20 November, 2024
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(Murale di F. Del Casino a Nuxis sulla latitanza dell’avv. S. Cadeddu – 1812/13)

Per Nuxis, nel Sulcis, e per i democratici sardi, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, domenica 5 maggio sarà una giornata importante. Su iniziativa dell’associazione culturale “Le Sorgenti” di Nuxis, alle 10.00, dalla piazza Satta, vicina al Municipio, partirà la carovana lungo il “Cammino della Libertà”, il percorso che dal centro del Paese conduce alla Grotta di Conch’è cerbu, nei luoghi dove fra il novembre del 1812 e la primavera del 1813 fu latitante l’avv. Salvatore Cadeddu, capo della Rivolta di Palabanda.
Da Cagliari un pullman speciale parte domenica 5 maggio alle ore 8,30 dal piazzale degli Uffici comunali di via Sonnino: Per prenotazioni chiamare Giacomo Meloni tel. 331 8553428 (viaggio + pranzo al rinomato Ristorante Letizia euro 30).
Chi vuole recarsi in auto deve prenotare il pranzo, menù fisso 20 euro, al Ristorante Letizia tel. 0781 957021.
La Grotta è in un bel bosco, quindi una gita interessante sotto il profilo culturale, naturalistico e culinario.

A Nuxis due anni fa, a cura della Pro loco, venne realizzato un murale meraviglioso da Francesco Del Casino, dedicato alla latitanza dell’Avv. Salvatore Cadeddu, ora, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, si percorre il “Cammino della Libertà” fino alla Grotta dove trovò rifugio Cadeddu.
Verrà evocato un fatto rilevante della storia sarda: nei dintorni di Nuxis, ad inizio Ottocento, il capo di Palabanda ha trovato rifugio per alcuni mesi. Dice Antioco Pabis in un memoriale del 1857, che l’avv. Salvatore Cadeddu, ispiratore della Rivolta di Palabanda, alla fine del 1812 si rifugiò nel Sulcis con l’intento di imbarcarsi nelle coste vicine per raggiungere la Corsica, luogo di primo asilo per gli esuli sardi, perseguitati dai Savoia. Pabis ci dà una descrizione così precisa dei luoghi della latitanza, il “furriadroxiu” di Tatinu, del rifugio, la grotta di Conch’e Cerbu, del capraro che lo accolse, Luigi Impera (i luoghi sono ancora di questa famiglia), da non poter essere messo in discussione, da non suscitare dubbi circa la sua attendibilità. Pabis del resto era di casa presso i Cadeddu in quanto era precettore dei figli dell’avv. Giovanni, fratello di Salvatore Cadeddu.
Sono previsti una relazione su Salvatore Cadeddu ed i fatti di Palabanda, canti e letture di Piero Marcialis e Roberto Deiana.

Andrea Pubusa

 

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Circa duecento, uomini e donne, sono convenuti dal Sulcis, da Cagliari e dalla provincia per l’inaugurazione del “Cammino della Libertà”, a Tattinu, vicino a Nuxis. I partecipanti hanno fermato le auto e l’autobus giunto da Cagliari ai bordi del bivio di monte Nieddu e poi si sono inoltrati nel fitto bosco di lecci, in mezzo ad una macchia con gli odori forti della primavera ormai scoppiata. Questo è il cammino fino alla grotta di Conch’e Cerbu, dove fra il novembre del 1812 e la primavera del 1813, Salvatore Cadeddu, il capo della Rivolta di Palabanda, fu nascosto dal capraro del luogo Luigi Impera.
La manifestazione è stata aperta dai canti di Clara Murtas e Roberto Deiana che, in modo suggestivo, hanno fatto giungere dal bosco le loro canzoni popolari di fine settecento e primi dell’Ottocento, per poi presentarsi in “scena”, sotto un secolare e maestoso albero di leccio. Lì hanno recitato poesie e canzoni del periodo rivoluzionario francese di fine ‘700 e le canzoni popolari sarde contro i Savoia e i barones.
Il pubblico si è sparso in cerchio nel prato tutt’intorno e ha seguito con partecipazione, applaudendo e accompagnando gli artisti col canto.
Finiti i canti, Giangiacomo Aru, presidente dell’associazione Le Sorgenti, organizzatrice della manifestazione, e poi Manuela Colaci, consigliere comunale di minoranza, hanno salutato i presenti, facendo esaltare, senza menzionarli, l’assenza degli esponenti dell’Amministrazione comunale.
Andrea Pubusa ha poi messo in luce l’importanza storica della giornata, che inaugura un cammino verso la grotta dei Salvatore Cadeddu a 205 anni dalla latitanza. Questo luogo – come diceva Francesco Cocco, che è qui con noi con lo spirito – deve diventare – ha detto Andrea Pubusa – uno dei luoghi sacri della nostra identità di democratici sardi. Uno dei luoghi dove andare con la mente a ricercare le radici della nostra storia. Dove recarsi anche fisicamente in pellegrinaggio laico per celebrare le basi ideali della nostra autonomia. Ci sono anche altri luoghi sacri per i sardi liberi. La casa di Gramsci a Ghilarza, la casa di Lussu ad Armungia ed altri ancora. Forse dando il giusto valore ideale a questi luoghi ai personaggi e alle vicende che evocano, potremo acquisire maggiore consapevolezza di noi stessi ed orientarci nella grande confusione di idee che domina il tempo presente. Con questo obiettivo civile e ideale – ha proseguito Pubusa -, a Nuxis due anni fa, con l’ausilio della Pro Loco, è stato realizzato uno stupendo murale, opera di Francesco Del Casino, dedicato alla latitanza dell’avv. Salvatore Cadeddu.
Di seguito, sono intervenuti il neo senatore Gianni Marilotti e Tore Cherchi, per lunghi anni rappresentante del Sulcis in Parlamento, che hanno sottolineato il valore simbolico e politico del Cammino della Libertà. La manifestazione si è conclusa al canto de “Procurade e moderare“, l’inno dei democratici sardi.
Finita la parte iniziale della manifestazione, i partecipanti, a gruppi di 20, si sono recati, come in processione, nella grotta, dove hanno sostato con emozione. Poi tutti in allegria alle auto e al pullman. Li aspetta Lele al ristorante Letizia con le sue pietanze prelibate… e la passeggiata ha creato un certo appetito. Lele – come al solito – non ha deluso, con le sue pietanze originali e gustose. Canti anche a pranzo e poi una visita alla chiesetta bizantina di Sant’Elia e al pozzo sacro. Alla fine, ritorno al pullman e alle auto, felici di aver vissuto una giornata speciale fra storia, cultura e buona cucina. Una di quelle che non si dimenticano.

Andrea Pubusa

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Murale di Francesco Del Casino a Nuxis sulla latitanza dell’avv. Salvatore Cadeddu (1812/1813).

Per Nuxis, nel Sulcis, e per i democratici sardi, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, domenica 29 aprile sarà una giornata importante. Su iniziativa dell’associazione culturale “Le Sorgenti” di Nuxis, alle 10.00, dalla piazza Satta, vicina al Municipio, partirà la carovana per l’inaugurazione del “Cammino della Libertà”, lungo il percorso che, dal centro del Paese, conduce alla Grotta di Conch’e Cerbu, nei luoghi dove fra il novembre del 1812 e la primavera del 1813 fu latitante l’avv. Salvatore Cadeddu, capo della Rivolta di Palabanda.
Da Cagliari un pullman speciale parte domenica 29, alle ore 8,30, dal piazzale degli Uffici comunali di via Sonnino: per prenotazioni chiamare Giacomo Meloni tel. 331 8553428 (viaggio + pranzo al rinomato Ristorante Letizia euro 25,00).
Chi vuole recarsi in auto deve prenotare il pranzo, menù fisso 20,00 euro, al Ristorante Letizia tel. 0781 957021.
La Grotta è in un bel bosco, quindi una gita interessante sotto il profilo culturale, naturalistico e culinario.

A Nuxis due anni fa, a cura della Pro Loco, venne realizzato un murale meraviglioso da Francesco Del Casino, dedicato alla latitanza dell’avv. Salvatore Cadeddu, ora, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, si inaugura il “Cammino della Libertà”, fino alla Grotta dove trovò rifugio Cadeddu.

Verrà evocato un fatto rilevante della storia sarda: nei dintorni di Nuxis, ad inizio Ottocento, il capo di Palabanda ha trovato rifugio per alcuni mesi. Dice Antioco Pabis in un memoriale del 1857, che l’avv. Salvatore Cadeddu, ispiratore della Rivolta di Palabanda, alla fine del 1812 si rifugiò nel Sulcis con l’intento di imbarcarsi nelle coste vicine per raggiungere la Corsica, luogo di primo asilo per gli esuli sardi, perseguitati dai Savoia. Pabis ci dà una descrizione così precisa dei luoghi della latitanza, il furriadroxiu di Tatinu, del rifugio, la grotta di Conch’e Cerbu, del capraro che lo accolse, Luigi Impera (i luoghi sono ancora di questa famiglia), da non poter essere messo in discussione, da non suscitare dubbi circa la sua attendibilità. Pabis, del resto, era di casa presso i Cadeddu, in quanto era precettore dei figli dell’avv. Giovanni, fratello di Salvatore Cadeddu.

Si parlerà della storia (sono previsti una relazione su Salvatore Cadeddu e i fatti di Palabanda di Andrea Pubusa e un intervento di Tore Cherchi, con canti e letture di Clara Murtas e Roberto Deiana), ma è interessante la figura del custode di Cadeddu. quel Luigi Impera, umile capraro, chiamato dalla rete dei democratici sardi del tempo ad una funzione molto delicata: nascondere e custodire il capo di Palabanda, una figura eminente della battaglia democratica dei sardi contro l’oppressione piemontese.

Questo ci dice che non solo Luigi Impera era uno spirito nobile, ma erano persone di alti principi anche quei pastori e contadini che lavoravano nella zona. Insomma, dalla vicenda emerge l’esistenza di una rete democratica nell’Isola che da Cagliari si irradia nelle campagne più periferiche e nel Sulcis. La partecipazione alla storia del tempo coinvolgeva non solo l’intellettualità e gli artigiani delle città, ma anche il mondo delle campagne.

La grande storia, del resto, sfiora Tattinu e quelle campagne anche sotto altro profilo. A Tattinu, insieme al padre, fu latitante uno dei suoi figli, Gaetano, anch’egli partecipe dei fatti di Palabanda. Gaetano nel 1813 riuscì dalla Gallura a riparare in Corsica ed ebbe un’avventura di grande rilievo. Fu uno dei pochi  ammessi al seguito di Napoleone nell’esilio dell’Isola d’Elba e nei cento giorni rientrò con lui in Francia. Lo seguì fino a Waterloo, dove fu fra i respondabili del servizio della ambulanze, ossia del soccorso ai feriti, dell’esercito di Napoleone. Poi ebbe una vita avventurosa che lo portò a chiudere i suoi giorni a Tunisi. Certamente anche Gaetano Cadeddu non è ricordato nella grande storia, ma ne fu protagonista insieme a quei milioni di uomini che si batterono contro la Restaurazione. E curioso notare che Gaetano da Tattinu, dalla Grotta di Conch’e Cerbu, passando dalla Corsica e dall’Elba, fu uno dei tanti che con Napoleone combatterono contro le potenze restauratrici a Waterloo. Da Tattinu a Waterloo per la libertà, vien da dire.

Insomma, questa vicenda ci invia un messaggio: e cioè che anche dalle periferie del mondo, possono venire contributi molecolari ma preziosi per fare la grande storia. La Grotta di Tattinu, ci lancia un preciso stimolo: anche noi dai tanti Sulcis del globo possiamo dare contributi importanti perché la storia abbia uno sviluppo accettabile, il popolo riprenda in mano i propri destini, l’uguaglianza avanzi, la democrazia trionfi. E possiamo farlo anche rendendo onore ai martiri di Palabanda.

Andrea Pubusa

La Grotta di Conch’e Cerbu, rifugio dell’avv. Salvatore Cadeddu (1812/1813).