18 July, 2024
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La Giunta regionale proporrà una rimodulazione del Psr per dare risposte ai giovani esclusi dai bandi per il primo insediamento in agricoltura.

E’ l’impegno assunto dall’assessore regionale dell’Agricoltura Pierluigi Caria al termine dell’incontro con i rappresentanti della Coldiretti e la commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale dopo la protesta dei giovani agricoltori per le vie di Cagliari.

«La Regione ha ricevuto 2.985 domande per le misure del pacchetto giovani – ha detto Pierluigi Caria – di queste ne sono state finanziate 883 con 70 milioni di euro. Restano fuori 2100 richieste per le quali cercheremo di trovare una soluzione. Questa passa necessariamente attraverso una rimodulazione del Psr con lo spostamento di risorse verso gli investimenti.»

Per soddisfare tutte le domande, servirebbero tra gli 80 e i 100 milioni di euro. «La questione sarà affrontata lunedì prossimo nel Tavolo verde convocato in Regione – ha aggiunto Pierluigi Caria – in quella sede dovrà essere indicata una strada da percorrere per presentare una piattaforma unitaria a Bruxelles. Il primo marzo sarà in Sardegna una delegazione della Commissione Europea che ascolterà le nostre proposte. La Ue non esclude una rimodulazione del Psr ma, per ottenere il via libera dalle istituzioni europee, occorre aver prima aver “lanciato” tutte le misure del Piano».

Dall’assessore Pierluigi Caria è arrivata anche una precisa presa di posizione sulle modalità da seguire per dare ristoro ai giovani che hanno presentato le domande: «Credo che la soluzione migliore sia quella di uno scorrimento delle graduatorie del primo bando anche se il Psr prevede la pubblicazione di un secondo bando – ha affermato Pierluigi Caria – se così fosse ci batteremo perché siano rispettati i requisiti previsti nel primo bando e non ci siano esclusi per sopravvenuti limiti di età».

I giovani della Coldiretti, accompagnati da alcuni agronomi e dai sindaci di Villasor e di Barrali, hanno raccontato le loro vicissitudini nella presentazione delle domande. «Chiedere di insediarsi prima di aver ottenuto il via libera al finanziamento – hanno spiegato i ragazzi della Coldiretti – ha creato grosse difficoltà di natura finanziaria a noi ed alle nostre famiglie». Contestata anche la scelta di procedere con i bandi a sportello.

D’accordo sulla necessità di trovare una soluzione per i giovani aspiranti agricoltori tutti i componenti della Commissione agricoltura.

«Non si possono mandare a casa 2.000 ragazzi che hanno creduto in questa possibilità – ha detto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu – la Commissione e la Giunta si attivino per individuare il percorso migliore». Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri rappresentanti della minoranza. «Siamo pronti a dare il nostro contributo – ha detto Antonello Peru (Fi) – solo la politica può trovare una soluzione. Occorre mettercela tutta». Secondo Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) «il futuro della Sardegna passa attraverso l’agricoltura. Gli errori del bando sono imputabili alla politica e alla burocrazia regionale. C’è l’obbligo politico e morale a trovare una soluzione». Anche per Luigi Crisponi (Riformatori) occorre dare una risposta al più presto: «Se così non fosse potremmo parlare di totale fallimento del Piano di sviluppo rurale».

Favorevoli ad una rimodulazione del Psr anche i consiglieri di maggioranza Antonio Gaia (Upc), Mario Tendas e Piero Comandini del Pd. «La Commissione si faccia carico di verificare quali risorse possono essere recuperate per procedere a una modifica del Piano – ha detto Antonio Gaia – in caso affermativo sarebbe meglio procedere a uno scorrimento delle graduatorie del primo bando». Per Mario Tendas occorre guardare in faccia alla realtà:  «Nel bilancio regionale non ci sono risorse disponibili, la rimodulazione del Psr è una scelta obbligata». Stesso giudizio da parte di Piero Comandini: «Ai giovani deve essere data una risposta, gli appuntamenti delle prossime settimane con i rappresentanti della Commissione Europea saranno decisivi. La protesta di oggi deve essere il punto di partenza per costruire un percorso comune e ottenere la rimodulazione del Psr».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto ha garantito l’impegno del parlamentino per trovare una soluzione percorribile che soddisfi le richieste dei giovani. «L’assessore ha indicato una via – ha detto Lotto – la Commissione farà la sua parte fino in fondo».

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Il Consiglio regionale, nel giorno del lutto per la scomparsa di Giuseppino Pinna (Udc), ha approvato il bilancio consolidato della Regione per l’esercizio 2016.

In apertura di seduta il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato all’aula di aver provveduto alla nomina dei componenti della Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna. Ne faranno parte i consiglieri Antonio Solinas (Pd), Daniela Forma (Pd), Mario Tendas (Pd), Piero Comandini (Pd), Edoardo Tocco (Fi), Pietro Pittalis (Fi), Annamaria Busia (Cp), Augusto Cherchi (Pds), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp), Pierfranco Zanchetta (Cps), Mariano Contu (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori).

Il presidente Ganau ha poi ricordato la figura del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna scomparso ieri dopo una lunga malattia. «Peppino era una persona buona e gentile – ha detto Gianfranco Ganau Ganau – ha lavorato con costanza ed impegno per il Consiglio. Mai sopra delle righe, sapeva fare squadra, consapevole che al di là di ogni appartenenza politica si può lavorare insieme per il bene della Sardegna. E’ stato un compagno di squadra onesto e leale che mancherà a tutti quanti». Ganau ha quindi espresso vicinanza alla famiglia dell’on Pinna invitando l’aula ad osservare un minuto di silenzio.

Dopo il ricordo dell’on. Giuseppino Pinna, il Consiglio è passato all’esame del primo punto all’ordine del giorno: Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio 2016.

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto la parola per un intervento sull’ordine dei lavori. «Vorrei segnalare un’anomalia che prende corpo in quest’Aula – ha detto Emilio Usula – riguarda il ruolo di terzietà e di equidistanza che dovrebbe essere incarnato dal presidente del Consiglio. Questo ruolo viene oggi meno vista la sua decisione di partecipare alla contesa elettorale». A nome dei Rossomori e del Polo dell’Autodeterminazione, il consigliere Emilio Usula ha quindi chiesto al presidente Gianfranco Ganau di dimettersi dalla carica o, in alternativa, di autosospendersi durante la campagna elettorale.

A Emilio Usula ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «So bene quali sono i ruoli istituzionali e quelli politici – ha detto Gianfranco Ganau – saprò ben distinguere come ho sempre fatto».

In difesa del presidente del Consiglio è intervenuto il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «In Italia si svolgono le elezioni, è come chiedere al presidente del Consiglio dei ministri  di dimettersi. Ganau ha svolto e continuerà a svolgere il suo ruolo super partes. E’ il consigliere Emilio Usula l’unico che interpreta il suo ruolo strumentalmente – ha affermato Pietro Cocco – questa volta ha toppato. Il presidente ha dimostrato in questi anni di saper interpretare il suo ruolo di equidistanza. Il consigliere Emilio Usula poteva risparmiarsi questo intervento».

Il presidente ha quindi aperto la discussione sul primo argomento all’ordine del giorno. Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha espresso condivisione per il documento predisposto dalla Giunta. «La Commissione ha condiviso l’impostazione. Il bilancio consolidato è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. Ricordo che senza l’approvazione del bilancio consolidato sarebbe impossibile per la Regione assumere nuovo personale e stipulare contratti con i fornitori. Per il buon funzionamento della macchina amministrativa è, dunque, opportuna una rapida approvazione del provvedimento».

Il relatore di minoranza Alessandra Zedda (Fi) pur ricordando le difficoltà dovute all’entrata in vigore delle nuove normative in materia finanziaria ha espresso un giudizio negativo sulla decisione della Giunta di procedere alla approvazione del bilancio consolidato in assenza di un giudizio di parificazione delle Corte dei Conti.

«In questo bilancio mancano i dati di Arpas, Forestas, Abbanoa e Arst – ha detto Alessandra Zedda – .Mi chiedo se ciò possa essere un buon servizio, e soprattutto se si possano ritenere di scarsa significatività per il conti finanziari della nostra Regione».

L’esponente della minoranza è poi entrata nei dettaglio del documento: «Il rendiconto consolidato della Regione per l’esercizio finanziario 2016, che comprende le risultanze del Consiglio regionale, espone un risultato di amministrazione negativo pari a – euro 164.379.806,88 e dopo gli accantonamenti pari a – euro 1.237.632.416,89. Il risultato economico dell’esercizio registra un utile di euro 908.801.354 mentre il patrimonio netto, anch’esso positivo, ammonta a euro 1.139.807.307. In presenza di spazi finanziari sempre più limitati, negli ultimi anni si è irrigidito il sistema della spesa e soprattutto emergono le difficoltà del governo regionale a garantire, oltre alla correttezza formale della gestione delle risorse pubbliche, i risultati ottenuti nelle diverse politiche pubbliche a sostegno e soddisfazione dei principali settori quali la sanità, l’istruzione, le povertà, la mobilità interna ed esterna nei trasporti, il lavoro».

Alessandra Zedda ha quindi stigmatizzato la situazione dei residui passivi che ha superato i due miliardi di euro e delle perenzioni pari a 1,766 miliardi: « Nella nostra Regione la consistenza di residui perenti è tra le più alte e tale circostanza deve indurre ad una loro attenta considerazione quantitativa e qualitativa, in ragione della potenziale influenza sugli equilibri di bilancio e sul finale risultato di amministrazione, per il caso di consistenti quanto concomitanti reclami di pagamento da parte dei creditori. Tale stato di cose impone una accurata programmazione dell’acquisizione delle risorse ai fini di reperire la disponibilità di cassa necessaria a far fronte ad un progressivo riassorbimento della mole dei residui perenti».

Al termine del suo intervento, Alessandra Zedda ha invocato un cambio di rotta nelle procedure di spesa per affrontare più efficacemente i nodi dello sviluppo dell’Isola: «Ridurremo la disoccupazione, miglioreremo l’ambiente, le ferrovie diventeranno come quelle svizzere, le scuole sarde diventeranno fantastiche e sparirà la dispersione scolastica, le strade non ne parliamo, crescita occupazione stelle polari e così via: il dramma è che è da quattro anni che assistiamo a questi annunci trionfali ma poco è cambiato, la Sardegna è sempre più disperata. In quattro anni non avete ancora agito sulle vere esigenze dei sardi, continua a bastarvi la pacca della presa in giro romana. Un noto proverbio dice “acqua passata non macina più”, purtroppo di acqua sotto i ponti ne è passata e purtroppo invano proprio come succede nei nostri bacini. Questa minoranza responsabilmente è qua, ancora, nonostante la vostra scarsa affidabilità, per battaglie comuni che unendo maggioranza e opposizione possano operare per il bene dei sardi e della Sardegna».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Il bilancio va approvato dopo il parere di parificazione della Corte dei Conti – ha sottolineato Carta – non c’è il parere quindi non può essere approvato. La sentenza del Tar Abruzzo dice che se non si approva blocchiamo qualsiasi tipo di assunzione. E’ una sorta di gabbia nella quale ci troviamo per la poca chiarezza della legge. Siamo così per colpa della Giunta dei professori. Non c’è stata finanziaria che non sia stata impugnata».

Secondo Angelo Carta, il rendiconto non è solo di tipo finanziario ma anche politico: «Misura l’efficacia della Giunta nel gestire l’amministrazione pubblica. Mi chiedo quando è stato inviato alla Corte dei Conti? La Giunta si è attivata per mandare il bilancio eni tempi giusti?  C’è stata una scarsa programmazione e attenzione da parte dell’esecutivo. Oggi ci troviamo nella condizione di approvare un bilancio che potrebbe tornare in aula dopo il parere della Corte dei Conti. Come è possibile che arrivino in Consiglio provvedimenti illegittimi e in ritardo? Stiamo parlando di un rendiconto del 2016, non è possibile astenersi, fa acqua per una ragione di legge. Dovremmo tornare sull’argomento. Non  so se potremmo pagare quanto dovuto ai fornitori».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «sono normali i ritardi di questa giunta regionale ma è invece incredibile la visione creativa della Giunta Francesco Pigliaru nel campo delle leggi di bilancio. Avreste fatto meglio a occuparvi oggi dei problemi irrisolti invece di disattendere le promesse. Come quelle che avete fatto ai dipendenti di Forestas, che ancora non hanno  avuto una soluzione. Non avete la volontà politica di risolvere i problemi dei dipendenti di Forestas, questo è il punto. E così per Ottana, per quei padri e madri di famiglia ai quali state togliendo ogni speranza: vi siete impegnati per loro e non state mantenendo le promesse. Per questo tanti sardi sono indignati con la politica: voi non avete il senso della responsabilità. Il problema, caro collega Emilio Usula, non è il presidente Gianfranco Ganau ma la Giunta. Che prima se ne va e meglio è».

Per l’assessore Raffaele Paci «il problema dei lavoratori di Forestas o di Ottana sono temi politici sui quali in questo mese di campagna elettorale ognuno esprimerà le proprie posizioni. Noi siamo tranquilli perché abbiamo fatto il nostro dovere ma oggi siamo qui per il bilancio consolidato che per la prima volta  viene portato in aula dalle Regioni e logicamente segue il rendiconto della Regione, approvato all’inizio di agosto. I ritardi sono dovuti alla necessità di costruire un nuovo sistema informativo, cha ha preso tempo. Non c’è da nascondere nulla: stiamo facendo oggi un’approvazione di un bilancio consolidato e se non procediamo all’approvazione non possiamo attendere il giudizio di parificazione del bilancio da parte della Corte dei conti. A quel punto porteremo in aula il rendiconto del 2016».

Il presidente Ganau ha dato ancora la parola all’on. Pietro Pittalis, che ha chiesto all’assessore Paci ulteriori spiegazioni sulla procedura in atto. «E’ evidente a tutti che siamo davanti a un pasticcio normativo», ha detto l’esponente di Forza Italia.

L’Aula ha approvato a maggioranza il Doc 23.

Collegato al Doc 23 è stato presentato un ordine del giorno a firma Pittalis e più, sui 130 lavoratori del tessile di Ottana esclusi dalla mobilità in deroga per il 2016 e 2017.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha chiesto di apporre la firma sull’ordine del giorno e così l’on. Emilio Usula (Rossomori). La Giunta con l’assessore Virginia Mura ha detto: «Non sono abituata a dover dare spiegazioni sul mio lavoro. L’impegno del mio assessorato c’è stato e continuerò a livello sostanziale per dare una risposta ai lavoratori».

L’on. Pietro Pittalis ha replicato: «Non può pretendere, caro assessore, che al quinto anno di legislatura le stendiamo i tappeti rossi. Su questo problema tutta l’assemblea le sta dando un mandato forte. Svegliatevi e andate a Roma. Accampatevi, se serve”.

Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha detto: «I lavoratori della Legler li abbiamo ricevuti e hanno avuto le risposte. L’assessore si sta facendo carico di rappresentare il problema a Roma ma non accetto che ci siano fughe in avanti sotto elezioni”.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

L’Aula è poi passata all’esame disegno di legge 475 sulla continuità territoriale marittima Sardegna-Corsica. Per il relatore di maggioranza, on. Pierfranco Zanchetta (Pd), «la commissione ha licenziato il disegno di legge con il voto favorevole, visto che si tratta di regolamentare lo spostamento di persone e merci nell’ambito dell’Ue. Stiamo mantenendo gli impegni siglati tra Sardegna e Corsica sulla tratta Santa Teresa -Bonifacio affidata alla Sardegna e sulla tratta Propriano-Porto Torres, che sarà di competenza della Corsica».

Per la minoranza l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «l’obiettivo primario del disegno di legge è assicurare la continuità fornendo garanzie sui costi e sulla qualità del trasporto. Secondo noi tale collegamento marittimo deve essere garantito tutto l’anno e con unità navali idonee anche in condizioni meteo avverse». 

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «questo testo è eccellente e sarebbe molto bello incontrare nuovamente i corsi portando la notizia dell’approvazione della legge. Al di là della continuità territoriale con le isole sarde minori, credo sia necessario accelerare i te,pi e approvare questa legge e affrontare poi il problema della continuità aerea, per risolverlo».

Perplesso, invece, il giudizio dell’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Stiamo andando ad attuare una legge con gli elementi di un’altra legge. Non so per quali motivo abbia sentito il bisogno di legiferare, forse per trovare risorse finanziarie autonome. E purtroppo questa legge ci fa riflettere ancora una volta sul disastro complessivo delle politiche dei trasporti in Sardegna. Assessore Carlo Careddu, non può mettere sotto il tappeto la polvere perché la polvere è qui e la comunità sarda lo ha capito e ha formato il suo giudizio su di voi e sulla vostra azione politica. Lo certificherà il 4 marzo questo giudizio».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «il servizio passeggeri e merci da e per la Corsica va garantito e su questo non credo si possa discutere. Spesso le condizioni meteo di quella tratta sono pericolose e chi eserciterà il servizio dovrà tenerne conto rispetto alle imbarcazioni che intenderà utilizzare. E se tutto andrà bene dal primo di ottobre garantiremo sempre i collegamenti con la Corsica non solo per sette mesi l’anno ma anche per quei mesi in cui non sarebbe vantaggioso per un’azienda garantire il servizio. Chiederei però al collega Marco Tedde di evitare giudizi, anche perché potremmo occuparci degli errori nella gestione dell’aeroporto di Alghero, salvato dalla Giunta Pigliaru dai danni che avete fatto voi».

Ha preso poi la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha parlato in generale del tema della continuità territoriale, al di là del collegamento con la Corsica. «L’avvio delle prenotazioni aeree per i voli su Cagliari, comunicato nei giorni scorsi salverà le aziende turistiche, che giustamente nelle scorse settimane erano preoccupate e battevano i pugni. Ma per Alghero non si vede ancora nulla. Mi pare che ci sia poco da essere soddisfatti se con meno di 200 euro si va a New York da Roma mentre ce ne vogliono cento per arrivare dalla Sardegna a Roma». L’on. Luigi Crisponi ha comunque garantito il sostegno del suo gruppo a favore del disegno di legge per la continuità con la Corsica.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sottolineato che «anche le iniziative in tema di trasporti rafforzano il legame fra Sardegna e Corsica nella prospettiva europea e tuttavia non si possono dimenticare i danni provocati dal mancato superamento della situazione di insularità che grava ancora pesantemente sulla Sardegna, lacuna che va ascritta alla responsabilità politica del governo regionale, così come è mancato l’impegno della Giunta solennizzato da diverse riunioni dei capigruppo, su alcuni problemi aperti come quelli dei lavoratori Forestas». Rivolto all’assessore dei Trasporti, Attilio Dedoni ha poi ricordano che «in Sardegna esistono ben 5 aeroporti per cui è necessaria una politica unitaria forte ed autorevole che finora è mancata tradendo le attese del popolo sardo che però certamente farà sentire la sua voce alle elezioni del prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha definito il disegno di legge molto positivo, anche perchè ha avuto un percorso sollecito di appena 20 giorni dall’approvazione della legge di stabilità 2018 ad oggi, «un buon risultato che ovviamente non può far dimenticare il lavoro che c’è ancora da fare, dal perfezionamento delle politiche comuni sui trasporti con la Corsica e le Baleari al riconoscimento dell’insularità da parte dell’Unione europea; anzi, la recente bocciatura del referendum dimostra che lo Stato patrigno c’è ancora e va contrastato con forza». Quanto al collegamento Sardegna Corsica, Desini ha auspicato che l’attuazione della legge garantisca il miglioramento della qualità del servizio nell’interesse dei cittadini e, infine, è tornato sul problema della mancata applicazione della legge regionale che prevedeva l’abbattimento dei costi per le società sportive che effettuano trasferte nelle isole minori. «Non è concepibile – ha sostenuto – che circa 5.000 atleti sardi siano bloccati dal Coni regionale, una situazione gravissima che richiede l’intervento immediato del presidente della Giunta».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena, intervenendo sul problema del mancato finanziamento dei costi delle trasferte sportive sollevato da Roberto Desini,  ha riconosciuto che «c’è una responsabilità evidente in capo al Coni, al quale abbiamo mandato una lettera di sollecito riapprovando anche la delibera di Giunta ma ancora non abbiamo avuto risposta: ci comporteremo di conseguenza e, in caso negativo, cambieremo la legge».

Per quanto riguarda il tema dei trasporti l’assessore Carlo Careddu, dopo aver premesso di essere abituato al confronto ed assicurando che si terrà conto di tutte le indicazioni emerse dal dibattito, ha affermato che «la legge nasce da una sollecitazione della commissione Trasporti che la Giunta ha recepito con grande sollecitudine, è il frutto di un confronto ampio con tutte le forze politiche che apre, una pagina nuova nei rapporti trans frontalieri fra due Stati esteri, attraverso un collegamento qualificato come domestico affidato alla Sardegna e la Corsica, in vista della costituzione del gruppo europeo di cooperazione territoriale con altre realtà europee che subentrerà nella gestione». L’obiettivo comune, ha detto ancora Careddu, è quello di incentivare gli scambi economici e commerciali fra le due isola che partono comunque da numeri sono importanti: «Nel 2016 sulla tratta S.Teresa-Bonifacio sono transitati 259.000 passeggeri ed oltre 16.000 tonnellate di merci, mentre sulla Porto Torres-Propriano 1.928 passeggeri e 71.000 tonnellate di merci, noi esportiamo materie prime, prodotti dell’agro alimentare e mano d’ opera specializzata e ci strutturiamo per consolidare questi rapporti nei prossimi 3 anni». L’investimento, ha concluso, «è corposo e deriva da una indagine di mercato cui hanno risposto due vettori i quali, limitatamente al periodo invernale, otterranno una compensazione».

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

All’art. 1 è stato presentato un emendamento del consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) che prevede il parere della commissione sulle linee guida che dovranno essere approvate dalla Giunta.

Il relatore di maggioranza Piefranco Zanchetta (Cps) ha espresso parere contrario, mentre l’assessore Carlo Careddu si è rimesso all’Aula.

Il proponente Giovanni Satta ha chiarito che la finalità dell’emendamento è solo quella di evitare gli errori commessi dalla Regione nelle continuità marittima con la Tirrenia e in conclusione, prendendo atto degli impegni dell’assessore, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, dispiaciuto per il ritiro, ha dichiarato di volerlo recepire, sottolineando che «tutti i provvedimenti che intervengono per aumentare la mobilità dei sardi ci vedono favorevoli ma i commissione avevamo tutti sollevato problemi seri su sicurezza dei naviglio, lavoratori ex Saremar e tariffe con l’assessore neutrale che infatti si è rimesso all’Aula; prendiamo atto degli impegni dell’assessore ma l’intervento della commissione per noi è necessario».

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi si è detto favorevole all’emendamento recepito da Forza Italia, aggiungendo che «non si chiede chissà cosa ma una puntualizzazione opportuna, anche perché nell’agosto del 2017 la Giunta è intervenuta per sostenere i collegamenti fra la Sardegna e le isole di La Maddalena e Carloforte e quest’ultimo Comune non ha usato i fondi, occorre quindi essere più precisi».

Dopo l’intervento di Luigi Crisponi il Consiglio ha approvato l’art.1 e respinto l’emendamento Satta recepito da Peru con 17 voti favorevoli e 30 contrari. A seguire sono stati approvati anche gli articoli 2 e 3 ed il testo del disegno di legge n. 475, con 45 voti favorevoli.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori e richiamando l’art. 101 del regolamento, ha chiesto l’esame in Aula con procedura abbreviata della proposta di legge n. 402 del 2 marzo 2017 sull’Agenzia Forestas, dichiarando che «si tratta dell’unico strumento per dare la sveglia al Consiglio».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Daniele Cocco ha ricordato le diverse riunioni dei capigruppo dedicate al problema, affermando però che «la commissione ha unificato i testi e l’assessore ha convocato tutte le sigle sindacali, come prova concreta di disponibilità di discutere la questione in in tempi brevissimi: chiedo quindi che il collega Pittalis ritiri la proposta».

A nome della Giunta, l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha confermato sia le iniziative in corso che la necessità di agire sul contratto, perché «gli ultimi approfondimenti presso l’Inps confermano che alcune cose si possono fare subito ed altre no, se con modalità molto complicate; per dare un segnale abbiamo ritenuto opportuno impegnarci a fondo in un lavoro di sintesi alla quale deve concorrere anche la parte sindacale».

Il presidente della commissione Autonomia e Personale Francesco Agus (Campo progressista) ha anch’ egli confermato la predisposizione di un nuovo testo base «che può superare le criticità esistenti legate soprattutto all’assenza di mansioni agricole nell’attuale contratto che, secondo l’Inps, farebbe scattare una spesa aggiuntiva di 40 milioni; sono fiducioso di poter arrivare ad un quadro di certezze fermo restano che non si possono risolvere in 20 giorni problemi di 20 anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur apprezzando i toni moderati, ha respinto la proposta di ritiro, precisando che «il problema si sta trascinando da troppo tempo, il tempo è scaduto ed il Consiglio rischia di perdere credibilità: se c’è un testo condiviso perché si continua a discutere del sesso degli angeli, ho l’impressione che si voglia ancora tirare a campare e non ci vogliamo stare, chiedo che arrivi in Aula il nostro testo e presenteremo come emendamento il testo base della commissione».

Il presidente della commissione Francesco Agus ha ricordato che «quando la commissione ha iniziato il suo lavoro aveva un mandato: presentare una proposta senza aumento dei costi e garantire che nessuno potesse avere problemi di continuità lavorativa o diminuzione del reddito percepito; su questo punto, anche secondo quanto dice Inps non ci sono certezze, ricordiamoci però che stiamo maneggiando la dinamite e non possiamo sbagliare mettendo a repentaglio famiglie e comunità privandole della possibilità di percepire la disoccupazione agricola».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso le tesi di Francesco Agus, lamentando tuttavia che «l’atteggiamento dell’Inps è insopportabile, non parteciperemo al voto, va bene il tavolo con tutti i sindacati, seguiremo col massimo impegno la vicenda perché riteniamo che il testo debba arrivare in aula».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che la posizione dell’Inps è che possano percepire l’indennità di disoccupazione gli operai che passano a tempo indeterminato; abbiamo mandato un’altra lettera oggi, ma questo resta il nodo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che, a suo avviso, l’Inps dice il contrario e comunque i precari dovevano già essere stabilizzati. Insisto, ha concluso, «per l’arrivo in Aula del testo, anche perché il Consiglio non può stare appeso alle decisioni della sede regionale Inps».

Il presidente ha infine messo in votazione la proposta che il Consiglio ha respinto per alzata di mano.

Quindi ha convocato per le 15.30 la conferenza dei capigruppo comunicando che il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di questa mattina, ha approvato nove ordini del giorno collegati alla Manovra Finanziaria.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con particolare riferimento agli ordini del giorno presentati sulla manovra finanziaria.

Prima di affrontare il contenuto dei singoli documenti, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato sia il recente incontro dei capigruppo con delegazioni dei lavoratori di Ottana Polimeri ed Ottana Energia e, soprattutto, le 50 lettere di licenziamento ricevute dagli ex dipendenti di Ottana Energia. «In sede di capigruppo – ha affermato Cocco – abbiamo assunto impegni precisi per verificare ogni possibilità, anche attraverso l’intervento di Invitalia, di inserire questi lavoratori nei benefici degli ammortizzatori sociali ed in tal senso sento il dovere di sollecitare l’azione forte ed incisiva del presidente della Regione».

Il relatore di maggioranza della manovra finanziaria Franco Sabatini (Pd), ai sensi dell’art. 89 del Regolamento, ha chiesto di poter modificare alcune parti delle disposizioni in via di approvazione in sede di coordinamento legislativo finale.

Il presidente Ganau ha spiegato che l’intervento potrà essere effettuato al termine degli scrutini sugli ordini del giorno.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del primo ordine del giorno (primo il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto, del Pd) che riguarda la destinazione alle marinerie sarde del surplus delle quote-pesca del tonno stabilite dall’Unione europea.

Illustrando il documento Luigi Lotto ha affermato fra l’altro che «occorre evitare il rischio la redistribuzione sia articolata solo all’interno delle vecchie quote ignorando la realtà delle marinerie sarde che invece devono essere coinvolte, per cui è necessario sollecitare il Governo nazionale a tenere conto del ruolo dei pescatori sardi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto di apporre la firma del suo gruppo al documento.

Adesione anche da parte del consigliere Mariano Contu, di Forza Italia, che ha ricordato complesse vicende precedenti quando, nel 2012, le marinerie siciliane e campane cercarono addirittura di monetizzare la cessione di quote agli operatori sardi. Ora i presupposti sono diversi, ha osservato, «per le aperture dell’Unione europea ma è necessario che la Regione si adoperi presso il ministero per tutelare le esigenze della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato la sottoscrizione del suo gruppo «per sanare un’ingiustizia che colpisce una Regione dove la pesca del tonno è ben organizzata».

Condivisione anche da parte di Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, secondo la quale però l’ordine del giorno «è molto limitato e non valorizza appieno le tonnare fisse della Sardegna, per questo l’assessore Pierluigi Caria deve difendere con forza le tonnare di Carloforte e Portoscuso, le uniche tonnare in Italia che non possono essere le ultime della classe e con le quote attuali non sono economicamente sostenibili».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha annunciato la sottoscrizione della proposta.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, aderendo alla proposta, ha tenuto a sottolineare che «manca una politica estera dell’Italia in materia economica in un panorama Mediterraneo in cui molti paesi nord Africa applicano con disinvoltura le regole della pesca; in altre parole serve più presenza nella Ue per sostenere politiche serie a favore della nostra economia, ora c’è un residuo di quote da distribuire nella Ue e dobbiamo reclamarlo con determinazione».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato la sua firma «con l’auspicio che possa essere avviata una politica nuova per il rilancio dell’economia locale della Sardegna».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha parlato di «un riequilibrio necessario nelle quote pesca, frutto di una battaglia iniziata da tempo anche con l’istituzione dei distretti del tonno rosso e delle tonnare fisse, per cui serve maggior attenzione della Regione e più sostegno all’azione dei parlamentari sardi perché i risultati positivi auspicati non sono ancora arrivati».

Illustrando il parere della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci si è espresso in senso favorevole, sottolineando che «si tratta di un intervento necessario in un settore di grande importanza per Sardegna».

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 40 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del secondo ordine del giorno (Gaia e più) in materia di superamento del precariato nella pubblica amministrazione.

Presentando la sua proposta il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha messo l’accento sull’esigenza «di risolvere un problema molto presente non solo nella sanità ma in tutta la pubblica amministrazione secondo gli indirizzi della riforma Madia, e soprattutto di accelerare, soprattutto in sanità dove il precariato dura da troppo tempo determinando situazione anomale come quella del Binaghi di Cagliari dove il centro contro la sclerosi multipla si regge di fatto sul lavoro dei precari».

Il consigliere Francesco Agus (Campo progressista), ha auspicato tempi molto brevi «per incidere su una situazione comune a tutta la pubblica amministrazione negli ultimi 10 anni dopo il blocco delle assunzioni; la Regione ha approvato la legge 37 in anticipo rispetto alla riforma nazionale, ma occorre garantire pari opportunità alle amministrazioni  e processi virtuosi a cominciare dalla sanità dove, su un organico di 16.000 unità sono coperti solo 14.688 posti».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, ha sostenuto che il documento è di grande attualità «dopo la finanziaria regionale che prevede la proroga delle graduatorie in scadenza al 31 dicembre 2017». Quanto alla sanità, ha aggiunto, «bisogna fronteggiare una vera emergenza applicando le nuove norme senza perdere altro tempo e impedendo la prosecuzione dei rapporti con lavoratori interinali che hanno congelato professionalità importanti».

Il presidente della commissione Lavoro Gavino Manca (Pd) ha ricordato che «la Regione ha fatto molto con la legge 37 dando a molti sardi una opportunità importante che va traslata sul settore sanitario, nel quale servono oltre 2.000 unità e già da gennaio si possono fare almeno 1.000 assunzioni, in parte assorbendo il precariato ed in parte con concorsi pubblici».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, apprezzando l’iniziativa del collega Gaia, ha definito «doveroso da parte della Regione intervenire su questa materia perché dal superamento precariato non si può escludere la sanità anche perché la legge lo prevede ed, in sede di riforma della rete ospedaliera, tutti abbiamo sottolineato le gravi carenze di personale che richiedono un provvedimento conseguente sulle stabilizzazioni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole, ha definito l’iniziativa di Gaia molto concreta e tuttavia, ha osservato, «l’ordine del giorno lascia un po’ il tempo che trova perché la sanità è vicina al collasso e funziona molto peggio di prima proprio a causa della gravi lacune delle piante organiche, altro che ripopolare la Sardegna con immigrati utilizzando tesi sociologiche da quattro soldi».

Illustrando il parere della Giunta, il vice presidente Raffaele Paci ha ricordato che «la Giunta è impegnata nel piano di stabilizzazioni compreso ovviamente il sistema sanitario nel rispetto delle norme nazionali».

Prima del voto, la consigliera del Pd Rossella Pinna ha proposto un emendamento orale per eliminare dal documento il riferimento ai contratti flessibili che, a suo avviso, «potrebbe lasciare aperte forme contrattuali a tempo determinato e interinali».

Il Consiglio ha accolto l’emendamento e, a seguire, ha approvato l’ordine del giorno con 44 voti.

Al termine dello scrutinio l’Aula ha iniziato la discussione sul terzo ordine del giorno, primo firmatario il consigliere del Pd Salvatore Demontis, sui trasporti e, in particolare, sulla destinazione delle economie provenienti della cosiddetta Ct1 all’abbattimento dei costi di trasporto, aereo e non, a favore degli studenti sardi.

Illustrando il documento, Salvatore Demontis ha ricordato che «già nel 2017 la quarta commissione, discutendo sui criteri della nuova continuità, indicò una tariffa minima uguale per tutti con destinazione e Roma e Milano, ma emerse anche una posizione differenziata per una tariffa più alta per non residenti con la produzione di economie e l’utilizzo di risparmi di 20 milioni per abbattere i costi di trasporto per gli studenti». La questione torna attuale, ha sostenuto, «perché la Ue chiede proprio di differenziare le tariffe che, se applicate in modo piatto, potrebbero violare le regole della libera concorrenza».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha affermato che «le intenzioni sono buone ma il problema di oggi è un altro perché il 9 giugno scade la continuità e siamo a terra con la stagione turistica perché non ci saranno aerei, altro che riduzione tariffarie!». In particolare, inoltre, secondo Michele Cossa «gli studenti non chiedono tanto tariffe più basse ma mezzi e collegamenti perché l’Arst non arriva, non parte o non raccoglie tutti i passeggeri in attesa».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha messo in luce che «le emergenze dei trasporti sono ben altre e sono molto preoccupato per le dichiarazioni dell’assessore Careddu che parla di febbraio e ottobre, mostrando molta impreparazione su un tema che invece rappresenta un pilastro dell’economia regionale; a febbraio i contratti sono già chiusi e ad ottobre c’è la nuova programmazione di tutto il sistema turistico, per cui siamo di fronte ad una tempistica inaccettabile che danneggia ulteriormente l’economia sarda».

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha proposto, con un emendamento orale, che le previste agevolazioni a favore degli studenti sardi siano estese a quanti (anche non sardi) frequentano il sistema regionale dell’istruzione.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha parlato di una «iniziativa condivisibile ma attuata con uno strumento non adatto come l’ordine del giorno, perché sui trasporti serve una discussione mirata in commissione che non può essere elusa, facendo finta di dimenticare i fallimenti della Giunta in materia di trasporti».

Piermario Manca, del Pds, si è espresso positivamente sul documento, affermando che «in qualche modo ci stiamo portando avanti il lavoro utilizzando le economie per gli studenti, scelta giusta e positiva che va estesa anche ad altri sistemi di trasporto».

Sempre per il Pds il consigliere Roberto Desini ha definito l’ordine del giorno condivisibile, invitando però il Consiglio a «non dimenticare la legge approvata ad agosto all’unanimità, per abbattere i costi delle società sportive per le trasferte nelle isole minori, una legge ancora vergognosamente non applicata, per cui chiedo di bloccare i fondi al Coni regionale finché non si rispetta la legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato il collega Demontis a ritirare il documento, «la cosa più seria considerando il dibattito su una materia complessa sulla quale è utile una approfondita riflessione in commissione, anche perché mentre assessore va in pellegrinaggio per l’isola il 9 giugno rischiamo di perdere tutto, nel bene e nel male». Quanto ai benefici destinati agli studenti, Pietro Pittalis ha affermato che «è sbagliato estrapolare un intervento solo per una categoria di fronte di fronte ai rischi di tutto il sistema e comunque, nel merito, con riferimento alle agevolazioni per i non residenti, la Giunta deve dire qualcosa di chiaro sulla competitività turistica della nostra Regione».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha annunciato la sua adesione al documento, soprattutto per la condivisione del principio di differenziazione della tariffe fra residenti e non residenti.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha affermato di sostenere l’ordine del giorno pur riconoscendo la necessità di un dibattito ampio in commissione. Le criticità sulla differenziazione della tariffe ci sono, ha spiegato, «bisogna fare ragionamenti seri sugli studenti come su altre categorie, attivando possibilmente un effetto moltiplicatore che si trasferirà anche alle società sportive come auspicava il collega Roberto Desini, estendendo il discorso anche al cabotaggio marittimo per rimuovere disparità che grava sui residenti nelle isole minori».

La consigliera del Pd Rossella Pinna ha annunciato la sua firma all’ordine del giorno.

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che quello delle tariffe agevolate di trasporto per gli studenti è un argomento importante ma, ancora di più, è importante il tema complessivo della continuità territoriale sul quale l’Esecutivo è attivamente impegnato.

Prima del voto il presidente Gianfranco Ganau ha sottoposto all’Aula l’emendamento orale del consigliere Emilio Usula sull’estensione dei benefici anche agli studenti non sardi, che è stato accolto. Quindi ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 29 voti favorevoli.

L’aula è quindi passata all’esame dell’ordine del giorno n. 4 (Sabatini – Pittalis e più) sull’esclusione del territorio dell’Ogliastra dalle zone economiche speciali e dal progetto di metanizzazione.

«Il tema è emerso ieri in un convegno organizzato dalla Cisl in Ogliastra – ha detto Franco Sabatini – c’è preoccupazione per il mancato inserimento di questi territori nel “Decreto Sud”. Sappiamo che la Giunta sta predisponendo il Piano Strategico, chiediamo che venga inserita anche l’area industriale di Arbatax tra le zone economiche speciali». Il secondo tema riguarda invece il progetto di metanizzazione della Sardegna: «Anche in questo caso viene esclusa l’area dell’Ogliastra – ha aggiunto Franco Sabatini – eppure i 23 comuni ogliastrini sono stati i primi a creare la rete di distribuzione del gas propanato. Noi chiediamo che tra le aree individuate per la l’installazione dei depositi costieri di gas metano sia inserito anche il porto di Arbatax. In questo modo potremmo servire il porto e distribuire il metano nei comuni».

Sostegno alla proposta è arrivato da capogruppo del Pds Gianfranco Congiu (Pds): «Parlare di Zes in Ogliastra offre l’opportunità per riaprire la discussione sulla fiscalità di vantaggio. Questo Consiglio ha deciso di istituire una commissione ad hoc. Abbiamo nominato i quattro componenti politici che integreranno la parte tecnica. E’ uno strumento importante per dare risposte alle richieste contenute nell’ordine del giorno».

Anche per il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si tratta di un ordine del giorno particolarmente importante. «Non è un odg come gli altri, è un documento che indica un impegno preciso alla Giunta da tradurre in atti concreti. Ci sono circa 200 milioni nella finanziaria nazionale per questi interventi – ha sottolineato Pietro Pittalis – non ci saranno grandi ricadute per la Sardegna ma sarebbe un segnale di attenzione per territori marginali come quello ogliastrino».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, dopo aver espresso condivisione per l’ordine del giorno, ha ribadito la necessità di riprendere il tema della fiscalità di vantaggio, «argomento trascurato dalla Giunta e che invece è decisivo per lo sviluppo dell’Isola».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, a nome dell’esecutivo, ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno. «Il porto di Arbatax sarà inserito all’interno delle Zes – ha assicurato Raffaele Paci – nelle scorse settimane c’è stato un incontro con i rappresentanti dei Consorzi industriali al quale ha partecipato anche Arbatax. La Giunta ha ottenuto dal Governo un ampliamento del decreto di attuazione delle Zes. C’è la possibilità di inserire tutti e sei i porti sardi. Anche sul metano stiamo lavorando: il Piano energetico prevede la costruzione di depositi costieri, ci sono ragionamenti anche su Arbatax. Il deposito sarà poi collegato alle reti urbane esistenti».

Messo in votazione l’odg è stato approvato all’unanimità (44 voti a favore su 44 votanti). Il documento impegna la Giunta a inserire nel piano strategico di attuazione delle Zes il porto e la zone industriale di Arbatax, anche attraverso l’azione e il coinvolgimento delle Autorità Portuali, il Consorzio industriale e tutti gli altri attori interessati. L’ordine del giorno impegna inoltre il presidente della Regione a intervenire in maniera incisiva nei confronti del governo al fine di inserire nel piano di metanizzazione dell’Isola i territori dell’Ogliastra.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in discussione l’ordine del giorno n. 5 (Lotto e più) sullo stato di attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana.

«E’ un tema serissimo che affrontiamo da oltre 40 anni – ha detto il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) – è una questione complessa di difficile soluzione che incide sull’economia regionale e nazionale. La Giunta ha dato un’accelerazione all’azione di eradicazione della malattia. Gli abbattimenti delle ultime settimane hanno dimostrato che quasi il 100% dei maiali sono infetti. Serve un’accelerazione e un incoraggiamento alla Giunta per proseguire l’attività e rafforzare il confronto con le popolazioni interessate. L’allevamento dei suini, oggi agonizzante, può essere un settore importante per lo sviluppo economico delle zone interne».

Mariano Contu (Forza Italia) ha invece bocciato l’azione della Giunta e dell’Unità di progetto: «Quello che emerge è che non si è tenuto conto di una raccomandazione decisiva: il coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali. Un sindaco, quello di Desulo, è stato processato e condannato – ha detto Mariano Contu – è vero che il 90% dei suini abbattuti sono positivi, questo vuol dire che dopo tre anni siamo punto e a capo., non  si riesce a capire quale sia la strategia per l’eradicazione della peste suina africana e quali meccanismi possono convincere gli allevatori a mettersi in regola».

Piermario Manca (Pds), dopo aver espresso condivisione per i contenuti dell’ordine del giorno, ha invitato la Giunta a predisporre interventi ad hoc per rilanciare l’allevamento del suino sardo. «Per questioni burocratiche la razza sarda viene trascurata – ha detto Piermario Manca – è invece una razza particolarmente importante per le produzioni tipiche. E’ una biodiversità che va tutelata come hanno fatto in Spagna in Extremadura».

Dello stesso avviso il collega di partito Gianfranco Congiu: «Occorre far passare un messaggio: serve la collaborazione di tutti per raggiungere un risultato storico. I piani settoriali possono essere uno strumento di persuasione per coinvolgere le popolazioni riottose. Chiediamo concretezza per piano di rilancio del settore suinicolo».

Contrario all’ordine del giorno Gaetano Ledda (La Base): «Non l’ho firmato. Sul Piano di eradicazione si sono fatti tanti proclami ma finora non si sono visti risultati – ha affermato Gaetano Ledda – il settore suinicolo potrebbe essere un’industria, importiamo l’80 % delle carni. In questa operazione non si sono coinvolti i territori, bisognava far emergere l’illegalità finanziando gli allevatori per realizzare doppie recinzioni e i controlli sanitari».

Dubbi sul metodo adottato per contrastare il fenomeno sono stati avanzati anche dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «La questione è complessa – ha rimarcato Luigi Crisponi – lo stesso responsabile scientifico del Piano di eradicazione della peste suina africana Jose Manuel Vizcaino ha suggerito una linea di azione che affiancasse agli interventi di abbattimento dei capi infetti l’apertura di un dialogo costante con le popolazioni locali. Purtroppo, dopo un’attività che dura ormai da 4 anni, l’unico risultato ottenuto è quello di aver portato alla sbarra un amministratore comunale limpido e onesto come il sindaco di Desulo. E’ un fallimento su tutta la linea. Occorre cambiare rotta. Il Piano di eradicazione va sostenuto ma bisogna far capire alle comunità che dietro c’è un progetto innovativo altrimenti continueremo a discutere dell’eliminazione della peste suina anche nei prossimi anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo i contenuti dell’ordine del giorno, ha spiegato all’Aula i motivi della mancata sottoscrizione del documento da parte della minoranza. «Non lo abbiamo firmato per due ragioni: arriva fuori tempo massimo e mostra ancora fiducia in strumenti di contrasto che si sono rivelati fallimentari». Pietro Pittalis ha poi contestato l’uso della forza adottato dall’Unità di Progetto: «Anziché ricorrere agli strumenti della politica, che richiedono il confronto e la compartecipazione delle comunità locali e degli allevatori, si è preferita l’azione manu militari per risolvere il problema. Questo non è ammissibile. E’ una questione annosa che non si risolve con i blitz o circondando gli ovili. Così non si elimina il problema e si crea tensione sociale. Serve cautela, la peste non si elimina con gli abbattimenti, servono altre iniziative».

Giovanni Satta (Uds), in apertura del suo intervento, ha ricordato i precedenti tentativi di eradicazione della peste suina mai portati a termine: «Nel 1979 ci fu un incontro a Desulo in cui si sosteneva la stessa linea che si persegue adesso. I responsabili del Piano dovettero andare via scortati dai carabinieri – ha detto Giovanni Satta – questo vuol dire che la metodologia è sbagliata,il problema della peste suina non si risolve con azioni paramilitari. Soprattutto nei comuni che hanno un territorio gravato da usi civici. Lì è difficile cambiare le consuetudini, i sindaci vanno aiutati. Condivido i principi dell’ordine del giorno ma andrei oltre. La mia proposta è quella di inviare dei commissari per regolamentare l’uso delle terre civiche. Solo così sarà possibile allevare maiali nel suolo pubblico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo aver annunciato il parere positivo all’ordine del giorno ha difeso l’azione dell’Unità di progetto. «E’ una battaglia importante che la Giunta ha messo in piedi e sta portando avanti con coerenza. Il Piano di eradicazione è basato su modelli internazionali – ha sottolineato Francesco Pigliaru – perché, se esistono altre soluzioni, non sono state adottate prima? Gli abbattimenti sono cruciali: in Spagna, in Exstremadura è intervenuto l’esercito per risolvere il problema. Oggi quel territorio ha un fatturato di 400 milioni all’anno. Quello che stiamo facendo richiede grande coraggio, provo ammirazione per l’Unità di progetto. E’ una battaglia di tutti per liberare le risorse straordinarie che ci sono nelle aree interne. Siamo lì per migliorare le energie e dare sfogo alle potenzialità. Dispiace che ci sia così poca informazione. I dati dimostrano quale sia la portata del problema, si fanno gli abbattimenti ma, allo stesso tempo, si creano le condizioni per far emergere dal nero gli allevatori. Prima esisteva una sanzione di 10mila euro anche per chi aveva pochi maiali. Quella sanzione è stata cancellata su suggerimento delle popolazioni locali. Tutti conoscono i passaggi per emergere dall’illegalità. C’è, è vero, il problema delle terre civiche. Lo affronteremo, nei cantieri di lavoro previsti nel Piano Lavoras c’è un intervento specifico per la predisposizione di aree con doppia recinzione dove poter allevare maiali secondo le regole».

Messo in votazione l’ordine del giorno è stato approvato con l’astensione della minoranza.

Approvato all’unanimità invece l’ordine del giorno n. 6 (Truzzu e più) sul piano straordinario per il lavoro. «E’ un proposta per destinare parte delle risorse del Piano alla creazione di posti lavoro per gli over 50 – ha detto Paolo Truzzu – lo ribadiamo dopo averlo detto durante la discussione della manovra finanziaria».

Al documento ha chiesto di aggiungere la propria firma il consigliere di Forza Italia Mariano Contu.

L’assessore Paci ha espresso parere favorevole e ha garantito l’impegno della Giunta: «Nel Piano Lavoras – ha detto – sono previste specifiche risorse per i lavoratori ultracinquantenni».

L’Aula ha poi dato il via libera anche all’ordine del giorno n.7 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a trovare risorse per l’incremento dell’occupazione femminile.

«Anche in questo caso – ha spiegato Paolo Truzzu – vogliamo dare forza a una richiesta già avanzata con un emendamento alla Finanziaria e sulla quale c’è l’impegno della Giunta».

Voto favorevole ha annunciato Mariano Contu (Forza Italia): «Occorre favorire l’occupazione delle donne con figli, soprattutto a quelle con bambini minori di due anni. Solo sostenendo le donne si favoriranno nuove nascite».

Rossella Pinna (Pd) ha rivolto un plauso all’iniziativa di Paolo Truzzu: «E’ importante aver riportato all’attenzione un tema sul quale non ci si deve stancare mai di discutere – ha detto Rossella Pinna – in particolare il secondo comma dell’ordine del giorno propone di riservare parte delle risorse per promuovere la conciliazione tra attività professionale e famiglia. Ricordo che la Regione ha ancora una dotazione finanziaria considerevole di 24 milioni di euro per potenziare i servizi per la prima infanzia. Propongo un’accelerazione alla spendita delle risorse. La Sardegna, le famiglie e le donne ne hanno bisogno».

Favorevole anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Conosciamo i numeri sull’occupazione femminile in Sardegna che sono bassissimi. Sono tante le donne che abbandonano il lavoro dopo la maternità. Ogni intervento indirizzato a superare la discriminazione di genere non possono che essere ben accetti. E’ un ulteriore tassello che si aggiunge a tutti gli altri provvedimenti adottati in questa legislatura a favore delle donne».

Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), dopo aver chiesto di aggiungere anche la sua firma all’ordine del giorno ha sottolineato l’importanza degli interventi finanziari a sostegno del lavoro femminile: «Uno dei nodi su cui si basa la bassa natalità è l’insufficienza degli aiuti alle donne che decidono di avere figli. Le politiche per la famiglia hanno un ruolo decisivo per evitare lo spopolamento delle zone interne, così come hanno una loro valenza le politiche per l’immigrazione. Le donne che hanno figli non devono sacrificare la loro vita lavorativa. La Sardegna è una delle regioni che sconta maggiormente la disparità di genere. La crisi demografica ci può travolgere».

Rossella Pinna ha quindi proposto un emendamento orale al secondo comma. «Anziché riservare delle risorse del Piano del Lavoro per favorire la conciliazione tra attività professionale e famiglia – ha detto Rossella Pinna – sarebbe meglio procedere all’attuazione di interventi già programmati per agevolare l’accesso dei nuclei familiari ai servizi per la prima infanzia».

Il consigliere Paolo Truzzu ha accolto favorevolmente l’emendamento orale: «Va bene la proposta dell’on. Rossella Pinna – ha detto – la previsione di una riserva era formulata in quel modo  per far spendere soldi già programmati».

Anche in questo caso l’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «C’è l’impegno della Giunta a favore dell’occupazione femminile e per trovare strumenti che rendano più semplice la conciliazione tra lavoro e famiglia».

L’ordine del giorno n. 7 è stato approvato all’unanimità (45 voti su 45 votanti).

Consiglio unanime anche sull’ordine del giorno n. 8 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a individuare misure a sostegno dei genitori soli o separati.

«Anche questa proposta deriva dal dibattito sulla finanziaria e dall’impegno preso dalla Giunta – ha rimarcato Paolo Truzzu – occorre cominciare a occuparsi di coloro che in modo improvviso entrano nel tunnel della povertà per evitare l’esclusione sociale. I dati della Caritas dicono che il 46% dei nuovi poveri è costituito dai padri separati».

Al documento si è aggiunta anche la firma di Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, e di Mariano Contu (Forza Italia). «Ci troviamo di fronte a drammi sociali che investono non solo i genitori ma anche i figli – ha detto Contu – non basta un semplice intervento finanziario, serve anche un supporto psicologico per i giovani spesso sballottati per le crisi tra genitori».

Acquisito il parere favorevole della Giunta, il presidente Ganau ha messo in votazione il documento che ha ottenuto 44 sì su 44 votanti. 

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la presentazione di un ulteriore ordine del giorno per l’avvio delle procedure adatte al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il polo industriale di Ottana. Il primo firmatario, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha quindi illustrato il documento evidenziando la drammaticità della situazione occupazionale («ieri sono stati annunciati i licenziamenti degli ex lavoratori della centrale») e l’urgenza di interventi per riconosce lo status si area di crisi complessa, come già è avvenuto in passato per Porto Torres e Portovesme.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha dichiarato piena condivisione per l’iniziativa del suo collega Congiu ed ha annunciato la sottoscrizione del documento, mentre il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, pur condividendo le preoccupazioni per i lavoratori dell’area industriale di Ottana ha posto l’accento su quello che ha definito “il fallimento delle politiche industriali della Giunta Pigliaru”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha annunciato al sottoscrizione dell’ordine del giorno ed ha invitato la Giunta ad affrontare il problema di Ottana “in prospettiva” ma soprattutto “pensando all’oggi e alla necessità di risposte per quei lavoratori che sono espulsi dal mondo del lavoro dopo aver esaurito i sostegni degli ammortizzatori sociali”. Dichiarazione analoga è stata fatta dal capogruppo Psd’Az, Angelo Carta, ceh ha insistito sulla necessità di interventi mirati nel verso dell’utilizzo della leva fiscale. Gaetano Ledda (Psd’Az-LaBase) ha dichiarato la sottoscrizione del documento ed ha invitato la Giunta a sostenere le iniziative della “Antica fornace”, un’impresa che opera ad Ottana e che potrebbe garantire posti di lavoro e produzione. Giorgio Oppi (Udc) ha fatto appello all’unità delle forze politiche perché si affrontino concretamente i problemi delle crisi industriali, mentre Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato voto favorevole all’’ordine del giorno, invitando la Giunta “ad abbassare i toni trionfalistici quando si parla di lavoro e politiche industriali”.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha espresso parere favorevole al documento ed ha assicurato l’impiego delle risorse del piano per il lavoro anche  per i lavoratori di Ottana, ribadendo la volontà di procedere con il ministero al fine di riconoscere lo status di area di crisi complessa.

Posto in votazione l’ordine del giorno Gianfranco Congiu e più è stato approvato all’unanimità con 43 votanti.

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Il Consiglio regionale ha esaminato questo pomeriggio gli emendamenti all’articolo 1 della Manovra Finanziaria.

Sull’emendamento 105 l’on. Edoardo Tocco (FI) ha annunciato il voto favorevole e ha detto: «Non c’era fretta di approvare a tappe forzate questa manovra, sarebbe stato opportuno dare più tempo alla commissione».

Sempre per Forza Italia l’on. Marco Tedde ha ribadito: «Il giudizio sulla manovra è sempre più negativo, visto che in commissione avete appena approvato gli emendamenti mancetta, le cosiddette marchette pre elettorali. Molte delle quali pesantissime e gridano vendetta. Vi abbiamo chiesto di valutare le esigenze dei Comuni e ve lo ha chiesto il Cal: voi avete speso 40 milioni di euro in mancette».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Non voglio credere alle mancette elettorali né ai contributi solo per certi territori. Ma è la finanziaria tutta che è sbagliata e il Cal vi sta dicendo come devono essere spese queste risorse negli enti locali».

Per l’on. Paolo Truzzu (Sardegna), invece, «si è persa l’occasione di sfruttare al meglio questa finanziaria e invece ancora una volta vi state attivando su una distribuzione a pioggia e a soddisfare interessi particolari. Lo abbiamo visto anche questo pomeriggio in commissione: persino emendamenti importanti della maggioranza sono stati respinti». 

Anche l’on. Mariano Contu (FI) ha criticato il provvedimento ed ha citato il primo intervento di Gavino Carta, nuovo segretario regionale della Cisl, secondo cui «la massa manovrabile del bilancio è bassa a causa dei costi obbligati della sanità». Secondo l’on. Mariano Contu «l’importante è anche mettere a disposizione in fretta le risorse stanziate per il piano del lavoro, perché i sardi hanno bisogno di interventi duraturi ma anche rapidi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento 105 sarà favorevole perché questa manovra ha una visione distorta della realtà e non centra il vero obiettivo: cioè il lavoro, che è la madre di tutti i problemi della Sardegna. Questa maggioranza è troppo lontana dai problemi della gente».

L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esordito così: «Sembra che il centrosinistra abbia una sorta di psicosi per le elezioni. E’ meglio se invece le si affronta con calma, evitando le mancette da elezioni e l’ansia di arrivare a marzo prossimo temendo di presentarsi in braghe di tela. State evitando di andare a una discussione franca e serena con l’opposizione».

Sempre per i Riformatori l’on. Cossa ha annunciato il voto favorevole alla soppressione dell’articolo 1 e ha denunciato il rischio di un blocco dei voli aerei su Cagliari e della stagione turistica 2018.

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «si stanno destinando risorse del bilancio ordinario per il cofinanziamento di programmi dell’Unione europea ma se fossi in un consigliere regionale del centrosinistra mi preoccuperei del tipo di delega che state dando all’assessore alla Programmazione, senza che il Consiglio regionale possa esercitare il controllo».

Sullo stesso argomento ha preso la parola l’on. Angelo Carta (Psd’az) che ha illustrato i dati di questa partita finanziaria in capo all’assessore al Bilancio: «Dell’efficacia di questi fondi ha parlato questa mattina l’assessore Paci, rilevando che soltanto la metà delle somme impegnate in passato è stata spesa».

Per l’on. Stefano Tunis (FI) «sarebbe bello sentire l’assessore Raffaele Paci spiegarci com’è andata sino a oggi la spesa dei fondi comunitari», mentre per l’on. Attilio Dedoni «non si capisce perché il Consiglio regionale non debba occuparsi della programmazione dei fondi, posto che la gestione in capo alla giunta e alla burocrazia regionale ha mostrato soltanto ritardi della spesa. E in agricoltura ne sanno qualcosa di  erogazioni ritardate».

L’emendamento 105 è stato respinto.

Sull’emendamento 106 il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau: «Approvando la disposizione stiamo approvando anche le tabelle A, B e C: è corretto? Non verranno dunque modificate successivamente le tabelle?».

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto: «Le tabelle si votano a parte e sono emendabili. Dunque, nulla osta ora alla discussione dell’articolo e dei suoi commi».

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «è necessario che la Giunta si faccia dare dallo Stato e dal Governo quel che è dei sardi» mentre per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «viene quasi la voglia di fare ostruzionismo a questa finanziaria davanti al vostro menefreghismo. Avete una fretta assurda: state gestendo i soldi dei sardi. Riportate in commissione la manovra».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha stigmatizzato «il silenzio plastico della maggioranza e non riusciamo a capire se voi della maggioranza non avete argomenti o se siete satolli dopo aver lanciato la rete e pescato tanti emendamenti».

Sull’ordine dei lavori l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) ha detto: «Lo straordinario riavvio dello stabilimento Alcoa, sancito oggi dal governo, è un risultato straordinario e insperato. Per questo esprimo la mia gioia per questo e chiedo al presidente di informare l’Aula su questo».  

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha replicato al consigliere Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) “il risultato di cui di compiace non è in ogni caso una sua vittoria ma di tutti coloro che si sono impegnati nella vertenza Alcoa”. Pittalis ha inoltre escluso intenti ostruzionistici da parte della minoranza ed ha rilanciato l’accusa all’onorevole Pizzutto: «Di fatto introducendo un argomento diverso dalla finanziaria cerca di provocando una serie di interventi fuori tema». Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha invitato il presidente della Giunta a riferire sulle eventuali novità sulla vicenda Alcoa.

Il presidente Francesco Pigliaru ha raccolto l’invito ed ha spiegato che si registrano positivi passi in avanti per la definizione della vertenza e che “si è dinanzi ad una prospettiva più positiva di quella trovata quattro anni fa”. Il presidente ha quindi informato l’Aula che è in programma una deliberazione apposita della Giunta in vista di un accordo di programma.

Il consigliere Tunis ha quindi ringraziato il presidente Francesco Pigliaru ed ha affermato: «Ringrazio per la precisazione che di fatto smentisce le dichiarazioni dell’onorevole Luca Pizzuto sulla riapertura della fabbrica dell’Alcoa a Portovesme».

Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, è ritornato sul secondo comma dell’articolo 1 e sulle tabelle a,b, e c ed ha evidenziato l’esiguità dei fondi a disposizione per l’edilizia abitativa: «Stanziate solo 8 milioni di euro contro uno stanziamento storico di oltre 20 milioni di euro».

Il capogruppo di “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed ha espresso solidarietà al sindaco di Desulo nei confronti del quale è stata richiesta una condanna di sei mesi per al nota vicenda del pascolo brado nella lotta contro la peste suina.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto favorevole ed ha confermato la volontà di “entrare nel vivo della manovra”. «Non puntiamo a rallentare i lavori – ha affermato l’esponente della minoranza  ma cercare di comprendere a fondo la finanziaria che la maggioranza ha esaminato per conto proprio».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha dichiarato voto ed ha segnalato alcuni voci delle tabelle a, b, e c, per evidenziarne l’esiguità delle risorse: «Cito ad esempio il capitolo relativo ai passeggeri non residenti delle isole minori e lo zero nelle risorse destinate alla fetopatia alcolica per la quale è stata approvata un’apposita legge in questa legislatura». A giudizio di Michele Cossa sono modesti anche gli stanziamenti per il servizio radiotelevisivo e i programmi in lingua sarda.

Posto in votazione l’emendamento 106=305=684 non è stato approvato con 28 contrari e 16 favorevoli.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo parziale n. 206 è intervenuto il consigliere Marco Tedde (Fi) per mettere l’accento sulla questione della programmazione ricordando le critica in proposito rivolte anche dal Cal. L’esponente della minoranza ha denunciato inoltre “l’inserimento di risorse senza specifica destinazione”. «È inconcepibile – ha concluso Marco Tedde – che mettiate da parte 40 milioni in un portafoglio senza che si sappia cosa volete farne». A favore dell’emendamento anche Alessandra Zedda (Fi) che ha chiesto all’assessore paci di indicare “almeno una delle opere realizzate con il muto da 700 milioni contratto in avvio di Legislatura per le opere pubbliche”. Mariano Contu (Fi) ha dichiarato voto favorevole ed ha lamentato il ritardo nella spendita e nella programmazione dei fondi europei. Stessa posizione è stata espressa dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, che ha stigmatizzato la lentezza nei processi di spesa e l’assenza di un efficace crono programma degli interventi. Paolo Truzzu (Sardegna) ha insistito sulla quantità e sulla qualità della spesa delle risorse comunitarie ed ha auspicato maggiore collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, la Regione e gli Enti locali. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha spiegato che l’emendamento riporta ad una cabina di regia regionale la programmazione dei fondi ed ha affermato: «Continuiamo a lamentarci dell’Europa dei burocrati senza però che rispetto a questo stato di cose ci sia un atteggiamento reattivo della classe politica sarda». A favore, anche Luigi Crisponi (Riformatori): «L’emendamento merita l’attenzione di tutto il Consiglio perché vuole riscrivere l’utilizzo dei fondi comunitari per una migliore spesa». Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha rimarcato l’importanza del comma 2 («introduce un argomento importante, i fondi europei e il rapporto tra la Sardegna e l’Europa») ed ha sottolineato la spesa record che in agricoltura vanta la Regione Veneto per confrontarla con quella assai più ridotta della Sardegna.

Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha messo in evidenza che «c’è un problema enorme nei processi di spesa per l’agricoltura perché da anni si verifica che, dopo la pubblicazione dei bandi, le pratiche si ingolfano e non si riesce ed erogare le risorse, col risultato che in alcuni anni non arriva un euro e in altri si accelera moltissimo».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ricordato che «l’opposizione ha rivolto alla finanziaria una serie di critiche soprattutto sulla destinazione di 40 milioni definiti da qualcuno mancette, ma al di là delle definizioni è comunque preoccupante che le risorse siano distribuite a seconda delle indicazioni di alcuni consiglieri di maggioranza; lo stesso Cal ha suggerito la distribuzione di queste risorse per aree strategiche e noi condividiamo questa impostazione seria, privilegiando le aree della Sardegna più in sofferenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, riprendendo il tema sollevato dal collega Pittalis di certi comportamenti istituzionalmente non corretti, ha criticato «l’eccessivo accentramento delle procedure presso l’assessorato della Programmazione e la marginalizzazione del Consiglio, un modo di procedere che va assolutamente modificato».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha affermato che «il sistema della programmazione va decisamente snellito e semplificato istituendo per esempio uno sportello per le imprese all’interno dell’assessorato, soprattutto per le pratiche che riguardano l’agricoltura, in modo da assicurare la migliore spesa dei fondi ed un impatto positivo sul sistema regionale».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda) ha detto fra l’altro che «parlando di marchette indubbiamente ci sono alcuni maestri». Nel merito della proposta, ha sostenuto che «il problema non è tanto l’accentramento presso l’assessorato della Programmazione quanto che le risorse siano destinate realmente allo sviluppo ed all’occupazione».

Messo ai voti l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 439.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sempre in tema di programmazione, ha sostenuto che «nella manovra emerge l’aumento delle entrate tributarie per circa 120 milioni di euro e riteniamo, a differenza della maggioranza, che una parte di questi fondi debbano andare ad aumentare la dotazione del Fondo unico degli Enti locali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino ha messo in luce l’importanza dell’efficacia della spesa regionale «perché, nel sistema attuale, le risorse non arrivano a destinazione o arrivano molto tardi con risultati del tutto negativi per la comunità e soprattutto per le fasce più deboli; c’è un deficit della programmazione sul quale occorre intervenire altrimenti i fondi finiranno nelle aree più forti».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Mariano Contu ha lamentato che «nell’ambito del Fondo sociale europeo, con una dotazione di 444 milioni di euro, è stato programmato solo il 65% ma non si capisce quanto effettivamente sia stato speso né si conoscono i risultati ottenuti con le risorse assegnate; anzi l’esperienza insegna che questi fondi potrebbero essere un bluff».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo l’accento sul fatto che «non si possono migliorare le procedure di spesa con inutili appesantimenti burocratici, i progetti sono coperti da risorse regionali e nazionali che però non arrivano a destinazione determinando una attesa che in alcuni casi dura anche tre o quattro anni, un periodo nel quale molte aziende spariscono addirittura dal mercato».

Il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia ha ricordato che «purtroppo di risorse non spese la Sardegna è piena anche quando certi progetti dovrebbero avere priorità come nel caso del programma Garanzia giovani, o quando iniziative di formazione come quelle per alcune professioni sanitarie si rivelano inutili perché non garantiscono sbocchi occupazionali».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha ricordato che «il raffronto con le altre Regioni dell’Unione europea è impietoso per la Sardegna che le ultime rivelazioni segnalano nelle ultime posizioni ed in ulteriore arretramento; il tema della velocità della spesa è quindi centrale ma, nella manovra, è stato ignorato e sottovalutato questo fondamentale punto di debolezza del sistema regionale».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha detto che «l’emendamento cerca di aggredire il nervo scoperto della programmazione europea, certamente meno efficace rispetto al recente passato; ciò dipende dalla debolezza dei progetti e dalla loro distanza dalle reali esigenze dei territori, sarebbe stato meglio che il Cal si fosse potuto esprimere su questo tema per poter rilanciare i sistemi locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha collocato l’emendamento nell’ambito della riflessione complessiva proposta dall’opposizione che la maggioranza finora non ha accolto. Prevale, ha affermato, «un alone di vergogna in alcuni consiglieri di maggioranza che stanno facendo finta di non vedere cosa sta succedendo nella manovra a proposito dei fondi europei».

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta. I lavori riprenderanno domattina alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane la risoluzione sul documento economico e finanziario della Regione.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta in attesa della discussione dell’art. 1 del disegno di legge n. 455/A (Legge di stabilità 2018) e degli emendamenti collegati.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato lettura della risoluzione della commissione Bilancio con cui si approva il Defr (Documento economico e finanziario della Regione).

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto chiarimenti sul contenuto della risoluzione, ricordando che «il testo lo conoscono solo i componenti della commissione Bilancio e non si sa se, rispetto al testo della Giunta, siano state apportate modifiche; è un punto decisivo perché, in questo caso, occorre avere il testo definitivo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che al testo della Giunta non è stata apportata alcuna modifica ed ha “chiamato” la votazione della risoluzione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta; la richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, aprendo la fese delle dichiarazioni di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «il documento ripropone l’inadeguatezza della Legge di stabilità 2018, è la sovrapposizione programmatica e finanziaria di scelte che per noi sono insufficienti rispetto ai problemi della Sardegna che soffre, dalle famiglie alle imprese». E’ una finanziaria, ha proseguito, «messa insieme con grande fretta come dimostrato da vicende molto gravi per la Regione come la continuità territoriale».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha parlato di «buoni intendimenti e promesse che, dall’atto dell’insediamento della Giunta Pigliaru ad oggi, si scontrano con la realtà dei fatti, risultati misurabili non se ne sono visti e la presenza della crisi economica nella prima fase della legislatura non basta ad assolvere la Giunta». «A cominciare dalle politiche attive del lavoro e dell’occupazione – ha concluso – il documento non descrive con concretezza la vera e drammatica situazione della Sardegna».

Ancora per Forza Italia la vice capogruppo Alessandra Zedda ha sostenuto che «il voto contrario gruppo è sul metodo e sul merito, perché il documento è la fotocopia di annunci e strategie che non possono funzionare e, in particolare, contiene una lunga serie di pagine bianche di cose non fatte o realizzate in minima parte come il Piano regionale di sviluppo, il credito a sostegno delle piccole e medie imprese ed i consorzi fidi che, di fatto, non hanno visto un euro».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha affermato, «rappresenta una sintesi della strategia finanziaria della Regione per cui non può essere diversa dalla Legge di stabilità e, nel merito, c’è una analisi corretta dell’economia dell’Isola e si individuano i settori che dovrebbero essere incentivati ma, nei fatti, non ci sono risposte concrete sui grandi temi strategici».

Il consigliere Edoardo Tocco, ultimo esponente di Forza Italia ad intervenire, ha detto che «onestamente non si travedono strategie in grado, come si afferma nel documento, di invertire la rotta, scelta necessaria perché i fondamentali dell’economia sono tutti negativi e lo percepiscono in modo molto netto tutte le categorie produttive, in particolare gli operatori del turismo che sono alle prese tutti i giorni con il caos dei trasporti, o della sanità con 2.000 persone che proprio ieri hanno protestato sotto gli uffici dell’assessorato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha definito il documento «un po’ scontato perché non va al di là dell’analisi della situazione e non riesce a proiettarsi nel futuro limitandosi a proposte generiche, manca inoltre nello specifico una qualunque idea di come contrastare il drammatico calo della natalità in Sardegna, così come non c’è nella Legge di stabilità; non c’è insomma su questo problema uno straccio di proposta che invece è urgente almeno per iniziare a invertire la tendenza».

Il consigliere Mariano Contu (Forza Italia) ha riconosciuto che «il documento appare animato da un certo senso di speranza ma non si coglie la capacità di aggredire i nodi critici del futuro della Regione ed inoltre si traccia una linea di intervento sui territori senza considerare le loro vocazioni ed i loro bisogni, continuando a seminare a pioggia e lo si fa anche adesso con emendamenti mirati della maggioranza; ma così non si può nemmeno sfiorare il problema dello spopolamento».

Il capogruppo dell’Udc Pierluigi Rubiu ha ricordato che «la Sardegna è uscita nel 2016 dalla recessione ma questo processo è frutto di un effetto-trascinamento avviato dall’economia nazionale più che del sistema interno mentre, sullo sfondo, aumentano la popolazione anziana e l’emigrazione dei giovani, resta molto basso il livello di istruzione superiore ed universitaria, calano le esportazioni e la competitività delle imprese». «Infine – ha concluso – la Sardegna non può sopportare per altri 3 anni la decurtazione delle sue entrate tributarie e su questo l’azione del governo regionale è stata del tutto negativa».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, annunciando il suo voto contrario, si è detto «sconcertato dalla poca modestia che il governo regionale ha trasfuso nel documento, mentre assistiamo allo sfascio generalizzato della Regione, dai rapporti con Governo alla sanità; e questi problemi enormi vengono affrontati dalla maggioranza con emendamenti settoriali simili a marchette, una vergogna!».

Il capogruppo del Pad’Az Angelo Carta ha sostenuto che «il documento è scritto da professori che non sanno dire come risolvono i problemi; sul trasporto aereo infatti ci si limita a dire che è fondamentale per lo sviluppo economico». Soffermandosi sul problema della pressione fiscale, Carta ha affermato che «è il cancro di un paese che vuole crescere ed invece il documento si lancia a formulare ipotesi sugli effetti del mancato aumento delle tasse che si tradurrebbero in più risorse per imprese e famiglie, mentre in realtà sono soldi virtuali».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha definito il documento «talmente vuoto che non sarebbe necessario parlare perché non incide nella realtà della Sardegna, a cominciare dai trasporti dove non potrà cambiare nulla se non sarà riconosciuta l’insularità tanto è vero che oggi non c’è un posto per raggiungere la penisola». «Ciò è accaduto – ha concluso – perché la Sardegna non ha mai avuto la schiena dritta per rivendicare i suoi diritti davanti allo Stato, preferendo ripiegare sulla vecchia strada dell’assistenzialismo».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha osservato che «è difficile capire il valore di un documento trionfo del generico e pieno delle solite affermazioni di principio». «Sulla continuità si susseguono gli annunci di aumento dei posti – ha lamentato Michele Cossa – mentre i sardi non hanno la possibilità di spostarsi ed il problema non riguarda solo i collegamenti esterni ma soprattutto quelli con le nostre isole minori». «Noi abbiamo proposto il biglietto unico per Carloforte e La Maddalena – ha concluso il consigliere – perché siamo a favore di una vera continuità interna e di una rete efficiente che non appare alla portata del nostro attuale sistema di trasporto pubblico locale».

Per il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) il documento di programmazione economica e finanziaria rappresenta «l’esempio più lampante di quello che pensa la gente della politica, un luogo estremamente lontano da un mondo reale che non viene nemmeno sfiorato; sul piano dei risultati, inoltre, non si vede nemmeno una piccola luce in fondo al tunnel per mancanza di programmazione cui si aggiungono intollerabili ritardi burocratici».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha sostenuto che, per certi aspetti, avrebbe voluto votare a favore del documento, «per la crescita economica di cui i sardi hanno molto bisogno; si potevano fissare pochi grandi obiettivi per invertire la marcia su trasporti, imprese, agricoltura, riforma enti locali, accordi con lo Stato, servitù militari e spopolamento». «Ma siamo ancora in tempo – ha concluso – a fare bene poche cose e su questo noi ci saremo».

Luigi Crisponi, consigliere dei Riformatori sardi, ha parlato di «un documento che sembra scritto da un azzeccagarbugli, una scenografia degli errori ai confini della realtà; a proposito di realtà, c’è quella immaginata dal governo regionale e poi c’è quella vera di una Sardegna maglia nera in tutti i sensi, che fatica e che soffre». «Mancano soprattutto buon senso e buone pratiche – ha concluso – mentre ci si allontana dalle esigenze del popolo e questo significa che si è persa completamente la bussola».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito il voto negativo del suo gruppo «che nasce dalla impossibilità di accettare affermazioni troppo enfatiche come quelle di una Sardegna in ripresa, una cosa del tutto non vera ed anzi lo stesso documento sotto molti aspetti superato dal dibattito di ieri». «Si fanno spostamenti di risorse e si delinea un nuovo piano del lavoro – ha protestato Pietro Pittalis – ma l’Isola non ha più bisogno di documenti, di accademia e di teorie, serve spendere subito e bene, vedere se e come è migliorata la condizione dei sardi». «Ma allora – ha concluso – se le cose vanno bene come dite bisogna chiedersi cosa vengono a fare i cittadini sotto il palazzo del Consiglio».

Emilio Usula, consigliere del Misto-Rossomori, dopo aver riconfermato che a suo giudizio il documento contiene per l’ennesima volta le solite “promesse vuote”, si è soffermato su un problema che rappresenta l’esempio emblematico della contraddittorietà dell’azione della Regione: la gestione dei rifiuti. «Da una parte si promettono aumento della differenziazione e del riciclo per arrivare ad una economia circolare – ha evidenziato – ma poi si potenzia, a costi altissimi per le finanze pubbliche, un bruciatore come quello di Tossilo e si autorizza la mega-discarica di Villacidro che diventerà la più grande d’Europa, con la Sardegna che rischia di trasformarsi nella pattumiera d’Italia, dove confluiranno quantità enormi di rifiuti provenienti dall’esterno».

Il consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna ha insistito sulla centralità del problema dei trasporti come «emblema della crisi profonda della Sardegna ed allo stesso tempo grande questione centrale irrisolta sia per l’economia che per la qualità della vita dei sardi». «Dopo 4 anni – ha detto – i risultati sono completamente fallimentari e manca la volontà politica di realizzare una vera inversione di tendenza».

Per il Partito dei Sardi il consigliere Piermario Manca ha definito il documento «molto articolato e in grado di tracciare in modo concreto gli obiettivi strategici sui quali intervenire anche se, in materia di agricoltura siamo al paradosso, perché il settore ha problemi strutturali importanti che, nel documento, si riducono ad una paginetta in cui si parla di sostegno ovi caprino e peste suina, più altre poche annotazioni su caccia e pesca: siamo alla normale amministrazione, mentre sarebbe stato necessario, ad esempio, parlare di Argea come organismo pagatore e della riorganizzazione degli uffici». «Comunque – ha concluso – nonostante queste carenze il documento va approvato».

Al termine di quest’ultimo intervento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto se il documento poteva essere votato per parti.

Il presidente Ganau ha chiarito che, in base al regolamento, il voto sul documento avviene attraverso una risoluzione unitaria

Quindi ha messo ai voti la risoluzione che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 22 contrari.

Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sugli articoli e sugli emendamenti, chiedendo al presidente della commissione Bilancio e alla Giunta il parere di competenza.

L’on. Marco Tedde (FI) ha preso poi la parola e ha detto: «Andiamo ora al cuore delle vostre disposizioni normative, proposte con grande fretta per esigenze elettorali ma del tutto insufficienti rispetto ai problemi della Sardegna. Vi preparate piuttosto a garantire mancette elettorali ma i sardi hanno toccato con mano quanto siete adeguati a governare. I vostri incontri con il governo e con Gentiloni hanno prodotto zero: il presidente Pigliaru si è presentato con il cappello in mano, ha chiacchierato, ha sentito le ennesime spiegazioni e nulla di più».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) «l’articolo 1 richiama il grande pasticcio dell’armonizzazione del bilancio, che necessità di una messa a punto della macchina regionale. Purtroppo, invece, tanti settori della Regione non funzionano bene, come le politiche sociali: non so se i colleghi lo sanno ma i Comuni stanno restituendo allo Stato le somme del Reis perché i Comuni non li hanno saputi spendere per mancanza di informazioni adeguate. Dunque, o questa manovra percorrere strade nuove o le sue ricadute saranno modeste».

L’on. Stefano Tunis (FI) ha annunciato «tre emendamenti per dare profondità verticale a questa manovra. Voi nell’emendamento 1027 state includendo tutti gli interventi in materia di lavoro ma ci appare un provvedimento piuttosto lasco che lascerà alla giunta e agli organi amministrativi tutte le azioni. Noi riteniamo invece che sia più utile portare sotto l’indirizzo e il controllo del Consiglio regionale questa manovra e per questo presenteremo tre emendamenti organici sul lavoro a valere sull’emendamento 1027 e all’articolo 4. Noi chiediamo l’azzeramento dell’aliquota Irap per le industrie digitali della Sardegna, che hanno scritto una storia importante con Video on line e con Tiscali, su tutte. Chiederemo anche un bonus assunzioni per i poli del digitale della Sardegna. Il terzo emendamento è quello del welfare aziendale nell’economia digitale, da calibrare a seconda che il lavoratore sia all’inizio, a metà o alla fine della sua carriera»

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, secondo cui «la partita degli accantonamenti rischia di tornare di scena nei prossimi mesi e non sarà l’unica. I numeri di questa manovra non ci consentono di dare scossoni all’economia della Sardegna e non vedo mosse e iniziative capaci di contrastare in tempi reali e con efficacia il fenomeno della disoccupazione». L’’on. Zedda ha aggiunto: «Che senso ha approvare entro l’anno la manovra – e io sono d’accordo perché si faccia – se poi gli uffici spenderanno le risorse  con mesi e mesi di ritardo?».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «bisognava andare oltre, a cominciare dall’articolo 1 che è il fondamento della legge finanziaria. Noi vorremmo continuare ad avere un atteggiamento collaborativo con voi e il collega Tunis, nel presentare gli emendamenti, è stato molto chiaro: ha parlato delle  risorse e dei risultati che si possono raggiungere con i nostri emendamenti sul lavoro e l‘economia digitale. E naturalmente è necessario che anche gli uffici si adeguino e lavorino nel rispetto dei tempi necessari perché queste misure diano i risultati. La gente sta capendo che non si campa con gli annunci ma con i fatti concreti, come quelli che noi vi stiamo offrendo. Siate umili e insieme potremo fare una manovra migliore».

L’on. Edoardo Tocco (FI) ha proseguito sul punto: «Assessore Paci, ci sarebbe voluto il pugno forte con lo Stato perché a questa finanziaria mancano quelle risorse che sono nel diritto dei sardi. E lo dico a lei che è un grande economista: serve lo scatto della Regione con lo Stato su questo tema». All’assessore Paci si è rivolto anche l’on. Mariano Contu: «Una buona parte degli emendamenti alla Finanziaria, oltre il venti per cento, proviene dalla maggioranza. Francamente non mi pare un fatto secondario né mi pare irrilevante che i sindaci e tutte le parti sociali abbiano suggerito correttivi alla manovra e ogni giorno qualcuno sfila sotto il Palazzo, a rappresentare le sue difficoltà. Voi dite di avere un piano per il lavoro nella nostra isola ma il vostro piano è un atto assistenziale, al di là di quante risorse state stanziando. Tra sei mesi avremo di nuovo altri sardi sotto il palazzo, perché il vostro intervento non fa nulla per offrire un’alternativa di lavoro stabile».

Dall’opposizione è intervenuto anche l’on. Gennaro Fuoco (Sardegna), che ha detto: «C’è molta freddezza e ragioneria nel vostro bilancio e non potrebbe essere diversamente. Ma non c’è nulla di politico né di creativo, come sarebbe invece necessario in un momento così dove tutti siamo chiamati alla straordinaria amministrazione». L’oratore ha parlato del demanio marittimo della Sardegna, di proprietà dello Stato e ha detto: «In Sicilia, lo stesso demanio marittimo è di proprietà della Regione e se anche in Sardegna fosse così noi potremmo lavorare per lo sviluppo. Invece il demanio sardo è abbandonato in un modo tale che grida vendetta. Come grida vendetta, per parlare di cose concrete, l’ospedale Marino, un ammasso di cemento sulla spiaggia del Poetto. Ci vuole molto a immaginare uno sviluppo turistico in quella zona? Ci vuole molto ad amministrare i beni come fanno i buoni padri di famiglia?».

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha parlato del fatto che «nei giorni scorsi l’Ats ha pubblicato una delibera per avviare un programma per capire se la Asl unica è la soluzione ai problemi della Sardegna. Mi sembra che ci sia qualcuno in stato confusionale. Allo stesso modo io non vedo un piano per il lavoro perché non ci sono risorse in più per creare lavoro: in questo piano ci sono i soldi che non siete riusciti a spendere in questi anni, oltre cento milioni che non siete stati capaci a spendere. Cento milioni di euro che non siete riusciti a spendere. Avete venduto illusione, questa è la realtà. E allora vi chiedo: quali sono le nuove opportunità che state attivando con questa manovra? Non ce sono».

Per i Riformatori sardi ha preso la parola l’on. Attilio Dedoni, che ha detto: «Vi lamentate della poca disponibilità finanziaria a fronte delle fortissime spese correnti, la sanità su tutto. Ben poco è disponibile nella massa manovrabile e io mi chiedo che cosa state facendo per sostenere l’agricoltura, quali denari state mettendo per far crescere l’artigianato. Nulla. Come nulla fate per lo sviluppo del turismo». L’oratore ha aggiunto: «Questa mancanza di risorse è dovuta alla vostra debolezza: siete stati pusillanimi e vi siete accordati con il governo e avete rinunciate alle entrate, nonostante vi chiedessimo di fare il contrario. Possiamo ancora richiedere le accise, come previsto dal nostro emendamento 813. Noi chiediamo che le accise della Saras siano acquisite dove si producono, come sostengono i grandi esperti della materia». 

Secondo il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, la manovra 2018 dimostra ancora una volta la poca fantasia e il poco coraggio della maggioranza. «E’ la Finanziaria del “tira a campare” che non produce nulla di buono per i sardi – ha detto Gianluigi Rubiu – la nostra scelta di intervenire su tutti gli articoli è finalizzata a dare un contributo per migliorare la legge. Il fatto che ci siano molti emendamenti anche della maggioranza e della Giunta significa che questa manovra non vi soddisfa. Il Consiglio ha l’occasione di riprendere in mano tutti gli articoli, non sarebbe tempo perso. Non bisogna correre o avere fretta. E’ utile, nell’interesse comune, provare a riscrivere la norma». Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di misure a favore dei lavoratori over 50 e 60 espulsi dal mercato del lavoro: «E’ una parte della società esclusa ed emarginata – ha affermato l’esponente della minoranza – cosa intendiamo fare di queste persone?».

Gianluigi Rubiu ha definito preoccupante, da questo punto di vista, la notizia dei premi di produzione elargiti ai funzionari dell’assessorato all’agricoltura: «Da un lato non si fa nulla per i lavoratori in difficoltà, dall’altro si danno superpremi fino a 30mila euro a dirigenti che hanno fatto poco per risolvere le emergenze del settore».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha evidenziato nel suo intervento la discrasia tra la manovra finanziaria esitata dalla Giunta e quella arrivata in Aula dopo le pressioni di sindacati e associazioni di categoria. «La legge mette a disposizione 127 milioni per il lavoro (85 di fondi Ue, 17 Aspal e 25 del bilancio regionale) – ha ricordato Angelo Carta – la verità però è che passeranno molti mesi prima che questi fondi siano realmente disponibili, probabilmente se ne riparlerà nella prossima legislatura».

Angelo Carta si è concentrato su un emendamento presentato dalla maggioranza, primo firmatario Pietro Cocco (Pd), con il quale si stanziano 8 milioni di euro a favore dell’edilizia privata: «Sono risorse da destinare alla ristrutturazione e riqualificazione di case – ha detto il capogruppo sardista – con un contributo del 20% agli interessati si riesce a smuovere circa 40 milioni di euro. Riesce a dare più lavoro questo emendamento che quello da 127 milioni della Giunta».

Angelo Carta ha quindi invitato la maggioranza a guardare a ciò che succede fuori dall’aula: «La gente è animata da un sentimento di odio verso la politica perché la politica non da risposte. Speravamo che almeno in quest’ultima finanziaria si riuscisse a dare risposte concrete. Gli emendamenti della Giunta dimostrano come l’attenzione sia più rivolta alle elezioni che non ai problemi reali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, in apertura del suo intervento, ha definito l’intervento sul lavoro “uno dei pilastri” di questa finanziaria. «Abbiamo ragionato molto su che lettura dare all’emergenza occupazione – ha detto Gianfranco Congiu – il Def lo tratteggia molto bene. La situazione è difficile, lo si è capito l’altro giorno sentendo i lavoratori di Ottana che presto saranno fuori dal sistema degli ammortizzatori sociali. Noi abbiamo presentato un emendamento, il 1029, per sostenere i lavoratori più deboli, quelli che si trovano ai margini del welfare. Prevedevamo un piano commissariale con procedure di spesa molto snelle. La Giunta accogliendo alcune nostre osservazioni ci ha chiesto di ritirare l’emendamento, noi siamo disponibili ma occorre stabilire una linea di indirizzo precisa: servono procedure snelle per la spendita delle risorse. La dotazione finanziaria (127 milioni) messa a disposizione dall’esecutivo va bene ma i soldi devono essere subito disponibili»

Anche per Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, il problema più importante che la Finanziaria dovrà affrontare è quello del lavoro. «Occorre però fare dire la verità – ha affermato Pietro Pittalis – la maggioranza sta commissariando l’assessore del Lavoro, sta dicendo che chi guida l’assessorato ha fallito nella sua azione di governo».

Secondo il capogruppo di Forza Italia l’altro aspetto da rimarcare è il vero contenuto dell’art.1 bis introdotto dall’emendamento aggiuntivo 1027 presentato dalla Giunta: «Questo emendamento rimanda la decisioni a un momento successivo. Dice che, entro 30 giorni,  sarà la Cabina di regia, con il supporto dell’Aspal e previo parere delle competenti commissioni consiliari, a individuare ambiti di intervento e modalità organizzative. La verità è che non state decidendo nulla – ha aggiunto Pietro Pittalis – questa è la risposta che date alla Cgil. Fossi io il segretario del sindacato mobiliterei tutta la Sardegna».

L’esponente della minoranza, infine, ha contestato anche il primo punto dell’emendamento della Giunta: «Dite che metterete a disposizione 127 milioni di nuove risorse, si tratta invece di soldi che già erano disponibili e che riprogrammate facendo il gioco delle tre carte. Si tratta di una semplice rimodulazione di fondi già programmati. Alcune risorse saranno sottratte a piani già approvati. Ritirate questa vergogna, a queste condizioni noi vi incalzeremo perché non è possibile prendere in giro i sardi».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola per la replica all’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «Non c’è nessuna presa in giro, sono soldi concreti – ha detto il rappresentante dell’esecutivo – la Giunta lavorava da tempo a questo Piano, 35 milioni del Fondo di coesione sociale erano programmati da mesi e si aspettava di metterli a correre con questa finanziaria. Si tratta di soldi immediatamente disponibili, senza vincoli, Altri 45 milioni del Fsc sono stati già stanziati per gli ammortizzatori sociali. Si aggiungono ai 25 milioni di fondi regionali. E’ vero che alcuni sono già impegnati ma ora li stiamo mettendo in un quadro unitario. Credo che questo sia un intervento importante con il quale si potranno dare molte risposte».

Paci ha poi difeso le modalità di spesa indicate nell’emendamento 1027: «Abbiamo pensato ad una procedura snella, che prende atto anche delle sollecitazioni del Pds – ha detto l’assessore – in un tempo brevissimo, 30 giorni, dopo un confronto con il Consiglio si identificheranno le aree di intervento. Vogliamo prevedere inoltre bonus occupazionali accogliendo alcuni emendamenti della minoranza sulle reti tecnologiche, il catasto, e il digitale».

Il responsabile del Bilancio ha infine ricordato che la Finanziaria mette a disposizione altri 25 milioni per le imprese: «Puntiamo molto sull’innovazione tecnologica – ha rimarcato Raffaele Paci – crediamo fortemente che non bastino solo i cantieri verdi. Tuttavia queste azioni vanno bene per i più giovani, ma i lavoratori ultracinquantenni richiedono strumenti diversi. L’emendamento è volutamente lasco per evitare di trascurare qualche settore. C’è l’impegno per scrivere nel programma anche un monitoraggio trimestrale. La Giunta è disponibile a discutere».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo totale  135=30=694.

Per dichiarazioni di voto ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha invocato una cancellazione dell’articolo 1. «E’ una norma contraddittoria – ha detto Marco Tedde – le risorse sono inoltre insufficienti. In alcuni casi si tratta di fondi riciclati, contrabbandati come nuovi. All’interno di questa manovra ci sono 40 milioni di euro per mancette elettorali, meglio destinarli ai comuni che devono contrastare le nuove povertà».

Voto favorevole all’emendamento soppressivo ha annunciato anche Alessandra Zedda (Forza Italia): «L’impostazione della finanziaria non fa capire quale sia la proposta della Giunta. Da un lato si mostra disponibilità verso il Consiglio, dall’altro il metodo si presta invece all’elargizione di prebende ai consiglieri più potenti, a quelli che si devono candidare e sono più forti nel territorio. In Commissione abbiamo assistito alla lettura di emendamenti che gridano vendetta».

Contro le previsioni dell’articolo 1 si è schierato anche Gaetano Ledda (Psd’Az- La Base): «La situazione della Sardegna è esplosiva – ha detto Ledda – i piani per i giovani agricoltori non sono partiti, 80 milioni del Psr sono fermi. Il mondo del lavoro è in ginocchio, ogni giorno c’è uno sciopero».

Gaetano Ledda si è poi soffermato sulle difficoltà del settore agropastorale: «Dite che ci sono 20 milioni di euro per l’allevamento dei  bovini. Ricordo che dei 45 milioni di euro stanziati per l’ovicaprino non si è speso quasi niente, il 70% dei pastori non ha ancora ricevuto un euro».

Per Stefano Tunis (Forza Italia) sul Piano del Lavoro la Finanziaria risente di un eccesso di delega. «Bisognerà addentrarsi nella discussione per capire quali sono le modalità di spendita di questa ingente quantità di danaro – ha detto Stefano Tunis – non voglio avere un atteggiamento preconcetto, però l’assessore Paci ci chiede di valutare senza che sia presente in aula l’assessore al Lavoro. Vogliamo capire come questo l’assessore ha intenzione di interagire, organizzare la spesa. In via transitoria voto a favore dell’emendamento».

A favore si è pronunciato anche Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E fondamentale sopprimere l’articolo. Non è un atteggiamento ostruzionistico, è invece costruttivo, vogliamo che la Finanziaria venga approvata entro l’anno, ma chiediamo un provvedimento migliore». Il consigliere Azzurro ha quindi avanzato una proposta: «Abbiamo presentato emendamenti importanti, forse è il caso di fermarsi, magari tornando in commissione a correggere il provvedimento per poi riportarlo in Aula per l’approvazione».

Edoardo Tocco (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha invocato maggiore attenzione verso le piccole e medie imprese: «Qual è il sostegno alle attività economiche se la maggior parte stanno chiudendo? Non c’è un programma per le attività economiche e per l’occupazione. Solo sostenendo le piccole e medie imprese si può avere una strategia».

Mariano Contu (Forza Italia) ha definito “inverosimile” il contenuto dell’emendamento 1027: «La situazione  è imbarazzante – ha sottolineato Mariano Contu – oggi si parla di lavoro e l’assessore competente non è presente in Aula. Questa Giunta afferma di voler utilizzare i fondi Fsc senza dire però che potevano essere già programmati nel 2017 mettendoli a disposizione per finanziare gli ammortizzatori sociali e rispondere così alle difficoltà dei nostri cittadini».

Gennaro Fuoco (FdI) ha criticato l’impianto complessivo del provvedimento: «Parliamo di ordinaria amministrazione, manca una visione. Il problema è che non si individuano strumenti di arricchimento della Regione ma una serie di provvedimenti-tampone. I fondi si utilizzino per lo sviluppo, si aiuti chi produce a produrre di più, le aziende sane a trovare nuovi mercati».

Voto favorevole ha espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «Prendo atto della volontà dell’assessore di accogliere alcune nostre proposte ma le sue parole  non mi hanno convinto nel merito: la realtà è che si cerca di riprogrammare risorse che in questi anni non sono state spese. Il giudizio sull’azione della Giunta per il lavoro è negativo. Manca una visione di respiro, il risultato sarà quello di vendere un’illusione ai cittadini sardi che invece cercano un’opportunità».

Critiche anche da Luigi Crisponi (Riformatori) che ha parlato di provvedimento inconsistente: «Non si dà nessuna risposta al settore produttivo. Il mondo delle imprese viene ancora una volta umiliato».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha criticato la generale situazione in cui versa la sanità sarda («mancano i principali servizi nonostante il 65% delle risorse in bilancio siano destinate dalla sanità») ed ha concluso parlando delle difficoltà del mondo delle campagne: oltre ai mali noti si aggiungono quelli che derivano dall’ “insopportabile burocrazia”.

Il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento soppressivo dell’articolo 1 ed ha lamentato l’esiguità dei fondi a sostegno dell’occupazione.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato voto ed ha definito “lavoras” «un piano indecoroso». «Ripercorriamo la solita strada degli interventi assistenziali – ha concluso Cossa – che non lasceranno niente in termini di sviluppo e occupazione se non macerie e promesse mancate come è stato il piano da mille miliardi di qualche anno fa».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, si è detto a favore dell’abrogazione dell’articolo 1 ed ha contestato l’accentramento verso l’assessorato della Programmazione delle azioni per il lavoro. «Rilancio la proposta del collega Giuseppe Fasolino – ha concluso l’esponente della minoranza – riportate il testo in commissione almeno nella parte in cui si trattano le politiche del lavoro».

Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha dichiarato voto favorevole “nonostante l’assessore Paci” perché – ha dichiarato l’esponente della minoranza – «se le parole fossero vincolanti voterei a favore dell’articolo 1 ma è evidente che così non è». Carta ha concluso con l’invito a riportare in commissione la parte del testo che riguarda il lavoro.

Posto in votazione,l’emendamento 135=303= 694 non è stato approvato con 21 favorevoli e 28 contrari.

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Una delegazione di Apiaresos, l’associazione di categoria che rappresenta la maggioranza dei 1.700 apicoltori sardi, ha incontrato i capigruppo del Consiglio regionale per sollecitare la soluzione di alcuni problemi di particolare importanza per lo sviluppo e la crescita del settore.

Gli apicoltori hanno illustrato un pacchetto di proposte comprendente l’attuazione della legge regionale 19/2015, il riconoscimento di provvidenze per i danni causati dalla siccità, lo sblocco di alcune misure del Psr, la ridefinizione della cosiddette “produzioni standard” e la modifica del Ppr, che attualmente impone ai nuovi operatori di esercitare la loro attività in una superficie minima di 5 ettari.

Questi interventi, hanno sostenuto, consentirebbero il rilancio del settore che, partendo dalla tradizionale coltura del miele, sta cercando di costruire una vera e propria filiera con altre produzioni come la pappa reale ed il polline.

Dopo un dibattito nel corso del quale hanno preso la parola il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto ed i consiglieri regionali Piero Comandini (Pd), Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ed Antonello Peru (Forza Italia) il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha assicurato l’impegno di tutti i gruppi per recepire le istanze espresse dalla categoria.

«Esistono le condizioni – ha detto fra l’altro Gianfranco Ganau – per intervenire in tempi molto brevi sia sulla legge 19/2015 che all’interno della finanziaria, nel quadro degli stanziamenti già previsti per il comparto agricolo; su quest’ultimo aspetto una prima verifica potrà essere fatta venerdì nell’incontro già programmato con l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Per quanto riguarda invece la modifica del Ppr – ha concluso Gianfranco Ganau – dovrà essere necessariamente inserita all’interno della nuova legge urbanistica.»

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il passaggio agli articoli della Manovra finanziaria 2018/2020.

Il primo intervento della mattinata è stato quello del consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha parlato di «una finanziaria senza grandi vedute e senza un disegno ben preciso del futuro della Sardegna, disegno che invece dovrebbe essere tracciato dalla classe dirigente con una prospettiva ampia nell’arco di 5-10 anni, altrimenti non si riesce ad uscire dalle solite forme di assistenzialismo come il Reis che fra l’altro sta dando enormi grattacapi a tutti gli uffici comunali della Regione». Tutti i giorni, ha ricordato Tocco, «assistiamo a mobilitazioni contro le istituzioni nonostante i sardi non siano un popolo con la vocazione dello scontro ma cercano invece il dialogo ricevendo purtroppo in cambio solo pacche sulle spalle». La Sardegna, ha sostenuto il consigliere, «ha soprattutto bisogno di trovare il coraggio di imporsi contro le scelte del Governo centrale, meglio se in un clima unitario fra maggioranza ed opposizione, per far sentire alta la voce della comunità, come hanno fatto altre Regioni». Perché non basta più, ha protestato Tocco, «spostare numeri e poche risorse da una colonna all’altra del bilancio, chi sta sul territorio si chiede da dove venga la ripresa annunciata dall’Istat, perché in giro si vede solo malessere e disappunto; ultimo episodio la protesta dei medici proprio perché si sono resi conto che in questa finanziaria non c’è un programma forte nemmeno per la sanità ma solo buchi da tappare». «La Sardegna però ci guarda», ha concluso, «e non possiamo deluderla».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la finanziaria «del tutto inadeguata anche se non disperiamo di riuscire a modificarla in qualche parte con gli emendamenti mirati che abbiamo proposto nel quadro di un clima nuovo fra maggioranza ed opposizione». Nel metodo, ha aggiunto Marco Tedde, «abbiamo visto la maggioranza impegnata in una corsa contro il tempo non per rispondere meglio ai problemi di famiglie ed imprese ma solo per ragioni elettorali, per appuntarsi sul petto una medaglietta e distribuire le solite mancette elettorali». La fretta ha prodotto però una cattiva legge, secondo Marco Tedde, «una legge incompleta dalla quale manca la programmazione di 40 milioni di euro segnalata puntualmente dal Cal con motivazioni che noi condividiamo perché vogliamo che siano destinati ad esigenze reali della Sardegna». I problemi reali della nostra Regione erano e restano immensi, ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia, «ma non sono stati nemmeno sfiorati nel recente incontro fra il leader del Pd Matteo Renzi ed il fedele presidente Francesco Pigliaru, che fa il paio con quello tenuto il 9 novembre scorso nell’incontro con il premier Paolo Gentiloni, che non ha prodotto niente fatta eccezione per un po’ di propaganda, perchè la Sardegna è stata umiliata col fallimento delle trattative fra Governo e Regione su tutti i fronti, dagli accantonamenti all’insularità». La legge di stabilità risente in negativo di questo clima, ha concluso, «e dell’arrendevolezza di chi, a fronte di oltre 1 miliardo di maggiori costi per l’insularità, si fa bastare 15 milioni».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra Sarda) ha espresso in apertura il suo apprezzamento sull’operato del presidente Francesco Pigliaru in materia di servitù militari, «con novità importanti per la Sardegna soprattutto per le ottime prospettive della ricerca scientifica anche se serve maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini. Il presidente Francesco Pigliaru ha avuto coraggio, ha proseguito, «nelle servitù come nella riforma sanitaria che ha tutti i numeri per combattere gli sprechi e mettere al centro il cittadino-paziente e quindi, anche sulla finanziaria sarebbe stato necessario lo stesso coraggio ma purtroppo siamo di fronte ad una legge scontata e priva di orizzonti». Le politiche attive del lavoro non si percepiscono, ha sottolineato, «ma si percepiscono solo sfiducia e malessere mentre assistiamo alla continua chiusura di aziende con l’unica prospettive di accedere agli ammortizzatori sociali». Sotto questo profilo, ha poi lamentato Fabrizio Anedda, «le audizioni in commissione Bilancio non sono state di grande aiuto: il mondo imprenditoriale ha chiesto meno burocrazia e più credito, ma non ha parlato né di banda larga né della sofferenza del tessuto delle pmi o delle difficoltà del porto canale di Cagliari che perde mercato, neè del comparto del sughero né della crisi industriale di Ottana, mentre i sindacati hanno chiesto risorse per lavoro attivo ma non hanno esposto un progetto, sollecitando la spesa di 100 senza criterio come i 45 per i pastori che, alla fine, premiano gli industriali». In sintesi, ha concluso il consigliere, «si continua a privilegiare solo l’assistenzialismo, fatto di cantieri e bonus senza progetti industriali; l’assistenza in molti casi è necessaria ma è cosa diversa dallo sviluppo, per questo bisogna avere il coraggio dire no a queste politiche e puntare sulla crescita della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis è partito dall’analisi sulle differenze nella valutazione del quadro economico ed occupazionale, dichiarando che «servono invece convergenze sui dati fondamentali dell’economia per contenere una certa bulimia della comunicazione che spesso trae in inganno, ed occorre soprattutto calarsi invece a fondo dentro la realtà sarda per la quale tutti devono fare lo sforzo di ascoltarsi e individuare terreni possibili di condivisione». Entrando nel merito dell’esame del documento, Tunis lo ha definito «abbastanza orizzontale nel senso che non appare in grado di individuare le stesse strategie della Giunta, per cui va fatto da tutto il Consiglio uno sforzo di concretezza in materia di entrate, di razionalizzazione della spese, di selezione delle priorità». Noi proponiamo, ha spiegato, «misure che riteniamo siamo sostenibili da tutti anche perché c’è un pericolo oggettivo, la diffusione dell’economia digitale. che nelle prossime due annualità impatterà sul sistema sardo con un esodo di massa dal mondo del lavoro di migliaia di persone poco specializzate; in altre parole la nostra economia fragile è ancora più a rischio nella capacità di trattenere risorse umane qualificate e non c’è il tempo di aspettare ma la necessità di fare presto qualcosa». Illustrando alcuni emendamenti del suo gruppo per arginare fenomeno Stefano Tunis ha parlato di incentivi alle aziende che investono nel digitale, bonus assunzioni del 50% per chi impiega risorse umane specializzate e specializzabili, sostegno alla contrattazione di secondo livello. Su questi punti, ha concluso, «siamo disposti a lavorare con la massima serietà e con apertura al dialogo, a condizione che si metta al centro delle strategie della Regione l’economia digitale».

Per il Pd il consigliere Lorenzo Cozzolino ha ricordato che, in qualche modo, «anche questa finanziaria è figlia di un lungo periodo di crisi che ovviamente la penalizza, per cui in questi momenti difficili, a prescindere dai ruoli, ognuno deve dare il massimo per consentire il varo di una manovra adatta ad affrontare i problemi attuali, dallo sviluppo al sostegno dei più deboli». Si intravedono, a giudizio di Lorenzo Cozzolino, «i primi segnali di ripresa economica e proprio per questo dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi in questa difficile risalita perché la Sardegna guarda alle istituzioni in attesa di un impulso decisivo». Soffermandosi sui problemi della sanità appena riformata, l’esponente del Pd non ha nascosto le perplessità che ha suscitato chiarendo però che «l’intervento era necessario per cambiare un sistema che accusava il peso degli anni, in un contesto reso ancora più complicato dall’invecchiamento della popolazione, dalla diffusione di alcune patologie, dalla morfologia dell’Isola e dall’aumento del disagio economico». La tutela della salute, in altri termini, «secondo Lorenzo Cozzolino «non può subire involuzioni da una politica troppo rigorosa di risparmio ed i tagli non devono incidere sulla qualità dei servizi e l’aggiornamento degli operatori,  senza dimenticare che le politiche sociali soffrono di una forte insufficienza di mezzi finanziari che va corretta per evitare ricadute negative sulle persone non autosufficienti, correzione tanto più auspicabile se si tiene conto della finanziaria nazionale che, al contrario, ha incrementato i fondi che hanno questa destinazione». Da sempre, ha concluso il consigliere, «la finanziaria è terreno di scontro ma credo che dobbiamo adoperarci per il dialogo: noi abbiamo rispettato i tempi evitando esercizio provvisorio ma occorre che la Giunta dimostri capacità di ascolto in vista dell’interesse comune di servire il popolo sardo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver ribadito che «la minoranza ha sempre tenuto un atteggiamento costruttivo come è stato dimostrato anche nel percorso che ha accompagnato la finanziaria», ha osservato che «anche alcuni interventi della maggioranza hanno espresso alcune riserve che coi condividiamo». Il documento, ha affermato la Zedda, «evidenzia per noi alcune gravi lacune che risalgono al 2014, soprattutto per quanto riguarda la programmazione integrata ed il sostegno al sistema economico perché i dati parlano chiaro: a fronte della spesa di risorse ingenti sono stati sottoscritti solo 5 accordi sottoscritti e solo 2 convenzioni, l’innovazione in cui si parla di tanti passi avanti ma senza conoscere il reale apporto economico e tecnologico di partner dal nome altisonante, la burocrazia ancora troppo pesante perché ogni anno, compreso questo, si vive il dramma dei sardi che non riescono a vedere i contributi della spesa sociale cui hanno diritto». Se lo scopo è quello di approvare per tempo la finanziaria, ha detto ancora Alessandra Zedda, «bisogna concentrarsi sullo snellimento di queste procedure, perché il Reis va avanti troppo a rilento, la sanità è bloccata da una riforma che non porterà risparmi ma produrrà più spesa e più inefficienza». I nostri emendamenti, ha concluso, «tendono ad aumentare le risorse per il lavoro, le politiche sociali e le attività produttive; se è vero che c’è ripresa economica questo è il momento di renderla più solida».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «nei giorni scorsi si è assistito a fantastici annunci sui alcuni dati positivi dell’economia, esposti con largo spazio sui media, che sono privi di riscontri nella realtà e c’è poco da cantare vittoria come dimostra il report 2017 della Banca d’Italia: attività economica presenta una crescita modesta di appena il 0.4%, c’è calo verticale delle esportazioni di 11 punti in meno rispetto al 2007». Sono cifre strutturali molto preoccupanti, ha ammonito Luigi Crisponi, «perché il segno meno è diffuso dappertutto a parte il turismo che però viene preso a schiaffi e depredato, come il commercio, l’artigianato ed il tessuto delle piccole e medie imprese; parlando con gli imprenditori, inoltre, ci si rende conto che gli imprenditori sono lasciati soli mentre nel sistema del credito, nel silenzio più totale, stanno chiudendo decine di sportelli territoriali soprattutto nei centri più piccoli». Soprattutto le piccole comunità, ha detto il consigliere, «sono le più minacciate dallo spopolamento e sono quelle ancora più in sofferenza eppure non hanno l’attenzione della Regione, per cui occorre chiedersi di fronte a questa finanziaria vuota quali siano le prospettive per la Sardegna che soffre e chiede infrastrutture, innovazione, formazione, decisioni incisive sul futuro: veniamo da quattro anni neri e non vediamo speranza, come non la vedono nemmeno le famiglie numerose che credono in un progetto di vita fortemente legato alla nostra identità più profonda».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: “Oggi ci accingiamo a discutere l’ennesima manovra finanziaria, adeguata al periodo che stiamo vivendo. Altro che dati positivi: è vero che l’economia sarda sta migliorando ma siamo sempre l’ultima ruota del carro. E non è questa Finanziaria, così poco coraggiosa, a rappresentare un’opportunità né sotto il profilo del lavoro né sotto quello dei trasporti. Ci si riempie sempre la bocca sull’allungamento della stagione turistica ma poi non si fa nulla per questo. E non parliamo del sistema ferroviario, dove non ci sono le infrastrutture come testimonia lo studio dell’Istituto Tagliacarne. E non parliamo nemmeno della continuità territoriale, che è sotto gli occhi di tutti. Il punto di fondo è che non avete un progetto di sviluppo della Sardegna in testa e questa manovra lo certifica in pieno. Ma vogliamo prendere per buone le vostre parole e cercheremo di migliorare con gli emendamenti questa manovra”.

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Piero Comandini (Pd), che ha citato Andreotti: “Meglio vivere poco poco tutti i giorni che morire subito. Ecco, è sempre più difficile far quadrare i conti e dobbiamo fare delle scelte per poter vivere tutti i giorni. Abbiamo fatto le nostre scelte, così come abbiamo fatto con la riforma delle riforme, ovvero quella della Sanità, che negli anni futuri ci porterà benefici. Io ne sono convinto. Noi non abbiamo aumentato le tasse in tutti questi anni, né per le imprese e né per le famiglie: c’è poco da banalizzare, andiamo orgogliosi di questo. E siamo anche quelli che approveranno questa Finanziaria entro l’anno corrente. Mai nessuno lo aveva fatto prima e noi lo faremo, aumentando così la capacità di spesa del denaro della Regione. Lo facciamo per agevolare la ripresa economica, che c’è ed è rivelata da un aumento del Pil e dei posti di lavoro. E aggiungo che sotto il profilo degli investimenti, specie sotto il profilo della sicurezza ambientale e delle scuole, non ricordo da molto un’azione simile. Non siamo del tutto soddisfatti ma è ingiusto dire che questa manovra non sia attenta verso la Sardegna”.

E’ intervenuto poi l’on. Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: “Certo, è un buon risultato evitare l’esercizio provvisorio ma siamo di fronte a un bilancio predisposto in solitaria dalla Giunta e portato avanti da una maggioranza supina e silente. Tutto per arrivare al risultato di questa approvazione, fatta di accordi trasversali già preparati per non avere intoppi nel percorso. Fate da soli e votate da soli questa manovra: Rossomori non ci sarà e già quando faceva parte della maggioranza noi venivamo snobbati. Il fondoschiena dei sardi riceve in questi giorni calci dolorosi da un governo che dà 15 milioni di euro, dal 2019, a fronte di quello che lo Stato fa nel territorio della nostra Isola. Altro che inversione di rotta sul fronte dell’economia: siamo ultimi tra le Regioni che crescono di meno, anche sotto il profilo dell’occupazione, tanto che i sindacati a gran voce chiedono un piano straordinario per il lavoro”.

Dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Mariano Contu, che ha detto: “Siamo al rito che si ripete, ognuno che dà il suo contributo. Noi daremo il nostro di opposizione, a fronte di una crisi che si è abbattuta in questi anni e che non abbiamo potuto affrontare con i nostri strumenti. I timidi segnali di ripresa resi noti dal governo nazionale e dalla Giunta, parlo di uno 0,6 per cento, sono in gran parte derivanti dalla trasformazione del petrolio alla Saras. C’è dunque poco da essere ottimisti, non siamo purtroppo davanti a un nuovo percorso per la nostra isola, nonostante l’enfasi dell’assessore al Lavoro e di quello al Bilancio. Nel corso degli ultimi due anni sono emigrate più di 24 mila persone: lo dico ai professori di economia che sono qui perché vorrei conoscere cosa ne pensano di tutti questi indici negativi e come pensano di affrontare questo problema e quello rappresentato dallo spopolamento dei piccoli comuni sardi”.

L’on. Michele Cossa ha preso la parola per i Riformatori sardi e ha subito denunciato “note trionfalistiche sulla presunta crescita della Sardegna. Che cresce sì ma nettamente meno di quanto cresca il Paese. Eppure ce ne sarebbero tutte le condizioni per avere un passo ben diverso: la verità è che non riusciamo a cogliere tutte le opportunità. Lo vediamo anche dai flussi turistici del nord Africa, che potrebbero arrivare in parte qui in questo periodo ma se non ci sono aerei è del tutto impensabile che i turisti riescano ad arrivare da noi. I ritardi poi degli assessorati nell’erogazione delle risorse e nella valutazione delle pratiche producono il risultato che le imprese in attesa, non ottenendo risposta, nel frattempo falliscono. Altro che snellimento delle procedure”. Sulle politiche del lavoro l’oratore ha detto: “Abbiamo mai fatto una verifica su cosa hanno prodotto i mille miliardi del piano straordinario del lavoro del compianto onorevole Luigi Cogodi? No. In compenso state promuovendo le stesse politiche, che hanno generato qualche opera pubblica nei paesi, spesso piscine dove non nuota, destinate a una popolazione che non c’è più. Ma soprattutto riproponete modelli di politiche che hanno generato molto precariato.  Noi dobbiamo fare qualcosa che generi opportunità: solo questo inviterà le persone a rimanere nei loro Comuni delle zone interne”.

Per Fratelli d’Italia è intervenuto l’on. Paolo Truzzu, che ha detto: “A leggere questo documento finanziario si ha un’idea della Sardegna differente, di tasse non aumentate e di economia in ripresa. Invece un sardo su tre è a rischio di esclusione sociale nonostante siamo la Regione che spende di più sul sociale. Eppure non c’è nessuna politica verso i papà separati, che vivono a volte un vero dramma. Stiamo spendendo bene questi denari del sociale? E’ il caso che ci interroghiamo su questo e su tanto altro: come mai un bando da 70 milioni di euro per il primo inserimento in agricoltura è fermo a marzo 2017? Quei giovani hanno aperto una partita iva eppure sono in attesa di risposte e non lavorano”. Per l’esponente di FDI “anche l’ambiente e il paesaggio della Sardegna sono un problema del quale dobbiamo occuparci concretamente”.

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta la legge di stabilità riafferma la linea della Giunta illustrata nelle dichiarazioni programmatica del 2014. «L’esecutivo sembra avulso dalla realtà sarda – ha detto Angelo Carta – la Giunta dovrebbe chiedersi perché il Pil non cresce, perché i poveri sono in aumento, perché i paesi si spopolano, perché proseguono le proteste sotto il Consiglio, perché i giovani emigrano e perché i trasporti non funzionano».

Angelo Carta ha poi rilevato che rispetto al 2014 è calato anche il numero delle imprese operanti in Sardegna: «Allora si contavano 66 attività ogni mille abitanti, oggi sono scese a 62 – ha sottolineato il capogruppo sardista – si sono perse 6339 imprese in questa legislatura e 18.883 posti di lavoro».

Angelo Carta ha quindi puntato l’indice contro sull’esecutivo per la mancata istituzione delle zone franche nei territori colpiti dall’alluvione del 2013: «La Giunta non ha attuato le previsioni delle leggi nazionali – ha affermato l’esponente della minoranza – in compenso avete firmato lo scellerato patto del 21 luglio 2014 che si è dimostrato una sonora fregatura per la nostra Isola». Negativo anche il giudizio sulla vertenza entrate: «Mancano 4,5 miliardi di euro nelle casse regionali, l’accordo con lo Stato si è rivelato un boomerang. Questa finanziaria dimostra che amministrare è difficile, ci avete provato ma non ci siete riusciti».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver criticato l’atteggiamento del governo nei confronti dell’Isola nella definizione della vertenza entrate, si è concentrato sulla manovra finanziaria: «Stiamo cercando di dare risposte sui temi del lavoro, delle politiche sociali e dell’istruzione – ha detto Daniele Cocco – ci sono 130 milioni di euro per il piano del lavoro, 45 per le politiche sociali, 20 milioni aggiuntivi per l’agricoltura, 17 milioni per le università e l’istruzione. Ci sono però altri problemi in campo che abbiamo il dovere di non tralasciare. Su fronte della Sanità non vediamo accendersi una luce in fondo al tunnel. I problemi continuano ad essere irrisolti, la riforma non ha dato ancora i suoi frutti». Daniele Cocco ha quindi ricordato le liste di attesa ancora troppo lunghe, la difficoltà a curarsi adeguatamente, il caso della donna di La Maddalena costretta ieri notte a prendere il traghetto per andare a partorire. «Su questo noi dovremmo porre grandissima attenzione. La sanità è ancora un problema irrisolto».

Sul tema del lavoro e del contrasto delle povertà, Daniele Cocco ha invitato Giunta e maggioranza a concentrarsi sull’accelerazione della spesa: «Non basta dire che abbiamo la disponibilità di 130 milioni, occorre rendere le risorse immediatamente esigibili. Il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto rispetto al resto d’Italia, c’è un miglioramento del Pil ma gli occupati non aumentano. La disoccupazione giovanile al 54% non è più sopportabile».

Un giudizio nettamente negativo sulla finanziaria della Giunta è arrivato dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’Isola è oppressa dal dramma della povertà e della disoccupazione, una situazione allarmante sotto gli occhi di tutti. Per il 2017 serviranno 66 milioni di euro per contrastare la povertà, un fenomeno che riguarda 21mila nuclei familiari. Il fenomeno è preoccupante, la recessione ha colpito soprattutto bambini e ragazzi, l’indice di vecchiaia è in aumento. La politica della Giunta in materia di lavoro è fallimentare».

Gianluigi Rubiu si è poi concentrato sull’azione dell’esecutivo sul fronte finanziario. «Quali sono i risultati raggiunti sulla vertenza entrate? – ha chiesto il capogruppo dell’Udc – la politica di leale collaborazione con il Governo si è rivelata dannosa».
L’esponente della minoranza ha quindi invocato un cambio di rotta: «Servono più risorse per l’istruzione, l’assetto del territorio e l’agricoltura – ha affermato Gianluigi Rubiu – 
8 milioni di euro per il patrimonio boschivo sono insufficienti, così come quelli sulla famiglia».

Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di risorse per contrastare la siccità e dare un aiuto concreto al settore agropastorale: «Non mi riferisco agli indennizzi destinati alle imprese, parlo di programmazione per evitare che le aziende rimangano senz’acqua – ha detto Gianluigi Rubiu – invece di dar loro il pesciolino occorre fornirle di una canna da pesca. La Giunta pensi a interventi di ricerca idrica per rendere le aziende autosufficienti».

Il capogruppo dell’Udc ha concluso il suo intervento con un riferimento alle politiche per il lavoro: « L’esecutivo ha messo in campo misure inadeguate come la flex security, uno strumento che non ha creato opportunità per gli inoccupati e i disoccupati».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano popolari socialisti, si è detto d’accordo con il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco che aveva segnalato i disservizi della sanità a La Maddalena «Abbiamo fatto una riforma ma occorre riflettere quando crolla il livello dei servizi – ha detto Pierfranco Zanchetta – altrimenti è inutile destinare risorse se viene meno la sicurezza. La Maddalena sconta lo svantaggio di una doppia insularità»

Entrando nel merito della manovra, Pierfranco Zanchetta ha invitato tutti i componenti dell’Aula ad accogliere l’appello del presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Ha detto che il 2018 dovrà essere l’anno della chiamata di tutta la Sardegna alla battaglia sugli accantonamenti. Mi auguro che il suo invito possa essere accolto dall’Aula. C’è un ritardo colpevole dello Stato nei nostri confronti, speriamo di poter concludere le battaglia».

Nell’ultima parte del suo intervento Pierfranco Zanchetta si è soffermato sul sistema dei trasporti: «Le difficoltà non riguardano solo i collegamenti con la penisola – ha detto il capogruppo di Cps – occorre potenziare anche i collegamenti con la Corsica, questa finanziaria non prevede niente per la tratta Santa Teresa-Bonifacio. Spero che l’impegno per un disegno di legge ad hoc possa essere mantenuto»

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha invitato l’Aula a non leggere la manovra in modo scontato o convenzionale. «Nei lavori preparatori e nelle audizioni in Commissione è emersa un’esigenza: la velocità della spesa – ha sottolineato Gianfranco Congiu – far arrivare in fretta le risorse è un tema decisivo e importante. Condivido la lettura di Art. 1 – Mdp: l’agricoltura, il lavoro e l’istruzione possono essere i pilastri di questa manovra  al pari dell’individuazione di procedure snelle per la spendita delle risorse. Per questo abbiamo proposto l’attivazione di un fondo rotativo che immetta danari nel mondo del lavoro. Ci stiamo confrontando con l’esecutivo, c’è la disponibilità della Giunta a discutere. Auspico che la manovra possa essere esitata nei termini previsti».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ricordato in apertura del suo intervento i numeri della manovra 2018: «E’ una finanziaria da 7,7 miliardi, gran parte delle risorse è destinata alla Sanità. Un settore che stiamo cercando di riformare. Altri fondi importanti saranno messi a disposizione per la lotta alla povertà e per le politiche sociali, per la scuola e l’università».

Pietro Cocco ha quindi invitato maggioranza e opposizione a un diverso metodo di discussione: «La finanziaria va raccontata senza enfasi così come vanno raccolti con cautela i dati positivi sull’andamento del mercato del lavoro – ha detto Pietro Cocco – ci sono però dei dati di fatto come la pressione fiscale inalterata. Irpef e irap rimangono invariati. E’ un dato che va evidenziato».

Il capogruppo del Pd è poi sceso nel dettaglio della manovra: «Mettiamo a disposizione 130 milioni per il lavoro, le parti sociali ne chiedevano 100 – ha rimarcato Pietro Cocco – ci sono poi 20 milioni per le università che si aggiungono ai 70 milioni già previsti per l’edilizia scolastica e ai 20 per i programmi didattici. L’agricoltura avrà altri 20 milioni che integrano i 25 nazionali. Soldi che si aggiungono ai 45 milioni dei mesi scorsi per il settore ovicaprino».

Cocco ha poi rivendicato l’azione della maggioranza per il contrasto della povertà: «Lo stanziamento per il Reis è di 45 milioni di euro. Sono risorse che andranno ai comuni per destinarli a persone in difficoltà. La legge sul Reis l’abbiamo fatta noi, non esisteva prima. Una vera amministrazione si giudica dal grado di interesse che dimostra per le fasce più deboli della società».

L’esponente della maggioranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti (5 milioni per il trenino verde, 4 per il piano neve, 6,5 per i cantieri verdi comunali) e difeso le politiche della Giunta per gli enti locali: «Confermiamo lo stanziamento di 600 milioni euro per il fondo unico – ha concluso Cocco – misuriamoci sui numeri e lasciamo perdere le questioni di parte».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Raccolgo l’invito di Pietro Cocco e cerco di concentrarmi sui numeri – ha detto – non si possono pertanto sminuire i dati Svimez sull’andamento del mercato del  lavoro perché altrimenti si rischia di alimentare l’antipolitica. I numeri che snocciolate non sono veri, i sardi si ritrovano il nulla in tasca».

Sulla dotazione finanziaria destinata alle politiche attive per il lavoro, il giudizio di Pittalis è stato netto: «Leggo che 127 milioni vengono destinati al lavoro ma è tutto rimandato a protocolli d’intesa. Non c’è un’azione concreta, state creando illusioni e aspettative. La Sardegna è tra le regioni più povere dell’Europa, questa è la realtà – ha sottolineato Pietro Pittalis – è l’effetto di una crisi che viene da lontano, la Sardegna è ancora oggi in recessione. Lo Svimez dice che il Pil crescerà nel 2017 dello 0,6% : è un’inezia rispetto all’aumento del Mezzogiorno che segna un +1,3%. In Campania è del 2,4%, in Calabria dello 0,9%. C’è qualcosa che non ha funzionato nelle politiche economiche che avete messo in campo in questi 4 anni».

Il capogruppo  di Forza Italia ha quindi ricordato i numeri sulla disoccupazione: «In Sardegna il tasso complessivo raggiunge il 17,3%, quella giovanile il 56,3% – ha aggiunto Pietro Pittalis – eppure l’assessore al Lavoro smentisce questi dati richiamando gli impieghi stagionali nel settore turistico. Si enfatizza un dato che nella realtà non esiste. L’unica notizia vera è che è calata la cassa integrazione: questo perché sono stati espulsi dal mercato del lavoro centinaia di lavoratori che non hanno più diritto agli ammortizzatori sociali».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pietro Pittalis ha poi concluso: «Deve essere lei a dare risposte sulle cose che non hanno funzionato. Le riforme che avete posto in essere sono funzionali all’apparato burocratico e poco utili all’interesse dei sardi. E’ quello che è successo con la riforma sanitaria che non ha portato a una contrazione dei costi e non ha migliorato i servizi».

Stessa considerazione sugli enti locali: «Vi vantate di aver previsto lo stesso stanziamento dello scorso anno senza però tener conto dei mutati bisogni. I comuni si fanno carico del sociale e delle disabilità. State lasciando i sindaci da soli a contrastare la povertà, un fenomeno in costante aumento».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ricordato il quadro di riferimento in cui si inserisce la manovra e che, a suo giudizio, delinea una tendenza in miglioramento per l’occupazione. «Non è tutto risolto – ha dichiarato Raffaele Paci – però c’è la consapevolezza del lavoro che facciamo e che beneficiamo di una migliore condizione del Paese e dell’Europa».

L’assessore, anche con riferimento alle dichiarazioni rese in proposito dal capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha evidenziato il dato del Pil sardo nel 2016 (+0.6%) non tanto per dirsi soddisfatto dell’incremento percentuale del prodotto interno lordo della Sardegna quanto per sottolineare che “si tratta del primo segno più dopo sette anni consecutivi di recessione”. «Posso dire che i segni meno sono responsabilità di chi governava allora? – ha affermato Paci – No, non posso affermarlo ma posso salutare con favore un segno di ripresa dopo che nel 2013 abbiamo registrato un meno 3.3% di Pil, nel 2015, meno 0.6% e poi un più 0.6%».

«Le stime per il 2017 – ha proseguito il vice presidente della Giunta – indicano un più 1,3% di Pil e se così sarà vuol dire che registriamo un crescita per il secondo anno di fila, un evento che in Sardegna manca da quindici anni».

L’assessore ha quindi ribadito l’opportunità di proseguire con le politiche che dal 2014 sono state messe in campo («sono quelle di stampo keynesiano con investimenti infrastrutturali») ma ha riconosciuto che la “velocità” delle misure non è quella attesa («dal muto pensavamo di “tirare” 150 milioni ma ci fermiamo a 70») ed ha indicato nel “sistema” burocratico e amministrativo le ragioni di tale lentezze («per fare un appalto servono anni e poi bisogna aspettare i ricorsi»). 

Paci ha quindi sommariamente illustrato le iniziative contenute nella manovra ma ha ribadito la scelta per «una finanziaria aperta» ed ha confermato che tra «i vari emendamenti mettiamo in campo circa 250 milioni di euro», cento dei quali destinati a un «piano per il lavoro».

Sono quindi intervenuti per dichiarazioni di voto i consiglieri di Forza Italia, Marco Tedde, Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda che hanno ribadito le critiche alla Manovra e contrarietà alla proposta della Giunta. Posizione analoga a quella dichiarata dai consiglieri dei Riformatori, Luigi Crisponi e Michele Cossa, mentre il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, è intervenuto per annunciare il voto di astensione al passaggio agli articoli. A favore si è espresso invece il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) e un’altra volto contro il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis.

L’Aula con 28 favorevoli e 12 contrari ha approvato, dunque, il passaggio all’esame degli articoli e degli emendamenti della Manovra 2018-2020 ed il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori, annunciando la convocazione dell’assemblea per domani (giovedì 14 dicembre) alle 10.00 in prosecuzione dell’ordine del giorno.

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane la proroga al 30 giugno 2019 del piano casa regionale, dopo la relazione del governatore Pigliaru sull’accordo raggiunto col Governo sulle servitù militari.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le comunicazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru (ai sensi dell’art.121 del Regolamento) sulle servitù militari.

Aprendo il suo intervento il presidente Francesco Pigliaru ha ricordato l’impegno assunto davanti al Consiglio nel 2014 con ordine del giorno sul problema delle servitù militari approvato all’unanimità, aggiungendo che da allora «è iniziato un lungo e faticoso lavoro con il ministero della Difesa, cui hanno contribuito anche i parlamentari sardi presenti nella commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito». Francesco Pigliaru ha poi ripercorso in sintesi i principali passaggi del complesso rapporto fra Regione Sarda e servitù militari, fondato su alcuni dati strutturali: la Sardegna è dagli anni ’50 la prima piattaforma addestrativa europea e sostiene il 60% del peso nazionale della presenza militare con appena il 2% della popolazione. Una situazione, ha ribadito il presidente della Regione, che «presenta una evidente sproporzione e richiede forti interventi di riequilibrio, che la nuova proposta di accordo definisce con chiarezza nei contenuti e nei tempi, ed è la prima volta che questo accade dagli anni ‘50». Prima di illustrare i dettagli del documento, il presidente si è soffermato sui risultati concreti conseguiti negli anni precedenti: sospensione delle attività militari da giugno a settembre, rispetto delle prescrizioni antincendio affidate al corpo forestale regionale, riconoscimento degli indennizzi anche per i pescatori di Capo Frasca che per vent’anni erano rimasti esclusi.

Francesco Pigliaru ha poi esposto al Consiglio i punti qualificanti del nuovo accordo col ministero della Difesa: sospensione formale giugno a settembre, presenza per la prima volta di osservatori ambientali indipendenti nei poligoni e nelle aree addestrative a garanzia di certezza e trasparenza dati, pagamento annuale degli indennizzi ai Comuni ed alle categorie interessate, rilasci definitivi di porzioni di territorio a Teulada e Capo Frasca, della caserma Ederle a Cagliari e di altri beni non più utili alle esigenze della Difesa. «Ora – ha proseguito Pigliaru – decide il Consiglio ma non c’è dubbio sul fatto che siamo in condizioni di ottenere il rilascio di porzioni di aree finora occupate dai poligoni, primo passo per una graduale dismissione di queste aree come chiedevano lo stesso Consiglio le comunità locali; i Sindaci, anzi, potranno disporre del loro territorio in estate e nelle festività pasquali senza chiedere alcuna concessione temporanea ai comandanti militari». «Ed inoltre – ha aggiunto – saranno localizzate in Sardegna attività di innovazione tecnologica e di ricerca duale nel settore spaziale ed aerospaziale, attraverso la costituzione di un tavolo inter-istituzionale dove saranno definite sia le misure concrete da adottare che la tempistica degli interventi e ciò significa non solo un importante riconoscimento per i nostri ricercatori ma anche crescita, sviluppo e posti di lavoro». Per quanto riguarda la misure compensative per i Comuni sui quali gravano limitazioni per la presenza militare, ha detto ancora il presidente della Regione, «entro 90 giorni sarà insediato un tavolo interministeriale per la verifica delle somme da corrispondere e le modalità dei pagamenti, superando i pensati ritardi dell’attuale sistema di erogazione che era comunque vincolato alla compatibilità con gli equilibri generali del bilancio dello Stato mentre ora è stato introdotto il criterio di compensazione del danno con erogazioni annuali; inoltre abbiamo ottenuto l’insediamento di alcuni reparti dell’Esercito nella caserma di Pratosardo a Nuoro, come chiedeva la comunità ed il riavvio della scuola sottufficiali La Maddalena, che intendiamo trasformare in un polo di eccellenza per l’economia del mare». «La definizione puntuale dei percorsi amministrativi con i quali saranno concretizzati i contenuti nel documento – ha concluso il presidente della Regione, «ci rassicura sul fatto che gli impegni saranno mantenuti, forse qualcuno solleverà obiezioni e dirà che si poteva fare meglio o che erano cose già raggiunte e per noi sarebbe stato facile cavalcare l’onda populista di dire no a tutto ma il nostro obiettivo è fare il bene della Sardegna».

Al termine dell’intervento del presidente il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto la disponibilità del testo dell’accordo e la sospensione della seduta per almeno 30 minuti, «in modo da poter esaminare il contenuto del documento che, al di là delle cose dette dal presidente, presenta alcune molto delicate che intendiamo verificare».

Il presidente Gianfranco  Ganau ha accolto la richiesta ed aggiornato i lavori del Consiglio alle ore 12.00.

Alla ripresa dei lavori il presidente Gianfranco Ganau che ha messo in discussione la proposta di legge 468 (proroga del Piano casa). A nome della commissione Quarta il presidente on. Antonio Solinas (Pd) ha illustrato la norma più importante, il comma a art. 37 che prevede «e comunque non oltre il 30 giugno 2019». L’oratore ha sollecitato l’approvazione confidando sul fatto che per quella data la riforma della legge urbanistica sarà completata.

L’on. Marco Tedde (Forza Italia) è intervenuto ha detto: «Con questa proposta di legge è chiaro che la maggioranza, con onestà, sta certificando il fallimento di tutte le sue politiche urbanistiche. Presidente, nel suo programma lei ha censurato tre anni di proroga del precedente Piano casa e invece non avete fatto nulla di quello che avete annunciato, anche per i contrasti interni al partito di maggioranza relativa. Oggi l’edilizia sarda piange la perdita di diecimila addetti nel biennio, come dice l’Ance. E nel terzo trimestre 2016 hanno chiuso 297 aziende della filiera edile mentre il piano casa 2009 del centrodestra ha prodotto 46 mila pratiche edili fino al 2015».

Per il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «la proposta è necessaria perché c’è una scadenza ma nei giorni scorsi sono stati presentati dati economici che raccontano di una Sardegna che cresce e anche più di altre regioni. Bisogna con forza lavorare per migliorare i numeri dell’edilizia sarda ma non è vero che noi abbiamo abbandonato il campo dell’urbanistica: noi siamo quelli che hanno fatto le riforme e questo pagherà. Se le riforme non le fai puoi solo lamentarti ma nulla cambia. Anche sull’urbanistica noi interverremo: come abbiamo fatto la riforma della sanità e degli enti locali arriveremo anche all’urbanistica nei prossimi mesi».

Per Forza Italia ha preso la parola il capogruppo, on. Pietro Pittalis, che ha parlato proprio di riforme: «Questa mattina in via Roma c’erano i medici, a lamentarsi della loro riforma. E i sindaci fanno altrettanto, contro l’accentramento delle competenze in capo agli assessorati. Avete poco da vantarvi delle vostre riforme. E sul campo dell’urbanistica l’Ance ieri a Bitti ha detto con il suo presidente che avete fatto la più sporca operazione, sul piano politico, che si potesse fare eliminando il piano casa della Giunta Cappellacci. Vi siete mossi sul pregiudizio ideologico, vi siete fatti travolgere dai diktat di Soru che doveva avere per forza soddisfazione». L’oratore ha proseguito: «Avete fatto un’operazione al ribasso, presidente Pigliaru, perché Soru su questo era caduto. Ora che l’edilizia è crollata francamente si rimane allibiti a sentire le parole del capogruppo del Pd. Questa norma che prorogate non ha nulla a che fare con il piano casa di Berlusconi e della giunta Cappellacci. Sosterremo l’emendamento Dedoni, l’unica norma di qualità».

L’assessore Erriu ha preso la parola per la Giunta e ha detto: «Mi pare che il termine del 30 giugno 2019 sia congruo ma riteniamo che molto prima la legge sia approvata. Dunque, il giudizio sulla proposta è positivo».

Per dichiarazione di voto l’on. Giuseppe Fasolino (Pd) si è espresso così: «Mi spiace ma avevamo già detto che il vostro piano casa non ha nulla a che fare con quello della giunta Cappellacci. Come già è stato detto siamo davanti alla certificazione di un fallimento e noi, a differenza vostra, mettiamo davanti il risultato per i cittadini e lo anteponiamo alle appartenenze politiche. E se avete fissato la scadenza al 2019 è chiaro che non ci credete nemmeno voi alla possibilità di approvare la riforma in questa legislatura».

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e poi gli emendamenti aggiuntivi 1 e 2 sull’articolo 1.

La commissione col presidente Solinas ha invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato l’approvazione del suo emendamento a fare dell’applicabilità del Piano casa e dell’incremento di cubatura ai centri storici e così l’on. Michele Cossa, che ha detto: «Il vostro pregiudizio ideologico e le conseguenze di tutto ciò meriterebbero un’analisi approfondita. In molti dei nostri centri urbani stanno sorgendo funghi sui lastrici solari, senza nessuna armonia. Questo è un effetto delle vostre norme, che colpisce centri abitati talvolta già non bellissimi sotto il profilo estetico».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «questo dei centri storici è un tema sentito ed è anche vero che ci sono edifici in centro storico che non hanno nessuna rilevanza architettonica. Per questo rinnovo l’invito al ritiro».

L’on. Marco Tedde (FI) ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni: «E’ una norma di buon senso, perché libera il centro storico. Che voi invece avete paralizzato».

Ironico con la maggioranza l’on. Giuseppe Fasolino: «Ora che mi avete detto che approverete la legge urbanistica mi sento molto tranquillizzato. Ma quando pensate di farla, visto che siamo già in campagna elettorale?».

Ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni anche l’on. Mariano Contu (FI) e ha parlato anche dei problemi legati all’applicazione del piano di assetto idrogeologico.

Per l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) «oltre a far ripartire il comparto edile l’emendamento Dedoni ha la finalità anche di frenare lo spopolamento dei piccoli territori. E i piccoli Comuni sono l’ottanta per cento della Sardegna. Ecco perché dovreste avere il coraggio di votare questa norma insieme a noi, sostenendo gli amministratori locali e i proprietari di immobili nei centri storici».

Per dichiarazione di voto l’on. Attilio Dedoni ha replicato al capogruppo del Pd: «Mantengo gli emendamenti non per arroganza ma per andare davvero incontro ai centri storici ed evitare bruttezze come quelle che sono consentite dalle vostre norme. Ci vorrebbe un po’ di lungimiranza da parte vostra e meno ideologia».

L’assessore Cristiano Erriu ha replicato: «Effettivamente nei centri storici sardi si è visto di tutto, dalle serrande al muralismo come anche i media ormai ci fanno notare. Ma non è possibile applicare il piano casa, come chiedete, in assenza di un piano particolareggiato o di piani di riqualificazione da parte dei Comuni. Questi problemi non possono essere risolti senza il piano particolareggiato, che spetta ai Comuni. Poi possiamo discutere di metri cubi e di legge urbanistica organica ma questo emendamento aggiunge problemi e non risolve nulla».

Il testo dell’articolo è stato approvato mentre sono stati respinti i due emendamenti Dedoni e più.

E’ stato approvato anche l’articolo 2 e il testo finale della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta. Il Consiglio regionale riprenderà i suoi lavori alle 16.00.

 

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La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con il Disegno di legge n. 457- Risarcimenti dei danni causati da mammiferi protetti (delfini).

Intervenendo per illustrare il provvedimento, il relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che «dopo la finanziaria 2015 che aveva disposto uno stanziamento di 100.000 euro l’anno nel triennio a disposizione di Laore, si è resa necessaria una riforma della normativa per poter spendere le risorse assegnate a causa di problemi interpretativi legati alla legislazione comunitaria». Con la nuova legge, ha aggiunto, «contiamo non solo di poter spendere in tempi più rapidi i fondi ma soprattutto di creare le condizioni per utilizzo di altre risorse, insomma si tratta di una legge importante per risarcire i pescatori dai danni subiti, ma restano da affrontare anche i temi relativi ai danni causati dai cormorani, con una strategia comune fra assessorati dell’Agricoltura e dell’Ambiente».

Piermario Manca (Pds), nel sottolineare positivamente l’operato dell’assessore Pierluigi Caria, ha parlato di «una norma condivisibile perché si sbloccano somme assegnate fin dal 2015, senza dimenticare però che, ancora una volta, la politica sta mettendo una pezza rispetto ad una situazione rimasta bloccata per 2 anni». E’evidente, ha osservato, «che tutto poteva essere fatto molto prima, semplificando un percorso nell’interesse del cittadino; occorre in definitiva dotarsi di nuovi strumenti per combattere la cattiva burocrazia, questa è la domanda di fondo perché la situazione potrebbe ripetersi anche se in contesti diversi».

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha ricordato che «la legge era molto attesa da una categoria molto importante per l’economia della Sardegna, considerata purtroppo come una Cenerentola; piuttosto, siamo in presenza di risorse insufficienti perché a fronte di 200.000 armatori sardi andranno circa 100 euro a peschereccio, per cui in occasione della finanziaria dobbiamo cercare di essere più incisivi».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha ricordato che «la legge arriva dopo due emendamenti del mio gruppo presentati alla finanziaria, un problema ampiamente segnalato che ora avrà risorse effettivamente spendibili». Dobbiamo prendere spunto da questa legge, ha proseguito, «per trasformare il problema-delfini in una opportunità perché d’estate il pescatore può fare anche l’accompagnatore di famiglie e turisti per vedere i delfini, in un binomio leggero di pesca e turismo che deve essere sviluppato». La pesca, ad avviso di Luca Pizzuto, «è da tempo un settore bistrattato da politica ed istituzioni, nonostante la Regione abbia progetti molto importanti per aragosta e polpi, da realizzare anche sfruttando molte esperienze internazionali particolarmente importanti per il ripopolamento a mare, nell’ottica di una pesca eco-sostenibile».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo di Cps, ha citato un detto il  detto ponzese “male tempo male guadagno”, per affermare che «la legge va bene ma le risorse non sono sufficienti, soprattutto perché i danni da delfini colpiscono una pesca non invasiva e selettiva molto importante per qualità del prodotto, e tolgono risorse importanti sia ai pescatori che al mercato». Pierfranco Zanchetta ha quindi rilanciato la richiesta di istituire un dipartimento o una direzione generale del settore pesca «per occuparsi a fondo di un settore strategico per ola nostra Regione, che oggi può sfruttare condizioni più favorevoli per nostri prodotti di eccellenza; entro la legislatura dobbiamo farlo per lavorare meglio con l’Europa e con lo Stato».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha sostenuto che «è opportuno che l’assessore sappia alcune cose, cioè che l’assessorato non cura abbastanza il settore pesca (che è stato aggiunto in un secondo momento) e forse c’è anche qualcuno che rema contro». La pesca, ha ricordato, «è un settore variegato anche perché Sardegna ha l’80% delle zone umide d’Italia con all’interno tante differenze; il problema è che non ci sono risorse per una flotta adeguata a quegli standard moderni già adottati da tempo da altre marinerie». Serve quindi attenzione, ha raccomandato Attilio Dedoni, «per ossigenare le lagune ed effettuare dragaggi, in sintesi ci sono questioni che vanno affrontate con nuove soluzione legislative strutturali e nuovi modelli organizzativi per l’assessorato, in una Regione che purtroppo importa il 75% di pesce».

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato i problemi che hanno rallentato la spesa, «già denunciati nel 2016 dal Consiglio che approvò una nostra mozione sull’efficienza della nostra macchina amministrativa, non tarata sui problemi specifici della pesca e costruita invece attorno alle esigenze del mondo agricolo». Il settore ittico resta quindi ai margini, ha lamentato Congiu, «con notevoli danni economici ed il progressivo impoverimento degli operatori sardi nonostante un enorme potenziale, per questo è auspicabile una nuova consapevolezza collettiva che deve partire dalle istituzioni».

A nome della Giunta l’assessore Pierluigi Caria ha sottolineato che «gli interventi del dibattito hanno in comune l’esigenza di nuova struttura della Regione dove attualmente operano solo 10 unità, in un’isola come la Sardegna che è comunque la terza marineria nazionale». Abbiamo una struttura oggettivamente sotto-dimensionata, ha riconosciuto l’assessore, «ed è un tema su quale sto lavorando da qualche mese fermo restando che bisognerà tornarci anche se la situazione è migliorata: abbiamo pubblicato 25 bandi sia per spendere le risorse possibili che per individuare nuove prospettive favorire il ricambio generazionale, aprendo ai giovani ed incentivando l’acquisto imbarcazioni fino a 65000 euro». Il comparto, ha poi sottolineato, «ha buone prospettive che vanno sfruttate e la norma che ci accingiamo a varare aiuterà questa crescita, anche perché oltre alle risorse assegnate contiamo di impiegare risorse europee per altri 1.8-2 milioni». Crediamo sia stato particolarmente utile, ha concluso, «aver lavorato con la condivisione degli operatori, come è stato fatto per i ricci in una azione finalizzata alla sostenibilità ed alla conservazione del prodotto; anche oggi abbiamo approvato una delibera che aumenta da 45.000 a 145.000 euro l’importo degli studi scientifici su ricci ed oloturie in vista di una prospettiva di lungo periodo caratterizzata da contrasto all’abusivismo e collaborazione con le università sarde e gli operatori, allargheremo il campo anche ad aragosta e corallo ed ai cormorani per i quali stiamo mettendo a punto azioni specifiche».

Per dichiarazione di voto, Luigi Crisponi (Riformatori), ha messo in evidenza «gli elementi molto interessanti emersi nelle audizioni con i pescatori che hanno indicato forti criticità sulla pesca illegale che tocca anche l’assessorato dell’Ambiente; c’è poi il corpo forestale che ha 10 basi navali e ci vorrebbe un dettagliato report sulla devastazione dei nostri fondali causata da grosse imbarcazioni esterne alla Sardegna, in uno scenario in cui la nostra marineria deve confrontarsi con colossi del mare in una lotta impari».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che «la legge deve essere l’occasione per alcune riflessioni importanti su un comparti che, nella Regione, non ha purtroppo un vero progetto ed una strategia forte». I delfini, ha ricordato, «colpiscono soprattutto la piccola pesca: sono figlio di pescatori e io stesso pescatore che, da ragazzo, trovava le reti completamente distrutte dai delfini con un enorme danno materiale». E’un vero problema, ha aggiunto, «che dobbiamo trasformare in opportunità anche per i giovani perché c’è un grande mercato sul quale nessuno ha mai investito, e dobbiamo farlo cominciando dalla diffusione di una cultura della pesca basata sul rinnovamento e su nuovi orizzonti professionali da proporre alle nuove generazioni».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Siamo qui per mettere una pezza a una legge sbagliata, con senso di responsabilità. Una legge che è stata paralizzata nella sua attuazione: oggi ripartiamo con due anni di ritardo e già contiamo i danni fatti. Non mi interessa l’autore degli errori, che certo non può essere l’assessore Caria. Mi interessa che si fermino i danni provocati da questa legge».

Il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli e l’articolo 1, 2, 3, 4 e poi la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato il rinvio della mozione 373 sull’incontro tra il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio dei ministri.

Per l’istituzione della Commissione di inchiesta sulla presenza di amianto in Sardegna ha preso la parola il capogruppo di FI, on. Pietro Pittalis: «Mi pare che ci sia una condivisione trasversale sull’argomento e là dove c’è unita di obiettivi è inutile che mi attardi a spiegare il contenuto di questa richiesta, salvo evidenziare che c’è necessità che in Sardegna si conoscano cause ed effetti della presenza dell’amianto oltre che l’entità dell’inquinamento nell’Isola, verifica da Arpas ad Ottana e ad Assemini. E’ opportuno che la politica se ne preoccupi e per una volta precede la Magistratura».

Secondo l’on. Daniela Forma (Pd) «la fibra killer dell’amianto ha interessato tanti lavoratori di Enichem e di Ottana. Per decenni la loro esposizione all’amianto non è stata riconosciuta e dobbiamo ringraziare anche per il lavoro svolto nei mesi scorsi dai parlamentari sardi, finalizzato a inserire nella Finanziaria 2017 le tutele per i lavoratori sardi. E’ grande ora l‘attesa per un riordino della materia e per l’approvazione del piano nazionale dell’Amianto: servono finanziamenti ad hoc per la bonifica dell’amianto presente a Oristano e ad Ottana. L’auspicio è che in queste settimana si chiuda ogni adempimento per far partire poi il piano di sorveglianza sanitaria».

Per l’on. Piermario Tendas (Pd) «questa commissione di inchiesta si rende necessaria in Sardegna. Ci sono aree come Marrubiu e il porto industriale di Oristano dove è fortissima la presenza di amianto. Però nella penisola i benefici per la bonifica vengono accordati e ai siti sardi no. Sembra proprio che i nostri siti abbiano però tutti i requisiti per essere riconosciuti tra quelli da bonificare riconoscendo al tempo stesso a chi ci ha lavorato le adeguate tutele».

I Riformatori sardi sono intervenuti con l’on. Luigi Crisponi, che ha detto: «E’ giusto istituire una commissione di inchiesta su questo problema ma ricordo che nell’ottobre del 2017 è emerso che 11 casi di esposizione da amianto con cinque morti e sei attacchi di tumori rarissimi, sono stati riscontrati tra chi ha lavorato al Provveditorato di Nuoro. Circa il 40 per cento dei lavoratori di quell’ufficio pubblico è stato colpito. E’ necessarie verificare le condizioni di tutti gli uffici pubblici della Sardegna».

Per la Giunta l’assessore Raffaele Paci ha fornito il parere favorevole. Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato al Consiglio di aver ricevuto un ordine del giorno a firma dei capigruppo che lo delega a nominare i componenti della commissione d’inchiesta sull’amianto in Sardegna.

I lavori del pomeriggio si sono così conclusi. Il Consiglio regionale si riunirà nuovamente martedì 5 dicembre dalle 10.30 in seduta congiunta con il  Consiglio delle autonomie locali e poi al pomeriggio della stessa giornata in seduta ordinaria.