21 November, 2024
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Due film sardi concluderanno in bellezza, ad Asuni, la XII edizione del “terre di confine” filmfestival dedicata alla Libertà. Il primo è “Dalla quercia alla Palma”, il documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di “Padre padrone”, film dei Fratelli Taviani vincitore della Palma d’oro dal Festival di Cannes, e tratto dall’omonimo libro di Gavino Ledda. Sarà presentato al MEA, alle 16.30, dallo stesso Sergio Naitza con Luca Melis (produttore e direttore della fotografia).

Il secondo è “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda, costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra, con le musiche originali di Paolo Fresu, la cui proiezione, alle 20.30, che concluderà il ricco programma della kermesse.

E proprio la Cineteca Sarda dedica un interessante convegno, alle 19.30, al mondo del cinema ed in particolare al tema della conservazione, agli archivi, al cinema di famiglia, al riutilizzo ed alla divulgazione. All’incontro prenderanno parte i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda.

La mattinata sarà invece dedicata all’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, un incontro molto atteso con i registi cileni José María González e Francisco Hervé che si svolgerà al Central Bar, alle 12.45. Mentre alle 11.00, al MEA, si terrà Omaggio a Ermanno Olmi, con la proiezione del film “Il villaggio di cartone”.

Tra gli altri appuntamenti della serata, alle 15.00, un segmento del festival dedicato al Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth. Il film racconta le avventure di Roberto, un giovane timido e appassionato di avventure e di Lalo, suo fratello, amante delle forti emozioni. Entrambi i fratelli vanno a visitare il nonno malato terminale, il quale darà loro una missione molto speciale: quando morirà i due fratelli dovranno liberare il suo amato cavallo prima che sia venduto. Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

 

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Domani ad Asuni per il “terre di confine filmfestival” arriva lo scrittore cileno Antonio Arèvalo, uno dei più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa, uno dei protagonisti del docu-film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, che sarà proiettato al MEA alle 18.50. Un film che racconta il golpe in Cile del ‘73 ma è rivolto all’Italia di oggi.

Antonio Arèvalo è un poeta, critico e curatore d’arte contemporanea nato a Santiago del Cile nel 1958. In tanti anni si è fatto anticipatore di istanze espressive molto vitali e identitarie, fin dalla grande mostra dedicata all’Arte Latinoamericana in Italia, per la I edizione del FotoGrafia Festival di Roma. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con l’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma, organizzando allo stesso tempo esposizioni, festival e eventi culturali internazionali per importanti istituzioni, fondazioni, musei e gallerie d’arte.

Fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, è stato curatore e commissario della 49ª edizione della Biennale  nel 2001, presentando l’artista Juan Downey, premiato con la Menzione d’Onore dalla Giuria Internazionale. Curatore della III edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove, è tornato al ruolo di curatore del padiglione del Cile alla 53ª Biennale di Venezia, con l’artista Iván Navarro.

Al Museo dell’Emigrazione di Asuni, alle 20.30 presenterà, assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu, il suo libro “Le terre di nessuno”, una raccolta poetica di versi scritti tra il 1980 e il 2016.

Ad inaugurare la giornata del “terre di confine”, sabato al MEA alle 11.30, sarà però “No – I giorni dell’arcobaleno”, un film di Pablo Larraín. Tra gli altri appuntamenti, alle 16 si terrà l’incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”. Alle 16.30 nuovo incontro con Nicola Contini e il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica” e, alle 17 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Quindi, alle 18.50, la proiezione di “Santiago, Italia” con la presenza di Antonio Arévalo e, alle 20.30 la presentazione del suo libro “Le terre di nessuno”. Gran finale di serata alle 21.30 al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Il programma di domenica 17 marzo. Alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00, il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30, altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30, nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20.30, con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

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Dopo aver toccato i centri di Cagliari, Solarussa, Alghero e Sassari, la XII edizione del “terre di confine filmfestival” si prepara per la sua tappa conclusiva ad Asuni, dove dal 15 al 17 marzo amplierà lo sguardo sulla cinematografia latina e in particolare sul documentario cileno. Sarà una vera festa del cinema che coinvolgerà, oltre agli spazi del MEA-Museo dell’Emigrazione e del Centro di documentazione (Casa Porcu Cau), anche diverse attività del paese per accogliere mostre, spettacoli e concerti.

Arriveranno personalità del mondo del cinema come i registi Francisco Hervé e José María González, quindi Alejandro Alzate Giraldo, direttore artistico del “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia” per un vero gemellaggio tra il “terre di confine” e la rassegna colombiana.

Tra le opere cilene da non perdere saranno proposte quelle di Sebastian Lelio, Pablo Larraín e Maite Alverdi. Protagonisti della finestra sul cinema Sardo saranno invece Paolo Carboni, Carmina Conte, Mario Piredda, Nicola Contini, Luca Melis e Sergio Naitza. Per il cinema italiano, un omaggio al compianto maestro Ermanno Olmi con la proiezione di “Il villaggio di cartone” e poi “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, che presenta il suo libro “Terre di nessuno”.

Venerdì saranno inaugurate ben due mostre d’arte dell’architetto cileno Alejandro Robles e dell’artista italo-tedesca Lea Gramsdorff con la collaborazione di Simone Dulcis, mentre la cantante Claudia Crabuzza con Francesca Ventriglia proporrà un recital-concerto su Violeta Parra. Importantissimo il coinvolgimento dell’associazione “Chilenos de Sardigna”, per una festa-concerto che sabato accoglierà il complesso di musica andina “Grupo Nazka” con buffet degustazione.

Il programma dettagliato.

Venerdì 15 marzo si parte alle 10.00, all’Istituto comprensivo con il Laboratorio “Liberi tutti!” a cura di OSVIC. Alle 11.30 alla Casa Porcu Cau sarà inaugurata la mostra dell’artista cileno Alejandro Robles dal titolo “Sentieri da Minotauri”, a cura di Bianca Petretto, per concludere la mattinata con la presentazione della rivista internazionale di arte e cultura “Aínas”.

Alle 16.00, al MEA, la serata prende il via con il cortometraggio “La Libertà”, spot del tdcf, per proseguire con la presentazione del programma da parte del direttore artistico Marco Antonio Pani, affiancato da Enrico Pitzianti e dai collaboratori del festival e degli ospiti José María González e Francisco Hervé.

Alle 16.20 si terrà la cerimonia di gemellaggio con il “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia”, alla presenza di Alejandro Alzate Giraldo.

Alle 16.40 per gli “Incontri col cinema sardo” Paolo Carboni e Carmina Conte presentano il loro documentario “Le spose del Grand Hornu”, mentre alle 17.40 sarà proposto Los Niños di Maite Alverdi.

Alle 19.10 lo spettacolo-concerto “Difesa di Violeta Parra” vedrà protagoniste Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia, mentre alle 20.30, sarà inaugurata la mostra di pittura “EXODUS.4” dell’attrice e pittrice Lea Gramsdorff, per proseguire con degustazione di prodotti locali. La serata si conclude alle 21.30 con la proiezione del film premio oscar “Una mujer fantàstica” di Sebastian Lelio.

Sabato 16 marzo, appuntamento alle 11.30 per la proiezione di “No – I giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larraín al MEA dove alle 16 si terrà l’incontro incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”.

Alle 16.30 l’incontro sarà con Nicola Contini ed il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica”, e alle 17.00 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Alle 18.50 la presentazione e proiezione del film documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, curatore d’arte contemporanea, poeta, già addetto culturale del Cile in Italia. Alle 20.30 Antonio Arévalo presenta il suo libro “Terre di nessuno” assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu. Alle 21.30 gran finale al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Domenica 17 marzo, alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00 il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30 altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30 nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento e Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20 con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni 40 e 50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

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Il cinema a scuola è già una realtà. Il dato è emerso ieri (domenica 11 marzo) al terre di confine filmfestival durante l’incontro “Il cinema insegna la vita”, un appuntamento che ha visto confrontarsi ben dieci addetti ai lavori tra registi, operatori dell’audiovisivo, videomaker ed insegnanti.

Nel corso del dibattito, introdotto da Enrico Pitzianti e moderato dal formatore Andrea Mura, sono emerse tante situazioni diverse in cui si sta già utilizzando il cinema sia come strumento per educare i bambini alla visione e all’interpretazione del messaggi audiovisivi, sia come strumento per metterli in grado utilizzare questo straordinario strumento di comunicazione. Inoltre c’è anche una terza direzione molto importante, quella che vede la cinematografia come miccia per far parlare di altri temi quali storia, geografia, politica e tanto altro.

È il secondo anno consecutivo in cui la manifestazione diretta artisticamente da Marco Antonio Pani ha scelto di dedicare un importante momento di confronto al mondo dell’educazione e della formazione. Assieme a Marco Antonio Pani, a raccontare le loro esperienze sono stati i registi Matteo Incollu e Sergio Scavio, la dirigente scolastica Alessandra Patti e l’insegnante Alessandra Piras, l’animatrice Michela Anedda, Ottavia Pietropoli della Cooperativa Museo del Mare Sant’Antioco, Alessandra Sento della “Società Umanitaria-Cineteca Sarda” e Mariangela Bruno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Tra le iniziative presentate tante sono estemporanee, realizzate da operatori del settore, e molte altre si stanno facendo a livello istituzionale con i bandi Iscola della Regione, con i quali molti istituti hanno potuto organizzare degli interventi sull’audiovisivo.

Durante gli interventi i relatori hanno proiettato degli estratti video di laboratori svolti nelle scuole. Tra questi l’animazione “Alla ricerca di madre natura” della classe 5ª D – Scuola Primaria dell’I.C. “Gramsci-Rodari” di Sestu, vincitore Cinemambiente di Torino 2018; l’animazione “About the sea”, esito della residenza artistica per ragazzi “Cosa ci porta il mare” progetto del Muma-Museo del Mare di Marco Antonio Pani e Michela Anedda; “Coins” di Matteo Incollu e “La notte di cesare” di Sergio Scavio.

La panoramica evidenziata è molto incoraggiante. Ma se tanto lavoro è già in campo, è stata segnalata la necessità di fare rete, di creare un network tra operatori in modo da conoscersi, confrontarsi e fare buona pratica. «Uno degli scopi che spero che si raggiungano, anche attraverso iniziative come questa – ha affermato Andrea Mura – è proprio quello di incontrarsi, parlarsi, conoscersi e far migliorare l’intero settore».

In conclusione, un contributo è stato offerto dal regista cileno Orlando Lübbert e dal regista basco trapiantato in Cile, José María González. Quest’ultimo, in particolare, ha evidenziato l’esperienza della legge cinema del Paese sudamericano, che prevede che chiunque ottenga dei finanziamenti per fare dei film, debba inserire tra le spese un intervento significativo di cinema nelle scuole. L’ultimo obiettivo sarebbe quello di far diventare il cinema materia curricolare a tutti gli effetti.

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I registi Orlando Lübbert e José María González sono stati i protagonisti internazionali della prima giornata del “terre di confine filmfestival”, che ha preso il via ieri (8 marzo) in Casa Sanna di fronte a un pubblico numeroso, sotto la direzione artistica di Marco Antonio Pani coadiuvato da Enrico Pitzianti. Grande attenzione è stata riservata al drammatico “Taxi para tres” di Lübbert, che oggi replicherà alle 18.30, con “Cirqo”, la storia di due uomini in fuga dalla polizia segreta di Pinochet che trovano riparo in un circo itinerante, nel quale si trasformano per caso in clown di successo.

Orlando Lübbert è nato in Cile nel 1945 e, a causa della dittatura, dal 1973 ha vissuto un lungo esilio prima in Messico e poi in Germania, dove ha insegnato alla Freie Universität Berlin ed ha girato numerosi documentari. Nel 1995 è ritornato nella sua terra dove ora, oltre all’attività di regista, ha l’incarico di docente di cinema all’Istituto di Comunicazione e Immagine (ICEI) dell’Università del Cile.

A inaugurare la serata sono stati Mario Tendas, sindaco di Solarussa, e Sandro Sarai, presidente dell’associazione “Su Disterru” che organizza l’evento. Molto applauditi sono stati il film “L’uomo con la lanterna” dell’autrice sarda Francesca Lixi, e l’installazione artistica “Il bosco delle trasparenze” che ha accolto le poesie di Giovanni Bernuzzi, accompagnate dall’intensa recitazione dell’attrice Isella Orchis. All’iniziativa è collegato “Words resound” di Bianca Laura Petretto, opera di videoarte sul ritmo e la musicalità delle parole. Stasera c’è grande attesa anche per la proiezione alle 21.00 di “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, con la presenza dell’attore protagonista Alessandro Gazale.

Domani (domenica 10 marzo) sarà la giornata conclusiva di questa prima tappa di Solarussa, che prenderà il via alle 11.00, in Casa Sanna, con l’incontro “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo” organizzato e moderato da Andrea Mura (videomaker e formatore). Interverranno Matteo Incollu, Alessandra Patti, Alessandra Piras, Ottavia Pietropoli, José María González, Orlando Lübbert, Alessandra Sento della Società Umanitaria, Cineteca Sarda, Sergio Scavio e Mariangela Bruno, responsabile Film literacy della Fondazione Sardegna Film Commission. Ad introdurre i lavori sarà Enrico Pitzianti. I relatori proietteranno degli estratti video di laboratori svolti nelle scuole.

In chiusura proiezione dei corti “Alla ricerca di madre natura” della classe 5ªD – Scuola Primaria dell’I.C. “Gramsci-Rodari”, vincitore Cinemambiente di Torino 2018; quindi “About the sea” esito della residenza artistica per ragazzi “Cosa ci porta il mare” progetto del Muma/Museo del Mare, Marco Antonio Pani e Michela Anedda; “Coins” di Matteo Incollu e “La notte di Cesare” di Sergio Scavio.

Alle 15.30, per i più piccoli, sarà proposto “Selkirk, el verdadero Robinson Crusoe” di Walter Tournier. Alle 16.50 per la Finestra sul cinema sardo “Cine Yagoua” progetto cine solidale di Andrea Mura e Chiara Andrich, saranno proiettati i documentari “Une dimanche au Village” di Zamandje Roger, Haranga Laurent, Soupoursou Dieudonne e “Fati” di Hamaita Soumai Celestine.

Alle 17.30, Marco Antonio Pani presenta José María González ed il suo “Darío en toma”. Alle 19.00, appuntamento con Paolo Zucca che presenterà una clip in esclusiva anteprima assoluta, il trailer del suo film “L’uomo che comprò la luna” di prossima uscita in sala. Alle 19,15 l’appuntamento è con “Intillimania, Cile-Sardegna andata e ritorno”, incontro con Aldo Brigaglia. La serata si conclude in bellezza con la proiezione di “Machuca” di Andrés Wood, uno dei film più famosi della storia del cinema cileno.

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L’orrore della dittatura di Pinochet vista attraverso gli occhi di chi è stato costretto all’esilio per anni durante il regime: lunedì 11 marzo arriva a Sassari il circuito itinerante del “terre di confine filmfestival” per l’unica tappa del nord Sardegna, e porta al Cityplex Moderno una presenza straordinaria, quella del regista cileno Orlando Lübbert. Alle 20.30, in un aperto faccia a faccia con il pubblico sassarese, l’artista sudamericano presenterà al Multisala il suo bellissimo film “Cirqo”, vincitore nel 2013 della Miglior direzione artistica al Festival dell’Havana 2013. È la storia di due fuggitivi braccati dalla polizia segreta cilena che trovano riparo sotto il tendone di un circo itinerante, confortevole e amaro, nel quale si trasformano per caso in clown di successo.

Il “Terre di confine” – diretto per la seconda volta consecutiva da Marco Antonio Pani – quest’anno accoglie non a caso il Cile come paese ospite, avendo dedicato la XII edizione alla Libertà in tutte le sue forme. Orlando Lübbert è nato a Santiago nel 1945 e, a causa della dittatura, dal 1973 ha vissuto un lungo esilio prima in Messico e poi in Germania, dove ha insegnato alla Freie Universität Berlin e ha girato numerosi documentari. Nel 1995 è ritornato nella sua terra dove ora, oltre all’attività di regista, ha l’incarico di docente di cinema all’Istituto di Comunicazione e Immagine (ICEI) dell’Università del Cile. Al Cityplex il suo film sarà proiettato in spagnolo con sottotitoli in italiano. L’ingresso è libero e gratuito ed i presenti potranno dialogare con l’autore.

L’appuntamento sassarese del tdcf gode anche della collaborazione dell’Accademia delle Belle Arti Mario Sironi, dove Lübbert farà la sua comparsa alle 16.30, per presentare agli studenti un’altra sua opera drammatica, “Taxi para tres”, Premio Concha de Oro al Festival di San Sebastian e vincitore di altri riconoscimenti internazionali (un MTV Movie Award e Premio della giuria al Miami Film Festival).

La giornata del festival prenderà il via fin dalle 10.00, a Lo Teatrì di Alghero, dove il regista cileno incontrerà i ragazzi delle scuole assieme all’attore sardo Ignazio Chessa per parlare di cinema e di libertà nel “teatro più piccolo del mondo”. Durante l’incontro, realizzato in collaborazione con la Società Umanitaria di Alghero, sarà proiettato il documentario “Cien niños esperando un tren” del pluripremiato cineasta Ignacio Aguero. Tutti gli appuntamenti saranno preceduti dalla proiezione del cortometraggio “La Libertà”, spot della XII edizione del festival, realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni e gli allievi del laboratorio cinematografico di Asuni e Solarussa. Il festival proseguirà dal 15 al 17 marzo, ad Asuni, con un ricco calendario.

Chilean director Orlando Lubbert shows the Concha de Oro “Golden Shell”, for his film “Taxi para tres” (“Taxi for Three”) during the closing ceremony of the 49th San Sebastian Film Festival celebrated at Kuursal Palace in San Sebastian late 29 September 2001. AFP PHOTO/RAFA RIVAS

 

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Il “terre di confine filmfestival” spalanca le porte al Cile per un incontro cinematografico con la Sardegna che abbraccerà una XII edizione consacrata alla “Libertà” in tutte le sue forme. Sono cinque le località coinvolte, trentacinque i film in programma tra corti e lungometraggi, oltre trenta gli ospiti nazionali e internazionali e, per gli eventi collaterali, si terranno mostre, dibattiti, laboratori e concerti. Anche quest’anno è ricchissimo il calendario messo in campo dagli organizzatori della manifestazione, che gode per la seconda volta consecutiva della direzione artistica di Marco Antonio Pani, forte del successo della scorsa edizione che aveva accolto la Colombia.

Dopo l’Anteprima del 2 marzo alla Cineteca sarda di Cagliari, a partire dall’8 marzo la kermesse farà tappa per tutto il weekend a Solarussa (Casa Sanna), per poi proseguire l’11 marzo ad Alghero (Lo Teatrì) e Sassari (Accademia Belle Arti e Cinema Cityplex Moderno) e quindi concludersi nel fine settimana dal 15 al 17 marzo ad Asuni (Museo dell’emigrazione e Casa Porcu Cau), dove tutto è iniziato nel 2007. A dare man forte a Pani nella conduzione del festival ci sarà Enrico Pitzianti, che ne è stato anche il primo direttore artistico.

Sono attesi appuntamenti a tu per tu con gli autori cileni José María González, Francisco Hervé e Orlando Lübbert, e focus dedicati ad altri artisti emergenti o affermati. «Dall’incontro tra cinematografie nasce l’incontro tra persone e idee – ha spiegato Marco Antonio Pani – maturano confronto e discussione, e si rendono disponibili capolavori difficilmente reperibili nei consueti canali di diffusione. La cultura cilena nello specifico è stata segnata da un solco indelebile e doloroso tracciato dalla dittatura di Pinochet – ha aggiunto il regista – un segno che si è concretizzato nell’inclinazione verso un cinema di denuncia e di analisi, sociale e politica. Per questo il tema della Libertà appare più che mai opportuno».

E “La Libertà” è anche il titolo dello spot del tdcf 2019 girato con il coinvolgimento degli allievi del laboratorio di cinematografia del festival. Uno spot che quest’anno ha l’aspetto di un cortometraggio di oltre cinque minuti, ideato e realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni alle riprese, rendendo protagonisti gli stessi abitanti di Asuni e Solarussa.

Il coinvolgimento della popolazione è favorito dal format conviviale, nella convinzione che il cinema sia uno strumento prezioso per creare occasioni di crescita e di confronto sociale. A fare da corollario all’iniziativa sarà un particolare omaggio a Ermanno Olmi, straordinario personaggio scomparso lo scorso anno, e una proiezione speciale del film di Nanni Moretti “Santiago-Italia”. Senza trascurare una selezione di alcuni dei più validi e recenti film d’autore sardo, tra i quali “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, “L’uomo con a lanterna” di Francesca Lixi, e “Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone” di Sergio Naitza.

In collaborazione con OSVIC, oltre ai consueti laboratori per i bambini delle scuole del territorio è prevista una sezione domenicale dedicata specificamente ai più giovani.

Non mancheranno eventi letterari, quali la presentazione di “Aìnas”,  rivista internazionale d’arte e cultura diretta da Roberto Cossu, e del libro “Terre di nessuno” di Antonio Arévalo.

Di forte interesse sarà l’incontro con l’associazione “Chilenos de Sardigna” per una festa-concerto con la partecipazione del complesso di musica andina “Grupo Nazka”. Non tutti sanno che nell’isola vivono circa cinquecento sardi di origine cilena arrivati in tenera età e ormai integrati a tutti gli effetti. Altri ospiti musicali saranno la cantante Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia. Un secondo incontro di rilievo è quello sui “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo”, che coinvolgerà numerosi addetti ai lavori.

Ulteriore momento focale sarà il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, e l’incontro ad Asuni con il suo direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo. Sono previste inoltre mostre e installazioni artistiche, come Exodus.4 di Lea Gramsdorff.

Il calendario della manifestazione è stato presentato stamani alla Cineteca sarda da Marco Antonio Pani, affiancato da Antonello Zanda in rappresentanza della Società umanitaria, partner dell’iniziativa assieme alla Sardegna Film Commission. Durante l’incontro sono intervenuti i sindaci di Solarussa ed Asuni, Mario Tendas e Gionata Petza, e quindi Sandro Sarai, presidente dell’associazione Su Disterru, organizzatrice dell’evento assieme alla RAS, alle diverse amministrazioni comunali e al consorzio di “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia Belle arti ed il Cinema Cityplex Moderno di Sassari ed il MEA di Asuni.

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Sabato 2 marzo la Cineteca sarda di viale Trieste, a Cagliari, ospiterà la speciale Anteprima del “terre di confine filmfestival” – XII edizione, un appuntamento piuttosto importante perché oltre alla visione in prima assoluta del nuovo spot del tdcf 2019, sarà il momento della presentazione dell’intero calendario della kermesse, che quest’anno gode del sostegno delle legge regionale sul cinema. Nondimeno si darà un breve assaggio del festival con le proiezioni di due opere dei registi cileni Maite Alberdi (alle 11.00) e Pablo Larraín (alle 19.00).

Il programma dettagliato sarà illustrato alle 10.30 nel corso della conferenza stampa, alla quale prenderanno parte il regista Marco Antonio Pani in qualità di direttore artistico ed Antonello Zanda in rappresentanza della Società umanitaria Cineteca sarda, partner dell’iniziativa assieme alla Sardegna Film Commission.

Per i comuni di Solarussa ed Asuni, che ospiteranno la manifestazione nelle prossime settimane, interverranno i rispettivi sindaci Mario Tendas e Gionata Petza, mentre per l’associazione Su Disterru, che organizza l’evento, parlerà il presidente Sandro Sarai.

Subito dopo sarà proiettato lo spot documentario, dal titolo “La Libertà”, ideato da Marco Antonio Pani, realizzato con Paolo Carboni alle riprese e con gli allievi del laboratorio di cinematografia organizzato dal festival ad Asuni e Solarussa.

Alle 11.00 sarà proiettato il film “Yo no soy de aquì” (2016 – 26’) di Maite Alberdi, regista nata a Santiago del Cile nel 1983, produttrice, documentarista, sceneggiatrice e critico cinematografico. Il suo stile è legato alla narrazione di storie di vita quotidiana di piccole realtà, per focalizzare l’attenzione su tematiche quali la disabilità e l’emarginazione. L’opera è stata insignita nel 2016 del Budapest International Documentary Festival e nel 2017 del Go Short International Short Film Festival Nijmegen e del Ljubljana International Film Festival. Il tdcf il 15 marzo proporrà un suo secondo lavoro, “Los Niños”, ad Asuni.

L’anteprima cagliaritana prosegue in serata, alle 19 .00, con la proiezione di “El club” (2015 – 98’) di Pablo Larraìn, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico 43enne di Santiago, vincitore di numerosi premi nel corso della sua carriera. L’opera in programma ha ricevuto il Gran premio della giuria al Festival internazionale del cinema di Berlino 2015 e una candidatura ai Golden Globes. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.

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Arriva ad Asuni (Or) la speciale anteprima del “terrediconfine film festival”: il 28 dicembre, alle 17.30, i locali del MEA ospiteranno la proiezione di “Historia de un oso”, un’opera del regista cileno Gabriel Osorio conosciuta nel mondo come “Bear story”, Premio Oscar nella categoria Miglior cortometraggio d’animazione agli 88esimi Academy Awards.

“Storia di un orso” darà il via ad Asuni alla XII edizione della kermesse cinematografica dedicata al confronto e all’incontro fra realtà apparentemente lontane, che nel mese di marzo coinvolgerà numerosi centri dell’Oristanese con un ricco calendario di appuntamenti.

A presentare le anticipazioni sui temi, i contenuti e gli ospiti di questa nuova edizione sarà il regista Marco Antonio Pani, alla sua seconda esperienza consecutiva come direttore artistico del terrediconfine, dopo l’ottima riuscita dello scorso anno.

La manifestazione, organizzata dall’associazione Su Disterru insieme alla Regione Sardegna, ai comuni di Asuni e Solarussa e al consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, quest’anno sarà dedicata al tema della “Libertà in tutte le sue declinazioni”: libertà di pensiero, d’espressione, fisica, religiosa, economica, geografica, linguistica, sessuale e artistica.

«Quello della dittatura è forse il concetto che più di ogni altro evoca l’immagine della negazione di libertà – ha affermato Marco Antonio Pani -, e fra le dittature del passato recente che maggior eco hanno avuto in Sardegna, quella sanguinosa di Augusto Pinochet ha sicuramente un posto d’onore, per via dell’amicizia con gli Inti-Illimani, il gruppo musicale cileno che negli anni ’80, a causa delle proprie idee politiche, aveva dovuto auto-esiliarsi nell’isola per evitare rappresaglie.»

Il paese ospite dell’edizione 2019 sarà proprio il Cile. Non a caso il festival ha scelto il capolavoro di Osorio per inaugurare l’evento. “Historia de un oso”, il racconto animato di un vecchio orso impegnato tutti i giorni a esibirsi per strada in un piccolo teatro autocostruito, è in realtà ispirato alla storia di Leopoldo Osorio, nonno del regista, un uomo che dopo il colpo di Stato del 1973 in Cile finì in prigione per due anni e, attraverso varie peripezie, andò in esilio in Inghilterra. Dopo il film, alle 18.30, la serata proseguirà con una castagnata in piazza, promossa dal comune di Asuni.

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A Sant’Antioco arrivano i registi da Italia, Sardegna, Spagna, Turchia, Francia, Tunisia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Libano, Grecia, Marocco, Israele, Slovenia. Passaggi d’Autore nel pieno significato del termine, come luogo di scambio e di confronto tra gli autori dei film selezionati per questa tredicesima edizione che vede sempre più nell’intreccio di storie e lingue diverse uno strumento eccezionale per conoscere le tante facce della cultura mediterranea, scoprire mondi diversi e quello attuale. Giovedì 7 dicembre si entra nel vivo del festival con un programma molto intenso dalla mattina fino alla sera, nell’Aula Consiliare del Comune.

Alle 10.00, per il matinèe dedicato agli studenti si parlerà di storie di fuga, accoglienza e inclusione: temi proposti nel bel documentario di Gabriele Lavagna “Io sono qui”, Italia, 2016, 32′, che affronta il fenomeno dell’immigrazione minorile, il desiderio di ricominciare a vivere, sperare, credere nel proprio futuro. Tra i temi affrontati anche quello del funzionamento di un Centro di Prima Accoglienza, a Palermo, per minori stranieri non accompagnati e il processo d’integrazione nel tessuto cittadino. Seguirà l’incontro con i tre giovani protagonisti del documentario Dine, Magassouba e Omar, ospiti dei centri di prima accoglienza Azad e ed Elom di Palermo gestiti dall’associazione Asante Onlus e supportati dall’UNICEF, che racconteranno ai ragazzi delle scuole di Sant’Antioco la loro esperienza di vita, insieme a Tonino Lopes dell’associazione Asante Onlus di Palermo, con il coordinamento di Renata Corona dell’UNICEF – Italia. 

«È attraverso le loro interviste, le loro voci, i loro sguardi, le pause e i sorrisi che Io sono qui diventa una testimonianza corale di quel viaggio che migliaia di migranti si trovano costretti a intraprendere per fuggire da situazioni inimmaginabili. Una testimonianza a lieto fine, piena di speranza, gratitudine e desiderio di riscatto da un futuro che sembrava essere già scritto», spiega il regista.

Subito dopo verrà proiettato “About the sea”, il cortometraggio realizzato nell’ambito della residenza artistica “Cosa ci porta il mare”, organizzato dal MuMa, Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia di Sant’Antioco. Saranno presenti i partecipanti al laboratorio (quattro migranti richiedenti protezione internazionale e ospitati nei centri d’accoglienza del Sud Sardegna, e da quattro di origine italiana), Ottavia Pietropoli del CEAS Isola di Sant’Antioco, e i registi Marco Antonio Pani e Michela Anedda.

A seguire anche la proiezione dei corti vincitori del progetto MigrArti 2017: “Idris” di Kassim Yassin Saleh (sarà presente in sala), Italia, 2017, 13′ e “La recita” di Guido Lombardi, Italia, 2017, 15′. Sarà presente in sala il regista Kassim Yassin Saleh. Si potrà inoltre visitare la Mostra fotografica “I have a dream”, progetto della Caritas Diocesana di Adria e Rovigo. Sarà presente Irene Rigobello.

Nel pomeriggio, alle 17.00, presentazione ufficiale al pubblico del festival di “Io sono qui” di Gabriele Lavagna, in collaborazione con UNICEF-Italia- Seguirà anche in questa occasione l’incontro con i tre piccoli protagonisti e il coordinamento di Renata Corona dell’UNICEF-Italia, e la partecipazione di Tonino Lopes dell’Associazione Asante Onlus di Palermo.

Alle 21.30 spazio agli intrecci non solo visivi ma anche musicali con il concerto dalle sonorità mediterranee della band internazionale Smarait – Kotnik – Contis MEDITERRANEAN ENSEMBLE. Yarub Smarait (violino), Timotej Kotnik (tromba), Emanuele Contis (sax), Mauro Sigura (Italia, oud), Andrea Granitzio (pianoforte), Fabio Uselli (basso), Daniele Russo (drum). Special guest Mattia Uccheddu (tuba). La musica popolare contaminata da ritmi e affascinanti atmosfere mediterranee, passione e amore per le tradizioni, tra memoria e contemporaneità. L’ingresso a tutte le attività del festival è gratuito e aperto a tutti.