Il progetto UniveErsuTeatro, nato dalla collaborazione tra Ersu e Il Crogiuolo, giunge quest’anno alla sua seconda edizione.
Il progetto UniveErsuTeatro, nato dalla collaborazione tra Ersu e Il Crogiuolo, giunge quest’anno alla sua seconda edizione. Questa stagione di primavera, che prevede tre appuntamenti, uno già svolto il 31 marzo, gli altri programmati il 16 aprile e il 6 maggio, vuole essere un’anteprima di quella che sarà l’attività autunnale, che abbraccerà didattica, spettacoli e proiezioni cinematografiche, il tutto pensato per gli studenti universitari ma aperto alla cittadinanza tutta.
Obiettivo ultimo creare al Teatro Nanni Loy un centro d’interesse forte per la produzione e la formazione teatrale animata e gestita dalla compagnia di teatro universitario, che si spera possa nascere al termine di questo progetto triennale.
Gli appuntamenti di primavera, programmati tra marzo e maggio, hanno visto la collaborazione piena e attiva con l’Università degli Studi di Cagliari il Dipartimento di storia beni culturali e territorio, dottorato in storia, beni culturali, Studi internazionali archivio di stato di cagliari, archivio di stato di oristano.
Lunedì 31 marzo, ore 16, nell’ aula magna della facoltà di studi umanistici (2° piano) si è tenuto il primo di un ciclo di seminari sul tema “La Sardegna dalla “grande guerra” al fascismo: economia, politica, società”: relatori Luisa Maria Plaisant e Giovanna Caltagirone. Il Crogiuolo con Mario Faticoni e Rita Atzeri ha proposto un recital da “Un anno sull’altipiano e Marcia su Roma e dintorni” di Emilio Lussu.
“Enrico Mattei, un PATRIOTA” è invece la nuova produzione de Il Crogiuolo, nata dalla sollecitazione ricevuta dalla prof.essa Maria Luisa Di Felice, dal cui corso monografico prende l’avvio l’idea dello spettacolo.
In scena, per questo primo studio, mercoledì 16 aprile, ore 16.00, al Teatro Nanni Loy, Fausto Siddi, inteprete del testo scritto da Rita Atzeri e diretto dai due a quattro mani.
Un giornalista di talento, ma rovinato dalla sua incapacità di gestire la propria vita sentimentale, riceve dal proprio caposervio l’ultima occasione di conservare il proprio posto di lavoro, facendo un pezzo su Enrico Mattei.
Il caposervio vuole che Paolo, così si chiama il nostro protagonista, prenda spunto dall’articolo che ha scritto sul Jobs Act di Matteo Renzi, per riflettere sulla figura di uno dei protagonisti della rinascita dell’Italia nel secondo dopoguerra, convinta com’è che sia necessario che il giornalismo faccia qualcosa di più della cronaca e che la polica debba indicare delle strade coraggiose per la ripresa di un paese, che vede allo sbando.
Il 6 maggio, sempre alle ore 16.00 e sempre al Teatro Nanni Loy, andrà invece in scena “Il Lavoro mobilita: il 1948 a Carbonia e dintorni”, di Monica Porcedda, con Alessandro Congeddu, Arianna Basciu, Carla Galliu, Gloria Uccheddu, Lucia Longu, Luciano Sulas, Mariella Mannai, Piero Deidda, Pietro Carta, Riccardo Montanaro, Rosanna Sulas.
Regia di Monica Porcedda.
Voluta nel 1938 dal regime fascista, Carbonia sorge in meno di 13 mesi dall’immigrazione di uomini e donne provenienti da tutta l’Italia attratte dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. A dieci anni dalla sua fondazione la Città mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo, crisi rapida e dolorosa che spinge la dirigenza della Carbosarda ad attuare una rigida politica aziendale: licenziamenti e trasferimenti di personale (soprattutto quello politicizzato e sindacalizzato), aumento dei fitti, dell’energia elettrica, del carbone, dei viveri negli spacci aziendali, riduzione degli stipendi e sanzioni arbitrarie ai lavoratori. Contro le misure repressive e provocatorie il 7 ottobre 1948 il sindacato proclama lo “sciopero bianco” durato 72 giorni. Una città intera, appena uscita dalla guerra, trova la propria identità, stringendosi attorno ai minatori scioperanti per difendere il lavoro.