4 November, 2024
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Da lunedì 25 a venerdì 29 marzo, il Palazzo Bellavista, sede del Consorzio AUSI, nell’ambito delle attività del dottorato Capacities Building for Global Health – Costruire Competenze per la Salute Globale, ospiterà il modulo di formazione intensivo in Metodologia della Ricerca Epidemiologica nella prospettiva One Health – Global Health.

Il corso di dottorato Capacities Building for Global Health, diretto dal prof. Mauro Giovanni Carta del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari, mira a formare professionisti della salute capace di produrre ricerca, supportare l’organizzazione dei servizi, condurre verifiche di qualità e disseminare competenze in funzione dei bisogni di salute delle comunità e del singolo individuo, in linea con le sfide poste dalla globalizzazione. In questa prospettiva, il corso vuole creare consapevolezza ed expertise sull’interfaccia tra economia, società, ambiente e sull’impatto che le diseguaglianze e le differenze di accesso implicano sulla salute.

 Il percorso produrrà professionalità non solo cliniche, ma anche tecniche e sociali. Temi specifici sono:

  •  la prevenzione / promozione della salute in ottica global health, ovvero competenze in metodologia della prevenzione ed epidemiologia, ma anche su strategie utili affinché tutti possano beneficiare delle azioni;
  • l’approccio one health; la salute dell’essere umano e degli ecosistemi che lo circondano sono interdipendenti.  L’espansione geo/demografica umana produce un avvicinamento dei differenti ecosistemi con sempre più frequenti malattie che operano salti di specie; anche i cambiamenti climatici, influenzano una maggiore trasmissione di patologie da vettori. L’approccio One Health vuole offrire competenze che permettano di affrontare situazioni come le pandemie o la resistenza agli antibiotici in una chiave strategica più complessa;
  •  la formazione in riabilitazione avrà come riferimento l’iniziativa OMS “Rehabilitation 2030: A Call for Action”. I bisogni di riabilitazione sono in aumento a causa del rapido invecchiamento della popolazione con conseguente crescita dei problemi di salute fisica e mentale. L’invecchiamento demografico delle zone rurali ha inoltre incrementato il bisogno in aree difficilmente raggiungibili. Si impone, perciò, una azione a lungo termine che prolunghi i tempi di autonomia, migliori la qualità della vita e la partecipazione alla società. L’esperto dovrà supportare il personale a distanza; contribuire alla risposta nelle emergenze sanitarie e integrare i percorsi riabilitativi con le altre reti. Sono strettamente legati a questi obiettivi anche la lotta allo stigma, l’introduzione di elementi sulla comunicazione che tengano conto della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e il ruolo attivo del cittadino utente. Queste competenze interfacceranno moduli specifici inerenti all’informazione sanitaria, la sanità nel ciclo di vita e l’active aging;
  •  altro elemento fondante sarà (in relazione anche al punto precedente) l’acquisizione di competenza circa il supporto tecnologico alla sanità di prossimità.

Ultimo, ma non meno importante, l’interfaccia tra salute per tutti e medicina di precisione, con l’acquisizione di tecniche di laboratorio.

Il dottorato costruisce percorsi “su misura” per specifiche professioni che si integrino con l’insieme dell’offerta e siano indirizzati agli obiettivi generali pur nella valorizzazione delle specifiche competenze.

Il percorso è costruito in collaborazione tra le Università di Cagliari, Ferrara, Salerno e Palermo.

L’Università di Cagliari è leader riconosciuta in campo nazionale nelle professioni sanitarie della riabilitazione “psy” e della prevenzione, e svolge un ruolo strategico nell’area mediterranea, anche attraverso il Prof. Mauro Giovanni Carta, direttore del corso di Dottorato, che, oltre ad essere presidente della Società Mediterranea di Salute Mentale e responsabile per il Mediterraneo del programma Quality Rights dell’OMS, ha gestito progetti della cooperazione europea (DG INPA) con il Libano (DG SANTE), con Istanbul e progetti della cooperazione italiana con la Tunisia.

L’Università di Salerno è capofila riconosciuta in ambito nazionale nelle nuove tecnologie per la medicina a distanza, mentre quella di Palermo nella medicina di precisione e quella di Ferrara nelle cure psicosomatiche.

«Nell’ambito del programma del dottorato, è stata attivata una collaborazione con il Comune di Iglesias, che ha come obiettivo quello di stimolare la ricerca e le buone pratiche per promuovere l’accessibilità delle amministrazioni locali da parte delle persone con disabilità. Il progetto ha ottenuto un finanziamento PNRR che consente che un percorso dottorale sia dedicato a questo argomento e portato avanti proprio nel Comune. La stessa ASL del Sulcis ha investito risorse umane per rafforzare questo programma», spiega il prof. Mauro Giovanni Carta.

La dottoranda che porterà avanti il proprio percorso dottorale in collaborazione con il comune di Iglesias è la dott.ssa Samantha Pinna, che parteciperà, insieme agli altri 7 dottorandi del corso alla settimana di formazione presso la sede del Consorzio AUSI: «Frequentare un dottorato di ricerca che mi permettesse di unire la mia passione per la ricerca e per i diritti umani e, allo stesso tempo, di utilizzare le competenze preziose che ho acquisito negli anni a livello nazionale ed internazionale in organizzazioni di rilievo quali l’Asian Development Bank e l’International Organization for Migration del sistema delle Nazioni Unite, era un sogno che è diventato realtà. Nelle mie diverse esperienze professionali, ho avuto modo di constatare quanto le persone più vulnerabili, tra cui quelle con disabilità, continuino ad essere esposte a forme di disuguaglianza e discriminazione in tutto il mondo e, proprio per questo, ho scelto di concentrare la mia ricerca sui livelli di implementazione dei principi della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in primis quello di accessibilità, nelle amministrazioni locali per rilevare lo stato dell’arte a livello europeo ed identificare buone pratiche che possano essere adottate in contesti geografici diversi. Perché le amministrazioni locali? Credo che queste ultime, essendo il primo punto di riferimento istituzionale per i cittadini, possano esercitare un ruolo determinante nel garantire l’attuazione dei diritti e dei principi previsti dalla Convenzione attraverso l’adozione di politiche ed azioni “personalizzate” per i propri contesti territoriali e, pertanto, altamente efficaci ed esportabili, magari in forme “adattate”, in altre realtà», spiega la dott.ssa Samantha Pinna.

«Più in generale, il tema della salute globale è strettamente connesso con quelli della difesa dell’ambiente, centrali nell’azione del Consorzio Promozione Attività Universitarie Sulcis Iglesiente – AUSI, ed è inoltre in perfetta coerenza con il Progetto One Health Citizen Science – PNRR, che ha come leader in Sardegna il prof. Luigi Minerba, docente membro del consiglio del dottorato, nell’ambito del quale l’area ex mineraria è una delle aree target.»

Il programma:

  • Lunedì 25 marzo 2024

– Ore 10.00-11.00. Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari, Direttore del dottorato “Capacities Building for Global Health”

Introduzione, benvenuto e saluti delle autorità.

– Ore 11- 13 Paolo Contu Università di Cagliari.

Definizioni e concetti di base One Health – Global Health.  L’importanza della ricerca Epidemiologica.

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Fabrizio Bianchi CNR Roma.

Gli studi ecologici. I community surveys, le misure di frequenza (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Martedi 26 marzo 2024

– Ore 9-13. Peter K. Kurotschka, Università di Wurzburg Germania – Federico Meloni Università Europea del Mediterraneo.

Gli studi di Coorte (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Mauro Giovanni Carta – Federica Sancassiani, Università di Cagliari

Metodologia della Misura della Qualità delle Cure (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Mercoledì 27 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Michele Fornaro Columbia University e UNINA Federico II – Diego Primavera Università di Cagliari

Gli studi randomizzati controllati (lezione + esercitazione in gruppi).

– Ore 13.00-15.00 Pausa.

– Ore 15.00-18.00 Alessandra Perra – Giulia Cossu Università di Cagliari

Esercitazioni in gruppi su temi svolti.

  • Gioved’ 28 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Fabrizio Bert Università di Torino – Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari

Gli studi caso-controllo (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-17.00 Massimo Tusconi Università di Cagliari

 Esercitazioni in gruppi su temi svolti

  • Venerd’ 29 Marzo 2024

– Ore 9-13 Antonello Preti Università di Torino – co-conduttrice Eleonora Prina OMS Collaborating Center Verona

Review Sistematiche e Meta Analisi (lezione + esercitazione in gruppi)

Tutor d’Aula Mauro Giovanni Carta, Federica Sancassiani, Giulia Cossu, Alessandra Perra, Diego Primavera

Questo pomeriggio, alle ore 15.00, presso l’Aula Boscolo della Cittadella Universitaria di Monserrato, si svolgerà un evento dal titolo: “Prevenzione primaria del tumore alla mammella: una proposta UNICA”. L’incontro avrà come obiettivo presentare i risultati di uno studio che vede tra i fattori di rischio di tumore alla mammella anche il consumo di alcol.

Sarà inoltre occasione per divulgare e rendere disponibile gratuitamente una applicazione realizzata da un gruppo multidisciplinare dell’Università di Cagliari che permetterà alle donne di aumentare la conoscenza dei fattori di rischio prevenibili del tumore alla mammella.

Al gruppo appartengono i docenti del dipartimento di Scienze biomediche Roberta Agabio, Fabrizio Angius e Monica Deiana; Claudia Sardu, Alessandra Mereu, Sofia Cosentino, Clelia Madeddu, Elena Massa, Carola Politi, Luigi Minerba e Paolo Contu del dipartimento di Scienze mediche e sanità pubblica; Matteo Fraschini, docente del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica. Fa parte del gruppo anche Julia Sinclair, docente della University of Southampton.

Lo studio è partito dal presupposto che fino al 40% dei tumori alla mammella possa essere prevenuto attraverso il controllo dei fattori di rischio modificabili quali obesità, inattività fisica e consumo di alcol. In particolare, il lavoro di ricerca si è concentrato sulla relazione esistente tra consumo di alcol e rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa oltre il 50% delle donne consuma alcol e, tra le donne che assumono alcol, un quarto ne assume elevate quantità.

Tuttavia, uno studio inglese ha riscontrato che meno del 20% delle donne che partecipavano a programmi di screening per il tumore alla mammella aveva identificato nell’alcol un fattore di rischio. Il gruppo di ricerca ha replicato lo studio inglese trovando esattamente gli stessi risultati: l’alcol è stato identificato da meno del 20% delle donne partecipanti allo studio come fattore di rischio per il tumore, nonostante la maggior parte abbia riferito di assumere bevande alcoliche.
In base a questi risultati, ci si è posti l’obbiettivo di aumentare la conoscenza e la consapevolezza della popolazione generale della relazione esistente tra alcol e rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Per raggiungere questo obbiettivo, grazie ad un finanziamento della Fondazione di Sardegna, è stata realizzata un’applicazione interattiva a partire dalla versione inglese “Abreast of Health” (a braccetto con la salute) dell’Università di Southampton. Il gruppo dell’Università di Cagliari ha adattato l’applicazione per il suo uso in Italia e svolto uno studio per valutarne accettabilità, comprensione ed efficacia in un campione di donne italiane.

 

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Il valore e il significato del cibo nei nostri piatti, e in particolare in quelli dei nostri giovani, assume ogni giorno che passa più forza e significati. Per indagare al meglio queste tematiche, la programmazione di “Skillellé. Pronti per il mondo” (progetto firmato dall’associazione Malik sui temi del contemporaneo e selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile), si arricchisce venerdì 29 novembre della presenza di una delle figure più attive nel campo dell’alimentazione, quella di Stefania Ruggeri, specialista particolarmente sensibile all’alimentazione degli adolescenti, docente del corso di Scienze della nutrizione umana nella facoltà di Medicina dell’Università Tor Vergata di Roma e autrice di “Mamma che fame! Adolescenti: dall’acne al peso, i consigli pratici (e le ricette) della nutrizionista” (Editore Sonzogno, 2018).

L’appuntamento, inserito all’interno della vivace azione Skill4life, prevede due incontri, distribuiti nell’arco della medesima giornata, programmati per favorire l’incontro dell’esperta sia con gli adolescenti, sia con le persone adulte che a vario titolo sono in stretta relazione coi ragazzi. Figli e genitori, dunque, due voci distinte, talvolta incapaci di reciproco ascolto, invitate a riconoscere proprio a partire dall’incontro a tavola la necessità di generare momenti e spazi di dialogo e di conoscenza.

Volto noto di numerose trasmissioni televisive (“Tutta salute”, “Mi manda Raitre”, “La vita in diretta”, “Selfie”) e molto attiva presso il CREA, Centro di ricerca alimenti e nutrizione, Stefania Ruggeri presenterà venerdì 29 novembre (ore 11.30) il suo nuovo libro edito da Sonzogno “Mamma che fame! Adolescenti: dall’acne al peso, i consigli pratici (e le ricette) della nutrizionista” agli studenti e studentesse del Liceo Eleonora d’Arborea e del Liceo Euclide di Cagliari. Nel pomeriggio di venerdì (ore 18.30), negli spazi della Biblioteca Montevecchio, tra i principali presidi del progetto Skillellé, Ruggeri sarà invece la protagonista dell’incontro dal titolo “L’alimentazione dei nostri figli, consigli e ricette per tutti” aperto alla partecipazione di un pubblico adulto e alle famiglie. L’incontro sarà coordinato da Luigi Minerba, professore associato al dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare dell’Università degli Studi di Cagliari.

A partire dalla propria esperienza personale, di madre di due figlie adolescenti, Stefania Ruggeri esplora con l’agilità delle sue capacità comunicative e con il rigore della ricerca di cui da anni è promotrice, il mondo insidioso dell’alimentazione dei più giovani. Se è vero che la relazione col cibo è specchio spesso impietoso della relazione che ciascun individuo instaura col proprio corpo, questo tema diventa di massima delicatezza se riferito a una delle fasi della vita per sua natura più esposta all’accettazione di sé e alle dinamiche di emulazione e omologazione rispetto all’immaginario estetico imperante. I dubbi e le criticità di questi tempi moderni sono innumerevoli, ed è significativa la mancanza di informazione e di conoscenza, sia dell’adolescente che pratica le diete alimentari, sia del genitore che assiste il più delle volte impotente al loro attuarsi. Il cibo e l’atto del nutrirsi, se concepito non solo come pura necessità biologica ma soprattutto come dimensione di relazione tra sé e il proprio sistema affettivo di riferimento, può diventare lo spazio dell’incontro e dei legami.

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Sardegna Solidale, Anffas e Asap assieme per celebrare la Giornata internazionale delle persone con disabilità. L’appuntamento è a Cagliari per oggi, lunedì 3 dicembre con il convegno dal titolo “Dare potere alle persone con disabilità e garantire inclusività e uguaglianza”. Coordinati dal presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, a partire dalle 16.00, al THotel di via dei Giudicati, interverranno Luigi Minerba (Direttore dell’Area socio sanitaria della Assl di Cagliari), l’assessore comunale delle Politiche sociali Roberto Marras ed il presidente Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli.

Seguiranno le relazioni di Mauro Giovanni Carta (responsabile del Centro di Psichiatria di Consultazione e Psicosomatica della Aou di Cagliari) che interverrà sul tema “Dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite al progetto Quality Rights delle Who”, Nicola Grandesso dell’Associazione Sarda Paratetraplegici (“Oltre ogni barriera, contro ogni discriminazione”), Alberto Lixi dell’Ordine degli Architetti (“Progettazione universale”) e di Patrizia Accossu, della cooperativa sociale Cellarius, che presenterà il progetto Itaca – Itinerari turistici accessibili aperti.

La serata si concluderà con le testimonianze di Rita Pitzalis (presidente Anffas Onlus Cagliari), Carmelo Addaris (dell’Associazione Sarda Paratetraplegici Cagliari), Luciana Ledda (Fand, Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità), Marta Zuddas (vicepresidente Ens – Ente Nazionale Sordi Cagliari), Bianca Maria Balata (presidente associazione Possibilmente Onlus Ozieri), Ombretta Armani (Pensiero Felice Alghero), Luciano Pere (Associazione Insieme Porto Torres), Nicola Melis (presidente associazione Lps Labiopalatoschisi Sardegna) e Rita Polo (Coordinatore generale Abc Sardegna).

 

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Sardegna Solidale, Anffas e Asap assieme, lunedì 3 dicembre, a Cagliari, per celebrare la Giornata internazionale delle persone con disabilità, con il convegno dal titolo “Dare potere
alle persone con disabilità e garantire inclusività  e uguaglianza”. Coordinati dal presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, a partire dalle 16.00, al THotel di via dei Giudicati interverranno Luigi Minerba (Direttore dell’Area socio sanitaria della Assl di Cagliari), l’assessore comunale delle Politiche sociali Roberto Marras ed il presidente Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli.

Seguiranno le relazioni di Mauro Giovanni Carta (responsabile del Centro di Psichiatria di Consultazione
e Psicosomatica della Aou di Cagliari) che interverrà sul tema “Dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite al progetto Quality Rights delle Who”, Nicola Grandesso dell’Associazione Sarda Paratetraplegici (“Oltre ogni barriera, contro ogni discriminazione”), Alberto Lixi dell’Ordine degli Architetti (“Progettazione universale”) e di Patrizia Accossu della cooperativa sociale Cellarius, che presenterà il progetto Itaca – Itinerari turistici accessibili aperti.
 

 

La serata si concluderà con le testimonianze di Rita Pitzalis (presidente Anffas Onlus Cagliari), Carmelo Addaris (dell’Associazione Sarda Paratetraplegici Cagliari), Luciana Ledda (Fand, Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità), Marta Zuddas (vicepresidente Ens – Ente Nazionale Sordi Cagliari), Bianca Maria Balata (presidente associazione Possibilmente Onlus Ozieri), Ombretta Armani (Pensiero Felice Alghero), Luciano Pere (Associazione Insieme Porto Torres) e Nicola Melis (presidente associazione Lps Labiopalatoschisi Sardegna).

 

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25 richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, che vivono nei centri di Accoglienza di Oristano e Solanas (nel territorio del comune di Sinnai), hanno curato la pulizia dell’area d’ingresso della Cittadella della Salute, a Cagliari. Sono intervenuti l’assessore degli Affari Generali con delega sui flussi migratori Filippo Spanu, il direttore dell’Assl di Cagliari Luigi Minerba e la responsabile del dipartimento di Prevenzione di Ats Sardegna – Servizio Promozione della Salute Silvana Tilocca.

Help to help” (“Aiuta per aiutare”) è il titolo del progetto inserito nel quadro delle attività di volontariato sociale promosse dalla Regione e rivolte ai giovani ospiti dei Centri di Accoglienza della Sardegna. Attualmente sono operativi 15 progetti. Oltre 250 richiedenti asilo stanno svolgendo in forma gratuita servizi di pubblica utilità: dalla cura e tutela delle aree verdi e dell’arredo urbano alla custodia del patrimonio artistico e culturale e degli spazi dedicati al tempo libero e allo sport. L’obiettivo è quello di favorire l’inclusione e l’integrazione di ragazzi che in questo modo attuano interventi che sostengono e promuovono in termini molto concreti il processo di inclusione e integrazione. Tutti gli interventi vengono svolti su base volontaria e gratuita e ogni singolo progetto deve avere una durata di quattro mesi dalla firma con l’Osservatorio interregionale cooperazione e sviluppo (Oics) che agisce in nome e per conto della Regione.

«Dall’iniziativa di oggi – spiega l’assessore Filippo Spanu – scaturiscono segnali molto incoraggianti. Il processo di integrazione si sviluppa gradualmente con la reciproca conoscenza e il superamento dei pregiudizi e queste azioni vanno proprio in questa direzione. Con grande impegno e dedizione 25 giovani si sono dedicati alla cura di un’area pubblica in cui sono operative strutture sanitarie di grande importanza per la collettività. Non casualmente questo progetto viene attuato in un ambito strettamente legato ai compiti dell’ATS che svolge un ruolo essenziale nel quadro del sistema di accoglienza.»

Filippo Spanu ha inoltre chiarito che è molto grave «pensare di ridurre drasticamente le risorse statali a favore dell’accoglienza di persone che sono richiedenti protezione internazionale e quindi con particolari tutele. Ridurre le risorse pregiudica la possibilità di fare azioni di integrazione come quella di oggi con inevitabili ripercussioni per l’attività di molti sardi laureati che operano nell’ambito dei Cas e della rete Sprar. Tutto questo significa non accettare l’idea che ci siano tutele specifiche, previste dal diritto internazionale, per le persone che cercano rifugio. Noi vogliamo trasformare tutti i progetti finalizzati all’inclusione in azioni positive e continueremo su questa strada anche perché abbiamo stipulato accordi con il Governo che devono essere rispettati».

Il Dipartimento di prevenzione di ATS Sardegna – Servizio Promozione della Salute, diretto da Silvana Tilocca, ha messo a disposizione, in questi anni, professionalità e competenze per gestire l’accoglienza e garantire l’assistenza sanitaria di primo e di secondo livello a tutti i richiedenti protezione internazionale durante  le operazioni di soccorso.

Il progetto, portato avanti dall’Associazione Help for You, vede impegnati, a partire da oggi, 25 richiedenti asilo in attività svolte su base volontaria e gratuita, con un impegno tra le 6 e le 15 ore settimanali per la cura, la pulizia, la manutenzione e la valorizzazione delle aree verdi delle strutture di ATS ASSL Cagliari. «Molti ragazzi impegnati nel progetto di volontariato sociale – ha spiegato Silvana Tilocca – sono stati accolti e visitati al momento degli sbarchi nell’Isola dagli operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione e oggi, con un profondo senso di gratitudine e in una logica di collaborazione reciproca, sono fisicamente presenti alla Cittadella della Salute per offrirci il loro lavoro».

«L’iniziativa è finalizzata al raggiungimento di uno scopo sociale volto a promuovere le relazioni fra migranti e cittadini – ha aggiunto il direttore della ASSL di Cagliari Luigi Minerba – nel settore di salvaguardia dell’ambiente e cura del verde. Un primo passo concreto che mira all’integrazione degli stranieri nella nostra città.»

Alle attività di oggi hanno preso parte anche gli scout dell’Assoraider della sezione di Elmas. Tra loro otto richiedenti asilo ospiti del Cas di Villaspeciosa che da qualche mese indossano la divisa di ”rover’‘.

La giornata alla Cittadella della Salute si è conclusa con la degustazione di piatti tipici africani cucinati e offerti a tutti i presenti dall’associazione Help for you.

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L’Azienda per la Tutela della Salute ha individuato i Direttori delle aree Socio Sanitarie di Cagliari, Sassari e Olbia.

In particolare:
– il dottor Luigi Minerba assume l’incarico di Direttore dell’Area Socio Sanitaria di Cagliari;
– il dottor Pier Paolo Pani assume l’incarico di Direttore dell’Area Socio Sanitaria di Sassari;
– la dottoressa Antonella Virdis che assume l’incarico di Direttore dell’Area Socio Sanitaria di Olbia.

In precedenza era stata individuata la dottoressa Grazia Cattina quale Direttore dell’Area Socio Sanitaria di Nuoro e che gli incarichi sono stati affidati sulla base delle procedure di selezione così come previsto dalla deliberazione del Direttore Generale n. 137 del 12 giugno 2017.

Si sottolinea, infine, la conclusione dell’iter relativo all’affidamento degli incarichi di direzione delle strutture centrali ATS.

«Con gli affidamenti fatti si sta completando – dichiara di il Direttore Generale ATS Fulvio Moirano – il processo di organizzazione dell’Azienda che in questo modo si accinge a superare definitivamente le criticità dovute all’eccessiva frammentazione del precedente sistema articolato su 8 Aziende.»

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“Salute mentale e salute pubblica: la crisi della medicina e le nuove prospettive agli albori del III millennio”: è il titolo del meeting che si terrà domani, lunedì 12 giugno, nell’Aula Magna Boscolo della Cittadella Universitaria di Monserrato. Il  meeting, organizzato dal Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, è dedicato alla figura della ricercatrice sarda recentemente scomparsa Nereide Rudas.

Durante i lavori (a cui interverranno il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino, e il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo) verrà affrontato il tema della crisi della medicina e della psichiatria mettendo a confronto la prospettiva della gente comune, degli utenti  e degli operatori. Ovvero ci si interrogherà su come la gente percepisca le cure mediche e psichiatriche e se sia possibile una diverso dialogo fra gli attori.

Si parla di “crisi” in relazione a fenomeni recenti quali,  per esempio, la messa in discussione dei vaccini da parte di una porzione non trascurabile della società e il caso stamina con le polemiche che questa vicenda ha comportato su cosa sia lecito erogare gratuitamente da parte di un sistema sanitario pubblico e su quali canoni debbano essere adottati per definire un trattamento efficace e sicuro. Questi fenomeni non solo pongono in discussione la pubblica accettazione del sapere medico e sembrano suggerire il bisogno di una visione meno restrittiva della medicina, più aperta a una visione olistica della sofferenza che tenga conto del malato nella sua complessità oltre che della malattia e a un ruolo attivo dell’utente nella gestione dei trattamenti, ma impongono anche la necessità di riflettere sulla informazione medica. 

La seduta della mattina vedrà alcuni interventi di assoluto rilievo nel panorama internazionale (con traduzione simultanea) insieme a quelli di alcuni ricercatori sardi (medici, storici e filosofi della scienza) che affronteranno il tema da prospettive multidisciplinari. La sessione sarà diretta dai tre organizzatori, docenti  del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, che si alterneranno (Ernesto D’Aloja, medico legale; Luigi Minerba, biostatisico ed epidemiologo; Mauro Giovanni Carta, medico traslazionalista e psichiatra) coadiuvati dal professor Mario Maj, psichiatra dell’Università Vanvitelli di Napoli, direttore della prestigiosa rivista World Psychiatry e già presidente della World Psychiatric Association. Sono previsti in questa sessione interventi di: Matthias Angermeyer (Gosim am Wagram, Austria) “Atteggiamenti pubblici verso la psichiatria e il trattamento psichiatrico all’inizio del XXI secolo”; Bruce Link (Columbia University, US) “Lo stigma come determinante non riconosciuto della salute della popolazione: ricerca e implicazioni politiche”; Mauro G. Carta (UNICA, I) “Il ruolo degli utenti e la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità: il progetto WHO-QualityRights”; Jo Phelan (UC Riverside, US) “La rivoluzione genetica e le credenze sulle differenze razziali essenziali: un backdoor all’eugenetica?”; Silvano Tagliagambe (Cagliari) “Quale strategia dell’informazione per la medicina del XXI secolo”; Bernardo Carpiniello (UNICA, I) “Recovery da gravi disturbi mentali: oltre la remissione dei sintomi e i trattamenti farmacologici”; Eugenia Tognotti (UNISS, Italia) “Il corpo femminile nella storia della medicina occidentale: concezioni, saperi, pratiche”.

La sessione pomeridiana presieduta da Maria Petronilla Penna e Fulvia Putzolu (rispettivamente Psicologa e Antropologa dell’Università di Cagliari) vedrà una serie di interventi che fotograferanno lo stato della ricerca biopsicosociale in Sardegna, in una ideale continuità con le ricerche iniziate da Nereide Rudas, con interventi di Federica Sancassiani e Gioia Mura (L’attività fisica nella terapia dei disturbi dell’umore); Alessandro Coni (L’esperienza del trekking nella riabilitazione del paziente grave); Giampaolo Pintor, Irene Maxia e Matteo Papoff (La psichiatria forense in Sardegna: stato e prospettive); Anna Pisano, Francesco Tuligi e Giulia Cossu (La valutazione dei servizi in salute mentale: l’esperienza di una ricerca valutativa in Sardegna); Antonello Preti (I rifugiati nell’area mediterranea un problema di sanità pubblica); Germano Orrù, Silvia D’Oca, Alessandra Perra, e Michela Atzeni (Lo studio dell’emigrazione sarda e il contributo ai disturbi dell’umore: contesto e temperamento; Alberto Bocchetta (il suicidio nel disturbo bipolare in Sardegna).

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Si svolge questo pomeriggio, alle ore 15.00, a Cagliari, presso la Sala Polifunzionale del Parco di Monte Claro (ingresso da via Cadello 9b), il primo Forum regionale del Sostegno a Distanza. L’iniziativa è promossa dalla Rete Sarda del Sostegno a Distanza, da ForumSaD e dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. All’appuntamento, che gode del patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, della Provincia e del Comune di Cagliari, partecipano i Comuni di Sestu e di San Sperate e le associazioni @uxilia, Alpo, AseCon, Los Quinchos, La Rosa Roja e Terre Colte.

Il Sostegno a Distanza (SaD) è una forma di condivisione realizzata attraverso un contributo economico stabile e continuativo versato da un soggetto (una persona, una famiglia, un gruppo di amici, una scuola, un’azienda) e destinato a un bambino, un ragazzo  o per una comunità. Grazie al sostegno a distanza i bambini possono ricevere alimentazione, cure mediche, interventi igienico-sanitari, scolarizzazione e partecipare ad attività ricreative ed educative. Sono tante le associazioni che anche in Sardegna sono impegnate sul fronte del sostegno a distanza e il primo forum consentirà loro di condividere buone pratiche e strumenti in grado di diffondere sempre di più la cultura della solidarietà.

I lavori, che saranno coordinati da Giampiero Farru e Sandra Pani, saranno aperti dagli interventi di Marco Sechi della Regione Sardegna e dell’Assessore Politiche Sociali Comune di Cagliari Luigi Minerba.

Sarà poi Elizabeth Rijo, presidente dell’associazione “La Rosa Roja”, a trattare le definizioni normative e le linee guida del Sostegno a Distanza, mentre Massimo Moi dell’AseCon, approfondirà il tema del SaD tra cittadinanza, solidarietà e co-sviluppo.

Al primo Forum sardo del Sostegno a Distanza parteciperà anche il presidente del Forum SaD Nazionale Vincenzo Curatola, che presenterà la campagna “Accorciamo le distanze” e parlerà del progetto relativo alle reti locali come modello di nuovo welfare locale.

 Nel corso dell’iniziativa interverranno inoltre Massimo Planta dell’associazione Terre Colte, e Laura Boy di Auxilia Onlus che presenterà il progetto “Terra e Coesione”, il primo incubatore di sostegno di vicinanza in Sardegna.

Una tavola rotonda dal tema “Il SaD in Sardegna, progetti e reti”, condotta da Giampiero Farru e Sandra Pani e a cui parteciperanno rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni, chiuderà l’iniziativa.

Sardegna solidale Giampiero FarruManifesto Forum SAD

Domani, mercoledì 15 luglio, dalle 10.00, nella sala congressi di Medicina – Cittadella Universitaria, Monserrato – si apre la tre giorni sul CLab-Cagliari. Il progetto di formazione e accompagnamento su innovazione e imprenditorialità è nato nel 2013 dall’Università di Cagliari (progetto INNOVA.RE – Innovazione in rete) con l’esperienza di InnovAction Lab e The Net Value. Giovedì 16 e venerdì 17 i lavori proseguiranno con relazioni e interventi sulla Rete di competenze e servizi del territorio.

La terza edizione del Contamination Lab Cagliari ha avuto oltre 270 iscritti. Tra questi, dopo il test motivazionale del 2 luglio, sono 120 tra studenti, laureati e dottorandi provenienti dalle sei facoltà dell’ateneo, quelli all’opera da settembre. Gli allievi, raggruppati in team interdisciplinari, svilupperanno progetti di start up, frequenteranno sessioni formative e training sul campo.

Il rettore Maria Del Zompo apre i lavori. A seguire, interventi di Annalisa Bonfiglio (prorettore Territorio e innovazione), Maria Chiara Di Guardo (direttore scientifico CLab). Partecipano, tra gli altri, Augusto Coppola (InnovAction Lab), Mario Mariani (The Net Value), Gianluca Cadeddu (Crp-Regione Sardegna), Luigi Minerba (Comune di Cagliari), Antonio Tilocca (Sfirs), Monica Scanu (Istituto Europeo Design), Alessandro Vagnozzi (Confindustria Sardegna), Luigi Filippini (Crs4), Sandra Ennas e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche), Alice Soru (Open Campus Tiscali).

«L’Università di Cagliarei offre ai “contaminati” le sue competenze: ricercatori appartenenti a diverse anime dell’ateneo presenteranno innovazioni e sfide emergenti legate a potenziali opportunità di business. Il CLab – spiega Annalisa Bonfiglio – crea un network operativo e relazionale che sostiene i ragazzi dall’idea imprenditoriale al suo consolidamento, fornendo gli strumenti professionali di formazione e conoscenza». E ancora. «La logica della “contaminazione” si è dimostrata vincente, favorendo la creazione di idee di impresa particolarmente innovative e promettenti (è stata depositata anche una domanda di brevetto). Il Clab – prosegue il pro rettore – ha già cambiato la vita a più di 200 ragazzi, sono state generate circa 15 iniziative imprenditoriali, alcune start-up hanno ricevuto riconoscimenti e premi nazionali e hanno attratto investimenti privati. Inoltre, una delle start-up create è a Chicago da Google-1871 in un percorso di accelerazione di eccellenza, altre stanno validando la loro idea in acceleratori di impresa in Europa. Intendime (start-up vincitrice della seconda edizione) volerà a New York per incontrare vari investitori privati, grazie alla sponsorizzazione dell’Ambasciata Americana». Maria Chiara Di Guardo aggiunge: «Vogliamo potenziare il ruolo di CLab nell’ecosistema regionale per la promozione della nuova imprenditoria. Da questa edizione sono state attivate importanti collaborazioni con attori istituzionali (esempio Sardegna Ricerche e Crs4) e privati (Istituto Europeo di Design e Confindustria): permetteranno ai ragazzi di far crescere velocemente il valore del loro progetto». Ma non è tutto: «Abbiamo attivato opportunità riservate alle start-up generate nelle precedenti edizioni con la finalità di sostenerle nel lungo periodo e dare continuità al progetto. Si apre una nuova stagione di politiche di apertura dell’ateneo al tessuto sociale ed economico sardo, in grado – rimarca il direttore scientifico Clab – di favorire imprenditorialità innovativa e trasferimento tecnologico. L’obiettivo? Confermare il ruolo di motore della promozione dello sviluppo sul territorio».