25 November, 2024
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Potrebbe arrivare lunedì prossimo o al più tardi martedì 20 giugno il via libera della V Commissione al disegno di legge della Giunta per l’attivazione di una campagna di promozione e comunicazione finalizzata alla destagionalizzazione dei flussi turistici.

Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha approvato oggi, a maggioranza, l’articolato del provvedimento. Il disegno di legge sarà trasmesso alla commissione Bilancio per il parere finanziario, quindi tornerà in Quinta  per il voto finale.

«E’ nostra intenzione chiedere alla Conferenza dei capigruppo di inserire il disegno di legge all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio – ha detto il presidente Luigi Lotto – un’approvazione rapida consentirebbe di spendere le risorse già per gli ultimi mesi dell’anno apportando benefici all’intero sistema turistico della Sardegna.»

Il provvedimento, illustrato in Commissione dall’assessore al Turismo Barbara Argiolas, stanzia 40,8 milioni per una campagna di promozione da affidare a compagnie aeree e concessionarie di pubblicità dal 2017 al 2020. Nel dettaglio la norma prevede una spesa di 4,8 milioni nel 2017 e 12 milioni per gli anni 2018, 2019 e 2020. Le risorse, attualmente nelle casse dell’assessorato dei Trasporti, saranno trasferite all’assessorato del Turismo. I criteri e le modalità degli interventi saranno stabiliti con una delibera di Giunta entro 30 giorni dall’approvazione.

«Contiamo di definire le linee di indirizzo entro la prima decade di luglio per essere già operativi alla fine di novembre – ha detto l’assessore Argiolas – l’obiettivo è quello di allungare la stagione nei mesi di spalla. Il modello di riferimento è quello adottato dalla Regione Abruzzo che ha avviato una campagna promozionale senza incorrere in procedure di infrazione dell’Unione Europea per gli aiuti di Stato. Noi però dovremo calibrare l’intervento su tre aeroporti e non su un unico scalo come avviene in Abruzzo. La promozione e la comunicazione sono attività strategiche per lo sviluppo turistico e la valorizzazione dei territori.»

D’accordo sulla necessità di destagionalizzare tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione. La minoranza ha però manifestato forti perplessità sulla definizione dei criteri. «Non può essere la Giunta a definire in solitudine le linee di indirizzo – ha detto Marco Tedde (FI) – serve un maggior coinvolgimento del Consiglio. Non possiamo firmare cambiali in bianco. Ci sono aeroporti come quello di Alghero che scontano ancora gli errori del passato». Stesso giudizio da parte di Luigi Crisponi (Riformatori): «Il testo di legge è scarno c’è bisogno di vedere i criteri del bando per dare una valutazione». Su questo punto del disegno di legge l’opposizione ha quindi votato contro, mentre sulle altre parti del disegno di legge si è invece astenuta.

Il presidente Lotto si è detto d’accordo su un coinvolgimento preventivo del Consiglio regionale avanzando una proposta per accelerare i tempi della discussione: «Prima dell’approvazione in Giunta i criteri e le linee di indirizzo possono essere portate in Commissione e valutate insieme all’assessore». Proposta accolta da Barbara Argiolas che ha preso l’impegno di trasmettere al parlamentino tutta la documentazione non appena verrà chiusa la pratica dagli uffici.

Soddisfatti, infine, i consiglieri di maggioranza. Piero Comandini (Pd) ha sottolineato il cambio di rotta introdotto dal disegno di legge rispetto alle operazioni che in passato hanno portato all’apertura della procedura di infrazione della Ue nei confronti della Sardegna per gli aiuti alle low cost: «Non ci sono più contributi a pioggia, le risorse per la promozione e comunicazione verranno distribuite in due modi: una quota fissa e una legata ai risultati. Le compagnie avranno, dunque, una responsabilità diretta e dovranno impegnarsi per incrementare i flussi».

Di provvedimento agile e chiaro ha invece parlato Antonio Gaia (Upc), mentre per Salvatore Demontis il disegno di legge «individua il giusto percorso per promuovere il brand Sardegna. Le risorse dovranno essere ora utilizzate al meglio per ottenere il massimo risultato».

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Dopo una sentenza del Tribunale di Cagliari e la conseguente applicazione della legge “Severino”, nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale, a Oscar Cherchi (Forza Italia), in base alla decisione della Giunta per le elezioni, è subentrato dopo un rilievo sull’ineleggibilità del candidato Emanuele Cera, il candidato Domenico Gallus.

La surroga del consigliere Oscar Cherchi a favore di Domenico Gallus è stata approvata con 29 voti favorevoli, 11 contrari e 3 astenuti; subito dopo il neo consigliere Gallus ha prestato giuramento.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato ad esaminare il Testo unificato sulla raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei ed ipogei ed il presidente ha dato la parola al relatore Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) per illustrare il provvedimento.

Aprendo il suo intervento Lai ha affermato di sentirsi «in imbarazzo perché, in effetti, non è cambiato nulla rispetto a 15 giorni fa: molti consiglieri non conoscono la legge, molti, pur conoscendola, hanno presentato emendamenti che la modificano in profondità, nell’Aula si registrano significative divisioni». «Per cui – ha proseguito – è arrivato il momento di discutere la legge ma se qualcuno ha opinioni diverse (anche radicali) è bene che le manifesti, purché non si continui con la politica del rinvio con motivazioni strumentali, perché la Sardegna ha bisogno di una legge». «Anche perché – ha detto ancora Lai – stanno nascendo complessi contenziosi giudiziari, molte amministrazioni stanno procedendo con regolamenti fai da te e il territorio sta subendo gravi danni ambientali causati dalla raccolta selvaggia». «Se non si discute oggi – ha avvertito il consigliere – mi dimetto da relatore, purché credo che tutti debbano assumersi la responsabilità di non intervenire».

Il capogruppo di Forza, Italia Pittalis, ha ricordato che la questione è stata affrontata in conferenza dei capigruppo ma, nello stesso tempo, ha richiamato l’attenzione del presidente Ganau sulla necessità che, nella prossima riunione, il presidente Francesco Pigliaru riferisca al Consiglio sulla crisi politica della Regione e sulla questione degli assessorati vacanti.

Iniziando la discussione generale il consigliere Pier Mario Manca (Pds) ha dichiarato che «la Regione ha bisogno di una legge organica su raccolta commercializzazione dei funghi unita alla salvaguardia dell’eco sistema». Il testo, a suo avviso, «raccoglie proposte diversificate e risente probabilmente di un certo appesantimento burocratico, anche se non vanno dimenticati gli aspetti positivi: la distinzione dei tesserini fra raccoglitori amatoriali e professionali, i permessi speciali a pagamento per i non residenti e la formazione, tutte misure che assicurano un impatto minimo sui territori; così come sono positivi gli interventi per la salvaguardia dell’habitat naturale e la tutela della salute dei raccoglitori e dei consumatori, anche per gli ipogei che in alcune zone stanno diventando fonti di integrazione al reddito per molte comunità della Regione».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha lamentato, come già era stato evidenziato nel dibattito precedente, «la presenza di appesantimenti burocratici mentre singolarmente vengono trascurate le competenze dell’assessorato della Sanità che invece va coinvolto proprio per introdurre norme a tutela della corretta conoscenza del prodotto ed inoltre, quanto ai tesserini, occorre che possano essere rilasciati on line, cosa che ora non è possibile». Ci sono poi altre dimenticanze, secondo Crisponi, «che vanno senza dubbio corrette, se si vuole anche in Aula, a cominciare dalla commercializzazione in cui vanno messe a punto le differenze fra epigei e ipogei (tartufi) con questi ultimi che fanno registrare movimenti interessanti di mercato».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, concordando in buona parte con le osservazioni di Crisponi e dello stesso relatore Lai, ha osservato che «il testo risente di composizioni e ricomposizioni per cui non può essere approvata cosi com’è e ci sono molte osservazioni da fare, a partire da una sorta di regionalizzazione dei funghi piuttosto discutibile, da un sistema di autorizzazioni troppo macchinoso e da una burocrazia aggiuntiva non adatta all’argomento, una sorta di nuova burocrazia del fungo scientifica e tecnica appesantita oltretutto da sanzioni eccessive». «Ci sono insomma molte cose su cui riflettere ancora anche in commissione – ha concluso Deriu – senza dimenticare che si sta intervenendo su rapporto fra uomo e terra e sulla salute del bosco, abbastanza per chiedersi se la legge in esame è fatta bene».

Dopo l’on. Roberto Deriu ha preso la parola l’on. Lorenzo Cozzolino (Pd), che ha definito questa legge «un notevole passo avanti che va a tutelare un bene economico privo a oggi in Sardegna di tutele normative. Molto ancora si può e si deve fare per emendare la proposta, come le norme sulla modalità per il rilascio del patentino per la raccolta».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non serve entrare pere la seconda volta nel merito di una proposta che il Consiglio conosce bene. Questa non è una legge che nasce per punire ma per prevenire sotto il profilo sanitario i rischi derivanti da una vendita e da un commercio indistinti dei funghi. Ma tutti gli emendamenti presentati priverebbero di  senso questa proposta, al punto che sarebbe meglio lasciare le cose come sono».

Ha preso poi la parola l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi), che ha detto: «La Sardegna attende l’approvazione di questa norma e mi chiedo chi sia interessato dentro quest’Aula a che la legge non passi. C’è un grande giro di affari tra Sardegna e Umbria, dove il prodotto sardo viene preso, venduto e trasformato come se fosse di Norcia».

Per l’on Gianluigi Rubiu (Udc) «questa è una legge burocratizzante e punitiva. Una legge preistorica, che nasce per complicare la vita ai sardi. In particolare, sono ridicole le norme sul rilascio del tesserino che abilita alla raccolta. Che senso ha consentire a chi ha 65 anni di effettuare la raccolta senza il patentino ma solo nel territorio comunale? E siete sicuri che tutti conoscono i confini?».

L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha preso la parola per la Giunta e ha detto: «La Regione ha senza dubbio necessità di una normazione puntuale del settore, sia per gli aspetti sanitari che per quelli economici. Alcuni funghi sono poi un ottimo indicatore biologico della qualità dei nostri ecosistemi  e vanno pertanto considerate le modalità di raccolta e di commercializzazione. Un apporto dell’assessore alla Sanità, peraltro, può essere importante».

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Eugenio Lai, che ha detto. «Se c’è l’assessorato pronto a garantire che lavorerà su questa legge velocemente, possiamo essere d’accordo sul ritorno in commissione del testo. Non possiamo però perdere tempo: vogliamo un impegno chiaro della Giunta».

L’on. Piermario Manca (Pds) ha chiesto «date certe, una volta per tutte. Se è necessario sospendiamo il Consiglio e vediamo in commissione gli emendamenti».

L’on. Domenico Gallus ha chiesto il ritorno in commissione del testo di legge e ha rivolto dai banchi un saluto all’on. Oscar Cherchi. «Mi tocca l’onore ma anche il dispiacere di sostituirlo. Dichiaro sin d’ora che in questo anno di presenza in Consiglio regionale non avrò vincolo di partito e di coalizione».

Su proposta del presidente l’Aula ha votato a favore del rinvio in commissione della legge.

L’Aula ha deciso di rinviare alla prossima seduta di mercoledì prossimo 21 giugno (ore 10.00) la nomina del Difensore civico e del Garante regionale per l’Infanzia.

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Pieno sostegno alla vertenza dei lavoratori della Wind3 di Cagliari è stato espresso dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale presieduta da Luigi Lotto. Una presa di posizione chiara che si tradurrà in un atto ufficiale del Consiglio: si pensa a una risoluzione della Commissione o a un ordine del giorno unitario da votare in Aula.

Un pronunciamento ufficiale dell’Assemblea sarda è stato sollecitato in mattinata dai sindacati sentiti in audizione dal parlamentino delle “Attività Produttive”. La vertenza riguarda circa 340 operatori sardi il cui posto di lavoro è a serio rischio dopo la decisione della Wind3 di cedere un ramo d’azienda a una società di out source. «Un’operazione ingiustificata – secondo i segretari di categoria Francesco Marongiu (Slc Cgil), Jimmy Uda (Fistel Cisl) e Tonino Ortega (Uilcom) – la Wind3 è una società sana con i bilanci in utile non ha la necessità di ridurre i costi del personale esternalizzando un servizio. Al momento della fusione di Wind con Tre, il nuovo operatore aveva garantito al Governo il mantenimento dei livelli occupazioni e del business aziendale in Italia. Questo non sta avvenendo, Wind 3 non sta cedendo un ramo d’azienda ma solo un servizio prima assicurato dalla società Tre».

La vertenza riguarda complessivamente 900 lavoratori distribuiti in quattro Regioni (Sardegna, Sicilia, Lazio e Liguria). Domani, a difesa dei posti di lavoro, è in programma una manifestazione nazionale in vista dell’incontro al Mise fissato per giovedì 15 giugno. «Non abbiamo armi a disposizione per contrastare la cessione del ramo d’azienda – hanno detto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – per questo è necessario un sostegno della politica. Chiediamo al Consiglio regionale e alla Giunta di promuovere un coordinamento tra gli esecutivi della quattro regioni interessate per dare più forza ad un’azione nei confronti del Governo nazionale».

Un appello raccolto dalla Commissione. I consiglieri regionali Piero Comandini (Pd), Ugo Cappellacci (Fi) e Stefano Tunis (Fi) hanno sollecitato un coinvolgimento diretto del presidente della Regione Francesco Pigliaru ricordando il precedente favorevole del call center Vol2: «Nel 2010 si riuscì a salvare circa 470 posti di lavoro – ha detto Ugo Cappellacci – la politica anche questa volta può fare molto. Occorre individuare gli strumenti per trovare una soluzione alternativa alla cessione del ramo d’azienda. Ma per far questo occorre pressare il Governo unendo le forze con le altre regioni». Posizione condivisa da Piero Comandini e Stefano Tunis che hanno appoggiato l’idea di un coordinamento tra le regioni interessate: «Alla base del business di Wind3 c’è una concessione governativa – ha detto l’esponente del Pd – può essere lo strumento per convincere Wind3 a fare un passo indietro». Questa di Wind3 non è un’operazione a costo zero: «C’è il rischio che lo Stato debba farsi carico dei costi degli ammortizzatori sociali di una società che produce utili – ha sottolineato Stefano Tunis – un aspetto che non  può passare in secondo piano».

Al termine dell’audizione, il presidente Luigi Lotto ha assicurato l’impegno della Commissione: «Faremo di tutto per dare il massimo contributo alla vostra vertenza – ha detto Luigi Lotto – insieme alla Giunta decideremo quali azioni portare avanti».

In mattinata la Commissione ha sentito anche i rappresentanti sindacali dei lavoratori del Consorzio Agrario della Sardegna, ente con 104 dipendenti in pianta organica e 48 sedi distribuite nel territorio regionale.

Il Consorzio, da tempo in crisi, ha accumulato negli anni un passivo di circa 45 milioni di euro. Un buco di bilancio che ha indotto la direzione dell’ente ad applicare il contratto di solidarietà ai dipendenti con conseguente riduzione dell’orario di lavoro a 26 ore settimanali. Per abbattere i costi di gestione, il Consorzio ha inoltre annunciato la chiusura delle sedi di Nuoro e Santa Maria La Palma e il trasferimento dei 17 dipendenti negli uffici di Oristano e Cagliari.

«I lavoratori non sono sacchi di patate – ha detto la segretaria della Flai Cgil Annarita Poddesu – i trasferimenti di sede creeranno forti disagi ma ciò che preoccupa di più è la mancanza di una strategia per il futuro. Il Consorzio ha annunciato la presentazione di un piano industriale che però non è ancora arrivato. Chiediamo alla politica di lavorare insieme a noi per scongiurare la chiusura delle sedi di Nuoro e Santa Maria La Palma ed individuare un percorso di rilancio».

«Se siamo oggi in queste condizioni lo dobbiamo all’incapacità del Cda dell’ente – ha proseguito Mariano Masala segretario del Sinalcap Sardegna – non si può pensare di risanare i bilanci con il solo ricorso al contratto di solidarietà». «Il Consorzio agrario svolge un ruolo strategico nel territorio – ha sottolineato il segretario della Fai Cisl Bruno Olivieri – in molte aree dell’Isola ricopre una funzione sociale che non può venire a mancare».

I rappresentanti dei sindacati, rispondendo alle domande dei membri della Commissione Luigi Crisponi (Riformatori), Piero Comandini (Pd), Mario Tendas (Pd), Mariano Contu (FI), Antonio Gaia (Upc) e Gianluigi Rubiu (Udc), hanno poi respinto l’accusa di aver sottoscritto il contratto di solidarietà contro la volontà dei dipendenti: «Quell’accordo è stato firmato perché il Consorzio non ha lasciato altre vie d’uscita – ha detto Annarita Poddesu – l’alternativa a quella firma erano i licenziamenti. I sindacati hanno l’obbligo di difendere i posti di lavoro».

Il presidente della Commissione Luigi Lotto ha preso atto della posizione dei sindacati ed annunciato un ulteriore approfondimento da parte della Commissione: «Siamo davanti a una situazione complessa – ha detto Lotto – nei prossimi giorni rifletteremo su come affrontarla coinvolgendo la Giunta regionale e l’assessore competente».

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I Riformatori sardi tornano all’attacco della Giunta regionale sulla gestione della Sanità pubblica. «Il sistema sanitario isolano è sempre più malato, a oltre cinque mesi di distanza dall’istituzione dell’Ats nulla è cambiato, i costi sono aumentati e i servizi ridotti. E’ ora che la Giunta riferisca in Consiglio. In mattinata abbiamo presentato una mozione – annuncia il consigliere regionale Michele Cossa – chiediamo a Pigliaru di riferire in Aula sulla situazione del sistema sanitario e sugli interventi necessari per invertire la rotta».

«I dati sono catastrofici – aggiunge il coordinatore regionale Pietrino Fois – la sanità oggi si regge grazie alla dedizione di medici e infermieri. Si vive alla giornata senza programmazione e indirizzo». «Ciò che spaventa è l’immobilismo della Giunta – sottolinea il consigliere Luigi Crisponi – il sistema è in difficoltà e non si riesce a individuare la terapia per curarlo. Non si riesce a intervenire nemmeno su questioni specifiche. Nel 2014 il Consiglio ha approvato una legge sull’endometriosi per garantire cure ed esenzioni dai farmaci alle donne colpite dalla malattia. Ad oggi l’assessorato non è riuscito ad approvare le linee guida.»

«La Giunta oltre al peccato originale di considerare troppo esosa la spesa sanitaria, commette anche i peccati di gola, accidia ed ignavia – dice Franco Meloni – si pensava di risolvere tutto con l’istituzione dell’Ats, passaggio da noi stessi auspicato per la centralizzazione degli acquisti e la gestione del personale, ma la realtà è ben diversa. Oggi si pensa a distribuire direzioni generali e di servizio (gola); si trascurano i servizi territoriali con situazioni al di sotto degli standard di un paese civile come in Gallura (ignavia); si riducono i posti letto in alcuni territori senza pensare a servizi alternativi (accidia).»

Secondo Franco Meloni, il costo complessivo della sanità è commisurato alle esigenze geografiche e di distribuzione della popolazione sarda: «3,2 miliardi non sono troppi – afferma Franco Meloni – è vero che si potrebbe rimediare ad alcuni sprechi ma non si può paragonare il sistema sardo a quello delle altre regioni come la Lombardia e l’Emilia dove gli ospedali servono grossi bacini d’utenza a costi inferiori. I soldi vanno spesi bene, garantendo servizi e prestazioni di qualità ».

Sotto la lente d’ingrandimento dei Riformatori sardi, l’iter della riforma della rete ospedaliera. «Serve un pronunciamento del Consiglio senza il quale ogni atto è illegittimo, la riforma è bloccata per le divisioni interne alla maggioranza e per le critiche dell’opposizione – ricorda Franco Meloni – in questi mesi abbiamo assistito allo spostamento e alla chiusura di numerosi servizi. Chi lo ha deciso? La struttura dell’Areu potrebbe funzionare ma nei fatti è ancora un oggetto misterioso. Ancora non è stato nominato il direttore, nella migliore delle ipotesi ci vorrà almeno un altro anno e mezzo perché entri a pieno regime».  

Non meno critico il giudizio sul Mater di Olbia: «Non capiamo ancora perché si è scelto di affidarsi alla Fondazione del Qatar invece di ricorrere a una gara internazionale – ha detto Franco Meloni – l’ospedale doveva aprire nel 2016 ma, salvo ulteriori sorprese, aprirà a fine 2018».

Una situazione complessiva disastrosa, secondo i Riformatori sardi, un quadro allarmante che impone un dibattito in Aula. «Il Consiglio regionale ha il dovere di affrontare il tema – conclude il capogruppo Attilio Dedoni – c’è necessità di un ampio dibattito. L’Assemblea deve inoltre pronunciarsi sul futuro della Commissione d’inchiesta sui costi della sanità da me presieduta. La politica ha il dovere di dire se deve continuare la sua indagine o se invece deve fermarsi».

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L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso dell’audizione in Quinta commissione ha riferito sulla crisi del sugherificio Ganau di Tempio, sul rinnovo della concessione della cava “Su Padru” a Ossi e sull’evolversi della situazione nella miniera di bauxite ad Olmedo.

In merito alla crisi del sugherificio Ganau, l’assessore Piras ha illustrato le risultanze dell’incontro tenutosi in assessorato con i vertici dell’azienda tempiese ed i sindacati, all’indomani dell’attivazione delle procedure di licenziamento per 75 addetti. «L’azienda – ha spiegato l’assessore Piras – ha confermato le difficoltà derivanti dalla sempre crescente domanda, nei mercati internazionali di riferimento, del cosiddetto “tappo tecnico in agglomerato”, ottenuto da una miscela di granella di sughero e collanti, che garantisce la qualità dell’imbottigliato e riduce al minimo il “difetto di tappo”,  in luogo del tradizionale turacciolo di sughero che risulta più esposto al difetto per la presenza di composti organici e muffe nel sughero». Lo stabilimento gallurese, al momento, può contare solo su due linee di produzione, su un totale di sette, destinate al tappo tecnico e, così come hanno dichiarato i responsabili dell’azienda, nei magazzini sono presenti ingenti scorte di tappi tradizionali.

L’assessore ha quindi dichiarato di aver rivolto un invito all’azienda Ganau perché compia una valutazione più approfondita della situazione nel suo complesso anche in considerazione dell’ipotesi di avvio della cassa integrazione per la durata di almeno un anno, in luogo dei licenziamenti.

Sollecitata anche dalle richieste di chiarimento e dalle domande dei consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori), l’assessore Piras ha auspicato una «politica di lungo periodo per il rilancio del comparto del sughero» ed ha mostrato favore anche per il varo di nuove norme a sostegno della coltivazione e la produzione del sughero nell’Isola.

Il presidente della commissione, Luigi Lotto (Pd), ha quindi confermato la calendarizzazione di un’audizione con l’assessore dell’Agricoltura sul tema della coltivazione del sughero.   

Quanto alle proteste dell’amministrazione comunale di Ossi contro il rinnovo e la proroga della coltivazione della cava di “Su Padru” l’assessore ha confermato la regolarità e la correttezza delle procedure e dell’operato delle diverse amministrazioni coinvolte ma ha affermato che «nel caso siano confermate le emergenze archeologiche evidenziate dal Comune, saranno riviste le autorizzazioni rilasciate per il completamento del progetto di coltivazione della cava di Ossi».

Sul futuro della miniera di Olmedo, infine, all’indomani della nota con la quale la società greca ha annunciato la rinuncia della concessione del sito della bauxite, l’assessore Piras ha informato la commissione che «l’azienda greca dovrà garantire per 50 giorni la custodia e la manutenzione del sito, degli impianti e delle strutture mentre nel frattempo si darà corso ad un nuovo avviso pubblico per la concessione della miniera». L’assessore si è quindi detta “fiduciosa” che altre aziende possano essere interessate ad operare ad Olmedo.   

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta per convocare una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, portando al primo punto la proposta di legge n.421/A (Solinas Antonio e più) “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del presidente della Repubblica n.31 del 13 febbraio 2017 – Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura semplificata; modifiche alla legge regionale 28/98”.

Successivamente, ha aggiunto, saranno esaminate le mozioni 302 (Cocco Daniele e più) sulla crisi industriale del polo di Ottana, la 293 (Rubiu e più) sulla situazione dei trapianti in Sardegna, la 298 (Dedoni e più) sulla fornitura di ausili e protesi da parte del servizio sanitario regionale e la 261 (Tedde e più) sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale. Saranno rinviate ad altra data, ha concluso Ganau, la 239 (Rubiu e più) sulle servitù militari per l’indisponibilità del presidente Pigliaru a partecipare alla seduta e la 136 (Sale e più) sulla legalizzazione della cannabis.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha preso atto dell’indisponibilità del presidente Pigliaru, sottolineando però che «l’argomento va trattato con estrema urgenza e quindi inserito all’ordine del giorno della prima seduta utile per la necessaria discussione sul programma di implementazione della base di Teulada».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, associandosi alle considerazioni di Rubiu, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su un ordine del giorno approvato nel 2014 ed ormai superato, per cui «occorre riprendere dialogo con il ministero della Difesa sia per ridurre il carico di fuoco del territorio che, soprattutto, per sollecitare la realizzazione di progetti tecnologici che lo stesso ministero sta portando avanti».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha sollecitato l’unificazione della mozione Rubiu con una del Pd, presentata a suo tempo sullo stesso argomento.

Il presidente Ganau, dopo aver assicurato l’accorpamento dei documenti del Consiglio in materia di servitù militari, ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas, del Pd, relatore della proposte di legge n. 421/A.

Antonio Solinas ha affermato in apertura che la proposta, approvata dalla quarta commissione all’unanimità, «ha registrato un consenso molto ampio in Consiglio e nella società sarda, fra i cittadini e le imprese, individuando gli interventi esclusi dalla autorizzazione paesaggistica e quelli sottoposti alla cosiddetta procedura autorizzatoria semplificata, per cui è opportuno approvarla quanto prima anche in vista della legge di manutenzione e di quella organica, sempre in materia urbanistica». «Il testo – ha aggiunto – riguarda in sostanza piccoli interventi edilizi come ad esempio le opere interne che non alterano la sagoma dell’edificio, i prospetti, le coperture e l’abbattimento delle barriere architettoniche mentre, quelli ammessi alla procedura semplificata, consistono in incrementi volumetrici non superiori a 10% od interventi di adeguamento alle misure antisismiche».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è dichiarato d’accordo con lo spirito del provvedimento osservando peraltro «che poteva anche non essere oggetto di legge regionale perché quella nazionale si poteva applicare direttamente, ma comunque è sempre meglio precisare per evitare di innescare interpretazioni difformi da parte degli uffici tecnici comunali». «Positiva – ha detto Pittalis – anche la semplificazione che cancella inutili lungaggini per interventi di piccola entità; l’auspicio è che questa legge sia una buona premessa per la prossima legge urbanistica perché attualmente la Sardegna ha una normativa che immobilizza tutto il sistema ed ostacola lo sviluppo del settore edilizio e dell’economia della Sardegna».

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha condiviso il testo della commissione che era inserito, in un primo momento, nel testo della legge di manutenzione. «Con questo provvedimento – ha proseguito – si recepisce regolamento entrato in vigore in tutta Italia dallo scorso mese di aprile e va ricordato che il decreto di riferimento, all’art. 13, prevedeva l’adozione di una norma ad hoc nelle Regioni speciali». «Stiamo intervenendo su una casistica molto ampia – ha detto ancora Erriu – che comprende oltre 70 procedimenti e dimezza la tempistica; uno strumento di semplificazione utile importante ed atteso che condividiamo».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha annunciato il voto favorevole del gruppo, anche perché «si supera una fase di incertezza determinata dagli uffici regionali che hanno comunicato ai Comuni il blocco di tutte le pratiche su paesaggistiche». «Piuttosto – ha aggiunto Marco Tedde – resta sullo sfondo una normativa regionale inadeguata, la recente legge edilizia non ha funzionato ed anzi ha creato problemi; paradossalmente il nostro Piano casa della legislatura precedente, che il centro sinistra si è ostinato a non prorogare, è ancora oggi più nuovo della vostra nuova legge ancora in gestazione, mentre quella urbanistica è ancora in alto mare». «Su questo noi siamo molto critici e non da oggi – ha concluso Tedde – perché la maggioranza non ha mostrato coraggio, non è attenta alle ragioni della produzione e nemmeno alla stessa tutela dell’ambiente».

Subito dopo il Consiglio ha approvato gli articoli ed il testo della legge, all’unanimità, con 42 voti.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della mozione n. 302 sulla crisi industriale di Ottana ed il presidente ha dato la parola al consigliere di Articolo 1-Sinistra democrazia e Progresso Daniele Cocco, per illustrarne il contenuto.

Daniele Cocco, dopo aver ringraziato tutti i capigruppo del Consiglio per l’attenzione sulla vicenda e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura per la grandissima disponibilità, ha espresso preoccupazione «per la gravissima situazione di sofferenza economica ed occupazione della Sardegna centrale dove la complessità delle tante vertenze aperte non fanno ancora intravedere il rilancio di quell’area, con gravi ricadute su imprese, indotto e lavoratori, molti dei quali legati ad ammortizzatori ormai in scadenza». Il problema di Ottana, ha detto ancora Cocco, «è sostanzialmente legato a quello della centrale elettrica sul cui rilancio ruotano altre iniziative come il centro di stoccaggio del gas (gnl), il polietilene e l’impianto di Eni Versalis, impianti in larga parte fermi e con poca manutenzione, mentre avanza il dramma di centinaia di famiglie in cassa integrazione che vedono sempre più vicino licenziamento». «Rispetto ad un contesto così preoccupante – ha affermato Cocco –è necessario che la Regione, anche attraverso questa mozione, eserciti una forte pressione sul governo per accelerare rilancio dell’area di Ottana proteggendo nel frattempo i lavoratori e riferendo tempestivamente al Consiglio sulle iniziative che saranno attivate». «Chiediamo in altre parole – ha concluso – risposte concerete e riteniamo che, sotto questo profilo, che la vertenza debba essere trasferita alla presidenza del Consiglio dei ministri e, nello stesso tempo, vogliamo verificare la disponibilità privati e l’esistenza delle condizioni per far ripartire il sistema, mantenendo inoltre l’attenzione molto alta sul problema delle bonifiche».

La consigliera del Pd Daniela Forma, in apertura, ha ricordato che sulla vertenza di Ottana «il Consiglio è intervenuto più volte, così come la Giunta, mantenendo un contatto costante con i sindacati ed attivando un tavolo di confronto Regione-Governo per la proroga della mobilità in deroga a sostegno dei lavoratori». «La vertenza di Ottana – ha aggiunto – ha le sue specificità perché è l’unica della Sardegna centrale dove esistevano impianti di chimica pesante che cerca di ripartire secondo le condizioni del mercato di oggi e del domani; l’unica, inoltre, dove è scomparso, negli anni, il settore tessile con 5.000 posti di lavoro, trasformati in ammortizzatori sociali in perenne scadenza perché tessuto economico locale non riesce ad assorbirli». In definitiva, a giudizio della Forma, «occorre superare un pesante gap infrastrutturale, su cui incidono anche i costi dei servizi e la marginalità delle zone interne, che devono spingerci ad inquadrare il problema in una visione complessiva di un territorio in grande sofferenza, che potrebbe concretizzarsi anche in una politica fiscale speciale per uscire dall’assistenzialismo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha sottolineato che «quella di Ottana è una vertenza della Sardegna che appartiene a tutta la comunità regionale, che rappresenta la speranza di un territorio dove ci sono ancora imprenditori». Ogni progetto di rilancio, ha ricordato la Zedda, «ruota attorno alla riconversione della centrale energetica che oggi potrebbe essere rilanciata positivamente dalla realizzazione del deposito gpl di Oristano ma la questione più importante è che manca una presenza incisiva del Governo nazionale». La nostra è una battaglia comune, ha ricordato la consigliera, «e per questo dobbiamo intervenire in modo forte sul Governo per attirare ulteriori investimenti ma le istituzioni regionali si devono muovere, anche per non ripetere gli errori un passato caratterizzato dal saccheggio improduttivo di fondi pubblici».

Dopo l’on. Zedda ha preso la parola l’on. Usula (Rossomori), secondo cui «questa è una mozione quanto mai opportuna. Ribadiamo che siamo consapevoli dello stato di preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie di Ottana. Questa mozione non deve essere un passo liturgico ma un atto di impegno politico solenne per tutti noi. Dobbiamo pretendere certezze sulle opere di bonifica e sulle infrastrutture nuove di Ottana, dalla banda larga alla rete del gas, dalle ferrovie alle strade. Esistono imprenditori sani, non rapaci e disinteressati ai lavoratori, che voglia rilanciare il settore agroalimentare. Ottana potrebbe diventare un polo di attrazione per imprenditori così».

Per i Riformatori sardi l’on. Luigi Crisponi ha detto: «Purtroppo, spesso ci occupiamo di crisi industriale ma quando si parla di Ottana c’è sempre un brivido che corre dietro la schiena. E’ il territorio più martoriato e povero di tutta l’Isola. Ma perché Ottana non è stata inserita nell’elenco delle aree industriali più complesse? Ci preoccupa molto il silenzio su questi temi e sul sistema energetico della Sardegna».

L’on. Stefano Tunis è intervenuto per Forza Italia e ha affermato: «Cominciamo a distinguere i filantropi e a contare le risorse pubbliche che sono state impiegate a Ottana. E’ un conto salatissimo quello pagato per uno stabilimento chiuso a Ottana. Fatta salva la buona fede di chi ha fatto l’assessore sino a oggi, è accanimento terapeutico destinare ancora risorse pubbliche. Non parlerò di nulla che serva a puntare il dito contro qualcuno ma dobbiamo riconoscere che i player di oggi a Ottana hanno evidenti limiti. Chiedo dunque questo: che questa mozione, intelligente e condivisibile per il rilancio del territorio, sia integrata con qualcosa di nuovo e non sia un ennesimo riempirci la bocca di parole».

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha esordito dicendo: «Per trent’anni qualche risultato di crescita e di sviluppo il territorio lo ha ottenuto ma ormai negli ultimi anni la situazione è precipitata. Le responsabilità sono di tutti e dobbiamo tutti cercare uno sbocco per non lavarci la coscienza con una mozione. Ci sono iniziative che vanno accelerate. Certo ,la costruzione della dorsale del gas può dare una speranza: è arrivato il tempo che la Giunta e il Consiglio abbiano un confronto duro e forte, rispettoso ma deciso, con il Governo nazionale. Se non risolviamo il problema della Sardegna centrale stiamo creando problemi anche agli altri territori: servono incentivi fiscali per tutta la durata dell’investimento. Basta con i contributi a fondo perduto, che non generano sviluppo stabile».

Il sardista Angelo Carta è intervenuto per dire che“i sindacati hanno in corso una discussione su quale debba essere l’industria giusta oggi per Ottana”. A 48 anni dalla Commissione Medici «dobbiamo dare questa risposta, salvando prima di tutto quello che può dare davvero posti di lavoro da subito, come Ottana energia e Ottana polimeri. Ma dopo tutto questo è chiaro che ci deve essere un impegno ulteriore, che passa per l’agroindustria e la zootecnia. Non bastano i governi locali dei Comuni. Alitalia ha ingoiato otto miliardi in questi anni: per noi Ottana vale quello che Alitalia vale per lo Stato italiano perché è un simbolo di una Sardegna che non trova pace».

Per l’Udc l’on. Rubiu ha detto: «Chiediamo che la Sardegna incida soprattutto con il governo perché si trovino le soluzioni con il riconoscimento dello stato di crisi complessa, pensando soprattutto a una riconversione che salvi i livelli dell’occupazione. E può essere l’agroindustria il settore sul quale puntare. Mi viene da sorridere però per le misure straordinarie che vengono proposte: i capannoni di Ottana a un euro dopo le case di Ollolai ad un euro. Finirà che venderemo anche i nostri ospedali a un euro».

L’on. Congiu (Pds) ha esordito con l’indicazione dei contributi a favore degli imprenditori che volessero insediarsi a Ottana, secondo il bando di Invitalia pubblicato il 4 aprile. «Dal 16 dicembre 2016 Ottana è già inserita nelle aree di crisi non complesse  e l’offerta dei capannoni a un euro ha un senso. Vorrei capire con l’assessorato all’Industria se grazie al bando Invitalia ci sono richieste di insediamento di imprenditori a Ottana. Leggiamo di joint venture tra Sarroch e Versalis di Ottana ma non sappiamo di più».

L’on. Gaetano Ledda (Misto) ha esordito: «Sappiamo tutti quanto inquinamento c’è stato a Ottana e anche io provo  i brividi sulla schiena. Ripongo poca speranza nella chimica e sappiamo che il rilancio è legato alla sopravvivenza della centrale elettrica. La Regione ha buttato soldi e  li ha dati a imprenditori continentali che hanno costruito scatole vuote e se ne sono andati: non controlliamo mai i soldi che diamo. Abbiamo un’azienda a Ottana pronta ad assumere 50 operai investendo 40 milioni di euro ma la Regione deve svolgere il suo ruolo predisponendo il contratto di investimento, che deve essere pronto prima dell’estate».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’Aula sembra sottovalutare l’importanza dell’argomento. Il 3 maggio 2016 ci fu l’incontro istituzionale col presidente  Pigliaru proprio sul futuro di Ottana. Ricordo il pomposo comunicato dell’ufficio stampa della Giunta: a oggi nulla è cambiato, se non in peggio.  Assessore, il problema è che da sempre questa vertenza è stata considerata una vicenda locale. Non lasciamo soli gli amministratori di quest’area, persone che quotidianamente ci mettono la faccia. Non possiamo continuare con le attese, con i tavoli tecnici e quelli politici».

L’assessore Maria Grazia Piras (Industria) è intervenuta per la Giunta e ha detto che «l’attenzione su Ottana è sempre stata massima, anche nei rapporti con la presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo avuto spesso rapporti tesi con Terna e sono arrivati anche risultati come la proroga del regime di essenzialità per il 2014 e il 2015 di cui ha beneficiato anche la centrale di Ottana. Sul livello strategico abbiamo promosso le interlocuzioni con il Mise e con Terna, per le modalità di una continuità operativa: ci vuole di più e stiamo chiedendo proprio alla Presidenza del Consiglio per un tavolo che punti comunque alla riconversione del polo energetico di Ottana». Sul tema della metanizzazione della Sardegna, l’assessore Piras ha detto: «Nel Patto per la Sardegna abbiamo il fondamento del progetto di metanizzazione della nostra isola. E’ evidente che senza imprenditori che parlino lingue chiare l’impresa non può andare avanti: spetta a loro dire quali sono i progetti che intendono realizzare a Ottana e la Regione starà ad ascoltarli. Gli strumenti di aiuto ci sono, come il bando Invitalia che da subito dà risorse a fondo perduto e agevolazioni fiscali. Intanto, abbiamo chiesto specificamente a Invitalia di poter accedere ai finanziamenti che stanziano complessivamente 40 milioni di euro al livello nazionale».

Sempre per la Giunta l’assessore Virginia Mura (Lavoro) ha detto: «Sugli ammortizzatori sociali in deroga richiesti per i lavoratori dobbiamo purtroppo far presente che esiste un divieto di legge dal 2014. Per questo non è stato aperto lo sportello nel 2015 non solo per i lavoratori del tessile. Cosa siamo riusciti a fare, anche grazie al lavoro dei nostri parlamentari sardi in Senato? Siamo riusciti a ottenere la rimodulazione di risorse ancora disponibili e abbiamo aperto uno sportello a dicembre scorso per i lavoratori che hanno concluso il periodo di sostegno della legge 223 nel 2016. Prendo l’impegno per i 90 lavoratori del settore tessile, apriremo uno sportello per le domande on line che ovviamente andrà a favore di tutti i lavoratori che si trovano in quelle condizioni, non solo di quelli del Nuorese».

Dopo gli interventi della Giunta, l’on. Daniele Cocco (MDP) ha chiesto una breve sospensione dei lavori con lo scopo di emendare con gli spunti emersi dal dibattito il testo della mozione. Il presidente Ganau ha disposto una sospensione breve.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Sdp Daniele Cocco che ha annunciato la presentazione di alcune integrazioni dal testo della mozione.

Cocco ha quindi presentato un emendamento orale che modifica la parte finale del documento. Il nuovo testo chiede un impegno della Giunta a promuover in tempi rapidi un incontro urgente con la Presidenza dei ministri per l’esame della situazione complessiva del sito industriale di Ottana.

«Obiettivo dell’iniziativa consiliare – ha detto Cocco – è quello di arrivare a un rilancio del polo industriale di Ottana attraverso la ricomposizione della filiera della chimica e la riconversione della centrale energetica. Occorre inoltre presentare un’istanza formale per far dichiarare Ottana sito di interesse nazionale, passaggio che renderebbe obbligatorie le bonifiche». Su quest’ultimo punto, Cocco ha inoltre sollecitato la Giunta a sostenere il Comune di Ottana nella causa amministrativa promossa presso il Tar con la quale si richiede la bonifica delle aree dismesse dalla società Montefibre.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la mozione che è stata approvata all’unanimità.

L’aula è quindi passata successivo punto dell’ordine del giorno: una mozione e un’interpellanza sulla situazione dei trapianti in Sardegna e sull’adeguamento delle provvidenze a favore dei trapiantati illustrate dal primo firmatario Gianluigi Rubiu (Udc).

Nel suo intervento, Rubiu ha messo in luce le difficoltà attraversate dal Centro Trapianti della Sardegna che ha visto una contrazione degli interventi nel 2015 per poi riprendersi nel 2016.

«C’è la necessità di garantire un livello adeguato e costante di trapianti in modo da evitare ai pazienti più gravi lunghi e dispendiosi viaggi nella Penisola per farsi operare – ha detto Rubiu – occorre poi intervenire per modificare l’attuale normativa in modo da garantire parità di trattamento a tutti i pazienti.»

Gianluigi Rubiu ha quindi manifestato l’esigenza di promuovere in Sardegna la cultura della donazione, attraverso un’attività rivolta soprattutto alle scuole e ha chiesto chiarimenti sulla gestione del Centro regionale dei Trapianti e sulle modalità di erogazione dei rimborsi ai trapiantati chiedendo una rivisitazione delle leggi di settore.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, rispondendo alle sollecitazioni contenute nella mozione, ha illustrato la situazione della Rete regionale dei trapianti. «Il sistema sanitario – ha detto Arru – è oggetto di una profonda ristrutturazione che coinvolgerà anche il Centro regionale dei Trapianti. Ristrutturazione che inevitabilmente ha creato qualche difficoltà ma, nonostante tutto, nel 2016 sono stati ottenuti buoni risultati con 98 organi trapiantati. Un successo ottenuto grazie all’impegno di tutti coloro che operano negli ospedali sede delle donazioni e nei Centri Trapianto».

Arru ha poi convenuto con il firmatario della mozione sulla necessità di promuovere la cultura della donazione e si è detto d’accordo sulle azioni di sensibilizzazione delle giovani generazioni attraverso attività mirate nelle scuole.

L’assessore si è quindi soffermato sulla situazione del Centro regionale dei trapianti. «Il Sistema regionale ha bisogno di una profonda riorganizzazione – ha sottolineato Arru – la Giunta sta lavorando in questa direzione. Fino al 2015 il Centro era diretto dal prof. Carcassi con un impegno part time e a titolo gratuito. A seguito delle sue dimissioni si è presentato il problema della individuazione del nuovo coordinatore attraverso le nuove procedure di legge. Oggi questa figura può essere parificata al direttore di una struttura complessa. La proposta di riorganizzazione ha determinato un allungamento dei tempi, ma arriveremo presto a una soluzione. L’Ats avrà il compito di dare una risposta. A breve risolveremo il problema del responsabile del Centro di coordinamento trapianti. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di promuovere la cultura della donazione».

Luigi Arru si è poi detto d’accordo sulla necessità di procedere a una rivisitazione delle leggi di settore che regolano le provvidenze a favore dei trapiantati. «Il riordino delle leggi di settore è stato previsto già dall’art. 48 della L.R. 23/2005 – ha detto l’assessore – attualmente non tutte le situazioni vengono trattate allo stesso modo, occorre intervenire attraverso l’applicazione dell’ISEE e ridefinendo i limiti di reddito, la misura dei benefici, i criteri di riconoscimento delle provvidenze e dei rimborsi spese, attraverso principi di equità e omogeneità in relazione alle condizioni di bisogno accertate. Serve uno sforzo da parte di tutti, è una misura di welfare, non si possono creare discriminazioni».

In sede di replica il consigliere Gianluigi Rubiu ha auspicato il massimo sforzo da parte della Regione per venire incontro alle necessità dei trapiantati. «Non possiamo più fidarci delle sole leggi di settore, c’è bisogno di un restyling complessivo della normativa. La questione dei trapiantati è un argomento che riguarda tutti. Propongo per questo l’approvazione di un ordine del giorno unitario».

E’ poi intervenuta la consigliera Daniela Forma che, in sintonia con il primo firmatario della mozione, ha manifestato apprezzamento per la proposta di promuovere la cultura della donazioni: «E’ un elemento rilevante su cui lavorare. E’ giusto che la Giunta si spenda in prima linea – ha detto Forma – su questo fronte occorre cercare sinergie con gli enti locali. I comuni potrebbero registrare la volontà  dei cittadini di donare gli organi al momento del rinnovo delle carte d’identità». Daniela Forma ha poi affrontato il tema dei sussidi e delle provvidenze ai trapiantati: «La legge prevede rimborsi solo per i trapiantati di rene, poi estesa ad altre patologia. E’ necessario oggi fare un passo in avanti. Il Pd è pienamente convinto della necessità di dare corpo alle nuove esigenze».

E’ quindi intervenuto il consigliere Gianluigi Rubiu che ha presentato un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Il documento impegna la Giunta ad adeguare la legge n.11 del 1985, al monitoraggio costante sull’andamento del numero dei trapianti, alla verifica dell’adeguatezza della pianta organica de Centri trapianti e a prevedere un ulteriore stanziamento per le cure odontoiatriche indispensabili per il buon esito dell’intervento dei pazienti in lista d’attesa.

Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione la mozione n. 298 sulle modalità di fornitura di ausili e protesi con spesa a carico del Servizio sanitario regionale

Attilio Dedoni, capogruppo dei riformatori e primo firmatario della mozione, ha in premessa ricordato all’assessore la necessità di dare una risposta alla situazione del Centro per la Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi. «I dati forniti non tornano, i casi sardi non sono 7.000 ma 9.000. Occorre potenziare il Centro del Binaghi non vogliamo che ci siano altre ipotesi in campo».

Attilio Dedoni si è quindi concentrato sulla mozione in discussione: «Questa mozione nasce dalla necessità di fare chiarezza sulle fornitura di ausili e protesi ai pazienti sardi – ha detto Dedoni – prima gli ospedali si rivolgevano a fornitori e ditte della Sardegna che garantivano un assistenza tecnica in loco. Oggi, con il nuovo sistema di appalto, i fornitori sono in Continent3e. Le protesi e gli ausili vengono spediti e non vi è più la possibilità di rivolgersi a un tecnico. Capita spesso che gli strumenti non siano adatti al paziente e hanno bisogno di essere sistemati».

Secondo Dedoni c’è, dunque, la necessità di intervenire razionalizzando il sistema e contenendo allo stesso tempo i costi. «La nostra priorità deve essere il malato – ha concluso Dedoni – il paziente deve avere la possibilità di ottenere protesi calibrate sulla sua patologia. Le Asl devono vigilare affinché il servizio di manutenzione, rigenerazione e sanificazione degli ausili protesici non degeneri un un semplice riciclo di vecchie forniture in disuso».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, in apertura del suo intervento in sede di replica ha definito “straordinario” il lavoro svolto sul tema della sclerosi multipla in Sardegna ed a proposito dell’ospedale Binaghi ha escluso con nettezza qualsiasi ipotesi di chiusura o ridimensionamento («Il Binaghi non si tocca ed abbiamo concluso una fase di transizione dovuta al pensionamento di tre medici e all’attesa della stipula del documento con l’Università per i ricercatori»). Sulle modalità di fornitura di ausili e protesi l’assessore ha ricordato le precedenti determinazioni in materia, la maggior parte riferite al 2012, ed ha affermato: «Abbiamo colmato il tempo sulle cose non fatte e abbiamo dato disposizioni affinché l’Asl 1 di Sassari potesse procedere per il bando di fornitura superando le modalità adottate in precedenza che erano più costose». «Tracciamo inoltre – ha aggiunto Arru – la fornitura di protesi secondo il sistema disposizione con il Sisar e non entro nel merito della gara d’appalto». L’assessore ha però assicurato puntuali e tempestive verifiche in ordine alle criticità evidenziate nella mozione ed in particolare relativamente ai tempi delle consegne, al numero di tecnici ortopedici, alla sanificazione, alla manutenzione e alla carenza di istruzioni al momento della consegna degli ausili, all’assenza dell’operatore sanitario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, nella controreplica ha confermato le carenze indicate nella mozione ed ha invitato l’assessore a procedere con le verifiche e «riaprire un ragionamento sulle forniture guardando alle ditte del settore che operano in Sardegna».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore della mozione 289 («i problemi evidenziati nel documento meritano un’attenta verifica e se è il caso efficaci correttivi») seguito dal suo omologo del Psd’Az, Angelo Carta, che ha sottolineato come dall’Ats non siano pervenute indicazioni puntuali sulla spesa complessiva per la fornitura di ausili e protesi.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione 289 che è stata approvata ed ha concesso la parola al consigliere Marco Tedde (Fi), primo firmatario della mozione 261, sui ritardi nell’attuazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020. Una mozione, come ha sottolineato Marco Tedde, ormai datata (settembre 2016) ma che ha consentito al presentatore di evidenziare i ritardi con i quali si è proceduto nella pubblicazione dei bandi del Psr («sono passati tre anni e si continua a rinviare») nonché il rischio che le imprese sarde del comparto agricolo siano di fatto private delle opportunità offerte dai fondi comunitari. «Viste le ingenti risorse a disposizione – ha concluso Tedde – chiediamo alla Giunta di colmare il grave ritardo anche attraverso un rafforzamento delle strutture assessoriali interessate e una semplificazione delle procedure».

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha ripercorso l’iter burocratico amministrativo dei bandi del Psr e spiegato le ragioni dei rinvii che hanno interessato alcune misure del Psr ma ha affermato che «entro l’estate tutti i bandi del piano 2014-2020 saranno in pubblicazione». Caria ha inoltre dichiarato che la Regione Sardegna con circa 195 milioni di euro di fondi erogati a partire dal 1 gennaio 2016 è al quarto posto nella specifica graduatoria che vede in testa le province autonome di Trento e Bolzano, seguite dal Veneto. «Le criticità che hanno causato i ritardi – ha concluso l’assessore – non sono imputabili all’assessorato ma alle procedure informatiche utilizzate».

Il consigliere Marco Tedde preso atto delle rassicurazione dell’assessore Caria («lo aspettiamo alla prova dei fatti») e valutato che la mozione 261 si riferiva alla situazione Psr relativa al settembre 2016 ha annunciato il ritiro del documento ed ha però evidenziato la mancata risposta a due interrogazioni sul medesimo argomento presentate dai consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula al domicilio. 

 

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«Siamo soddisfatti per l’annullamento in autotutela del bando “Aiuti per Progetti di Ricerca e Sviluppo”. Mandarlo avanti sarebbe stato non solo un atto di arroganza ma anche un insulto a tante aziende serie che ingiustamente sarebbero state tagliate fuori.»
Lo ha detto il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa, che assieme ai colleghi Attilio Dedoni e Luigi Crisponi aveva chiesto chiarezza con un’interrogazione indirizzata al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore della Programmazione Raffaele Paci sulle modalità operative del Bando.

«Abbiamo contribuito attivamente all’ottenimento di questo risultato, e diamo atto all’assessore Paci della decisione di riproporre immediatamente un nuovo bando con una dotazione finanziaria 25 milioni di euro invece che i 6 e mezzo del precedente. È una boccata d’ossigeno di cui c’era bisogno. Ora le aziende sarde interessate a farlo avranno la possibilità di presentare i propri progetti di Ricerca e sviluppo – ha concluso Michele Cossa -, sperando che la lotteria del bando a sportello non produca risultai opposti a quelli che tutti si auspicano.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di stabilità 2017 e il bilancio di previsione triennale 2017-2019.

La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo e formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione dell’art. 5/ter (Disposizioni in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017) e degli emendamenti collegati.

Prima di affrontare l’ordine del giorno il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ripreso il tema dell’inammissibilità di un suo emendamento, perché non collegato alla norma finanziaria, ricordando che un altro emendamento identico è stato ammesso. La mia proposta, ha concluso, «riguardava una legge sulle aree industriali e non quella di bilancio».

Il presidente Ganau ha osservato che, in realtà, l’emendamento del consigliere Angelo Carta era collegato ad un altro emendamento legato e comunque fa riferimento alla materia del personale, tema non ammissibile secondo le regole attuali.

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, sempre sull’ordine dei lavori, ha comunicato che, a fronte di una richiesta di accesso agli atti, gli è stato richiesto il pagamento delle spese dall’Agenzia Forestas. Ma, ha lamentato, «l’accesso agli atti dei consiglieri regionali è disciplinato dall’art.105 del regolamento e non è previsto alcun pagamento, chiedo perciò l’intervento della presidenza».

Il presidente Ganau ha definito una “interpretazione arbitraria” quella di Forestas ed ha assicurato il suo intervento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha ricordato che «anche stamattina una delegazione di Forestas protesta per la situazione dei lavoratori dell’Agenzia». Occorre, ha affermato, «che a breve si siano risposte da parte degli assessorati del Lavoro e del Personale perché si diano ai lavoratori certezze sul loro futuro».

Il presidente Ganau ha assicurato la massima attenzione della presidenza sul problema.

Successivamente, il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver sottolineato l’insufficienza delle risorse su settori strategici per la Regione di cui il suo gruppo auspicava l’incremento ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. Altrettanto hanno fatto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ed il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu.

Subito dopo l’Assemblea ha approvato una serie di emendamenti. Il n.626 (Sabatini e più) che aumenta ad 800.000 euro lo stanziamento a favore di Argea per il settore vinicolo, il n. 580 (Giunta) che aumenta a 400.000 euro il contributo a sostengo delle Camere di Commercio per le funzioni trasferite dalle Province, il n. 656 (Piscedda e più) che armonizza le norme sulla riduzione dell’indennità di carica per i dirigenti ai contratti collettivi, il n. 653 (Cocco Pietro e più) che aumenta a 390.000 lo stanziamento per il Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”.

Sul testo dell’art.5/ter è stata chiesta la votazione per parti dalla consigliera di Campo Progressista Annamaria Busia.

Dopo l’approvazione dei primi 5 commi, si è sviluppato un dibattito sul comma 6 che prevede un contributo di 100.000 euro a favore del Centro di ricerca Eurispes.

Secondo il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde il contributo è un regalo ai privati.

Per la consigliera Annamaria Busia (Campo Progressista) si tratta invece di scelte dignitosissime di politica ma ognuno può decidere sulle priorità.

Il comma 6 è stato poi approvato.

Anche sul comma 7, che prevede un contributo al Consorzio turistico della Marmilla, sono intervenuti diversi consiglieri.

Luigi Crisponi, per i Riformatori, ha protestato per un sostegno che va ad un Consorzio turistico rispetto ai 31 che operano in Sardegna.

Contraria anche la consigliera Annamaria Busia (Campo progressista) che ha giudicato l’intervento inopportuno rispetto alle emergenze della Regione.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto) ha ricordato che le priorità sono sempre soggettive, auspicando una legge organica sulla storia e cultura sarda.

Per il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, la proposta non c’entra nulla con l’identità della Sardegna.

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto di non gradire certe forme di finanziamento condividendo l’esigenza di una legge organica ed osservando, però, che la battaglia di Sanluri ha segnato arrivo degli Aragonesi in Sardegna.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che alcuni interventi hanno anche una valenza pedagogica e non si tratta di “marchette”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha giudicato positivamente l’intervento auspicando il ribaltamento della vulgata della Sardegna come popolo di vinti, contestato tuttavia sul piano storico il significato della battaglia di Sanluri.

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha difeso la proposta ricordando un aneddoto del Comune di Sorso sulla valutazione di certi fatti, a seconda che provengano dalla maggioranza o dall’opposizione.

Messo ai voti, il comma 7 è stato approvato.

Anche il comma 8, che prevede un intervento di 330.000 euro per i collegamenti con le isole minori, è stato oggetto di un articolato confronto fra i consiglieri.

La misura è stata condivisa dal capogruppo sardista Angelo Carta, mentre l’esponente dei Riformatori Michele Cossa ha evidenziato la scarsità delle risorse.

Per il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco occorre lavorare a fondo sulla mobilità minore ma con sconti significativi per residenti o proprietari.

Il consigliere di Sdp Luca Pizzuto, a favore, ha sottolineato che si tratta di una prima risposta ad un problema antico.

Favorevole anche Luigi Crisponi dei Riformatori, che ha proposto di estendere l’intervento a 12 mesi, partendo dall’approvazione della Legge di stabilità.

La finalità della misura è stata condivida poi dal sardista Christian Solinas, secondo il quale il testo è però “un pasticcio” perché la Regione ha fatto contratti e può imporre oneri di servizio pubblico, mentre trasferire questa competenza ai Comuni determina una eccessiva frammentazione.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha condiviso in parte le tesi di Solinas, mettendo in evidenza che sulla mobilità nelle isole minori ha ragione si sta ancora navigando a vista  e tuttavia il provvedimento ma dà risposte ai cosiddetti “nativi”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole ad un impegno più forte della Regione sulle isole minori, ha criticato a fondo la politica fin qui seguita in materia di trasporti, battaglia strategica della Sardegna.

Successivamente è stato approvato il comma 8 e di conseguenza il testo dell’articolo.

Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi sono stati approvati il n. 654 (Moriconi e più) che assegna un contributo di 150.000 all’Agenzia Agris, il n. 591 (Forma e più) che prevede la spesa di 150.000 euro per iniziative di valorizzazione del pane fresco tipico della Sardegna. (Af)

Bocciati, in rapida successione gli emendamenti aggiuntivi presentati dal gruppo dei Riformatori per alcuni interventi nei settori del commercio e dell’artigianato e del turismo: centri commerciali naturali, negozi storici, ristoranti tipici e la manifestazione “Autunno in Barbagia”. Su quest’ultimo punto il consigliere Luigi Crisponi ha chiesto un pronunciamento dell’assessore al Turismo Barbara Argiolas. «La Regione ha sempre finanziato la manifestazione Autunno in Barbagia, che ogni hanno mette in mostra le eccellenze delle zone interne richiamando migliaia di turisti. Questo impegno verrà meno o la Regione continuerà a sostenere l’iniziativa?».

L’assessore Argiolas ha confermato l’impegno: «La Regione proseguirà nelle azioni di promozione e valorizzazione della manifestazione Autunno in Barbagia per il valore che rappresenta per tutta l’Isola».

Si è poi sviluppata una lunga discussione sull’emendamento n.119 presentato dal consigliere dell’Uds Giovanni Satta che propone lo stanziamento di un contributo di 20mila euro a favore della Parrocchia di Santa Maria Abate di Posada per la celebrazione dei riti della Settimana Santa.

Sulla proposta, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione e della Giunta, è intervenuto per primo il consigliere del Pd Antonio Solinas che ha manifestato stupore per il parere positivo della Giunta. «In Sardegna – ha detto – ci sono tanti paesi e territori che celebrano i riti  della Settimana Santa. Non capisco il perché di scelte singole di questo tipo». Critici anche il consigliere di Sdp, Paolo Zedda, che ha auspicato un provvedimento di carattere generale per la promozione del patrimonio immateriale della Sardegna (poesia, musica, canto a tenore etc.) e la consigliera di Campo Progressista Anna Maria Busia che ha invocato interventi di sistema. 

A sostegno dell’emendamento sono invece intervenuti il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta («Qual è lo scandalo? Una marchetta dell’opposizione si può fare passare. Il comune di Posada se l’è meritata sul campo»), il consigliere del Pd Roberto Deriu  ( «L’emendamento no è una marchetta. Il Comune lo ha meritato per aver  costruito una rete territoriale importante. La Giunta ha fatto bene a dare parere favorevole. E’ un premio da parte del Consiglio a comuni intelligenti e attivi»), il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi («Il vero scandalo è non avere una legge che valorizzi e promuova l’immenso patrimonio storico e culturale della Sardegna»), e il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino («Voterò a favore ma sarebbe opportuno sapere quali sono i criteri per consentire ai comuni di ottenere i finanziamenti»).

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha definito inutili le questioni sollevate: «C’è grande attenzione per il patrimonio immateriale della Sardegna. Ogni anno finanziamo con 2 milioni di euro le Pro Loco. Altri finanziamenti sono finalizzati alla promozione della cultura sarda. Non si può dire il contrario».

Il presentatore dell’emendamento Giovanni Satta (Uds) ha voluto chiarire che la proposta non aveva una finalità localistica: «Posada non è nel mio collegio elettorale. Ho presentato l’emendamento perché si tratta di una manifestazione meritoria».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc) «non sono marchette ma mance. In una finanziaria costellata di provvedimenti di questo tipo non c’è motivo di perdere tempo su un piccolo finanziamento a un’iniziativa meritoria».

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha invece difeso l’operato del suo gruppo: «La Finanziaria è un mercanteggiamento, noi non abbiamo presentato richieste – ha detto Pittalis – sfido l’assessore a dire il contrario. Chi ha proposto le marchette se le tenga. Le nostre proposte sono tutte di carattere generale e mirano allo sviluppo della Sardegna».

Posto in votazione l’emendamento n.116 è stato approvato.

Respinto l’emendamento 19 insieme al 110, 111, 114.

E’ stato approvato invece l’emendamento 151 (Rubiu e più) per finanziare con 50mila euro la rievocazione della Sartiglia di Iglesias.

L’on. Busia (CP) ha sostenuto gli emendamenti 487 e 488, che prevedono azioni di contrasto del fenomeno di spopolamento dei piccoli comuni, anche attraverso gemellaggi. Il 487 è stato respinto mentre il 644, sostitutivo del 488, è stato approvato e prevede un fondo sperimentale di 100 mila euro a titolo di cofinanziamento per i Comuni che intendono avviare  progetti di gemellaggio nell’ambito dell’Ue.

Approvato l’emendamento 652 sostitutivo del 535 dell’on. Francesco Agus (CP): 500mila euro per sostegno e animazione imprenditoriale in tutta al Sardegna in collaborazione con Gec 2017 e Meta group.

Respinto l’emendamento 112 e poi il 113, 115.

Approvati gli emendamenti 432 e 642 per avviare le procedure per acquisire il dominio di rete Sardegna .srd. La spesa prevista è di euro 20 mila.

La dismissione della partecipazione regionale dentro Insar è oggetto dell’emendamento 493 a firma Busia e Agus (CP). L’assessore Paci ha risposto che “il tema è all’attenzione della Giunta, come del resto tutte le partecipate. Ma è chiaro che non possiamo decidere solo noi perché il 50 per cento è dello Stato”. L’emendamento è stato respinto”.

Sull’articolo 6 sono stati ritirati gli emendamenti dell’opposizione e l’articolo 6 è stato approvato e a seguire anche gli articoli 7 e 8 senza nuovi emendamenti. L’on. Busia ha ritirato l’emendamento 494 (finanziamento straordinario per i debiti fuori bilancio del Comune di Nuoro) ma l’opposizione con l’on. Crisponi (Riformatori) e poi Pittalis (FI) l’ha fatto proprio insieme agli emendamenti 620 e 621.

L’on. Pittalis ha detto: “Su un argomento di questa portata contavamo sulla partecipazione trasversale di tutte le forze. Prendiamo atto del vostro ritiro e confidiamo nella sensibilità dei colleghi”. L’on. Crisponi ha aggiunto: “Ci sono tensioni nel territorio anche per i recenti fatti di Oliena”. L’on. Carta (PSd’Az) ha detto: “Qui si tratta di sostenere il capoluogo delle zone interne, perché c’è Nuoro e c’è anche la sua provincia, disperatamente isolata con ponti crollati e strade bloccate che non consentono di collegare l’Ogliastra”.

“Su questo tema è chiaro che sono tanti i Comuni in difficoltà, non solo Nuoro. E per evitare conflitti chiediamo che si intervenga per tutti, come ha richiesto lo stesso sindaco di Nuoro, che non gradisce nessuna forma di favoritismo”, ha detto l’on. Busia (CP).

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha chiesto all’assessore Paci “un intervento chiaro sul punto”.

E’ stato respinto l’emendamento 621-

L’on. Pittalis ha riferito di “una richiesta di incontro appena giunta dal Comune di Nuoro per parlare dell’università nuorese” e ha detto: “Questo atteggiamento anche del comune di Nuoro è schizofrenico, non siamo i lacchè di nessuno”. Della stessa opinione l’on. Crisponi.

L’emendamento 494 è stato respinto.

Sulla Tabella A è stato approvato l’emendamento 590 e poi il testo della Tabella; a seguire la Tabella B e la Tabella C con il solo emendamento 30.

L’Aula è passata all’esame della Legge di bilancio e dei relativi emendamenti, che sono stati respinti con il parere contrario della Commissione e della Giunta. Respinto, in particolare, l’emendamento 23 sul quale Forza Italia aveva chiesto il voto elettronico palese.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2 (sul quale sono stati ritirati gli emendamenti), l’articolo 3, l’articolo 4.

Approvati l’emendamenti 78, 57, 60, 72,  76, 75 (proposti dalla Giunta) sulle Entrate e gli emendamenti 73, 74, 65, 85 e 55, 4 e 59 sulla Spesa. Sempre sulla spesa l’on. Busia ha caldeggiato il sì all’emendamento 7 che recepisce una norma nazionale relativa ai compensi ai 12 avvocati della Regione. “In passato sono stati maturati compensi anche doppi rispetti allo stipendio”. L’assessore Raffaele Paci ha detto: “Faremo verifiche, non ho competenze dirette sulla materia”. L’emendamento è stato respinto insieme al 7, 47, 13, 50, 51, 52, 54, 49.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 79.

Non approvato l’emendamento 194; ritirato l’8; non approvati il 48 e il 192; ritirati l’80n e il 10; approvato il n. 83 (Giunta regionale) decade il 77; non approvati il 196, il 188, il 197,il 198. Approvato l’emendamento tecnico n. 56 (Giunta regionale) e il tecnico n. 61 (Giunta regionale); non approvato il 206, ritirato l’11.

Sull’emendamento n. 1 (Usula, Misto) che proponeva di incrementare con 1.5 milioni di euro il capitolo di bilancio relativo ai centri antiviolenza si è sviluppato un vivace confronto in Aula. Il presentatore ha rimarcato la scarsità dei fondi a disposizione ed ha definito “non un grande risultato” quello ottenuto con il pacchetto di emendamenti approvati nella seduta di ieri e salutato con favore dalle consigliere di entrambi gli schieramenti. «Propongo un  finanziamento aggiuntivo di 1.5 milioni di euro che riporterebbe così gli stanziamenti al livello del 2007 – ha concluso Usula – ponendo fine alla riduzione delle risorse che abbiamo registrato nell’attuale legislatura».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, è intervenuto a sostegno della proposta del consigliere dei Rossomori («è un modo serio di affrontare il problema perché se è vero che è stato positivo ampliare i centri antiviolenza è altrettanto evidente che servono risorse adeguate»).

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece confermato soddisfazione per i risultati ottenuti in sede di finanziaria («abbiamo triplicato le risorse a disposizione») ed ha affermato che “nel corso dell’anno sarà valutato se saranno necessarie incrementi negli stanziamenti”. Soddisfatta dei risultati ottenuti anche la consigliera di Fi, Alessandra Zedda, che ha parlato di “primo passo significativo” ed ha definito “meritoria” la proposta del consigliere Usula. Posto in votazione l’emendamento 1 non è stato approvato con 23 sì e 29 no.

Ritirato l’emendamento 9; non approvati il 199, il 201, il 202, il 203, il 204; ritirato l’81; non approvato il 205, approvato invece l’emendamento n. 5 (Pietro Cocco e più) che incrementa di un milione di euro il capitolo relativo al fondo per la concessione di contributi in conto interessi sulle operazioni di credito a favore delle imprese artigiane.  Non approvati gli emendamenti 189, 190, 191 e 200.

Approvati tre emendamenti di natura tecnica della Giunta (58, 63 e 64) è stato approvato anche l’emendamento n. 66 (Giunta regionale) che sostituisce l’elenco dei residui perenti a valere su risorse vincolate e non vincolate, dell’allegato 6 alla nota integrativa.

Approvati di seguito: l’allegato 1 (Prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie); l’allegato 2 (Riepilogo generale delle entrate per titoli); l’allegato 3 (Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli); l’allegato 4 (Riepilogo generale delle spese per titoli); l’allegato 5 (Riepilogo generale delle spese per missioni); l’allegato 6 (Quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese per titoli); l’allegato 7 (Prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio), l’allegato 8 (Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica); l’allegato 9 (Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto); l’allegato 10 (Prospetto della composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato); l’allegato 11 (Composizione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità); l’allegato 12 (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento delle regioni e delle province autonome); l’allegato 13 (Elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie); l’allegato 14 (Elenco delle tipologie di spesa finanziabili con il fondo di riserva per le spese impreviste); l’allegato 15 (Nota integrativa al bilancio di previsione 2017-2019).

Dopo un chiarimento richiesto dal capogruppo Fi, Pittalis, il presidente del Consiglio ha comunicato che i lavori sarebbero ripresi alle 15 con le dichiarazioni di voto finali.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo per fatto personale ha preannunciato azioni legali contro un consigliere per “avermi definito bugiardo”.

Il consigliere, Eugenio Lai (SdP), ha ribadito al richiesta perché si dedichi una sessione dei lavori del Consiglio al “caso Aias”. Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha rilanciato: «Concordo con Lai, così potremo far cessare le speculazioni in corso sul “caso Aias”». L’esponente della minoranza ha quindi insistito sul caso Forestas e sulla messa in calendario della legge per le zone interne.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, sia è associato alle dichiarazioni rese da Pietro Pittalis ed  ha proposto una sessione di lavori dedicata interpellanze e mozioni.

Il presidente del Consiglio dopo aver ipotizzato una riunione della capigruppo per il prossimo martedì ha dichiarato conclusi i lavori e convocato il Consiglio alle 15.00.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto finali sul Dl n. 393 (Legge di stabilità 2017).

Aprendo il ciclo degli interventi, il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, si è soffermato sullo «stanziamento considerevole per il comparto agro-pastorale, però c’è sconcerto fra maggioranza e opposizione per l’atteggiamento di una forza politica di intestarsi meriti che sono di tutto il Consiglio sulla decisione relativa al pecorino romano». A nessuno, ha aggiunto, «è consentito, peraltro con numeri non determinanti, di ergersi ad unico depositario di un interesse diffuso a soetegno di un settore, per il quale sono certo che l’assessorato troverà le strade più adeguate per l’utilizzo migliore e più rapido delle risorse disponibili».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di una «legge finanziaria inadeguata e distratta frutto del lavoro dei professori incapaci di sintonizzarsi con i problemi reali della Sardegna ma, oltre alla miope visione accademica, ne è emersa un’altra, emblematica di quadro attento ai particolarismi più che alle scelte di sistema». In questi anni, ha sintetizzato, «si è fatta molta auto-promozione mentre la Sardegna affondava, le famiglie venivano trascurate e le imprese abbandonate al loro destino».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha definito la finanziaria 2017 «la peggiore degli ultimi vent’anni e spero che stavolta Governo non la impugni consentendo di liberare finalmente risorse comunque indispensabili per la Sardegna». Questa legge, ha detto ancora, «non permette di guardare al futuro, non ha una colonna vertebrale ed una linea, non indica una strada giusta per la Sardegna, dal turismo al lavoro, all’agricoltura, perché in tre anni siamo tornati indietro di dieci ed è stato abbandonato quanto era stato fatto in passato solo per dare risposte personalizzate e territoriali, senza niente di nuovo».

Il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha esordito dichiarando che « i giudizi di Cherchi sono molto ingenerosi, noi invece siano soddisfatti della legge perchè, pur nella ristrettezza di risorse, siamo riusciti a dare alcune risposte alle tante emergenze della Sardegna: politiche sociali, povertà, settore lattiero-caseario, cercando di agire con razionalità». Nel giudizio complessivo sulla legge, ha proseguito Cocco, «non cantiamo vittoria perché siamo consapevoli della situazione della nostra terra, potremo fare di più se risolveremo con lo Stato la questione degli accantonamenti per il debito pubblico, che non hanno certo creato i sardi: questo chiederemo al presidente, alla Giunta ed alla maggioranza».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha criticato a fondo la finanziaria che, a suo giudizio, «è simile ad un bilancio di condominio, piena di spese obbligate, senza respiro e con un programma piatto dato che, a parte gli interventi per il settore lattiero-caseario, non sono mai entrati alcuni grandi temi come spopolamento, zone interne, invecchiamento della popolazione e lavoro che pure interessano moltissimo la società sarda». L’opposizione, ha ricordato Truzzu, «invece proprio su questo ha concentrato le sue proposte ma la maggioranza non le ha voluto prendere in considerazione e quello della ristrettezza di risorse è un alibi, perché in realtà sono stati divisi 10 milioni di mancette perché le elezioni sono alle porte, facendo registrare una distanza siderale fra la maggioranza e i sardi».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia ha osservato che, dall’inizio della legislatura, «è trascorso un tempo abbastanza lungo per poter dare giudizi significativi; vi siete presentate come persone di alte competenze scientifiche che dovevate trasferite alla politica per dare una risposta più efficiente ai cittadini e noi abbiamo visto questo gioco mettendovi alla prova ma la politica rivoluzionaria non c’è stata». A cominciare dalle entrate, ha continuato, «dove Pigliaru si era paragonato al Marchionne dei progetti visionari ma alla fine ha prodotto solo la rinuncia ai ricorsi e la scelta del dialogo costruttivo col Governo: i risultati sono fallimentari ed il bilancio del giro di boa suggerisce una drastica inversione di rotta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, «senza dietrologie», ha affermato che anche «la stessa impostazione ed il metodo della Legge di stabilità hanno lasciato a desiderare, perché doveva essere l’anno della svolta ma è arrivata in grave ritardo e solo per responsabilità dell’opposizione si è arriva oggi all’approvazione». Quanto ai contenuti, secondo la Zedda «sono largamente insufficienti su entrate ed azioni per un ruolo incisivo della Sardegna sui temi dell’ insularità (fiscalità, attività produttive, spesa di fondi comunitari, continuità territoriale)».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato che «in questo momento, ci piace ricordare lo sforzo del Consiglio, anche dal punto di vista etico, per una manovra che porterà vantaggi e benefici, a partire da norma inserita nel comma 6 dell’articolo 1 che, per la prima volta, consente ad aziende e famiglie pressate da azioni esecutive del fisco di fare transazioni sul capitale e non solo sugli interessi».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha affermato che «se si dovesse scrivere il diario di bordo di questi tre giorni sarebbe davvero insoddisfacente, come emerge anche nelle fila della maggioranza per tanti emendamenti bocciati ed invece meritevoli di molta attenzione, dietro i quali ci sono storie di luoghi e paesi che stanno soffrendo moltissimo: Nuoro trattata a schiaffi, zone interne, tradimento del popolo delle imprese e delle attività produttive, perfino un grandissimo artista come Giuseppe Biasi è stato abbattuto dalla maggioranza».

Il capogruppo del PSd’Az Angelo Carta ha messo l’accento sul fatto che «con la legge di stabilità il Consiglio ha soltanto sfiorato i problemi importanti dei sardi, senza affrontarne neanche uno in maniera decisa, senza soluzioni e priorità; inoltre è mancato il tentativo di utilizzare la leva fiscale per iniziare a dimostrare che una Regione diversa, quella della zona franca, può decidere in autonomia le sue politiche di sviluppo, per cui purtroppo le cose in Sardegna resteranno come prima».

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha espresso una valutazione molto positiva sull’emendamento per «il riconoscimento dell’insularità in ambito comunitario». Positiva anche la fine dell’esercizio provvisorio, ha continuato Agus, «ma non è il caso di assumere toni trionfalistici, perché la Legge di stabilità risente in effetti di vecchi problemi a causa dei quali il Consiglio ha ripartito pani e pesci senza riuscire a moltiplicarli, in tutti i sensi». Quanto al bilancio, ha aggiunto il consigliere, «è composto fondamentalmente da tre macro-voci, sanità peraltro sottostimata, macchina regionale troppo lenta, fondo unico per gli Enti locali: di qui una finanziaria compilativa in cui le uniche risorse, come patti con il Governo e fondi europei, richiedono i primi più trasparenza ed i secondi una spesa molto più veloce».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci si è detto convinto, in un primo tempo, che questa legge potesse essere una svolta che del resto «era stata annunciata come quella che regolava i conti con lo Stato ma, in realtà, rispetto ai grandi temi dello sviluppo economico e delle politiche per il lavoro, sul bilancio complessivo di circa 9 miliardi emerge che le risorse sono quasi interamente assorbite da sanità, accantonamenti, personale e mutui». Siamo insomma,a continuato Locci, «all’ennesimo festival della conferma della spesa storica, le riforme annunciate non hanno prodotto novità e non si vede nemmeno un barlume di speranza, tanto è vero che l’emendamento più importante, quello di Agus su un piano del lavoro di vecchia memoria, non è stato nemmeno discusso dal Consiglio».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha affermato che «questa finanziaria non ha accontentato nessuno ed anzi suona l’ennesimo campanello di allarme su una situazione davvero drammatica, i benefici (pochi) sono solo per alcuni e non incidono su problemi della Sardegna, da sanità a continuità territoriale, dall’industria ai trasporti, in definitiva il miracolo non c’è stato e non ci poteva essere perché è mancata quella strategia forte che si sardi si aspettavano».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha detto che, dalla legge di stabilità, si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio, mentre invece ci si trova di fronte ad una «finanziaria inconsistente che forse non poteva essere diversa senza rivedere profondamente i rapporti con lo Stato anche con il riconoscimento dell’insularità»- Lo stesso intervento per il lattiero-caseario, «ammirevole ma tardivo comunque non salverà questa annata agraria, anche perché l’agricoltura sarda ha bisogno di una riforma profonda, così come i trasporti e tutto il tessuto economico regionale, insomma c’è bisogno di una Sardegna diversa che con questa finanziaria non c’è».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha sostenuto che con la manovra «si è fatto tutto il possibile compatibilmente con la situazione della Sardegna, abbiamo lavorato in questi mesi ascoltando tutti i portatori di interesse, in un quadro di disponibilità ridotte ma, nonostante questo, va segnalato il contributo al Consorzio di bonifica Oristanese (il più grande dell’Isola) che è stato salvato superando le improvvisazioni». Va ricordato anche, ad avviso di Solinas, «che tutto il Consiglio è intervenuto con risorse importanti a sostegno del lattiero caseario, anche se è vero che alcuni argomenti solo stati solo sfiorati come zone interne e spopolamento; questo è il problema dei problemi e dobbiamo a cominciare a lavorarci da domani mattina, almeno per dare risposte in grado di bloccarlo, così come dobbiamo intervenire per accelerare la spesa dei fondi Psr e comunque è un ottimo risultato che la Giunta abbia assegnato ad Argea la funzione di ente pagatore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto non soddisfatto della finanziaria ma, ha precisato, «avrei gradito di più parlare di problemi veri come il lavoro, perché il centro-destra metteva fondi ma ora non ho visto nulla per lavoro e industria». Eppure, ha ricordato, «quando scomparve il settore carbonifero si realizzò il polo di Portovesme con alluminio e piombo-zinco, speravamo insomma in qualcosa di innovativo, anche per la presenza di molti professori, e di ripetere magari l’esperienza del Veneto dove dalle ceneri dell’industria pesante nacque un diffuso tessuto di piccole imprese, qui al contrario non si è fatto niente e non si è chiusa nemmeno una vertenza».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha ribadito la valutazione negativa del suo gruppo perché «la finanziaria è povera e asfittica, senza una visione del futuro, miope e tesa a soddisfare esigenze di natura immediata simili al mercimonio, di bassissimo profilo e respiro che non va nemmeno vedere qualche Sardegna si vuole e con quali obiettivi si intende aggredire disoccupazione, dispersione scolastica, mobilità, ambiente, spopolamento di aree interne, ruralità e giovani».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino non si è dichiarato stupito da una finanziaria inefficace ed ha messo in evidenza che «mentre prima la maggioranza dava la responsabilità al passato ora ha esaurito gli alibi». «Manca – ha lamentato – un progetto di Sardegna ed il governo regionale non sa dove andare, sugli argomenti più importanti come trasporti turismo ed agro alimentare non si vedono obiettivi e tantomeno i risultati che, dopo tre anni, si dovevano vedere». L’Esecutivo, ha proseguito, «si è appiattito sull’ordinaria amministrazione ed è il peggior difetto per chi riveste una importante funzione pubblica; per quanto ci riguarda avremmo voluto parlare dei grandi problemi della Sardegna anziché dei soliti interventi spot ma i sardi meritano certamente molto di più».

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha ribadito il voto contrario del suo gruppo ad una a finanziaria «di scarso spessore, senza autorevolezza nei confronti del Governo centrale che continua a pagare la Sardegna con assegni a vuoto».

La consigliera Anna Maria Busia (Campo Progressista) ha dichiarato che «questa non è la mia legge ideale come credo di aver dimostrato con gli emendamenti ed anche se riconosco che la politica è equilibrio fra ciò che deve essere e ciò che è, molte cose non mi piacciono, altre le avrei impostate diversamente a cominciare dal taglio coraggioso della spesa». Avrei scelto, ha continuato, «anche un altro metodo perché c’è stato poco dialogo nella coalizione e ad un certo punto sarebbe stato facile uscire dalla maggioranza ma le scelte facili non mi sono mai piaciute e per questo voterò sì».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto fra l’altro che, «dopo la lunga carrellata degli interventi dell’opposizione è giusto farsi coraggio». La finanziaria, ha sottolineato, «non è la soluzione di tutti i problemi e non poteva essere questo, è piuttosto un luogo come la famiglia dove si cerca di fare il massimo per non lasciare nessuno indietro e bisogna riconoscere che abbiamo trovato situazioni difficilissime, come la sanità ed Abbanoa, che sono state rimesse in piedi, per cui voterò sì».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha difeso con decisione l’impianto della Manovra Finanziaria. Rivolto al consigliere di FdI, Paolo Truzzu, si è detto convinto che il tempo del centrosinistra non sia affatto finito: «Questo lo decideranno gli elettori – ha detto Sabatini – non accetto l’accusa di aver lavorato per distribuire mancette. Credo che abbiamo fatto invece un ottimo lavoro anche grazie all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione. In questi mesi abbiamo ascoltato con grande attenzione le parti sociali e discusso a fondo su come utilizzare le risorse. La Finanziaria conferma il Fondo Unico per gli enti locali, i 30 milioni per il Reis, il Fondo per i beni culturali, gli 8 milioni per le biblioteche. Ci sono poi le risorse per i cantieri verdi, gli operai in utilizzo, un milione per la Caritas, 5 milioni per il trenino verde. Senza dimenticare le azioni a tutela della lingua sarda, i fondi per garantire la mobilità verso isole minori, i 14 milioni per il settore lattiero-caseario. Certo non abbiamo risolto tutti i problemi ma questo non è possibile».

Voto contrario alla Manovra ha annunciato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Questa finanziaria è l’ennesima occasione perduta. Le nostre aspettative erano diverse – ha detto Rubiu – la bocciatura dei nostri emendamenti non ha consentito di invertire la rotta. Il documento è un insieme di proclami e annunci, un film già visto. La Giunta Pigliaru continua a gestire le risorse come se si trattasse del portafoglio di famiglia. La Manovra è una distribuzione di mancette, un documento privo di strategia strutturale che si trasformerà in un boomerang per la maggioranza».

Anche secondo il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni la Manovra merita un voto contrario. «E’ vero che non è sulla finanziaria che si giocano le sorti della Sardegna ma se si guarda alle leggi di settore si capisce che il provvedimento non ha un’anima e un indirizzo – ha sottolineato Dedoni – tutti i comparti sono in sofferenza. Non si riesce a governare il sistema dei cantieri verdi, giochiamo male la partite delle entrate, la sanità continua a produrre disastri. Per questo occorre riorganizzare le leggi di settore. Questa potrebbe essere la vostra ultima finanziaria, vedete voi se riuscite a fare qualcosa di positivo nell’interesse del popolo sardo».

Di diverso avviso il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che ha annunciato il suo voto favorevole spiegandone i motivi: «Certo la finanziaria non risolve tutto ma indica alcuni percorsi per arrivare a soluzioni positive». Zanchetta si è poi rivolto al collega Truzzu contestando alcune espressioni utilizzate nel suo precedente intervento. «Ha detto alla maggioranza di levare le tende, questo però non è un campeggio. Sarebbe meglio evitare certi termini se non si vuole contribuite ad alimentare il populismo. In questo modo si dà un cattivo esempio a chi ci segue e una rappresentazione non corretta delle istituzioni».

Anche per il capogruppo del Pd Pietro Cocco, è ingiusto dire che la Finanziaria non ha un’anima. «I dati Istat dicono che l’occupazione è in aumento, a gennaio si è registrata una crescita del 14%  grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato – ha ricordato Cocco – è sufficiente? Io dico di no, ma stiamo cercando di riformare la Regione. Questa è una Finanziaria da 7 miliardi e 600milioni di euro tutti spendibili. Sono stati confermati i fondi per il sociale (350 milioni) e per gli enti locali, non sono aumentati i tributi. Le misure adottate vanno nella la giusta direzione».

Giudizio negativo, invece dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Una finanziaria si misura dagli effetti che produce sul sistema economico e sociale dell’Isola – ha detto Pietro Pittalis – stiamo entrando nel quarto anno del governo della Giunta Pigliaru, vorrei sentire quali effetti hanno prodotto le finanziarie già a regime. Quale influenza sul Pil, sulla disoccupazione, sul sistema produttivo, sulla lotta alle povertà? La risposta è davanti a tutti: il Pil è sceso dell’1%, il più basso d’Italia, la disoccupazione aumenta, i poveri crescono, i precari attendono ancora risposte. Non c’è un settore che possa dirsi soddisfatto delle politiche attuate. Fuori dal Palazzo c’è gente che soffre. E’ giusto cercare di superare le conflittualità ma non è possibile un dialogo su queste premesse. Voi colleghi della maggioranza state alimentando il partito del qualunquismo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la Legge di stabilità 2017 che è passata con 28 voti a favore e 21 contrari. Disco verde anche per il Bilancio di previsione 2017-2019 (votanti 50, 29 sì e 21 no).

L’Aula è poi passata all’esame del Bilancio interno del Consiglio. Il presidente Ganau ha invitato i questori a leggere la relazione. Fabrizio Anedda, a nome dei colleghi del Collegio dei Questori, ha dato per letto il documento.

Subito dopo è intervenuto il questore della minoranza Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto contrario. «E’ arrivata l’ora di spiegare il perché del mio atteggiamento critico nei confronti della gestione complessiva del Consiglio – ha detto Giorgio Oppi – l’Assemblea sarda ha perso la sua centralità politica diventando il passacarte della Giunta il cui potere è cresciuto a dismisura. Questa Finanziaria ne è la dimostrazione evidente».

Oppi si è poi soffermato su alcune criticità del Palazzo: «Gli impianti non sono a norma e le condizioni esterne non sono degne della sede del Parlamento sardo – ha detto l’esponente dell’Udc – le gare d’appalto sono vecchie di 30 anni. Grazie all’impegno dei questori si sono definite le nuove per i servizi di vigilanza e pulizia. Per le altre forniture, invece, si va di proroga in proroga».

Oppi ha poi contestato la decisione di chiudere il presidio sanitario interno al Palazzo nonostante la disponibilità di un fondo di 100mila euro in bilancio.

Duro anche il giudizio sulla gestione del personale: dalle carenze della pianta organica alla sperequazione negli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti: «Ci sono dirigenti con stipendi più alti rispetto al presidente del Consiglio e della Regione mentre i dipendenti assunti dopo il 2005 hanno salari bassi.».

Critiche, infine, per la programmazione dei lavori: «Ho chiesto di poter lavorare dal lunedì al venerdì. Questo consentirebbe di esaminare gli atti. Ci sono oltre 300 mozioni e interpellanze ancora da discutere. C’è poi da definire la questione relativa alla composizione dell’Ufficio di Presidenza dove siedono due rappresentanti dello stesso gruppo politico, cosa finora mai successa».

In conclusione del suo intervento, Oppi ha auspicato un cambio di rotta. «Il Consiglio ha perso prestigio e autorevolezza è tempo di cambiare ritmo».

Al questore Oppi ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «La centralità del Consiglio dipende dalle persone che lo compongono – ha detto Ganau – l’arretramento della politica è responsabilità di tutti».

Sulla messa a norma del Palazzo, Ganau ha ricordato che da due anni  si sollecita un intervento: «Quest’anno finalmente ci sono 6 milioni di euro vincolati – ha detto il presidente – sulle gare è vero che siamo in ritardo ma qualcosa si è mosso. La gara per la vigilanza è stata bandita, presto si farà anche quella per il servizio di pulizia».

Ganau ha annunciato anche un intervento per la copertura dei posti della pianta organica: «Esiste una carenza di personale che limita l’attività del Consiglio. Stiamo cercando di porvi rimedio. E’ stato bandito il concorso per i dirigenti referendari, presto si faranno anche quelli per le altre figure professionali». Sulla differenza tra gli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti, il presidente ha ricordato che i nuovi contratti rispondono agli standard attuali mentre sui vecchi non si può intervenire perché si tratta di diritti acquisiti.

Sul presidio di Pronto Soccorso, Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità: «Ritengo un’anomalia che una struttura pubblica abbia un Pronto soccorso pagato dai cittadini».

Un accenno, infine, alla programmazione dei lavori: «Su questo la competenza è della Conferenza dei capigruppo. Il numero delle mozioni discusse è in linea con quanto accadeva nelle passate legislature». L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato “uno sforzo in più dei questori affinché si porti tutto a norma. Ed è opportuno che i consiglieri non debbano più andare a pietire qualcosa dalla presidenza o dall’ufficio dei questori. E’ fuori dubbio che il palazzo a abbia bisogno di una rivisitazione, per una questione di decoro”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto)  ha segnalato il bisogno di “un dialogo tra i questori e i capigruppo. Possiamo farlo da subito. Per quanto riguarda i lavori urgenti del palazzo ho chiesto 2 milioni di euro per i lavoro urgenti alla commissione Bilancio. Ce n’è stato concesso uno con la promessa di un altro milione in assestamento. Ma mi pare che il problema sia far fare i lavori”.

Il Consiglio ha approvato le Entrate e le Spese del bilancio del Consiglio regionale. L’on. Pittalis ha chiesto “lumi sulla missione 99, ossia che differenza c’è tra le spese istituzionali , i servizi per conto terzi e le partite di giro” e si è rivolto all’on. Anedda.

Al termine, il bilancio è stato approvato. Il presidente Ganau ha dichiarato conclusi i lavori. L’Aula sarà riconvocata a domicilio.

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Il capogruppo regionale di Forza Italia Pietro Pittalis, l’ex assessore al turismo Luigi Crisponi (Riformatori) e il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta hanno proposto un emendamento alla manovra finanziaria per uno stanziamento di 15 milioni di euro a favore del comune di Nuoro, «per far fronte ai debiti ed evitare il dissesto finanziario del capoluogo barbaricino».

Il quadro delle finanze del palazzo civico di via Dante è davvero critico: «Una situazione grave – spiegano i tre consiglieri regionali – con cifre di un ente ormai prossimo al dissesto, o giù di lì. Il conto del Comune registra un saldo negativo che mette in allarme lo stato di salute contabile».

Secondo gli esponenti della minoranza nell’aula di via Roma «serve quindi uno sforzo comune delle forze politiche in consiglio regionale – concludono Pietro Pittalis, Luigi Crisponi ed Angelo Carta – per salvare l’Atene sarda da un crack e far fronte ad una situazione che rischia di precipitare. Solo un intervento finanziario della Regione consentirebbe un salvataggio, con la ripresa delle attività produttive e della cultura, vista anche la prossima candidatura di Nuoro a Città della Cultura. Solo questo provvedimento consentirebbe di riavviare il motore dell’economia del capoluogo barbaricino».

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 393 “Legge di stabilità 2017”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n° 401 – “Modifiche alla legge regionale 6/2016 (Bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale n° 6 del 2017″.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha ricordato il recente attentato contro il sindaco di Oliena, sottolineando positivamente la solidarietà manifestata dalle Istituzioni. Però, ha ricordato, «c’è un problema di illegalità diffusa che interessa tutto il territorio regionale con particolare riferimento ai piccoli centri delle zone interne che sono sempre più luoghi del malessere». A questo dobbiamo dare una risposta, ha proseguito Crisponi, auspicando «un documento di indirizzo del Consiglio per assicurare adeguati finanziamenti a quelle realtà in cui è più acuta la tensione sociale; sarebbe una azione di buon senso e di alta politica, per esempio, garantire un forte sostegno a quelle attività rurali messe in difficoltà dopo i gravi danni del ciclone Cleopatra». Bisogna insomma rassicurare amministratori e popolazioni, ha concluso Luigi Crisponi, «perché oggi, proprio a causa dell’attentato, la Giunta di Oliena si è riunita in piazza».

Il presidente Ganau, rispetto al problema sollevato dal consigliere Luigi Crisponi, ha precisato che potrà essere presentato un ordine del giorno.

Tornando all’ordine del giorno della seduta, il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il contenuto del Dl n° 401. Sabatini, nel suo intervento, ha brevemente ricordato il dibattito svoltosi in commissione ed il voto contrario dell’opposizione, mentre la maggioranza ha condiviso la necessità di approvare celermente il provvedimento.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha stigmatizzato il comportamento del Governo mettendo l’accento sul fatto che «c’è stata una brusca battuta d’arresto nei rapporti con la Regione per un atteggiamento eccessivo della Ragioneria generale dello Stato su cifre che non modificano il cuore della Legge finanziaria, ed è un dato preoccupante constatare l’esagerato rigore sempre richiesto alla Regione». La correzione tecnica è necessaria, secondo Locci, «senza però dimenticare che il problema sollevato dallo Stato davanti alla Corte Costituzionale in effetti può essere considerato sanato per il 2016 ma potrebbe riproporsi per il 2017 e, se accadesse, saremmo di fronte ad un fatto assurdo». Quindi, ha aggiunto, «da una parte c’è il passo falso della Giunta e dall’altra la conferma che lo Stato tiene stretti i cordoni della borsa e gestisce con accanimento burocratico i rapporti con la Sardegna».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che il suo gruppo aveva dato l’allarme su quanto poteva accadere da oltre un anno e, come consigliere, ha manifestato «fastidio e vergogna per la declaratoria di incostituzionalità della Legge di Bilancio della Sardegna ma c’è di più, perché nella relazione allegata al provvedimento in esame emergono spazi di ambiguità che potranno essere verificati in sede di consuntivo». Si è cercato di liquidare la vicenda come un errore tecnico, ha poi lamentato la Zedda, «ma in realtà la Regione ha speso più di quanto poteva e non basta l’ammissione di colpa a giustificare un anno di caos amministrativo che ha danneggiato la Sardegna, oltretutto per tutto per mutui con risorse non si riescono nemmeno a spendere». Quando si arriverà alla Legge di Stabilità 2017, ha concluso la vice capogruppo di Forza Italia, «sarà bene ascoltare l’opposizione che ha sempre parlato nell’interesse dei Sardi e rivedere, in particolare, la partita dei residui attivi nella ragionevole certezza che molte risorse lo Stato non le trasferirà più alla Sardegna».

Il consigliere del gruppo Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che «con questa legge il Consiglio accompagna l’assessore a Canossa e chiedere una indulgenza allo Stato per non aver fatto bene i suoi compiti». Non è solo un vizio di forma, ad avviso del consigliere, «perché è la stessa Corte che parla di una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio e forse la colpa più grave è non essersi costituiti in giudizio anche perché, in ogni caso, la correzione doveva essere presentata subito senza esporsi ad una brutta figura davanti alla Corte Costituzione, oltretutto con un assessore-professore». C’è poi il problema, ha detto ancora Usula, «della gravissima situazione che si è proiettata negativamente su tutto il sistema Regione con particolare riferimento alle amministrazioni locali, un argomento da sempre al centro dell’azione politica dei Rossomori, che hanno sempre cercato di dare il lor contributo con una finalità chiara, quella di dare ai Comuni più risorse e più agibilità finanziaria nell’interesse delle imprese e dei cittadini». Di fronte alle nostre proposte, ha concluso Emilio Usula, «abbiamo registrato un atteggiamento stizzito, eppure proprio oggi la Cna fornisce cifre allarmanti sull’economia della Sardegna: rispetto al 2015, nel 2016 il valore delle opere pubbliche è calato del 53% (livello più basso degli ultimi 15 anni), soprattutto nei Comuni con un calo delle gare del 27% e del 29% come importo dei lavori (la metà dell’anno precedente) e quindi servono politiche più agili, cantieri più veloci e maggiori risorse». Quello che dice oggi la Cna, ha concluso l’esponente dei Rossomori, «lo sostenevamo noi da tre anni e per questo siamo passati all’opposizione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato in apertura che, paradossalmente, avrebbe voluto sottoscrivere l’intervento del collega Usula perché in realtà «solo in apparenza siamo davanti ad un fatto tecnico perché poi ci sono alcuni fatti politici; il primo è la bocciatura della Legge di Bilancio respinta per la prima volta nella storia dell’autonomia ed il secondo è rappresentato dalla bocciatura pure la correzione ed inoltre tutta questa vicenda ha avuto una narrazione piena di omissioni e forse di menzogne». La ricostruzione fornita dalla maggioranza, ha spiegato Truzzu, «dimostra, infatti, che sono stati nascosti fatti importanti al Consiglio ed ai Sardi, quando a gennaio l’assessore dichiarò che l’errore era stato corretto con l’assestamento dimenticando di dire che la sentenza della Corte Costituzionale era già nota da novembre; in seguito, quando il collega Pietro Pittalis ne chiese conto l’assessore, in replica, assicurò che il Bilancio sarebbe stato comunque parificato e in caso contrario avrebbe rassegnato le dimissioni». Mi sono stufato di essere preso in giro e di fare la comparsa o il complice, ha concluso Paolo Truzzu: «per questo non parteciperò al voto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, dopo aver dichiarato che «il Governo forse è amico dei governanti sardi ma non dei Sardi» ha aggiunto che «l’assessore Paci non ha superato l’esame, nonostante si sia tentato di far passare la cosa quasi in sordina, proponendo addirittura di discutere del 2017 senza mettere a sposto il 2016». Le accuse della Corte, ha ammonito Carta, «sono pesantissime perché di afferma che la Regione non solo ha commesso errori gravi ma lo ha fatto quasi deliberatamente, vanificando il principio costituzionale sancito dall’art. 81, spendendo in pratica quello che non si aveva». Cercate sempre  il primato, ha proseguito Carta rivolto alla maggioranza, «e in realtà lo avete ottenuto perché siete la prima giunta regionale d’Italia a chiudere un bilancio in passivo; la stessa relazione che accompagna questo provvedimento è reticente e non affronta i problemi veri posti dalla Corte Costituzionale, cerca di nascondere la Caporetto della Giunta dei professori che, al di là di tutto, ha determinato un rallentamento della spesa che ha avuto conseguenze devastanti sulla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, premettendo di non voler essere ripetitivo ha evidenziato che «da questa vicenda emerge con chiarezza che non si sono seguite le procedure previste dalla legge e nemmeno si è tentato di correggere gli errori in corsa, trascurando che una semplice variazione di bilancio a giugno avrebbe messo tutto a posto, ma sarebbe stato troppo per l’inefficienza di questa Giunta che perso la faccia davanti a tutta Italia, altro che fare i primi della classe». Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi sulla vertenza entrate, ha protestato Dedoni, «ed oggi siamo in una condizione difficilissima, abbiamo meno entrate e siamo sottoposti ad oltre 600 milioni di accostamenti ingiustificabili, abbiamo ritirato i ricorsi e questo è il risultato aspettando la riconoscenza del governo amico che poi non è arrivata, abbiamo rinunciato a difendere lo Statuto e la Regione, non abbiamo fatto il nostro dovere e continuiamo ad andare a Roma con il cappello in mano mentre vengono calpestati i nostri diritti, abbiamo abbandonato la battaglia sulle accise rinunciando a 4 miliardi, è stato ritirato anche su questo punto un ricorso alla Corte Costituzionale ed abbiamo deciso autonomamente, come Riformatori, di andare davanti alla Corte di Giustizia europea». Non so cosa accadrà, ha concluso Dedoni annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto, «ma stiamo facendo una battaglia giusta per i diritti dei Sardi ed la Giunta che deve fare un esame di coscienza».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), che ha detto: «Non ci sono bocciature perché nei rapporti con lo Stato non ci sono professori né alunni. A volte non si capisce nemmeno bene chi abbia torto e chi ragione. In questa occasione il Governo ha impugnato la legge 32 e poi la legge 36, scegliendo una strada irrituale e violenta. Per questo abbiamo accumulato ritardi, non imputabili alla Regione. Credo che le coperture finanziarie individuate siano congrue perché altrimenti ci troveremmo a fronteggiare le incongruenze di una manovra finanziaria, che andiamo a breve a votare, senza tutte le coperture. Interverrei già su questo testo di manovra per modificare la legge 32 e la legge 36».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalias, «il fatto che in questo dibattito sia intervenuto un collega di maggioranza, uno solo, fa capire quanto imbarazzo ci sia tra di voi. Se questo è il nuovo corso che volete inaugurare partendo da piazza Duomo, a Milano, mi cadono davvero le braccia. Onorevole Agus, lei difende l’indifendibile e non si pone il problema che l’assessore alla Programmazione sia incappato in un errore macroscopico. Un dato è chiaro, oggettivo: la legge finanziaria e di bilancio del 2016 è stata dichiarata illegittima sotto il profilo costituzionale dalla Corte costituzionale. Non era mai accaduto prima nella storia della Autonomia e in altri tempi per un fatto del genere ci sarebbero state evidenti conseguenze politiche.

Non è un’operazione di routine: state riscrivendo la finanziaria del 2016 e l’assessore Paci ha poco da minimizzare. Ci sarà una ragione se questa isola ha il Pil più basso d’Italia e la disoccupazione aumenta mentre diminuiscono i consumi? Ci sarà una ragione se tutto è immobile? Non avete credibilità agli occhi dei cittadini e delle imprese. Vi facciamo un accorato appello: prima ve ne andate e meglio è».  

Per la Giunta ha parlato l’assessore Raffaele Paci, che ha detto: «Siamo in Aula per prendere atto di un errore e per mettere rimedio, l’ho dichiarato. Non minimizzo dicendo che è accaduto un semplice errore tecnico: è accaduto, invece, che abbiamo una oggettiva difficoltà nell’applicazione dell’articolo 118 della Costituzione e sul tema dell’utilizzo del disavanzo tecnico abbiamo dato una certa interpretazione che invece si è rivelata difforme rispetto a quella che dà lo Stato. In sede di confronto con lo Stato abbiamo accettato l’interpretazione dello Stato ed eliminato già dalla legge 32 il disavanzo tecnico. Ma il problema è che c’è stato uno scollamento temporale tra la nostra modifica e l’udienza della Corte costituzionale sul ricorso. Ecco come è nata la necessità di operare il riallineamento per le parti che sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale, ovvero i 31 milioni. Ma non è tutta la finanziaria 2016 illegittima, sia chiaro. Certo che avremmo preferito che tutto questo non fosse avvenuto ma siccome è capitato ora dobbiamo porre rimedio!.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), secondo cui «il vero problema sono i rapporti con lo Stato, che ha corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni che la nostra Regione  ha fatto obiettivamente applicando una norma dello Stato. Senza che lo Stato abbia offerto il minimo aiuto alla Regione nell’applicazione delle nuove norme. Questo è il senso delle cose».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «il voto è di astensione perché c’è stata una certa superficialità, al netto delle scuse dell’assessore. Noi non siamo qui a fare la sorveglianza a un bidone vuoto, questo è il Consiglio».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) ha annunciato il voto di astensione: «Questa inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico. Voi avete spacciato il superamento del patto di stabilità come un grande successo e dovete prendere atto di questo errore politico. Assessore Paci, lei aveva dichiarato a gennaio scorso che ogni problema era stato risolto e oggi invece tornate sul problema».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) «c’è un elemento di fondo in questa vicenda, che orienta il dibattito. La Corte costituzionale dice in sentenza a pagina 5 che il disavanzo tecnico può essere risolto in senso positivo con una stretta interpretazione della norma altrimenti il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. Dunque, è il legislatore dell’articolo 118 che ha sbagliato scrivendo la norma».

A nome dell’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu (Udc)  ha annunciato l’astensione dal voto: «I massimi esponenti della facoltà di Economia della Sardegna hanno fallito, ridicolizzando con questo errore l’intero Consiglio regionale e dunque tutta la Sardegna. E’ un fatto di una gravità inaudita che testimonia l’incapacità».

Per il sardista Angelo Carta «lo Stato ha fatto il suo dovere in questa vicenda, ricordandoci che l’assessore Paci ha sbagliato. E’ un errore che non doveva essere commesso ed è logico che ci siano conseguenze politiche. Come deve cambiare, una volta per tutte, il rapporto con lo Stato. Comunque, noi voteremo contro».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «in commissione e in Aula abbiamo parlato più volte di questo problema e respingo l’accusa che non se ne sia parlato in questa istituzione. L’errore c’è ma non ha inciso in nessuno stanziamento del bilancio 2016, sia chiaro. Non ci siamo dimenticati delle variazioni con cui si cancellavano, in passato, intere partite di bilancio».

Per Forza Italia l’on. Pietro Pittalis ha detto: «Dire che siamo davanti a un malinteso rapporto tra lo Stato e la Regione è il problema dei problemi. La Giunta ha ritirato tutti i ricorsi che pendevano davanti alla Corte Costituzionale e oggi mi fa piacere che in un sussulto di dignità si dica che lo Stato ha un atteggiamento padronale nei confronti con la Sardegna. In questi tre anni avete consentito allo Stato di comportarsi così e nonostante questo siete riusciti a far bocciare la legge di bilancio. Non parteciperemo al voto perché non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio».

«Siamo alle cose concrete», ha detto invece il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «questa decisione non ha avuto conseguenze sul bilancio e non è vero che noi ci genuflettiamo davanti al Governo. C’è un episodio emblematico, ricordo i sardisti qualche anno fa consegnare la bandiera della Sardegna a Berlusconi: questo è decisamente più significativo».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed è poi iniziata la discussione generale sugli articoli. Approvati gli articoli 1, 2 e gli allegati 1, 2, 3. La legge è stata approvata.

Proposta di istituzione della commissione d’inchiesta n. 4 sul sistema della protezione civile regionale

A seguire, l’onorevole Cossa ha illustrato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sui fatti avvenuti nel gennaio 2016, a seguito degli accadimenti di protezione civile e delle polemiche che sono derivate tra i sindaci e la Regione.

«Siamo consapevoli del lavoro dei volontari e degli operatori di protezione civile – ha detto Michele Cossa -. E siamo consapevoli anche della delicatezza della situazione ma qui non c’è nulla di imprevedibile e sono inaccettabili gli allerta meteo del tutto inutili, ai quali i cittadini ormai non credono più. Anche i danni economici, non facilmente accertabili, sono evidenti e così si chiudono scuole e uffici. Possibile che debba essere in capo ai sindaci il dovere di interpretare cos’è scritto nei comunicati della Protezione civile? Nel dubbio ogni sindaco, per scansare le responsabilità, è portato a chiudere le scuole. Mi auguro che l’Assemblea  non liquidi con sufficienza questo problema, visto che riguarda l’intera comunità e la sicurezza delle persone. Cosa impedisce di organizzare un sistema efficiente e all’altezza dell’emergenza?».

Al termine il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la discussione sull’istituzione della commissione d’inchiesta è rinviata ad altra data.

Sul terzo punto all’ordine del giorno Dl. n. 281 (Giunta regionale) “Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes”, il relatore on. Giuseppe Meloni (Pd) ha sollecitato l’approvazione del testo licenziato dalla commissione, sulla scorta di quanto già deliberato dai Consiglio comunali interessati. Sentito anche il parere della Giunta, l’Aula ha approvato la legge.

Disegno di legge n. 393 (Giunta regionale) “Legge di stabilità 2017”.

Sulla manovra finanziaria 2017, quarto punto all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, relatore per la commissione Bilancio che presiede: «La vertenza entrate non può ritenersi mai chiusa perché il quadro normativo è in continua evoluzione e dovremmo imparare da altre Regioni, più virtuose, a costruire costantemente questi rapporti con lo Stato e a tenerli sempre aperti». L’oratore ha auspicato al più presto il funzionamento dell’Agenzia sarda delle entrate e ha detto che «la Giunta regionale ha fatto bene a porre il problema dei tagli agli enti locali, il tema della Sanità e dell’insularità. Già dal 2017 avremo 20 milioni aggiuntivi sul sistema Enti locali e dal 2018 saranno 30. Grande risultato è stato raggiunto nell’accordo sulle risorse per colmare il gap infrastrutturale per metano, città metropolitana e insularità. Si tratta di somme pari a quelle che furono erogate negli anni ’70 per il Piano di rinascita».

Per il presidente Franco Sabatini i ritardi della macchina amministrativa della Regione nel livello di spesa «saranno oggetto di un esame attento da parte della commissione Bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull’argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere, seppure parzialmente, alcuni obiettivi programmatici, che la manovra stessa si pone? In una situazione di così pesante crisi economica, può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all’altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti?

È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio, cercando le migliori soluzioni possibili, al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, culto dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate».

In conclusione, il presidente Sabatini ha detto: «La manovra, che è all’attenzione dell’Aula, procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi, attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione ed attuazione di importanti investimenti infrastrutturali.

Rimangono, infatti, inalterate le aliquote dell’addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano

Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall’ENEL.

Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell’istruzione, del mondo culturale e dell’associazionismo.

Vorrei anche segnalare l’importante stanziamento per l’applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta, per la sola parte passiva, a 44 milioni di euro, comprensiva dei 14 milioni provenienti dall’annualità 2016, nonché 40 milioni per la parte attiva proveniente dal fondo sociale europeo.

Il REIS, unitamente al contratto di ricollocazione, in via di attivazione da parte dell’Assessorato del Lavoro, costituirà l’impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo.

Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l’attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero-caseario, finalizzato, attraverso l’acquisto del formaggio per gli indigenti, a far risalire il prezzo del latte.

Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l’attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che, se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere per 150 milioni.

Così, come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria, ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale, attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo.

A questo si aggiunge la prossima attuazione di importati infrastrutture viarie.

Per tutte queste ragioni, esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea la possa approvare celermente così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale».

Alessandra Zedda (FI), relatrice di minoranza, ha sottolineato i ritardi con cui la giunta Pigliaru ha presentato  i documenti finanziari.

«La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano – ha detto la consigliera di Forza Italia – che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Anche questa volta sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Solo per il  profondo senso di responsabilità e per la  consapevolezza che abbiamo per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio». Molto negativo il giudizio della vice capogruppo di Forza Italia sull’azione della giunta Pigliaru: «Da 3 anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza. Avete promesso e mai mantenuto. Ed è lunga la lista  delle incompiute,  degli errori grossolani e delle mancate azioni per favorire lo sviluppo. Ormai – ha proseguito Alessandra Zedda – siamo agli ultimi posti in Europa nei settori delle Entrate, dei  trasporti, delle infrastrutture, dell’energia, della scuola, dei  servizi nelle zone periferiche e interne, dell’acqua, della sanità e delle servitù militari».

E la situazione è sempre più grave: in Sardegna il 46 per cento della popolazione è  a rischio povertà e la disoccupazione è al 56,4 per cento: siamo  una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile nella fascia dai 15 ai 24 anni. Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, innovazione. Inoltre, l’indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L’Isola è 228esima su 263 regioni. Inoltre, in questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell’argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un’azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità. Quindi , la vostra proposta di finanziaria – ha concluso – è una lista della spesa, quando va soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per le soddisfazioni dei vari componenti la maggioranza, a tratti un libro dei sogni che appare l’esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Una menzione a parte meritano l’agricoltura e l’allevamento. In questo settore – ha detto ancora rivolta alla giunta – la vergognosa complicità del Governo conferma la vostra politica del gambero.

Dopo la relazione di minoranza il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso i lavori. Domani mattina comincia la discussione generale. Il Consiglio è stato convocato per le ore 10.00.