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Se la ricchezza ambientale, territoriale e umana sono i punti di forza del Parco ambientale regionale di Tepilora bisogna ancora lavorare sull’offerta turistica. Un percorso da costruire dal basso coinvolgendo le comunità così da presentare ai visitatori una proposta chiara ed efficace che contraddistingua il Parco Tepilora da altre realtà simili: un luogo dove creare esperienze uniche che coinvolgano positivamente i turisti rendendoli, a loro volta, ambasciatori e promoter. Questa, in sintesi, la chiave di lettura emersa ieri dai lavori organizzati alla Casa delle Dame di Posada e che ha visto salire in cattedra quattro tour operator nazionali che hanno raccontato ai numerosi addetti ai lavori e portatori di interesse del territorio la loro esperienza in un week end di visite (tra sabato e domenica) nei Comuni che compongono il Parco (Posada, Torpè, Lodè e Bitti). L’educational tour, organizzato per il Parco da Legambiente Sardegna in collaborazione con i quattro Centri di Educazione all’ambiente e alla sostenibilità (Ceas) dell’area, ha visto partecipare i tour operator: Four Seasons Natura e Cultura, EquoTube, Po Delta Tourism e Sardaigne en Liberté.
«Far nascere e strutturare un Parco non è impresa facile: è necessario innanzitutto crearne coscienza fra le comunità che lo vivono tutti i giorni, coinvolgendo cittadini e imprese del territorio.»
Così Roberto Tola, sindaco di Posada e presidente di turno dell’Ente istituito con legge regionale nell’ottobre del 2014.
«Un anno fa – ha proseguito Roberto Tola -, non avendo figure specifiche da poter coinvolgere nelle nostre amministrazioni comunali, abbiamo deciso di affiancarci a consulenti ed esperti che ci potessero aiutare, anche alla luce di quanto fatto in altre realtà nazionali o europee, nel costruire una identità, un racconto che mettesse assieme ambiente, archeologia, cultura, agroalimentare e offerta turistica. Abbiamo già fatto importanti passi avanti, anche grazie al contributo di questo educational tour, ci rimane tuttavia ancora tanto da fare nel preparare e quindi presentare al meglio il Parco sia in casa e sia fuori dai nostri confini.»
L’incontro di ieri è stato coordinato, dopo i saluti del presidente Tola e del direttore di Legambiente Sardegna Marta Battaglia, da Massimiliano Cossu di Portale Sardegna, coadiuvato da Marco Medda di Escursì (operatore del turismo esperienziale).
«Dobbiamo essere più bravi nel coinvolgere la popolazione per spiegare le potenzialità di un turismo ecosostenibile capace di creare sviluppo e occupazione.»
Così Massimiliano Cossu che ha aggiunto: «A luglio abbiamo pensato di creare 30 Portale Sardegna point, ne abbiamo già inaugurato 22 ed abbiamo 150 nuove richieste. Abbiamo presentato un modello di business capace di dare risposte ai giovani imprenditori che vogliono essere protagonisti e guadagnare nel proprio territorio. Il grosso problema che abbiamo oggi in Sardegna è la parcellizzazione delle operazioni di marketing dove tutti ci vogliamo proporre nei mercati internazionali per vendere il nostro piccolo prodotto». Così, sempre secondo il patron di Portale Sardegna, non si fa altro che disperdere energie e risorse, lavorando invece sotto un unico ombrello con 30 imprenditori, che investono anche propri fondi, e che condividono una stessa strategia e gli stessi valori si possono avere risultati ben diversi.
Via Skype è inoltre intervenuto Filippo Lenzerini di Punto3 (società di consulenza che affianca le attività del Parco) che ha illustrato numeri e tipologia dei visitatori di Tepilora. Fra il 2013 e il 2018 si è passati da circa 2mila a oltre 10mila presenze con una caratterizzazione più nazionale sulla costa e più straniera nelle aree interne. La permanenza media dei turisti è di circa 3,5 giorni, mentre quella dell’intera Sardegna si attesta su 4,5 giorni.
Franca Carta docente dell’Istituto tecnico Oggiano di Siniscola, ha guidato una delegazione di studenti della quinta che seguono il corso sul turismo e che stanno portando avanti un progetto di mappatura delle festività del territorio della Riserva di Biosfera MAB Unesco Tepilora, Rio Posada e Montalbo, dove sono coinvolti 17 Comuni fra Bassa Gallura, Baronie e Barbagia. Il lavoro di ricerca sarà raccolto in un calendario dove si troveranno informazioni su percorsi naturalistici, archeologici e culturali delle diverse comunità coinvolte in un programma più ampio di turismo sostenibile.
«Non ha senso andare nelle fiere fino a quando non abbiamo un prodotto forte da presentare al mercato e da mettere a disposizione dei turisti – ha detto Paolo Griglioli della Trentino school of management-. Adesso è necessario lavorare sul territorio, non fuori dal territorio. Sono i nostri turisti che comunicano il valore dell’esperienza. Andare a prendere un cliente nuovo è molto più dispendioso rispetto a quello che abbiamo già in casa e che può promuovere il Parco. Prima di andare a chiedere comunicazione dobbiamo spendere per creare cultura dell’ospitalità e miglioramento dei servizi, così da rendere bella e quindi comunicabile un’esperienza. Se una storia, un’emozione non è instagrammabile (utilizzabile attraverso Instagram) abbiamo già perso – ha concluso Paolo Griglioli -. Questo modo di viaggiare è oggi la chiave di lettura per il futuro.»