22 November, 2024
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«La Sider Alloys deve rivedere completamente il piano dei costi e dei profitti perché la richiesta di pagare l’energia 24 euro a megawatt/ora era stata presentata poco più di un anno fa all’allora ministro Carlo Calenda quando il prezzo di mercato era di 44 €/Mgwh. Oggi però il prezzo è salito a 59 euro e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione della politica il prezzo può abbassarsi soltanto fino a 39 €/Mgwh. Con i piani presentati da Sider Alloys, significa che così comunque per l’azienda i conti non tornano e che occorre presto riconsiderare drasticamente e nell’insieme tutti i costi.»

Lo afferma in una lunga nota pubblicata su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che ieri ha partecipato a Roma all’incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza della ex Alcoa di Portovesme e a cui erano presenti il vicecapo di Gabinetto del Mise Giorgio Sorial, il sottosegretario Davide Crippa, i rappresentanti del ministero del lavoro, il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, nonché esponenti di Invitalia, dell’azienda e dei sindacati.

«Rispetto al tavolo convocato a marzo, l’azienda ha colmato i molti ritardi per i quali l’attuale governo a muso duro aveva chiesto a Sider Alloys che si desse una smossa – spiega Pino Cabras -. In particolare, l’azienda ha concluso i contratti con la grande impresa cinese Chalieco-Sami e con altre imprese per il rimodernamento (revamping) degli impianti. E a differenza delle diapositive scarne della volta scorsa, stavolta il piano industriale è stato illustrato con indicazioni più precise sui ricavi e sui costi.»

Sul costo dell’energia però «il leader della Fim-Cisl Marco Bentivogli e l’ex titolare del Mise Carlo Calenda, giocano allo scaricabarile e invertono il principio di causa ed effetto – puntualizza il deputato 5 Stelle -. Nel corso dell’incontro è emerso infatti chiaramente che l’operazione tanto propagandata nel febbraio 2018 dal governo Gentiloni in fregola elettorale, era assolutamente incompleta. Il piano di abbattimento dei costi energetici non era pronto, come non lo era il piano industriale, e si sapeva solo che voleva portare il prezzo calmierato dell’energia al livello di 24 euro a megawatt/ora, in un’epoca in cui il prezzo era a quota 44 €/Mgwh. Nel frattempo, siccome il mercato dell’energia si muove senza citofonare a casa Calenda per chiederne il permesso, il prezzo è salito a circa 59 €/Mgwh».

«Per questo motivo – aggiunge Pino Cabras -. Invitalia, l’agenzia del Mise specializzata in sviluppo d’impresa e investimenti, ha proposto alla Sider Alloys un rapido e difficile adeguamento dei piani che riconsideri drasticamente e nell’insieme tutti i costi e soprattutto dei profitti attesi.»

«Gli uffici del ministero e di Invitalia lavorano a tempo pieno per una soluzione – assicura Pino Cabras – ma se le condizioni del mercato energetico, così sensibile anche agli eventi politici globali, dovessero peggiorare ancora? Gli elementi di vulnerabilità di tutta questa costruzione sono molto ingombranti. Chi faceva trionfalismo barava.»

«Al fondo rimane una questione, che pongo all’attenzione del governo e della giunta regionale – conclude Pino Cabras -. Occorre ripensare il modello di sviluppo del Sulcis, dove da decenni l’inerzia dell’interminabile declino industriale spinge a inseguire un’emergenza che diventa metodo di ‘sgoverno’. Bisogna riprogrammare tutte le risorse a suo tempo previste dal Piano Sulcis, uscire dalle monoculture e fare un vero revamping sociale.”

 

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Ogni lavoratore potrà aderire all’associazione dei lavoratori di Sider Allooys (ex Alcoa), a titolo gratuito e senza rischi. L’associazione deterrà il 5% del capitale e designerà un rappresentante del Comitato di Sorveglianza che parteciperà alle scelte strategiche dell’impresa.

Per il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, «l’apertura di Sider Alloys alla partecipazione strategica dei lavoratori, apre una strada inedita per il nostro Paese. Domani, secondo quanto riferito dal ministro Carlo Calenda, dovrebbero esserci l’aumento di capitale del 5% da conferire gratuitamente ai lavoratori e la modifica dello Statuto societario per istituire il Comitato di Sorveglianza, come previsto in un sistema duale di gestione».

«Sono decenni – aggiunge Marco Bentivogli – che la Cisl e la Fim puntano alla partecipazione dei lavoratori nella gestione strategica d’impresa e quello che si sta costruendo è veramente interessante. Ripartire con un’azienda che aveva chiuso e puntare sulla partecipazione dei lavoratori, può essere un anticorpo per evitare quello che è accaduto nel 2009, quando la multinazionale Alcoa, proprio perché non aveva i lavoratori dentro il board, ci ha comunicato la chiusura dello smelter attraverso una mail. In tutti i paesi del Centro e del Nord Europa, la partecipazione è un fatto normale nella vita delle imprese, in Italia, purtroppo, abbiamo una cultura aziendale ancora molto vecchia che pensa che i lavoratori debbano stare assolutamente lontani dalle sale dei bottoni. Quando i lavoratori sono nei centri decisionali delle imprese – conclude Marco Bentivogli -, queste sono più forti e funzionano meglio.»

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«Dopo sei anni finalmente si inizia a concretizzare un progetto di rilancio industriale del sito di Portovesme, ora bisogna trasformarlo in azioni concrete a partire dalla definizione del soggetto che si occuperà del revamping e del riavvio. Oggi dell’alluminio utilizzato in Italia nemmeno un kg è prodotto nel nostro Paese, serve come per l’acciaio, che nel nostro paese si torni a produrre alluminio primario. Portovesme rappresenta oggi una prospettiva industriale capace di reggere la competitività, anche sui costi dell’energia a livello europeo, non bisogna sbagliare. Tutti i soggetti coinvolti in questa partita dal Governo, alle istituzioni locali devono facilitare il percorso di riavvio della produzione, Sider Alloys deve garantire a pieno regime lavoro e occupazione per l’intera area produttiva di Portovesme.»

Lo scrive, in una nota, Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl.

 

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Manolo Mureddu è stato eletto componente della segreteria regionale della FSM CISL «con l’incarico di rappresentare dal punto di vista politico-sindacale i metalmeccanici della CISL nel Sulcis Iglesiente».

«Un grazie anche agli amici delegati del Sulcis e ai tanti lavoratori aderenti all’organizzazione che, ancora prima di oggi, già dalle scorse settimane, avevano sostenuto questo percorso – ha scritto Manolo Mureddu in un post su facebook -. Un ringraziamento vero per la stima e la fiducia accordata da tutti loro e, ovviamente, al segretario uscente, Enea Pilloni che, oltre ad aver degnamente ed incisivamente rappresentato l’organizzazione negli anni, ha saputo, soprattutto negli ultimi mesi, costruire una comunità umana basata su valori e obiettivi condivisi che oggi ha dato una grande prova di maturità e di rara unità. Auguri a Enea per il raggiungimento dell’agognata quanto meritata pensione. Un enorme grazie al precedente segretario, Rino Barca, che per primo ha creduto nelle mie potenzialità e che per anni è stato il trainatore dell’organizzazione ed il grande protagonista delle vertenze industriali che ancora oggi ci vedono impegnati. Rino ed Enea, di cui mi onoro di essere amico e anche allievo, sono due figure che hanno rappresentato per molti anni l’anima e i più genuini valori della nostra organizzazione. Il loro incalcolabile bagaglio di esperienza e competenza acquisito nel tempo, resterà a nostra disposizione perché il loro impegno a favore della nostra azione sindacale, pur nella nuova condizione di pensionati, non verrà a mancare. Resteranno al nostro fianco finché lo vorranno e lo riterranno utile.
Un ringraziamento d’obbligo al Segretario Generale FSM, Marco Angioni, per la fiducia e il sostegno dimostratomi e dimostratoci e per la sua continua opera di consolidamento e rafforzamento dell’organizzazione.
Così come a Giancarlo Sanna, tra i fondatori e Padre Nobile della nostra piccola ma grande FSM, e a Mauro Branca, dirigente cagliaritano, che oggi si è commosso dalla gioia nel vedere tanta e sincera condivisione.
Grazie alla Segretaria della USR, Federica Tilocca, oggi presente, per averci accompagnato in questo meraviglioso Consiglio Generale. 
E un grazie di cuore – ha concluso Manolo Mureddu – non può che andare al nostro Segretario Nazionale, Marco Bentivogli che, pur con mille difficoltà, ha voluto a tutti i costi presenziare in questa importante giornata. La sua azione sindacale (da sempre vicina ai nostri bisogni e alle nostre battaglie) è motivo di grande orgoglio per tutti noi.»

 

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Si è concluso da poco un primo incontro in sede ministeriale tra il management di Syder Alloys, i segretari nazionali di Fim, Fiom, Uilm ed il dott. Giampietro Castano in rappresentanza del Governo, nell’ambito della trattativa per il passaggio di proprietà dello stabilimento ex Alcoa.

«Sull’operazione di cessione al Gruppo Svizzero il Governo ha affermato che ci sono ancora alcune operazioni da concludere prima della data ipotizzata del 15 febbraio per la cessione a Invitalia per poi cederlo a Sider Alloys – si legge in una nota del segretario nazionale della FIM CISL Marco Bentivogli -. Al momento – ha affermato l’azienda – ci sono ancora troppe variabili che dovremmo valutare a cessione conclusa, nei giorni successivi al 15 febbraio, quando l’impianto passerà a Invitalia e subito dopo a Sider Alloys. L’impianto è fermo da più di 5 anni, per cui ci limitiamo a dare alcune informazioni di massima. Al momento – ha aggiunto l’azienda – valutiamo un tempo ri-accensione delle celle elettrolitiche che stimiamo essere di circa 6 mesi, ma molto dipende da come reagirà l’impianto al momento della riaccensione. L’investimento complessivo ad oggi è stimato intorno ai 135 milioni, di cui una parte verrà investita nell’area di elettrolisi che verrà riavviata entro 12-18 mesi. Per quanto riguarda i livelli occupazionali, al momento stimiamo un numero di 376 risorse dirette, a cui se ne aggiungeranno 70 esterne, con una produzione massima di 150mila tonnellate di alluminio l’anno. Ci auguriamo che si possa iniziare il prima possibile un confronto con tutti i dettagli del Piano industriale. In questo periodo però sarà fondamentale mantenere tutto quello che è intorno all’accordo di programma, affinché tutti i soggetti: Regione, Enti Locali, gestore dell’energia facciano la loro parte, rispetto agli impegni e le autorizzazioni, a partire dall’AIA, che dal memorandum of understanding ad oggi si sono impegnati a garantire. Al restart del sito, deve riteniamo essere fondamentale accompagnare la riapertura dello stabilimento costruendo un percorso formativo insieme alla Regione utile ad un efficace reinserimento al lavoro.»

 

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Si è concluso pochi minuti fa, al ministero dello Sviluppo economico, l’atteso incontro sulla vertenza Alcoa tra il ministro Carlo Calenda il direttore di Invitalia Domenico Arcuri e Fim, Fiom e Uilm nazionali e territoriali.

«Secondo il ministro Calenda – si legge in una nota stampa del segretario generale della FIM CISL Marco Bentivogli – i 4 nodi critici ancora aperti sono in via di soluzione: a meno di sorprese, possiamo dire che a metà settembre saremo in grado di chiudere il Contratto di Sviluppo e avviare la doppia cessione dell’impianto da Alcoa a Invitalia e da questa a Sider Alloys, ma è fondamentale chiudere entro la pausa estiva la parte con l’autorità dell’energia. Il ministro Calenda ha confermato la chiusura del contenzioso esistente tra Alcoa e Cassa Conguagli pari a 74 milioni di euro tra Cassa Conguagli e Alcoa relativa ad oneri sul costo dell’energia. 
Mentre Salvatore Cherchi responsabile regionale del “Piano Sulcis” ha affermato che ad oggi non ci sono criticità sul versante ambientale, sono state risolte tutte le attività di bonifica necessarie al riavvio dell’impianto, senza inquinamento delle falde come in passato, vanno riprese le attività programmate sul porto, sono in linea con i tempi stabiliti dal piano. Resta ancora necessità di accordo tra l’Alcoa e il Consorzio industriale.»
«Rispetto alla situazione esposta – aggiunge Marco Bentivogli – oggi siamo nella fase più avanzata che ci sia mai stata di questa vertenza dal 2009, siamo giunti ad un punto di maturazione delle soluzioni di tutte le criticità a cui fino ad ora non eravamo mai arrivati e che ci permettono di guardare positivamente al prosieguo della vertenza. In questa fase il tempo non è una variabile indipendente, per questo Invitalia su questo contratto di sviluppo deve mettere in campo rapidità nella conclusione della cessione al nuovo acquirente. Per questo è necessario che tutti gli attori coinvolti diano un contributo e facciano uno sforzo comune nella risoluzione positiva della vertenza. Troppe volte per dimostrare la propria esistenza alcune istituzioni, anche locali hanno bloccato procedure utili al riavvio. »
«Ora, o spingiamo tutti per la soluzione dei nodi in via di soluzione o torneremo indietro. Chiediamo, dopo il 15 settembre, di aprire un confronto sul piano industriale a cui collegare la necessita di ammortizzatori sociali per lavoratori diretti e indiretti saranno proporzionati alla gestione dei passaggi necessari al riavvio degli impianti. La vertenza – conclude il segretario generale della FIM CISL – sarà vinta con il riavvio della produzione ed il ritorno delle persone al lavoro, fino ad allora bisogna valorizzare i risultati raggiunti e fare in modo che, fino alla fine, nessuno si sottragga alle proprie responsabilità.»

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Ieri, al Congresso Nazionale della CISL in corso di svolgimento a Roma, i rappresentanti della FIM nazionale, il segretario generale Marco Bentivogli, il responsabile Alluminio Raffaele Apetino, il segretario generale della FSM Sarda, Rino Barca, presente anche il segretario generale della CISL Sardegna, Ignazio Ganga, hanno incontrato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, col quale hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della vertenza Alcoa. Il ministro ha confermato l’incontro che si terrà la settimana prossima con le organizzazioni sindacali titolate, riservandosi di comunicare data e ora precise nelle prossime ore.

«In merito alla vertenza – si legge in una nota -, il ministro dello Sviluppo economico ha ribadito che il decreto di riequilibrio dei costi energetici (che entrerá ufficialmente in vigore da gennaio 2018) potrebbe essere licenziato dalla Commissione interessata già dai primissimi giorni della prossima settimana e più specificamente nella giornata di martedì, se non si paleseranno intoppi, imprevisti o addirittura resistenze. In riferimento a ciò, il ministro Calenda, ha messo in guardia i rappresentanti sindacali su alcune resistenze che si sarebbero manifestate in alcuni parlamentari di maggioranza che già nei giorni scorsi avrebbero ripetutamente chiesto un rinvio nell’approvazione del provvedimento per non meglio precisate ragioni. Un atteggiamento che gli esponenti del sindacato va stigmatizzato nella maniera più determinata possibile e che, se dovesse persistere, porterà a una mobilitazione decisa del Sindacato e dei lavoratori.»

«Riguardo alla questione ambientale – si legge ancora nella nota -, il ministro ha confermato la risoluzione dei nodi inerenti le bonifiche delle falde acquifere, annunciando di aver raggiunto un accordo con i soggetti interessati, tra cui la proprietà dello stabilimento ed Invitalia. Sui costi di riavvio ed il debito pregresso di Alcoa con Cassa Depositi e Prestiti, invece, è ancora in corso la trattativa ma le posizioni si starebbero avvicinando e la percezione da lui manifestata è che in tempi rapidi anche questo scoglio potrebbe essere superato. Carlo Calenda ha inoltre ribadito la volontà della multinazionale, Sider Alloys, di restare al tavolo e di voler acquisire il prima possibile lo stabilimento. La percezione della CISL, nei diversi livelli della sua rappresentanza – conclude la nota -, è quella che se tutti i soggetti coinvolti, a partire proprio dal Governo e dai partiti di maggioranza, faranno la propria parte nell’ultimo pezzo di strada da percorrere, per la prima volta dopo i 4 anni e mezzo che intercorrono dalla chiusura, si possa concretamente arrivare a una definizione positiva della vertenza.»

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Lunedì 13 marzo la multinazionale svizzera Sider Alloys presenterà una nuova offerta per lo stabilimento Alcoa di Portovesme. Lo ha detto oggi il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, nel corso del Congresso regionale dei metalmeccanici in corso di svolgimento a Tramatza.

Marco Bentivogli, davanti ad una platea molto interessata, ha illustrato lo stato di avanzamento dei negoziati tra il Governo e la multinazionale svizzera, la cui prima offerta contiene elementi non percorribili che necessitano di una rielaborazione.

Negli ultimi giorni, intanto, anche il fondo americano Kps ha manifestato interesse ed altri operatori europei sarebbero interessati a entrare nella trattativa di acquisizione dello stabilimento sulcitano.

 

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Il Governo ha chiesto ad Alcoa di sospendere la procedura di smantellamento degli impianti, annunciata tre settimane fa ed un ulteriore periodo (12-18 mesi) per cercare un compratore, periodo entro il quale, se non lo si troverà, «l’esecutivo si occuperà di smantellare lo stabilimento, mentre Alcoa sarà responsabile delle bonifiche». E’ quanto spiega in una nota il segretario generale Fim-Cisl, Marco Bentivogli, al termine dell’incontri svoltosi al ministero dello Sviluppo economico.

Il ministro Carlo Calenda firmerà oggi pomeriggio l’inserimento del polo industriale di Portovesme nell’area di crisi complessa, sia per gli ammortizzatori che per le risorse da destinare a investimenti, consentendo in questo modo la concessione di ulteriori 12 mesi di ammortizzatori sociali per i lavoratori del Sulcis, oltre l’attuale scadenza prevista per la fine del 2016.

Marco Bentivogli precisa che non si tratta di «nazionalizzazione, il Governo si farà garante come una sorta di ‘filtro pubblico’ per trovare una via d’uscita. Anche le misure per gli energivori, di cui potrà beneficiare il restart di Portovesme, sarà inserito nella legge di Stabilità».

A margine della riunione con il ministro Carlo Calenda, il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, esprime un giudizio positivo sul risultato dell’incontro, «per l’importante impegno del Governo nazionale e il buon lavoro svolto dal presidente della Regione Francesco Pigliaru».

«Una proposta inedita e straordinaria – sottolinea Pietro Cocco – è stata avanzata dal ministro ad Alcoa, quella di “rilevare” lo stabilimento con un piano di lavoro per un periodo massimo di 18 mesi mediante Invitalia, e di   impegnarsi direttamente per trovare un acquirente, con l’auspicio che Alcoa si renda disponibile ad accettare.»

«Il ministro – conclude Pietro Cocco – ha poi confermato il riconoscimento dello stato di area di crisi industriale complessa del Sulcis ed ha firmato per proseguire con gli ammortizzatori sociali anche dopo il 31 dicembre.»

«Quanto emerso oggi nel corso dell’incontro sulla vertenza Alcoa – ha detto il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani – certifica l’impegno del governo a questa importante situazione. La partecipazione di Invitalia che farà da filtro non può che certificare un impegno diretto del Governo nella politica industriale nazionale. Impegno già assunto con l’approvazione della risoluzione per il rilancio dell’alluminio in Italia. Il nostro impegno di vigilanza – conclude Emanuele Cani – continuerà in maniera costante affinché la vertenza possa arrivare ad una rapida conclusione.»

«Al Governo non abbiamo chiesto solidarietà, ma risposte concrete per il futuro della Sardegna ed evitare una crisi senza via d’uscita nel Sulcis Iglesiente – spiega il capogruppo regionale Udc Gianluigi Rubiu -. Il rischio di uno smantellamento dell’impianto pare essere evitato, per ora. Niente da festeggiare – conclude Gianluigi Rubiu – visto che si tratta dell’ennesimo prolungamento di una via crucis interminabile per i lavoratori. Saranno un’altra stagione di speranza e attesa, nell’auspicio che l’esecutivo nazionale dia corso agli impegni mettendo al primo posto la tutela dei lavoratori.»

Attendati Alcoa 2

 

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«Alcoa ha annunciato oggi che avvierà le attività propedeutiche alla riqualificazione del suo sito di Portovesme per lo sviluppo di nuove opportunità di business. La decisione è stata presa dopo aver constatato l’impossibilità di trovare un acquirente per lo smelter.»

La notizia è stata data con una nota da Arnaldo Ragozzino, responsabile Media contact di Alcoa in Italia.

L’attività produttiva è stata interrotta a novembre 2012 e lo stabilimento è stato definitivamente chiuso ad agosto 2014. A partire dall’interruzione dell’attività produttiva, considerevoli sforzi sono stati compiuti per trovare un acquirente idoneo, ma le condizioni del mercato dell’alluminio non lo hanno consentito.

«Abbiamo collaborato quasi quattro anni con il Governo italiano per trovare un acquirente idoneo per lo stabilimento – ha affermato Rob Bear, vice presidente delle attività di Trasformation di Alcoa -. L’obiettivo è adesso proseguire con l’adempimento dei nostri obblighi e preparare il sito per attrarre nuovi business e creare opportunità di lavoro.»

«La prima fase della riqualificazione ha riguardato la bonifica del suolo del sito che ha avuto inizio nello scorso mese di marzo. Questa fase sarà ora affiancata da un processo di dismissione graduale, che avrà inizio entro la fine dell’anno. Tutti i lavori – conclude la nota – saranno eseguiti nel pieno rispetto delle normative vigenti.»

L’annuncio dato da Alcoa ha avuto vasta eco tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali.

«Il comunicato di Alcoa a firma di Rob Bear, vice presidente delle attività di Transformation, appena emesso, è sintomatico della gravità della situazione – denuncia Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl -. In realtà, non è assolutamente vero che  Alcoa in questi quattro anni dalla chiusura dello smelter, abbia collaborato con il Governo alla ricerca di un nuovo acquirente; Alcoa ha impedito sia la visita dello stabilimento, sia le due dilegence a qualsiasi nuovo investitore. E’ bene che il ministro Calenda e il Premier Renzi prendano rapidamente in mano la situazione, giunta ormai oltre il limite della disperazione.»

«Il programma annunciato il 5 agosto scorso dal ministro – aggiunge Marco Bentivogli – prevedeva la ricerca di nuovi investitori a fine di questo mese, anche per questo la decisione di Alcoa appena giunta, ancora una volta, non aiuta verso una soluzione positiva. Chiediamo che venga convocata immediatamente Alcoa e si chieda di rettificare la propria posizione, la situazione è già gravissima e in autunno si rischia la disperazione totale con la fine della copertura degli ammortizzatori sociali. Il prossimo incontro – conclude Marco Bentivogli – è previsto il 5 settembre al ministero dello Sviluppo economico.»

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 3