22 November, 2024
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La professoressa Annalisa Bonfiglio è la nuova presidente del Crs4. «Il Crs4 è una realtà importante, strategica per la ricerca ed ormai consolidata non solo in Sardegna ma anche nel territorio nazionale e internazionale, grazie alla lungimiranza dei governanti di 25 anni fa che l’hanno voluto e alla sensibilità di chi anno dopo anno ha lavorato duramente per costruire un ecosistema così strategico e importante», ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci dopo l’insediamento del nuovo Consiglio d’amministrazione, ridotto a tre componenti come prevedono le indicazioni del ministro Madia, con a capo la presidente Annalisa Bonfiglio, già nel Cda, che succede a Luigi Filippini.

«Voglio ringraziare davvero di cuore gli uscenti e in particolare Luigi Filippini, che in questi anni ha dato un forte impulso all’attrazione di investitori stranieri e dunque all’internazionalizzazione del Crs4, un esempio per tutti l’insediamento a Pula di Huawei, e che ha creduto fortemente nella realtà e nelle ulteriori potenzialità della Sardegna. Adesso abbiamo necessità di rilanciare fortemente tutto il settore della ricerca – ha sottolineato Raffaele Paci – e la nomina della professoressa Annalisa Bonfiglio, prorettore per il territorio e l’innovazione, a cui auguro buon lavoro, è garanzia di continuità e sarà decisiva per stringere ulteriormente i rapporti con il mondo della ricerca. La presenza nel cda di Mario Mariani, figura di spicco nel campo del supporto alle start up tecnologiche e della digitalizzazione delle imprese, consentirà allo stesso tempo di mantenere un forte e assolutamente indispensabile legame con la realtà imprenditoriale.»

Il vicepresidente della Regione ha ricordato che ricerca e innovazione sono due pilastri della politica della Giunta, che in questi settori sta investendo con convinzione. «I 30 milioni ottenuti con il Patto per la Sardegna sono stati programmati insieme ai 6,5 in dotazione quest’anno alla legge 7, dopo il confronto con la Consulta per la Ricerca, le Università, gli Enti pubblici, il partenariato economico e altri 128 milioni sono programmati per gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione perché facciano sinergia con il sistema della ricerca. Un impegno forte – ha concluso Raffaele Paci – perché la ricerca e l’innovazione sono gli strumenti più importanti che abbiamo a disposizione per far cadere le barriere geografiche, imporci con le nostre competenze nelle realtà internazionali e allo stesso tempo attrarre investitori da tutto il mondo».

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il vicepresidente Raffaele Paci hanno ricevuto a Villa Devoto i vertici di ZTE, grande multinazionale cinese, quinto produttore in Europa e settimo al mondo di smartphone oltre che di prodotti di telecomunicazione. Per ZTE erano presenti il presidente ZTE Europa e Italia Hu Kun, il vicepresidente enterprise Tan Haipeng e altri importanti dirigenti dell’azienda. Con Pigliaru e Paci hanno preso parte all’incontro il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, il delegato del Rettore per l’ICT Gianni Fenu, i presidenti di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e della Camera di Commercio di Cagliari Maurizio De Pascale, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il presidente del Crs4 Luigi Filippini, il direttore di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu.
«Attrazione di investimenti, Ict, alta tecnologia. La Sardegna si propone come laboratorio di ricerca e innovazione, forte delle sue consolidate competenze nel settore dell’ICT che le hanno permesso di conquistare il primo posto in Italia per numero di start up innovative e il secondo per attrazione di capitali privati con le joint venture – sottolinea Francesco Pigliaru -. Siamo convinti che la Sardegna offra agli imprenditori nel campo dell’alta tecnologia tutte le condizioni favorevoli per investire: grandi competenze e forte propensione nei settori dell’alta tecnologia, un’amministrazione regionale assolutamente sensibile e attiva su questi temi. Più in generale, un ecosistema che lavora insieme e funziona: per questo oggi, già al primo incontro, abbiamo voluto che con l’amministrazione regionale fossero presenti anche l’Università e il mondo imprenditoriale».
«La Giunta ha già fatto molto per creare condizioni favorevoli ed attrarre investitori internazionali in Sardegna – ricorda Paci -. Basta ricordare la strategia di innovazione intelligente S3 e tutti gli altri interventi a cominciare dalla banda ultralarga, e poi zero tasse per 5 anni per le nuove imprese, l’Irap più bassa d’Italia, burocrazia ridotta all’essenziale, semplificazione amministrativa. Abbiamo quindi tutte le condizioni favorevoli, e lo dimostra il continuo interesse da parte di aziende come appunto la ZTE che – dopo Inpeco, Microsoft, Huawei, Bonifiche Ferraresi, Amazon – sta valutando la possibilità di fare investimenti in Sardegna che, proprio attraverso l’alta tecnologia, non solo può superare l’isolamento ma anche diventare un grande laboratorio di ricerca e innovazione, punto di riferimento a livello internazionale.» 
«L’Ateneo di Cagliari accoglie con entusiasmo questa nuova opportunità di collaborazione, anche perché da sempre si caratterizza come un ateneo multidisciplinare, in grado dunque di offrire la propria esperienza sia nel settore della ricerca ICT, sia negli altri campi che dovessero interessare i nuovi partner. D’altra parte, l’Università di Cagliari ha già solidi e pregressi rapporti con le istituzioni cinesi: è di pochi giorni fa la firma di un accordo con l’Università di studi internazionali di Pechino e con l’Istituto Confucio di Roma.
L’Ateneo cagliaritano – che mette a disposizione il proprio know how per la crescita economica del territorio e per attrarre nuove imprese – è anche un valido esempio di raccordo di ricerca e alta formazione tra pubblico e privato, che anche oggi hanno mostrato grande sintonia.»
«C’è grande attenzione da parte del mondo delle imprese per l’ipotesi emersa nell’incontro di oggi che ZTE possa fare investimenti in Sardegna» assicura il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu che ha anche illustrato le opportunità che offre il Digital Innovation Hub, già messo a disposizione di questa importante ipotesi di investimento. «Durante l’interessante e articolato confronto con i vertici della multinazionale cinese ho anche lanciato l’idea della Sardegna come piattaforma logistica per il Mediterraneo».
Nuovi incontri di approfondimento con ZTE sono già in programma nelle prossime settimane.

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E’ stato inaugurato ieri, al Parco Tecnologico di Pula, il Joint Innovation Center (JIC), un laboratorio di innovazione congiunto con il CRS4 dedicato a progetti di ricerca sulle Smart & Safe City, città più intelligenti e sicure, con il coinvolgimento di partner locali, istituti di ricerca e università in Sardegna. Il progetto è in linea con gli obiettivi prefissati da Horizon 2020, dal Framework Programme for Research and Innovation dell’Unione Europea e dal programma di sviluppo regionale della Regione Sardegna Smart Specialization Strategy (S3).
A tagliare il nastro del Joint Innovation Center con Alessandro Cozzi, Country Director Italy Huawei Enterprise Business Group, il vicepresidente e assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, in rappresentanza del Presidente Francesco Pigliaru, il presidente del CRS4 Luigi Filippini. Politiche nazionali e strategia regionale per l’innovazione, il progetto “Tessuto digitale metropolitano” e le caratteristiche operative del Joint Innovation Center sono stati gli argomenti di cui si è discusso nella conferenza di lavoro che ha preceduto l’inaugurazione.
«L’arrivo in Sardegna di Huawei, che accogliamo con grande soddisfazione e che da oggi diventa pienamente operativo con un laboratorio che è l’unico del genere in Italia, rientra pienamente nelle strategie della Giunta per l’attrazione di investitori internazionali soprattutto nel settore dell’alta tecnologia e della ricerca – ha detto il presidente Pigliaru -. La cooperazione e lo sviluppo di progetti congiunti di ricerca nell’ICT, con particolare riferimento al campo delle Smart & Safe City, favorirà il nostro obiettivo di fare della Sardegna un luogo dove sperimentare gli impatti che le nuove tecnologie, prima di tutto il digitale, avranno nei prossimi 10-15 anni sulla produzione e sulla vita di tutti noi. Ora ci attendiamo ricadute positive su molti fronti. Secondo la strategia Horizon 2020 e la Smart Specialization Strategy, la Regione ha puntato sul rafforzamento della conoscenza e dell’innovazione come motori della crescita futura e della qualità della vita dei nostri cittadini. Ciò richiede il miglioramento della qualità dell’istruzione, il potenziamento degli investimenti in ricerca, la promozione dell’innovazione e il trasferimento di conoscenze, con un efficace uso delle tecnologie dell’ICT che vogliamo applicare anche ai settori tradizionali oltre che a quelli più innovativi.»
A gestire le fasi operative dell’accordo è stato, insieme al CRS4, il vicepresidente Paci, dopo la firma del Mou (Memorandum of Understanding) da parte del presidente Pigliaru a marzo ad Hannover. Nel giro di poche settimane dalla firma è stato scritto il progetto, ed è poi stato rapidamente valutato e approvato grazie a un costante e intenso lavoro di squadra. L’accordo di Hannover, che oggi si concretizza con l’apertura del laboratorio a Pula, era stato perfezionato a maggio scorso durante la missione in Cina guidata dal vicepresidente Paci, che aveva visitato i laboratori Huawei di Shenzhen e Shanghai incontrando i vertici della multinazionale. «L’innovazione è l’unico elemento che può garantire la presenza e il successo nel mercato globale, e questo vale per le imprese ma anche per una pubblica amministrazione come la Regione. Proprio attraverso l’innovazione e l’alta tecnologia vogliamo infatti far diventare forte la Sardegna nel mondo e allo stesso tempo da tutto il mondo attrarre investitori – ha sottolineato Raffaele Paci -. Su tutto questo stiamo lavorando moltissimo: la Giunta crede nelle potenzialità dell’innovazione, della ricerca, dello sviluppo in settori strategici come l’ICT. E la Sardegna, proprio in questi settori, vanta competenze e vere e proprie eccellenze, che noi vogliamo sostenere e rilanciare come già stiamo facendo con la strategia intelligente S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy, inserita nella programmazione dei fondi Fesr. L’arrivo di Huawei, che ha scelto la Sardegna proprio per le competenze e la forte propensione all’innovazione e alla connettività, è una conferma al fatto che la strada finora percorsa è quella giusta e allo stesso tempo uno stimolo forte a fare ancora di più. Ora vogliamo procedere rapidamente, dimostrando quanto questa collaborazione fra pubblico e privato possa essere proficua, per far diventare la Sardegna il laboratorio d’Italia dell’ICT e dell’alta tecnologia».
L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un’infrastruttura sperimentale in cui verranno sviluppate nuove tecnologie per la connettività diffusa a scala metropolitana, funzionale allo sviluppo di modelli matematici volti a risolvere problematiche legate alle Smart e Safe City, la sperimentazione di sensoristica diffusa per l’acquisizione di grandi moli di dati che saranno gestiti attraverso lo sviluppo di architetture per OpenData e BigData, la sperimentazione di sistemi per la sicurezza e lo studio dei sistemi e-LTE di nuova generazione. Il JIC collaborerà con alcuni dei più importanti laboratori di Huawei sparsi nel mondo e acquisirà competenze sulle tecnologie di ultima generazione in ambito LTE e sullo sviluppo di nuove soluzioni, tra cui il 5G. Gli obiettivi principali del laboratorio saranno:
• La realizzazione dell’infrastruttura del JICattraverso la sperimentazione, prima in ambienti indoor e poi sul campo in alcuni quartieri nella città di Cagliari, di tecnologie di rete innovative volte a migliorare la connettività diffusa su scala metropolitana; la messa in opera di infrastrutture di comunicazione a larga banda scalabili, standardizzate e aperte; la creazione di metodi e modelli standardizzati per la messa in opera di sensoristica distribuita al fine di acquisire e controllare dati di interesse pubblico.
• La sperimentazione per la gestione globale della sicurezza pubblicaall’interno di una città (Safe City), incluse le attività anti-terrorismo, la gestione di incidenti e disastri, catastrofi naturali e l’assistenza sanitaria pubblica.
• La sperimentazione e-LTE di nuova generazione. Dopo la realizzazione della rete eLTE che servirà come base del progetto, la sperimentazione prevede l’esecuzione dei test per l’evoluzione della tecnologia, l’utilizzo dei sistemi che permettono di ripristinare la connessione di rete in situazioni di emergenza, un sistema di comunicazione a banda larga privato, la tecnologia 4G LTE, con possibilità di sperimentare nuovi standard 5G.

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L’accordo che la Regione porta avanti con il gruppo Inpeco apre la strada a nuovi investimenti sul territorio e all’arrivo dell’innovazione Microsoft in Sardegna. Ieri, a Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, con l’assessore Raffaele Paci e il direttore del CRS4 Luigi Filippini, ha incontrato il presidente Inpeco Andrea Pedrazzini, Carlo Purassanta, amministratore delegato Microsoft Italia, Elena Bonfiglioli, direttore Senior Health Industry Microsoft e Anna Galantini, vice presidente Inpeco.

A seguito del protocollo d’intesa, firmato lo scorso dicembre dal presidente Pigliaru e dal presidente Inpeco Pedrazzini, il CRS4 e Inpeco hanno definito un progetto di ricerca per realizzare il prototipo di un nuovo modello di gestione delle informazioni riguardanti la salute e il benessere dei cittadini. Il progetto – che prende il nome di Total Patient Management (TPM) – ha l’obiettivo finale di gestire, tracciare, automatizzare e, soprattutto, controllare i processi di produzione dei dati clinici provenienti dalle strutture sanitarie e dai dispositivi personali nel rispetto assoluto della privacy. Saranno infatti studiati tutti gli aspetti etici, legali e sociali (cosiddetti ELSI), tenendo conto del nuovo paradigma secondo cui il paziente è detentore e gestore dei suoi dati sanitari. Al gruppo Inpeco (multinazionale leader nelle soluzioni per automazione e tracciabilità dei dati nei laboratori clinici) spettava la selezione di un importante partner tecnologico per la gestione dei dati in Cloud. La scelta è caduta su Microsoft.

Grazie a questa iniziativa, Microsoft contribuirà al completamento del progetto, fornendo la piattaforma tecnologica che consente di avere un accesso capillare e sicuro alle informazioni generate dal sistema, a vantaggio dei cittadini. Microsoft partecipa nel progetto con design e sviluppo dell’infrastruttura Cloud per consentire a cittadini ed enti sanitari accessi immediati ai dati clinici e in tutta sicurezza. «Oggi è fondamentale l’innovazione nel mondo sanitario per affrontare la sfida dell’efficienza e offrire un servizio in grado di migliorare realmente la qualità della vita dei cittadini nel rispetto della sicurezza e della privacy – dice l’amministratore delegato di Microsoft Italia Carlo Purassanta -. In uno scenario in cui la spesa sanitaria si stima raggiungerà nel 2050 oltre l’11% del PIL, è prioritario puntare sull’eHealth per controllare i costi, ottimizzare le cure e facilitare l’accesso dei pazienti ai propri dati. Il Cloud Computing rappresenta uno strumento d’innovazione in questa logica e sono particolarmente orgoglioso del progetto realizzato dalla Regione Sardegna e dal gruppo Inpeco che va proprio in questa direzione, portando concretamente benefici a cittadini ed enti sanitari.»

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Maria Del Zompo 1 copia

Giovedì 14 aprile, alle 10.30, il rettore Maria Del Zompo, il presidente del CRS4, Luigi Filippini, e il direttore generale di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu, terranno una conferenza stampa per presentare il corso avanzato in applicazioni web e mobile e internet of things. L’appuntamento è nella sala Consiglio del Rettorato (via Università 40).

Il bando di partecipazione, pubblicato nei giorni scorsi, sta riscuotendo grandi riscontri: per la prima volta in Sardegna si punta a formare – in accordo con le imprese – una figura intermedia tra scuola e università ad altissima specializzazione nel mondo dell’Information Communication Technology.

 

Oggi, alle 14.00, il presidente Francesco Pigliaru, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, gli assessori coinvolti, taglieranno il nastro del padiglione Sardegna ad Expo e inaugureranno la settimana isolana all’esposizione milanese. Un fitto programma di eventi accompagnerà i visitatori alla scoperta di eccellenze ambientali e culturali, modelli di innovazione, tesori archeologici.
«Un modello di sviluppo sostenibile per tutte le regioni italiane da esportare nel mondo come immagine dell’‘Isola senza fine’». Con queste parole, l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandi, ha concluso il primo appuntamento in Expo sulla qualità della vita in Sardegna, tematismo del quale la Regione è capofila e che sarà al centro dell’Esposizione universale per tutta la settimana.

«Non dobbiamo temere di accettare la sfida di un possibile cambiamento – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – proseguendo nel ragionamento già avviato con altre regioni sul modello da noi proposto basato sulla combinazione di fattori quali identità e tradizione, qualità delle produzioni e sostenibilità ambientale, benessere e coesione sociale e capacità di valorizzare i beni naturalistici e culturali nel loro pieno rispetto.»
‘Una nuova visione per lo sviluppo sostenibile’, realizzato nell’ambito del progetto della Presidenza del Consiglio ‘Expo e Territori’, ha messo in vetrina innovazione sostenibile, eccellenze naturali, qualità dei prodotti e del cibo, longevità: un mix che rende l’isola attualmente un modello da seguire. All’Auditorium di Palazzo Italia si sono confrontati studiosi ed esperti dei vari settori coinvolti. Gli interventi sono stati coordinati dalla giornalista di Al Jazeera Barbara Serra e intervallati da trailer dei cortometraggi realizzati nell’ambito del progetto Heroes 20.20.20, il progetto nato dalla collaborazione tra Film Commission, assessorato dell’Industria e Sardegna Ricerche.
Ad aprire l’appuntamento il divertente spot ‘Centenari’ del regista oristanese Paolo Zucca, di grande impatto visivo, incentrato sull’elisir di lunga vita dei sardi, e il canto a tenore del gruppo folk di Nuoro. È seguito il blocco di interventi su ‘tendenze e valore per lo sviluppo’ con il sociologo Aldo Bonomi, coordinatore dei progetti regioni per Expo, che ha messo in luce come «la Sardegna abbia interpretato ottimamente i temi centrali dell’Esposizione universale (‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’), dando un grande contributo con la proposta di un modello di sviluppo sostenibile che associa gli aspetti locali a quelli globali». Nella stessa sezione Filomena Maggino, statistico sociale dell’Università di Firenze, ha parlato dei valori che contribuiscono al ‘benessere economico sociale (BES), molti dei quali caratteristiche intrinseche dell’isola.
Si è parlato quindi di longevità con Luca Deiana e Gianni Pes, docenti dell’Università di Sassari, e con Roberto Pili, presidente della ‘Comunità mondiale della Longevità’. Deiana ha mostrato interessanti appunti audiovisivi sui centenari e ha spiegato il suo progetto scientifico che analizza l’incidenza di alcuni prodotti tipici sardi (formaggio e vino) sull’alta percentuale di ultraottantenni sardi. Pes si è soffermato sull’interesse del mondo scientifico e giornalistico internazionale per la ‘blue zone’ isolana (Ogliastra) e sui vari fattori che contribuiscono alla longevità (alimentazione, attività fisica legate al mondo agropastorale e benessere sociale). Infine, ha parlato di «invecchiamento di successo tipico della Sardegna, studiato ovunque, determinato dalla qualità della vita e su cui investire per migliorare aspettative e prospettive di vita nel mondo». Il terzo blocco è stato incentrato sul ‘food’ ed è stato affidato al pluripremiato chef sardo Roberto Petza e allo svedese Lotta Jorgensen, coeditor di Fool Magazine.
E’ stata la volta di ‘qualità della vita, natura e ambiente’: sono intervenuti Augusto Navone, direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo, capofila del progetto ‘Eccellenza naturale’, attivato dall’assessorato e che coordina il lavoro di tutte le nove aree protette della Sardegna. Navone ha molto apprezzato «la nuova visione della Regione proiettata verso il futuro, che fa marketing territoriale in maniera adeguata mettendo al centro sostenibilità ambientale e sociale». Dopo di lui, Donatella Bianchi, presidente WWF Italia e giornalista, ‘sarda acquisita’ come si è definita: «L’isola è un punto di riferimento da cui partire per comprendere quanto l’ambiente incida sul benessere». Quinto blocco incentrato sull’innovazione’: sono intervenuti gli imprenditori eco-sostenibili Daniela Ducato e Luca Ruiu, testimonial dell’‘Isola senza fine’ a Expo, il presidente del Crs4, Luigi Filippini, e l’amministratore unico di Porto Conte Ricerche, Sergio Uzzau.
Le conclusioni e la condivisione del modello con altre regioni, in particolare con il Lazio, affidati all’assessore Francesco Morandi e a Carla Collicelli, vicedirettore del Censis.

 

E’ in corso di svolgimento, a Cagliari, il CLab (ContaminationLab dell’Università di Cagliari). Oggi, la seconda giornata evidenzia il rafforzamento dei legami e delle sinergie con enti e aziende pubbliche e private. “Cagliari ha la leadership dei percorsi innovativi in ambito nazionale. Siamo riusciti a creare un circuito virtuoso che aggrega e amplia le opportunità di successo per i nostri allievi” dice Maria Grazia Di Guardo, docente e direttore scientifico di CLab. La presentazione ai 120 iscritti alla terza edizione del CLab, della rete di competenze e servizi del territorio, si è sviluppata con gli interventi di esperti di vaglia. Domani – sempre nell’aula magna di Medicina, Cittadella universitaria, Monserrato – dalle 9.30 alle 13.30, interventi di docenti dell’ateneo di diversi ambiti disciplinari.

«Cagliari ha un territorio tecnologico digitale ad elevata densità, accadono cose molto interessanti seguite dai mercati internazionali. Ad esempio – dice Mario Mariani, The Net Value – abbiamo 112 start up innovative, Cagliari è al primo posto in Italia per start up con fatturato superiore a due milione di euro (Applix srl e DoveConviene srl), al quarto posto per start up innovative pro capite, al quinto per start up con produzione di software (28 su 758), all’ottavo per start up innovative di servizi (47 su 1937) e al decimo posto per start up di start up innovative (57 su 2514). The Net Value? È l’asilo nido delle start up”. Per Ivan Stammelloti (The European House – Ambrosetti) “in Italia esperienze come il ContaminationLab sono utili per recuperare il gap tecnologico e innovativo. Le aziende hanno opportunità per incontrare le idee e le start up migliori e tradurle in business di successo”. Monica Scanu (direttore Istituto europeo design) non ha dubbi: «Anche nel nostro settore iniziative come questa dell’Università di Cagliari sono indispensabili per formare figure che conoscano materie quali marketing ed economia aziendale». Da Alessandro Vagnozzi, presidente dei Giovani di Confindustria, un assist mica male: «Le start up e CLab offrono integrazione e opzioni tra diversi settori produttivi. E pensiamo anche al manifatturiero e all’edilizia. Ovvero, innovazione tecnologica ma anche tradizione». Per Luigi Filippini, presidente del Crs4, la parola chiave è «contaminazione. Siamo specializzati nell’Ict, informatica e biomedicina. Il Clab amplia gli scenari e ha una forza aggregativa che fa crescere tutti». Sandra Ennas (Sardegna Ricerche) sfodera uno slogan incisivo: «Pensa a cento all’ora e realizza a chilometro zero. Noi offriamo servizi, in collaborazione con l’università di Cagliari, e supporto sul fronte marchi e brevetti. Il nostro laboratorio di fabbricazione digitale assiste anche nella realizzazione dei prototipi». Gianluca Cadeddu, direttore Centro programmazione regionale, lancia un messaggio agli allievi che gremiscono l’aula magna: «In Sardegna i fondi non sono mai mancati. Abbiamo avviato la Strategia di specializzazione intelligente. Si tratta di storie di valori aggiunti, basate su analisi e verifica dei vantaggi competitivi del territorio: ovvero, dove sei più forte per competenze e attualità. Il settore pubblico deve dare una mano per irrobustire il vantaggio competitivo. Ad esempio, va garantita la banda larga da qui al 2023». Sull’argomento denari, è incoraggiante la posizione della Sfirs: «A disposizione di CLab ci sono risorse ingenti. Offriamo – spiega il presidente Antonio Tilocca – le istruzioni per l’uso di ingegneria finanziaria. Per la prima fase ci sono 60 milioni di euro del Fondo sociale europeo. Nella seconda siamo a 240 milioni del Fondo di garanzia, nella terza i 15 milioni del Fondo dedicato che coinvolge la start up sostenuta dall’assessorato regionale all’Industria».

Ai lavori hanno preso parte anche Giuseppe Serra (Sardegna ricerche), Luigi Minerba (comune di Cagliari) e Alice Soru (Open Campus Tiscali).

Domani, mercoledì 15 luglio, dalle 10.00, nella sala congressi di Medicina – Cittadella Universitaria, Monserrato – si apre la tre giorni sul CLab-Cagliari. Il progetto di formazione e accompagnamento su innovazione e imprenditorialità è nato nel 2013 dall’Università di Cagliari (progetto INNOVA.RE – Innovazione in rete) con l’esperienza di InnovAction Lab e The Net Value. Giovedì 16 e venerdì 17 i lavori proseguiranno con relazioni e interventi sulla Rete di competenze e servizi del territorio.

La terza edizione del Contamination Lab Cagliari ha avuto oltre 270 iscritti. Tra questi, dopo il test motivazionale del 2 luglio, sono 120 tra studenti, laureati e dottorandi provenienti dalle sei facoltà dell’ateneo, quelli all’opera da settembre. Gli allievi, raggruppati in team interdisciplinari, svilupperanno progetti di start up, frequenteranno sessioni formative e training sul campo.

Il rettore Maria Del Zompo apre i lavori. A seguire, interventi di Annalisa Bonfiglio (prorettore Territorio e innovazione), Maria Chiara Di Guardo (direttore scientifico CLab). Partecipano, tra gli altri, Augusto Coppola (InnovAction Lab), Mario Mariani (The Net Value), Gianluca Cadeddu (Crp-Regione Sardegna), Luigi Minerba (Comune di Cagliari), Antonio Tilocca (Sfirs), Monica Scanu (Istituto Europeo Design), Alessandro Vagnozzi (Confindustria Sardegna), Luigi Filippini (Crs4), Sandra Ennas e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche), Alice Soru (Open Campus Tiscali).

«L’Università di Cagliarei offre ai “contaminati” le sue competenze: ricercatori appartenenti a diverse anime dell’ateneo presenteranno innovazioni e sfide emergenti legate a potenziali opportunità di business. Il CLab – spiega Annalisa Bonfiglio – crea un network operativo e relazionale che sostiene i ragazzi dall’idea imprenditoriale al suo consolidamento, fornendo gli strumenti professionali di formazione e conoscenza». E ancora. «La logica della “contaminazione” si è dimostrata vincente, favorendo la creazione di idee di impresa particolarmente innovative e promettenti (è stata depositata anche una domanda di brevetto). Il Clab – prosegue il pro rettore – ha già cambiato la vita a più di 200 ragazzi, sono state generate circa 15 iniziative imprenditoriali, alcune start-up hanno ricevuto riconoscimenti e premi nazionali e hanno attratto investimenti privati. Inoltre, una delle start-up create è a Chicago da Google-1871 in un percorso di accelerazione di eccellenza, altre stanno validando la loro idea in acceleratori di impresa in Europa. Intendime (start-up vincitrice della seconda edizione) volerà a New York per incontrare vari investitori privati, grazie alla sponsorizzazione dell’Ambasciata Americana». Maria Chiara Di Guardo aggiunge: «Vogliamo potenziare il ruolo di CLab nell’ecosistema regionale per la promozione della nuova imprenditoria. Da questa edizione sono state attivate importanti collaborazioni con attori istituzionali (esempio Sardegna Ricerche e Crs4) e privati (Istituto Europeo di Design e Confindustria): permetteranno ai ragazzi di far crescere velocemente il valore del loro progetto». Ma non è tutto: «Abbiamo attivato opportunità riservate alle start-up generate nelle precedenti edizioni con la finalità di sostenerle nel lungo periodo e dare continuità al progetto. Si apre una nuova stagione di politiche di apertura dell’ateneo al tessuto sociale ed economico sardo, in grado – rimarca il direttore scientifico Clab – di favorire imprenditorialità innovativa e trasferimento tecnologico. L’obiettivo? Confermare il ruolo di motore della promozione dello sviluppo sul territorio».