15 November, 2024
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Entra nel vivo, a Carloforte, Creuza de Mà, il festival di musica per cinema che fino a domenica (16 settembre) vive la prima tranche della sua edizione numero dodici (la seconda parte è in programma a Cagliari dall’1 al 4 novembre).

La giornata odierna, mercoledì 12, prevede alle 10.30 il primo appuntamento con il Cine campus di Musica per cinema, la sezione “didattica” del festival: il direttore artistico di Creuza de Mà, il regista Gianfranco Cabiddu, incontra al cinema “Mutua” gli allievi del secondo anno dei corsi di regia, montaggio e suono del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema di Roma, in residenza al festival, per illustrare il programma delle masterclass e degli appuntamenti delle prossime mattinate.

Tre film in visione nel corso della serata. Il primo, alle 19 al cinema “Cavallera”, è “The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia”, un documentario del 2017, scritto e diretto da Marco Spagnoli, che racconta il rapporto unico che lega una delle più importanti case cinematografiche degli Stati Uniti d’America (la Paramount Pictures, appunto) al nostro Paese. Tra materiali d’archivio e testimoni dell’industria italiana e internazionale, il documentario propone una serie di interviste che raccontano come l’Italia sia stata una delle mete privilegiate delle produzioni Paramount.

Alle 21.00, sempre al “Cavallera”, prosegue la monografia ideale del festival dedicata alle registe italiane. Dopo “Nico, 1988”, di Susanna Nicchiarelli, in programma nella giornata inaugurale, è la volta di “Lazzaro felice”, il film diretto da Alice Rohrwacher che quest’anno è valso alla regista toscana il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes. Il racconto si sviluppa come una fiaba amara, sospesa tra realismo e metafora, in un contesto in cui la schiavitù e l’oppressione sono la norma: tra i contadini vessati da condizioni di vita ai limiti dell’umano, il protagonista, Lazzaro, riporta un senso di umanità, incarnando una bontà incondizionata, che va oltre il mero concetto di sopravvivenza. Alla sua terza regia Alice Rohrwacher fa intraprendere al suo personaggio, e alla comunità che lo circonda, un cammino che è anche il proprio, all’interno di un cinema che deve molto a Olmi e Zavattini ma continua a spingersi oltre, lungo un terreno che frana e si modifica continuamente sotto i suoi (e i nostri) piedi.

Chiusura di serata al Giardino di Note, dove, alle 23.00, parte la proiezione del secondo film dell’altro filone tematico che caratterizza questa edizione del festival, ovvero il ‘68, nel cinquantenario di quell’anno, di quella stagione carica di ideali e aspirazioni che il festival vuole ricordare attraverso il ciclo ‘68 memories, curato da Enzo Gentile: in programma “Fragole e sangue” (“The Strawberry Statement”), diretto nel 1970 da Stuart Hagmann, film manifesto della contestazione giovanile americana. Racconta il percorso personale del protagonista, Simon, studente all’Università di San Francisco, verso una consapevolezza civile che lo porta a schierarsi politicamente contro il sistema oppressivo vigente, grazie soprattutto all’incontro con una ragazza attivista dei movimenti pacifisti. Per questo, dopo “Easy Rider”, “Fragole e sangue” è il film che ha colpito più direttamente l’opinione pubblica occidentale. Come già per altre pellicole di culto, la colonna sonora, a base di pietre miliari del rock e folk di quegli anni, ha un ruolo di primo piano nel veicolare il messaggio e le atmosfere del tempo.

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Si conclude oggi il Cagliari film festival.

Alle 16.00 è in programma la proiezione del film di Cristina Mantis “Redemption song”, sulla vicenda di Sissiko un giovane profugo che, una volta arrivato in Italia vede infranti i suoi sogni, mentre alle 17.30 l’appuntamento è con un’altra anteprima: sarà presentato il corto “Attraversare Roma”, di Aude Fourel, artista e filmaker che basa la sua ricerca sui legami fra fotogramma, cinema, flusso e corpo. Alle 18.00, omaggio a Grazia Deledda, di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario dal Nobel e l’80° dalla morte: Luciano Marrocu e Stefania Marongiu leggeranno alcuni passi dell’ultimo libro dello stesso Marrocu “Grazia Deledda, una vita come un romanzo”. Alle 19.00, per la sezione Storie di cinema, proiezione del film di Simone Isola “Alfredo Bini ospite inatteso”, dedicato a un grande produttore del cinema italiano (produsse tutti i film di Pier Paolo Pasolini, sino a “Edipo Re” del 1967), morto povero e dimenticato. Il film è stato presentato alla 72ª Mostra internazionale del cinema di Venezia nella sezione “Classici”, candidato al Globo d’oro 2016 come miglior documentario, Nastro d’argento 2016 come miglior documentario sul cinema. Alle 20.20, si prosegue con la proiezione di “Giovanna Cau. Diversamente giovane”, film di Marco Spagnoli, dedicato all’avvocatessa degli attori. Alle 21.30, gran finale di questa edizione del Cagliari film festival, con la proiezione dell’opera prima di Pietro Messina, “L’attesa” (Ita/Fr., 2015, 100’), con Juliette Binoche.

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"L'Attesa" di Piero Messina

“L’Attesa” di Piero Messina

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