Luisa Marini (Italia Nostra Cagliari): «Si salvaguardi il patrimonio naturale e culturale del Colle Sant’Elia e della Sella del Diavolo».
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Con una richiesta presentata al Sindaco di Cagliari, al comando regionale della Guardia Forestale e al servizio tutela della natura dell’assessorato regionale all’Ambiente, al servizio regionale Tutela del Paesaggio, alla Guardia Costiera e al Ministero dell’Ambiente, la sezione di Cagliari di Italia Nostra ha chiesto un intervento per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del Colle di Sant’Elia – Sella del Diavolo, minacciato dalla frequentazione incontrollata e talora sconsiderata dei visitatori in mountain bike che ha portato all’ampliamento dei sentieri ed anche all’apertura di nuovi tracciati con conseguente degrado della copertura vegetale.
Si tratta di un promontorio tutelato con specifico vincolo paesaggistico, con vincolo di conservazione integrale e con vincolo idrogeologico. L’area è stata destinata a Riserva Naturale Capo Sant’Elia nel Sistema Regionale dei parchi ed aree protette ed è stata inserita tra i Siti di Importanza comunitaria – SIC “Torre del Poetto” e “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”.
L’area conserva straordinarie testimonianze storiche ed archeologiche, come confermano anche le campagne di scavo attualmente in corso, che documentano una frequentazione ininterrotta fin dal neolitico ed in epoca punica, romana, pisana e giudicale.
Per promuovere la conoscenza del Colle, è stato realizzato anni fa, secondo criteri di rigorosa compatibilità ambientale, il Sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, promosso delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico. Percorso frequentato da migliaia di persone desiderose di conoscere le sue straordinarie valenze, illustrate da un considerevole numero di studi e ricerche. Questo tipo di fruizione discreta e rispettosa ha contribuito a far crescere la consapevolezza e la sensibilità per la tutela dello straordinario patrimonio naturale e culturale conservato in questo prezioso scrigno ecologico posto a due passi dalla città e al centro del Golfo degli Angeli.
Tuttavia la crescente notorietà del sito ha anche richiamato una frequentazione incontrollata e, talora, sconsiderata di escursionisti in mountain bike che ha portato all’ampliamento dei sentieri ed anche all’apertura indiscriminata di nuovi tracciati con conseguente degrado della copertura vegetale, a tratti rappresentata da specie endemiche o esclusive, allo sgretolamento della superficie calcarea ed erosione dell’esile e frammentario suolo presente tra gli affioramenti rocciosi che dominano il paesaggio, non di rado costituito da roccia friabile e alterata.
L’associazione Italia Nostra, che pure è orientata, in generale, a promuovere l’uso delle biciclette ovunque e per quanto possibile, ritiene che in un sito delicato e sensibile come quello del Monte Sant’Elia la fruizione debba essere esclusivamente pedonale, così come peraltro si evince dai criteri contenuti nel Piano di gestione del SIC.
Ad evitare, pertanto, ulteriori e prevedibili fenomeni di compromissione e degrado del patrimonio naturale e culturale presente, conseguente alla frequentazione incontrollata, Italia Nostra ha chiesto i giorni scorsi un immediato intervento delle Autorità responsabili, atto a garantire la tutela e la conservazione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale che qualifica il paesaggio e l’identità della città di Cagliari e del Golfo degli Angeli.
Luisa Marini
Presidente sezione di Cagliari