22 November, 2024
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I presidenti della commissione Agricoltura e Attività Produttive (Luigi Lotto, Pd) e della commissione Bilancio (Franco Sabatini, Pd), nel corso di una conferenza stampa, tenutasi questa mattina in Consiglio regionale, sono intervenuti nuovamente sulla complessa vertenza Aras ed hanno escluso inadempienze da parte della Regione, ribadendo l’impegno della Giunta e della maggioranza per una definizione della vicenda che riguarda da vicino il mondo delle campagne e il futuro occupazionale di circa trecento lavoratori.

I due esponenti del centrosinistra hanno respinto le accuse, recentemente mosse dai parlamentari del Movimento 5 Stelle all’indirizzo dell’esecutivo regionale, circa la mancata trasmissione di alcuni documenti, necessari per il pronunciamento da parte del ministero della Funzione Pubblica, per il passaggio dei dipendenti di Aras alla agenzia Laore, così come stabilito all’articolo 2 comma 40 della legge della Regione n. 3/2009. Franco Sabatini ha elencato con puntualità carteggi ed interlocuzioni intercorse tra gli uffici regionali e quelli ministeriali ed ha affermato: «Dallo scorso 16 luglio la Regione sarda ha consegnato al ministero l’allegato che mancava per completare la pratica ed ora invito, dunque, i parlamentari del Movimento 5 Stelle a impegnare i ministri del Governo che sostengono, affinché si pronuncino tempestivamente per risolvere l’annosa vertenza». Sulla possibilità di ottenere la deroga ministeriale per i limiti occupazionali imposti dallo Stato alla Regione, il presidente della commissione Bilancio, ha dichiarato: «Siamo fiduciosi che ciò avvenga anche perché il costo degli attuali  dipendenti Aras è già in carico al bilancio della Regione sarda».

Sulla prosecuzione dei servizi resi da Aras alle aziende agricole, in particolare per quelli riferiti al cosiddetto benessere animale, si è soffermato, invece, il presidente della Quarta commissione consiliare, Luigi Lotto, che ha ripercorso le varie fasi della crisi che ha investito l’associazione regionale allevatori, fino al commissariamento ed alla messa in liquidazione della stessa. «Garantiremo i servizi alle nostre aziende agricole – ha dichiarato Luigi Lotto – e siamo impegnati perché siano assicurate all’Aras in liquidazione, le migliori condizioni per operare, in attesa della definitiva risoluzione della vicenda, con il passaggio a Laore degli attuali dipendenti Aras».

 

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Il Consiglio regionale ha approvato provvedimenti urgenti per l’impiantistica sportiva e l’abbattimento dei costi delle trasferte nelle isole minori, ha prorogato la commissione speciale d’inchiesta sulla crisi del commercio e dell’artigianato ed ha approvato misure di sostegno per le cooperative di comunità.

La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il disegno di legge 519 “Provvedimenti urgenti in materia di impiantistica sportiva e per l’abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale 17 maggio 1999, n. 17 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al relatore, Lorenzo Cozzolino (Pd), per l’illustrazione del disegno di legge. L’esponente della maggioranza ha spiegato che il provvedimento della Giunta ha l’obiettivo di promuovere lo sport come valore  sociale, educativo, di prevenzione della salute. La legge prevede due punti fondamentali: contribuire economicamente, con 45mila euro, a costi per la partecipazione delle trasferte da e per le isole minori della Sardegna di Carloforte e La Maddalena, «che sono isole nell’isola», e consentire agli enti locali, cui sono state concesse nell’anno 2011 risorse finanziarie per l’impiantistica sportiva, di utilizzarle per la realizzazione o la conclusione di interventi già programmati.

Lo sport, ha spiegato Lorenzo Cozzolino, incentiva il confronto, il dialogo ed è formativo per i nostri giovani. Per questo motivo bisogna adottare norme che aiutino a far crescere lo sport in tutta l’Isola, perché non ha solo una funzione ludico-ricreativa, ma ha fondamentali e insostituibili funzioni pedagogiche, sociali e sanitarie.

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha confermato il voto favorevole. Il consigliere  ha affermato che il  disegno di legge arriva a ridosso dell’inizio delle competizioni sportive e aiuta le società sportive, così come il completamento dell’impiantistica affronta un problema legato agli spazi e alle strutture vecchie. Non è una situazione che si risolverà dall’oggi al domani, ma sarà comunque una boccata d’ossigeno per il settore. Tocco ha chiesto all’assessore che la Regione si faccia garante presso gli istituti di credito affinché si possano evitare le fideiussioni personali dei dirigenti delle società sportive per far fronte alle spese sostenute dalle squadre.

Roberto Desini (Pds) ha affermato che questo«disegno di legge certifica la morte della politica» perché cerca di ovviare alla non applicazione della legge di una anno fa, che riconosceva al Coni i fondi da destinare ai costi di trasferta delle società sportive delle isole minori. «Il presidente del Coni ha deciso di non applicare questa legge regionale e ognuno è libero di fare quel che vuole». Per Roberto Desini è una vergogna e visto che il Coni ha rendicontato soltanto una piccola parte di quanto ricevuto l’anno scorso, «forse sarebbe più opportuno rivedere il dispositivo della legge n. 17 che destina il 6 per cento al Coni».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ringraziato l’assessore Giuseppe Dessena per la sua perseveranza. «Il problema vero è che la Regione paga il servizio diurno e notturno a un armatore con 16 milioni di euro, che potrebbe fare tariffe più basse a squadre e bambini e non lo fa. E’ un atto grave». Secondo il consigliere la Regione dovrebbe avere un peso maggiore su società da lei finanziate. Luca Pizzuto ha affermato di aver presentato un emendamento per supportare economicamente i Comuni che dovranno gestire le pratiche e che hanno poco personale.

Gianluigi Rubiu (capogruppo Udc) ha detto che voterà a favore della legge, che tratta dello sport come elemento aggregante, istruttivo e sociale. «Però rilevo – ha detto – la lentezza con cui è stato portato in aula questo testo, visto che arriva dopo un anno dall’approvazione della legge dello scorso agosto che non è stata applicata. Queste sono le tempistiche della Giunta Pigliaru». E ha aggiunto: «Ancora una volta abbiamo una prova che la maggioranza è bravissima nelle dichiarazioni di intenti ma non nell’attuare i provvedimenti».

Alessandra Zedda (capogruppo FI), annunciando il voto favorevole, ha affermato che «lo sport è vita per i nostri giovani». Secondo l’esponente della minoranza la legge 17 è stata una buona legge, ma va rivista almeno per quanto riguarda i fondi per l’impiantistica, visto che stiamo rimodulando finanziamenti del 2011 e nel frattempo chiudono palestre non a norma e spariscono le società. Alessandra Zedda ha appoggiato la proposta del collega Tocco sulla possibilità che la Regione dia garanzie agli istituti di credito supportando le società sportive.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto il parere della Giunta e ha dato la parola all’assessore dello sport Giuseppe Dessena, il quale ha condiviso gli interventi dei consiglieri sull’importanza dello sport dal punto di vista sociale, educativo e di prevenzione e cura della salute. Secondo l’esponente dell’Esecutivo questa legge è uno dei tasselli del supporto allo sport e ha ricordato che con la 17 sono disponibili 8,6 milioni di euro e che molte regioni prendono ad esempio la legge regionale del 1999. Questo disegno di legge, ha spiegato, interviene su una precedente norma che non ha funzionato. L’assessore ha detto di aver avuto più volte interlocuzioni con il Coni e che, dopo varie sollecitazioni, i responsabili del comitato hanno detto di non avere una struttura amministrativa capace di gestire un avviso pubblico. Siccome lo spirito della norma, ha proseguito, è di favorire lo sviluppo dello sport per tutti, l’assessore ha parlato con i due enti locali di Carloforte e La Maddalena per trovare una soluzione e li convocherà a un tavolo per fare una delibera che supporti anche la gestione amministrativa delle pratiche. Per quanto riguarda l’impiantistica, Dessena ha spigato che i fondi non sono stati spesi per ragioni legate alla burocrazia, ma ha rassicurato l’aula che nello scorso anno sono stati fatti importanti interventi finanziati con il Fsc (Fondo per lo sviluppo di coesione). L’assessore si è poi impegnato a studiare la proposta dei consiglieri Zedda e Tocco in merito a una interazione con gli istituti di credito.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato (53 sì). Via libera con 53 voti favorevoli anche all’articolo 1 (Risorse finanziarie degli enti locali per l’impiantistica sportiva ai sensi del titolo II della legge regionale n. 17 del 1999).

Sull’art. 2 l’on. Roberto Desini (PDS) ha presentato un emendamento orale all’emendamento 1 a firma dell’on. Luca Pizzuto, con l’obiettivo di ridurre la quota da destinare ai comuni di Carloforte e la Maddalena (dal 25 al 20 per cento) e dunque avere nelle casse della Regione una massa maggiore per il fabbisogno delle trasferte delle società.

Per l’on. Luigi Ruggeri (Pd)  «il percorso più lineare sarebbe stato ottenere uno sconto per le società sportive dal gestore marittimo per le società sportive in occasione delle trasferte verso le isole minori. Messa così, forse saremo costretti a ritornare su questa norma».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto e ha detto che «gli articoli 1 e 2 non dicono nulla. Vorrei sapere quanto serve davvero per consentire alle società sportive di Carloforte e di La Maddalena e a quelle che invece vano in trasferta a Carloforte e a La Maddalena di svolgere la loro attività sportiva. Serviva maggiore precisione ma voterò comunque a favore».

L’emendamento orale dell’on. Roberto Desini non è stato ammesso e l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità con l’emendamento aggiuntivo 1 Luca Pizzuto (Sinistra), che stanzia il 20 per cento per i due comuni sardi.

Approvato anche l’articolo 3, l’articolo 4, il 5 e in occasione del voto finale della legge l’on. Roberto Desini si è rivolto all’assessore allo Sport e ha caldeggiato l’applicazione immediata delle norme «in modo da consentire alle società sportive di ricevere il contributo per la stagione 2017-2018».

Per dichiarazione di voto anche l’on. Pierfranco Zanchetta ha detto: «Finalmente si attua con legge una risposta a una oggettiva necessità».

L’Aula ha approvato la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Roberto Deriu (Pd), che ha richiesto al Consiglio una proroga di tre mesi a nome della commissione speciale di inchiesta sulla crisi del commercio e artigianato. «C’è una grande attesa per una proposta di questo consiglio, che vorremmo unitaria e capace di tenere conto delle audizioni fatte finora e delle riflessioni maturate».

Per l’opposizione la richiesta è stata caldeggiata anche dall’on. Gianni Lampis (FDI) e il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che dispone la prosecuzione del mandato della commissione speciale per i prossimi tre mesi.

L’Aula è passata poi all’esame del Testo unificato 437, relativo alle coop di comunità, primo firmatario l’on. Gianmario Tendas (Pd). Ma l’on. Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto il rinvio.

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «è opportuno procedere con la discussione generale della legge, perché una legge importante».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) si è associato «perché il testo unificato ha già avuto una lunga discussione in commissione e non ci sono state contrapposizioni. E’ utile licenziarlo oggi».

Contrario l’on. Paolo Truzzu (FDI): “Ho ricevuto in tarda mattinata il testo e anche se fosse la legge migliore del mondo non ho fatto a tempo a esaminarlo. Non morirà nessuno se lo approveremo la prossima volta o a settembre».

Per il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, «il testo è stato inserito durante la seduta dei capigruppo. Perché non sono emerse in quella sede le perplessità?».

L’Aula ha deciso poi di proseguire con la discussione del testo unificato 437/469/497 A che disciplina le azioni regionali a sostegno delle coop di comunità, “uno strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini appartenenti a una data comunità locale”.

Il relatore Gianmario Tendas (Pd) ha illustrato il testo unificato, ringraziando in apertura “tutti i componenti della Quinta commissione per il contributo e l’impegno profuso su questo testo. Il testo nasce da tre distinte proposte: 437 (Solinas), 469 (Ledda) e 497 (Tedde) e se è vero che il testo definitivo è stato licenziato ieri sera è anche vero che il confronto su questi temi è durato mesi e il Consiglio delle autonomie locali ci invita a una rapida approvazione di queste norme. Nei Comuni piccoli le amministrazioni comunali faticano a soddisfare i bisogni delle comunità e le coop di comunità servono a riconoscere e valorizzare il capitale umano con le risorse pubbliche messe a disposizione dalle comunità come vaucher o spazi. Si tratta di un percorso democratico e paritario per rilanciare se non salvare le piccole comunità sarde”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «E’ una legge che nasce nella passata legislatura dall’esperienza vissuta da altre regioni come l’Umbria e le Marche, con poca popolazione come la nostra isola. Nelle zone interne della nostra isola c’è grande aspettativa per la legge sulle coop di comunità e se è vero che non risolverà i disastri della Sardegna certamente metterà un freno al fenomeno dello spopolamento delle zone interne. Sarà il Comune il cardine, con le associazioni di volontariato, intorno al quale si formerà la cooperativa di comunità ma è chiaro che su tanti settori, come i trasporti, sarà necessario pensare a nuove forme collettive per i nostri piccoli centri».

Per l’on. Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base) «la tutela delle fasce deboli della popolazione delle piccole comunità è l’obiettivo prioritario e può portare a produrre e erogare servizi sanitari, sociali ma anche a produrre beni rispetto alle loro esigenze di soci utenti, oltre che di soci lavoratori.  In più possono essere soci delle coop di comunità tanto le persone fisiche quanto quelle giuridiche».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Carta (Psd’Az – La Base) che ha detto: «Lo strumento della coop è stato abbondantemente usato a Dorgali sia per il vino e il latte che per l’edilizia  ma io ritengo che sia limitante consentire soltanto alle organizzazioni del Terzo settore che abbiano sede legale in quel territorio far parte della struttura di una coop di comunità».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) ha preso la parola a favore del testo unificato: «E’ un contributo ad arginare il fenomeno dello spopolamento nelle piccole comunità rurali, non l’unico. E ci sono borgate urbane a carattere agricolo, a Sassari ma anche a Cagliari, che devono essere tutelate».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp) «va modificato l’articolo 6 di questa buona legge, perché è necessario garantire i finanziamenti agevolati della Regione. In difetto, cosa cambia rispetto alle cooperative di tipo B già in funzione? Nulla»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 38 voti favorevoli e 3 contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art.1 “Finalità” e dell’unico emendamento presentato sul quale Commissione e Giunta hanno espresso parere favorevole.  Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha proposto un emendamento orale all’emendamento sostitutivo parziale (Ledda e più) che estende i benefici del provvedimento alle borgate rurali dei centri urbani maggiori.

Il relatore della legge Mario Tendas ha espresso parere positivo.

Il capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda ha quindi illustrato il contenuto dell’emendamento sostitutivo parziale: «Occorre specificare che il sostegno della Regione debba andare alle comunità rurali che hanno problemi di spopolamento. E’ un provvedimento diretto ai piccoli comuni disagiati. Occorre fare chiarezza. Per fare un esempio concreto il comune di Galtellì potrebbe essere individuato come comunità rurale ma è anche un centro balneare che non subisce il fenomeno dello spopolamento». Messo in votazione l’emendamento sostitutivo parziale emendato dalla proposta dell’on. Alessandra Zedda è stato approvato all’unanimità. Via libera anche all’articolo 1 con 45 voi favorevoli su 46 votanti.

Approvati in rapida successione anche gli articoli 2 “Definizione” e 3 “Comunità di riferimento”

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 4 per il quale è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale al secondo comma (Anedda e più). La proposta di correzione prevede che possano diventare soci delle cooperative di comunità  le persone fisiche, gli enti locali nel cui territorio operano le cooperative e le organizzazione del terzo settore a patto che abbiano la sede legale nella comunità interessata e dichiarino di svolgere in maniera prevalente la loro attività nella comunità stessa. L’emendamento e l’articolo sono stati approvati per alzata di mano.

Disco verde anche per l’articolo 5 “Attività”. Sull’articolo 6 “Sostegno regionale all’attività delle cooperative di comunità”, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha proposto un emendamento orale che al comma 1 modifica la dicitura “la Regione può supportare l’attività” in “la Regione supporta l’attività” e, al comma 3, sostituisce  la frase “i contributi possono consistere” in “i contributi consistono”. L’articolo 6 così emendato è stato approvato. Via libera, per alzata di mano, anche agli ultimi due articoli: il 7 “Clausola di neutralità finanziaria” e l’8 “Entrata in vigore”.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la votazione elettronica sul testo finale della legge che è passato con 37 voti a favore e 2 contrari.

Al termine del voto ha chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per proporre la sconvocazione delle sedute delle commissioni in programma domani mattina. «Abbiamo l’esigenza di esaminare le mozioni che saranno all’ordine del giorno del Consiglio di domani pomeriggio – ha detto Alessandra Zedda – per questo chiediamo di avere a disposizione la mattinata di domani per un incontro delle opposizioni». 

Contrario all’ipotesi di sospendere il lavoro delle commissioni si è dichiarato il consigliere del Pd Valerio Meloni: «Siamo in prossimità di Ferragosto. Ci sono scadenze importanti. In particolare in Quarta Commissione che discute la legge urbanistica – ha affermato Valerio Meloni – la Commissione deve essere convocata».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto d’accordo «a patto però che si convochi alle 9 e non si interrompa alle 11 per la riunione di maggioranza».

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato di essere sempre venuto incontro alle esigenze della minoranza, ha chiesto di confermare la seduta del parlamentino: «La riunione si terrà alle 9.00, sarà poi la Commissione a deciderà come lavorare».

Il presidente Gianfranco Ganau dopo aver confermato la seduta di domani mattina della Quarta Commissione ha chiuso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo per un incontro con i dipendenti dell’Aias.

Il Consiglio si riunirà domani pomeriggio alle 16.00.

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale conferma il suo sostegno ai lavoratori Aras e Apa impegnati in una dura vertenza in difesa del loro posto di lavoro. Nella tarda serata di ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Confederdia che hanno illustrato i contenuti dell’incontro avuto in mattinata con gli assessori all’Agricoltura e al Personale Pier Luigi Caria e Filippo Spanu. I sindacati hanno espresso soddisfazione per il percorso avviato dalla Regione con il Ministero per ottenere l’applicazione della legge 3 del 2009 che prevede l’assorbimento del personale Ara all’interno dell’Agenzia Laore. «Auspichiamo una risposta in tempi brevi da parte del Governo – hanno detto Raffaele Lecca (Cgil), Bruno Olivieri, Gaia Garau (Uil) e Osvaldo Ibba (Confederdia) – la situazione di incertezza sta mettendo a dura prova i lavoratori e, a lungo andare, potrebbe mettere a rischio la qualità dei servizi erogati». Dopo la decisione dei vertici di Aras di mettere in liquidazione la società, nonostante il parere contrario della Regione, i lavoratori lamentano il mancato pagamento di due stipendi e della quattordicesima. «Nonostante questo i dipendenti Aras continuano a svolgere il proprio lavoro pagando di tasca le spese per gli spostamenti nelle aziende zootecniche – hanno sottolineato i sindacati – questa situazione non è più sopportabile». I sindacati chiedono l’applicazione della legge 3 a tutto il personale Aras, compresi i lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato tre anni di anzianità, e garanzie sulla prosecuzione delle attività finora svolte a favore di oltre 10mila azienda agropastorali.

«Siamo alla ricerca della migliore soluzione possibile per tutti i lavoratori – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – la Commissione lavora fianco a fianco con la Giunta perché il percorso previsto dalla legge n.3/2009 si concluda nel più breve tempo possibile. Oggi è necessario assicurare ai lavoratori il pagamento delle spettanze arretrate ma ancora più importante è lavorare perché gli stipendi vengano pagati anche in futuro e per garantire alle aziende sarde un servizio essenziale.»

Critiche all’operato della Giunta e dell’Agenzia Laore sono state invece espresse dai consiglieri Antonello Peru (Fi), Gianni Lampis (FdI) e Marco Tedde (Fi): «Ci sono forti ritardi – hanno detto gli esponenti della minoranza – la responsabilità è tutta della Giunta che non ha dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso mese di marzo. Quel documento dava 45 giorni di tempo all’esecutivo per predisporre un disegno di legge ad hoc. Sulla mancata applicazione della legge del 2009 non si può negare il ruolo decisivo giocato dall’Agenzia Laore». Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha invece sollecitato una soluzione rapida come quella trovata per i precari dell’Ats: «I soggetti in campo sono gli stessi (Regione, sindacati e Ministero) – ha affermato Luigi Crisponi – non si capisce perché in un caso si procede alle stabilizzazioni e nell’altro si frappongono tutti questi ostacoli».

Dubbi sul percorso individuato dalla Regione sono stati manifestati anche dal consigliere di maggioranza Antonio Gaia (Upc): «Sull’applicazione della legge del 2009 non possono esserci tempi certi – ha detto Antonio Gaia – il rischio è trovarsi tra qualche mese a discutere delle stesse cose. Ci sono altri strumenti tecnico-legislativi per risolvere la questione».

Un plauso all’azione della Giunta è stato invece rivolto da Fabrizio Anedda («La Regione è parte lesa») ed Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Non esistono altre soluzioni all’applicazione della legge n. 3 – ha sottolineato Eugenio Lai – bene ha fatto la Giunta a seguire questo percorso affiancata dall’Agenzia Laore che da tempo è impegnata per dare una prospettiva di lavoro ai dipendenti Aras».

Il presidente Luigi Lotto, a conclusione dei lavori, ha invitato i lavoratori a fare fronte comune con la Regione: «Non siamo noi la controparte. Siamo in attesa di una risposta del Governo. Per il momento non c’è una soluzione alternativa all’applicazione della legge n.3, se arriverà una risposta negativa dal Governo penseremo a una soluzione diversa. Intanto occorre spingere per la nomina di un commissario ad acta che superi gli ostacoli rappresentati dalla procedura di liquidazione e garantisca la prosecuzione dei servizi assicurati da Aras e dia una prospettiva futura ai lavoratori».

 

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Venerdì 3 agosto la rabbia degli agricoltori ed allevatori sardi si concentrerà a Tramatza, dove la CIA regionale Sardegna ha convocato gli stati generali delle campagne per discutere dei gravi problemi che affliggono il comparto base dell’economia isolana. L’appuntamento è per le ore 10.00, alla sala Convegni sulla strada statale 131, dove imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a discutere i sulle vertenze sempre aperte del settore e proporre soluzioni alla crisi economica e strutturale diventata ormai cronica.

Al confronto sono stati invitati l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale Argea, Gianni Ibba, il presidente della commissione Attività produttive della Regione Sardegna, Luigi Lotto, e il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta. Ha annunziato la sua partecipazione anche il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, a sottolineare la valenza dell’iniziativa e per supportare a livello nazionale le proposte che scaturiranno dal confronto.

Gli argomenti che la Cia riverserà sul tavolo, chiedendo con forza alla politica e alle Istituzioni risposte e progetti, saranno tanti: crisi di mercato dei prodotti; ritardo nelle procedure di indennizzo per calamità naturali e danni da fauna selvatica; ritardi nei pagamenti del PSR.

La riunione sarà anche l’occasione per informare e discutere delle prospettive della PAC 2021/2027 e per mettere in capo azioni utili a invertire la tendenza in atto dalle prime proposte della Commissione dell’UE, che vedrà altrimenti penalizzata l’agricoltura italiana e sarda.

«La CIA Nord Sardegna parteciperà compatta con le delegazioni degli allevatori e agricoltori provenienti dalla Gallura, dal Monte Acuto-Goceano, dal Meilogu e dalla Nurra di Sassari ed Alghero – dichiara il presidente provinciale, Michele Orecchioni -. In assenza di risposte convincenti da parte delle istituzioni e della politica, anche a livello provinciale, con il coinvolgimento degli amministratori locali, daremo il via alla mobilitazione della categoria tesa a rilanciare l’attenzione sui temi dello sviluppo e delle prospettive del comparto agricolo.»

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Il Consiglio regionale ha approvato le disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda.

Il presidente Ganau ha aperto la seduta dando la parola all’on. Luigi Lotto, primo firmatario della proposta di legge 495 dal titolo Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda finalizzata al rilancio del settore ora che il piano di eradicazione della peste suina africana avviato quattro anni fa dalla Giunta regionale sta dando i suoi frutti.

Per l’oratore del Pd, relatore della proposta e presidente della commissione competente, «si tratta di una legge per ricostruire un comparto in crisi da 40 anni, da quando è comparsa la peste suina africana. In tanti anni abbiamo speso miliardi di lire e milioni di euro per affrontare il problema, affrontandolo solo dal punto di vista sanitario e repressivo. Abbiamo toccato il fondo, è vero, ma da questo settore oggi si possono individuare ottime potenzialità di sviluppo e le basi per il rilancio del settore, dopo che nel 2014 è stata costituita l’unità di progetto. Si può pensare a un comparto che tra produzione diretta e indotto può regalare all’Isola migliaia di posti di lavoro, soprattutto quando sarà possibile riprendere la produzione per esportazione. Da qui il bisogno di una legge che dica cosa si può fare nel settore dell’allevamento dei maiali, settore di grandissima redditività».

Come primo intervento ha preso la parola l’on. Gian Mario Tendas (Pd), che ha detto: «E’ da apprezzare il lavoro della Giunta, delle Agenzie Agris e Laore e quello dell’Università per arrivare a questa proposta di legge. Abbiamo un quadro conoscitivo dettagliato sulla situazione sarda: abbiamo ampie potenzialità per fari diventare questo settore strategico non solo per la zootecnia e capace di generare davvero diverse migliaia di posti di lavoro e allevamenti per un totale di circa un milione di suini». Per l’on. Gian Mario Tendas «la proposta 465 distingue tra allevamenti familiari e a carattere professionale, dove è previsto l’ingrasso dei capi ma anche la vendita dei capi allevati. Si ribadisce il divieto del pascolo brado per evidenti ragioni sanitarie mentre si potranno utilizzare i piccoli macelli aziendali, come chiedono esplicitamente le associazioni di categoria».

Ha poi preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), secondo cui «questa iniziativa legislativa ci è piaciuta molto e abbiamo collaborato anche noi dell’opposizione perché in questo settore c’è una grande occasione di crescita economica per la Sardegna. Solo in Spagna vale 4 miliardi di euro il giro di affari del suino: immaginate cosa potrebbe accadere in Sardegna in questo comparto seguendo l’esempio iberico. Insomma, è una buona proposta di legge che rassicura il consumatore e assicura gli allevatori del suino di razza sarda sul loro lavoro».

Forza Italia ha preso la parola con l’on. Marco Tedde, che ha denunciato i numeri impietosi del settore: «In Sardegna abbiamo 17 mila aziende e un patrimonio di 169mila suini che soddisfano appena il 10 per cento del mercato interno. Nel 1976, invece, prima dell’avvento della peste suina, i capi erano oltre 300 mila: abbiamo perso metà del nostro patrimonio anche e soprattutto per colpa degli allevamenti clandestini, dei suini allevati allo stato brado nelle zone interne in promiscuità con i cinghiali infettati dalla Psa». Dopo questa premessa l’on. Marco Tedde ha aggiunto: «Ci sono dei semplici imperativi che se rispettati consentiranno alle aziende di lavorare evitando di importare, come stiamo facendo, le carni suine».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha ribadito la necessità «della tracciabilità delle carni, distinguendo l’allevamento dei capi di razza sarda per l’autoconsumo familiare sino a un massimo di 4 capi  dall’industria vera e propria. E’ un rituale vero e proprio l’autoconsumo, che fa parte della cultura della Sardegna. Non basta intervenire per abbattere i focolai di Psa: la Regione deve fare politiche di marketing e valorizzare la razza del suino sardo».

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) «questa è una legge che va nella direzione giusta, come è già stato detto, a riprova che quando si vogliono fare cose giuste per le nostre comunità si riesce a farle tutti assieme».

Il Partito dei sardi si è espresso con il capogruppo, l’on. Pier Mario Manca, che ha detto: «Sconfiggere la peste suina non è solo abbattere animali ma salvaguardare la cultura sarda e le razze autonome. Questa è una legge che chiude il cerchio;: abbiamo fermato la malattia e adesso la possiamo finalmente rilanciare. Questa legge sarebbe forse dovuta parte prima, ai tempi in cui abbiamo varato al task force contro la peste suina. Ora con la proposta 465 valorizziamo la nostra razza autoctona, che ha un grande pregio e una grande prospettiva di remunerazione per gli allevatori. Questa è una buona legge».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha parlato “dell’aspetto culturale” dell’allevamento del maiale nelle comunità sarde e ha ricordato i numeri del patrimonio suinicolo della Sardegna dopo il flagello quarantennale della peste suina: «E’ fondamentale che noi ripristiniamo un rapporto di fiducia con i sardi in questo settore, legando insieme anche le filiere dell’allevamento suino e le istituzioni pubbliche che se ne occupano per mandato». 

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ha ricordato la lunga tradizione dell’allevamento dei suini in Sardegna che in passato rappresentava una delle voci più importanti della zootecnia regionale, persino più importante di quello della pecora. «L’arrivo della peste suina sul finire degli anni ’70 – ha aggiunto – ha purtroppo interrotto bruscamente questa tradizione facendo precipitare la Sardegna in una lunga epidemia dalla quale si è iniziati ad uscire dopo tanti piani di eradicazione inefficaci con l’azione forte di questa Giunta rivolta alle migliori esperienze europee come quelle di Portogallo e Spagna». «In quei Paesi e soprattutto in Spagna – ha detto ancora Pier Luigi Caria – l’uscita dalla peste suina ha favorito fin dagli anni ’90 un vero e proprio boom delle produzioni con incrementi del 500%, che hanno portato la Spagna fra le i primi 5 paesi al mondo. Per quanto riguarda la Sardegna, la peste ha influito negativamente sulla nostra capacità produttiva, limitata a circa 170-180.000 mila capi con segnali timida crescita, nonostante consumi interni molto elevati che possono essere soddisfatti solo per il 25% da produzioni locali». «Sconfiggere definitivamente la peste suina dopo tanti sforzi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – significa non solo far ripartire un settore economico che ha una lunga tradizione ma anche contrastare lo spopolamento di molte zone interne e creare nuovi posti di lavoro; anche per queste ragioni è una legge molto attesa da tutto il comparto, che fa innovazione, migliora la professionalità degli addetti, valorizza le competenze ed apre nuovi spazi di mercato per la filiera sarda». 

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità il passaggio agli articoli con 43 voti.

A seguire l’Aula ha espresso il suo voto positivo anche sui 25 articoli che compongono la legge e sulla tabella di accompagnamento. Il testo è stato approvato con due sole modifiche: all’art.7 è stato inserito il termine di 10 giorni per la macellazione degli animali e all’art. 12 è stato assegnato un ruolo alle organizzazioni professionali agricole. Recepito infine, nello stesso articolo, anche un emendamento orale del consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi sui marchi di qualità.

Nelle dichiarazioni di voto finali hanno preso la parola i consiglieri regionali Pier Mario Manca ed Augusto Cherchi del Pds, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, Luigi Crisponi dei Riformatori, il capogruppo di art.1-Mdp Daniele Cocco, Gaetano Ledda del Psd’Az-La Base, Antonio Gaia di Cps ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

La legge è stata approvata all’unanimità con 39 voti.

Dopo lo scrutinio il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo per le ore 16.00 e a seguire l’Assemblea.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di stamane, ha approvato all’unanimità la mozione per la sottoscrizione congiunta del Consiglio regionale sardo e dell’Assemblea corsa dellaCarta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, le misure in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana, ed il passaggio agli articoli delle norme per la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli aziendali esclusivamente aziendali.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione 439 (Pietro Cocco e più) “sulla sottoscrizione congiunta da parte del Consiglio regionale della Sardegna e dell’Assemblea di Corsica della Carta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, in base all’art.102 del regolamento dell’Assemblea.

Aprendo gli interventi, la consigliera Annamaria Busia, del gruppo Misto, ha ringraziato i capigruppo per la sottoscrizione e la procedura accelerata assegnata al documento comune Sardegna-Corsica. La Sardegna, ha osservato, «per quanto riguarda alcuni aspetti della parità di genere ha ancora molta strada da percorrere, a cominciare dalla rappresentanza in Consiglio regionale, ed in effetti le ultime politiche hanno dimostrato che molta astensione è stata femminile perché, evidentemente, le donne risentono di più del clima generale di disorientamento e difficoltà di trovare spazio e lavoro nella famiglia e nella società». Questo fenomeno, ha concluso, «si ripeterà anche nelle prossime tornate elettorali e chiamerà la politica, anche quella locale, ad una riflessione urgente».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis che ricordato che «la valutazione del lavoro compiuto dalla consulta sardo-corsa ma non si può ridurre alla questione elettorale, perché nella carta c’è molto altro; è vero cioè che la Sardegna deve avere una legge diversa da quella della Corsica ma il dibattito deve riguardare tanti aspetti della vita quotidiana che impediscono alle persone (donne e uomini) di avere uguali opportunità diritti e doveri, dalle giovani coppie alle madri alle famiglie numerose, mettendo al centro di tutto soprattutto famiglia che per la nostra Costituzione è il nucleo centrale della società, voteremo quindi a favore auspicando impegni più ampi e concreti anche in prospettiva».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che, con onestà, «bisogna ammettere che la Corsica per certe cose e più avanti della Sardegna e comunque dalla sua realtà si possono ricavare esempi molto positivi; la carta ha un contenuto ampio che è opportuno allargare ancora verso un concetto di uguaglianza a tutto campo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di «documento importante che il nostro gruppo sosterrà con convinzione, anche se la strada è ancora molto lunga per quanto riguarda la vera parità di genere, la prevenzione, l’educazione al rispetto, le politiche ed i programmi orientati all’educazione affettiva, alla famiglia ed alla scuola, una rete sociale viva insomma capace di caratterizzare in positivo la società sarda». L’Europa sta facendo tanto su questi temi, ha detto infine, «e crediamo che questa battaglia di civiltà potrà essere rafforzata anche da una maggiore delle donne nelle istituzioni».

L’assessore degli Affari generali Filipppo Spanu, a nome della Giunta, si è soffermato sul valore dell’idea comune che Sardegna e Corsica propongono all’attenzione delle due Regioni e dell’Europa, conquistando un ruolo centrale nel contesto europeo e Mediterraneo.

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, dopo aver sottolineato che sulla legge elettorale il Consiglio ha fatto scelte importanti avviando un percorso di perequazione dei generi, ha suggerito l’integrazione del documento in alcuni punti «come la condivisione formale dei principi e dei valori che ispirano la carta e l’impegno per l’attuazione degli stessi anche da parte della Giunta».

Il Consiglio ha accolto le proposte di modifica del consigliere Marco Tedde.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha messo in luce l’importanza dell’azione comune Sardegna Corsica aggiungendo che, purtroppo, «la recente sentenza della Cassazione che ha negato l’applicazione di una aggravante a responsabili di stupro perché la vittima era ubriaca, segna un arretramento grave della condizione della donna nella vita pubblica sul piano della civiltà».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha apprezzato l’iniziativa del collega Tedde per le importanti integrazioni e per impegno di Giunta ad attuare un programma strategico sulla parità di genere. In Corsica, ha ricordato a proposito della legge elettorale, «ci sono nell’Assemblea regionale 31 uomini e 30 donne, frutto di un sistema con liste bloccate; quanto alle sentenze evocate dal collega Pierfranco Zanchetta, vanno lette per intero e lo faremo la prossima settimana quando parleremo di violenza».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base), favorevole, ha sostenuto che il documento «si inserisce in un contesto di continuità con le azioni precedenti adottate insieme alla Corsica per lanciare iniziative di valorizzazione delle culture dei popoli d’Europa».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, favorevole, ha riconosciuto che «sulla parità di genere forse i corsi hanno qualcosa da insegnarci ma noi abbiamo fatto la nostra parte avviando un percorso significativo, mentre sulla consulta serve un passo avanti sul piano dell’operatività e della concretezza, a cominciare dal riconoscimento degli Stati di appartenenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto fra l’altro che «è meglio non dire troppe parole pensando di fare chissà cosa, la parità di genere è un fatto culturale che si pensa e si pratica, siamo convinti di quello che abbiamo firmato e di crediamo profondamente».

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista) ha tenuto a precisare che il sistema elettorale corso funziona con liste bloccate senza preferenze, premio di maggioranza e voto alternato.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha espresso apprezzamento per le integrazioni proposte dal collega Tedde per favorire azioni più incisive coinvolgendo anche il presidente della Giunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 48 voti.

Dopo una breve sospensione della seduta, il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposte di legge n. 526 (Congiu e più) che contiene “Misure straordinarie in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”. Anche questo provvedimento arriva in Aula con il consenso di tutto i capigruppo in base all’art.102 del regolamento.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire al suo gruppo di incontrare una delegazione di lavoratori Aias, presenti sotto il palazzo del Consiglio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto di non poter accogliere la richiesta per motivi organizzativi, come è già stato comunicato ai lavoratori e ad altre delegazioni di diverse categorie, ugualmente presenti sotto il palazzo.

Riprendendo la discussione della legge n. 536 il primo firmatario Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato che il provvedimento nasce da quando, nel dicembre 2017, 130 lavoratori dell’ex polo di Ottana furono esclusi dall’accesso alla mobilità in deroga. Da allora, ha spiegato, «sono state avviate diverse iniziative per il loro recupero, prima inserendoli nel progetto LavoRas con una misura specifica, azione rivelatasi non praticabile, poi prevedendo una una tantum compensativa del danno subito, attraverso una legge ad hoc che cambia la legge di stabilità; siamo conseguenti agli impegni assunti dalla Regione e contenuti in diversi documenti votati dal Consiglio per l’inserimento di Ottana fra le arie industriali di crisi complessa, per cui è auspicabile la sottoscrizione comune dei gruppi».

Per il Pd il consigliere Franco Sabatini ha espresso apprezzamento per il provvedimento proposto dal collega Congiu, ricordando però che «recentemente la Camera ha respinto un emendamento che aveva lo scopo di inserire questi lavoratori nel trattamento di cassa integrazione; tutte le forze politiche devono quindi lavorare per ripresentarlo è ingiusto che i lavoratori siano esclusi dagli ammortizzatori sociali per formalità burocratiche».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, nel condividere la proposta, ha lamentato che «le vicende di Ottana sono sempre mortificate da un qualcosa che per diversi motivi non va mai a buon fine, mentre invece quei lavoratori invece meritano il massimo dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni e vanno incoraggiati».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, ha parlato di una legge che «rende giustizia a lavoratori purtroppo finora bistrattati e non è vero che il Consiglio parla di Ottana solo oggi, ce ne siamo occupati tante volte senza ottenere grandi risultati ma c’è l’impegno a fare ancora di più». Qualche giorno fa, ha ricordato, «la commissione speciale di inchiesta ha visto ad Ottava degrado e scempi ambientali senza fine, mostri di amianto e fiumi di acidi sparsi in ettari ed ettari di terreno per responsabilità certamente non addebitabili a questa Giunta».

Il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu si è dichiarato favorevole «solo per rispetto dei 130 lavoratori e delle loro famiglie, non certo per la situazione kafkiana di Ottana piena di responsabilità politiche ed amministrative che non si possono nascondere, in un territorio dove si sono fatte scelte profondamente sbagliate, anche ideologiche, con atti di spoliazione rapace appoggiati da politici». E’sperabile, ha concluso, «che altre crisi simili possano avere la stessa considerazione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sostenuto che il provvedimento riguardante Ottana riguarda una situazione circoscritta agli anni 2016 e 2017 rimasti senza interventi specifici. E’chiaro però, ha proseguito, «che non possiamo trascurare tanti altri casi di lavoratori che si trovano più  o meno nelle stesse condizioni; è meglio quindi mettere a punto un quadro di insieme, comprendente altre situazioni, dal Sulcis al Medio Campidano, che presentano crisi industriali con caratteristiche previste dalla legge per interventi a sostegno dei lavoratori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che il suo gruppo è rimasto in Aula per senso di responsabilità e per votare questa legge discussa dal Consiglio in base all’art. 102. Però, ha osservato, «forse il collega Congiu avrebbe dovuto parlare di un provvedimento condiviso da tutti i capigruppo e non come esponente di un partito; nel merito, per noi si tratta di un atto di giustizia, ma non dimentichiamo che per altri territori non c’è stata la stessa attenzione, mi riferisco in particolare ai lavoratori della ex Rockwool  definiti invisibili che tali, purtroppo, sono rimasti». Auspichiamo perciò, ha concluso, «che al più presto si affrontino anche altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nell’esprimere piena adesione all’iniziativa, ha affermato che «Ottana è un problema grave di cui si è parlato a lungo senza mai arrivare a soluzione condivisa, capace anche di fare piena luce sui danni consumatisi nel tempo anche per colpa della pubblica amministrazione; bisogna invece andare fino in fondo per evitare che anche Ottana viva di assistenza come il Sulcis».

Per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu ha sostenuto che «la proposta è condivibile ma è chiaro che quanto si interviene molto tardi lo si fa con provvedimenti parziali fermo restano che, per chi non ha nemmeno la cassa integrazione, anche un giorno è importante». Tuttavia, ha auspicato, «è meglio prevenire, va bene la commissione di inchiesta ma più che di ritardi è il caso di parlare di futuro e prospettive, per rispondere non solo al degrado ambientale ma al senso di abbandono di un territorio che da quella industria aspettava un rilancio; non inseguire, in definitiva, ma progettare e programmare».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso il parere favorevole della Giunta ponendo in evidenza la caratteristica “una tantum” del contributo economico, concedibile quindi solo con un’apposita norma di legge. Il vice presidente dell’esecutivo ha rammentato dunque gli interventi concreti posti in essere dalla Giunta nell’area di Ottana: «Due milioni di euro per una serie di interventi urgenti nei terreni del consorzio industriale ma che non riguardano le bonifiche perché chi ha chi ha inquinato deve pagare, 5 milioni a favore dell’ampliamento degli impianti della Antica fornace; 4 milioni per piccole e medie iniziative; 2 milioni per ulteriori interventi sul mercato del lavoro». «Con questa legge – ha concluso Paci – si interviene sui 130 lavoratori esclusi per motivi fortuiti dagli ammortizzatori in deroga riferiti al 2016-2017».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato il sostegno personale e del suo gruppo per il provvedimento, chiedendo di apporre la firma alla proposta di legge, auspicando analoghe attenzioni anche per altre realtà di crisi della Sardegna. Pieno sostegno anche da parte del consigliere Rossomori, Emilio Usula, che ha ricordato la valenza sociale prima ancora che ambientale del disastro di Ottana. La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha ribadito la necessità di “allargare il fronte dopo Ottana” ed ha posto in evidenza la crisi della ex Keller e dei lavoratori rimasti senza alcun tipo di sostegno al reddito. L’esponente della maggioranza ha reiterato la richiesta per il riconoscimento di “area di crisi complessa” nei territori ricompresi tra Villacidro e Guspini.

Roberto Desini (Pds) ha ricordato lo spirito unitario con il quale si è intervenuti sulla crisi di Ottana, anche alla luce della manifestazione pubblica dello scorso aprile, ed ha annunciato il ritiro delle firme dei consiglieri regionali del Pds così da consentire a tutti i capigruppo la sottoscrizione del provvedimento unitario a sostegno dei lavoratori di Ottana.

Gianni Lampis (FdI) ha dichiarato sostegno alla proposta («non ci sottraiamo alla responsabilità verso i lavoratori») ma ha chiesto l’impegno del Consiglio anche per i lavoratori della Keller, proponendo l’approvazione di un ordine del giorno unitario. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ribadito l’adesione alla proposta di legge ed ha evidenziato come “il Consiglio sia chiamato ancora una volta a sopperire alle manchevolezze dello Stato”. A favore anche Fabrizio Anedda (Misto) che ha invitato il Consiglio a “ragionare sulla produzione perché l’assistenza non basta più” e ad affrontare in termini risolutivi la crisi dell’Aias.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu ha quindi ribadito che il provvedimento si rivolge ai 130 lavoratori esclusi dalla mobilità in deroga 2016 2017 definendo la norma in discussione “una misura di riequilibrio sociale”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 47 favorevoli su 47 votanti e di seguito con 48 sì su 48 votanti è stato approvato l’articolo 1 che “autorizza per l’anno 2018 la spesa di euro 2.315.000 per l’attuazione di un programma di interventi in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana cessati dal rapporto di lavoro a seguito della liquidazione delle rispettive società e non sostenuti da ammortizzatori sociali ordinari e in deroga con riferimento agli anni 2016 e 2017, nonostante l’avvenuta presentazione della relativa istanza di mobilità in deroga nel mese di aprile 2017, in virtù delle disposizioni dell’asssessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale del 27 marzo 2017, che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento”.

All’unanimità (50 a favore su 50 votanti) è stata approvata la norma finanziaria con la correzione della provenienza finanziaria, avanzata da Gianfranco Congiu. Dopo il via libera (50 favorevoli su 50 votanti) all’articolo 3 (entrata in vigore), il presidente del Consiglio ha sospeso i lavori per consentire la predisposizione di un ordine del giorno unitario sui lavoratori ex Keller.

Alla ripresa ha preso poi la parola il presidente Gianfranco Ganau che ha dato lettura di un ordine del giorno unitario a firma Rossella Pinna, Gianni Lampis e Alessandro Collu. Il testo sollecita l’impegno della Giunta per “ogni utile azione e iniziative per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori dello stabilimento Keller elettromeccanica di Villacidro  e l’adozione di misure di politiche attive del lavoro” e anche l’impiego nei cantieri per gli ex lavoratori che non beneficiano di ammortizzatori sociali.

Favorevole l’assessore Raffaele Paci e anche l’Aula, che lo ha approvato e ha detto sì subito dopo anche alla legge 526 a firma Gianfranco Congiu e più “Misure urgenti in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”.

Il parlamento sardo è passato poi all’esame della proposta di legge 506 “Norme per la lavorazione, la trasformazione e il cofnezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali”. Il presentatore, l’on. Luigi Lotto (Pd), ha detto: “Si tratta di consentire alle aziende agricole di presentare sul mercato locale con prodotti certificati e garantiti sotto il profilo della sicurezza alimentare. Abbiamo sentito in commissione tutti i pareri interessati e la abbiamo accolta favorevolmente”.

Dello stesso avviso l’on. Luigi Crisponi (Riformatori): “Con questa legge si evita di disperdere conoscenze e storie familiari, si salvaguarda l’identità delle piccole aziende agricole senza mancare di rispetto ai dettami legislativi soprattutto quelli dell’Unione Europea. Diamo forza ed energia a chi, piccola azienda, produce marmellate come salumi e non ha la possibilità di arrivare al mercato. Per questo la commissione ha salutato con favore questa proposta di legge”.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “non è possibile non condividere questa proposta di legge perché è una proposta di buon senso. Nella propria azienda ognuno deve essere padrone ma non possiamo dire che con l’approvazione di questo testo ci dimenticheremo gli errori che avete fatto nella gestione dell’agricoltura sarda. Né ci potremo dimenticare i vostri ritardi nei bandi dell’Unione Europea”.

Anche l’on. Piermario Manca (PDS) si è detto favorevole: “Una legge semplice che va nella giusta direzione. Si tratta di consentire alle piccole imprese di trasformazione agricola di fare il suo lavoro. Vanno definiti però i quantitativi trasformati massimi ammessi, anche se si può evitare di farlo in legge”.

Dai banchi dell’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha aggiunto: “Questa legge è strategica perché consente all’azienda agricola di esportare i propri prodotti insieme al bene più importante: il territorio. E tutto questo lavoro di trasformazione potrà accadere usando i piccoli impianti privati dei produttori”.

Soddisfatta anche la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda: “E’ corretto sostenere con un provvedimento legislativo la produzione che non riesce ad arrivare alla grande distribuzione, stiamo coinvolgendo con questo provvedimento gli operatori del settore aprendo nuove politiche di marketing”.

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) “si colma oggi un vuoto legislativo che altre regioni come la Toscana hanno già colmato da un pezzo”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo al voto il passaggio agli articoli, che è stato approvato e ha aggiornato la seduta alle 16.00.

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«Sul problema dello smaltimento degli scarti di macellazione abbiamo fatto un passo avanti anche recuperando risorse significative, ora attendiamo con fiducia la proroga del ministero dell’Ambiente ed i riscontri concreti dei portatori di interesse.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria riferendo davanti alla commissione Attività produttive presieduta da Luigi Lotto (Pd), sul problema dello smaltimento degli scarti da macellazione animale, provenienti soprattutto dalle strutture della grande distribuzione.

Successivamente Alessandro De Martini, responsabile dell’Unità di progetto costituita presso la presidenza della Giunta, ha sintetizzato i principali passaggi delle attività svolte. «Con la deroga che attendiamo dal ministero dell’Ambiente – ha annunciato – ci saranno le condizioni per una nuova ordinanza del presidente della Regione che resterà in vigore fino al marzo del 2019 per il conferimento di questa tipologia di materiali in discarica». «Tuttavia – ha aggiunto – nel rispetto delle normative europee che richiedono forme più moderne di smaltimento abbiamo pubblicato un bando rivolto a soggetti pubblici e privati per la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento, con un finanziamento di 3 milioni di euro; il bando ha raccolto 19 proposte che stiamo valutando».

«La proroga – ha aggiunto – rappresenta l’ultima possibilità soprattutto per il mondo produttivo perché la normativa vigente inquadra queste attività nell’ambito del libero mercato, con due opzioni: lavorazione di questi sottoprodotti per ottenere mangimi, farine od altro o trasformazione degli stessi per ricavare bio-gas, attraverso passaggi che prevedono un percorso autorizzativo più complesso e rigoroso.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Gaia (Cps), Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc), Gianmario Tendas e Valerio Meloni (Pd) e Mariano Contu (Forza Italia).

Nelle conclusioni il presidente della commissione Luigi Lotto ha espresso una valutazione positiva sulla proroga sottolineando però che «tempo e risorse finanziaria dimostrano che la Regione ha fatto la sua parte, ora tocca alla grande distribuzione dare un segnale, dimostrando di sapersi organizzare per trattare questi materiali in modo responsabile e sostenibile».

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Un settore in forte espansione, un’attività sulla quale hanno deciso di scommettere molti giovani imprenditori sardi. Da alcuni anni la produzione di birra artigianale in Sardegna è in continua crescita: nel 2012 si contavano nell’Isola 13 birrifici, oggi sono oltre 30 con un incremento del 130% e un fatturato di oltre 10 milioni di euro. Un fenomeno sul quale rivolge ora l’attenzione anche il Consiglio regionale della Sardegna. La Commissione “Attività produttive” ha iniziato l’esame di due diverse proposte di legge presentate dai Riformatori sardi (primo firmatario Luigi Crisponi) e dal Partito democratico (primo firmatario Luigi Lotto) con l’obiettivo di arrivare in tempi rapidi ad un testo condiviso.

Su queste due proposte di legge, il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha sentito in audizione i rappresentanti delle associazioni di categoria agricole e artigianali, i produttori, i vertici dell’Agenzia Laore e i ricercatori della società Porto Conte Ricerche.

Dalle associazioni di categoria, che hanno espresso un unanime apprezzamento per l’iniziativa assunta dalla Commissione, sono arrivati anche alcuni suggerimenti e proposte di integrazione del testo normativo.

Secondo Maria Antonietta Dessì della Cna, il settore mostra grande vivacità e per questo va sostenuto stando attenti a non introdurre nuovi vincoli e costi per le aziende. «Si deve tener conto che in Sardegna la birra viene prodotta quasi interamente con materie prime importate bisogna quindi tener conto della situazione attuale senza penalizzare i produttori e, allo stesso tempo, lavorare a lungo termine sulla filiera».

Per Giovanni Sio di Confagricoltura: «La produzione di birra artigianale è in grande espansione e per questo merita una regolamentazione che garantisca trasparenza del mercato e tutela dei consumatori in modo da scongiurare il rischio di un aumento incontrollato dei produttori e dei prezzi per i birrifici agricoli apprezziamo la decisione di puntare sulla territorialità delle produzioni, concetto che incentiva la costruzione di processi di filiera».

Più chiarezza nella predisposizione del testo di legge ha chiesto invece il segretario regionale di Confartigianato Stefano Mameli: «Prevedere norme troppo rigide per la costituzione di un marchio di qualità potrebbe essere un boomerang l’incentivazione della produzioni nostrane è una buona idea ma nel frattempo deve essere tutelato l’esistente se si vuole sostenere il comparto».

Giudizio condiviso da Salvatore Carvone di Casartigiani: «Il settore rappresenta una grande opportunità per i giovani imprenditori è importante per questo non appesantire la legge. Serve una norma snella e immediatamente attuabile». 

Soddisfazione per l’iniziativa consiliare è stata espressa anche dall’Associazione dei Birrai, sodalizio appena costituito del quale fanno parte più della metà dei birrifici sardi. Gabriele Corraine e Giovanni Fele, titolari di due piccole aziende a Nuoro e Oliena, hanno auspicato una rapida approvazione del provvedimento e chiesto più attenzione su alcuni aspetti: l’abbattimento dell’accise sulle bevande alcoliche come accade in Valle d’Aosta (attualmente in Sardegna il costo è di 0,35 centesimi di euro a litro) e meno ostacoli per l’occupazione degli spazi commerciali nelle manifestazioni pubbliche.

Sui progetti di filiera, l’Associazione dei birrai si è detta favorevole a un grande piano per la produzione in loco della materia prima: «Alcuni di noi stanno già acquistando solo cereali sardi – hanno detto Gabriele Corraine e Giovanni Fele – l’orzo prodotto nella nostra Isola è di qualità eccelsa. La Sardegna potrebbe diventare il primo produttore di orzo da birra a livello nazionale con grande beneficio per gli agricoltori».  

Uno degli ostacoli maggiori per i produttori è rappresentato dalla quasi totale assenza di maltifici in Sardegna, se si eccettua un piccolo impianto sorto a Irgoli all’interno di un’azienda agricola. «Si tratta di un progetto finanziato con la misura 4.2 del Piano di sviluppo rurale – ha spiegato dal direttrice regionale di Laore Maria Ibba – un’esperienza molto positiva che ha permesso all’azienda agricola di chiudere la filiera. La birra prodotta a Irgoli è interamente sarda».

Sulla produzione di birra artigianale si concentra da tempo anche l’attività della società “Porto Conte Ricerche”. Luca Pretti, ricercatore ed esperto del settore, ha illustrato alla Commissione alcuni progetti sperimentali portati a termine in questi anni: dalla coltivazione del luppolo alla formazione di 28 maestri birrai, passando per l’incentivazione di alcuni prodotti tipici da destinare ai birrifici: orzo maltato, grano, avena e farro.

Luca Pretti è poi entrato nei dettagli dei diversi tipi di produzione: «La qualità della birra non dipende dalla bontà del prodotto quello è un giudizio soggettivo. Va misurata invece su altri parametri come il grado di fermentazione. La produzione di birra ha diversi stili e processi produttivi, prevedere un disciplinare di produzione sarà un compito arduo».

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Riprendono domani, martedì 10 luglio, i lavori della commissioni del Consiglio regionale.

Alle 16.00 si riunisce la Prima (Autonomia) presieduta da Francesco Agus (Campo progressista). Oltre all’elezione di un segretario, è in programma l’esame della Pl 199 (contributo all’Associazione degli Enti locali-Approvazione nuovi criteri di riparto di cui alla delibere della Giunta regionale 20026 e 2007) ed il Dl 520 (Lavoro straordinario dei dipendenti regionali in occasione di consultazioni elettorali-Interpretazione autentica dell’art. 90 della legge regionale 7/79). All’ordine del giorno anche una ipotesi di risoluzione per il superamento del precariato nel sistema Regione.

Da domani, alle 10.30, inizia anche il lavoro della Quarta commissione (Governo del territorio) presieduta da Antonio Solinas, che sarà impegnata per tutta la settimana, con sedute di mattina e di pomeriggio, nella discussione del Testo unico sull’Urbanistica.

Sempre domani ma alle 9.30 la commissione Speciale sui problemi dell’artigianato e del commercio presieduta da Roberto Deriu comincerà il riordino della documentazione riguardante i contributi contenuti nelle audizioni dei soggetti esterni sulle problematiche dei due settori.

Mercoledì 11, alle 10.30, in seduta congiunta, la Prima (Autonomia) e la Terza (Bilancio) ascolteranno i rappresentanti dell’Anci e del Cal sull’assetto “dei rapporti economici e finanziari fra Stato e Regione in materia di finanza locale e concorso regionale al perseguimento degli obiettivi generali di finanza pubblica”. Nel pomeriggio alle 16.00, sullo stesso argomento, riferiranno anche gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu.

Ancora nella giornata di mercoledì, alle 10.30, la Quinta commissione (Attività produttive) presieduta da Luigi Lotto (Pd) sentirà le organizzazioni di categoria agricole ed artigianali, e a seguire i responsabili di Porto Conte Ricerche e dell’Agenzia Laore sulle due proposte di legge in materia di birre artigianali della Sardegna.

All’attenzione della commissione anche il Testo unico sulle cooperative di comunità.

Nel pomeriggio, alle 16.30, invece, sono previste le audizioni degli assessori dell’Agricoltura Pier Luigi Caria e della Sanità Luigi Arru, della Direzione generale della Giunta e di Argea sullo “smaltimento degli scarti animali di macellazione”.

Giovedì 12 luglio, alle 9.30, la commissione Speciale sull’artigianato ed il commercio presieduta da Roberto Deriu (Pd) farà una valutazione generale dei contenuti delle audizioni ed eventualmente procederà alla costituzione di sottocommissioni tematiche su specifici aspetti dei due settori produttivi, in vista della predisposizione di una apposita proposte di legge.

Sempre giovedì ma alle 12.30, la commissione speciale su Ottana presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori sardi), dopo l’elezione di un segretario, imposterà il suo calendario di lavori.

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Il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge regionale n. 16 del 28 luglio 2017 “Norme in materia di turismo”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha protestato per l’inserimento all’ordine del giorno di una interpellanza sull’Aias, ricordando che la procedura seguita viola il regolamento anche perché è stata assegnata alla commissione dove peraltro attendiamo da tempo risposte dell’assessore della Sanità.

Il presidente Ganau ha concordato con l’interpretazione del consigliere, assicurando che l’interpellanza non sarà iscritta all’ordine del giorno.

Riprendendo la discussione generale sulla proposta di legge 508 il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia, ha ricordato che «la legge di riferimento in materia turistica che la norma in esame vuole parzialmente modificare (la n.16 del 2017) fa registrare una bassissima capacità di spesa delle risorse assegnate, fatto gravissimo che blocca lo sviluppo della Sardegna». Il turismo invece, ha sostenuto, «è un settore strategico per la Sardegna sul quale occorre lavorare a fondo collegando ogni possibile soluzione a quella del problema dei trasporti, oggi purtroppo all’attenzione dell’opinione pubblica per il caro-tariffe che rende la nostra Regione di fatto inaccessibile; serve perciò un tavolo costante, una sorta di conferenza di servizi permanente, per rendere davvero efficace la regia della Regione sulle più importanti questioni strategiche».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha rilanciato la questione Aias contenuta nell’interpellanza che, ha detto, ha la firma della capogruppo del Misto e se ne è parlato in conferenza dei capigruppo. Il problema, ha aggiunto, «è che i lavoratori non hanno ancora percepito gli stipendi nonostante la Regione abbia fatto quanto di sua competenza, per cui siamo preoccupati sia per i pazienti che per i lavoratori».

Il presidente Gianfranco Ganau ha annunciato che l’interpellanza è stata ripresentata al protocollo e potrà essere discussa stasera ma non ci potrà essere alcun dibattito.

Il consigliere Giorgio Oppi ha nuovamente protestato, ribadendo che in base al protocollo deve andare in commissione ed il regolamento vieta procedure diverse; è chiaro che qualcuno vuole farsi pubblicità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita non pregiudica i lavori di commissione e che l’interpellanza è stata ripresentata con la firma di un capogruppo.

Successivamente è ripresa la discussione generale sulla proposta di legge 508.

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato la sua astensione sulla legge 16 motivata dall’auspicio che fossero introdotte alcune modifiche per sanare evidenti criticità fra le quali, ha detto Pierfranco Zanchetta, «l’aumento dal 25 al 35% delle cosiddette casette amovibili nei campeggi, aumento sbagliato perché mentre ci prepariamo ad affrontare la legge urbanistica in cui si parla di ricettività alberghiera di alto profilo, stiamo qui a parlare di casette con i piedi a bagno nelle zone di maggior pregio della Sardegna, favelas in riva al mare e diciamo no ad aumenti della qualità delle nostre strutture ricettive realizzate da architetti famosi tutto il mondo». Se vogliamo aumentare l’apporto del turismo al nostro pil, ora all’8%, ha proseguito Pierfranco Zanchetta, «dobbiamo avere una visione certamente molto più moderna e, per quanto riguarda le casette, mi riservo di presentare uno specifico emendamento». Voglio però richiamare l’attenzione del Consiglio, ha continuato il consigliere, «su un altro rischio che corre il turismo sardo ed in particolare il settore nautico nel cui ambito rischia di scomparire il comparto noleggio con conduttore che conta 3000 aziende con grandi professionalità, a causa di un decreto legislativo del 2017 che qualifica la loro attività come traffico». Abbiamo già informato l’assessore Carlo Careddu, ha ricordato il capogruppo di Cps, «ma dal Consiglio deve partire un messaggio chiaro per modificare quella legge profondamente sbagliata, così come occorre intervenire su boat & breakfast e marina resort, con norme certe soprattutto per evitare assalto esterno di abusivi che penalizzano i nostri operatori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che «questa legge doveva essere semplice ed apportare alcune correzione alla 16/2017 ma poi sono emersi molti grandi problemi a cominciare da quello dei trasporti, da Air Italy alla Tirrenia, ed altre questioni che solo apparentemente sono di minore importanza: i cosiddetti condohotel infatti non sono altro che una forma ibrida fra condominio ed hotel (inserita in una legge nazionale) che però crea un mercato preferenziale per modificare le strutture, aggira le norme urbanistiche, favorisce la speculazione e l’evasione fiscale, snaturando in Sardegna il tessuto ricettivo di alta qualità».

Il primo firmatario della legge Luigi Lotto (Pd) ha lamentato che la legge sia stata caricata di significati al di là delle intenzioni di coinvolgere i privati come sollecitato dalle associazioni di categoria. Forse abbiamo trascurato di prevedere procedure certe, ha osservato Lotto, «ma è improprio (anche se legittimo) parlare a tutto campo di turismo e peraltro va ricordato che la legge 16 sta andando bene e stiamo per chiudere il piano strategico di settore; i condohotel sono una categoria nuova prevista a livello nazionale in vigore a prescindere dal nostro recepimento, per cui concentriamoci sul passaggio di cui si parla nella norma».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha protestato in apertura per il modo schizofrenico di legiferare, «in questo caso nascondendosi dietro la normativa nazionale che peraltro esisteva già al momento dell’approvazione della 16/17». Siete fuori dal mondo, ha detto rivolta alla maggioranza, «perchéè il turismo non può vivere di stati di avanzamento, improvvisazioni, visioni particolari sganciata da una visione unica del problema; analisi e statistiche di Federalberghi denunciano infatti l’abusivismo come una delle peggiori piaghe del turismo sardo che voi ora incentivate». La soluzione invece è quella della chiarezza, ha sostenuto la Zedda, «altro che demonizzare la riqualificazione delle strutture esistenti e collocare nelle zone interne le strutture di serie B; abbiamo perso tante occasioni dalle legge 16 in poi mancando l’occasione di un salto di qualità, anzi proprio sulla legge 16 sono stati impegnati appena 9 milioni impegnati sui 27 stanziati, un fallimento».

Ha quindi preso la parola l’assessore al Turismo Barbara Argiolas per la replica.

L’esponente dell’esecutivo ha fatto il punto sullo stato di attuazione della legge n.16 del 2017: «Il Dmo è il primo esempio di società partecipate costituito in Italia dopo l’approvazione della legge Madia – ha spiegato Barbara Argiolas – l’aggiustamento serve a garantire che la legge nasca secondo i dettami della nuova normativa delle recenti disposizioni emanate dall’Autorità nazionale anticorruzione».

Sul Piano strategico per il turismo, Barbara Argiolas ha ricordato che nei mesi scorsi la Giunta ha promosso oltre 60 incontri sul territorio regionale ai quali hanno preso parte circa 500 soggetti interessati. Quanto alle modifiche introdotte all’art. 7 della legge n.16, l’assessore ha ribadito che si tratta di una proposta discussa con i rappresentanti delle Camere di Commercio e degli aeroporti. «Stiamo spostando competenze dall’assessorato al turismo al DMO». Barbara Argiolas ha quindi annunciato l’imminente presentazione di una delibera per la definizione e regolamentazione della Rete dei Borghi (entro luglio).

Sul bando per la destagionalizzazione, infine, l’assessore ha spiegato i contenuti del provvedimento: «Si tratta di un investimento da 27 milioni di euro per l’acquisto di spazi pubblicitari e campagne di comunicazione. Su questo bando sono stati individuati 16 lotti, hanno partecipato in dieci e sono stati tutti aggiudicati – ha affermato Barbara Argiolas – era un progetto pilota, ci stiamo interfacciando con soggetti stranieri che non  sono abituati a lavorare con le nostre norme. Non è facile, però il bando funziona e ha riscosso grande interesse».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere dei Rossomori Emilio Usula che ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per chiedere la modifica della legge 16 nell’articolo che prevede un incremento degli spazi destinati a strutture amovibili (casette e bungalow) all’interno dei campeggi: «La legge n.16 ha modificato la normativa su capacità e tipologia ricettiva dei campeggi. Si è passati dal 25 al 35% delle strutture amovibili. E’ una norma incoerente con la legislazione vigente – ha detto Emilio Usula – la Giunta aveva dato rassicurazioni sulla correzione di questa norma. Recentemente ha approvato una delibera che va in questa direzione. Ho presentato alcuni emendamenti per rafforzare quanto previsto in quella delibera per la tutela di zone sensibili e di alto pregio. Chiedo coerenza».

A favore della proposta di Emilio Usula si è schierato il consigliere Antonio Gaia (Cristiano Popolari) che ha però difeso l’impianto del provvedimento: «Non si fa altro che recepire le norme nazionali – ha rimarcato Antonio Gaia – si è rinviato all’Aula per coinvolgere anche la minoranza. Lo si è fatto tenendo conto dei rilievi dell’opposizione in Commissione. Voglio mettere in evidenza che quando si recepiscono normative nazionali non si fa l’interesse di nessuno. Siamo parte della Patria italiana e dobbiamo tener conto delle leggi nazionali».

Marco Tedde (Forza Italia) rivolgendosi all’assessore Barbara Argiolas le ha ironicamente rivolto i complimenti «per aver tentato di giustificare i ritardi con sofismi di alto livello». Secondo Marco Tedde, i fatti sono però incontestabili: «Il Piano strategico sul Turismo doveva essere approvato entro sei mesi, siete in fortissimo ritardo. Un’ammissione di responsabilità sarebbe stata ben accetta. Sono sicuro dell’impegno dell’assessore ma i risultati non rispondono alle aspettative – ha affermato il consigliere azzurro – l’assessore non può non ammettere che i problemi sono serissimi».

Voto contrario ha annunciato Luigi Crisponi (Riformatori): «Su questa legge c’è bisogno di ulteriori chiarimenti. Non si può non pensare di mettere in discussione almeno moralmente le norme dello Stato italiano che si vogliono applicare dappertutto senza distinzioni. Rientra nelle nostre prerogative democratiche censurare e dire che si tratta di una legge farsa – ha detto Luigi Crisponi – il territorio sardo è diverso da quello dell’Emilia Romagna. Non ci sono le condizioni per l’applicazione degli articoli 2 e 3». L’esponente dei Riformatori sardi si è poi soffermato sulla necessita di governare i flussi turistici: «Si dica come sta realmente andando questa stagione. La luna di miele è terminata, gli accidenti che hanno consentito un incremento di presenze in Sardegna per terrorismo e guerre stanno venendo meno. Egitto, Turchia e Marocco si sono riorganizzati con massicce campagne promozionali».

Voto contrario ha annunciato anche il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’assessore è riuscita a non rispondere a nessuna domanda.  Questa leggina si trascina un’ambiguità terribile – ha affermato Gianluigi Rubiu – con i condhotel si incrementa la speculazione edilizia, l’abusivismo e l’evasione fiscale. Una misura che non porterà bene al turismo e alla Sardegna. Stiamo creando un mostro che a livello nazionale sta muovendo i primi passi. Ha radici in America, ma il nostro modello di turismo è diverso e dovremmo tutelarlo».

In difesa del provvedimento è intervenuto il relatore Piero Comandini (Pd): «Non è questa la legge sul turismo, è solo un aggiustamento reso obbligatorio dall’approvazione delle nuove norme nazionali – ha spiegato Piero Comandini – non si sta creando nessun mostro e non c’è nessuna speculazione edilizia. I condhotel grazie allo “Sblocca Italia” può permettere alle strutture ricettive di riqualificarsi. E’ una misura appoggiata dalle associazioni di categoria. E’ la possibilità di dare benefici finanziari agli albergatori per creare un’offerta mista. La norma favorisce l’emersione del sommerso».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda nell’annunciare il voto contrario del suo gruppo ha difeso il diritto di esprimere in aula opinioni diverse. «Il turismo oscuro porta solo un incremento del carico antropico. Se crediamo di poter esercitare la nostra autonomia la dobbiamo esercitare. Si parla di condomini, quale albergo dell’entroterra può avvalersi dei condomini? Prima di dire va tutto bene dobbiamo essere realisti e capire quali possono essere le azioni più incisive per far crescere il Pil del turismo»

Il Consiglio ha quindi approvato il passaggio agli articoli con voti 26 favorevoli e 14 contrari.

Si è quindi passati all’esame dell’art. 1 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 16 del 2017 (Destinazione Sardegna DMO)” . Ottenuto il parere di Commissione e Giunta il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo e i relativi emendamenti.

Secondo il consigliere di Forza Italia Marco Tedde l’assessorato ha dimostrato di non avere la capacità di leggere le esigenze del turismo in Sardegna. «Oggi ha certificato questa sua incapacità. Chiediamo per questo la soppressione dell’articolo 1 perché è monco. Introduciamo una norma che, nel caso in cui sia contemplata la partecipazione di soggetti privati al Dmo, non prevede che la scelta avvenga attraverso procedure di evidenza pubblica. Questa è una lacuna difficile da colmare».

Marco Tedde ha poi citato una recente indagine del Sole24Ore sull’andamento dell’economia italiana: «I dati evidenziano che le province sarde sono molto indietro rispetto a quelle italiane. Questo è dovuto in gran parte alle dinamiche sul turismo. La colpa è vostra – ha sottolineato Marco Tedde – governate da 4 anni la Sardegna ma siete stati un disastro in tema di trasporti e turismo. Avete fatto proclami sul bando sulla destagionalizzazione. Pigliaru non sapeva che la legge era al palo. Il termine di sei mesi per esitare il Piano strategico sul turismo non sono stati rispettati. E’ passato più di un anno. I primi denari dovevano essere spesi nel 2017. Non so quali siano i problemi, in ogni caso sta a voi risolverli. Dovete smettere di comunicare ciò che non riuscite a fare».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha citato una dichiarazione dell’assessore Barbara Argiolas sull’indice di sopportazione del carico antropico da parte del sistema costiero: «L’assessore ha detto che il limite massimo è stato raggiunto nei mesi centrali della scorsa stagione estiva. Cosa vuol dire? Era quella la nostra massima capacità recettiva determinata da una serie di congiunture favorevoli? Io credo che il Pil non ne abbia tratto benefici, i dati occupazionali erano appena superiori al passato, in autunno la Sardegna non si è scoperta più ricca».

Secondo Tunis dire che il futuro dell’Isola è nel turismo significa fare solo propaganda. «Ci saremmo aspettati soluzioni strutturali capaci di moltiplicare il Pil del turismo e trasformarlo nel reale motore dell’economia sarda – ha detto Tunis – questo testo è contraddittorio e orientato al ribasso, carica ulteriormente dal punto di vista antropico la Regione ma senza leve economiche capaci di trasferire ricchezza ai sardi. Manca una visione strategica. Per questo il nostro atteggiamento sarà costantemente negativo».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda: «Credete davvero che il comma b) dell’art. 1 possa risolvere gli svantaggi dell’insularità? Se è così, fate voi».

Messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 1 è stato respinto con 23 no e 14 sì.

Respinti in rapida successione anche gli emendamenti soppressivi parziali n. 2, 3, 4, 5 e 6 e l’emendamento sostitutivo parziale n. 7.

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 1 con 28 voti a favore e 14 contrari

Sull’emendamento aggiuntivo n. 8 il Consiglio ha espresso voto contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale n. 16 del 2017 (Denominazione delle strutture ricettive)”.

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n.9 che è stato respinto con 24 voti contrari e 17 a favore.

Subito dopo è stato approvato il testo dell’articolo 2.

Dopo il parere sugli emendamenti di Commissione e Giunta si è aperta la discussione sull’art. 3 “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 16 del 2017 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere)”. Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 10. E’ subito intervenuta la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per annunciare il suo voto favorevole: «Non avete nessuna voglia di dare gambe ad alcuna azione che potrebbe essere utile per caratterizzarci e per dare risposte al territorio in modo da incrementare l’offerta turistica e valorizzare le eccellenze – ha rimarcato Alessandra Zedda – i vostri emendamenti dimostrano che ci sono cose da correggere. Non è vero che va tutto bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Crisponi che ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento soppressivo totale dell’art. 3. «Se lo approvate così state attenti a non cambiare destinazione d’uso a strutture ricettive che hanno ottenuto il via libera dalla Regione Sardegna per incrementi volumetrici. La legge nazionale è un autentico pasticcio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge. «La definizione di condhotel è diversa da quella contenuta nella legge nazionale. Si tratta di norme contraddittorie. Mi dovete spiegare a cosa vi riferite. Cosi come è scritta non significa niente». Messo in votazione l’ emendamento n. 10 è stato respinto con 24 voti contrari e 15 favorevoli.

Via libera invece al testo dell’articolo con 29 sì e 12 no.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n.17 presentato dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Con questo emendamento vogliamo riportare alla percentuale originaria del 25% la presenza di casette amovibili nei campeggi. L’introduzione della percentuale del 35% rischia di stravolgere la finalità di quelle strutture ricettive. La Regione rispetti le sue stesse disposizioni contenute nella delibera di Giunta recentemente approvata. Chiedo coerenza».

Il capogruppo dei Cristiano popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta ha annunciato il suo voto favorevole chiedendo di poter apporre anche la sua firma all’emendamento. «Mi sorprende che nonostante gli impegni della Giunta non siano state prese decisioni conseguenti per modificare una norma offensiva di un modello di turismo che vogliamo darci e non contempla la presenza di favelas fronte mare».

D’accordo con Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, anche il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu: «E’ questo il momento utile per intervenire. Se non lo facciamo sarà impossibile farlo dopo. C’è l’impegno della Giunta a mantenere la percentuale del 25% e a non trasformare i campeggi in altro».

Anche secondo Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) le regole vanno rispettate: «La legge ignora le nuove esigenze di alcune tipologie di turisti come i camperisti. I campeggi devono essere trasformati e adeguati alla nuova domanda. I camperisti hanno bisogno di stare all’aria aperta e di spazi dove scaricare acqua e rifornirsi. Se poi i campeggi vogliono fare altro rispettino le regole».

Il presidente della commissione “Attività produttive” Luigi Lotto (Pd) ha confermato l’impegno della maggioranza a correggere la norma: «Abbiamo detto che lo avremmo fatto con la legge urbanistica e lo faremo – ha detto Luigi Lotto – pertanto, chiedo al collega Usula di ritirare l’emendamento». Rivolto all’on. Gianluigi Rubiu (Udc) Lotto ha poi difeso la norma sui condhotel: «Abbiamo dato la possibilità all’ufficio di presentare norme di attuazione che regolano questo tema».

Anche il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd) ha invitato il consigliere Usula al  ritiro dell’emendamento. «La Commissione ha iniziato ad affrontare problema, ci saranno uno o due articoli che faranno riferimento ai campeggi».

Ha poi preso la parola il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha chiesto lumi sulle politiche della Giunta in materia di turismo: «In che direzione vogliamo andare? Occorre avere le idee chiare. Ci arrabattiamo sulla legge urbanistica per migliorare le strutture alberghiere nella fascia dei 300 metri e poi consentiamo ai campeggi di realizzare strutture nella stessa fascia. Occorre essere coerenti. Bisogna vedere cosa chiede il mercato».

Secondo Luigi Crisponi (Riformatori) «la maggioranza ha perso la bussola. Chiede ad Usula di ritirare emendamento e poi introduce una forma spuria di turismo ricettivo e consente di avere strutture alberghiere accanto ad appartamenti da affittare».

E’ quindi intervenuta l’assessore Barbara Argiolas che ha ribadito la richiesta di ritiro dell’emendamento confermando l’impegno della Giunta a rivedere la questione all’interno della legge urbanistica.

Richiesta non accolta dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Confermo l’emendamento perché voglio porre rimedio ad un errore. Non credo che l’approvazione di questo emendamento possa metter in discussione l’impianto della legge urbanistica».

Posto in votazione l’emendamento n. 17, nonostante il parere contrario di Giunta e Commissione, è stato approvato con 23 voti a favore e 15 contrari.

Ritirato l’emendamento n. 18 (Usula), la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda è intervenuta a sostegno dell’emendamento n. 19 (Alessandra Zedda e più) che non è stato approvato (20 contrari e 19 favorevoli) e con il medesimo scrutinio non è stato approvato l’emendamento n. 20 (Alessandra Zedda e più) mentre ha avuto il via libera dell’Aula (45 sì su 45 votanti), l’emendamento n. 21 (Alessandra Zedda e più) per il riconoscimento della “Rete dei borghi della Sardegna” come patrimonio dell’Unesco.

Non approvato (23 contrari e 17 favorevoli)  l’emendamento n. 23 (Alessandra Zedda e più) che puntava a sgravare dell’Irap le imprese turistiche di nuova costituzione e dopo che l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, aveva chiesto il voto contrario definendo la proposta di modifica avanzata dalla minoranza «discriminatoria, illegittima e senza la necessaria copertura finanziaria».

Dichiarato inammissibile l’emendamento 24, è stato approvato (24 a favore e 14 contrari) l’emendamento n. 25 (Lotto e più) che aggiunge l’articolo 4 bis e prevede una sanzione amministrativa da 200 a 1000 euro per l’operatore che non rispetta gli obblighi di comunicazione stabiliti in legge. Approvato (39 sì e 3 no) l’emendamento all’emendamento n. 34 (Crisponi e più) che modifica l’emendamento 26 (Lotto e più), approvato con 40 a favore e un voto contrario, e che riguarda le comunicazioni al Comune e quelle ai fini statistici in materia di locazione occasionale.

Approvati per alzata di mano gli emendamenti n. 27 (Lotto e più) che introduce modifiche in ordine alla possibilità di offrire la colazione nei bed and breakfast; l’emendamento n. 28 (Lotto e più) che introduce modifiche al piano per la gestione della RES (rete escursioni); l’emendamento n. 29 (Lotto e più) ancora in materia di prima colazione ma con riferimento all’attività occasionale di ospitalità.

Il presidente ha quindi dichiarato inammissibili gli emendamenti 31, 32, 33 e 35 ed aperta la discussione sull’articolo 4 “Modifiche alla legge regionale n. 2 del 2018 (Bilancio di previsione triennale 2018-2020)” e agli emendamenti, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha respinto gli emendamenti 11, 12, 13, 14 e 15 ed ha invece approvato il testo dell’articolo.

Il capogruppo Fi, Alessandra Zedda, è intervenuta a sostegno dell’emendamento aggiuntivo n. 30, di cui è prima firmataria, ma la proposta di modifica non è stata approvata e si è quindi proceduto con il via libera all’articolo 5 (entrata in vigore) e poi all’approvazione finale della legge con 20 voti favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n. 164 (Pinna e più) – “Interventi per la promozione e valorizzazione della figura della figura dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.