22 November, 2024
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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha incontrato l’associazione dei pazienti di sclerosi multipla “Sorrisi Multipli” di Iglesias. Cure ottimizzate per i pazienti con Sclerosi Multipla della Sardegna, in qualunque zona della regione vivano, assicurando a tutti gli stessi standard di assistenza. Sarà questo il risultato pratico del PDTA – Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, che l’assessore della Sanità Luigi Arru ha illustrato a Luisa Murgia, Nicola Zara, Ivan Melis.
L’incontro è stato richiesto dall’Associazione, che unisce numerosi pazienti del Sulcis Iglesiente, per avere chiarimenti sul futuro dell’assistenza ai pazienti con Sclerosi Multipla, sulla situazione del Binaghi e sul taglio del numero di ore di riabilitazione recentemente avvenuto nel loro territorio.
Per l’assessore Arru è stata l’occasione per spiegare, dati alla mano, lo stato dei lavori verso una rete regionale più equa, che non lasci nessun territorio privo di assistenza.
Dopo un capillare esame della situazione attuale e l’individuazione dei bisogni, già completati, il Tavolo Tecnico per il PDTA sta ora predisponendo la rete dei centri clinici, che prevede anche un collegamento costante e lo scambio di esperienze fra gli specialisti di tutta la Sardegna e la definizione di protocolli standard. A proposito della temporanea mancanza di personale al Binaghi, l’assessore ha fornito rassicurazioni sul fatto che le procedure per le sostituzioni sono già avviate.
Infine, relativamente alla segnalazione, da parte dei pazienti del Sulcis Iglesiente, di un taglio delle ore di riabilitazione, l’assessore Arru si è impegnato a verificare la situazione, specificando che con la rete regionale saranno stabiliti dei criteri uguali per tutta la Sardegna.
Soddisfatti i rappresentanti del’Associazione “Sorrisi Multipli”, che hanno dichiarato apprezzamento e sostegno per il progetto della rete regionale.

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I pazienti affetti da sclerosi multipla di Iglesias hanno scritto una lettera aperta all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e al direttore dell’area socio sanitaria di Carbonia Maddalena Giua.

Siamo un gruppo di pazienti di Iglesias affetti da sclerosi multipla e vorremmo sottoporre alla vostra attenzione la nostra preoccupazione per la riduzione del budget alle strutture riabilitative del nostro territorio. 

Circostanza che sta comportando la mancata proroga o il ridimensionamento (con la riduzione delle ore) dei programmi riabilitativi che, per noi malati di sclerosi multipla come per quelli affetti da altre patologie, sono fondamentali per ritardare il più possibile la perdita di autosufficienza. 

Stiamo parlando di un servizio di vitale importanza, un’àncora alla quale ci aggrappiamo con la speranza di mantenere la nostra autonomia, seppure già minata dalla malattia. 

Per questo abbiamo deciso di rivolgervi il nostro grido d’aiuto: non toglieteci questa speranza di contrastare gli effetti della malattia, non impediteci di proseguire la riabilitazione mirata a rinforzare la fascia muscolo scheletrica e farci sentire un po’ meno limitati nelle nostre attività quotidiane. Anche quelle, per voi, più “normali”

Voi parlate continuamente di “riorganizzazione sanitaria” e “risparmio”. Ebbene, a noi fa paura sentirvi ripetere quelle parole. Permetteteci, al riguardo, di invitarvi a fare una riflessione: se noi perdiamo la nostra autonomia, c’è davvero un risparmio per la sanità? Quanto, al contrario, potrebbe incidere la nostra precoce non autosufficienza sulla spesa sanitaria? Quanto graverebbe rispetto ai tagli sulla riabilitazione?  

Vi chiediamo di prendere in considerazione questo nostro appello e – al tempo stesso – di valutare la possibilità di concederci un incontro per approfondire questa tematica, legata ad un grave problema sociale. 

Certi di un vostro riscontro, cogliamo l’occasione per porgervi i nostri cordiali saluti, 

Ivan Melis (portavoce) – Luisa Murgia – Nicola Zara – Daniele Frongia

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Il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) della Retinopatia diabetica con l’ausilio della Telemedicina fa capo al progetto di tesi presentato dal neolaureato in medicina Tommaso Ercoli al Forum Innovare per eccellere tenutosi lo scorso dicembre. Al lavoro scientifico hanno collaborato gli specialisti del servizio di Diabetologia, con in prima fila Rosangela Maria Pilosu, Pierpaolo Contini, Margherita Gessa, Carlotta Macis, Michela Denti e Maria Vitalia Ortu con i colleghi della Clinica oculistica universitaria del San Giovanni di Dio, Maura Casu, Maurizio Fossarello e Luisa Murgia. Un risultato proficuo che testimonia l’importanza della collaborazione medica in staff a vantaggio dei pazienti, del percorso clinico e del sistema sanitario regionale.

La Retinopatia diabetica colpisce il 34,6 per cento delle persone con il diabete, ovvero il 5,5 per cento della popolazione generale. Tenuto conto che in Sardegna i diabetici sono 90.223 (Istat 2014), oltre 30mila pazienti potrebbero avere una Retinopatia diabetica. «Nell’isola esiste una rete di assistenza diabetologica e oculistica diffusa sul territorio con possibilità di consulenze programmate con inevitabili liste d’attesa. Ma – spiega Tommaso Ercoli – non c’è una vera mappa del problema Retinopatia e un registro dei pazienti Retinopatici perché i sistemi attualmente utilizzati non consentono la raccolta e l’archiviazione dei dati in modo strutturato». L’obiettivo principale del progetto è nitido: «Migliorare l’assistenza ai diabetici facilitando l’interazione tra la Clinica oculistica e il reparto di Diabetologia, sfruttare l’innovazione tecnologica fornita dal Retinografo, strumento di ultima generazione capace di scattare e archiviare le foto al fondo dell’occhio senza dilatazione farmacologica pupillare, associato a un sistema di Telemedicina che – rimarca il dottor Ercoli – collega via internet il medico diabetologo con lo specialista retinologo».

Lo studio presentato al Forum Innovare per eccellere si sviluppa sull’interazione dei reparti dell’ospedale San Giovanni di Dio. Ovvero, tra servizio di Diabetologia, che ospita il retinografo, e Clinica oculistica, entrambi afferenti all’Azienda ospedaliero-universitaria. Il retinografo, non richiede una dilatazione farmacologica, è facilmente utilizzabile da personale non tecnico, pertanto l’installazione nel reparto di diabetologia permette un controllo opportunistico dei pazienti al momento di un normale accesso diabetologico. «La foto al fondo dell’occhio è estemporanea, veloce, facilmente ripetibile ed archiviabile. La possibilità di collegare l’apparecchio a un servizio di telemedicina è la vera rivoluzione nel campo dello screening della Retinopatia. Abbiamo creato – aggiunge Tommaso Ercoli – un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che garantisce ai pazienti diabetici un controllo sulle complicanze oculari. Si tratta di pazienti a rischio di possibile sviluppo di una Retinopatia diabetica importante che vengono mandati al reparto di oculistica dove svolgono un esame oftalmologico completo con i vari accertamenti. Il punto di forza del progetto è la capacità di creare, grazie all’innovazione tecnologica della Telemedicina e dei suoi strumenti associati, un collegamento più efficace tra il servizio di Diabetologia e la Clinica oculistica. Di fatto, un ruolo attivo del personale medico e infermieristico della diabetologia, ma soprattutto un risparmio di tempo per il paziente al quale viene offerto il monitoraggio continuo dello stato di salute della retina e un accesso più rapido alle cure».