15 April, 2025
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Quale futuro per l’industria nel Sulcis Iglesiente? E’ il tema dibattuto martedì 1 aprile nell’incontro organizzato dalle segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, nell’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia. All’invito degli organizzatori hanno risposto in tanti: sette sindaci (Pietro Morittu, Carbonia; Ignazio Atzori, Portoscuso; Pietro Cocco, Gonnesa; Debora Porrà, Villamassargia; Paolo Dessì, Sant’Anna Arresi; Andrea Pisanu, Giba, presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Marcellino Piras, Villaperuccio); due consiglieri regionali, Luca Pizzuto di Sinistra Futura e Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia; amministratori di diversi Comuni del Sulcis Iglesiente; don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; i sindacalisti Franco Bardi (segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale), Simona Fanzecco (CGIL Cagliari), Efisio Lasio (segretario SPI CGIL), Federico Matta (UIL territoriale); lavoratori di varie aziende; rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati; cittadini.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario regionale della FIOM CGIL Roberto Forresu, che a nome delle tre organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, ha esposto le ragioni che hanno portato all’organizzazione dell’incontro, che ha parlato a braccio sulla base del testo che riportiamo integralmente.

«Grazie a tutti per la partecipazione, non era scontata la riuscita di un’iniziativa del genere. Il nostro ringraziamento va a tutti i sindaci del territorio per la disponibilità dimostrata immediatamente, ma soprattutto al sindaco di Carbonia Pietro Morittu per l’accoglienza e l’attenzione dimostrata sin dalla prima richiesta. Noi lo abbiamo scritto nel comunicato, abbiamo la convinzione che l’attenzione dedicata al territorio dalla politica ai massimi livelli, vada ricercata nelle mobilitazioni messe in campo in questo periodo. Contrariamente a quanto pensa qualcuno, non intendo le sole iniziative dei metalmeccanici, ma le metto insieme tutte, a partire da quella che i sindaci hanno promosso alla Portovesme srl, guarda caso qualche giorno prima della venuta dei ministri e della Presidente della Regione Alessandra Todde insieme agli assessori il 27 dicembre 2024. Così come hanno sicuramente dato risonanza i tanti appelli lanciati dalla Chiesa ed in particolare da don Antonio Mura, sempre presente a tutte le iniziative delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Lo sono stati anche i tanti articoli sui giornali e sulle Tv, delle Confederazioni, dalle categorie, direttamente interessate agli accadimenti industriali contemporanei. Perché dico questo? Per sgomberare il campo da equivoci o da alibi, che vogliono assegnare titolo di prim’ordine ai metalmeccanici, colpevoli secondo alcuni, di voler primeggiare in una contesa che in realtà non ci appartiene. Vogliamo primeggiare in una contesa che mette al centro le difficoltà, che parla delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Vogliamo lavorare fianco a fianco con tutti coloro che sentono il problema della decadenza industriale, come un problema proprio e non accettano le imposizioni aziendali, le delocalizzazioni industriali, la mancanza di politica industriale, che ci sta portando a perdere economia nel territorio, abitanti, giovani che sempre più spesso decidono di partire per cercare fortuna, o semplicemente lavoro altrove. Di sicuro abbiamo bisogno di chiarezza su quello che deve essere il futuro industriale del territorio e, allo stesso tempo, abbiamo urgenza che questa chiarezza venga a realizzarsi nel più breve tempo possibile. Perché come andiamo a ripetere da tempo, non esprimersi, o perdere del tempo nel decidere il futuro, equivale a bocciare prospettive di rilancio occupazionale e produttivo. Pensiamo a quanto sta avvenendo nella fabbrica di alluminio primario. Invitiamo tutti a pensare cosa deriva dalla fabbrica di alluminio primario. Qualsiasi prodotto che noi utilizziamo ha a che fare con l’alluminio, pensiamoci, pentole, infissi, telefonini, tv, motorini, biciclette, antenne, qualsiasi cosa ha a che fare con l’alluminio. Pensate che dal 2012 non si produce più un kg di alluminio in Italia. Uno pensa, beh sarà andato in crisi il mercato cosa ci possiamo fare? Eh no, il mercato dell’alluminio non è mai andato in crisi, anzi è sempre rimasto costante. Il Paese Italia ha semplicemente deciso di dipendere totalmente dalle produzioni straniere. Ma col passare del tempo ha fatto anche peggio, ha regalato lo stabilimento ad un privato, la Sider Alloys, anzi non è che l’ha solo ceduto, gli ha dato pure dei soldi, 148 milioni di euro dall’accordo di programma più 20 milioni di euro dall’Alcoa per il riavvio. In 4 anni si dovevano rioccupare oltre 500 persone e tornare alla produzione. Sapete cosa è accaduto? Pandemia, Via, Aia, PAUR, accordo bilaterale, piano industriale stravolto ogni sei mesi, hanno fatto passare sette anni inutilmente, dove di produzione non se ne parla neanche, e dove anziché fare il revamping per rilanciare lo stabilimento si è andati incontro ad uno smantellamento della sala elettrolisi e l’impianto è diventato una discarica a cielo aperto. Dopo la denuncia delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ai massimi livelli, al prefetto, al MIMIT, all’assessore dell’Ambiente, alla Provincia, hanno cominciato a porre dei sigilli all’azienda. Siamo soddisfatti? Assolutamente no, perché il nostro unico intento è far ripartire quello stabilimento. Ci preoccupa che, nonostante tutto, il 27 marzo scorso sia venuta nuovamente Invitalia a visitare lo stabilimento, lo abbia fatto in compagnia di un’importante società straniera interessata all’acquisizione dello stesso, e dopo due di giri a vuoto, in cui non gli si è fatto vedere nulla di interessante, si torna a casa. Capite che c’è qualcosa nella politica che non funziona? Mesi e mesi a chiedere verifiche, controlli, poi avvengono, e si ricomincia da capo. Vogliamo, pretenderemo, che il 7 aprile prossimo, quando ci sarà una nuova convocazione al MIMIT, il Governo ci relazioni sulla visita in stabilimento, e ci chiarisca del perché una visita di quel valore, non viene affrontata con le dovute attenzioni. Vorrei ricordare che in quello stabilimento dovevano rientrare al lavoro oltre 500 unità, il picco massimo si è raggiunto a ottobre 2023 con poco più di 110 persone, oggi sono diventate meno di 70. Stiamo chiedendo la discontinuità rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi. Sider Alloys, secondo noi, non è in grado di far ripartire un bel niente, il Governo assuma rapide decisioni che portino alla sostituzione in tempi brevi dell’attuale proprietà, alla quale non deve essere riconosciuto nessun altro tipo di finanziamento. Che attendono questo cambio, ci sono oltre 350 lavoratrici e lavoratori ancora in mobilità che hanno fatto lotte, subito denunce in conseguenze delle tante battaglie fatte per garantire il rilancio dello smelter di alluminio primario. Portovesme srl. La crisi della Portovesme, non è iniziata il 5 settembre 2024, lo sanno anche i muri, non prendiamoci in giro. Il patto con il territorio la Glencore lo decide quando alla guida dello stabilimento arriva l’attuale amministratore, che con azioni mirate decide di tagliare il personale incorporando determinate lavorazioni che prima erano di competenza degli appalti e vengono assegnate ai lavoratori diretti. Per un tozzo di pane vengono incorporate delle lavorazioni che danno qualcosa in più ai lavoratori ma riducono gli appalti all’interno dello stabilimento. Si passa nel giro di qualche anno da 1.500 lavoratori a 1.200, vengono interrotte le produzioni derivanti dal calcinato, prodotto nei reparti di arrostimento e lisciviazione, si ferma successivamente la linea del piombo, l’azienda nel periodo della pandemia decide di abbandonare le tariffe energetiche agevolate che attraverso accordi specifici le permettevano di avere costi energetici competitivi e passare per sua scelta al mercato del giorno prima. L’energia, non si consumava, c’era la pandemia, la gente era reclusa in casa, non si poteva uscire, i consumi energetici erano ridotti ai minimi termini, l’ente erogatore abbatteva i costi, quasi sino a regalarla l’energia. I profitti di quel momento erano esorbitanti, ma si sapeva che prima o poi sarebbero terminati. Passa la pandemia fortunatamente, ma questo mondo in cui viviamo non si fa mancare nulla, scoppiano le guerre aggiuntive, vicine come non mai, i mercati impazziscono per la mancanza di circolazione delle materie come avveniva precedentemente, i semiconduttori garantiti per le auto non si trovano più, mandando in crisi una delle più importanti filiere mondiali, quella dell’auto. I governi più industrializzati cominciano a interrogarsi sulle facili delocalizzazioni favorite negli anni, ma è tardi, è tremendamente tardi. Le guerre ci toccano da vicino, scelte discutibili impongono piani di investimento sul riarmo, il prezzo dell’energia elettrica torna ad aumentare a dismisura, e coloro che prima si erano avvantaggiati delle scelte derivanti dal mercato corrente, che prima avevano fatto utili a non finire, cominciano a porsi il problema del costo energetico. A come rinunciare volontariamente ad accordi energetici, favorevoli per guadagnare di più, intaschi soldi a palate dalle scelte che hai deciso di portare avanti, e non appena il mercato ti fa pagare il conto sulla tua ingordigia scarichi tutto sulla collettività? Allora diventa inconveniente produrre in Italia, ed ecco che si portano le produzioni di zinco in altri paesi come Spagna e Germania che garantiscono tariffe energetiche migliori delle nostre. Certo anche noi abbiamo bisogno di tariffe energetiche che permettono alle aziende di essere competitive, ma non abbiamo bisogno di aziende, che privatizzano gli utili e condividono le perdite, perché questo è quello che è avvenuto con Glencore. Che porta alla situazione attuale in cui si rinuncia a produrre zinco in Italia. Attenzione, si rinuncia a produrlo attraverso il processo elettrolitico, non si rinuncia alle produzioni attraverso il Waelz, dove vengono bruciati i fumi di acciaieria.

Veniamo al dunque. Quelle scelte, che ripeto, partono da lontano e non dal 5 settembre 2024, ad oggi fanno varcare i tornelli a poco più di 300 lavoratrici e lavoratori. Siamo davanti a un bivio, dettato dalle dichiarazioni dei ministri e della Presidente della Regione, fatte in fabbrica il 27 dicembre 2024, in cui hanno dichiarato strategiche le produzioni di piombo, zinco e alluminio. Vogliamo provare a conservarle davvero queste produzioni o vogliamo permettere che si continui a produrre solo attraverso i fumi di acciaieria, inventandosi i possibili rilanci produttivi derivanti dal litio e dalle black mass, o dalle filiere terminanti il ciclo con le batterie? Quanti anni ci vorranno? Soprattutto delle due l’una: mettiamo insieme due considerazioni: Glencore dichiara di non volere più produrre zinco in Italia e spara l’idea del litio in futuro. Il Governo dichiara che oltre a essere strategica la produzione di zinco, ci sono soggetti definiti importanti interessati allo stabilimento, e che questo non potrà essere fatto a spezzatino (parole del ministro Adolfo Urso), che quindi non ci potranno essere due galli nel pollaio. Quindi o si produce zinco o si punta al litio, tutte e due le cose non si possono perseguire, io propendo per la prima, sapete perché? Perché la seconda è un salto nel buio, perché la prima è un processo noto che occupava almeno mille persone, e vorrei provare a sfidare il Governo a rispettare gli impegni presi, ma il motivo più importante che fa pendere la bilancia verso quella decisione è essenzialmente uno: le imprese d’appalto e tutti i loro lavoratori, non reggono a lungo l’attuale situazione di 20 a lavoro e 80 in cassa integrazione, guardate che questa situazione l’abbiamo già vissuta in Eurallumina ed in Alcoa. Tutte le aziende in appalto sono fallite e noi vogliamo provare a non rivivere una situazione simile. Per questo siamo disponibili a mettere in campo ulteriori iniziative di lotta.

Poi ci sono le situazioni contingenti che sicuramente non sono meno importanti. Abbiamo urgente bisogno dell’arrivo del gas, della soluzione del DPCM Sardegna, perché sono soluzioni che potrebbero rilanciare l’Eurallumina, azienda che è pronta a mettere a correre un investimento imponente di oltre 300 milioni di euro e che permetterebbe l’assorbimento di gran parte della mano d’opera che sta per perdere il lavoro, che soddisferebbe la fame di lavoro delle aziende che fino a ieri hanno lavorato e in regime di monocommittenza in Glencore, e che permetterebbe di far trovare sfogo a nuove occupazione, non più attraverso gli ammortizzatori sociali CHE NON VOGLIAMO PIÙ, CHE SIA CHIARO. VOGLIAMO IL LAVORO! Così come diventa importante il futuro della centrale dell’Enel e fare in modo che continui la ricerca di appalto all’esterno. Con mano d’opera che non viene pagata, proveniente dall’esterno. È quanto sta accadendo in quella centrale. Vogliamo parlare, infine, dell’importanza del dragaggio del porto è di cosa potrebbe scaturire se si riuscisse a puntare sull’opportunità derivante dal polo nautico. Insomma, non solo crisi ma opportunità importanti che bisogna perseguire giorno dopo giorno. Il momento è adesso.»

Sono intervenuti, nell’ordine: don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale il Lavoro della Diocesi di Iglesias; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Futura; Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Renato Tocco, segretario territoriale della UILM UIL; Andrea Pisanu, sindaco di Giba e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Giuseppe Masala, segretario territoriale e componente della segreteria regionale della FSM CISL; Manolo Mureddu, assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia; Giacomo Guadagnini, presidente della commissione Lavori pubblici del comune di Carbonia e consigliere d’amministrazione del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias; Mauro Manca (FIOM CGIL,), Massimiliano Lampis, Mauro Usai (RSU CQ-NOL), Luigi Manca, un lavoratore della Portovesme srl in pensione, Elio Cancedda.

Al termine è stato sottolineato che l’incontro è la prima tappa di un nuovo percorso che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno deciso di iniziare, auspicando la massima unità fra tutte le segreterie e le categorie delle organizzazioni sindacali, le forze politiche e sociali, per rilanciare la vertenza dell’intero polo industriale di Portovesme e restituire al territorio quanto gli è stato tolto in termini di lavoro e quindi di economia, per costruire tutti insieme un futuro migliore a breve, medio e lungo termine, partendo dall’industria e diversificando il tessuto produttivo.

Vediamo le interviste realizzate al termine dell’incontro, in piazza Marmilla, con i segretari Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.

 

 

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Luigi Manca, lavoratore Carbosulcis in pensione, è rimasto vittima, nella notte tra sabato e domenica, di un attentato incendiario alla sua auto.

«La CGIL Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale, oltre a condannare in se l’atto criminale dell’incendio doloso di un’auto, esprime la sua assoluta solidarietà e vicinanza a Luigi Manca, compagno ed interprete di tante lotte a favore dei diritti dei lavoratori e della garanzia universale dei diritti costituzionali, che ha subito ieri un atto vandalico così inqualificabile.»

«L’atto in sé, esecrabile sempre, assume, se possibile, caratteristiche ancora più nefasteaggiunge la segreteria della CGILse indirizzato ad un lavoratore che ha sempre speso tanto per la difesa dei diritti dei più deboli e, purtroppo, dà la misura della nuova esacerbazione del clima sociale.»

«Speravamo che avvenimenti così stupidi ed incomprensibili fossero figli di un altro tempo e che, in questo periodo che si profila così difficile, potesse prevalere la solidarietà necessaria per affrontare la nuova crisi che si profilaconclude la segreteria della CGIL -. Per questo riteniamo indispensabile che atti come quello che condanniamo vadano stroncati sul nascere.»

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E’ stato inaugurato questa mattina, nei locali de La Fabbrica del Cinema, presso l’ex Direzione Amministrativa della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, è stato ufficialmente inaugurato il primo corso dedicato a “Sceneggiatura e paesaggio”.

Si tratta di un’iniziativa di alta formazione articolata in 12 masterclass, per lo sviluppo di progetti originali per il cinema e la serialità televisiva ispirati dai paesaggi della Sardegna e dalle storie delle sue comunità.

Il corso è stato presentato da Michele Casula, esperto in ricerche nel settore audiovisivo e rappresentante della società Clapbox, e dalla direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission Nevina Satta, a cui si deve l’ideazione e l’organizzazione dell’iniziativa. Gli incontri si svolgeranno fra novembre e febbraio, con il sostegno del comune di Carbonia, rappresentato al taglio del nastro dall’assessore alla cultura Sabrina Sabiu, insieme alla Fondazione di Sardegna e dal Centro Servizi Culturali, rappresentato dal Direttore Paolo Serra. Era presente anche Alberto Zonchello, segretario particolare dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport.

A Carbonia l’avventura inizia con la prima lezione della produttrice esperta di sviluppo Daniela Masciale. In squadra anche il regista e sceneggiatore Andrea Magnani che terrà la masterclass di domenica 24 novembre e che, insieme a Daniela Masciale, svolgerà un ruolo da story coach, con la gestione di altri 4 appuntamenti cui si legherà il tutoring dei progetti sviluppati dai partecipanti.

Le altre 6 masterclass vedranno il coinvolgimento di professionisti di spicco del panorama audiovisivo nazionale, chiamati a condividere le esperienze creative del dialogo fra “sceneggiatura e paesaggio”.

Fra questi lo scenografo Giancarlo Basili, che raggiungerà Carbonia a metà dicembre dopo l’esperienza sul set della seconda stagione de “L’amica geniale”. Giancarlo Basili sarà accompagnato anche dal regista Marco Cruciani, che legherà alla tappa sarda una fase di location Scouting per il documentario sul cinema italiano visto dagli occhi della scenografia.

Terranno una lezione anche il regista Paolo Zucca, reduce dal successo de “L’uomo che comprò la luna”, lo sceneggiatore Filippo Gravino (“Veloce come il vento”, “Il primo re” e la serie in lavorazione “Romulus”), la regista Laura Lucchetti, che ha firmato e diretto in Sardegna il pluripremiato “Fiore gemello”, e lo sceneggiatore Salvatore De Mola, cui si devono gli adattamenti de “Il Commissario Montalbano”, il recente successo della fiction Rai “Imma Tataranni” e la scrittura, insieme a Gianfranco Cabiddu ed Ugo Chiti, de “La stoffa dei sogni”.

Il percorso si completerà con la condivisione dei risultati di un concept test – gestito dal team Clapbox con la collaborazione della società Ergo research – che misurerà il potenziale dei progetti sviluppati dai partecipanti presso campioni rappresentativi degli spettatori di film e serie tv.

Sono 18 gli autori finalisti, selezionati fra 33 candidati: Lucio Aru, Roberta Balestrucci, Maria Vittoria Durante, Marcello Lasio, Fabrizio Lo Bianco, Maria Elena Mallei, Luigi Manca, Pietro Martinetti, Elisa Meloni, Daniele Mocci, Andrea Pau, Simone Petrucci, Giovanni Davide Piras, Vanessa Podda, Alessandra Pusceddu, Andrea Rosas, Luca Sotgiu, Gabriele Tanda. Arrivano da diverse località della Sardegna e i progetti originali con i quali si sono candidati hanno ambientazioni che spaziano da Portoscuso al villaggio minerario di Ingurtòsu, all’isola de l’Asinara, a Tandalò, al complesso nuragico di Malchittu, da Siniscola alle spiagge della Baronia, ad Orgosolo, fino al colle di San Michele, con storie che attraversano generi ed epoche diverse: il banditismo dei primi del ‘700, lo sviluppo dei collegamenti interni all’isola dell’inizio dell’800, le lotte sindacali della prima parte del secolo scorso, il dopoguerra, il ’68 isolano, fino ai giorni nostri gettando uno sguardo verso il futuro prossimo.

                                               

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Il Comitato Federale della Federazione Sulcis-Iglesiente del Partito Comunista Italiano ha rinnovato la propria segreteria eleggendo come segretario federale il compagno Fabrizio Deidda, giovane operaio e attivista sindacale. La nuova segreteria è composta da: Fabrizio Deidda, Segretario Federale; Giampaolo Atzori, responsabile Enti locali; Antonello Pinna, tesoriere; Luigi Manca, responsabile tesseramento; Stefano Fonnesu, responsabile organizzazione ed addetto stampa.

Oltre ai componenti della segreteria federale, fanno parte del Comitato Federale Luca Putzu, segretario PCI Sezione Iglesias; Alberto Ruggiu, PCI Carbonia; Mauro Innatelli, PCI Gonnesa; Michael Marras, segretario FGCI Sezione Iglesias. A seguito del rinnovo della struttura dirigente della federazione, il Partito Comunista Italiano ribadisce il suo ruolo di partito della classe lavoratrice e delle classi sociali subalterne oppresse dal modello economico capitalistico.

«Per quanto riguarda il territorio, rilevato che a livello politico manca ancora un approccio programmatico deciso ed organico, pur entro la complicata fase storica, il PCI Sulcis Iglesiente ritiene non più rimandabile l’apertura di un consistente confronto sullo sviluppo economico centrato sulla maggiore attenzione all’ambiente, maggiori diritti per i lavoratori, una burocrazia più snella ed efficiente – si legge in una nota -. Perciò riteniamo necessario che le forze politiche e sociali del territorio aprano un confronto costante e partecipato al fine di individuare con chiarezza le linee guida e gli indirizzi di sviluppo di tutti i settori economici, dei servizi, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione nel territorio.»

«Oggi assistiamo al protrarsi di una logica assistenzialistica e di elargizione di risorse pubbliche atte a ridurre le perdite delle grandi aziende ma non vediamo investimenti concreti a medio e lungo termine e nell’ottica del progresso sostenibile. Il territorio – conclude la nota – è soggetto ad un continuo ricatto, come nel caso del Polo Industriale di Portovesme, che stenta a ripartire.»

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I 22 candidati della lista “Rinnova Iglesias con Mauro Usai” che sostiene la candidatura a sindaco di Iglesias di Mauro Usai.

Pietro Aste (1974)

Jlenia Corrias (1989)

Matteo Demartis (1988)

Theodor Alberto Francu (1953)

Davide Garau (1984)

Vladimiro Inconis (1978)

Marco Locci (1987)

Maria Pia Manai (1965)

Luigi Manca (1984)

Federico Marras (1978)

Nicola Medda (1982)

Valerio Melas (1998)

Ornella Melis (ind.) (1973)

Maurizio Murru (ind.) (1962)

Carla Pacini (1999)

Alessandro Pilurzu (1984)

Angela Pintus (1961)

Giulia Pusceddu (1998)

Valentina Rita Saba (1983)

Claudia Sanna (1976)

Chiara Taibi (1992)

Valentina Tanda (1985).

Pubblico delle grandi occasioni, sabato pomeriggio, al campo Santa Barbara di Via Giovanni Maria Angioy, a Carbonia, per la seconda edizione del Memorial Luigi Manca, patrocinato dal comune di Carbonia. Protagoniste dell’evento, le squadre giovanissimi dell’A.S.D Don Bosco e del Cagliari Calcio, quest’ultima allenata dal tecnico di Carbonia Giorgio Melis.

Fin dalle prime battute è emersa evidente la differente levatura tecnica tra le due squadre, con i rossoblù del Cagliari più volte in goal sia nel primo sia nel secondo tempo, quando Melis ha messo in campo tanti ragazzi al primo anno giovanissimi, praticamente ancora in età per giocare nella categoria esordienti (alla fine sono stati 12 i goal realizzati dal Cagliari che ha tenuto la sua porta inviolata). Al di là del risultato che non aveva alcuna importanza, è stata una giornata di festa per gli appassionati del calcio giovanile, nel ricordo di Luigi Manca, per molti anni dirigente dell’A.S.D. Don Bosco, scomparso poco più di un anno fa.

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Dopo il grande successo della prima edizione, ritorna a Carbonia il Memorial Luigi Manca, patrocinato dal comune di Carbonia. Si svolgerà sabato 9 maggio la seconda edizione, sul campo Santa Barbara di Via Giovanni Maria Angioy, con una partita tra l’A.S.D Don Bosco e il Cagliari Calcio (Giovanissimi Nazionali).

Per tutta la durata dell’evento, Radio In (radio ufficiale dell’evento) curerà animazione e musica con i suoi speaker e dj set. «Lo staff di Radio In ringrazia presidente, dirigenti, allenatori e giocatori per averci chiamato come Radio Ufficiale dell’evento – spiegano Davide Musu e Shawn Serra, gestori dell’emittente antiochense -. Siamo davvero onorati e più che felici di partecipare al Memorial del nostro caro Luigi Manca. Cureremo la parte musicale e l’intrattenimento, con l’auspicio di far passare un bellissimo pomeriggio a tutti i partecipanti.»

Riccardo Sanna

2° memorial Luigi Manca

Grazie alla Rete Nazionale dei Cammini, a cui aderisce l’Associazione Onlus Pozzo Sella per il Parco Geominerario, il Cammino Minerario di Santa Barbara è stato inserito su Verybello, il sito ufficiale del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo per EXPO2015 che in poco tempo ha fatto registrare quasi 3 milioni di contatti.

Per giungere a questo importante risultato, che porta alla ribalta internazionale lo straordinario patrimonio storico, culturale, ambientale e religioso connesso alla millenaria epopea mineraria della Sardegna che si può scoprire lungo gli antichi cammini minerari del Sulcis Iglesiente Guspinese, l’Associazione Pozzo Sella ha seguito semplicemente la procedura ordinaria prevista dal Ministero e indicataci dalla Rete Nazionale dei Cammini con la presentazione in più lingue di un itinerario e di un evento ad esso collegato.

Cliccando su http://verybello.it/e/1300?lang=it è ora possibile avere in 6 lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco, russo e cinese) le principali informazioni sul Cammino Minerario di Santa Barbara con la mappa dell’itinerario che si potrà percorrere in 24 tappe su una lunghezza di quasi 400 km e le bellissime immagini del fotografo nuorese Luigi Manca che l’Associazione Onlus Pozzo Sella ringrazia per aver consentito di utilizzarle con lo stesso spirito di gratuità con il quale i volontari dell’Associazione Pozzo Sella hanno lavorato per ideare, progettare e dare avvio alla costruzione del Cammino Minerario di Santa Barbara.

«Si tratta di un importante risultato – sottolinea Giampiero Pinna, presidente dell’Associazione Onlus Pozzo Sella – in vista della presentazione ufficiale del Cammino che potrà essere effettuata in più occasioni agli operatori internazionali nell’ambito di EXPO 2015 grazie all’impegno che proprio in questi giorni stanno dedicando i Comuni interessati e la Regione Sarda per dare attuazione al Protocollo d’intesa per la costruzione e la gestione del Cammino Minerario di Santa Barbara.»

Miniera Monteponi 1 copia

Luigi Manca

Sabato 10 maggio, alle 16.30, al campo Santa Barbara di Carbonia, si svolgerà il 1° Memorial di calcio “Luigi Manca”, iniziativa organizzata dall’ASD Don Bosco per ricordare un appassionato di calcio e sostenitore della società di Carbonia, recentemente scomparso, con il patrocinio del comune di Carbonia e della provincia di Carbonia Iglesias.

Protagoniste del Memorial saranno la squadra allievi della Don Bosco e quella del Cagliari che partecipa al campionato della stessa categoria a livello nazionale.

L’ASD Don Bosco opera a Carbonia e nel Sulcis Iglesiente dal 1986. Attualmente conta 80 iscritti, impegnati nei campionati delle categorie allievi, giovanissimi, esordienti e nella scuola calcio.

Il presidente è Sergio Lai, il suo vice Bruno Manca, il tesoriere Claudio Peis. Il consiglio direttivo comprende inoltre Enzo Anile, Renzo Concu e Palmiro Sessini.

Il settore tecnico comprende i tecnici degli allievi Massimo Medda, il responsabile dei giovanissimi Fabrizio Casazza, quello degli esordienti Tano Piroddi. La scuola calcio è curata dai tecnici Massimo Sodi e Mauro Rossi.

Negli anni scorsi, dal settore giovanile della Don Bosco sono emersi alcuni elementi interessanti, tra i quali spiccano Daniele Caschili, arrivato fino alla prima squadra del Carbonia, e i più giovani Mattia Marongiu ed Andrea Mastinu.