri del Pd Mario Tendas e Daniela Forma hanno invece richiamato l’attenzione sul rimescolamento delle carte provocato dalla riforma degli Enti locali che, con la nuova definizione degli assetti territoriali, ha causato lo smembramento di alcuni Gal e convinto alcuni comuni a cambiare partenariato.

Molto critico il giudizio del consigliere di minoranza Luigi Crisponi (Riformatori sardi). «C’è un’evidente spaccatura interna alla maggioranza causata dall’incapacità della Giunta di ascoltare le richieste della gente – ha detto Luigi Crisponi – così facendo si alimenta lo scollamento tra la politica e i territori. Riempire il Psr di tecnicismi è un errore gravissimo».

L’assessora ha poi risposto alle domande sui bandi del Psr relativi alle misure 4.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole”, 4.2 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo di prodotti agricoli”, 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori”

Per i primi due, Falchi ha confermato il rinvio a fine novembre dell’apertura delle domande. «Abbiamo accolto la richiesta degli ordini professionali – ha detto Elisabetta Falchi – a fine novembre in ogni caso di parte. C’è una difficoltà dovuta al sistema informatico ma contiamo di superarla al più presto. Le risorse disponibili saranno sufficienti a coprire tutte le richieste. I bandi sono “a sportello” e rimarranno aperti per diversi mesi».

Preoccupa invece la misura per il primo insediamento in agricoltura (6.1): «Dalle richieste di chiarimento pervenute in assessorato prevediamo un alto numero di domande. Le risorse a disposizione basteranno presumibilmente a coprire circa 400 richieste – ha detto Elisabetta Falchi – nei prossimi giorni ci sarà un incontro con le associazioni di categoria, dopodiché decideremo quando far partire il bando».

La Commissione, infine, si è occupata dei danni causati all’agricoltura da un’intensa grandinata che nei giorni scorsi ha colpito il centro e il Nord Sardegna. Un evento che ha distrutto le carciofaie della valle del Coghinas e altre colture nel sassarese e nell’oristanese.

A preoccupare è soprattutto il nuovo sistema di assicurazione dai danni che costringe gli agricoltori ad anticipare le somme (circa 5.000 euro per ogni ettaro impiantato a carciofi). «Il nuovo Piano assicurativo nazionale ha creato meccanismi complicati – ha detto Falchi – abbiamo sollecitato più volte il Ministero a porvi rimedio. Gli stanziamenti e i trasferimenti di risorse devono essere più rapidi».

Rispondendo alle sollecitazione dei commissari, l’assessore ha annunciato l’intenzione della Giunta di ripristinare lo strumento del “credito di esercizio” in modo da permettere agli agricoltori di avere un plafond di spesa da utilizzare per le emergenze e affrontare con serenità la campagna agraria. «Questo strumento, accompagnato dalle altre misure messe in campo dai Consorzi Fidi consentirebbe di avere a disposizione un credito a tasso agevolato». La proposta sarà presentata nei prossimi giorni in Giunta.

Elisabetta Falchi 2

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Castelsardo copia

La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha proseguito il ciclo di audizioni sul nuovo Testo unico in materia di turismo ascoltando i responsabili regionali di Unpli Sardegna (Pro Loco) Raffaele Sestu e della Rete dei porti Franco Cuccureddu.

Nel suo intervento, Raffaele Sestu ha messo l’accento sugli ottimi risultati del sistema regionale delle Pro Loco, 350 associazioni locali in cui operano 35.000 soci, nel 2015: con un contributo della Regione di 1.6 milioni sono stati organizzati 1000 eventi con un fatturato di 13 milioni e ricadute economiche di eccellenza in piccoli Comuni come Castelsardo, Golfo Aranci e Selargius.

«E’quindi per noi molto positivo – ha aggiunto Sestu – che nella nuova legge su turismo sia riconosciuto un ruolo al sistema Pro Loco, che ha dato una spinta importante al settore turistico soprattutto nei cosiddetti periodi di spalla come autunno (con iniziative eno-gastronomiche) e primavera (con manifestazioni tematiche sull’ambiente).»

Il presidente regionale delle Pro Loco sarde ha poi suggerito di puntare di più sulla semplificazione dell’Osservatorio sul turismo previsto dalla legge focalizzando la sua attività su due appuntamenti annuali di inizio e fine anno, «il primo per la programmazione ed il secondo per la valutazione dei risultati». Infine, ha annunciato che, in occasione del prossimo seminario annuale di formazione dell’Unpli che si terrà ad Alghero, saranno presentati alcuni progetti innovativi (in parte già avviati) sui pani tradizionali della Sardegna e le erbe medicinali.

Il presidente del Consorzio rete dei porti (di cui fanno parte i due terzi dei porti turistici dell’Isola per un totale di 16.848 posti-barca) Franco Cuccureddu ha richiamato l’attenzione della commissione sulle grandi potenzialità del settore che però, ha precisato, «deve essere strutturato in modo più solido dal punto di vista normativo e infrastrutturale, con il riordino delle competenze ora divise fra 4 assessorati regionali, con un sistema di classificazione delle strutture, da 1 a 5 ancore, assegnati a porti, approdi, campi-boa, pontili e porti a secco, la messa a norma degli scali e la puntuale definizione delle professionalità portuali».

«La Sardegna – ha detto ancora Cuccureddu – è casualmente la prima destinazione mondiale per i maxi e giga yachts, che generano sul territorio una ricaduta di 1.850 euro a persona/giorno a fronte dei 30.000 euro annui per le imbarcazioni fino ai 14 metri; inoltre, insieme alla Corsica con cui costituisce un unico bacino oltre che la rotta privilegiata per i natanti di medie e grandi dimensioni, rappresenta la migliore offerta di turismo nautico del Mediterraneo.»

Esistono insomma tutte le condizioni, ha concluso il presidente della Rete dei porti, «perché il Pil turistico della Sardegna possa arrivare al 16-16% ma, per raggiungere questo traguardo, occorre uscire dall’improvvisazione e passare alla professionalità».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino (Pd), Fabrizio Anedda (Misto), Antonio Gaia Cps) e Luigi Crisponi (Riformatori).

Nelle conclusioni, il presidente della commissione Luigi Lotto ha espresso una valutazione molto positiva sul contenuto delle audizioni sottolineando fra l’altro che «l’importanza dei temi trattati, con particolare riferimento a quelli relativi alla nautica, pone la commissione di fronte ad una scelta non facile, fra l’inserimento dei provvedimenti più urgenti nel Testo unico cui stiamo lavorando ed una nuova legge organica che però richiede necessariamente tempi più lunghi; sono convinto che troveremo una buona sintesi, per dare alla Sardegna una nuova legge davvero utile a sviluppare il nostro sistema turistico».

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La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha tenuto un intenso ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse indicazioni utili per la predisposizione della nuova legge sul turismo.

Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito, in un documento unitario, le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato «una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore». Scanu ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che «il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze».

Passando al fronte sindacale Michele Carrus della Cgil ha definito la legge «da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito pubblico di molte parti della società sarda sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale». Carrus ha poi messo l’accento «sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono». «Fra i soggetti del partenariato – ha concluso – è un errore non inserire le rappresentanze dei lavoratori, errore che del resto non compare nel Piano strategico nazionale dove si sindacati sono presenti anche nella cabina di regia».

Per la Cisl Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che «l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero». Secondo Andrea Lai della Uil, infine, «occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche».

Il segretario generale dell’Anci Umberto Oppus, annunciando un documento dei Comuni sardi, ha formulato alcune proposte migliorative. «Condividiamo l’impianto della legge – ha affermato – e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i B&B a seconda che si tratti di dimore storiche o rurali».

A nome della Fish (associazione portatori di handicap) Carmelo Addaris ha ricordato che «in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività».

Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica, mettendo l’accento sul fatto che «nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato». Senes ha poi fatto un cenno a tendenze emergenti come quella del Boat&Breakfast, «dove il turista risiede e pernotta in barca utilizzando servizi che trova nei dintorni attraverso una rete di accordi fra gli operatori portuali e i pubblici esercizi; il porto, insomma, diventa una specie di albergo diffuso».

Casa artigiani, rappresentata da Salvatore Carvone, ha espresso una valutazione positiva sulla legge, invitando la commissione a prestare attenzione alla mobilità interna che «in Sardegna è molto carente e potrebbe essere potenziata dall’inserimento nei pacchetti di offerta del noleggio di un’auto, che oggi ha costi contenuti». Carvone ha poi proposto il riordino della toponomastica in chiave turistica e di richiamo per i prodotti tipi dell’Isola.

Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano) si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando che l’organizzazione ha stipulato alla fine del 2015 un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Agenzia Forestas) «che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km». Per quanto riguarda il testo della legge, Attardi ha sollecitato classificazione fra le strutture ricettive di aree escursionistiche come «rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni».

Di utilizzo degli ovili «ovviamente in accordo con i pastori» ha parlato anche il presidente regionale dell’Uisp Salvatore Farina, che ha suggerito poi la separazione fra le rete escursionistica ed i percorsi su vie ferrate e di arrampicata «che sono una tipologia sportiva per la quale sono necessarie competenze ed abilità specifiche». Farina ha segnalato inoltre la necessità di una maggiore qualificazione professionale e culturale delle guide turistiche, secondo indirizzo di studio definiti dal Ministero affiancati da tirocini formativi.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Marco Tedde (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az), Piero Comandini, Gianmario Tendas e Giuseppe Meloni (Pd), Pier Mario Manca (Pds), Luigi Crisponi (Riformatori) e Gianluigi Rubiu (Udc).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato n. 5 “Istituzione dell’agenzia sarda delle entrate” (Ase).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione del Testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (Plip-Pl n.187 – Pl n.246/A) . Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Poco prima, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «a valutare l’opportunità di esaminare il testo dopo l’approvazione dei provvedimenti annunciati dal Governo nazionale sulla materia, a cominciare dalla soppressione di Equitalia, per capire quale può essere l’incidenza di questa decisione sulla normativa regionale; chiedo la semplice sospensione dell’esame del testo, senza il rinvio della legge in commissione, per poi riprendere fra qualche giorno». Pittalis ha inoltre sottoposto al presidente Ganau un’altra questione, ricordando che «il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’inceneritore di Tossilo che la Giunta ha completamente stravolto come se le deliberazioni dell’Aula fossero carta straccia: non entro sul merito della vicenda ma questo è un fatto grave e non può passare sotto silenzio».

Il presidente Ganau ha ricordato che, sulla sospensiva, occorre raccogliere le espressioni dei gruppi.

Il relatore della legge Sabatini ha chiesto una breve sospensione della seduta, a causa del’assenza di alcuni capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è espresso in senso contrario alla sospensiva richiesta di Pittalis, spiegando che «la nuova Agenzia regionale non si occuperà della riscossione e pertanto le decisioni del Governo nazionale riguardano una materia totalmente diversa; possiamo quindi andare avanti secondo il programma concordato».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta, con un paradosso, ha respinto la richiesta di sospensiva «ma solo perché la legge in esame, a normativa invariata, non significa nulla per la Sardegna e non è degna di essere nemmeno chiamata Agenzia sarda delle entrate».

Luigi Crisponi, dei Riformatori, ha dato ragione a Pittalis ha ragione, perché in effetti «non ci sono nemmeno i più elementari elementi di sovranità per poter parlare di Agenzia delle entrate». Soffermandosi poi sulla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, Crisponi ha lamentato che la decisione della Giunta arriva dopo che «il Consiglio non solo ha deliberato su questioni serissime ma lo ha fatto dopo lunghi confronti ed un attento ascolto delle popolazioni in materia di ambiente e salute».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la legge sull’Agenzia ha fini certamente nobili ed è anche giusto dire che l’autonomia finanziaria è la sostanza dell’autonomia regionale, ma il testo che abbiamo davanti ha lo stesso valore della mozione su Tossilo, cioè non significa niente, anzi aumenta i costi per la Regione che non aveva e non avrà senza alcun potere in materia fiscale».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha osservato invece che, «proprio per le ragioni sostenute dai consiglieri di opposizione è urgente aprire subito il dibattito per capire il livello di utilità dell’Agenzia e la capacità del nuovo organismo di dare riposte ai Sardi in materia fiscale».

Il consigliere Emilio Usula (Rossomori) ha espresso il «profondo sconcerto del gruppo per la decisione della Giunta di impugnare la sentenza Tar sull’inceneritore di Tossilo, decisione che contraddice la volontà unanime del Consiglio». Usula ha poi annunciato di abbandonare l’Aula «in totale dissenso su una decisione che non è un atto amministrativo ma politico».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha detto di condividere l’opinione di Usula pur restando in Aula, perché «l’impugnazione contravviene totalmente alla decisione di una istituzione sovrana della Sardegna come il Consiglio, una decisione non generica ma motivata, articolata e ragionata, che difenderò in tutte le sedi».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha manifestato l’intenzione di restare in Aula pur condividendo la posizione Usula, convinto che «decisioni del Consiglio vadano rispettate, anzi per quanto ci riguarda vogliamo conoscere le motivazioni della delibera della Giunta che va in direzione opposta». Sulla proposta di Pittalis relativa all’Agenzia sarda delle entrate, ha proseguito Cocco, «riteniamo opportuno proseguire nel dibattito, perché sosteniamo da sempre la legge istitutiva dell’Agenzia e ci sentiamo impegnati a migliorarla».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la richiesta di sospensiva, che il Consiglio ha respinto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, ha chiesto informazioni su un provvedimento riguardante una aliquota di precari che attendono una risposta. Il punto, ha segnalato Pittalis, «non c’è all’ordine del giorno e, se c’è il consenso, a mio avviso deve essere inserita in calendario».

Il presidente Ganau ha precisato che, per poter esaminare il provvedimento, occorre il parere della commissione. Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), relatore del testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

In apertura, Sabatini ha ricordato che «la commissione Bilancio ha approvato la legge a maggioranza dopo un lavoro durato di circa un anno, ma è comunque un provvedimento urgente perché dopo la vertenza entrate la Regione ha più che mai  bisogno di uno strumento specialistico per operare in modo più incisivo su questa materia». La prospettiva, ha aggiunto, «è quella di portare la Sardegna allo stesso livello di altre Regioni speciali, per riaffermare che l’autonomia finanziaria è il fondamento più solido dell’autonomia regionale, tema strategico sul quale è fortemente auspicabile la collaborazione dell’opposizione». Riprendendo il tema della finanza regionale e dei rapporti con lo Stato, Sabatini ha affermato che «l’incertezza del quadro complessivo degli ultimi anni ha determinato in negativo la capacità della Regione di svolgere le sue funzioni, perché le sue risorse sono solo quelle provenienti dalle compartecipazioni, sulle quali lo Stato ha competenza esclusiva in base all’.117 della Costituzione con l’unico limite, per lo Stato, di non rendere impossibile l’esercizio delle funzioni della Regione». La nuova Agenzia, ha sostenuto, «è lo strumento indispensabile per assicurare un monitoraggio costante ed una attenta verifica sul problema delle entrate, come fanno le altre Regioni speciali che non esitano a cambiare i propri statuti ogni due-tre anni per adattarli alle nuove esigenze». In questo momento, ha detto ancora il consigliere del Pd, «sulla fiscalità è in gioco la vita della nostra Regione, che può dire la sua solo attraverso una nuova intesa con lo Stato, alla quale dobbiamo arrivare ben preparati, portando sul tavolo del confronto dello Stato anche il tema della finanza locale che in altre Regioni speciali è già stato affrontato e definito riportandolo nella competenza della Regione». 

La relazione di minoranza  è stata svolta da Christian Solinas (Psd’az) che, in apertura ha sottolineato il significato politico dell’abbandono dei lavori dei due consiglieri di Soberania e Indipendentzia sulla questione di Tossilo. La volontà di ignorare le decisioni del Consiglio da parte della maggioranza e della giunta – ha detto – ormai sta diventando una consuetudine. Anche durante i lavori della commissione su questo Testo Unificato  – ha chiarito Solinas –  la maggioranza ha inteso sorpassare la concertazione e il dialogo ed ha voluto aderire alla proposta della giunta. Se ci fossero stati i  lavori della  sottocommissione avremmo sicuramente potuto contribuire a rendere questo testo condiviso e  più efficace. Solinas è stato molto critico sul testo che arriva in aula. Questa agenzia – ha chiesto – a cosa serve se non può incamerare un euro in più? Per ogni euro che incassa avremo  costi altissimi.  Inoltre,  ci saranno passaggi ulteriori e un appesantimento del procedimento. Doveva essere affrontato il tutto con una diversa ottica, invece di fatto si limita a recepire quello che già c’è. Per Solinas questa agenzia è solo  un grande ufficio studi. Ma abbiamo valutato – ha chiesto ancora – quanto costa questo ufficio studi alla collettività? Al fronte di un gettito che è in costante contrazione, la maggioranza decide di aumentare i costi per la collettività.  Bene farebbe questo Consiglio a riflettere. 

Ignazio Locci (Forza Italia) ha sottolineato la negatività del provvedimento. Sembra però che neanche la giunta regionale sia entusiasta di questa proposta. Mi pare – ha detto – che il  governatore  abbia sentito quasi un obbligo  davanti alle richieste di qualche gruppo politico e  ha deciso di istituire questa agenzia. Insomma, l’esecutivo  ha voluto rispondere alle richieste propagandistiche di una certa parte di questa maggioranza. Per Locci bisogna rafforzare il rapporto con lo Stato per far intendere le nostre ragioni sulla base dell’articolo 8 dello Statuto.  Ma bene avrebbe fatto la giunta a individuare una direzione generale specializzata nel trattare questo rapporto con lo Stato.

Annamaria Busia  (Misto) è convinta che serva una agenzia delle entrate perché è necessario rafforzare il ruolo della Regione in materia nei confronti dello Stato per avanzare delle richieste. Ho sempre pensato – ha aggiunto – a una grande agenzia sarda delle entrate, ma credo che  debba farsi nel quadro della cornice normativa esistente. Annamaria Busia ha invitato alla riflessione e al confronto. La consigliera ha invitato la minoranza  a presentare proposte per raggiungere  un risultato migliore.

Per Michele Cossa (Riformatori) è impensabile che mentre a  livello nazionale si attua la riforma del sistema, noi in Sardegna ci inventiamo una agenzia fittizia, che è l’ennesimo carrozzone che graverà sulle tasche dei sardi. Cossa ha ricordato che la Sardegna  è, con la Calabria, l’ultima regione per incremento del PIL. Nonostante questo la maggioranza,  davanti a questa situazione, si inventa un’agenzia che non serve a nulla, che crea nuovi posti di lavoro che, tra l’altro, potrebbero essere coperti dal personale già esistente nella Regione.  Per il consigliere dei Riformatori la strada deve essere quella di abbassare la pressione fiscale. 

Edoardo Tocco (Fi) ha ricordato che “non è possibile sostituirsi allo Stato nel campo finanziario ” e che dunque l’unico obiettivo possibile dei proponenti la legge “resta quello di trattenere in Sardegna la quota parte dei tributi che spettano all’isola”. «Ma – ha dichiarato l’esponente della minoranza – il provvedimento in esame è inefficace e l’agenzia di cui si propone la costituzione troppo costosa». Il consigliere di Forza Italia ha insistito dunque sulla inopportunità dell’Ase («perché non si è pensato di lasciare il tutto in capo all’assessorato al bilancio?») ed ha paventato il rischio di un incremento dei costi, rispetto ai 2.5 milioni annui ipotizzati nel provvedimento. «Questa legge – ha concluso Tocco – non risolverà i problemi dei sardi e alla Sardegna serve altro, ad incominciare da un forte sostegno al sistema delle imprese per aiutarle a recuperare liquidità».

Alessandra Zedda (Fi) ha evidenziato la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza per gli approfondimenti proposti dalla minoranza («ad iniziare dall’invito alla riflessione formulato dal capogruppo Pittalis, in apertura dei lavori, perché fossero valutate le implicazioni delle nuove norme in materia annunciate dal governo nazionale»). «Questo provvedimento – ha affermato la consigliera della minoranza – è pura filosofia e parole in libertà». A giudizio di Alessandra Zedda va rivista la norma finanziaria e deve essere tenuto in considerazione che serviranno all’Ase personale con alti livelli di specializzazione “se davvero dovrà funzionare e non rappresentare soltanto un contentino per qualche partito della maggioranza”. L’esponente di Fi ha quindi ribadito il pericolo della creazione di un “nuovo carrozzone” ed ha concluso ricordando che l’istituenda agenzia potrà occuparsi solo “dell’addizionale, Irpef e Irap; della tassa ambientale e di quella sul diritto allo studio”.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, in apertura del suo intervento, ha espresso solidarietà “ai colleghi del centrosinistra che hanno abbandonato l’Aula per protestare contro l’atteggiamento irriverente mostrato dalla giunta sulla questione dell’inceneritore di Tossilo”.

«Nel merito del provvedimento – ha attaccato l’esponente della minoranza  – affermo che la montagna ha partorito un topolino e l’agenzia sarda delle entrate è una finzione giuridica, politica e storica».  «L’Ase – ha aggiunto Tedde – è uno strumento che non serve a  niente ed è soltanto un vuoto pneumatico finanziario che non interviene nella questione che attiene la marginalità della Sardegna nei confronti dello Stato». Il consigliere di Fi ha quindi affermato che ciò che serve è una modifica dello Statuto: «Sono finiti i tempi delle mozioni e degli ordini del giorno, occorre una norma statutaria che fortifichi la nostra specialità nel segno della insularità». «Non spendiamo 2.5 milioni l’anno solo per fare un grande centro studi – ha concluso Tedde – perché con l’Ase facciamo soltanto un esercizio normativo inutile che non ci consentirà di rapportarci paritariamente con lo Stato in materia finanziaria».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato la recente approvazione della legge sulla semplificazione per contrapporla a quella che istituisce l’Ase perché, a suo giudizio, questa sarebbe soltanto “un carrozzone”. «L’agenzia sarda – ha affermato Crisponi – è un grande bluff che costerà 2,5, milioni euro soltanto per iniziare». L’esponente della minoranza ha quindi contestato alcune parti dell’articolato ed ha affermato che “l’Ase sarà di fatto sottomessa all’assessorato della Programmazione a cui restano tutte le competenze in materie di entrate”.

Il consigliere del Misto, Paolo Truzzu (Fd’I), ha riproposto le critiche delle opposizioni in ordine ai costi e alla inopportunità dell’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate («in pratica si istituirà un osservatorio e non un’agenzia in grado di riscuotere i tributi e impostare la vertenza delle entrate con lo stato»). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi definito l’Ase  “un’altra scatola vuota che porterà ulteriore confusione” ed ha sottolineato i costi dell’istituenda agenzia: 2.5 milioni per un  organico di 20 persone con tre dirigenti e 9 funzionari. «Questa non è un’agenzia al servizio dei sardi – ha concluso Truzzu – ma l’ennesimo spreco al servizio di una parte della maggioranza che governa la Regione».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’incontro in programma con una delegazione dei precari che hanno manifestato sotto il palazzo del Consiglio ed il presidente Ganau ha confermato l’incontro al termine della discussione generale.

Per il Psd’Az Angelo Carta ha sottolineato la necessità di «ragionare sugli obiettivi che si vogliono ottenere con la nuova Agenzia e non limitarsi a scrivere il solito libro dei sogni fermo restando che occorre cambiare passo rispetto ad una Giunta e soprattutto un presidente che con il Governo ha le brache calate mentre con il Consiglio mostra il suo volto più duro e intransigente, come hanno dimostrato le vicende di Tossilo, della riforma sanitaria e di quella degli Enti locali». L’Agenzia delle entrate, ha proseguito, «nasce soprattutto da una esigenza delle imprese sarde di avere un soggetto di prossimità con cui trattare la materia fiscale ma la verità è che lo Stato incassa 100 ma non restituisce alla Regione quanto dovuto ed anzi, non consente alla Regione di trattenere direttamente le sue risorse, la costringe ad aspettare le solite elemosine; questo il problema centrale che non ha trovato risposte, la vertenza entrate ha clamorosamente mancato questo obiettivo per mancanza di una strategia efficace, in altre parole non si è ottenuta la vera autonomia». E’vero, ha concluso, »che bisogna cambiare lo Statuto, rendere operativa la zona franca ed i punti franchi, ma rispetto a tutto questo l’Agenzia come viene configurata è lontana anni luce, quanto meno occorre chiarezza sul quadro nazionale che si va definendo, proprio per fare la vera Agenzia sarda delle entrate e non un semplice osservatorio che non tocca il rapporto fra fisco e contribuenti sardi».

Il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda ha ricordato di aver presentato già nel 2014 una mozione che, fra gli altri temi, portava all’attenzione del Consiglio il difficile rapporto fra fisco e contribuenti sardi, ottenendo in quella occasione l’impegno precisi impegni dell’assessore Paci. Proprio la scorsa settimana, ha ricordato, «con l’approvazione della nostra legge sulla semplificazione e la rottamazione di Equitalia annunciata dal Governo centrale, prendono forma due provvedimenti che potrebbero rifare fiato alle imprese spesso strozzate da atteggiamenti al limite dell’usura; con questa legge, in particolare, si fa un primo passo per tenere sotto controllo il nostro bilancio ed assicurare la certezza delle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «la stessa maggioranza ha riconosciuto che la nuova Agenzia non risolverà il problema della entrate della Regione, ma non si è spinta al punto di ammettere che in realtà siamo di fronte ad una operazione di propaganda che finisce per portare acqua all’antipolitica; le persone comuni vedono il fisco come una piovra che cerca in tutti i modi di drenare risorse da un sistema economico debolissimo e noi, per giunta, ci aggiungiamo una ennesima sovra-struttura che produce solo costi». Dedoni ha poi citato uno studio di qualche anno «con cui si dimostra che ad un eccesso di produzione legislativa non corrisponde l’efficacia delle azioni di governo; questo è proprio il caso di un provvedimento del tutto inutile per la Sardegna mentre la gente che sta fuori del palazzo aspetta risposte concrete, ci accorgeremo ben presto quali saranno i saldi della prossima finanziaria alla luce del disavanzo della sanità».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu si è detto convinto che «l’istituzione dell’Agenzia delle entrate è un momento storico per l’autonomia regionale e per una Sardegna finalmente in grado di poter contare su tutte le sue risorse ma la legge è carica di pesanti incertezze sia alla luce della riforma costituzionale che della prossima legge di stabilità; in altre parole è una legge già vecchia prima di nascere ed uno spot per il No al referendum». Entrando nel merito del testo Rubiu ha criticato i passaggi nei quali si fa riferimento alla collaborazione con Equitalia, «una specie di associazione a delinquere che ha portato al fallimento una buona parte del sistema economico regionale» e quelli relativi agli organici, «dove si parla di selezione interna volontaria ma non si capisce perché qualcuno decida di uscire dal sistema Regione per andare da un’altra parte; forse il vero obiettivo è reclutare personale esterno per mettere in piedi l’ennesima struttura pubblica, un doppione di controlli, pratiche e burocrazia».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha auspicato che il Consiglio «trovi il modo, anche con il contributo dell’opposizione, di dare ai sardi una buona legge, andando oltre le critiche dei consiglieri della minoranza, in buona parte eccesive anche se esistono alcune criticità che possiamo migliorare». Certamente, ha assicurato, «non vogliamo fare una legge tanto per farla o per farcela impugnare dal Governo, vogliamo invece fare qualcosa di buono per i sardi; è vero che lo Stato non ci ha dato le risposte che aspettavamo ma, con il nuovo strumento, vogliamo andare avanti sulla strada del confronto con lo Stato con più impegno e più incisività».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto che «quanti parlano dell’inutilità della legge rispetto ai bisogni della comunità sarda dimenticano che, in posizioni di governo, non hanno ottenuto risultati di rilievo; è vero, al contrario, che stiamo provando a prenderci sulla spalle questo fardello per dare risposta, fra l’altro, agli oltre 30.000 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da delibere di consigli comunali e provinciali». Sotto questo profilo, ha continuato, «è importante che si affermi il diritto dei sardi a chiedere ciò che spetta a loro, quanto e quando, perché da qui discende la certezza della programmazione; ecco la vera funzione del nuovo organismo che, nel confronto con il Ministero dell’economia, lavorerà con tutte le carte sul tavolo, superando la logica dei trasferimenti ed inserendosi in una cornice normativa di piena attuazione dell’art.8 dello Statuto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha riposto a Congiu che «il leader del Pds nella scorsa legislatura non ha presentato nessuna iniziativa in tal senso, perché evidentemente ha percepito che c’era qualche problema, ma da parte nostra non vogliamo portare la questione alle calende greche ma sottolineare che le varie proposte presentate, espressione del Consiglio, non sono state prese in considerazione assegnando una sorta di corsia preferenziale al Disegno di legge della Giunta e parlando impropriamente di Testo unificato». Dopo aver criticato con forza le posizioni espresse da un importante esponente del Pds, «un capo di gabinetto che fa politica in orario di servizio come è documentato dai social media», Pittalis ha sostenuto che «la legge è una occasione mancata perché la maggioranza ha respinto sul nascere l’idea del confronto su una materia che tocca da vicino la società sarda, e non affronta gli importanti problemi della fiscalità di vantaggio e del taglio delle tasse; non è serio, inoltre, il passaggio sul contingente di personale esterno da reclutare con compiti di studio e di ricerca, ma di questo riparleremo più avanti con maggiore dettaglio».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha tenuto a chiarire che «il problema dell’Agenzia sarda delle entrate è cosa totalmente diversa dalla vertenza entrate; certo da sola la legge non fa calare la disoccupazione, aumentare la ricchezza o ridurre la povertà, ma tutto questo non può essere un albi per il continuo ricorso al benaltrismo italiano; non facciamo proclami, riteniamo piuttosto di aver fatto un passo in avanti dopo la chiusura della vertenza entrate e l’approvazione della norme di attuazione, portando a casa risultati che nella legislatura precedente non si è riusciti ad ottenere». Ora, ha precisato, «siamo nel campo delle tecnicalità di calcolo che sono complicate quanto importanti e per questo ci vuole una struttura di specialisti, anche se l’ossatura dell’organico sarà formata con la mobilità e con personale esistente e se, non esiste, dovrà essere integrato da specialisti per definire in molto preciso il calcolo ed il controllo delle nostre spettanze». Quindi l’Agenzia, ha aggiunto, «non è un centro studi né la rivoluzione del sistema e nemmeno la battaglia di qualcuno ma un passaggio importante nella costruzione della nuova autonomia regionale, senza trascurare il rapporto con gli Enti locali». Per quanto riguarda le prospettive future,  ha concluso l’assessore Paci, «stiamo creando le condizioni, a legge vigente, per il riversamento diretto previsto nelle norme di attuazione (come già avviene in Trentino ed in Friuli) con modalità che saranno inserite in un decreto del Governo che forse avremo nella prima metà del 2017; la nostra legge istitutiva dell’Agenzia, inoltre, è perfettamente compatibile con eventuale cancellazione di Equitalia e comunque c’è ancora tempo per migliorare alcuni aspetti».

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha comunicato il calendario dei passaggi successivi, che però il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha contestato, chiedendo una breve sospensione della seduta e la riunione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle 16.00 e alle 17.00 si riunirà la commissione per esaminarli, mentre la seduta del Consiglio è fissata per le 18.00.

Successivamente, ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari. Subito dopo, ha tolto la seduta convocando un’altra riunione della conferenza dei capigruppo, per incontrare una delegazione di lavoratori precari che hanno manifestato davanti al palazzo del Consiglio.

Consiglio regionale 54

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Consiglio regionale 16

Il Consiglio regionale ha approvato il D.L n. 254 sulle “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Dl n. 254 (“Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”) con la discussione dell’art. 10 (pubblicazione in formato aperto di testi legislativi ed atti amministrativi) e degli emendamenti.

All’art. 10 (Pubblicazione dei testi coordinati delle leggi regionali in formato aperto) è stato presentato l’emendamento sostitutivo totale n. 17, con parere favorevole della commissione e della Giunta, con cui si prevede che «il sistema Regione pubblichi in formato aperto sui propri siti istituzionali atti e documenti non coperti da segreto o altro divieto di divulgazione».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha presentato una proposta di emendamento orale per correggere un refuso materiale nel testo dell’emendamento all’emendamento n, 24 che modifica l’emendamento n.17, da cui saranno eliminate le parole “o comunque”; la proposta è stata accolta.

Dopo una breve sospensione, il Consiglio ha approvato sia l’emendamento orale che l’emendamento n. 17.

Soppresso l’art.11, l’Aula ha esaminato l’art.12 (Obbligo della relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari), che è stato approvato.

In sede di discussione generale dell’art.13 (Azioni e obiettivi della semplificazione amministrativa) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha definito i principi ed obiettivi contenuti nel testo «piuttosto scontati e privi di un riscontro coerente nella legge, fatto che determina non poche contraddizioni e problemi applicativi; sarebbe meglio stralciare la prima parte e trasformarla in un regolamento, adesso è tardi per farlo ma sarebbe stata la strada giusta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sostenuto che « i ripetuti richiami all’efficacia ed alla trasparenza sono inutili, il problema è che le norme devono essere concretamente applicate, facilitando l’accesso alla pubblica amministrazione da parte di cittadini ed imprese».

Messo ai voti, l’art.13 è stato approvato, assieme al 14 bis (Programma di riduzione e misurazione degli oneri amministrativi). Sull’art.15 (Termini dei procedimenti amministrativi) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha sottolineato che «la legge assegna alla Giunta complessivamente circa 300 giorni di tempo per dire entro quali termini si devono concludere certe tipologie di procedimenti; noi speravamo che fosse un lavoro già fatto, perché così sembra la replica del comportamento eccessivamente discrezionale di certi uffici pubblici proprio in materia di termini».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha chiarito che «il tempo a disposizione della Giunta è legato alla complessità ed all’importanza del procedimento, facendo attenzione al miglioramento del rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione, prevedendo tempi certi per i procedimenti e sanzioni per chi sbaglia».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha criticato la legge che, a suo avviso, «con questi appesantimenti rischia di non andare da nessuna parte; stiamo votando una legge di cui non conosciamo nemmeno il momento dell’applicazione, producendo aria fritta».

Al termine della discussione l’art 15 è stato approvato. A seguire, il Consiglio ha votato con esito positivo anche gli articoli n.16 (Celerità delle attività istruttorie), 17 (sospensione dei procedimenti amministrativi), 18 (Riduzione dei termini per le imprese certificate), 19 (violazione dei termini procedimentali e responsabilità), 20 (rapporto su raggiungimento degli obiettivi) e 21 (responsabilità della correttezza e della celerità dei procedimenti).

Sull’art 22 (Indennizzo e danno da ritardo) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha detto che «sarebbe una buona norma se non fosse che la commissione Bilancio ha rilevato che non c’è copertura finanziaria e questo è un problema che non si può tenere aperto, quanto meno per quantificare le risorse necessarie, altrimenti non avremmo nemmeno i soldi per indennizzare qualcuno che ne ha diritto».

Subito dopo il Consiglio ha approvato l’art.22 e, a seguire, anche gli articoli 22bis (Obbligo di astensione per conflitto di interessi), 23 (Comunicazione telematica) e 24 (Comunicazione tra le pubbliche amministrazioni del sistema Regione).

Sull’art 25 (Conferenza di servizi in via telematica), il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto, su suggerimento uffici, una modifica del testo riguardante la centrale di committenza, «tenendo presente che molti Comuni a bassa densità di popolazione si sono uniti per poter garantire una serie di servizi ma la materia è regolata da nuova norma nazionale che necessita di decreti attuativi; uffici consigliano un approfondimento tecnico», per cui si rende necessaria una sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che è opportuno accantonare l’articolo per riprendere il suo esame in un secondo momento.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. n.26 (Rapporto con la legge 241/90 e con le leggi speciali) ed il n.28 (Sportello unico per le attività produttive e per l’attività edilizia – Suape).

Riprendendo l’esame dell’art 25, dopo una breve sospensione, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha spiegato che la modifica consiste nel rinviare la data di applicazione della nuova norma nazionale, in modo da consentire ai Comuni non capoluogo di provincia di garantire i servizi alle rispettive comunità.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato di non aver niente da dire sulla correzione, ricordando però che «è la quarta volta che proroghiamo la funzione di stazione appaltante per i piccoli Comuni e su questo c’è un grave ritardo della Giunta su Piani strategici che dovevano essere adottati in attesa di perfezionare le Unioni Comuni per raggiungere una popolazione di almeno a 10.000 abitanti; il dato vero è che alla fine dell’anno siamo ancora fermi».

Al termine della discussione l’art. 25 è stato approvato con l’integrazione contenute nell’emendamento orale del capogruppo del Pd Pietro Cocco.

In sede di discussione generale sull’art. 28bis (Progetti speciali), il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha dichiarato in modo critico che «da una parte si riempiono pagine con leggi che il giorno della loro entrata in vigore non sono applicabili e dall’altra si crea nuovo precariato per fornire supporto agli Enti locali; un provvedimento con queste caratteristiche dovrebbe essere ritirato».

Subito dopo il Consiglio ha votato l’art. 28 bis.

L’Aula è poi passata all’esame dell’art. 29 “Procedimento unico” che è stato approvato. Via libera in rapida successione anche agli articoli 30 “Presentazione delle dichiarazioni autocertificative”, 31 “Verifica formale della dichiarazione autocertificativa” e 32 “Procedimenti in autocertificazione”.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’articolo 33 “Attività istruttoria del SUAPE”. E’ intervenuto il consigliere di Sel Eugenio Lai per annunciare il ritiro dell’emendamento aggiuntivo n.19. Si è poi passati alla votazione dell’articolo 33 che è stato approvato.

Disco verde, per alzata di mano e senza discussione, anche per gli articoli 34 “Chiarimenti sulle normative tecniche”, 35 “Conferenza di servizi nel SUAPE”, 36 “Ultimazione dei lavori e agibilità”,  37 “Collaudo di impianti produttivi” , 38 “Deroghe ed esclusioni “, 39 “Attività consultiva“, 40 “Oneri istruttori e tariffe”, 41 “Agenzie per le imprese”,  42 “Ufficio regionale SUAPE”, 43 “Semplificazione in materia di autorizzazione unica ambientale”, 44 “Digitalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia ambientale” e 46 “Semplificazione delle procedure di deposito per le opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a struttura metallica” mentre l’articolo 45, previsto nel DL della Giunta, era stato soppresso in Commissione.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 47 “Semplificazione del procedimento di autorizzazione per le attività di noleggio autobus con conducente”. Il presidente Ganau dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della Commissione e della Giunta sull’emendamento aggiuntivo n.3 ha messo in votazione articolo ed emendamento che sono stati approvati. L’emendamento n.3 introduce l’articolo 47 bis che disciplina le funzioni della Regione e degli enti locali in materia di energia. In particolare, la norma aggiuntiva stabilisce che: dopo la lettera e) del comma 2 dell’articolo 20 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali), è aggiunta la seguente: “e” bis) rilascio dei provvedimenti di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, con potenza termica installata inferiore ai 300 MW, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità) e successive modifiche e integrazioni.

L’emendamento n. 3 abroga inoltre la lettera b) del comma 3 dell’articolo 21 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) e il comma 3 dell’articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Successivamente l’Aula ha approvato gli articoli 49 “Semplificazione di procedimenti per le attività esercitate in occasione di eventi temporanei”  e 50 “Attività commerciali temporanee”.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo”  il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensioni dei lavori che il presidente Ganau ha accordato.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo” è intervenuto l’on. Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Da una lettura attenta della norma mi sorprende che si parli solo delle strutture ricettive e alberghiere. Si semplifica così soltanto l’attività di alcune categorie produttive e non di tutte. Per questo chiedo che si sospenda l’esame di questa norma». Favorevole anche il relatore di maggioranza, on. Demontis: l’esame dell’articolo 51 è stato sospeso.

Sull’articolo 51 bis “Semplificazione del procedimento per l’iscrizione nel registro degli esercenti le professioni turistiche” è stato approvato l’emendamento sostitutivo totale 25 (con parere favorevole della Giunta). A seguire, voto favorevole anche per l’articolo 51 bis e così l’articolo 51 ter “Abolizione della tassa di concessione regionale e altre tasse per il rinnovo annuale dell’autorizzazione, anche per gli esercizi di attività stagionale”.

All’articolo 51 quater “Semplificazione dell’attribuzione della categoria “lusso” agli alberghi classificati a cinque stelle” è stato presentato un emendamento soppressivo totale, il 16. La maggioranza ha suggerito un emendamento orale che rivede il concetto di albergo di lusso con un’autocertificazione ad avvio immediato, come illustrato dall’on. Annamaria Busia (Cd). L’on. Pietro Pittalis si è detto favorevole: «Chiamerei questa norma emendamento Briatore e mi fa piacere che lo abbiamo firmato anche i colleghi Pizzuto e Anedda».

Approvato anche l’articolo 51 quinquies “Riconoscimento e classificazione delle strutture ricettive di cui all’articolo 11 della legge regionale n. 5 del 2016”. A seguire sì anche all’articolo 51 sexies “Razionalizzazione della competenza in materia di sanzioni amministrative per attività di pesca senza il consenso del concessionario” e così all’emendamento 21.

Sull’articolo 52 “Inderogabilità della legge da parte di atti regolamentari e amministrativi”, l’on. Tedde ha chiesto alla Giunta e in particolare all’assessore Demuro «di non far rivoltare nella tomba Virga e Sandulli. E’ davvero aberrante quello che scrivete, una smania di semplificazione vi sta portando alla confusione: gli atti amministrativi e regolamentari non possono modificare la legge. Per anni verremo indicati come quelli che hanno approvato una norma lapalissiana».

Per l’on. Demontis «sarebbe bastato un emendamento soppressivo e invece nemmeno uno ne ha presentato l’on. Tedde». L’articolo 52 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’articolo 53 “Norma transitoria per gli enti locali”  mentre per l’articolo 51, che era stato sospeso in precedenza, il presidente ha disposto una breve sospensione prima del voto. L’on. Demontis ha illustrato un emendamento in Aula e ha chiesto che il testo sia armonizzato in sede di coordinamento normativo finale. L’Aula ha approvato sia l’articolo 51 che l’emendamento aggiuntivo orale.

Approvata anche la tabella allegato A e poi la legge con le modifiche approvate dal Consiglio.

L’on. Busia ha dichiarato il suo voto favorevole alla legge, «un testo assolutamente innovativo che riordina la materia amministrativa e la semplifica».

Contraria invece l’on. Alessandra Zedda: «Una legge per nulla innovativa, che non darà benefici e che non potrà essere applicata. Dei nostri dubbi manco uno ne avete accolto, se non in occasione della mostruosità dell’articolo 53».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha annunciato il suo no: «La famosa semplificazione vorreste ottenerla con 52 articoli, mi sembra tutto chiaro: non semplificate ma complicate».

Di parere opposto il  relatore di maggioranza Salvatore Demontis secondo il quale si tratta di una legge di grande portata che avrà effetti positivi per la Regione. «Saranno garantiti tempi certi per i procedimenti amministrativi ribaltando il rapporto cittadini-amministrazione a favore dei primi – ha detto Demontis – altro elemento qualificante è l’estensione del Suap allo sportello unico per l’edilizia. In questo modo gli interventi potranno iniziare immediatamente a seguito della presentazione di un’autocertificazione o dopo 20 giorni se è previsto un permesso a costruire. E’ uno strumento molto più efficace delle deroghe in materia urbanistica finora approvate».

Giudizio condiviso da Luigi Lotto (Pd): «Questa legge caratterizzerà questa legislatura. Un risultato ottenuto grazie anche all’atteggiamento sostanzialmente positivo della minoranza che ha consentito di approvarla in tempi rapidi».

Il consigliere Giovanni Satta (Uds) ha annunciato la sua astensione: «Stiamo approvando una legge di riforma attesa dai sindaci. Si poteva però fare di più e aspettare di capire che sorte avrà la legge Madia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale della legge che è stato approvato con 31 voti a favore e 7 contrari. Il Consiglio si riunirà martedì prossimo alle 16.00.

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«Una sede fissa nella città di Cagliari per il Liceo artistico-musicale Foiso Fois», è l’auspicio formulato dal presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), che a conclusione dell’audizione del dirigente scolastico, Ignazia Chessa e dei rappresentanti dei docenti, dei genitori e degli studenti, ha preannunciato una nota indirizzata all’assessore regionale della Pubblica istruzione e a quello degli Enti Locali, per rappresentare le difficoltà e i disagi dell’artistico, nonché la necessità di un intervento presso l’amministratore straordinario della Provincia di Cagliari al fine di favorire, in accordo con i vertici dell’istituto superiore,  la risoluzione dei problemi legati all’individuazione delle sede.

Studenti, genitori e docenti del Fois  hanno quindi ribadito alla commissione le ragioni della protesta che questa mattina si è conclusa davanti al palazzo del Consiglio regionale per affermare il diritto ad una sede fissa in città, considerato che la Provincia ha comunicato, nel giorno di apertura dell’anno scolastico, la sede del Besta a Monserrato in aggiunta a quelle di via Sant’Eusebio a Cagliari e di via Bixio a Pirri.

In precedenza la commissione aveva ascoltato il sindaco, gli amministratori comunali, i rappresentanti dei docenti e degli alunni dei Comuni di Segariu e Oliena. Nel paese del Campidano la protesta riguarda la mancata riattivazione delle elementari nonostante, così ha sostenuto il sindaco, Andrea Fenu, sussistano tutti i requisiti per l’apertura della scuola, ponendo così fine all’accorpamento, deciso nel 2015, con Furtei.

Ad Oliena il problema riguarda invece la mancata attivazione della terza classe della prima media che ha comportato la formazione di due classi, rispettivamente, da 27 alunni (tempo prolungato) e 24 alunni (tempo ordinario). Il sindaco del Comune del nuorese, Martino Salis, unitamente con gli amministratori, docenti e genitori ha rappresentato al parlamentino presieduto da Gavino Manca, le oggettive difficoltà riscontrate per garantire adeguati livelli di istruzione e, soprattutto, i rischi connessi ad una difficile situazione sociale che ha fatto registrare preoccupanti fenomeni di microcriminalità e bullismo.

A conclusione del breve dibattito che è seguito alle audizioni ed al quale hanno partecipato i consiglieri Rossella Pinna (Pd), Roberto Desini (Pds), Pietro Pittalis (FI), Luigi Crisponi (Riformatori), Paolo Zedda (Rossonori) e Mario Tendas (Pd), il presidente della commissione ha assunto l’impegno di portare all’attenzione dell’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino,  e del direttore dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, convocati in due distinte audizioni in programma nella mattinata di giovedì 6 ottobre, i casi delle scuole di Oliena, Segariu e Goni (oggetto di un incontro con la conferenza dei capi gruppo nei giorni scorsi) perché siano individuate le opportune soluzioni.

Palazzo del Consiglio regionale A

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Consiglio regionale 31

Nella seduta di questa mattina, il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.254/A – Giunta regionale – “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi“. Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Salvatore Demontis del Pd.

Nel suo intervento Demontis ha parlato di un «disegno di legge importante rivolto a cittadini, imprese e pubblica amministrazione, una strada che vogliamo percorrere con decisione anche nel futuro procedendo ogni anno uno specifico disegno di legge sulla riduzione del numero delle leggi (già con questo provvedimento ne tagliamo 390) ed il loro trasferimento, ove possibile, in testi unici divisi per materia». «In prospettiva – ha aggiunto – guardiamo anche «ad una valutazione dell’incidenza della normativa regionale su quella di diversi livelli oltre all’impatto della regolazione per poterne valutare i benefici per i destinatari a cominciare da quelli socio-economici». «Complessivamente – ha sintetizzato Demontis – si punta a migliorare la qualità delle leggi per strutturare buone pratiche legislative ed introdurre principi importanti: open data su tutti gli atti della Regione, consentendo ai cittadini, i cittadini di controllare in modo diffuso l’andamento della pubblica amministrazione e non solo in presenza di un interesse legittimo, termine massimo di 30 giorni per la maggior parte dei procedimenti, ora sforato molto frequentemente, possibilità di intervento sostitutivi di fronte ad inadempimenti e sistema sanzionatorio articolato, che comporterà la riduzione del premio di risultato per il dipendente inefficiente, indennizzo per ogni giorno di ritardo a prescindere da danno, abbandono della carta e utilizzo massiccio della posta elettronica certificata». «Ci aspettiamo – ha aggiunto il consigliere del Pd – effetti molto positivi della nuova legge sulla materia edilizia, attraverso il grande miglioramento dello sportello unico Suap, che supererà la situazione a macchia di leopardo attraverso nuove modalità telematiche, una piattaforma unica ed un’unica modulistica; inoltre la pubblica amministrazione sarà obbligata a portare avanti istruttorie in parallelo riducendo ancora i tempi di definizione delle pratiche».

Il relatore di minoranza Stefano Tunis di Forza Italia ha affermato che quello in esame è «un provvedimento che ha avuto una gestazione molto prolungata essendo stato concepito all’inizio di questa legislatura, quando norme buone e trasparenti sembravano priorità vere; pero è vero che ora siamo a metà mandato e vediamo che sono state approvate con il vecchio sistema riforme importati come quella edilizia che secondo gli uffici tecnici si è rivelata praticamente neutra e ad impatto zero». «Tuttavia – ha riconosciuto Tunis – l’iter della legge è stato corretto e trasparente frutto anche di un buon rapporto con l’opposizione in sede di commissione anche se, per noi, l’iniziativa legislativa rimane troppo sbilanciata sulla Giunta regionale, segno che forse occorreva affrontare il tema della semplificazione con una legge statutaria dato che siamo in presenza di regole e responsabilità comuni e condivise ed è quindi questa la strada giusta per fare buone leggi e dare buone risposte ai cittadini». Appare positivo, peraltro, «prevedere un adeguato periodo di sperimentazione con uno sguardo concreto rivolto alla soluzione dei problemi ma questo, bisogna ricordarlo, non è il metodo applicato dalla Giunta in tutte le altre circostante, a cominciare dalla Asl unica a proposito della quale lo stesso nuovo manager ha confessato di essere privo di certezze, in pratica la Giunta predica bene e razzola male». «Sarebbe stata necessaria infine – ha concluso Tunis – una maggiore attenzione, per esempio, all’abrogazione della legge regionale n. 30 in materia di trasparenza perché, in quella legge, c’era un passaggio sul cosiddetto accordo procedimentale che faceva risolvere molti problemi nei rapporti fra pubblico e privato». «Guardiamo a questo provvedimento «con spirito costruttivo – ha detto infine – perché è una norma che serve ai cittadini per provare a recuperare un rapporto virtuoso con la pubblica amministrazione, tema centrale per tutta la politica».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha confessato di aver deciso di intervenire quasi per «timbrare il cartellino anche se parlare in quest’Aula, a volte, è non solo difficile ma inutile, perché continuiamo a rappresentare un sistema politico che la gente ha condannato e non vuole più; ieri, in occasione del dibattito sul Patto per la Sardegna, ho visto spargere morfina dappertutto (perfino nel banchi della minoranza) perché si è consolidato un sistema in cui una maggioranza che magari è una minoranza guidata da poche persone decide per altri che devono obbedire». Con la legge dei governatori, ha aggiunto, «pensavamo ad un presidenzialismo temperato, qui invece prima si fa un programma elettorale e poi lo si stravolge completamente». «Alcuni parlamentari nazionali – ha dichiarato ancora Floris – invita a votare Si alla riforma costituzionale perché così si elimina la competenza concorrente con le Regioni dimenticando che, così, scompare l’autonomia in tante materie compresa quella che stiamo discutendo». Esprimendo un giudizio nettamente contrario sul Disegno di legge, Floris ne ha evidenziato le lacune giuridiche, spiegando che «interviene su materie di competenza dello Stato che ha già legiferato ampiamente e continua a farlo anche recentemente con i decreti attuativi della riforma Madia, rendendo quindi legittimo chiedersi dove si colloca la nostra legge, anche perché la stessa riforma Madia contiene fra l’altro una clausola di salvaguardia che prevede la sua applicabilità anche nelle Regioni a Statuto speciale».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha definito il disegno di legge «fra i più qualificanti per la Regione, anche per la capacità di proposta della Giunta e degli assessorati dell’Industria e degli Affari generali,  e la volontà di intercettare obiettivo strategici del mandato del centro sinistra». «Questa legge –  ha sottolineato – dà risposte certe in tempi certi ai cittadini, mette ordine nel panorama legislativo regionale, introduce meccanismi di semplificazione, riduce tempi e rende più semplice la vita dei cittadini e delle imprese; questo approccio deve diventare strutturale nella nostra agenda politica, individuando le priorità di azione e, meglio ancora, introducendo meccanismi di valutazione ex post sull’impatto della legge nella società sarda». E’positivo inoltre, a giudizio della Forma, «che si sia stabilità una uniformità dei procedimenti su tutto il territorio regionale (soprattutto negli uffici tecnici) ed un nuovo ruolo sia per le Unioni dei Comuni che per la Città metropolitana di Cagliari». In definitiva, ad avviso dell’esponente del Pd, «è una legge positiva per la comunità regionale ed ora è auspicabile che il personale della Regione e degli Enti locali risponda con generosità sentendosi protagonista di un nuovo processo virtuoso». 

Per Forza Italia il consigliere Ignazio Locci ha auspicato in apertura che «i ringraziamenti della collega Forma li facciano, in realtà, cittadini ed imprese cui la legge è destinata; sui principi da parte nostra c’è condivisione perché li riteniamo universali e quindi da non declamare politicamente, piuttosto è necessario che a queste buone intenzioni si facciano seguire i fatti». Cittadini ed imprese, ha segnalato, «chiedono una pubblica amministrazione adeguata ai tempi e soprattutto semplice, ma proprio questa è una lacuna del provvedimento in esame, che resta un po’ a metà strada fra esigenze degli uffici e delle attività produttive, soprattutto in edilizia; sono poi scettico sulla tempistica legata ad alcuni passaggi che riguardano le Sovrintendenze e le competenze dello Stato, un po’ lo stesso argomento che ha sollevato il collega Floris su norme nazionali che potranno essere non sovrapponibili a questa legge». C’è poi da affrontare, ha ricordato, «tutto il discorso sul materiale umano che si è rivelato purtroppo decisivo nell’ostacolare il nuovo corso legislativo; molti Comuni sono indietro, il funzionamento di Agenzie ed Enti agricoli è da terzo mondo e c’è la giungla degli accertamenti conformità, in altre parole oltre che un taglia leggi ci vorrebbe un taglia teste, perché ci sono persone si credono proprietarie di ogni singola pratica, c’è ancora in Sardegna un freno a mano tirato talvolta indotto da molte parti della pubblica amministrazione». «La legge – in conclusione – è un tentativo ancora insufficiente con alcune complicazioni ed il lavoro non è finito, serve un cambio di marcia nella realtà».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha parlato di un «tentativo lodevole come tutti quelli in cui la burocrazia si avvicina al cittadino ed alle imprese liberandosi di tanti aspetti fastidiosi che mettono limiti al fare ed appaiono inaccettabili, soprattutto, per quanto riguarda la tempistica; scelte condivisibili quindi anche se qualche perplessità resta sui modelli di applicazione e lo stesso testo di 53 articoli non risulta sempre di facile lettura a conferma che la burocrazia è davvero una piramide difficile da scalfire». «Forse è mancata la progettualità vincente – ha aggiunto Crisponi – per assicurare la rapida attuazione della norma, in proposito cito l’esempio del testo unico sul turismo che contrasta con il disegno di legge che stiamo esaminando; in pratica si dice che ci vuole parere obbligatorio della Regione per le strutture ricettive 5 stelle lusso ma questo fa sorridere tutto il mondo, un mondo legato ad internet ed ai suoi giudizi inappellabili, c’è però tempo di correggere guardando verso il futuro e ricordando che i testi vanno armonizzati alla luce delle reali esigenze di famiglie ed imprese, questo è il vero lavoro che renderebbe più facile la vita delle persone».

Dopo l’on. Crisponi ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (Forza Italia), che ha proposto «un focus su due punti. Uno è sull’iniziativa legislativa, quasi esclusivamente in capo alla Giunta regionale in questi due anni e mezzo. E ne ha abusato in una serie di circostanze. Questo è un tema sul quale ci dobbiamo confrontare perché anche da qui passa la semplificazione legislativa della quale dobbiamo discutere oggi.  L’altro focus riguarda il costo della riforma, che sarebbe a zero sia in termini di personale che di risorse finanziarie. Ma sono tante le obiezioni da parte di chi a brevissimo si troverà ad applicare determinate norme in termini brevissimi. Siamo sicuri che non sia più giusta una moratoria per gli enti locali, per consentire loro di traslare nel tempo l’applicazione? La capacità di adattamento dei Comuni alla riforma degli enti locali è già stata stressata: non aggiungerei altro nell’immediatezza».

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Sel) e ha detto: «Sono convinto che riusciremo a migliorare questo disegno legislativo ambizioso anche con la reale partecipazione della Giunta, che è stata disponibile durante i lavori della commissione. Spero che gli emendamenti dell’opposizioni migliorino ancora di più un testo che deve rimediare al rapporto logorato tra il cittadino e la burocrazia regionale. L’Autonomia perde colpi a causa della classe politica e anche delle mancate risposte della burocrazia. Non sono convinto che tutto possa cambiare con questa legge, che la Regione faccia immediatamente un balzo in avanti ma se iniziamo con un boccone alla volta riusciremo a mangiare un elefante. Non sarà questa la legge che ci farà finire il pasto, è chiaro. Abbiamo poi il problema, anche in questa legislatura, della mancata applicazione delle leggi che pure questo consiglio approva». Nel merito, l’oratore ha parlato dell’importanza del «Suape, lo sportello unico delle attività produttive e dell’edilizia, che potrà occuparsi anche delle attività sportive e musicali come spesso gli imprenditori richiedono».

Per l’onorevole Marco Tedde (Forza Italia) «è certamente la semplificazione amministrativa la frontiera della pubblica amministrazione e non mi pare che questo testo all’esame sia il verso giusto di questo grande obiettivo. Quello che manca è la sburocratizzazione e la riduzione del carico fiscale per le imprese: sono queste le cose che mancano alla Sardegna per crescere. Oltre ovviamente alle politiche dei trasporti, dal 2014 del tutto inesistenti. Tra l’altro in questo testo legislativo non mi pare siano stati recepiti i decreti attuativi della legge Madia: siamo alle prese con la solita fretta della tecnica legislativa, come si coglie con tutta evidenza dall’articolo 52, che ci ricorda che i regolamenti regionali non possono in alcun modo essere in contrasto con le leggi. Francamente non c’era bisogno di precisarlo. Riflettiamo bene su queste cose bizzarre che avete scritto, riportiamo il testo in commissione».

I Riformatori sono intervenuti con l’on. Attilio Dedoni: «Il tema della semplificazione amministrativa è nel dna della nostra forza politica da sempre. Ma qui siamo ancora nel vago. Il buon legislatore deve proiettarsi in avanti e vedere nella lunga distanza. Se questo non accade, il lavoro del legislatore non aiuta i cittadini e gli imprenditori. Il caos che si vive nel sistema legislativo obbliga i cittadini a fare salti mortali e li costringono a perdere opportunità e diritti. Senza chiarezza siamo tutti consegnati all’arbitrio e gli imprenditori non passeranno in Sardegna manco per sbaglio. In Svizzera una fabbrica apre in una settimana: se non c’è indipendenza economica non ci sarà mai indipendenza istituzionale».

L’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha parlato di «una legge ricca di buone intenzioni, soprattutto per le imprese. Ma se guardiamo i contenuti della legge i dubbi si fanno avanti. E la sensazione è che stiamo creando nuovi disagi alle imprese, altro che sburocratizzare. La vostra semplificazione  coincide sempre con una rappresentazione del cittadino come una controparte, non come la persona alla quale dobbiamo prestare servizio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, si è rivolto all’assessore Demuro e ha detto: “Lei sarebbe destinato ad essere sostituito, secondo quello che si legge. Evidentemente non ha padrini politici forti e non conta nulla il suo curriculum. In questa giunta regionale che più volte ho definito fallimentare non ho difficoltà a riconoscere competenza e spirito di iniziativa al professor Demuro. Questo provvedimento comunque tenta di avviare un nuovo corso della burocrazia regionale”.

Per l’oratore «è comunque evidente ancora una volta il centralismo regionale e la mortificazione degli enti locali, ai quali in concreto non si deve riconoscere la sussidiarietà. Al di là di tutto, le norme non devono rimanere lettera morta ma devono essere poi applicate e questo è un enorme problema della Regione che giustamente il presidente Agus ha fatto bene a evidenziare nel suo intervento».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras si è detta orgogliosa del testo di legge presentato all’attenzione dell’Aula, che muove dall’esigenza, più volte e in più occasioni richiamata, di accelerare la spesa pubblica. «Questa legge – ha proseguito – non può risolvere tutti i problemi che affliggono la pubblica amministrazione ma incomincia ad affrontare in profondità e a risolvere alcune importanti questioni».

Con il provvedimento in discussione, a giudizio della Piras, si riduce quello che le multinazionali che decidono di non investire più nel Paese chiamano “gap Italia”. «Diamo a tutti i Comuni – ha spiegato a titolo esemplificativo la responsabile dell’Industria – la possibilità di unire al preesistente sportello unico anche lo sportello unico per l’edilizia: una sperimentazione incominciata in dieci Comuni nel 2014, poi diventati 46 e che continua a registrare continue richieste di inserimento da parte delle amministrazioni locali dell’Isola a testimonianza della efficacia della soluzione».

«Con la legge per la semplificazione – ha proseguito la rappresentante dell’esecutivo regionale – si tende a garantire al cittadino la possibilità di avviare un’attività con la sola autocertificazione, prevedendo i controlli in una fase successiva a quella autorizzativa e realizzativa.»  

«E’ questa è la vera rivoluzione – ha tuonato l’assessore Piras – insieme con lo stabilire tempi certi di risposta da parte della pubblica amministrazione alle richieste di cittadini e imprese.»

L’assessore si è detta disponibile ad accettare proposte tendenti al miglioramento delle norme contenute nel testo del disegno di legge ed ha auspicato una piena condivisione delle novità introdotte dal provvedimento in discussione che se approvato “migliorerà la qualità della nostra amministrazione insieme con la vita dei cittadini e delle imprese della Sardegna.

Conclusa quindi la discussione generale, l’Aula con 30 favorevoli su 34 votanti, ha approvato il passaggio agli articoli ed il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai,  ha dichiarato conclusi i lavori annunciando la convocazione della conferenza dei capigruppo, nonché il termine per la presentazione degli emendamenti (domani alle 12.00) insieme con la convocazione della Prima commissione per il parere, sempre domani ma alle 13. Lai ha inoltre confermato la convocazione della Seconda commissione alle 14.45 e della Quinta commissione domani alle 10.30.

Il Consiglio si riunirà martedì 11 ottobre, alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulle misure urgenti per alleviare i danni causati dagli incendi estivi alle aziende agricole, sull’istituzione di una struttura tecnico-organizzativa autonoma potenziata in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura e contro la realizzazione degli impianti termodinamici a Decimoputzu e Gonnosfanadiga.

E’ stata bocciate, invece, la mozione sul primo bilancio alla lotta agli incendi sul territorio regionale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n.240 – Congiu e più – “sulle misure urgenti per alleviare il danno patito dalle imprese agricole insediate nei territori percorsi dagli incendi nelle giornate dell’1, 2 e 5 luglio 2016; attivazione di strumenti finanziari e buon acquisto di materie prime per l’alimentazione del bestiame”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Gianfranco Congiu (Pds) per illustrarne il contenuto.

Nel suo intervento Congiu ha sottolineato che «la mozione non fa leva sui sentimenti e non punta a suscitare emozioni ma ha lo scopo di intervenire su un argomento che purtroppo in Sardegna si ripropone in modo ciclico, non con un risarcimento già previsto dalla normativa vigente quanto con strumenti innovativi ed utili per alleviare chi ha perduto la sua unica fonte di reddito, nel caso dell’azienda agricola il nutrimento per gli animali». «Per questo – ha sostenuto – auspico un dibattito sul livello di cura che dobbiamo mettere in campo per le popolazioni colpite, senza dimenticare che, oltre all’efficienza del sistema di contrasto agli incendi che ha dato buoni risultati, occorre trovare una strada per fornire aiuti immediati». Quello dei voucher può essere un esempio, ha precisato in conclusione, «fermo restando che occorre garantire la sopravvivenza di settori produttivi vitali per la Sardegna con particolare riferimento alla ruralità che, nel passato, aveva attorno un vero e proprio sistema pubblico e privato che lo sosteneva mentre dopo è stata progressivamente messa ai margini, una tendenza che è necessario invertire».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 252 – Crisponi e più – Crisponi e più – “sul primo bilancio della lotta agli incendi sul territorio regionale”. Il presidente ha dato la parola al consigliere Michele Cossa (Riformatori sartdi) per illustrarla.

Cossa ha parlato della recente stagione degli incendi evidenziando la sua preoccupazione «non solo per i danni causati alle attività agricole ma anche per impatto del fenomeno su importanti attività turistiche in diverse zone della Sardegna e, di conseguenza, sulla sicurezza percepita da turisti con ripercussioni negative sul piano dell’immagine della Sardegna». «Inoltre – ha proseguito – emerge una situazione difficile del comparto forestale dove il 30% del personale risulta inabile al servizio e in generale la pianta organica presenta una età media molto avanzata, e va sottolineato in questo contesto anche il ritardo con cui è stata stipulata la convenzione con Vigili del Fuoco». «In generale – ha riassunto Cossa – siamo di fronte ad un sistema sottoposto ad una forte pressione ed occorre quindi una riflessione sulla stagione antincendio 2016, sia per la quantificazione dei danni economici ai territori che per una stima degli indennizzi alle popolazioni colpite, con un focus particolare sull’apparato di telerilevamento che in vent’anni (e nonostante la spesa di ben 27 milioni di euro, a cifre attuali) non ha prodotto niente di concreto perché è stata sostanzialmente abbandonato dalla Regione e comunque mai entrato davvero in funzione; anche su questo aspetto è necessaria chiarezza, nel momento in cui si ragiona su cosa fare il per prossimo anno».

Subito dopo è stata illustrata l’interpellanza n. 235/A con primo firmatario il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu.

Il capogruppo dell’Udc, dopo aver ricordato che la discussione dell’interpellanza a distanza di oltre due messi dalla sua presentazione «lascia il tempo che trova», ha messo l’accento sulla necessità di «dati precisi tema sulla stagione appena conclusa, caratterizzata da gravi incendi che, soprattutto nel mese di luglio, hanno colpito diverse zone della Sardegna con danni incalcolabili estesi su migliaia di ettari di terreno». Proprio oggi, ha continuato Rubiu, «il presidente regionale dell’ordine degli agronomi parla di doppio danno, sia al bosco ed al legnatico che soprattutto all’ambiente, parlando a questo proposito di guerra persa dalla politica». Comunque, a giudizio del capogruppo dell’Udc, «sono inaccettabili i ritardi ed i disservizi sull’attività dei Canadair che prima erano di stanza in Sardegna presso l’aeroporto di Elmas per sottolineare la necessità di proteggere adeguatamente la nostra Regione, la prima in Italia per superficie coperta da boschi». Il sistema regionale di prevenzione, ha concluso, «presenta molte falle, nel coordinamento e perfino nelle attrezzature impiegate come le pompe, con danni immateriali e reali di dimensioni incalcolabili che attendono risposte concrete, nel quadro di una urgente riflessione su quanto occorre fare in futuro».

Prendendo la parola nella discussione generale, il consigliere Pier Mario Manca (Sdl) ha affermato che in questo settembre «cominciamo a vedere sulla un paesaggio che inizia ad assumere il colore verde dopo le grandi distese nere dell’estate» Il fuoco, ha lamentato, «è purtroppo una piaga che non riusciamo a debellare contro la quale ci siamo sempre impegnati a fondo anche con leggi che hanno introdotto sui terreni percorsi dal fuoco il divieto di pascolo per 10 anni, oltre a misure per la macro e la micro fauna, dimenticando però che sopra quei terreni ci sono le aziende e gli uomini che ci lavorano, persone ed animali sopravvissuti che meritano la massima attenzione della Regione». E’vero, ha riconosciuto, «che non si può proclamare lo stato di calamità naturale in presenza di incendi dolosi ma dobbiamo comunque trovare soluzioni e dare una risposta pubblica alla catena di solidarietà naturale cui da sempre assistiamo nelle nostre campagne, sia pure limitatamente al nutrimento degli animali». Manca ha concluso auspicando «la creazione di un fondo per accompagnare le aziende colpite dagli incendi fino al cambiamento della stagione e del clima; non sono cifre enormi e non si tratta certo aiuti di Stato, e questo scopo potrebbe essere utilizzata anche la misura 5 del Piano di sviluppo rurale (Psr)».

Il consigliere dell’Udc Gianni Tatti ha dichiarato che «ogni estate diciamo sempre le stesse cose guardando i nostri paesaggi devastati dagli incendi ed è ora che le istituzioni diano un segnale tangibile del loro operato nell’interesse dei cittadini, soprattutto nei confronti di coloro che hanno perso tutto». Quest’estate, ha protestato Tatti, «lo spiegamento di forze della Regione non è stato all’altezza della situazione, sia per scarso coordinamento che problematiche legate a tensioni locali, nonostante tutti gli operatori meritino il convinto plauso della comunità regionale per gli sforzi che hanno profuso». Tutta, ha detto Tatti in conclusione, «va bene fronteggiare le situazioni straordinarie con strumenti straordinari ma dobbiamo investire di più sulla prevenzione, lavorando tutti assieme su molti fronti, cominciando dalla conoscenza e dall’informazione, per arrivare ad una Sardegna salvata non da aerei ma da nuova coscienza dei sardi».

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha condiviso in apertura i contenuti della mozione del collega Congiu aggiungendo però che, «al di là di questo la politica deve prendere esempio dall’atteggiamento di molti allevatori sardi che hanno espresso solidarietà con gli operatori colpiti dagli incendi; noi invece siamo in ritardo, dobbiamo fare autocritica e moltiplicare i nostri sforzi per ricostruire il tessuto economico dei territori colpiti dal fuoco».

Replicando a nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha dichiarato che «nonostante i clamori e le eccezionali difficoltà meteo, la stagione 2016 appare molto simile a quella di anni precedenti, fatta eccezione per le temperature molto superiori alla media segnalate da ben 4 avvisi meteo seguiti da eventi molto gravi accompagnati da straordinarie ondate di calore». Quella 2016 è stata fortunatamente una stagione di incendi senza vittime, ha detto ancora l’assessore cogliendo l’occasione per ringraziare i 4 operatori rimasti feriti, «ma con danni rilevanti: 2495 incendi su una superficie di 11600 ettari di cui 3100 di boschi, soprattutto a luglio ed agosto in corrispondenza con eccezionali ondate di calore». Tuttavia, ha precisato l’assessore Spano, «i raffronti col passato vanno fatti non con una singola annata ma con una finestra storica più ampia che indica l’evoluzione del fenomeno; sotto questo profilo va ricordato che, rispetto al periodo 1998-2015 si registra una diminuzione del 35% dei terreni percorsi dal fuoco, del 33% per le aree boscate e del 30% sull’estensione media dei singoli incendi, indicatore principale dell’efficienza del sistema, che nel ’98 era di 10 ettari ed oggi è scesa a 4.65, segno che la macchina regionale ha funzionato, fermo restando che non esiste il rischio zero in giornate eccezionali dal punto di vista meteorologico». La Spano ha citato in proposito le vicende del luglio 2009 con 35000 ettari di terreno percorsi dal fuoco, ben 17 incendi su aree superiori ai 100 ettari, fenomeni che purtroppo hanno fatto registrare anche vittime.

Per quanto riguarda il dispositivo antincendio della Regione, l’assessore dell’Ambiente ha ribadito la validità del Piano triennale antincendi con uomini, mezzi (11 elicotteri affiancati dal nuovo Superpuma, un elicottero dello Stato, 3 Canadair affiancati da altri aerei di supporto) e risorse di tutto rispetto. Quest’anno, ha proseguito, «il sistema ha mostrato un miglioramento della capacità di prevedere il fenomeno su un’area divisa in 26 zone di allerta territoriale in grado di trasmettere tempestivamente le informazioni necessarie ad ogni componente del sistema; va ricordata inoltre l’attività investigativa del Corpo forestale che ha portato la Magistratura ad avviare indagini nei confronti di 434 persone». Quanto ai danni, ha aggiunto, «la stima sarà completata entro l’anno». Sul telerilevamento, ha evidenziato infine l’assessore, «il sistema ha mostrato fin da subito  una inefficienza strutturale e generato una lunga serie di falsi allarmi ed i relativi sono stati inoltrati alla Corte dei conti».

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, dal canto suo, ha spiegato che «la richiesta di interventi di soccorso è oggettivamente limitata dai regolamenti comunitari e dal regime de minimis in presenza incendi dolosi; tuttavia, come nel 2009, la strada dei voucher da destinare alle aziende per l’acquisto dei foraggi nel periodo compreso fra l’incendio e la fine stagione, al più faremo una delibera».

Il sede di replica il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha valutato positivamente l’apertura dell’assessore Falchi a favore di un intervento straordinario e transitorio, sottolineando che, a suo avviso, «la deroga ai regolamenti comunitari è praticabile, auspico perciò un intervento legislativo del Consiglio, finalizzato non al risarcimento ma alla garanzia della minima sussistenza in un periodo transitorio come misura tampone».

Intervenendo sempre per replicare, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha espresso «perplessità sul taglio delle risposte fornite dall’assessore dell’Ambiente, in alcuni passaggi sopra le righe ed immotivati rispetto al contenuto della nostra mozione, perché chi amministra deve tener conto del principio di continuità amministrativa che prescinde da ruoli ricoperti». Alcuni dati, inoltre, secondo Cossa «sono troppo generici e inadeguati; sul telerilevamento, in particolare, forse è vera la cosa dei falsi allarmi ed è tardi per ristabilire responsabilità ma resta comunque lo scandalo dei 27 milioni buttati al vento, sarebbe poi utile ragionare sulla tecnologia di oggi».

Ancora in replica il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di sentirsi «trascinato nella polemica dall’intervento dell’assessore; io non ho il torcicollo e guardo avanti ed altrettanto deve fare lei che deve preoccuparsi di costruire, mentre qui siamo al ridicolo». La sue risposte, ha concluso Rubiu rivolgendosi all’assessore, «non sono comunque esaurienti perché manca riferimento puntuale alla prevenzione che può essere sviluppata anche con la tecnologia ma a condizione di saperla usare e di investire risorse adeguate»: Rubiu ha chiesto infine una breve sospensione per verificare la possibilità di predisporre un ordine del giorno congiunto.

La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, non essendo pervenuto alcun ordine del giorno, occorre mettere in votazione le mozioni presentate.

La mozione n. 250 – Congiu e più – è stata approvata con 29 voti favorevoli.

La mozione n. 252 – Crisponi e più – è stata respinta con 29 voti contrari 

L’Aula è passata poi all’esame della mozione 232 (Congiu) sulla necessità di una struttura tecnica in materia di pesca.

L’on. Congiu (Pds) ha elencato i numeri del settore della pesca in Sardegna e ha aggiunto: “Ci sono diecimila famiglie e c’è la nostra cultura e tradizione dietro la pesca sarda. Non possiamo non salutare con favore l’impegno della Regione per rivendicare misure finanziarie e fondi europei destinati al sostegno delle aziende ittiche. Grazie a quei fondi la marineria siciliana è diventata la prima marineria italiana”. Per l’oratore “è necessario spendere le risorse a disposizione e non è facile visto che il settore pesca è dentro l’assessorato all’Agricoltura e non è la migliore collocazione. La pianta organica del servizio pesca oggi sconta mancanza di personale e tutto il sistema di agenzie che sostiene l’agricoltura non trova un correlativo per la filiera ittica. Questo mi ha indotto a chiedere che venga istituito un dipartimento, u’agenzia, un secondo assessorato perché no?, a sostegno della pesca. Il management della Regione va specializzato”.

Per la Giunta ha risposto l’assessore Elisabetta Falchi, che ha detto: “E’ necessario promuovere la pesca sostenibile e l’acquacoltura, siamo d’accordo. Ed è necessario sviluppare anche la pesca in laguna, non solo nella fascia costiera, rafforzando le filiere produttive e il marchio del pescato insieme alle organizzazioni degli operatori. Gli strumenti finanziari ci sono in bilancio insieme ai fondi europei e una nuova direzione dell’assessorato avrebbe un senso importante visto che la struttura attuale è insufficiente e non consente di governare al meglio i problemi. Dunque, un’unica adeguata regia nell’Amministrazione è la risposta più efficace la problema indicato nella mozione”.

L’on. Congiu si è detto soddisfatto e il presidente ha messo in votazione la mozione, che l’Aula ha approvato.

L’Aula ha affrontato poi la mozione 250 (Usula e più) sul progetto di impianto termodinamico tra Decimoputzu e Villasor. Per l’esponente del Partito dei sardi “c’è un’intera comunità sarda che si oppone a questi progetti, che trova anche nella minoranza una forte sensibilità, non solo su quell’impianto ma anche sul progetto analogo tra Gonnosfanadiga e Villacidro”.

La mozione nasce dal “clamore che ha suscitato in Sardegna la contrapposizione di un’azienda agricola di Decimoputzu alla multi nazione che sta cercando di impadronirsi delle terre di questi agricoltori e allevatori. Anche sotto il profilo umano questa vicenda è terribile, senza che dobbiamo parlare del fatto che questa azienda familiare, con migliaia di capi di bestiame, produce, dà posti di lavoro diretti e indiretti, riceve per questo anche il contributo regionale.  Ecco, non dovremmo essere costrutti a occuparci di aziende come queste, che riaffermano il loro semplice diritto di lavorare la propria terra da generazioni. Non è un’opportunità offerta a dei poveri pastori questo impianto termodinamico: siamo di fronte a predatori che si mostrano benefattori. E’ una vecchia storia”.

L’on. Usula ha ricordato la contrarietà formale della Regione al progetto e ha detto: “Questo intervento presuppone una sottrazione di 269 ettari, una superficie superiore ai centri abitati di Decimoputzu e Villasor. La massima istituzione della Sardegna deve dare un segnale chiaro agli ascari e alle multinazionali che li mandano. Qui in ballo è il nostro diritto di decidere sulla nostra terra, che non può essere scavalcato da un cosiddetto “interesse nazionale”o di Stato che deve prevalere su quello dei sardi. Se questo tentativo riuscirà ben altri inevitabili scippi saranno perpetrati sull’Isola. Non ne abbiamo già abbastanza in Sardegna di territori espropriati, di territori da bonificare? Chiedo alla Giunta di impedire con ogni azione gli interventi di Villasor e Gonnosfanadiga”. 

Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Zedda (Rossomori) che nel suo intervento, interamente svolto in lingua sarda, ha bocciato senza mezzi termini il progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Flumini Mannu in una zona agricola situata tra i comuni di Villasor e Decimoputzu. “La famiglia Cualbu lavora qui terreni da oltre 100 anni, si è trasferita da Fonni per lavorare la terra, ha messo in piedi una florida azienda agricola mantenendo, allo stesso tempo, un legame profondo con il paese d’origine. La loro – ha detto Zedda – è una filosofia di vita, il loro rapporto con la terra è quasi sacro. Tutto questo è oggi messo a rischio».

Zedda ha poi ricordato i pronunciamenti di Regione, Ministero e comuni interessati contrari al progetto: «Contro la volontà delle popolazioni si invoca il principio dell’interesse superiore nazionale, ma non esiste nessuna ragione di Stato – ha affermato il consigliere di maggioranza – è un progetto che non serve a nessuno. In Europa non ci sono altri esempi di questo tipo. In Sardegna non ci sono le condizioni climatiche ideali per realizzare un progetto di questa portata, andrebbe bene in Africa, non nella nostra Isola. La Regione chieda l’applicazione della legge e rivendichi la sua potestà esclusiva in materia».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha riaffermato il convinto sostegno alla mozione ed ha spiegato di aver proposto l’integrazione al documento nella parte che fa riferimento all’impianto termodinamico solare di Gonnosfanadiga – Villacidro. «Un progetto gemello a quello di Flumini Mannu – ha affermato l’esponente della maggioranza – che ha registrato nel corso degli anni la contrarietà delle popolazioni e della amministrazioni locali». «Non abbiamo posizioni preconcette contro le rinnovabili – ha concluso Rossella Pinna – ma non siamo terra di conquista per le multinazionali dell’energia e per questo chiediamo alla giunta di far valere le competenze della Regione».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha confermato pieno convinto e sostegno alla mozione ma  ha chiesto che venisse posta in votazione la formulazione originaria del dispositivo originario del documento,  laddove si impegna il presidente della Giunta ad impugnare il provvedimento del ministero dell’Ambiente. «Non c’è alcun interesse di Stato – ha affermato l’esponente della maggioranza – per giustificare l’esproprio di un terreno agricolo di un privato e la Regione deve opporsi a tale eventualità».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori ha manifestato l’opportunità di procedere con l’approvazione di un documento che manifestasse la solidarietà del Consiglio regionale per gli amministratori locali, alla luce dell’ultimo attentato contro quelli di Orotelli nel nuorese.

Il presidente di turno dell’assemblea, Eugenio Lai, ha ricordato la possibilità di presentare, prima della conclusione del dibattito, documenti da sottoporre all’attenzione dell’Aula, ed ha quindi concesso la parola al consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca che ha argomentato il sostegno alla mozione n. 120. L’esponente della maggioranza ha parlato, in riferimento alla decisione del ministero dell’Ambiente di esprimere parere favorevole all’impianto di Gonnosfanatiga – Villasor, di un vero e proprio “esproprio di Stato”. «Se passa questo progetto – ha affermato – vuol dire che lo Stato nega il diritto alla proprietà privata in Sardegna ed è per questo che la Giunta deve opporsi fermamente».

Intervenendo sull’argomento, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di condividere il contenuto della mozione ma ha posto in evidenza l’incongruenza delle dichiarazioni rilasciate dal direttore di Agris a proposito di una possibile collaborazione con la multinazionale che ha proposto l’impianto termo solare. «Mettetevi d’accordo tra di voi – ha tuonato l’esponente della minoranza perché con una nota ufficiale un direttore nominato dall’assessore dell’Agricoltura si esprime favorevolmente sul progetto di Flumini Mannu».  «Rimuovete quel direttore – ha affermato Pittalis oppure c’è qualcosa che non torna nei vostri comportamenti». Il capogruppo dell’opposizione ha quindi polemizzato con l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, per una presunta mancanza di rispetto nei confronti dell’Aula e dei consiglieri per alcuni atteggiamenti di scherno che sarebbero stati indirizzati allo stesso Pittalis nel corso del suo intervento.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha confermato la contrarietà di tutta la maggioranza al progetto della Flumini Mannu limited.

L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha quindi ripercorso l’iter del procedimento per quanto di competenza del suo assessorato ha ricordato il parere negativo perché valutato come “intervento non coerente con gli indirizzi pianificatori della Regione”.  L’assessore ha quindi sottolineato,  l’approvazione dell’atteso piano energetico ed ha definito “il progetto non  coerente con tale piano e con la sua strategia”.

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha definito “informali” le interlocuzioni intercorse tra l’agenzia Agris e la società proponente l’impianto di Flumini Mannu ed ha precisato che la disponibilità ad un’eventuale collaborazione manifestata dal direttore dell’agenzia regionale era subordinata alla realizzazione nel rispetto delle norme di tale impianto. «Riaffermo – ha concluso l’assessore – che le terre agricole devono essere sempre salvaguardate e preservate».

L’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha evidenziato il ruolo di raccordo dell’assessorato da lei diretto ed ha ricordato che con la proceduta della “VIA nazionale” non è più l’assessorato regionale  a compiere le valutazioni. «Abbiamo prodotto tre pareri al ministero – ha dichiarato la Spano – in cui puntualmente abbiamo esposto perplessità e criticità del progetto di Gonnosfanadiga». L’assessore ha quindi spiegato che al parere favorevole del ministero dell’Ambiente si contrappone quello negativo del ministero dei Beni ambientali e che quindi la decisione finale sul progetto della Flumini Mannu spetterà al consiglio dei ministri. «La decisione in sede governativa non è stata ancora assunta – ha concluso Spano – ed è per questo che la Regione potrà solo porre in essere tutte le azioni che evidenzino contrarietà a tale progetto».

In sede di replica il primo firmatario della mozione, Emidio Usula (Soberania e Indipendenza) si è detto soddisfatto delle rassicurazioni offerte dalla Giunta ed ha auspicato un no netto al progetto e alle pretese del governo per l’esercizio della clausola di supremazia.

Voto favorevole hanno dichiarato il consigliere del Pd, Alessandro Collu (gruppo Soberania e Indipendentzia) e Paolo Truzzu (Fd’I-Misto).

Posta in votazione la mozione n. 120 (testo originario e senza modifiche) è stata approvata all’unanimità con 51 votanti favorevoli.

L’Aula è quindi passata all’esame delle mozioni n. 253 (Cappellacci e più) e 220 (Agus e più) e dell’interpellanza 149/A (Locci e più) tutte incentrate sul tema dell’accoglienza dei migranti.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, illustrando la mozione n. 253 ha voluto subito sgombrare il campo da ogni forma di pregiudizio: «Quando si parla di migranti si parla di persone, di uomini e donne, bambini e anziani ai quali va tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione – ha detto l’esponente della minoranza – ciò che occorre chiedersi è se quello che si è fatto e continua a farsi è servito o ha invece aumentato i problemi dei migranti».

Pittalis ha ricordato le difficoltà affrontate dal sistema degli enti locali sui cui è stata scaricata gran parte delle responsabilità dell’accoglienza: «Tutto nasce da una sottovalutazione del problema, dal fatto di aver affidato la soluzione all’Europa della finanza e delle banche e non all’Europa dei popoli – ha affermato Pittalis – i risultati sono sotto gli occhi di tutti: mancano 600 milioni di euro per far fronte alle spese sostenute dalle associazioni oltre ai fondi che servono, di mese in mese, per affrontare le emergenze. Ci sono, inoltre, 235mila migranti che aspettano l’occasione per venire in Italia. Solo il Governo Renzi sembra non accorgersi di questo».

Secondo il capogruppo di Forza Italia «la Sardegna rischia di subire la situazione invece di essere coprotagonista nella gestione dell’emergenza. Il governo deve coinvolgere le autonomie locali. La recente nomina di Fassino a capo dell’autorità per la gestione dell’accoglienza non autorizza a dire che c’è l’attenzione verso gli enti locali. E’ la solita furbata per rasserenare le anime dissenzienti all’interno del proprio partito».

Pittalis, infine, ha ricordato che in 13 mesi sono arrivati in Sardegna oltre 9000 migranti, tra cui moltissimi minori. «Il sistema dell’accoglienza è al collasso. Tutto grava sulle spalle di forze dell’ordine, sindaci e volontari oltre che della Chiesa sarda. Le quote sono saltate. Un sistema senza controlli rischia di tradire la finalità umanitaria e di favorire la tratta delle persone aumentando il numero dei morti in mare. Serve un’azione più energica della Giunta – ha concluso Pittalis – il presidente della Regione non può correre il rischio di essere indicato come responsabile dei problemi di ordine pubblico e di un dissidio sociale che si aggrava».

Il presidente Lai ha quindi dato la parola al consigliere Francesco Agus (Sel) per l’illustrazione della mozione n. 220. «E’ un tema serio, non possono essere tutelati toni da bar – ha esordito Agus – i migranti fuggono dalle guerre, è questa l’unica alternativa alla morte certa. Ecco perché bisogna concentrarsi sulle soluzioni possibili evitando di creare confusione».

Secondo Agus «sulla Sardegna grava un peso che non può sostenere, si rischia di peggiorare una situazione già difficile per i migranti e per le comunità che li accolgono. La nostra Isola è confine di un territorio più ampio, non può sopportare da sola questa responsabilità. Il tema va inquadrato in un contesto più ampio che riguarda i rapporti tra continenti. L’Europa non può lasciare da sola la Sardegna e la Sardegna non può lasciare soli i comuni».

Il consigliere di Sel ha quindi espresso forti critiche sull’attuale sistema di accoglienza gestito dalle prefetture. «Si è rivelato fallimentare – ha detto Agus – c’è necessita di un patto nazionale sottoscritto da Stato, Regione e Comuni. La Regione se ne faccia carico. Continuare a considerare il problema come un’emergenza è sbagliato. Serve una nuova politica di integrazione. Non è più accettabile assistere allo scarica barile che aggrava la situazione e alimenta i populismi».

Agus ha quindi invocato il superamento delle logiche emergenziali attraverso un piano organico dell’accoglienza che trasferisca le competenze dalle prefetture alla Regione. «La semplice accoglienza non basta più per situazioni che durano mesi o anni. La Regione deve spingere per l’approvazione in Parlamento del disegno di legge per i minori non accompagnati. La situazione sta esplodendo. La carenza di normativa fa sì che i minori siano a totale carico degli enti locali. I comuni non sono più in grado di far fronte alle necessità».

Si è poi passati all’esame dell’interpellanza 149/A che il primo firmatario, Ignazio Locci, ha dato per letta.

Ha quindi preso la parola il consigliere Franco Sabatini (Pd) che, dopo aver ricordato alcuni fatti di cronaca nera che hanno visto coinvolti migranti arrivati in Sardegna, ha sottolineato l’esistenza di un disagio sociale da affrontare con attenzione. «Chi parla di invasioni di migranti alimenta l’intolleranza – ha detto Sabatini – la questione è complessa è ha bisogno di soluzioni adeguate. Oggi il tema è regolato dalla convenzione di Dublino del 1990 che disciplina la competenza per le domande di asilo. La Convenzione afferma che i rifugiati non possono scegliere liberamente la destinazione ma questa compete allo Stato che fa la prima accoglienza. L’Europa ha chiesto di rivedere la Convenzione ma gli Stati membri si rifiutano. Per questo motivo gli immigrati non vogliono essere identificati. Non lo fanno per arroganza ma perché hanno in testa altre mete. Se si fanno identificare hanno più difficoltà a raggiungere le nazioni dove hanno parenti e amici».

Sabatini, in conclusione, ha invitato a distinguere tra prima accoglienza e permanenza. «In Sardegna ci sono stati 12.000 arrivi nel triennio e attualmente sono presenti 5.000 migranti. La nostra Isola ha il tasso di uscita più alto, chi arriva da noi non vuole rimanere. E’ falso sostenere che non stiamo rispettando le quote assegnate del 2,9%».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la Sardegna rischia di diventare terra di confino per “poveri cristi” che scappano dalla guerra o dalla fame. «Noi siamo per la solidarietà ma i migranti devono essere accolti come si deve – ha sostenuto Tedde – la macchina dell’accoglienza è invece collassata: i sindaci sono lasciati soli, gli immobili utilizzati per ospitare i migranti sono privi di agibilità e senza servizi igienici adeguati. Situazioni indegne di uno stato civile».

Il consigliere azzurro ha poi rimarcato la necessità di verificare puntualmente chi ha diritto allo status di rifugiato. «In Sardegna sono arrivati 1.400 migranti in più rispetto alle quote previste,  i rifugiati sono pochissimi. Sarebbe stato molto meglio realizzare centri di accoglienza in Nord Africa. In questo modo si sarebbe potuta verificare meglio la legittimità della richiesta dello status di rifugiato. Questo avrebbe risolto molti problemi ma Renzi non ci pensa. Siamo convinti che Regione debba esercitare un ruolo più determinato – ha concluso Tedde – non siamo contro la Regione ma credo che il presidente Francesco Pigliaru debba decidere che cosa fare e cosa chiedere per accogliere degnamente i rifugiati e dare sostegno ai sindaci».

Critico anche il consigliere Paolo Truzzu (FdI) secondo il quale sul fronte dell’accoglienza sono state fatte scelte illogiche: « Quale futuro vogliamo dare ai nostri giovani? – ha chiesto Truzzu -. Finora sono stati spesi 90 milioni di euro di fondi statali per un’integrazione che non ci sarà mai. In questo modo ignoriamo la disperazione dei nostri giovani costretti ad emigrare. Non ci occupiamo di sviluppo ma di assistenza, si alimenta l’odio e il contrasto sociale».

Secondo Truzzu, occorre quindi ragionare per «dare risposte agli immigrati ma anche ai sardi mettendo fine alla politica degli aiuti senza controlli in una terra che non riesce a produrre lavoro nemmeno per i propri figli. Nonostante ciò – ha concluso Truzzu – sento esponenti della giunta e dei sindacati auspicare più presenza degli immigrati per contrastare lo spopolamento. Il problema dei migranti non si risolve qui ma in Africa».

Il presidente Lai ha quindi dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle 16.30.

Consiglio regionale 54