25 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la Manovra finanziaria 2016-2018. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo la formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 12 (entrata in vigore) del Dl n. 297 (disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha riferito di una notizia di stamane, ancora ufficiosa, relativa allo spostamento del prossimo G7 a Taormina, affermando che tale notizia «introduce non soltanto la rappresentazione di uno senario nuovo ma di un film già visto come già accaduto nel 2009». La questione, ha proposto, «deve quindi essere ripresa ed affrontata nella prossima riunione del Consiglio, con un documento dell’Assemblea che eserciti il massimo della pressione sul Governo nazionale per scongiurare questa ipotesi».

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Intervenendo nella discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che «l’opposizione ha provato a cambiare la manovra a cominciare da entrate e fisco, materie su cui pesa il peccato originale di una vertenza non risolta, mentre sarebbe stata auspicabile una battaglia bi-partisan contro con Governo nazionale che certamente non è vicino alla Sardegna». Nei fatti, ha poi osservato, «la manovra vincola pesantemente la spesa della Regione con accantonamenti e riserve e lo stesso pareggio di bilancio non si è tradotto in una maggiore capacità di spesa, anzi ci sono meno investimenti e più debiti». Occorreva perciò, ha sostenuto ancora la Zedda, «una strategia completamente diversa, perché così la finanziaria non ha un’anima, non è utile alla Sardegna, non apre spazi per lo sviluppo, confinando temi come lavoro e attività produttive in un ruolo marginale affidato al rinvio a fondi comunitari con stanziamenti regionali del tutto insufficienti». La maggioranza, ha lamentato l’esponente di Forza Italia, «ha respinto la linea del confronto ignorando le enormi criticità  di una sanità affidata ai commissari che registra continui aumenti di spesa e quelle di una legge di riordino degli Enti locali non sarà a costo zero; fra poco tutti questi nodi e molti altri come sicurezza, lotta alle povertà e al dissesto idro-geologico, verranno al pettine e, ancora una volta, saranno i cittadini sardi a pagare il conto».

Il consigliere Edorardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di una «finanziaria povera e priva di una strategia forte di una maggioranza che sta amministrando ma non governando la Regione, dove non c’è nessuna risposta a tanti territori martoriati, ad una economia che soffre, a tantissimi lavoratori che quasi ogni giorno protestano davanti ai palazzi delle istituzioni». La sanità, ha aggiunto, «è il simbolo delle riforme mancate che causano profondo malessere dei cittadini, perché i commissari fanno quello che vogliono e praticano le politiche di sempre: ricorso alle agenzie interinali e aumento delle consulenze, in una sorta di tavola imbandita per gli amici degli amici». Nell’economia, Tocco si è espresso in modo molto critico sulla situazione dei trasporti «a dimostrazione della cronica incapacità di programmare, mentre il sistema regionale appare sempre più lontano dall’industria delle solite vertenze bloccate, dal turismo, artigianato e commercio, settori questi ultimi il cui abbandono emerge ora con maggiore evidenza dopo la chiusura della Fiera campionaria della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha criticato in modo radicale la finanziaria che, a suo giudizio, «è solo un lungo elenco di attese, promesse mancate, impegni traditi, annunci e provvedimenti virtuali mentre la Sardegna attendeva concretezza ed è costretta ad assistere alla solita politica del rinvio, sulle grandi questioni come sulle piccole cose». Peru ha poi passato in rassegna alcune situazioni che, più altre, rappresentano le maggiori lacune della manovra: il ripristino della Rotonda di Platamona nel litorale sassarese, l’intervento per le popolazioni colpite dalle alluvioni qualcosa si farà, il cosiddetto reddito di inclusione bocciato dalla stessa maggioranza, l’esclusione del litorale di Platamona dalla pianificazione della Giunta, il blocco di 2 milioni di investimenti per l’albergo diffuso, il mancato intervento contro l’erosione delle coste, il rinvio ad una futuribile legge nazionale della disciplina della rete metropolitana di Sassari, mentre il sindaco di Cagliari è già sindaco metropolitano dopo appena un mese, la cancellazione dei vettori low cost dal trasporto aereo regionale, l’istituzione della zona franca a Lampedusa mentre in Sardegna non c’è nessuna certezza, l’abbandono dei lavoratori delle società in house, dei dipendenti della San Giovanni Battista da mesi senza stipendio e dei disabili del progetto lavorabile che non hanno avuto nessuna risposta. Dopo tutti questi esempi, ha concluso Peru, «la finanziaria risulta superata prima ancora della sua entrata in vigore; la Sardegna e i sardi avranno la pazienza di aspettarvi al varco».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto fra l’altro che «la finanziaria non ha ragione di entrare in vigore, è la peggiore degli ultimi decenni, è insufficiente e deludente, disastrosa, piena di intrusioni e forzature finalizzate ad accontentare qualcuno del centro sinistra ma non la Sardegna, le imprese e le famiglie della nostra Regione». In altre parole, ha continuato Tedde, «non si fa che ripercorrere la strada sbagliata già seguita in occasione della riforma degli Enti locali e, a questo punto, «se ci volevano i professori per fare tutto questo meglio utilizzare qualche semplice collaboratore o addirittura i bidelli per avere gli stessi risultati o forse migliori». La sanità, ha aggiunto Tedde, «è ormai lasciata totalmente in mano ai commissari che fanno i governatori con poteri assoluti che esercitano spesso occupandosi di primariati e consulenze.  Desini dice che la sanità è una schifezza e ha ragione». In materia di Enti locali, ha concluso il vice capogruppo di Forza Italia, «la finanziaria se la cava in appena due righe saltando le compensazioni per la rete metropolitana di Sassari più volte annunciate e sorvolando sulle ripetute violazioni della legge Delrio». Il riequilibrio fra i diversi territori della Sardegna, ha concluso il consigliere, «sarà comunque inevitabile perché neanche il sud Sardegna ce la può fare da solo, mentre tutta la Sardegna naviga a vista senza bussola, anche su problemi strategici come continuità territoriale e trasporti».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di una «finanziaria della quaresima, dei digiuni e dei sacrifici ma il brutto è che dopo non ci sarà resurrezione, perché siamo davanti ad un documento privo di cuore di anima, di progetto, di idee, con la Sardegna condannata a navigazione in un mare in tempesta che non ci porterà lontano». L’elenco delle criticità non risolte, ha ricordato Rubiu, «è praticamente infinito, dalla fuga dei vettori low cost al monopolio Tirrenia, dalla sanità con le continue manifestazioni di amministratori, cittadini, pazienti e categorie». Soffermandosi ancora sulla programmazione sanitaria, il capogruppo dell’Udc ha espresso forti preoccupazioni sull’ipotesi della Asl unica mentre, ha detto, «è necessario evitare le ennesime marginalizzazioni e gli isolamenti geografici che inevitabilmente si traducono in isolamenti di servizi». Il lavoro, ha inoltre lamentato il consigliere di opposizione, «è il grande problema dimenticato da questa finanziaria, non ci sono strategie, investimenti e attenzione neanche nei confronti delle situazioni più critiche; abbiamo passato le recenti festività feste ai cancelli Alcoa chiusa ormai da 4 anni e non ci sono soluzioni, si sta solo lasciando scorrere il tempo in modo umiliante e vergognoso». Anche le speranze su una ripresa della nostra agricoltura, ha concluso Rubiu, «sono state tradite; molte Regioni hanno già pubblicato i bandi per l’imprenditoria giovanile che assegnano contributi fino a 50.000 per i giovani con meno di 40 anni, mentre noi siamo arrivati per ultimi e, nonostante i soliti fiumi di parole che vengono smentite dai fatti, siamo ancora la cenerentola dell’Italia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’art.12, che il Consiglio ha approvato con 26 voti favorevoli e 16 contrari. A seguire è stato approvato anche il documento esplicativo del “Risultato di amministrazione presunto al 31 dicembre del 2015”.

Subito dopo è iniziato l’esame del documento di bilancio “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (Legge di stabilità 2016) e della Tabella A, contenente  gli “Importi da inserire in bilancio relativamente a rifinanziamenti di legge regionali di spesa”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati e, successivamente, il Consiglio ha approvato il testo.

Respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione, è stato approvato soltanto il n.764 (Sabatini e più) che rifinanzia per il 2016 con 150.000 euro gli interventi previsti dalle legge regionale 6/12 in materia di “Formazione professionale di non vedenti e portatori di handicap”.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato l’esame della Tabella B relativa alle “Riduzioni di autorizzazioni legislative di spesa regionali”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti proposti dalla minoranza ed approvato gli emendamenti soppressivi parziali n. 768 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro agli Enti locali che gestiscono siti Unesco in base alla legge 3/09), 765 (Sabatini e più – finanziamento di 80.000 per le attività di ricerca previste dalla legge regionale 5/2015), 767 (Sabatini e più – finanziamento di 50.000 euro all’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, previsto dalla legge regionale 1/11) e 766 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro a favore delle Federazioni di associazioni sarde dei disabili, in base alla legge 1/09) e 769 (Sabatini e più – finanziamento di 300.000 euro alle aziende vivaistiche in base alla legge regionale 5/15).

Il Consiglio regionale ha poi approvato anche il testo della Tabella B.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato l’esame della Tabella “C” ed ha proceduto con l’elencazione degli emendamenti presentati e come da prassi il relatore della maggioranza, Franco Sabatini, ha dichiarato il parere della commissione, a cui è seguito il parere “conforme a quello espresso dalla commissione” della Giunta.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha accettato l’invito del relatore della giunta ed ha ritirato gli emendamenti n. 730 e 731 di cui era unico firmatario. Posto in votazione l’emendamento 732 (Sabatini e più) che aumenta da 200 mila a 250 mila euro la posta per lo sportello linguistico regionale, è stato approvato con parere favorevole della giunta e della commissione. Di seguito sempre con parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato l’emendamento n. 770 (Sabatini e più) che rimodula gli importi destinati nel triennio all’istituto Euromediterraneo di Tempio. Quindi il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 581 e l’Aula ha approvato il testo della Tabella “C”.

Con successive e distinte votazioni, il Consiglio non ha approvato i seguenti emendamenti aggiuntivi, sui quali commissione e giunta avevano espresso parere negativo: n. 367 che ha comportato la decadenza dell’emendamento 368; nn. 369; 370; 371; 372; 373; 374; 375; 376; 377; 378; 379 e 380.

Annunciata la votazione dell’emendamento aggiuntivo n. 381 il presidente ha ricordato l’invito al ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 381. Il firmatario del 381, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (SdL), ha ricordato il contenuto della proposta emendativa ed ha ribadito la necessità di incrementare le risorse per la prevenzione delle malattie croniche. «Sono però disponibile a valutare il ritiro dell’emendamento – ha concluso Augusto Cherchi – qualora l’assessore della Sanità fornisca opportune rassicurazioni sull’argomento». Il primo firmatario dell’emendamento n. 381, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha illustrato la sua proposta di modifica della tabella “C” con l’incremento fino ai 900 mila euro degli stanziamenti per coloro che sono affetti da neoplasia maligna.

L’assessore Luigi Arru, è intervenuto per confermare l’attenzione e l’impegno della giunta e dell’assessorato della Sanità sul tema della prevenzione delle malattie croniche e il consigliere Augusto Cherchi ha accordato il ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 825. Posto in votazione, con parere contrario della commissione e della giunta non è stato approvato (31 no, 17 sì) l’emendamento n. 381 e di seguito, con medesimo parere negativo, non sono stati approvati gli emendamenti aggiuntivi nn. 382; 383 e 384.

Il presidente ha quindi annunciato l’esame e la discussione della Tabella “D” ed ha elencato gli emendamenti presentati a cui è seguito il parere della commissione (Franco Sabatini, Pd) e quello della Giunta che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso in conformità con quello della commissione.

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione (parere favorevole della commissione e della giunta) dell’emendamento sostituivo parziale n. 771 (Sabatini e più) che posta 6.5 milioni di euro per il 2016, 4. Milioni per il 2017 e 2018 per l’aumento e la valorizzazione del patrimonio boschivo.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha quindi dichiarato di accogliere l’invito al ritiro dell’emendamento n. 773 e il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto sull’emendamento sostitutivo totale n. 804 (Sabatini e più) che emenda il sostitutivo parziale n. 772 (Sabatini e più), per evidenziarne l’opportunità e il significato politico: «E’tra i più significativi a favore del pacchetto università». Approvato, con parere favorevole, il sostitutivo totale 804 sono decaduti gli emendamenti 772 e 582. Sull’emendamento n. 773 (Sabatini e più) che stanzia 6.750.000 euro per il 2016 e 5.750.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018, al Teatro Lirico di Cagliari, è intervenuta la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, per rimarcare “l’inconsistenza dello stanziamento” e ricordare che “il Teatro Lirico rappresenta la più grande industria della cultura in Sardegna”. Posto in votazione, con parere favorevole della commissione e della Giunta, l’emendamento 773 è stato approvato.

Approvato, con parere favorevole della commissione e della giunta, l’emendamento all’emendamento n. 803 (Sabatini e più) che sostituisce parzialmente l’emendamento n. 583 (Piscedda e più) che stanzia 6.250.000 euro per la promozione e la diffusione della ricerca scientifica (L.R. 7\2007). Quindi l’Aula ha dato il via libera al 583.  

Annunciato l’esame e la votazione dell’emendamento n. 385, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (Sdl) è intervenuto sull’emendamento all’emendamento n. 826, per spiegarne al finalità, dopo l’invito al ritiro formulato dalla commissione e dalla giunta. Augusto Cherchi ha quindi rimarcato l’opportunità di incrementare da 400mila a 800mila gli stanziamento a vantaggio dei cosiddetti “ex esposti all’amianto”. Il consigliere di Sdl ha quindi chiesto rassicurazioni all’assessore della Sanità prima di valutare l’opportunità di procedere con il ritiro della proposta emendativa. Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha dichiarato pieno sostegno all’emendamento del consigliere Augusto Cherchi ed ha preannunciato la volontà del gruppo di fare proprio l’emendamento n. 826.

L’assessore della Sanità ha dichiarato l’attenzione della Giunta per le azioni di prevenzione a favore degli “ex esposti all’amianto”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha quindi fatto proprio l’emendamento 826 che il consigliere Augusto Cherchi aveva ritirato e l’Aula ha proceduto con la votazione che ha registrato il seguente scrutinio: presenti 41, favorevoli 20, contrari 21.

Dichiarato inammissibile, per mancanza di copertura finanziaria, l’emendamento n. 385, il presidente del Consiglio ha dichiarato concluse le votazioni sulla legge di stabilità 2016 e si è passati all’esame e alle votazioni del bilancio. (A.M.)

L’Aula è quindi passata all’esame del DL 298/A “Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018”. I primi otto articoli del provvedimento sono stati approvati in rapida successione per alzata di mano. Sull’articolo 9, il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’emendamento all’emendamento n. 69 che chiedeva la revoca dei finanziamenti ai comuni per la realizzazione di opere e infrastrutture in caso di mancato rispetto del crono programma di spesa stabilito dalla legge 9 del 2015.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario e espresso forti critiche alla Giunta e alla maggioranza: «Il modus operandi non sta cambiando. Tutti gli emendamenti sono una riscrittura del documento di bilancio che ci è stato consegnato – ha attaccato Zedda – questo non è corretto, è un modo di legiferare schizofrenico, d’ora in poi provate a scrivere correttamente le leggi». Messo in votazione, l’emendamento n. 69 è stato approvato.

Successivamente sono stati approvati, per alzata di mano e senza discussione, i restanti 13 articoli del provvedimento.

Si è poi passati all’esame dell’Allegato 1 – Prospetto 9/1. Il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti nn. 30, 45 e 51 presentati da Giunta e maggioranza che sono stati approvati

Via libera anche al prospetto 9/2 “Riepilogo generale delle entrate per titoli”

Sul 9/3, “Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli”, il presidente Ganau, sentiti i pareri sugli emendamenti di Commissione e Giunta, ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto di intervenire, “in modo inusuale e irrituale” su un argomento “sensibile”. «Mi riferisco al grave fenomeno degli attentati contro gli amministratori locali – ha detto Pittalis – chiedo di sapere se in bilancio c’è un’attenzione per i danni subiti dai sindaci. Se così non fosse, chiedo di incrementare il capitolo.  Il Consiglio e la politica devono dare una risposta, devono essere solidali anche nei fatti».

L’Aula è quindi passata alla votazione dell’emendamento n. 52 (Sabatini e più) che stanzia ulteriori 4 milioni e 450mila euro per le spese di funzionamento del Consiglio regionale. L’emendamento è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 33 (Giunta regionale) che incrementa di 2 milioni e 200mila euro il capitolo di bilancio “Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato”.

Bocciati invece gli emendamenti della minoranza nn. 22 e 14.

Sull’emendamento n. 23 è intervenuto il consigliere Michele Cossa (Riformatori): «Abbiamo sollevato a più riprese il tema delle compagnie barracellari – ha detto Cossa – è un argomento che sta a cuore a molti comuni della Sardegna  che le utilizzano per il presidio e il controllo del territorio. L’emendamento mira a incrementare il capitolo di bilancio di 2 milioni di euro che consentirebbero alle compagnie di funzionare al meglio».

Voto contrario ha annunciato il consigliere del Pd Piero Comandini: «Il tema è molto sentito – ha detto Comandini – ritengo però che, al di là dell’aspetto finanziario, dobbiamo prenderci la responsabilità di approvare una legge organica già depositata in Commissione». Messo ai voti, l’emendamento n. 23 è stato respinto con 30 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 18 che propone di incrementare di 2 milioni di euro il contributo per le scuole dell’infanzia non statali. La consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda  ha denunciato la grave situazione in cui versano gli istituti paritari: «Ci è stato detto che la questione era in via di soluzione – ha affermato Zedda – così non è, le scuole continuano a protestare. Mancano all’appello ancora 2 milioni e 750mila euro».

Sul punto è intervenuto anche il vicepresidente del Pd Roberto Deriu: «E’ vero, la  situazione non è risolta, il problema esiste e occorre risolverlo – ha sottolineato Deriu – si è cercato di fare dei passi in quella direzione. Serve, forse, una norma quadro, non c’è nessun pregiudizio, si vuole arrivare a un sistema educativo autonomo e di prospettiva». L’emendamento n.8 è stato bocciato con 20 sì e 29 no. Stessa sorte per gli emendamenti della minoranza n. 1 (100mila euro a favore della provincia di Nuoro per l’organizzazione del Premio Grazia Deledda) n.2 (100mila euro a favore della Fondazione “Nivola”) n.3 (un milione di euro a favore dell’Isre per la tutela e promozione delle espressioni artistiche), n. 16 (due milioni di euro a favore degli enti locali per la gestione del patrimonio culturale della Sardegna) e n. 24 (un milione di euro a favore delle bande musicali, gruppi strumentali di musica sarda e cori polifonici).

L’Aula ha successivamente approvato gli emendamenti della maggioranza n. 56 (incremento di 300mila euro del capitolo per interventi diversi nel settore culturale), n. 58 (incremento di 500mila euro del capitolo a favore degli enti locali per l’affidamento dei servizi bibliotecari e archivi e per il loro funzionamento), n. 59 (20mila per lo svolgimento della Conferenza annuale sulla lingua sarda), n. 60 (50mila euro per le borse di studio sulla lingua e cultura sarda), n. 61 (60mila euro a favore delle Università di Sassari e Cagliari per i corsi universitari di lingua e cultura sarda), n. 62 (80mila euro per incrementare il fondo unico degli enti e delle istituzioni culturali e scientifiche regionali) n. 65 (150mila euro per la sperimentazione dell’insegnamento del sardo nelle scuole e la produzione di testi scolastici in lingua sarda), n. 66 (800mila euro in aggiunta al capitolo di bilancio dedicato alle attività culturali).

Parere negativo invece sull’emendamento n.11 che proponeva lo stanziamento di un milione di euro per gli oratori. Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e primo firmatario della proposta, ha rivolto un invito all’Aula per un accoglimento positivo dell’emendamento. «Si vuole dare continuità a una legge approvata dalla Regione nel 2010 – ha sottolineato Peru – senza risorse questo provvedimento non ha senso di operare. Gli oratori sono centri di aggregazione, strumenti di formazione per i ragazzi e strutture di riferimento dei territori. Quando la legge è stata approvata quasi tutto il Consiglio era d’accordo, mi auguro che oggi si faccia lo stesso». Posto in votazione, l’emendamento n.11 è stato respinto con 32 voti contrari e 16 a favore.

Bocciato anche l’emendamento dell’opposizione n.21 che proponeva uno stanziamento di un milione di euro come contributo alle società sportive per la realizzazione di impianti sportivi. L’Aula, sullo stesso argomento, ha invece dato il via libera all’unanimità all’emendamento n.47 che stanzia 400mila euro per le finalità indicate dalla precedente proposta.

Il Consiglio ha quindi respinto gli emendamenti n. 5 e n. 25 presentati dal gruppo dei Riformatori per incrementare di 500mila o un milione di euro i contributi a favore delle Pro loco.

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), su sollecitazione del consigliere dei Riformatori Michele Cossa  ha chiarito che il fondo per le Pro loco subirà un leggero taglio rispetto allo scorso anno passando da 1 milione e 750mila euro a  1 milione e 600mila. La cifra comprende anche 70mila euro a favore dell’Unpli (Unione delle Pro loco). La proposta, illustrata da Sabatini, è stata approvata con l’emendamento all’emendamento n.70.

Bocciati invece gli emendamenti n.8 (100mila euro per le confederazioni del commercio e del turismo) e n.17 (un milione di euro a favore delle confederazioni delle imprese commerciali, del turismo e dei servizi per favorire la partecipazione degli operatori all’attuazione degli obiettivi dello sviluppo produttivo previsti dalla programmazione regionale).

Sull’emendamento n.54 è intervenuto l’assessore al Bilancio Raffaele Paci per un chiarimento sul Fondo di Quiescenza dell’Ersu. «E’ prevista una riduzione di un milione di euro rispetto alla somma di 20 milioni inserita in bilancio – ha detto Paci – in ogni caso lo stanziamento complessivo passa dai 17 milioni del 2015 ai 19 di quest’anno con un incremento di due milioni di euro». Messo in votazione l’emendamento n.54 è stato approvato.

Sull’emendamento n.26  ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha illustrato il contenuto della proposta in esame: «E’ un emendamento finalizzato alla valorizzare di un ambiente naturale di pregio – ha detto Tedde – si tratta di un contributo di 400mila euro per l’Ente di gestione di “Porto Conte”, un parco regionale con potenzialità inespresse. Per far sì che diventi uno strumento di sviluppo servono risorse adeguate. L’approvazione dell’emendamento rappresenterebbe una prima iniezione di fiducia».

A  Tedde ha replicato l’assessore Paci: « Giunta e Consiglio sono molto attenti alle tematiche dei parchi naturali – ha detto l’esponente dell’esecutivo – per Porto Conte il finanziamento è stato incrementato da 400mila a 600mila euro». L’emendamento n.26 è stato respinto con 29 no e 17 sì.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti n.15 (Peru e più) e 48 (Meloni e più) che proponevano entrambi un incremento del fondo per gli eventi calamitosi. 

Sull’emendamento n.15 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru che ha sollecitato l’incremento del capitolo di bilancio con un milione di euro: «La legge dice che il fondo a sostegno dei privati e delle attività produttive deve essere alimentato con risorse regionali – ha spiegato Peru – questo emendamento serve per rimpinguare il fondo finanziato lo scorso anno con un milione». A favore della proposta si è schierato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Occorre dare un segnale forte e chiaro alle comunità e a chi ha sofferto a causa dell’alluvione e cerca oggi di rialzare la testa. Olbia è oggi una delle città più depresse d’Italia». Posto in votazione l’emendamento n. 15 è stato respinto con 17 sì e 29 no. Stessa sorte per l’emendamento n.48 che proponeva lo stanziamento di 4 milioni di euro per le stesse finalità.

Approvato invece l’emendamento n. 57 (Sabatini e più) che destina ulteriori 200mila euro al capitolo per le politiche sociali.

L’Aula ha poi preso in esame l’emendamento n.20 che proponeva di incrementare di 500mila euro il finanziamento destinato ai Circoli degli emigrati sardi. Sul tema è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Il mondo dell’emigrazione è in grave difficoltà – ha detto l’esponente della minoranza – i rappresentanti dei Circoli pongono una serie di questioni, a partire dal funzionamento delle strutture. Se non si danno risposte si rischia di far sparire un patrimonio e una rete di volontari che contribuisce a far conoscere la Sardegna nel mondo». A favore della proposta si è pronunciato anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Ci ricordiamo degli emigrati solo in certe circostanze – ha detto Dedoni – è vergognoso dire che non esistono».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, replicando agli interventi dei rappresentanti dell’opposizione, ha chiarito che anche quest’anno sarà confermato lo stanziamento di 2 milioni di euro a favore degli emigrati previsto nella manovra dello scorso anno: «Il tema delle organizzazioni dei sardi emigrati torna in ogni finanziaria – ha detto Paci – quest’anno riconfermiamo lo stanziamento del 2015 anche se un milione di euro è ancora fermo per problemi nella rendicontazione delle attività. Negli anni scorsi ci sono state molte polemiche, è necessario rivedere il sistema di erogazione delle risorse». L’emendamento n. 20 è stato respinto.

Bocciati anche il n. 9 (un milione di euro a favore dei centri naturali) e n. 12 (un milione e duecentomila euro per i progetti per l’impiego di lavoratori socialmente utili). Su quest’ultima proposta il primo firmatario Pietro Pittalis (Forza Italia) ha sottolineato l’esigenza di finanziare i progetti per consentire agli enti locali di dare risposte concrete ai agli Lsu ed evitare di far crescere il numero dei disoccupati. Proposta sulla quale si è detto d’accordo anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Abbiamo più volte sollevato il problema in Commissione. Da un altro si pensa a redditi di cittadinanza e dall’altro non si danno i fondi ai comuni per venire incontro ai lavoratori socialmente utili. Sarebbe opportuno finanziare progetti di lavoro». Messo in votazione l’emendamento n. 12 è stato respinto con 20 sì e 30 no.

Il Consiglio ha poi approvato, in rapida successione, gli emendamenti della maggioranza n. 28 (220mila euro per l’apicoltura), n.63 (200mila euro alle associazioni degli allevatori per la tenuta dei libri genealogici), n. 67 (1 milione di euro per il rilancio del comparto ippico) e n.31 (452mila euro per incrementare il “Fondo perdite potenziali degli organismi partecipati”).

L’Aula ha quindi proceduto, senza ulteriori discussioni, all’approvazione degli altri allegati al bilancio.

Sulla nota integrativa all’Allegato 2 e sull’emendamento presentato dalla Giunta per l’accantonamento di circa 10 milioni di euro destinati a finanziare i fondi “Rischi legali”, “Reiscrizione passività non contabilizzate”, “Spese derivanti da nuove disposizioni legislative”, “Soppressione fondi di garanzia” e “Perdite potenziali degli organismi partecipati” è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Non nascondo la mia preoccupazione per la decisione di stanziare 10 milioni di euro per eventuali soccombenze in giudizio – ha detto Pittalis – è un’enormità, di che cosa si tratta esattamente?».

Giudizio condiviso dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «Preoccupa che ci sia un importo di questo genere in accantonamento ma forse serviranno ulteriori stanziamenti – ha detto Crisponi – mi giunge notizia che la Regione abbia convocato gli operatori turistici per il recupero delle somme concesse con la legge n.9 e poi richieste indietro. I beneficiari restituiranno quei denari ma probabilmente chiederanno un risarcimento alla stessa Regione per una legge regionale mal gestita».

Contraria alla proposta della Giunta anche la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «C’è necessità di una riflessione su questo punto – ha detto Busia – occorre modificare una curiosa abitudine che ho avuto modo di stigmatizzare in passato: la Regione non valuta soluzioni stragiudiziali ma preferisce seguire percorsi che portano ad un grande esborso di soldi pubblici. Per questo il mio voto non sarà favorevole».

Ai consiglieri di maggioranza e opposizione ha replicato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci. «Una cosa positiva del bilancio armonizzato è che bisogna essere trasparenti – ha sottolineato l’assessore – le spese ci sono sempre state, solo che le risorse necessarie venivano prese da un fondo indistinto, con questo emendamento si cerca di mettere ordine, non c’è solo l’istituzione di un fondo “rischi legali” ma anche di altri fondi. E’ un adempimento obbligatorio. Sono d’accordo sul fatto che l’amministrazione dovrebbe cercare di ridurre preventivamente il fondo anche andando a fare transazioni. C’è la tendenza ad andare in giudizio per evitare i rilievi della Corte dei Conti». Messo in votazione l’articolo 32 è stato approvato con 25 sì e 19 no.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame degli Ordini del giorno presentati che, nell’ordine, riguardano “lo stanziamento dei fondi regionali per le borse di studio” (Deriu e più), “assicurare la necessaria copertura finanziaria all’Arpas per le funzioni di Protezione civile” (Comandini e più), a “procedere, con apposito Disegno di legge della Giunta, alla conclusione della procedura di liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale” (Zanchetta e più) ed infine a “consentire ai Comuni di poter accedere alle risorse regionali relative ad opere pubbliche in un primo tempo de-finanziate, dopo una verifica sia delle cause di de-finanziamento che delle risorse effettivamente necessarie “ (Lotto e più).

Intervenendo sull’ordine del giorno relativo alle borse di studio, il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ricordato che, «nei due precedenti anni accademici, cioè fino al 2015, oltre 500 studenti sardi non hanno beneficiato dei contributi per mancanza di fondi e non si sono iscritti all’Università». Vogliamo che questa situazione non si ripeta più, ha concluso, « con raddoppio delle borse di studio in possesso dei requisiti di merito e di reddito; ora non c’è copertura finanziaria ma c’è l’impegno della Giunta ad intervenire in sede di assestamento».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nel dichiarasi d’accordo con il collega Deriu, ha tenuto a precisare che l’ordine del giorno rappresenta «una censura per maggioranza e per il Pd perché non solo il problema era già contenuto in un precedente ordine del giorno ma la stessa commissione competente aveva votato da tempo una risoluzione sulla materia».

Per il Pd il consigliere Salvatore Demontis ha detto di condividere il contenuto dell’ordine del giorno, auspicando però che «in futuro si possa andare oltre stabilendo per legge che non ci possono essere studenti idonei non beneficiari, e razionalizzando il sistema dei contributi della Regione». La materia, ha proseguito, «richiede poi altri interventi, a cominciare dalla suddivisione per fasce di reddito delle tasse universitarie che ora sono uguali per tutti per proseguire con la revisione delle soglie Isee, cui il Governo nazionale ha provveduto proprio in questi giorni; c’è l’esigenza insomma di rivedere in modo organico al più presto possibile».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha affermato di essere rimasto «senza parole» ascoltando l’intervento del collega Demontis che, semmai, «doveva essere fatto nel corso di dibattito sulla finanziaria affrontando eventualmente il problema con uno specifico emendamento senza prendere per i fondelli gli studenti universitari; sappiamo tutti che un ordine del giorno non risolve niente mentre voi avevate tutti gli strumenti per intervenire ed invece state rimandando il problema».

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha sottolineato che, nel documento, «manca il riferimento alle risorse da riservare solo agli studenti residenti in Sardegna».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole «perché giustamente si è fatto riferimento al tema nazionale dell’Isee senza il quale è difficile intervenire, fermo restando che abbiamo trovato una situazione in cui le borse di studio venivano erogare solo al 50% degli eventi diritto ed abbiamo incrementato questa percentuale fino al 65%, faremo di tutto per trovare ulteriori risorse».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato che l’opposizione non parteciperà al voto perché, ha chiarito, «non vogliamo essere confusi con chi ha mostrato poca chiarezza verso gli studenti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 31 voti  favorevoli.

Sul secondo ordine del giorno il consigliere Piero Comandini (Pd) ha proposto un emendamento orale con lo scopo di cancellare dal documento l’ammontare della cifra assegnate all’Arpas, suggerendo di puntare sull’importanza dell’impegno politico.

L’emendamento del consigliere Comandini è stato accolto e successivamente l’Aula ha approvato l’ordine del giorno. Subito dopo è stato approvato anche il terzo ordine del giorno sulla liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ultimo ordine del giorno, relativo al de-finanziamento nei confronti dei Comuni di risorse assegnate per la realizzazione di opere pubbliche.

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha espresso una serie di riserve sul testo, sostenendo che «nella sua attuale formulazione determina forti difficoltà interpretative e di applicazione; perciò, in assenza di modifiche, ci asterremo o voteremo contro».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato il documento, che a suo avviso contiene «troppa fantasia per trovare copertura a situazioni così generiche»

Il consigliere del Pd Luigi Lotto ha affermato che, a parte la stesura del testo, «il tema è importante, perché stiamo individuando la platea dei Comuni beneficiari in maniera puntuale; con la finanziaria del 2015 abbiamo alle amministrazioni locali 90 giorni di tempo per ultimare le opere e chiedere la liquidazioni, ma ci sono stati Comuni che per ragioni oggettive e di forza maggiore non hanno rispettato la scadenza o non hanno neanche presentato neanche domanda». Con l’ordine del giorno, ha precisato, «vogliamo solo dire che quanti, alla data stabilita, hanno ultimato le opere possono essere riammessi ai finanziamenti mentre chi le ha finite dopo resta fuori, però dobbiamo prima sapere quanti soldi ci vogliono e la Giunta lo verificherà».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha comunicato che, «a seguito di confronto con gruppo proponiamo il ritiro del documento, perché riteniamo sia utile fare prima gli approfondimenti necessari, altrimenti voteremo contro».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha ricordato che quello di cui si discute «non è argomento sconosciuto perché ne abbiamo parlato negli ultimi mesi ed era stato richiesta l’applicazione della procedura d’urgenza dell’art.102 nel mese di novembre con l’accordo di tutti i capigruppo ed il parere contrario della Giunta, che ponena l’esigenza di quantificare le risorse necessarie». La realtà che abbiamo di fronte, ha aggiunto, «è quella di tanti piccoli Comuni che hanno carenza di personale o hanno ricevuto in ritardo le comunicazioni da parte della Regione; c’è poi una recente nota dell’Anci che fa presente che il prospetto finanziario lo ha l’assessorato ai Lavori pubblici e ci sono resistenze». Ora, ha concluso, «siccome non abbiamo provveduto con questa finanziaria e ci sono anche opere già realizzate e collaudate, è chiaro che almeno questi Comuni non possiamo esporli al dissesto; chiedo il voto favorevole di tutto il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 23 voti favorevoli e 21 contrari.

Al termine di quest’ultimo scrutinio il presidente ha sottoposto al Consiglio la votazione finale sul disegni di legge n.297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di stabilità 2016) e 298 (Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018) che l’Assemblea ha approvato, con 30 voti favorevoli e 15 contrari.

Annunciato l’esame del conto consuntivo del Consiglio regionale, i questori Pier Mario Manca e Alessandro Unali hanno preso posto tra i banchi della Giunta che nel frattempo aveva lasciato l’Aula e il questore Manca, nel ricordare che la relazione è stata approvata dall’intero collegio dei questori (Manca, Unali e Oppi) ha proceduto col darne lettura. Su invito dell’Aula, la relazione si “è data per letta” e Manca ha evidenziato il volume delle spese per il 2016 (71.201.000 euro) e entrate di pari importo, sottolineando che il fabbisogno è garantito dal bilancio regionale, Il questore ha quindi precisato che l’aumento della dotazione rispetto allo scorso anno è giustificata solamente per un minore avanzo di amministrazione. Pier Mario Manca ha quindi concluso riaffermando l’autonomia del Consiglio regionale.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni è intervenuto in tono critico per evidenziare alcune carenze nell’organizzazione (stanze insufficienti, cancelleria, bagni fuori norma) ed ha dichiarato che “il Consiglio è la casa istituzionale del popolo sardo e che come tale deve vedere garantita e salvaguardata la sua dignità”

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha lamentato l’assenza dall’Aula di uno dei tre questori: «E’ un atto di scorrettezza nei confronti dell’intera Assemblea».

Posto in votazione il conto consuntivo (con allegati e prospetti) è stato approvato all’unanimità con 31 favorevoli, così come ha avuto il via libera il bilancio delle attività Corecom 2014.

Posto in votazione il bilancio di previsione, il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha preso la parola per richiamare l’attenzione sulla spesa per i vitalizi, auspicandone la revisione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi replicato duramente al consigliere Ruggeri, invitandolo ad affrontare il tema nei modi e nelle sedi opportune, evidenziando come il tema dei vitalizi sia all’attenzione di tutti i gruppi sia di maggioranza che di opposizione.

Posto in votazione il bilancio di previsione del Consiglio, corredato degli allegati, dei prospetti e di ogni altro documento necessario, è stato approvato all’unanimità con 34 favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi tolto la seduta ed ha preannunciato la convocazione del Consiglio a domicilio.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Consiglio regionale A1

Il Consiglio regionale ha approvato sette articoli della Manovra Finanziaria 2016: 7; 7 bis; 8; 9; 10; 10 bis e 11 del Dl. 297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo la formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 7 (Disposizioni in materia di trasporti) del Dl n. 297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018. Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Aprendo il dibattito, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato che il problema dei trasporti evidenzia, per l’ennesima volta, «la mancanza di una strategia globale diversa dalle solite proroghe in via sperimentale e provvisoria, capace soprattutto di superare le molte criticità di cui si sono occupate più volte i media: dalla Tirrenia per i collegamenti con Corsica attraverso le Bocche di Bonifacio, al passaggio del personale fra Saremar e Delcomar per contratti, dalla situazione di Meridiana che nel periodo pasquale ha impedito a molti emigrati di fare rientro nell’Isola a causa dei costi eccessivi, ai problemi delle società sportive per cui manca una tariffa accessibile, dai pendolini Cagliari-Sassari alla grottesca situazione delle strade». Nel complesso, ha concluso Tocco, «siamo di fronte ad un disastro, che rende perfino impossibile capire quando si potrà vedere qualcosa di decente per i sardi».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha affermato che «ci si sarebbe aspettato dalla finanziaria un intervento concreto in una materia delicata come quella dei trasporti, mentre invece assistiamo ad una ulteriore testimonianza del fallimento della Giunta Pigliaru, e soprattutto i sardi assistono da due anni e mezzo a questa parte ad una vera e propria controrivoluzione che ha cancellato quanto di buono era stato fatto nel passato». Ryanair è scappata dalla Sardegna, ha ricordato Orrù, «producendo danni diretti ed indiretti immensi, dalla generazione Erasmus agli emigrati al turismo, tutto finito in pochi giorni per non spendere 15 milioni». Per non parlare del trasporto ferroviario, ha aggiunto il consigliere, «con il nuovo pendolino che va come una vecchia Panda e i sassaresi, per esempio, si sono arrangiati utilizzando il nuovo strumento di Blablacar». Questa Giunta insomma, secondo Orrù, «verrà ricordata anche per essere stata schiaffeggiata da Alitalia, lasciando i sardi isolati e sequestrati nella propria Regione, tutta la Sardegna è rimasta bloccata e paralizzata e forse perfino Soru aveva intravisto qualcosa di giusto ma Pigliaru non ha dato retta; gli unici che arrivano in Sardegna con regolarità sono i clandestini, i quali avranno perfino la dedica di Sa Die de sa Sardigna con cui, fra l’altro, si traccia un inaccettabile parallelismo fra l’emigrazione sarda e quella attuale, al solo scopo di strumentalizzare i sardi come ha fatto l’assessore della Cultura per le sue campagne a favore dell’immigrazione».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non voler aggiungere nulla all’elenco delle inefficienze dei trasporti tracciate dai colleghi ma, ha osservato, «in queste vacanze pasquali, per la prima volta, si è lavorato in casa perché da fuori non è arrivato nessuno, perché sono mancati all’appello i turisti provenienti dal mercato internazionale e mondiale; praticamente c’è un nuovo sistema domestico ma su questo, purtroppo, non si può immaginare nessun tipo di sviluppo». La finanziaria, peraltro, ha rilevato Crisponi «si riduce ad un articoletto con quattro commi sul trasporto locale, delineando uno scenario che taglia fuori la Sardegna da ogni prospettiva, nonostante il lavoro avviato molti anni fa; una brutta marcia indietro, una realtà preoccupante che grava soprattutto sul sistema low cost mentre attendiamo la famosa sentenza da Bruxelles e l’estate è sempre più vicina, è evidente che siamo finiti ai margini del mercato turistico».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha detto che «è più facile parlare di quello che non c’è, si fatica a capire quale politica dei trasporti si voglia fare nel settore aereo e non solo per garantire continuità e opportunità per turisti, ma per quanto incide profondamente sul modello di sviluppo che intendiamo sostenere perché, a ridosso del trasporto, c’è grande indotto che è cresciuto molto in questi anni». Io credo, ha poi sostenuto Solinas, «che ci debba essere un qualche equilibrio fra vettori tradizionali e low cost, posto che non sono intercambiabili e che sarebbe preferibile un low cost  che affianchi il modello tradizionale». Soffermandosi sulle vicende dell’aeroporto di Alghero e della sua società di gestione, controllata pressoché interamente dalla Regione, Solinas ha auspicato che il calo delle presenze non determini anche «la perdita di valore per un asset fondamentale della Regione, soprattutto mentre si avvicina la gara; ritengo comunque che, mentre lo Stato ha trasferito altre risorse alla Sardegna per la continuità territoriale, «c’era spazio per dare l’idea di un disegno nuovo che si vuole perseguire perché il sistema ha bisogno di certezze e ci vuole un approfondimento che non si può risolvere col mantra dell’eredità del passato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che «tema  richiederebbe ben altro spazio, tuttavia siccome non ci sono politiche nei trasporti si fa in fretta ad esaminare quanto è stato fatto in questi due anni, dalla continuità territoriale al low cost; la verità è che si sono fatti gravissimi passi indietro, con la conseguenza che da isolani siamo diventati isolati, con gravi problemi economici, culturali, sociali e sanitari, e con danni difficilmente quantificabili per tutto il territorio regionale». Dopo aver ricordato le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti dell’assessore, Tedde ha fornito alcune cifre sintetiche sul trasporto aereo: «ad Alghero siamo passati da 24 a 3 rotte, è finita un’epoca perché con questi voli spariranno anche almeno 200 milioni di ricadute economiche, ma piange anche Cagliari che perde 8 voli pur avendo altre alternative».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato di aver ricevuto da Alitalia invito «un messaggio per affrettarsi a prenotare gli ultimi posti». Ora non abbiamo neanche quelli, ha detto, «ed è impossibile che il governo regionale non si sia accorto di questo: siamo in mezzo al mare con il punto più vicino a 240 chilometri, ecco perché abbiamo parlato di una finanziaria senz’anima, perché ci rendiamo conto che il turismo, senza interventi, non può avere dimensioni competitive». Non riusciamo nemmeno a campare sulle disgrazie altrui, ha protestato Dedoni, «perché a fronte della note vicende che hanno riguardato Tunisia, Libia ed Egitto, di fatto la Sardegna ha chiuso il maggior numero possibile di rotte verso l’esterno, un problema che si rivelerà molto duro per il popolo sardo».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco  Zanchetta, che ha rivolto i complimenti alla Giunta e all’assessore ai Trasporti per aver portato positivamente a compimento l’operazione di privatizzazione della Saremar. «Dal 2012 i collegamenti per le Isole minori sono costati alla Regione 50 milioni di euro. Essere riusciti a traghettare verso la privatizzazione la compagnia Saremar è un risultato importante per riaffermare il principio che lo Stato ha il dovere di trasferire le risorse alla Regione per garantire un pubblico servizio».

L’esponente della maggioranza ha poi sollecitato la necessità di risolvere altre questioni, a partire da quella del personale ex Saremar. «E’ un aspetto che deve essere chiarito in tutti i suoi rivolti, sia per il personale di bordo che di terra – ha affermato Zanchetta – altra questione riguarda la tratta che collega Santa Teresa a Bonifacio: attualmente è in regime di deregulation e dal 1° aprile inizierà il nuovo servizio. Quali sono i percorsi che si stanno compiendo e che garanzie ci sono per il personale Saremar?».

Il capogruppo di Cps si è soffermato, infine, sulla partita delle tariffe: «So che non era possibile prevederlo nel bando – ha concluso Zanchetta – ma credo che sia necessario estendere la tariffa per i residenti a tutti i sardi. Servirebbe a incentivare anche il turismo interno, le tariffe sono troppo alte, i sardi devono poter circolare liberamente all’interno del proprio territorio».

E’ poi intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha espresso un giudizio negativo sulla gestione dei trasporti, a partire dalla vicenda Saremar: «Dal 1° aprile la Saremar non esisterà più, al suo posto opereranno altre due compagnie – ha detto Rubiu – il percorso di privatizzazione, accompagnato da molte polemiche, ha lasciato per strada morti e feriti. Per i dipendenti Saremar è sparito il regime della continuità nel rapporto di lavoro».

Rubiu, dopo aver ricordato all’assessore ai Trasporti l’assemblea infuocata tenutasi a Carloforte alcuni mesi fa, ha accusato la Giunta di non aver mostrato sensibilità verso le popolazioni delle Isole minori e verso i lavoratori Saremar: «Chi ha mantenuto in piedi e salvato un’azienda – ha rimarcato Rubiu – è stato trascurato».

Critiche infine sulla gestione dei trasporti marittimi verso la penisola. «Le promesse fatte da Onorato alla Leopolda non sono state mantenute – ha sottolineato il capogruppo dell’Udc – una famiglia di 4 persone arriva a pagare 863 euro per venire in Sardegna. Non siamo più un’isola turistica, non c’è libertà di scegliere, ogni volta che decidiamo di spostarci ci sono una marea di difficoltà. E’ impensabile che oggi un turista scelga la Sardegna quando in Croazia, Spagna e, fino a poco tempo fa, Nord Africa si propongono pacchetti a costi minori».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha parlato di “fallimento totale” delle politiche dei trasporti della Giunta Pigliaru. «Una cosa è fare il bravo docente universitario – ha detto Pittalis rivolgendosi all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana – altra è invece svolgere al meglio il ruolo di assessore. Possiamo anche convenire sulle azioni programmatorie, ciò che contestiamo sono i risultati ottenuti: lei e il presidente Pigliaru siete corresponsabili di due anni di fallimento sul fronte dei trasporti».

Pietro Pittalis ha parlato di situazione di monopolio nei collegamenti navali per la penisola. «Si registrano aumenti tra il 40 e 70% che lasciano indifferenti il governo regionale – ha detto Pittalis – il diritto alla mobilità ai sardi viene negato cosi come ci sono problemi per il turismo e per il traffico merci».

Secondo il capogruppo di Forza Italia la Giunta continua a fare propaganda: «Nella storia autonomistica sarda il vostro esecutivo è quello che ha investito meglio nella propaganda perché dispone di giornalisti che sanno fare il loro lavoro – ha detto Pittalis – al di là della comunicazione di facciata c’è però il vuoto».

L’esponente della minoranza ha poi ricordato le continue lamentele provenienti dagli operatori turistici: «Ristoratori e albergatori puntano l’indice contro il sistema dei trasporti – ha detto Pittalis – sono due anni di fallimento a partire dalla la fuga di Ryanair. Mentre in Sardegna rimangono aperte le questione dell’aeroporto di Alghero a Comiso l’Unione Europea ha dato il via libera. Sono più bravi i siciliani o c’è qualcosa che non va? Per non parlare di Meridiana e del treno veloce, altri elementi che dimostrano la totale inadeguatezza delle politiche dei trasporti di questa giunta regionale. Spero che il viaggio che avete fatto in pompa magna in Corsica vi sia servito per imparare dalla loro esperienza».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, ha ricordato che le disposizioni contenute in finanziaria riguardano alcuni aspetti di carattere normativo e incidono in minima parte sul bilancio complessivo dedicato alle politiche dei trasporti. «Stiamo parlando di 20 milioni di euro su un bilancio di 400 milioni – ha detto Deiana – le norme completano un’opera di risanamento contabile, organizzativo e produttivo delle nostre aziende di trasporto locale».

Deiana ha poi specificato che i 15 milioni di euro indicati nel primo comma dell’articolo 7 saranno destinati, dopo il risanamento dell’Arst portato a termine lo scorso anno,  a sanare le pendenze delle altre società di trasporto pubblico locale. «In passato abbiamo evitato di riconoscere l’adeguamento Istat del costo di trasporto pubblico che ha generato debiti nei confronti delle aziende – ha sottolineato Deiana – se chiediamo efficienza e organizzazione dobbiamo pretendere che questi soggetti operino senza vantare crediti per decine di milioni nei confronti della Regione».

Deiana ha poi difeso l’operazione Saremar: «La Regione spendeva 16 milioni di euro l’anno per garantire i collegamenti verso le isole minori, ora quei soldi li mette lo Stato – ha rimarcato Deiana – una parte verrà destinata per intervenire a favore dei lavoratori che non troveranno adeguato ricollocamento o per allineare le prestazioni pensionistiche agli standard dovuti. Quanto a Saremar, il servizio pubblico continuerà ad esserci e, dal punto di vista tariffario, sarà molto, ma molto più favorevole. La gara ha determinato ribassi d’asta molto interessanti che produrranno una tariffazione quasi uguale tra residenti e non residenti».

Poi, rivolto al capogruppo dell’Udc Rubiu, Deiana ha detto: «Non solo non ci sono morti e feriti ma, nella vicenda Saremar, non c’è nemmeno un contuso: tutti i lavoratori stanno ricevendo la chiamata d’imbarco, per gli amministrativi è stata firmata una convenzione per farli transitare ad Arst».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti. Il presidente Ganau ha messo ai voti l’emendamento soppressivo totale n. 218 (Zedda e più) che è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore.

«Se la politica dei trasporti è quella illustrata dall’assessore si capisce perché versano in queste condizioni». Così la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha replicato rese dall’assessore Deiana ed ha insistito: «Registriamo un flop assoluto nei trasporti terrestri, aerei e marittimi».

Anche il consigliere Marco Tedde (Fi) ha replicato duramente all’assessore Deiana («non siamo distratti dalle festività pasquali ma l’assessore è invece distratto a Carnevale come a Pasqua e lo sarà anche per Ferragosto»). L’esponente della minoranza ha fatto poi riferimento alle critiche mosse dal segretario regionale del Pd, all’operato dell’assessore Deiana ed ha invitato giunta, maggioranza e partito democratico a confrontarsi tra loro.

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha insistito sulle recenti polemiche tra Soru e Deiana ed ha però “rivendicato” «nei confronti di Soru e dell’assessore, la tariffa unica e lo sviluppo dei collegamenti low cost in Sardegna». L’esponente della minoranza ha quindi invitato maggioranza, giunta e Pd a confrontarsi soprattutto con gli operatori dei trasporti e del turismo.

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha invitato i consiglieri della minoranza a ritirare gli emendamenti soppressivi: «Sono stati utili per consentire il confronto e gli interventi in Aula sul tema dei trasporti ma, qualora approvati, cancellerebbero commi importanti per la sopravvivenza delle aziende del trasporto pubblico come Arst, Atp e simili». L’esponente della minoranza ha concluso dichiarando voto contrario agli emendamenti soppressivi dell’articolo 7.

Il consigliere di Fi, Edoardo Tocco, ha sottolineato che gli interventi dei consiglieri della minoranza “rappresentano ciò che è un sentimento comune in materia di trasporti, soprattutto in riferimento al settore aereo”. «Noi cerchiamo di pungolarla – ha concluso Tocco – e per migliorare la sua azione può provare ad ascoltare e qualche volta anche a rispondere alle interrogazioni, soltanto io ne ho presentato a decine e mai nessuna ha avuto risposta».

Il consigliere Antonello Peru (Fi) ha parlato di “un’isola fuori dal mondo e un’Isola che non c’è”, in riferimento alle condizioni in cui versano i trasporti in Sardegna. Il vice presidente del Consiglio ha criticato  l’accordo del ’97,  Soru-Prodi («fa pagare continuità territoriale aerea e trasporto pubblico ai sardi») ed analoghe considerazioni negative ha ricolto per l’atteggiamento della Giunta in ordine alla fuga dei low cost dall’Isola («si vuole far pagare i voli scontati agli operatori del turismo») ed ha quindi evidenziato come a pagare le conseguenze più pesanti le subisca il Nord Ovest della Sardegna. «Non va meglio nei trasporti marittimi – ha concluso Peru – dove avete sostituito un monopolio di stato con un monopolista privato».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha replicato al consigliere del Psd’Az, Solinas, sull’opportunità di ritirare gli emendamenti soppressivi ed ha ribadito le critiche per l’operato dell’assessore Deiana: «E’ sufficiente leggere le cronache per comprendere la drammatica situazione in cui versa il trasporto aereo, gommato e marittimo».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito l’articolo 7 della finanziaria “l’articolo dei rattoppi” ed ha preannunciato voto favorevole agli emendamenti soppressivi confermando un giudizio negativo per le politiche dei trasporti e per l’intera finanziaria.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha criticato l’intervento dell’assessore Massimo Deiana («stendiamo un velo pietoso sul suo intervento, perché non ha dato risposta ad una sole delle questioni poste») ed ha mostrato perplessità sulla formulazione del comma 1 laddove si stabilisce che le aziende del trasporto pubblico debbano rilasciare “formale accettazione e liberatoria” al momento del trasferimento da parte della Regione delle ritardate erogazioni delle provvidenze.

«E’ lo stesso  lo stesso identico inciso che è inserito nelle norme che hanno sanato la posizione debitoria della Regione verso l’Arst e le debenze della Regione verso le aziende del trasporto pubblico locali risalgono agli anni ricompresi tra il 2010 2 2014». Così l’assessore dei Trasporti ha replicato alle dichiarazioni della minoranza ed ha affermato che la Regione “sana senza danni e interessi eccessivi la posizione nei confronti delle aziende”.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento 219=627 che non è stato approvato con 33 contrari e 15 favorevoli.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, è intervenuta per dichiarazione di voto sugli emendamenti 220=628 e nel corso del suo intervento ha sollevato il “caso” di assunzioni per il tramite di un’agenzia di lavoro interinale, a discapito dei lavoratori del progetto “lavor@bile”.

Posto in votazione l’emendamento n. 220=628 non è stato approvato con 30 contrari e 15 favorevoli.

Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti n. 221=629, soppressivi del comma 3 dell’articolo 7, «perché puntano alla cancellazione della clausola di salvataggio del personale Saremar».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha raccolto l’invito del consigliere Pizzuto, seguito dall’altro firmatario Paolo Truzzu (Fd’I).

Sugli emendamenti n. 222=630 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sulla denuncia del caso dei lavoratori del progetto “Lavor@bile” ma il presidente Ganau, dopo averla invitata ad attenersi all’argomento oggetto dell’emendamento in discussione, ha tolto la parola alla consigliera della minoranza.

Marco Tedde (Fi) ha ribadito l’invito per cancellare il comma 4 dell’articolo 7 ed ha lamentato presunti “gestacci” all’indirizzo dei consiglieri della minoranza.

Il presidente del Consiglio ha affermato di non aver notato atteggiamenti e comportamenti non consoni e l’Aula non ha approvato con 32 contrari e 15 favorevoli l’emendamento n. 222=630. Non approvato neanche il n. 361 (32 no, 16 sì); il n. 362 (32 no e 16 sì); il n. 413 (30 no e 15 sì) e il n. 363 (32 no e 15 sì). Quindi il presidente Ganau ha posto in votazione il testo dell’articolo 7 (Disposizioni in materia di trasporti) che è stato approvato con 31 sì e 15 no.

Dopo non aver approvato gli emendamenti aggiunti (nn. 257 e 258) all’articolo 7, il Consiglio ha quindi avviato la discussione generale dell’art.7/Bis (Disposizioni in materia di turismo).

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

La consigliera Annamaria Busia (Sdl), illustrando un suo emendamento al comma 2 dell’articolo, ha messo l’accento sul fatto che «recepisce una norma nazionale in materia di promozione del settore nautico e turistico, che introduce per i cosiddetti Marina Resort l’Iva agevolata al 10% relativa ai mezzi in esse alloggiati come nelle altre strutture ricettive all’aria aperta». Pur mantenendo alcune criticità, ha proseguito, «interviene su materie a competenze concorrente nel rispetto del principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni, alcune delle quali peraltro avevano legiferato in modo autonomo come Liguria, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia optando per il regime agevolato». La norma della Sardegna, ha concluso la Busia, interviene su un settore che assicura oltre 1800 posti-barca in 74 porti, luoghi in cui ogni 100 euro di spesa ne genera ben 256 nel sistema; è un fatto positivo per il turismo sardo e la portualità turistica, che ha ottenuto il riconoscimento da importanti associazioni di categoria».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha replicato che «recepire la norma nazionale, peraltro positiva, apre alcuni altri problemi non marginali come il riferimento puntuale alle strutture e la loro classificazione; ritengo poi che in qualche modo siano state negate all’assessore le sue prerogative di intervento sullo specifico della nostre su realtà locali». Inoltre, ha continuato, «la normativa regionale poggia su due leggi che già ci sono e serve un lavoro di coordinamento per inserire le nuove disposizioni nel sistema attuale; prevedo quindi difficoltà di applicazione da parte delle strutture amministrative, la fretta è stata come sempre cattiva consigliera e sarebbe utile una breve sospensione dei lavori per effettuare alcuni micro-inserimenti nel testo».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sollecitato una decisione sulla proposta di sospensione.

La consigliera Annamaria Busia (Sdl) l’ha definita superflua, nel senso che sono sufficienti le delibere applicative della Giunta.

Riprendendo il suo intervento il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha definito la strada dell’emendamento «singolare, perché si sarebbe potuto fare molto di più e l’argomento lo meritava certamente soprattutto in questo momento dopo che abbiamo parlato delle enormi difficoltà del sistema dei trasporti; per esempio non c’è niente sul turismo gastronomico o religioso e niente sulle fiere a cominciare da quella internazionale della Sardegna che doveva aprire fra dieci giorni, mentre l’ente è stato soppresso».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «trasporti e turismo vanno di pari passo eppure li trattiamo in modo scollegato ed hanno comunque uno spazio inferiore a quello che meriterebbero; il turismo, in particolare, non può essere esaurito da questo breve intervento anche perché comprende artigianato e commercio». Parlando della soppressione dell’Ente fiera decisa dalla Camera di Commercio di Cagliari, Carta lo ha definito «un segnale molto negativo nei confronti del sistema delle imprese perché lo strumento merita di avere una prospettiva oltre ai posti di lavoro che finora ha assicurato». Quanto allo sviluppo turismo costiero e portuale, secondo il consigliere sardista «va bene ma non si risolve con questo ma semmai col piano regionale dei porti, la riflessione consigliata dal collega Crisponi sarebbe stata utile».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto di provare «imbarazzo per un articolo considerato come mera appendice dell’articolo sui trasporti, cosa che resterà negli annali del Consiglio regionale; è troppo riduttivo trattare in questo modo un settore che dovrebbe essere il vero motore dello sviluppo della Sardegna, ed è sbagliato non raccogliere i consigli dell’opposizione delegando tutto alla Giunta». Mi vergogno, ha concluso, «per l’ennesima dimostrazione che questa finanziaria non ha davvero un’anima, però sono sicuro che la gente saprà distinguere le cose concrete dalla solita propaganda del governo regionale».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha osservato che va rimarcato l’errore di rinchiudere in un articolo di risulta il turismo in Sardegna, dove c’è bisogno perlomeno di altri 20.000 posti barca; oltretutto l’articolo è scritto male ed ha obiettivi confusi corretti solo parzialmente da un emendamento orale». E’evidente, ha precisato, «che il governo regionale è distratto rispetto ad uno dei più grandi settori di sviluppo della Regione, sviluppo legato a tanti fattori i cui risultati, tuttavia, non possono essere dati acquisiti per sempre». Soffermandosi sull’Ente fiera di Cagliari con 17 dipendenti senza lavoro, «non licenziati ma per strada dopo la soppressione dell’Ente a soli venti giorni dall’apertura della campionaria, la Giunta deve esprimersi non foss’altro perché l’Ente possiede le due più grandi strutture congressuali della Sardegna».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha definito «imbarazzante parlare di turismo in queste condizioni, è un pasticcio che lo stesso assessore non ha potuto non vedere pur facendo buon viso a cattivo gioco; il problema è che non si sa dove appendere questa norma, una specie di post-it che non si sa dove appendere, un intervento atipico dove c’è molto da rivedere, sorpassato e scopiazzato da un Dl strutturato della legislatura precedente e da una Pl del marzo scorso». Di solito, ha concluso, «quando si copia bisogna migliorare il testo mentre qui è accaduto il contrario; se l’emendamento l’avessimo proposto noi sarebbe stato strappato in mille pezzi, invece ragioni di bassa cucina lo faranno passare, perché forse domani ci sarà un tiolo da qualche parte ma non ci sarà un buon servizio alla Sardegna».

Dopo che il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti della minoranza è stato messo in votazione il testo dell’articolo.

Per dichiarazione di voto, la consigliere di Sdl Annamaria Busia ha invitato l’opposizione a «farsene una ragione, ci siamo riusciti, nel passato nonostante aveste scopiazzato voi non ci siete riusciti, questa norma consente di abbassare l’Iva al 10% e tutti i dettagli vengono affidati alla Giunta; gli argomenti che avete proposto non c’entrano nulla, la norma è chiarissima e porterà un numero maggiore di diportisti in Sardegna». Mi auguro anche, ha concluso, «che il collega Tedde sia più misurato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha replicato che gli dispiace il risentimento della collega Busia ma confermo che «il testo non è copiato ma scopiazzato da una norma della Giunta Cappellacci che risale al 2013, che non era una norma appesa ad un filo come quella che avere fatto». E’evidente, infatti, «che la Giunta deve attuare disposizioni di legge e non inventarne di nuove, era una buona occasione che la maggioranza ha mancato».

Il consigliere Luigi Crisponi ha espresso anch’egli dispiacere per il fatto che la collega Busia si sia accalorata, perché «la norma è seria e importante è un errore il semplice adeguamento alla normativa nazionale, dimenticando le esigenze specifiche della Sardegna; ora mancano le necessarie direttive per l’assessorato e l’individuazione di precisi per la Giunta che, nella situazione attuale, potrà solo incollare la norma nazionale sull’impianto precedente, se la si vuole approvare in questo modo di proceda pure, pensavo di astenermi ma ora voterò contro».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha tenuto a tranquillizzare il collega Crisponi «perchè il mare è tranquillo, stiamo facendo pagare meno ai nostri diportisti e questo è un risultato; Tedde fa il disfattista a prescindere ma l’emendamento dà una risposta importantissima al settore turistico compreso l’indotto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha sottolineato che il centro destra «non ha bisogno di lezioni tantomeno in materia di imposizione fiscali, casomai è il centro sinistra che è passato alla storia per le tasse sul lusso che noi abbiamo contrastato; lo spirito dell’emendamento è accoglibile perché abbiamo bisogno di interventi rivolti all’abbattimento della pressione fiscale, però abbiamo posto solo un problema reale perché così come è scritto il provvedimento non coglie nel segno e non garantisce il migliore funzionamento del sistema in una Sardegna competitiva».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ribadito la condivisione del provvedimento ricordando però che «un minuto di sospensione avrebbe risolto tutto e migliorato il testo con lievissime modifiche, ora l’assessore spieghi il perché della sua scelta».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 30 voti favorevoli.

Subito dopo è iniziato l’esame degli emendamenti aggiuntivi. Approvato, con 41 voti favorevoli ed uno contrario, soltanto il n.823 (Busia e più) che, integrato con un emendamento orale della stessa consigliera Busia, prevede il sostegno finanziario (fino al 31 dicembre di quest’anno) alle strutture organizzate per la sosta ed il pernottamento dei diportisti, il cui trattamento normativo è assimilato a quello delle strutture ricettive all’aria aperta.

L’Aula è poi passata all’esame dell’articolo 8 “Contributo al fondo per l’integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall’Amministrazione regionale” che stanzia 20 milioni di euro a favore del FITQ e 500mila euro per l’adeguamento dei relativi supporti informatici.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prima di procedere con il suo intervento, ha chiesto chiarimenti sull’assenza dell’assessore al personale Gianmario Demuro.

Il presidente Ganau, scusandosi con tutto il Consiglio, ha spiegato di essersi dimenticato di comunicare l’assenza dai lavori dell’assessore Demuro preventivamente annunciata alla Presidenza. «L’assessore Demuro è oggi fuori sede a ha detto Ganau a lo sostituisce l’assessore agli enti Locali Erriu».

Si è quindi passati all’esame degli emendamenti soppressivi totali e parziali dell’articolo 8 sui quali la Commissione e la Giunta hanno espresso parere contrario, mentre gli emendamenti aggiuntivi sono stati dichiarati inammissibili.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha contestato la decisione di dichiarare inammissibili gli emendamenti aggiuntivi: «Ne prendo atto ma non sono d’accordo – ha spiegato Dedoni – in questi emendamenti si parla di trattamento di quiescenza, argomenti contenuti in finanziaria. Siamo perfettamente in tema, non si modifica nulla».

Ha quindi preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha dichiarato di volere rinunciare al suo intervento e ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi: «E’ come parlare tra sordi – ha detto Pittalis – manca in Aula l’assessore al personale al quale avremmo voluto porre delle specifiche domande. Ci sono persone che attendono risposte ma queste risposte in Finanziaria non ci sono».

Al capogruppo di Forza Italia ha replicato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «Capisco l’intervento di Pittalis – ha spiegato Paci – l’assessore Demuro aveva impegni familiari, voi tutti lo conoscete: è persona rispettosa, era dispiaciuto di non essere presente. Quanto al FITQ, è una questione alla quale occorre mettere mano. Negli anni sono stati creati strati diversi di aventi diritto con prerogative, privilegi e obblighi diversi. E’ un tema di grande importanza sul quale nei prossimi mesi il Consiglio sarà chiamato ad esprimersi. Stiamo mettendo ingenti risorse sul Fitq, va verificata la sostenibilità dell’attuale sistema e individuate norme per la messa in sicurezza del Fondo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 8 che è stato approvato con 31 voti a favore e 13contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 9 “Misure per la contrattazione collettiva e la mobilità del personale del sistema Regione”

Sentito il parere di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo n.227 che è stato respinto dall’Aula con 31 voti contrari e 11 a favore. Stessa sorte per gli emendamenti n. 228=636 e 229=637 entrambi bocciati.

Sull’emendamento soppressivo n. 230 è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto chiarimenti sull’esito delle interlocuzioni tra Giunta e sindacati dei dipendenti dell’Ente Foreste. «In questo articolo si prevedono 337 mila euro annui per la contrattazione collettiva del personale dell’Ente Foreste – ha detto Pittalis- mi sembra una cifra inadeguata. Il contratto è fermo dal 2010 per il blocco delle contrattazioni nella Pubblica Amministrazione. Oggi è possibile intervenire ma ha senso farlo solo se si prevedono risorse adeguate per lo scopo. Come sostengono i sindacati, 337mila euro sono un’inezia. Tra l’altro, mi risulta che la dirigenza dell’Ente Foreste abbia avuto un adeguamento abbastanza sostenuto, cosa che non avviene per il resto del personale dipendente. E’ possibile un’integrazione di risorse per dare risposte al comparto? L’Ente Foreste è l’unico settore che non ha usufruito del trattamento di cui sono stati beneficiari tutti gli altri dipendenti della Regione. E’ un’ingiustizia alla quale occorre porre rimedio».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci ha riferito di aver incontrato, insieme agli assessori all’Ambiente e al Personale, i rappresentanti sindacali dell’Ente Foreste. «E’ stato un incontro positivo nel quale si è parlato non solo di contrattazione collettiva ma anche della legge di riforma del settore – ha spiegato Paci – ai dipendenti dell’Ente Foreste è stata comunque destinata, in proporzione, la stessa cifra stanziata per la contrattazione collettiva degli altri dipendenti regionali. Abbiamo accolto la richiesta di un adeguamento per chi ha stipendi molto bassi, siamo inoltre rimasti d’accordo sulla possibilità di reperire risorse aggiuntive all’interno del bilancio dell’Ente. Ci vedremo dopo la finanziaria per fare il punto della situazione. Se ci sarà la necessità di intervenire lo si potrà fare con l’assestamento di bilancio». L’emendamento n.230 è stato ritirato.

Respinti, invece, gli emendamenti soppressivi nn. 231, 232 e 692, mentre ha ottenuto il via libera dall’Aula l’emendamento sostitutivo parziale n. 576 presentato dalla Giunta regionale che fissa in 3 milioni e 259mila euro la cifra destinata alla contrattazione collettiva dei dipendenti regionali per il 2016.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale dell’articolo 9 che è stato approvato con 30 sì e 14 no.

Il Consiglio è poi passato all’esame dell’articolo 10 “Norma in materia di provvidenze, agevolazioni o vantaggi”. Acquisito il parere sugli emendamenti di Commissione e Giunta, il presidente ha messo in votazione l’emendamento soppressivo n. 233. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha sollecitato un iter semplificativo per facilitare le transazione tra Regione e cittadini-debitori: ««E’ un problema che viene ripetutamente segnalato da chi ha debiti nei confronti della Regione e ha difficoltà a concluder accordi transativi – ha detto Pittalis – non si capisce a quali uffici ci si debba rivolgere. Si tratta di creare all’interno dell’amministrazione di una struttura che possa occuparsi di questo. Le risposte alle richieste dei cittadini arrivano dopo 8-10 mesi».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, condividendo le preoccupazioni espresse dal capogruppo di Forza Italia, ha riconosciuto le difficoltà ad individuare gli uffici ai quali rivolgersi. «Stiamo cercando di semplificare – ha detto Paci – l’assessorato di riferimento sarà quello del Bilancio e il servizio competente quello del Credito». Messo in votazione, l’emendamento n.233 è stato respinto con 31 voti contrari e 14  a favore. Bocciati, in rapida successione, anche gli emendamenti soppressivi nn. 234=641, 235=642, 236=643, 237=644 e 645.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato con 31 voti favorevoli e 14 contrari.

Disco rosso invece per gli emendamenti aggiuntivi n. 275, 285, 286 e 287.

Sull’emendamento aggiuntivo n.288 è intervenuto il primo firmatario Marco Tedde (Forza Italia): «E’ una proposta finalizzato ad eliminare uno scempio che grava sul sassarese: il Palacongressi del Lido di Alghero – ha detto Tedde – la Regione fa finta che questa struttura non esista, invece potrebbe essere utilizzata per fare diverse cose. Bisogna porsi il problema, non si può pensare di buttare 25 milioni di euro. La struttura è in stato di abbandono, con un milione di euro in un triennio potrebbe essere recuperata e utilizzata. Occorre intervenire subito, prima che diventi irrecuperabile». Messo in votazione, l’emendamento n.288 è stato respinto.

Bocciato anche l’emendamento n. 289 (Tedde e più) che proponeva di stanziare 300mila per uno studio di fattibilità finalizzato alla riqualificazione dell’area agricola pubblica di Surugheddu-Mamuntanas recentemente messa in vendita dalla Regione. «Si tratta di un’area di 1300 ha di grande pregio che potrebbe funzionare da volano per l’intero territorio del Nord Ovest – ha detto Tedde – è stato uno sbaglio pubblicare la manifestazione di interesse per la vendita. C’erano idee pensate da Laore che aveva previsto il recupero delle strutture a fini turistici e attività agricole d’eccellenza. Questa ipotesi è stata cestinata, ora aspettiamo che un imprenditore dica cosa bisogna fare». Posto ai voti, l’emendamento è stato respinto. Successivamente sono stati bocciati tutti gli altri emendamenti aggiuntivi presentati dalla minoranza.

All’esame dell’aula l’articolo 10 bis “Integrazione alla legge regionale n. 25 del 1988”. Nella discussione generale è intervenuto  Daniele Cocco (SEL) che ha chiesto alla giunta, dopo l’approvazione della Finanziaria, di incontrare le compagnie barracellari per discutere il loro ruolo in materia di incendi. Non possiamo permetterci – ha detto Daniele Cocco – di fare a meno di questa forza lavoro. Dello stesso parere il consigliere Pd Roberto Deriu e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha  ricordato che gli emendamenti soppressivi sono stati presentati proprio per attirare l’attenzione su questa categoria. Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi e ha invitato la giunta a chiarire bene la posizione delle compagnie barracellari. E’ triste in una finanziaria – ha detto ancora – non sentire né l’assessore del turismo né l’assessore del lavoro. Questo testimonia profonde carenze in questi due settori. L’assessore alla programmazione Raffaele Paci ha confermato l’impegno di incontrare al più presto le compagnie barracellari per affrontare il tema degli incendi anche alla luce della riorganizzazione del settore. Queste assicurazioni hanno fatto sì che il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ritirasse l’emendamento 726. Il Consiglio ha approvato l’articolo 10 bis (presenti 47, sì 46) e l’emendamento 578. Questo emendamento, presentato dalla giunta regionale, prevede l’inserimento dell’articolo 10 ter “Black list dei soggetti esercenti attività di rilascio di garanzie in via professionale”. E’ stato approvato anche l’articolo 11 (norma finanziaria). I lavori si sono conclusi. Il Consiglio è stato convocato per domani mattina alle 10.00.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 5 della Manovra finanziaria, contenente disposizioni in materia di enti locali, pianificazione paesaggistica e urbanistica, edilizia residenziale pubblica e lavori pubblici, e l’articolo 6, su interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport.

In apertura di seduta, il presidente della commissione e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci in particolare si è riservato un parere più compiuto, volta per volta, sugli aggiuntivi.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato che l’articolo, in qualche modo, «riporta indietro nel tempo quanto si discuteva la riforma degli Enti locali che abbiamo criticato con forza perché dannosa per la Sardegna, perché fa scivolare verso il sud, anche come accentramento di risorse, verso la città metropolitana di Cagliari». Rispetto a questo processo, ha lamentato Tedde, «la rete metropolitana ipotizzata per Sassari, che in realtà era solo una presa in giro per recuperare alcuni consiglieri riottosi di maggioranza, la stessa finanziaria dimostra che evidentemente quei consiglieri hanno risposto male la loro fiducia tanto è vero che le risorse sono pari a zero».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha sottolineato positivamente il fatto che «il fondo unico per gli Enti locali non sia stato ridimensionato, perché ha rappresentato una conquista importante che lascia spazi di autonomia alle amministrazioni, mentre in passato i Sindaci erano costretti a presentarsi con il cappello in mano davanti all’assessore di turno». Però, ha protestato Cossa, «ci sono riduzioni consistenti su voci che hanno una incidenza rilevante, dalle Pro loco alle bande musicali, dalle scuole civiche di musica alle compagnie barracellari; possono sembrare cose marginali solo a chi non ha avuto esperienza negli enti locali ma, invece, mobilitano migliaia di persone molto spesso con attività di volontariato». Oltretutto, ha aggiunto, «non si tratta di emolumenti ma di interventi rivolti solo ad incoraggiare iniziative sui territori; quanto alla loro collocazione nella finanziaria sarebbe sbagliato metterle nel fondo unico perché devono avere una destinazione precisa, a parte il fatto che siccome il fondo unico è rimasto invariato vuol dire che queste risorse sono state tagliate ed occorre, perlomeno, riportarle al livello del passato».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha respinto le interpretazioni della minoranza, sostenendo che «è giusto intervenire per cambiare finanziarie che tagliavano su sociale, cultura e lotta alle povertà; questa, al contrario, ha risorse importanti in questi settori ma è sempre meglio restare vigili per evitare l’assalto alla diligenza da parte di chi privilegia l’economia rispetto ai bisogni delle persone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato in apertura che «la realtà è diversa dai sogni di Pizzuto, perché la difesa dei ceti deboli non si fa solo riconoscendone la debolezza e dispensando elemosine ma piuttosto togliendoli dalla loro condizione creando sviluppo e occupazione, attraverso un sistema privato che ha anche una sua dimensione sociale; vanno bene i sussidi ma, se reddito di cittadinanza deve essere, allora va riconosciuto anche alle casalinghe che fanno un lavoro enorme, posto che la vera libertà è prima di tutto la libertà dal bisogno».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che il collega Cossa ha ragione quando parla di impegni assunti per le compagnie barracellari, «credo che noi dobbiamo intanto varare al più presto la legge di riforma, poi prevedere le risorse necessarie a sostegno di una realtà presente nell’80% del territorio della Sardegna, che svolge un lavoro importante anche su protezione civile». Mi è giunta notizia, ha continuato Cocco, «di un comunicato delle compagnie con cui si annuncia la decisione di rifiutare la firma di protocolli con i Comuni in materia di protezione civile; questa sollecitazione va raccolta (se non in questa fase subito dopo) anche con l’intervento capigruppo, perché sarebbe drammatico un loro disimpegno, è vero che le risorse sono state sostanzialmente mantenute ma riconosciamo che non sono sufficienti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «rischia di passare sotto silenzio una scelta che per noi è inquietante, forse non interamente attribuibile alla Giunta, con cui si introduce attraverso un emendamento una norma che nasconde l’accentramento in capo alla Giunta del Piano dei lavori pubblici, prevedendo una semplice comunicazione alla commissione». In pratica, ha insistito, «la Giunta fa quello che le pare e le piace e comunica le sue decisioni su un Piano, lo ricordiamo, che ha una dotazione di 700 milioni; forse qualcuno si è reso conto di aver esagerato ed infatti è poi comparso un altro emendamento che annulla il precedente ma resta la traccia della scarsa considerazione che la Giunta ha della sua stessa maggioranza e del Consiglio».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha chiarito che non sono stati fatti tagli per le scuole civiche di musica, le bande musicali, le compagnie barracellari e le pro loco. «La conferenza degli enti locali ha affrontato il problema delle riduzione dei finanziamenti – ha detto Paci – l’obiettivo è quello di non penalizzare i comuni. C’è stata la piena assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali. I comuni decideranno, nell’ambito della loro autonomia gestionale, quali voci finanziare ».

Paci ha poi definito “urgente” la revisione del Fondo Unico. «Per affrontare le emergenze abbiamo previsto una serie di emendamenti condivisi che consentiranno di ripristinare alcune voci. Per questo abbiamo dato parere positivo all’emendamento n. 821».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha invece spiegato che i commi 2 e 4 dell’articolo 5 disciplinano due cose diverse: il primo prevede l’acquisizione di dati cartografici per l’estensione del piano paesaggistico alle zone interne, il secondo riguarda un’attività di ricerca. «Entrambe le azioni – ha chiarito Erriu – hanno come obiettivo l’adeguamento del primo ambito costiero e l’estensione alle zone interne del piano paesaggistico».

L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha invece fugato i dubbi sul sospetto che la Giunta volesse avocare a se le competenze sul Piano delle Infrastrutture esautorando il Consiglio. «L’articolo 4 della legge n.5 del 2005 vincola il Consiglio ad esprimersi una sola volta sul Piano delle infrastrutture – ha detto Maninchedda – noi con questa norma della finanziaria interveniamo per rendere possibile l’aggiornamento del provvedimento. Oggi, se cade un ponte o si rompe un argine, l’assessorato non può intervenire senza una modifica del Piano».

Ha poi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) che ha accolto favorevolmente il chiarimento dato dalla Giunta. «Emerge chiara la volontà che quando c’è un atto dell’esecutivo che chiama in causa il Consiglio è necessario coinvolgere la Commissione competente. L’emendamento poteva creare un fraintendimento. Né noi, né la Giunta – ha concluso Lotto – volevamo cambiare le regole».

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n.195= 554= 604 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 17 a favore.

Bocciati anche gli emendamenti soppressivi 196=605; 197=606 e 198=607.

E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis  per annunciare il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi parziali della minoranza. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo di porre in evidenza alcune anomalie contenute nell’articolo 5 – ha detto Pittalis – c’è pero un’altra questione che merita attenzione: il comma 1 prevede che i soldi destinati, fino allo scorso anno, alle province vengano ripartiti tra le province ancora esistenti, le Unioni dei Comuni e la Città Metropolitana.  Se così è fermatevi e trovate il modo di correggere la norma. Altrimenti è una vergogna, così si comprimono le aspettative dei comuni che non fanno parte della Città Metropolitana».

A Pittalis ha replicato l’assessore degli Enti locali Erriu: «Invito i consiglieri a leggere il comma 1 con la legge 2 che stabilisce i criteri per governare i flussi finanziari gestiti dagli enti territoriali – ha detto l’assessore – sappiamo che i fondi transitano verso le associazioni dei Comuni e la Città Metropolitana ma sappiamo anche che la Città Metropolitana ha molte entrate proprie. La legge 2 consente di disciplinare il riparto delle risorse affrontando le criticità. Si applica il principio che il personale segue le funzioni. Se le funzioni rimangono alle province è giusto che queste conservino i finanziamenti,  se le funzioni transitano ai Comuni i denari devono essere trasferiti alle amministrazioni civiche. Altro discorso riguarda invece la finanza pubblica statale. Le risorse per gli enti locali sono ridotte. E’ un tema che cercheremo di governare».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti sostitutivi parziale nn. 341, 342, 343, 397, 398, 399, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 34 e 406 che sono stati bocciati in rapida successione

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo per poi passare all’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Sull’emendamento n.666 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Questo emendamento ha l’obiettivo di dare certezza e tranquillità almeno per il 2016 ai lavoratori delle società in house delle province stanziando la somma di 5 milioni di euro – ha detto Peru – vedo che la maggioranza ne ha presentato un altro che stanzia 1,5 milioni di euro. Vorremmo capire se queste risorse sono sufficienti per il 2016. Solo per Sassari servono due milioni di euro. Se la Giunta dice che queste risorse sono sufficienti avremmo la garanzia per i lavoratori e per l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini».

A Peru ha risposto l’assessore Paci: «Ho imparato che le certezze non esistono – ha detto il responsabile della Programmazione – cerchiamo di fare il possibile.  Con un  milione e mezzo di euro proviamo a dare qualche risposta con l’impegno, se i fondi non sono sufficienti, di intervenire in altro modo. Il sistema va riorganizzato dopo il passaggio di competenze dalle province alle Unione dei comuni. Oggi non ci sono le risorse necessarie per dare sicurezze a tutti».

Messo in votazione, l’emendamento 666 è stato respinto con 33 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 810 che emenda il 720 con il quale si stanzia la somma di 1,5 milioni di euro a favore delle società in house. Entrambi gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sull’emendamento n.710 (Tendas e più) per il quale Giunta e Commissione hanno presentato un invito al ritiro.

Il primo firmatario Mario Tendas (Pd) ha annunciato l’intenzione di mantenerlo. Subito dopo è intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto di poter apporre anche la sua firma all’emendamento.

Mario Tendas ha quindi spiegato la ratio della proposta : «L’emendamento mira a dare risposte alle persone che hanno subito danni nell’alluvione del 2013. Finora si è mostrata attenzione per il settore pubblico mentre i privati non hanno ottenuto nessun ristoro – ha affermato Tendas – al problema sono interessati un’ottantina di paesi. Le recenti deliberazioni della Giunta hanno introdotto criteri che rendono difficoltose le procedure per l’assegnazione delle risorse. Non viene preso in considerazione chi ha subito danni inferiori a 10mila euro. Le somme messe a disposizione coprono solo il 5% dei danni subiti. Non si possono dimenticare situazioni che hanno creato danni notevoli alle persone e alle amministrazioni comunali».

Il capogruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro Roberto Desini  ha chiesto di presentare un emendamento orale per prevedere che il ristoro dei danni venga riservato anche ai comuni colpiti dall’alluvione del giugno 2014.

Sulla proposta di Tendas si è detto d’accordo anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto di aggiungere la sua firma a quelle dei presentatori dell’emendamento.

Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato il suo voto favorevole. «Le leggi che vengono approvate in Consiglio devono essere applicate. Questo significa trovare anche le risorse necessarie per attuare le norme. Abbiamo votato una legge per il ristoro dei danni dei privati colpiti dall’alluvione finanziandola con un milione di euro – ha detto Meloni – questa è l’occasione propizia per rimpinguare il fondo. 5 milioni sono pochi ma un segnale deve essere dato».

Eugenio Lai (Sel) ha proposto un’ulteriore integrazione orale all’emendamento n.710 chiedendo di prevedere tra i beneficiari degli indennizzi anche i comuni colpiti dalla grandinata del 2015.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato i colleghi a “non ridurre a barzelletta un tema di questa portata” e chiesto alla Giunta di chiarire la propria posizione sull’argomento.

L’assessore Paci, replicando a Pittalis, ha ribadito l’invito al ritiro dell’emendamento. «Il tema è serio, ma non si può votare un emendamento di questo genere per le persone colpite dall’alluvione del 2013. Perché non del 2014 o 2015? Ricordo le polemiche nate quando si è proposto di destinare risorse del Fondo Unico per le emergenze lavoro – ha detto Paci – con un emendamento si vorrebbero sottrarre 5 milioni di euro alle finalità pubbliche per intervenire a favore dei privati. Chi ha subito danni dall’alluvione merita attenzione ma non con un emendamento di questo genere. Tendas ha avuto il merito di segnalare che oltre ai danni al patrimonio pubblico esistono anche quelli al patrimonio privato».

E’ quindi intervenuto il primo firmatario dell’emendamento annunciandone il ritiro.

Il consigliere di Forza Italia ha chiesto al proprio capogruppo di far proprio l’emendamento: «L’assessore dice che stiamo utilizzando soldi pubblici per andare incontro ai privati. E’ stato fatto inoltre un paragone con altri eventi calamitosi che non regge, le motivazioni per un intervento a ristoro dei danni dell’alluvione 2013  sono nei dati. Forse non ci ricordiamo cosa è successo, volete che qualcuno vi ricordi i morti del 2013 per farvi capire che è stata un’alluvione diversa dalle altre? Se i privati non possono contare sul pubblico su chi possono contare?».

Il capogruppo sardista Angelo Carta ha dichiarato di voler far proprio l’emendamento: «Lo Stato ha stanziato 5 milioni per l’istituzione di una zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione del 2013 – ha ricordato Carta – il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto fare un decreto ad hoc. Così non è stato: i 5 milioni non sono mai arrivati. Cosa ha fatto la Regione per sollecitare l’erogazione delle risorse? Visto che siamo stati scippati dallo Stato di 5 milioni, credo che non sia una bestemmia stanziare l’1% del Fondo Unico a favore dei comuni alluvionati».

Luca Pizzuto (Pd) ha espresso solidarietà a Tendas. «Spesso ci facciamo portatori di istanze dolorose che poi, nei meandri del Consiglio, non vengono accolte – ha detto Pizzuto – è un problema che riguarda tutti: la finanziaria, nonostante gli importanti risultati raggiunti sul fronte della vertenza entrate, non è sufficiente a coprire i bisogni di cui siamo portatori. Serve aprire una riflessione su come riaprire la partite sul piano nazionale». Pizzuto ha quindi annunciato di non voler partecipare al voto.

Daniele Cocco (Sel) si è detto invece in sintonia con l’assessore Paci. «L’argomento è stato discusso in Commissione. Sul Fondo Unco c’è stato un accordo chiarissimo – ha detto Cocco – sottrarre risorse al Fondi unico sarebbe una perequazione al contrario. Sosteniamo l’esigenza di ristorare i danni, ma i soldi non possono essere presi dal Fondo Unico».

Il presidente della Commissione “Governo del Territorio” Antonio Solinas (Pd), rispondendo al consigliere Fasolino, ha difeso l’atteggiamento assunto dalla maggioranza. «Se abbiamo presentato l’emendamento è perché c’è sensibilità – ha detto Solinas – non può però essere messa a rischio una grande conquista come il Fondo Unico».

Voto contrario ha annunciato il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Chi può essere contrario a ristorare i danni dei privati? Chi non può capire lo sfogo di Fasolino? L’ho vissuto anch’io in Ogliastra nel ’99. Anche allora vennero stanziati 12 milioni di euro dallo Stato mai trasferiti ai comuni. Carta, che ha fatto l’assessore ai Lavori pubblici, dica quando sono stati stanziati i fondi per ristorare i privati. La Commissione ha valutato gli argomenti e ha stabilito che 5 milioni non servono a nulla. Intervenire sul Fondo unico è inutile, sarebbe difficile anche individuare i soggetti a cui dare priorità di risposte. Non è questo il modo di affrontare il problema. Meglio intervenire sul piano delle infrastrutture per mettere in sicurezza i paesi o pensare a un provvedimento di legge».

Per Luigi Lotto (Pd) presidente della Commissione “Attività Produttive” «quando si ritira un emendamento è perché si fa una scelta politica, come quando si è deciso di tornare indietro sulla possibilità di prelevare 8 milioni di euro dal Fondo Unico. Se Tendas ritira l’emendamento tutto il resto appare strumentale».

Angelo Carta (Psd’Az) ha precisato di non voler misurare la sensibilità di nessuno. «Ho posto una questione – ha detto Carta – la V Commissione ha approvato una risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi per l’istituzione della zona franca nei comuni colpiti dall’alluvione. Finora si sono persi 5 milioni di euro. O ci impegniamo a recuperare quei soldi altrimenti dobbiamo fare qualcos’altro».

L’assessore Paci ha garantito l’impegno della Regione: «Nei giorni scorsi ho parlato con il Capo di gabinetto della Presidenza che sta lavorando alla partita insieme a Palazzo Chigi. Ci sono difficoltà a stabilire il perimetro dei comuni beneficiari. Noi stiamo sul pezzo – ha concluso l’assessore alla Programmazione – non è nostra intenzione perdere nemmeno un euro».

Dopo l’intervento dell’esponente dell’esecutivo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 710.

Emendamento che, su richiesta del consigliere Fasolino, è stato fatto proprio dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. Messo in votazione è stato respinto con 29 voti contrari e 16 a favore. 

Annunciata la votazione dell’emendamento n. 546, il primo firmatario Gianni Tatti (Udc) ha ricordato l’accordo per i Comuni dell’Alta Marmilla («sono i più disastrati della Sardegna») ed ha spiegato che con l’approvazione dell’emendamento si offrono all’esecutivo gli strumenti per combattere lo spopolamento. L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha ricordato che l’Alta Marmilla gode di specifiche e mirate risorse a valere su fondi nazionali e di programmazione europea: «Non è necessario dunque, data la limitatezza delle risorse regionali, stanziare specifici fondi del bilancio regionale».

L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 546 e con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 252, 253, 548, 254, mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 276. Non approvato l’emendamento 345. Nel merito dell’emendamento 549 e sull’emendamento all’emendamento 821 è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, per chiede alla giunta il ritiro dell’emendamento 549. 

Il presidente ha proceduto ponendo in votazione l’emendamento n. 821 che sostituisce parte dell’emendamento 549 (entrambi approvati con due distinte votazione), reintroducendo così il parere della commissione competente all’aggiornamento periodico del piano delle opere e delle infrastrutture di cui all’articolo 4 della legge 9 marzo 2015 n. 5 approvato.

Quindi il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 550 e dopo una breve sospensione dei lavori, l’onorevole Daniela Forma (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 551. Anche il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per due emendamenti a sua firma: il numero 422 e il n. 816. L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 559 e il n. 786 mentre il consigliere del Pd, Walter Piscedda, ha accolto l’invito al ritiro dell’emendamento n. 552.

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, è intervenuto a sostegno dell’emendamento a sua firma (n. 667) tendente a garantire i fondi necessari per la messa in sicurezza della Rotonda di Platamona, il cui muro perimetrale, lo scorso luglio, è crollato sui bagnanti provocando cinque feriti di cui uno in gravi condizioni. Posto in votazione, l’emendamento 667 non è stato approvato con 30 no e 16 sì. Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha quindi accolto l’invito al ritiro dell’emendamento 423, tendente a stanziare risorse per la Rotonda di Platamona. A conclusione dell’intervento del consigliere Lotto (Pd), assessore Paci è intervenuto per ribadire l’impegno della Giunta per reperire le risorse utili ai lavori di messa in sicurezza e ripristino della rotonda di Platamona.

Approvato l’emendamento n. 813 che emenda l’emendamento 749, anch’esso approvato, che abroga il secondo periodo del comma 4 bis dell’articolo 2 della legge 24\2014 n. 19.

Non approvati, invece, gli emendamenti n. 271, 273, 274, 276 e 346.

Approvato, invece, nonostante l’invito al ritiro, l’emendamento n. 555, firmato dai consiglieri del gruppo Sel che, così come spiegato dal consigliere Agus, stabilisce che “avanzi di amministrazione degli enti locali possano essere impiegati in progetti e opere da realizzarsi per il miglior utilizzo sociale ed economico di immobili di proprietà comunale o del demanio regionale assegnati al comune”. La votazione, il cui scrutinio è stato il seguente, 32 sì e 13 no, si è tenuta dopo che l’assessore del Bilancio aveva dichiarato che l’emendamento era soggetto ad impugnativa qualora fosse stato approvato.

Analoga situazione si è verificata in occasione della votazione dell’emendamento n. 556, per il quale il gruppo di Sel non ha accolto l’invito al ritiro. Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ne ha spiegato le motivazioni dichiarando che con l’approvazione dell’emendamento si tutelano quei Comuni che per cause non imputabili alla loro responsabilità hanno sforato il patto di stabilità 2015 e che dimostrino di rientrare dallo sforamento entro l’anno 2016.

La consigliera di Sdl, Anna Maria Busia, ha dichiarato voto a favore («in qualche occasione è opportuno forzare la mano anche a rischio di impugnazione» e l’Aula, con 29 sì, 16 no e 2 astenuti, ha approvato l’emendamento 556. Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, ha invece accolto l’invito al ritiro per l’emendamento 557 e il Consiglio con successive e distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti n. 558, 668, 669. Concluse le votazioni degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 5, l’Aula ha proceduto con l’esame degli emendamenti e dell’articolo 6 (Interventi nel settore dei beni e dei servizi culturali, informazione, spettacolo e sport). Il presidente Gianfranco Ganau ha elencato tutti gli emendamenti presentati e il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha dichiarato il parere che è risultato favorevole solo per i seguenti emendamenti: 753, 815, 754, 561 e emendamento all’emendamento 812, 562, 755, 563, 564 e per emendamento all’emendamento 802 e 819, 756, 721, 757, 676, 758, 759, 572, 760, 761 e emendamento all’emendamento 820, 762; mentre ha invitato i presentatori al ritiro degli emendamenti: 567, 571, 268 e 712, e ha dato parere contrario per tutti gli altri emendamenti presentati all’articolo 6.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione dell’art. 6 (Interventi sui beni e i servizi culturali, informazione, spettacolo e sport).

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo in evidenza che l’articolo prevede «una serie una serie di interventi importanti nel sistema-Regione ma mostra, ancora una volta, l’assenza di una strategia complessiva mentre, in realtà, le scelte della maggioranza scontentano un po’ tutti perché avete fatto una specie di gioco delle tre carte; sulle scuole paritarie che subiscono tagli significativi, sull’università per cui ci si aspettava qualcosa di diverso, sul cinema che concentra risorse solo sulla film commission, per continuare con i beni museali, i teatri con fondi assegnati solo a piccole strutture private come quella di Sassari azzoppando il Lirico e abbandonando, ad esempio, il Teatro delle Saline».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Antonello Peru.

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha condiviso l’intervento della collega Zedda, in particolare su scuole paritarie che, ha detto, «svolgono in Sardegna un ruolo essenziale nella scuola dell’infanzia con funzioni di supplenza in molti Comuni; la maggioranza ha mostrato un approccio ideologico punitivo dimenticando che i genitori pagano una doppia tassazione». C’è poi, ha ricordato, «un problema che riguarda l’emendamento della maggioranza che prevede 1 milione di euro in base alla legge 56 per organismi che hanno subito in passato tagli superiori al 40%; la finalità è giusta ma si determinano disparità di trattamento evidenti».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, riprendendo la questione della scuole paritarie si è soffermato sul «calvario di queste benemerite istituzioni, sempre trattate senza amore dal centro destra, mentre da parte nostra non c’è nessuna preclusione ideologica o uno sfavore pregiudiziale, anzi riconosciamo che contribuiscono in modo determinante al sistema formativo regionale colmando lacune della struttura pubblica». Non abbiamo risolto il problema, ha proseguito, «c’è ancora da fare e tutto non può essere risolto tutto con la finanziaria, ma la scuola resta comunque al centro degli obiettivi programmatici dell’amministrazione e quando cadrà la polvere che un po’ tutti solleviamo emergerà che la scuola esce rafforzata e ritrova speranza nel futuro». Sulla cultura, ha poi osservato Deriu, «ho sentito giudizi troppo teneri  dell’opposizione forse perchè devono farsi perdonare un passato non brillante; voglio però ricordare che sul cinema si investe in modo reale ed intenso valorizzando anche cose buone del passato perché convinti che sia un formidabile per l’immagine della Regione e la stessa identità del popolo sardo». Ci sarà modo di intervenire ancora, ha concluso il vice capogruppo del Pd, «e su questo abbiamo assunto impegni precisi con un ordine del giorno sul diritto allo studio, sul quale Giunta ha comunque già pacchetto di interventi di sostegno».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia) ha definito la cultura elemento qualificante della finanziaria su cui occorre però, a suo avviso, fare alcune considerazioni. La nazione Italia, ha sostenuto, «è nata prima dello Stato grazie all’arte, perché l’arte crea potenza ed unità e questa deve essere anche la nostra prospettiva mentre noi, purtroppo, sostanzialmente neghiamo questa dimensione». Eppure, ha proseguito citando la stretta relazione fra la situazione sarda e turismo, «dovremmo capire la sua enorme capacità di attrazione di visitatori ed investimenti e di volano dell’economia». Se l’amministrazione si vuole caratterizzare sotto questo profilo, ha poi precisato, «secondo noi lo fa troppo poco, nonostante abbiamo concentrato il nostro spazio emendativo sulla correzione di alcune iniziative comprese nell’art. 6 sull’arte e sulla e lingua, perché non solo crediamo nella centralità di questo settore nella nostra comunità, ma siamo convinti che abbia ancora un grandissimo potenziale inespresso». Chiediamo perciò più attenzione per la nostra identità e, ha detto ancora, «un maggiore equilibrio fra le risorse assegnate alle grandi compagnie che acquistano prodotti dall’esterno e le piccole che producono nella Regione raccontando la nostra storia, così come nel cinema serve equilibrio fra le grandi produzioni ed i produttori locali, nelle arti, nella musica e nelle lingua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha condiviso gli argomenti del collega Zedda che ha elencato alcuni buoni propositi, aggiungendo che «bisogna essere intelligenti per affermare che dentro la nazione italiana c’è la nazione sarda, con tutte le sue varianti autonomiste». Il problema centrale, a suo giudizio, «è che la politica per la lingua e la cultura sarda da tempo ha perso il riferimento del Consiglio regionale salvo occasioni sporadiche». In proposito ha citato l’esperienza della Catalogna, «dove da cento dialetti catalani nacque poi una sola lingua salvo poi assistere ad una nuova stagione di frammentazione, con un percorso analogo a quello della Sardegna; io sono per la lingua di ciascun paese ma è chiaro che ci vuole un intervento normativo strutturale perché attorno a questo si costruisce un robusto tessuto culturale e identitario, rilanciando la storia della Sardegna nel Mediterraneo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, raccogliendo le sollecitazioni «interessanti» emerse dal dibattito ha osservato che «da questo contesto generale manca una valutazione sulle politiche culturali fin qui seguite dalla Giunta, oltretutto con risorse largamente insufficienti». Il collega Deriu, ha detto ancora, «non può lavarsi la coscienza con un ordine del giorno sulle scuole paritarie ed il diritto allo studio perché, nei fatti, ciò significa ammettere il fallimento delle pochissime azioni avviate da due anni a questa parte, basta ricordare la protesta di appena qualche giorno fa sotto il palazzo del Consiglio regionale di tutto il mondo dello spettacolo e la singolare manifestazione per il diritto allo studio cui hanno partecipato il Rettore dell’Università ed il Sindaco di Cagliari che hanno sfilato non si sa bene contro chi, se contro Renzi o contro Pigliaru o addirittura contro se stessi».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che «questa finanziaria testimonia allo stesso tempo un impegno importante e inversione di tendenza perché, nonostante una situazione complessa, si aumentano gli stanziamenti in alcuni comparti, affrontando alcune emergenze e scegliendo di consolidare alcuni investimenti strutturali con scelte molto chiare». Per lo spettacolo, ha ricordato, «è stato stanziato 1 milione in più così come sono state aumentate le risorse per altri settori: l’informazione, il cinema dove sono stati sbloccati i bandi sbloccati dopo cinque anni, il sistema radio televisivo allargato a tv, radio e nuovi media, lo sport, la scuola e università con l’incremento del fondo unico e i fondi per le decentrate, il diritto allo studio con le nuove borse e la scuola con progetti mirati». Per quanto riguarda le scuole paritarie, ha concluso l’assessore, «non abbiamo alcun pregiudizio ideologico ed anzi abbiamo confermato i fondi». Si può certamente può fare di più, ha detto infine, «ma l’inversione di tendenza c’è». (Af)

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti all’articolo 6. Il capogruppo di Forza Italia Pietro  Pittalis ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Rivolgendosi però all’assessore alla Pubblica Istruzione ha detto che non c’è nessuna ragione di enfatizzare i finanziamenti sull’informazione o sulle scuole paritarie. Il presidente della Seconda commissione Gavino Manca (Pd) ha sottolineato che  effettivamente  sul sistema dell’informazione  c’è stato uno stanziamento di 800.000 euro, ma che c’è l’impegno, in sede di assestamento, di trovare altre risorse. L’attenzione – ha assicurato –   è massima. Il presidente della Terza commissione Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che, per le  scuole paritarie, per il 2016 sono stati stanziati 18 milioni di euro. Il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto (Pd) ha precisato che il teatro di Sassari non è privato ma è un teatro comunale. Pietro Pittalis (Forza italia) ha sottolineato il grande ruolo sociale delle scuole paritarie e ha detto che le risorse stanziate sono insufficienti.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato.

Sono stati approvati gli emendamenti: 753 che nel comma 4 dell’articolo 6 sostituisce lo stanziamento di 1.000.000 con 1.500.000; l’emendamento all’emendamento 815 che sopprime dall’emendamento 753 le parole “e 2016 – 2017”; l’emendamento 754 che, nel comma 5 dell’articolo 6, sostituisce 600.000 alla parola 500.000; l’emendamento 812 (emendamento all’emendamento 561) che prevede uno stanziamento di 1.000.000 a favore degli organismi di spettacolo che, nell’ultimo triennio, hanno subito una riduzione dei contributi superiore al 40%. Approvato anche l’emendamento 561 che aggiunge il comma 1 bis all’articolo 1 dell’articolo 6. Questo comma prevede che, a decorrere dal 2016 i termini per la presentazione delle istanze per la concessione dei contributi per le attività di spettacolo dal vivo (di cui all’art. 56 della legge regionale n. 1 del 1990) sono stabiliti annualmente con decreto dell’assessore competente. Sono stati poi approvati anche due emendamenti orali sull’anno gramsciano  presentati da Eugenio Lai  e da Attilio Dedoni. Prima dell’approvazione dei due emendamenti orali , il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto maggiori delucidazioni sugli importi e sui capitoli di spesa. L’assessore alla pubblica istruzione ha risposto che il capitolo era quello sulla valorizzazione dei personaggi illustri della Sardegna e la capienza totale era di 100.000 euro. Approvato anche l’emendamento 563   sull’utilizzo delle eventuali economie relative alle risorse erogate ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7; l’819 (emendamento all’emendamento 564) che prevede la copertura finanziaria agli interventi pluriennali dei consorzi universitari di Nuoro e Oristano; il 564 che aggiunge il comma tre bis all’articolo 6 prevedendo che dal 2016 la dotazione del fondo a favore delle sedi universitarie decentrate della Sardegna sia ripartita tra il Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale di nuoro, tra il Consorzio Uno di Oristano e l’università di Sassari per i corsi universitari avviati presso le sedi suburbane di Alghero e Olbia.  Questo emendamento approvato prevede anche l’aggiunta di un comma ter che prevede che alla ripartizione del fondo provvede la giunta regionale , su proposta dell’assessore competente, previa valutazione dell’offerta formativa dei corsi universitari decentrati con le università di Cagliari, Sassari e con i Consorzi universitari di Nuoro e di Oristano; alle dotazioni per gli anni successivi si provvede con legge di stabilità. Approvato anche l’emendamento 562 che autorizza per l’anno 2016 la spesa di euro 400.000  a favore della fondazione Sardegna Film Commission e l’emendamento 802 (emendamento all’emendamento 564) che aggiunge al comma 3 ter dell’emendamento 564 le parole “determinato per l’anno 2016 in euro 5.900.000”  (R.R.)

L’aula ha quindi approvato l’emendamento all’emendamento n. 822 (Zedda e più) che stanzia 50mila euro per il funzionamento del Museo- Villaggio minerario di Rosas nel Comune di Narcao.

Via libera anche all’emendamento n. 756 (Sabatini e più) che mette a disposizione 300mila euro per il funzionamento del Nuovo Teatro comunale di Sassari. 

L’aula ha poi respinto gli emendamenti della minoranza nn. 256, 671 e 672 che proponevano il finanziamento di 200mila euro come contributo aggiuntivo alla manifestazione Autunno in Barbagia, 300mila euro per il restauro della chiesa di San Pietro di Tuili, 600mila euro per contributi alle società sportive.

Disco verde invece per gli emendamenti n. 721 che destina 300mila euro a favore del Teatro di Sardegna e n. 757 che prevede un finanziamento di 200mila euro per le attività di valorizzazione dei sistemi lagunari dell’Isola.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti nn. 691, 569, 565, 568, 566 e 570

Sull’emendamento n. 674 è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda che ha insistito sull’opportunità di concedere un finanziamento di 300mila euro per la ristrutturazione del Teatro Saline di Cagliari. «Si tratta di un contributo che consentirebbe di evitare un investimento superiore – ha detto Zedda – chiedo all’assessore di farsene carico. E’ durissima doverci rinunciare per così poco,  si tratta di un intervento di messa in sicurezza». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto.

Stessa sorte per l’emendamento 722, mentre ha ottenuto il parere positivo dell’aula l’emendamento all’emendamento 676 n. 809 (Zedda Alessandra) che stanzia 200mila euro per l’integrazione del programma della legge n17 del ’99 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna).

Sono stati poi bocciati gli emendamenti nn. 678 e 680 mentre hanno ottenuto il via libera gli emendamenti n.758 (30mila euro a favore della Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi) e 759 (400mila euro a favore delle radio locali) entrambi proposti dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Respinti, in rapida successione, gli emendamenti nn. 360, 272, 283 e 284, il Consiglio ha approvato l’emendamento n. 572 (Rubiu e più) che stanzia 50mila euro a favore dell’associazione di mutuo soccorso di Carloforte per la tutela del Cineteatro.

Successivamente sono stati respinti gli emendamenti nn. 681, 684, 685, 686, 689.

Disco verde infine sull’emendamento 760 (100mila euro a favore dell’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo) e sull’emendamento all’emendamento 761 n.820 che autorizza la spesa di 520mila euro per la promozione di progetti finalizzati alla diffusione e promozione della lingua e della cultura sarda e  762 (100mila euro per l’istituzione su tutto il territorio regionali dei Centri per la cultura della nonviolenza). Tutti gli emendamenti erano stati presentati dalla maggioranza, primo firmatario Franco Sabatini.

Concluse le votazioni, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 29 marzo alle 15.00.

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Consiglio regionale 3 copia

E’ in discussione, in Consiglio regionale, l’articolo 4 della Manovra Finanziaria, “Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali”.

Stamane, in apertura di seduta, il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno illustrato i pareri sugli emendamenti presentati.

Il consigliere sardista Marcello Orrù ha premesso di non voler intervenire in modo approfondito sulla sanità «perché fra poco arriva la riforma rete ospedaliera in commissione» ma, sulle politiche sociali, ha osservato che «ci sono pochissime risorse in particolare per il sassarese e proprio in questi giorni è arrivato sul tavolo dell’assessore un dossier dell’ azienda ospedaliera di Sassari in cui si lamentano carenze gravissime (anche durante i periodi di degenza) nell’assistenza a causa di innumerevoli problemi riguardanti farmaci, presidi, personale medico e infermieristico». In materia di personale, Orrù ha fortemente criticato un recente provvedimento della Asl di Sassari con cui «si è affidata ad un medico siciliano la riorganizzazione del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze; è uno schiaffo ai moltissimi medici sardi disoccupati». Soffermandosi infine sulle politiche per la famiglia, Orrù ha dichiarato che nella finanziaria «non c’è niente di importante, nonostante moltissime famiglie sarde siano in difficoltà e in condizioni di disagio socio-economico; sarebbe perciò il momento per la Regione di istituire un assessorato con delega specifica».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato della parte della finanziaria relativa alla sanità come «documento-ghigliottina per il bilancio regionale dei prossimi anni». I piccoli ospedali sono in enorme difficoltà in tutti i territori, ha ricordato Tocco, «e questo è segnale negativo sull’efficacia della riforma, in uno scenario in cui Cagliari, Olbia e Sassari la stanno facendo da padroni a discapito di altre aree dell’Isola; in queste aree i processi di spopolamento continueranno con gravi conseguenze su aree interne e costiere molto importanti come Tempio, Bosa e Lanusei, con impatti altamente negativi, per quanto concerne i centri costieri, anche sulla stagione turistica».

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha espresso la sua soddisfazione. «anche da operatore del settore» per gli stanziamenti nelle politiche sociali, in particolare per  i 33 milioni più altri 8 per i disturbi mentali (di cui almeno 2 servirebbero per andare incontro alle esigenze delicatissime dei beneficiari della legge 20), «risorse preziose alleviare i disagi di tantissime famiglie sarde in condizioni di povertà che ora avranno nuove opportunità, sia di inclusione sociale che di reinserimento lavorativo». Questo è un segnale forte, ha concluso, «per una fascia della nostra popolazione che si trova in condizioni di bisogno».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ricordato che «dall’inizio della legislatura diciamo tutti che la sanità è il grande problema della Regione, è stata costituita anche una commissione di inchiesta, è stata predisposta una legge di riforma della rete ospedaliera per ridurre posti letto e migliorare prestazioni». Stiamo chiedendo sacrifici a tutti, ha aggiunto Truzzu, «ma ora sappiamo che c’è un buco cui bisogna fare fronte con aumenti di tasse ed un piano di rientro ed abbiamo bloccato le assunzioni però, di fronte allo sforzo enorme di contenere i costi, arriva una denuncia alla Corte dei conti con cui si mettono in luce alcune vicende alle consulenze della Asl di Sassari, decisioni che fra l’altro coincidono temporalmente con l’annuncio dell’assessore Demuro di tagliare le consulenze». Nel frattempo, ha concluso Truzzu, «con un provvedimento molto sovranista, un medico toscano è stato nominato nuovo coordinatore della rete regionale trapianti, oltretutto con trattamento economico massimo; è un esempio devastante».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha sottolineato che «il problema fondamentale è sapere quanto costa e che servizio offre la sanità sarda e, sotto il profilo della spesa, i dati del Ministero dell’economia dice da 2006 a 2014 si è registrato un disavanzo crescente, mentre nel 2015 si è realizzato un raffreddamento spesa grazie al lavoro di tavolo specifico di monitoraggio sui costi di beni e servizi». Il disavanzo attuale, ad avviso di Ruggeri, «viaggia sì attorno ai 400 milioni però vanno considerati costi extra come quelli su farmaci innovativi, Irap e contratti del personale; è necessario perciò distinguere fra gli elementi del buco dei conti ed i costi reali, mentre sul piano generale va ricordato che in questa finanziaria il sistema viene sotto finanziato per oltre 100 milioni, con stati tagli che faranno emergere in seguito alcuni problemi di liquidità». La sanità sarda, ha detto ancora Ruggeri, «ha bisogno di misure draconiane preservando il diritto alla salute, misure che non possono essere introdotte mantenendo la rete ospedaliera attuale; è poi sbagliato assecondare pulsioni territoriali che non guardano la realtà, quella di una Sardegna che si trova agli ultimi posti in materia di qualità e adeguatezza di servizi e prestazioni, di qui la necessità di rilanciare il progetto di Asl unica come elemento necessario per il controllo spesa».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha definito la sanità “il punto centrale della legge di bilancio non solo perché impegna oltre la metà delle risorse ma anche perché rappresenta la cartina di tornasole del livello di civiltà raggiunto”. L’esponente della minoranza ha criticato “la prassi del centrosinistra nel tentar di scaricare le responsabilità sulle precedenti gestioni” ed ha affermato: «Siete due anni al governo della Regione e dovrebbero incominciare a vedersi i primi risultati che invece non ci sono perché peggiorano assistenza e conti e ovunque operatori e cittadini lamentano disagi». Oppi ha quindi mostrato perplessità su una serie di azioni poste in essere dall’assessore: dall’accorpamento degli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico, passando per il blocco del turnover che non è rispettato in alcune aziende sanitarie. «Si sono ridotti i trapianti – ha incalzato il leader dei centristi – e al Brotzu come all’Aou di Sassari mancano operatori e personale». Oppi ha riconosciuto un miglioramento nella spesa farmaceutica, ma solo in riferimento a primi mesi del 2016 ed ha ribadito le critiche per la gestione della vicenda del Mater Olbia («ogni giorno si comunicano date diverse per l’apertura mentre non è stata ancora presentata alcuna domanda di accreditamento delle strutture, si aggiunga che dal 1 gennaio 2018 le risorse per il Mater confluiranno in quelle impiegate per le cliniche private, con immaginabili conseguenze»). Il consigliere dell’Udc ha quindi concluso ricordando la recente nomina, come responsabile dei trapianti, di un professionista della Toscana ed ha auspicato una “nuova strategia condivisa dall’intero Consiglio”.

 Il consigliere dei Socialisti, Raimondo Perra, ha affermato che “i costi della sanità, in Sardegna, crescono per una serie di ragioni tra le quali non si devono trascurare l’incidenza di una popolazione anziana ma anche il più elevato livello di inappropriatezza dei ricoveri”. «Così come – ha proseguito il presidente della Sesta commissione – la spesa farmaceutica si è ridotta ma dobbiamo tenere presente che siamo una regione con un’elevata incidenza di alcune malattie invalidanti come epatite e sclerosi». «Abbiamo cercato di porre rimedio a un disavanzo mostruoso – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e siamo riusciti a tamponare la falla senza mettere le mani nelle tasche ei cittadini».

«Non tutto va bene – ha ammesso Perra – e permangono una serie di criticità come l’inadeguata posta in bilancio inadeguata per la parte corrente che mi auguro possa trovare risposta con successivi interventi».

Mondo Perra ha concluso preannunciando un emendamento per stanziare 2 milioni di euro per consentire ai Comuni il pagamento delle spettanze della legge 20 e auspicando la creazione del registro tumori.

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha invitato la Giunta a “guardare al paziente prima ancora che ai conti e a lavorare perché  la riduzione della spesa si concretizzi nel taglio agli sprechi e non nel taglio ai servizi”.

L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le dichiarazioni rese recentemente dall’assessore Arru riguardo la necessità di un piano specifico per la realtà sarda e di contrastare l’idea che il problema della sanità possa essere affrontato solo in base al numero degli abitanti: «Un cittadino del centro Sardegna deve avere gli stessi servizi di chi risiede nei due poli di Cagliari e Sassari». Tatti ha concluso dichiarandosi “deluso” da quanto scritto in finanziaria ed ha chiesto lumi sulle chiusure di alcune guardie mediche, come quelle dei piccoli centri di Usellus e Baressa.

La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha rivolto critiche alle recenti azioni poste in essere dall’assessore della Sanità, ed in particolare per l’accorpamento del Brotzu, dell’Oncologico e del Microcitemico («quali benefici ne sono derivati ai pazienti?»). L’esponente dell’opposizione ha definito “false illusioni” quelle sul Mater Olbia ed ha affermato che “l’unico dato certo delle politiche sanitarie è il commissariamento, con relative proroghe, delle asl della Sardegna senza che si conoscano quali risultati hanno ottenuto i commissari e quali obiettivi abbiano centrato”. «Stiamo ammazzando la sanità privata che muore di “fuori badget” – ha concluso Alessandra Zedda – e così mortificate le poche cose che funzionano nella sanità sarda».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha ribadito la centralità della sanità ed ha dichiarato che “è difficile gestire la sanità in Sardegna”. A giudizio di Tedde non “emerge la volontà e la capacità di invertire la tendenza”. Il consigliere della minoranza ha criticato duramente la gestione dei commissari straordinari delle Asl: «Sono diventati dei governatori nelle rispettive aziende, senza controllo e contano più dello stesso assessore». Tedde ha quindi definito “un fallimento” tutte le azioni poste in essere dalla Giunta per tentare di colmare il buco della sanità, ad iniziare dall’aumento di irpef e irap passando per la mancata applicazione delle disposizioni sul blocco del turnover. Marco Tedde ha concluso denunciando “disparità nei trattamenti tra i diversi territori” ed ha evidenziato come di recente anche alcuni consiglieri del centrosinistra abbiano richiesto, in un’interpellanza, le dimissioni dell’assessore Luigi Arru.

Ha quindi preso la parola il consigliere dell’Udc Giuseppe Pinna (Udc) che ha rivolto un monito all’Aula sul rischio chiusura, a causa dei tagli alla spesa, di vari presidi sanitari. «Auspico che l’efficientamento dell’Areus possa metterci una pezza altrimenti saranno dolori – ha detto Pinna – le zone interne sono scarsamente considerate eppure rappresentano il cuore pulsante dell’Isola. Se questo non funziona, gli effetti saranno devastanti».

Il rappresentante della minoranza ha poi rivolto un appello alla maggioranza per il riavvio della vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali:« Se non si risolve questa vertenza tra qualche tempo noi sardi  saremmo costretti a partire sui barconi».

Al termine dell’intervento del consigliere Pinna, ha assunto la presidenza il vicepresidente Eugenio Lai che ha dato la parola al capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula. L’esponente sovranista, dopo aver espresso apprezzamento per l’operato dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, ha sollecitato più attenzione sul fronte della prevenzione dei tumori. «In passato la Regione sarda ha adottato le campagne nazionali di screening oncologico avviando controlli periodici per la prevenzione del cancro alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto – ha affermato Usula – lo screening ha riguardato migliaia di donne, oggi le adesioni sono in netto calo perché non è possibile eseguire gratuitamente i test e, in alcuni casi, le distanze tra i luoghi di residenza dei pazienti e i presidi dove eseguire gli esami sono troppo marcate».

Usula ha quindi auspicato lo stanziamento di più risorse per la prevenzione e un loro migliore utilizzo: «La diagnosi precoce di un tumore consente di dare speranza di vita normale alle persone e, allo stesso tempo, permette di avere benefici anche dal punto di vista del contenimento della spesa: un intervento in endoscopia ha costi minori rispetto a un intervento chirurgico invasivo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato, in premessa, il peso della sanità sul bilancio regionale: «La voce relativa al sistema sanitario rappresenta oltre il 50% della spesa della Regione Sardegna – ha detto Dedoni – ciò impedisce di indirizzare le manovra finanziaria su politiche per lo sviluppo e per l’occupazione. E’ una condizione che viene da lontano, ma oggi permangono situazioni che aggravano ulteriormente i costi della sanità».

Secondo Dedoni, si è fatto poco sul fronte delle riforme: «Non si è riorganizzato il sistema sanitario né la rete ospedaliera – ha rimarcato – mi pare che anziché cercare condizioni virtuose per ridurre gli sprechi e rendere efficace l’azione amministrativa si prosegua con le vecchie logiche».

Il capogruppo dei Riformatori, dopo aver sottolineato che l’obiettivo della sanità è quello di garantire le migliori prestazioni ai malati, ha chiesto chiarimenti sulla gestione delle Asl: «Entro il 31 marzo dovranno rinominati i commissari, si va verso un regime commissariale in cui ci sono padroni che ordinano e altri che eseguono. Il sistema denunziato dai sindacati dei medici grida vendetta. Le selezioni e i concorsi aggirano il blocco del turn over».

Luca Pizzuto (Sel) ha sollecitato una discussione «approfondita e articolata» sull’articolo 4. «E’ un tema che riguarda non solo la sanità ma tutto il bilancio sul quale la sanità ha una parte rilevante – ha sottolineato Pizzuto – apprezzo l’approccio eroico da parte dell’assessore che cerca di governare un groviglio di interessi va avanti da molto tempo».

L’esponente di Sel ha poi espresso un giudizio positivo sulla decisione di confermare in finanziaria le somme destinate alla sanità con l’obiettivo di garantire a tutti il diritto alla salute. «Il cuore della manovra è la spesa sociale,  il livello di civiltà di una società è il modo con cui ci si approccia agli ultimi – ha detto Pizzuto – Enrico VIII prevedeva l’impiccagione per chi chiedeva l’elemosina e rubava beni di prima necessità. I poveri, durante il suo regno, sparirono. Vennero impiccate 72mila persone. E’ un sistema di welfare che oggi si vorrebbe riportare in auge in molti paesi europei e forse anche nel nostro».

Secondo Pizzuto, il livello di civiltà del governo regionale si misurerà nella sua capacità di creare politiche attive in grado di far uscire le persone dalla povertà. «Va bene il contenimento della spesa – ha concluso il consigliere di maggioranza – ma questo va fatto mettendo al centro le persone e non con il taglio dei fondi. In questa finanziaria si deve marcare una prospettiva di sinistra sulla gestione della spesa sociale».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato che «i costi della sanità sarda sono enormi e non consentono alla Regione di fare molto altro; per ogni sardo si spendono oltre 2000 euro l’anno, più di 170 al mese, cifre che dovrebbero escludere il ritorno alla povertà, cosa che invece non è». Secondo Carta non si può retrocedere sul livello dei servizi, «perché i presidi territoriali sono indispensabili, vanno migliorati e resi più efficienti, mentre invece la retrocessione c’è, su ospedali, guardie mediche, servizi e prestazioni». Eppure, ha osservato, «da una maggioranza di centro sinistra sarebbe stato lecito aspettarsi il contrario, eppure ha fatto il job act, il salvataggio delle banche e non dei risparmiatori, ha tutelato le compagnie petrolifere ed abbandonato gli operari Alcoa; che nessuno dica che così si difendono i poveri, quello che sta accadendo è profondamente diverso e, in particolare, è sbagliato abbandonare la famiglia che i famosi 170 euro al mese non li vede, perché non c’è nessuna alternativa se vogliamo difendere la nostra società».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha riportato il recente articolo di un quotidiano secondo il quale «la sanità sarda è nel caos». Al di là delle qualità personali, ha aggiunto, «i risultati dell’assessorato sono deludenti e la finanziaria non mette rimedio nemmeno agli errori dello scorso anno mentre, quanto alle politiche sociali, ci sono stati tagli molto forti anche per la non autosufficienza». In tutti i territori della Sardegna, ha poi ricordato Rubiu, «amministrazioni locali e popolazioni si stanno ribellando con grandi manifestazioni popolari di protesta perché in effetti sulla sanità non c’è stato nessun cambio di rotta, solo maggiori debiti, caduta della qualità dei servizi, liste di attesa raddoppiate, perfino servizi sanitari in ambulanza che trasferiscono i pazienti da un andito all’altro». Il capogruppo dell’Udc ha concluso richiamando l’attenzione della Giunta sulla situazione del personale della Asl n.7 «nel caos per operazioni di trasferimento di reparti, personale ed attrezzature che sembrano non avere fine».

Ha riassunto la presidenza dell’Assemblea il presidente Gianfranco Ganau.

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha ricordato in apertura le sue dichiarazioni in una recente riunione della commissione d’inchiesta sulla spesa sanitaria, per ribadire che «molte cose non vanno, non voglio essere corresponsabile della cappa di ipocrisia che grava sulla politica e negli anni ha provocato alla sanità sarda danni enormi con una gestione scorretta, caratterizzata appunto da eccessive ingerenze e connivenze della politica nel sistema; sono cose che tutti lo sappiamo ma che nessuno». Nella sanità c’è del marcio, ha insistito Desini, «perché vengono ripetutamente stravolte le regole, per esempio a Sassari dove nella Asl n.1 ci sono 120 amministrativi in più rispetto alla pianta organica ed invece mancano tecnici di radiologia e di laboratorio; ecco perché non riusciamo a dare risposte ai sardi, che l’assessore denunci davvero le richieste di raccomandazione come ha annunciato, io non voglio niente, voglio solo che certe schifezze non si ripetano».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato tutti «a cercare di fare una analisi equilibrata, perché è interesse comune uscire da una situazione molto difficile, con livelli di  spesa fuori controllo che hanno una incidenza elevatissima sui conti della Regione». Alcuni buoni risultati ci sono, ha continuato Cocco, «come nella spesa farmaceutica è calata di oltre 6 milioni nonostante i 25 utilizzati per i prodotti innovativi, un investimento importante che va inquadrato in una rivendicazione nei confronti dello Stato per ottenere una deroga per Sardegna che paga per intero la sua sanità». Al di là delle politiche settoriali, Cocco ha messo l’accento sull’importanza della «riforma per istituire nuovi servizi, centri della salute, ospedali di comunità, la centrale acquisti ed il servizio di emergenza-urgenza». La fase del commissariamento, ha inoltre auspicato Cocco, «deve essere superata subito dopo la finanziaria riorganizzando la rete con una asl unica o altre soluzioni e tutto questo va fatto rapidamente, riorganizzando ogni luogo della Sardegna che deve essere raggiunto ma non in condizioni uguali dappertutto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore della Sanità Luigi Arru, ha messo in evidenza che «dai banchi dell’opposizione sono state segnalate situazioni di politica sanitaria che non vanno, con esempi concreti riguardanti alcuni ambiti locali, a differenza della maggioranza che ha accusato l’assessore di portare alla sanità allo sfascio, a conferma del fatto che molti si ergono a grandi moralizzatori dimenticando di leggere bene i propri curriculum professionali e politici, compreso il ricorso a società interinali». Penso che aumenterà il lavoro della commissione d’inchiesta, ha previsto Pittalis, «perché partiti da prefisso si sono trovati ad avere cifre elettorali importanti proprio per l’invadenza della politica; la realtà è che le direttive ai commissari le danno altri, altrimenti non sarebbero nate nuove strutture complesse e nuove consulenze ignorando graduatorie; abbiamo l’impressione che alcune cose passino sulla testa dell’assessore».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha assicurato che è sua abitudine assumersi ogni responsabilità, «fornendo dati oggettivi, non articoli di giornale ma documenti ufficiali secondo cui in molti reparti delle asl sarde le soglie di qualità e di sicurezza sono al di sotto delle soglie scientifiche». Il cambiamento delle politiche sanitarie è un problema di tutto il mondo occidentale, ha detto ancora l’assessore, «e temi di tale complessità non possono essere trasferiti sul piano della polemica sul nuovo coordinatore dei trapianti, scelto per puntare su politiche innovative perché in Sardegna registriamo in preoccupante aumento dei dinieghi alle donazioni; sono temi che riguardano le rigidità nell’orario di lavoro ed il blocco del turn over, la presenza dei medici che in Sardegna è superiore alla media nazionale e stiamo controllando dove sono e cosa fanno». Non stiamo partendo affatto da zero, ha detto ancora Arru, ricordando che «in Sardegna abbiamo hospice contro il dolore che sono una avanguardia a livello nazionale e prima non c’erano, abbiamo tutti i dati sui pazienti sardi affetti da sclerosi multipla dai quali emerge che abbiamo il primo posto in Europa con 300 malati ogni 1000 abitanti per cui possiamo impostare su basi nuove e solide il rapporto con lo Stato su basi concrete; in definitiva stiamo aumentando qualità e tutele, non garantendo tutto dappertutto rinforzando le nostre strutture con l’aumento di specialisti».

Concluso il dibattito generale,  è cominciato l’esame degli emendamenti presentati all’articolo 4.  Dopo una serie di emendamenti bocciati per alzata di mano senza interventi, Pietro Pittalis capogruppo di Forza Italia Sardegna ha dichiarato di ritirare tutti gli emendamenti soppressivi totali. Li abbiamo presentati – ha detto – per stimolare un ampio dibattito sui problemi della sanità sarda. Li ritiriamo ma ci riserviamo di intervenire sugli emendamenti aggiuntivi.

L’unico emendamento soppressivo totale mantenuto dall’opposizione è stato il 186 (uguale al 602). Questo emendamento intendeva sopprimere il comma 17 sulla figura degli Utenti e familiari esperti (UFE). Su questo emendamento il capogruppo di Forza Italia ha chiesto il voto segreto. L’emendamento non è stato approvato (votanti 55, sì 25, no 30, astenuto il presidente Ganau).

Approvato, invece, per alzata di mano, l’emendamento 529, sostitutivo parziale del comma 5 dell’articolo 4. Questo emendamento prevede la sostituzione dell’articolo 1 della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 32 (Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse). Per l’anno 2016 la somma di  114.518.000 euro è destinata al ripiano del disavanzo per il 2014 delle aziende del servizio sanitario regionale, la somma di euro 14.557.000 al rimborso dei crediti delle aziende sanitarie locali verso le gestioni liquidatorie delle cessate UUSSLL e la somma di 28.761.000 euro è destinata ad assicurare alle aziende del servizio sanitario regionale il recupero delle risorse assegnate con la deliberazione della giunta regionale n. 50/40 del 5 dicembre 2006 (Indirizzi per la gestione economico-finanziaria delle aziende sanitarie). Questo emendamento sopprime, inoltre, il comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 3 dicembre 2015 n. 32 (copertura delle perdite pregresse).

E’ stato votato il testo dell’articolo 4 con due emendamenti orali presentati da Rossella Pinna (Pd) al comma 17 e dal presidente della commissione Sanità Raimondo Perra sul comma 14. 

Posto in votazione l’Aula non ha approvato l’emendamento 687 e successivamente il n. 358 mentre sull’emendamento 741 il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha proposto un emendamento orale per riservare i contributi solo alle società sportive iscritte all’albo regionale, ma il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, si è dichiarato contrario e il Consiglio ha votato l’emendamento n. 741 nella originaria formulazione che stanzia 400 mila euro per l’acquisto di defibrillatori alle società sportive e ai gestori di impianti sportivi.

Via libera anche l’emendamento n. 742 che stanzia 1.500.000 euro all’Izs di Sassari; via libera anche all’emendamento n. 531 che autorizza la Giunta ad utilizzare le risorse della legge 9/2015 anche per prestazioni effettuate nel 2016 e all’emendamento n. 532 che riassegna alle Asl che hanno perseguito gli obiettivi per lo sviluppo dell’Adi le somme di quelle Asl che non hanno sviluppato i servizi di assistenza domiciliare integrata.

Approvato successivamente anche l’emendamento n. 336 che indica il tempo di tre mesi per l’integrazione sino a 10 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza.

Sull’emendamento n. 337 il consigliere Pizzuto (Sel) ha espresso perplessità sulla cosiddetta “copertura a salvaguardia” che ammonta a 10 milioni di euro e il consigliere di FdI, Paolo Truzzu, ha presentato un emendamento orale, accolto dall’Aula, per fissare in 90 giorni il tempo concesso alla giunta per l’approvazione dei programmi di cui al comma 13 dell’articolo 4.

Posto in votazione l’emendamento 337 è stato approvato mentre non è stato approvato l’emendamento n. 393.

Dichiarato decaduto l’emendamento n. 811 che emendava l’emendamento n. 533, il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha dichiarato di declinare l’invito al ritiro formulato dal relatore della maggioranza e presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd). Pizzuto ha quindi sottolineato la valenza politica dell’emendamento 533 che prevede l’utilizzo dei fondi per il sostegno alle persone e alle famiglie in condizioni di disagio, di cui al comma 13 dell’articolo 4, “anche per la realizzazione del reddito di inclusione sociale”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha dichiarato che il tema del reddito di inclusione sociale è nell’agenda della giunta e della maggioranza e consentire che i fondi per il sostegno alle famiglie e alle persone disagiate “può essere una proposta da recepire e un segnale positivo per i giovani disoccupati”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha chiesto chiarezza alla Giunta e alla maggioranza: «Le spese sociali non sono legate alla sanità ed è un danno la confusione che si fa tra assistenza, beneficenza e sanità». «La povertà – ha concluso Dedoni – non si sana con le elemosine».

Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, è intervenuto per comunicare di essere tra i sottoscrittori dell’emendamento 533 insieme anche con il capogruppo di Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere di SdL, Gianfranco Congiu, ha preannunciato voto contrario: «Il tema del reddito di cittadinanza va affrontato in un dibattito serio e nelle sedi preposte e deve realizzarsi con l’apposito iter legislativo».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, pur riconoscendo la validità della proposta di un reddito di inclusione ha definito l’emendamento “posticcio in una finanziaria senza soldi” ed ha concluso: «E’ soltanto propaganda ed è tutto una bugia».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha dichiarato: «Non ci interessa partecipare al dibattito tutto interno alla maggioranza e l’emendamento è solo propaganda per fare qualche minuto di gassosa senza gas».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, è intervenuto a sostegno dell’inziativa e dell’emendamento: «Il reddito di inclusione sociale è nel programma di governo ed è arrivato il momento di realizzarlo, per questo invito tutti a non trascurare la valenza  politica dell’emendamento».

Il consigliere di Sdl, Augusto Cherchi, ha ricordato di essere tra i firmatari della proposta di legge, esitata in Sesta commissione, per il reddito di inclusione sociale ma – ha affermato – non credo che il reddito di inclusione sociale possa passare con un emendamento in finanziaria e per questo dichiaro voto contrario.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 533 che non è stato approvato con 27 no e 23 sì.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 659 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di un milione di euro a favore dello Ierfop per contrastare e ridurre l’abbandono e la dispersione scolastica delle persone con disabilità sensoriale, fisica e intellettiva.

«E’ un tema rilevante – ha detto Alessandra Zedda (Forza Italia) – stiamo parlando di persone con disabilità che vanno aiutate».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha annunciato lo stanziamento di 150mila euro per lo Ierfop. «E’ la somma attualmente disponibile nel bilancio regionale – ha spiegato l’assessore – capisco che non sia tantissimo ma è sempre meglio dello zero finora iscritto nel capitolo di bilancio».

La consigliera Zedda, pur sottolineando l’insufficienza delle risorse, ha annunciato il ritiro dell’emendamento apprezzando lo sforzo fatto della Giunta.

L’Aula ha quindi respinto l’emendamento n.249 (Dedoni e più) che proponeva anch’esso lo stanziamento di 1 milione di euro a favore dello Ierfop.

Sull’emendamento n.658 ha preso la parola Alessandra Zedda (Forza Italia): «Si tratta di una proposta presentata anche nella scorsa finanziaria – ha spiegato la consigliera azzurra – proponiamo uno stanziamento di 400mila euro per programma di sport terapia a favore dei disabili. Non è un aumento di spesa ma un provvedimento di indirizzo. Ottenuto il parere favorevole della Giunta, l’emendamento è stato approvato dall’aula.

Bocciato invece l’emendamento n. 660 (Zedda e più) che proponeva lo stanziamento di 5 milioni di euro per la concessione di prestiti previdenziali e misure di sostegno al reddito a favore di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.338 con il quale si proponeva di incrementare con 3 milioni di euro il fondo per le borse di studio degli specializzandi in medicina: «Lo scorso anno i fondi sono stati tagliati – ha detto Paolo Truzzu (FdI) – oggi sono previsti in bilancio 6,9 milioni di euro per le borse già avviate, ma non c’è un euro per le nuove borse. Senza questi soldi molti giovani medici non avranno la possibilità di frequentare i corsi di specializzazione. Lo stanziamento non è un costo ma un investimento. I medici che si specializzano trovano subito lavoro».

Roberto Deriu (Pd) ha annunciato il voto contrario all’emendamento spiegandone le ragioni: « Non vorremmo che ci facesse confusione – ha detto Deriu – abbiamo previsto misure a favore delle università anche riguardo a questa materia, gli interventi sono stati concordati con gli atenei e i rappresentanti degli studenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che la posta in bilancio per gli specializzandi era di 11 milioni e si è poi ridotta a 7 milioni. «Il problema è consentire ai laureati in medicina di potersi specializzare – ha detto Pittalis – non serve mettere i soldi nel calderone per l’università ma occorre finalizzare le risorse alle specializzazioni integrando un fondo attualmente insufficiente».

Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato che i costi delle specializzazioni sono aumentati nel corso degli anni. «Sono sopravvenute nuove esigenze – ha detto Oppi – in alcuni casi manca personale, in Sardegna ci sono pochi anestesisti. L’esperienza dello scorso anno dice che ridurre ulteriormente gli stanziamenti crea difficoltà».

Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il suo voto favorevole: «La maggioranza parla di sostegno al sociale e ai giovani – ha affermato il capogruppo sardista – questo emendamento dà possibilità alla maggioranza di tradurre in fatti concreti le enunciazioni di principio». Messo in votazione, l’ emendamento n. 338 è stato respinto con 30 voti contrari e 22 a favore.

L’Aula ha poi bocciato in rapida successione gli emendamenti nn. 718, 280, 282 e 250.

Sull’emendamento n.281 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde: «Chiediamo di prevedere un finanziamento di 2 milioni di euro per i lavoratori in house delle province che rischiano di perdere il loro posto di lavoro – ha detto Tedde – senza questo intervento sono a rischio alcuni servizi fondamentali per i cittadini finora garantiti dagli enti locali». L’emendamento è stato respinto.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.266 presentato dal consigliere di sinistra sarda Alessandro Unali con il quale si proponeva lo stanziamento di 300mila euro per l’avvio di una campagna di informazione in tema di sicurezza sui posti di lavoro. Il consigliere Unali non ha accolto l’invito al ritiro da parte della Commissione spiegandone le ragioni: «I morti sul lavoro non diminuiscono, servono più informazione e campagne di prevenzione mirate».

Voto contrario all’emendamento è stato annunciato dal consigliere Luigi Crisponi (Riformatori): «Una parte dei soldi per finanziare la campagna informativa verrebbe sottratta all’università di Nuoro – ha spiegato Crisponi – una proposta che non può essere accolta». L’emendamento è stato bocciato.

Stessa sorte per gli emendamenti aggiuntivi nn. 339, 340, 394, 395, 396, tutti della minoranza, mentre gli emendamenti n. 534, 535 e 541, presentati dalla maggioranza, sono stati ritirati.

Disco verde, invece per l’emendamento di sintesi n. 818 che accorpa il n.744 e 270. A favore dell’emendamento, che istituisce un fondo annuo di 600mila euro all’anno per le comunità di accoglienza dei detenuti, si è schierata la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «Con questo emendamento diamo un supporto stabile alle comunità di accoglienza e consentiamo a soggetti imputati e condannati di poter usufruire di misure alternative alla detenzione – ha detto Busia – il sostegno pubblico fino ad ora si è limitato a interventi che non sono in grado di garantire seri percorsi di recupero».

Busia, dopo aver sottolineato l’importante decisione assunta dalle comunità di recupero che da qualche messe hanno deciso di associarsi, ha ribadito la necessità di garantire percorsi rieducativi efficaci. «Tenere le persone in comunità anziché in carcere consente un grande risparmio economico. Ospitare un detenuto in un penitenziario costa 150 euro al giorno contro i 55 euro delle comunità. Inoltre, gran parte dei soldi viene utilizzata per attività educative – ha concluso Busia – la permanenza nei centri di accoglienza e di rieducazione abbatte drasticamente le percentuali di recidiva».

Voto favorevole ha annunciato anche Luca Pizzuto (Sel). «E’ un emendamento importante per sviluppare un sistema di aiuti nei confronti di chi sbaglia».

Il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha rilevato l’assenza dell’indicazione della copertura finanziaria nell’emendamento di sintesi da recuperare, eventualmente, dall’emendamento n. 744.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, pur d’accordo con il contenuto della proposta, ha auspicato una diversa modalità di individuazione degli stanziamenti. «Lo Stato spende 150 euro al giorno per tenere un detenuto in carcere – ha detto Dedoni – in questo caso la cifra giornaliera per le comunità è di 55 euro. Si consente allo Stato di risparmiare. Chiediamo almeno che questa operazione non vada a carico del bilancio regionale».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Pittalis: «E’ un tema sensibile – ha detto Pittalis – lo dico da avvocato. In questi casi non bisogna aspettare l’intervento dello Stato. Questo emendamento è un segnale forte di solidarietà vera. Si fa cosa utile e meritoria»

Giudizio positivo anche da parte dei capigruppo di Sovranità, Democrazia e Lavoro, Roberto Desini, e dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che hanno annunciato il loro voto favorevole.

L’emendamento di sintesi n. 818 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 817 (Piscedda e più) che stanzia 150mila euro a favore degli Enti autorizzati alle adozioni internazionali con sede in Sardegna.

Respinti invece gli emendamenti della minoranza nn. 794, 541, 542, 662 e 663.

Successivamente il Consiglio ha respinto una serie di emendamenti presentati dall’opposizione: approvati, invece, gli emendamenti aggiuntivi nn. 743 e 745 (Sabatini e più). Il primo stanzia per il 2016 la somma di 4,5 milioni per il finanziamento di cantieri in cui potranno essere impiegati, presso vari soggetti della pubblica amministrazione, lavoratori provenienti dalla cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali. Il secondo finanzia con 300.000 per l’anno 2016 lo sviluppo e la valorizzazione del servizio civile volontario.

Sull’emendamento n.483 il consigliere Paolo Truzzu, primo firmatario, ha lamentato che «nella finanziaria, anche se i dati statistici che riguardano la Sardegna sono disastrosi perché in pochi anni mancheranno 500.000 sardi; per questo proponiamo detrazioni per le famiglie numerose e 1000 euro per ogni bambino fino ai 5 anni, considerando che negli ultimi 10 la natalità è calata del 15%, vogliamo dire ai sardi che si può scommettere nuovamente sulla famiglia».

Messo ai voti, l’emendamento n. 483 è stato respinto con 31 voti contrari e 20 favorevoli.

Sull’emendamento n. 654 il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che la proposta fa riferimento all’impiego dei a lavoratori disabili e da questo, ha aggiunto, «prendiamo spunto per denunciare la mancata applicazione di una legge della Regione, con motivazioni incomprensibili».

Il Consiglio ha poi respinto l’emendamento n. 654 con 32 voti contrari e 20 favorevoli.

 

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 2 della Manovra Finanziaria, disego di legge 297 “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016) e relativi allegati”.

In apertura di seduta il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime degli attentati terroristici di Bruxelles.

«Quanto accaduto a Bruxelles questa mattina sconcerta e addolora – ha detto il presidente Gianfranco Ganau – gli attentati all’aeroporto internazionale e alla metropolitana della capitale belga, rivendicati qualche ora fa dall’Isis, ci lasciano basiti e increduli».

Il massimo rappresentante dell’Assemblea Sarda ha poi ricordato il pesante bilancio dei due attentati (34 morti e decine di feriti) e puntato l’attenzione sulla necessità di uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. «La paura, però,  non può e non deve vincere perché è l’unico vero obiettivo dei terroristi che con i loro attacchi feroci e mirati vogliono distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati dall’Europa – ha proseguito Ganau – l’unico argine al terrorismo che continua inesorabilmente a dilagare,  sono il dialogo,  la politica e la diplomazia per favorire in quei paesi del Nord dell’Africa a pochi chilometri dalle nostre coste,  il sostegno alle democrazie, come quella tunisina e l’appoggio, ad esempio, per la formazione di un esecutivo di unità nazionale in Libia. Contro ogni forma di estremismo occorrono unità, determinazione e impegno perché la soluzione non può certo essere la guerra perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione». Ganau ha infine espresso la solidarietà dell’Assemblea sarda alle famiglie delle vittime di Bruxelles e a tutto il popolo belga. Un pensiero e un messaggio di vicinanza è stato inoltre rivolto ai familiari delle studentesse Erasmus, morte nel tragico incidente avvenuto ieri in Catalogna.

Osservato il minuto di silenzio, il Consiglio è passato all’esame del provvedimento all’ordine del giorno: la manovra finanziaria 2016-2018.

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha voluto ricordare la clamorosa azione di lotta intrapresa da tre sindacalisti dell’Alcoa, saliti ieri sui silos dello stabilimento di Portovesme per protestare contro i ritardi nella soluzione della vertenza. «Oltre al pensiero rivolto alle vittime dei terribili attentati di Bruxelles – ha detto Rubiu – mi sembra giusto ricordare anche i drammi di casa nostra. Per questo chiedo che domani venga posticipata di un’ora la seduta pomeridiana del Consiglio regionale in modo da consentire ai consiglieri che lo ritenessero opportuno di andare a Portovesme a portare la loro solidarietà ai lavoratori dell’Alcoa». La richiesta è stata accolta dal Consiglio, il presidente Ganau ha comunicato che i lavori di domani pomeriggio inizieranno alle 16.30.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Interventi per lo sviluppo e il sostegno dei sistemi produttivi regionali” e dei relativi emendamenti.

Sentito il parere di Commissione e Giunta, il presidente Ganau ha dato la parola alla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda che ha bocciato senza mezzi termini  il contenuto della norma. «Questo articolo doveva indicare le linee di pianificazione e di sostegno ai sistemi produttivi regionali – ha affermato Zedda – mette invece a disposizione cifre irrisorie che non risolvono nulla. La norma va cassata, il contenuto non è degno di un documento di pianificazione e programmazione. Non si parla di agricoltura, industria, turismo, di nessuna attività strategica per il settore economico». Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Se io fossi un imprenditore non sardo e volessi farmi un’idea sulle linee di investimento sulle quali lavorare andrei a leggere l’articolo 2 della legge – ha rimarcato Truzzu – ma vedendo i contenuti mi renderei conto che siamo al sistema delle mancette per gli amici e gli amici degli amici». L’esponente di Fratelli d’Italia ha poi sottolineato l’esiguità delle risorse messe a disposizione (“non si arriva a un milione di euro”) e la presenza di provvedimenti che niente hanno a che fare con il rilancio del sistema economico come i 500mila euro a favore dei comuni per l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica..

Per Luigi Crisponi (Riformatori) l’articolo 2 «sembra una barzelletta, una presa per i fondelli, non si può parlare di sostegno al sistema produttivo con 850mila euro».

Crisponi ha sottolineato l’assenza di provvedimenti a favore dei settori trainanti dell’economia isolana come il turismo, l’artigianato e il commercio. «Mi sarei aspettato una proposta seria – ha concluso Crisponi – stiamo davvero parlando di sviluppo? L’articolo va cassato. Non aveva nemmeno senso inserirlo in finanziaria».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Marco Tedde (Forza Italia). «Siamo di fronte a una serie di norme intruse, le definirei anche norme-mancetta. Non è possibile inserire in finanziaria articoli di questa portata, cosa c’entra l’accesso di giovani agricoltori alla terra? Per questo ci sono le norme statali, queste mancette non possono avere ingresso e trovare asilo nella legge di stabilità».

Tedde ha poi ricordato le norme a favore dei pescatori e dei campeggi per le quali però non si indicano risorse. Il consigliere azzurro ha quindi concluso il suo intervento rivolgendosi all’assessore Raffaele Paci: «Faccia una riflessione, lei non ha avuto la forza di opporsi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha suggerito di modificare gli obiettivi della norma. «Finanziare l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica significa mettere ancora una volta le mani in tasca ai cittadini – ha detto Tocco – in questo modo si rischia di far aumentare la Tasi, sarebbe stato meglio puntare su fonti energetiche alternative. L’articolo 2 non aiuta inoltre le attività produttive, non c’è un progetto complessivo per lo sviluppo».

Molto critico anche Oscar Cherchi (Forza Italia) secondo il quale l’articolo 2 rappresenta «una presa in giro»  e mette in evidenza la miopia della maggioranza che non ha un progetto di sviluppo generale. «Con questa norma si cerca di aiutare gli assessori a risolvere qualche piccolo problema. Un esempio per tutti: si proseguono attività iniziate nella passata legislatura nel settore agricolo. Per questo ho chiesto a Pigliaru di rivedere le deleghe per avere un progetto generale che consenta lo sviluppo del settore».

Angelo Carta (Psd’Az) ha invece segnalato l’urgenza di procedere a una legge organica per rendere più agile il primo insediamento dei giovani in agricoltura. «Questo articolo non risolve nulla – ha detto Carta – il problema di molti comuni sono le concessioni sui terreni gravati da usi civici, si tratta di appezzamenti che possono essere concessi solo per uso pascolo con autorizzazioni annuali, mentre la legge sul primo insediamento in agricoltura richiede concessioni quinquennali. Se non si mette mano al problema sarà impossibile favorire l’ingresso di giovani in agricoltura».

Il consigliere sardista Marcello Orrù, dopo aver sottolineato che quello in discussione «è l’articolo più importante di finanziaria» ha affermato che «ha un titolo fantastico ma è vuoto di contenuti perché parla di delfini, tende da campeggio e balli in maschera e ciò significa non rendersi conto dei veri problemi della Sardegna».  Non vedo proprio, ha aggiunto, «come si possa avere su queste basi una visione ottimistica della realtà sarda, mentre oltre 10.000 aziende hanno chiuso dall’insediamento di questa Giunta e migliaia di lavoratori sopravvivono grazie agli ammortizzatori sociali, peraltro pagati con molti mesi di ritardo; così si condanna la Sardegna all’arretratezza perpetua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «se ci fosse Desini ne approfitterei per fargli capire cosa vuol dire senz’anima, anzi mi sembra una situazione da zombie affermare pomposamente che si vuole sostenere lo sviluppo mentre tutto si riduce a piccoli e piccolissimi interventi senza prospettiva; manca un principio guida, una idea forte». Le cose più importanti per la Sardegna non ci sono scritte, ha concluso, «così si sta alimentando con poche risorse un sistema improduttivo».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ricordato che «la finanziaria è solo una parte della manovra, anzi nella finanziaria si interviene solo dove non è possibile farlo con leggi di settore; nella manovra, al contrario di quanto sostiene l’opposizione, ci sono fondi per il lavoro e la competitività per oltre 700 milioni ed oltre 500 per l’agenda digitale, per non parlare di altri 15 milioni sempre per il lavoro solo negli emendamenti».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha ribadito la mancata corrispondenza del titolo al contenuto dell’articolo «che forse Raffaele Paci ha subito, passando sopra a ben dieci commi (compresa la voce sui campeggi priva di stanziamento) in cui si parla di piccoli interventi e norme intruse senza toccare minimamente i temi dello sviluppo; si resta stupefatti constatando quanto ci si trova lontani da una vera legge finanziaria, che dovrebbe contenere la filosofia dell’intervento della Regione sul sistema economico regionale».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto che «articoli di questo tipo non possono restare anonimi perché sono evidenti gli interessi, e in buona parte anche i nomi, che si vuole tutelare; si fa una grande fatica a percepire una qualche visione in 200.000 per i carburanti agricoli o quella sorta di piano camper o piano tenda, o una qualche coerenza con quella filosofia di tutela integrale della costa di cui tanto si vanta la sinistra; ci voleva una visione altissima e invece manca anche una piccola idea dello sviluppo della Sardegna, mentre le aziende chiudono ed i lavoratori vanno a casa».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha messo l’accento sul fatto che «i nostri emendamenti soppressivi hanno lo scopo di far emergere la verità e sotto questo profilo vorrei che l’assessore Paci, da bravo economista, indicasse quali sono a suo giudizio i veri interventi per lo sviluppo, a meno che non sia cambiata la stessa idea di sviluppo che abbiamo conosciuto; la verità e che non c’è niente per i settori produttivi, sono prebende varie da distribuire fra i consiglieri regionali del centro sinistra, c’è perfino l’aumento della cubature del 40% dopo che ci avete accusato per di essere i peggiori cementificatori». Ma è possibile, ha concluso, «che ci siamo 200 milioni per le politiche del lavoro e non ne troviamo 3 per l’Ente foreste?».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Sdl) ha lamentato che il dibattito in Consiglio  «travalica il gioco delle parti e la stessa minoranza, in effetti, ha espresso un’unica censura riguardante il titolo; i 200 milioni sulle politiche del lavoro sono veri come altri estremamente concreti come quello di una strada che garantisce il collegamento ad un sito industriale».

Subito dopo l’Aula ha respinto gli emendamenti n.24, 424 e 486 con 21 voti favorevoli e 25 contrari.

Successivamente si è aperta la discussione sugli emendamenti nn. 25, 434 e 487.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere Gaetano Ledda (Misto) ha chiesto la ragioni per le quali è stata dichiarata l’inammissibilità dei suoi emendamenti in materia di compiti dell’agenzia agricola Agea e sulla stabilizzazione dei lavoratori Aras. Mi sembra una decisione anomala, ha concluso, «visto che le stesse proposte sono state esaminate ed approvate dalla commissione».

Il presidente Ganau ha spiegato che le proposte in oggetto, modificando leggi di settore ed intervenendo sulla materia del personale, costituiscono precisi motivi di inammissibilità.

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha osservato che, in realtà, si tratta di proposte che intervengono su razionalizzazione di spesa e semplificazione delle procedure; il giudizio quindi andrebbe sospeso, considerando l’utilità del loro contributo.

Il presidente Ganau ha ribadito che le cause di inammissibilità sono puntualmente indicate dalle norme.

Successivamente il Consiglio ha respinto gli emendamenti nn. 25, 484, 487, 26,488, 27, 425, 489, 28, 426, 29 e 427.

Si è quindi aperta la discussione sugli emendamenti nn. 30 e 428.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che, anche in materia di provvedimenti per occupazione, «non possiamo che far notare una profonda mancanza di visione perché sarebbe stato davvero auspicabile impegnarsi per qualcosa di concreto, mentre è molto riduttivo concentrarsi su questa parte della legge 28 anziché dare vita ad un programma organico capace di valorizzare nuove tipologie economiche».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «probabilmente i padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba, perché la maggioranza è stata prima capace di approvare una norma che modifica il codice di procedura civile determinando l’impignorabilità di alcuni crediti, ora stiamo rischiando una bruttissima figura inventando una specie di condono perché si concede a chi ha sbagliato di fare altre scelte, mentre invece il principio guida deve essere: chi sbaglia paga».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «stravolgimento della legge 28, che peraltro ha movimentato risorse ingenti senza raggiungere gli obiettivi, l’operazione che si propone è inaccettabile, perché si sta sanando chi ha costruito un albergo o una iniziativa con quei fondi, legittimando cambio di destinazioni da produttive a residenziali e viceversa». La maggioranza non si rende conto, ha concluso, «che così com’è scritta la norma ha un effetto devastante, perché pretende di trasformare il fango in oro».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha definito il provvedimento «un’altra di quelle cose che nascondono operazioni pericolosissime per consentire a pochi fortunati di cambiare destinazioni d’uso dimenticando che hanno sempre vincoli temporali; nei fatti, declassando la destinazione produttiva si apre a residenze di vario tipo, per esempio socio sanitarie, nascondendosi dietro una legge che voleva aiutare  giovani rilanciando il turismo».

La consigliere Rossella Pinna (Pd) ha definito le preoccupazioni della minoranza «del tutto infondate; la norma prevede chiaramente il riferimento a chi non ha ancora completato gli interventi e può entrare nel mercato con una proposta di diversa che comunque rientra nell’abito della stessa legge».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha insistito invece sul fatto che «la preoccupazione ci sta tutta perché si sta cambiando a posteriori le condizioni dei bandi emanati a suo tempo; Italo Svevo nella coscienza di Zeno riproponeva il tormento del malato nel seguire il percorso indicato dal medico, qui invece salvando il salvabile a tutti i costi non è possibile, ci sono errori gravi e in più la norma non serve a raggiungere gli scopi».

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha affermato che se gli investimenti consentiti con le leggi 28\84 e della legge n.1\2002 non sono stati completati è inopportuno consentirne la modifica.

Il consigliere, Paolo Truzzu (Misto-Fd’I) ha dichiarato: «Se chi ha utilizzato i contributi regionali non ha realizzato l’investimento deve rendere i contributi a suo tempo ricevuto». Truzzu ha evidenziato che l’ultimo finanziamento della legge 28 è datato “qualche decennio” ed è, dunque, “difficile giustificare a distanza di 16 anni chi non ha completato gli investimenti”.

Posto in votazione l’emendamento n.30 uguale al n. 428 non è stato approvato con 27 contrari e 20 favorevoli.

Il presidente del Consiglio, ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 31, uguale al n.429, e la consigliera Alessandra Zedda (Fi) si è espressa a favore della soppressione del comma 7 all’articolo 2. Così come il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che ha ricordato che la legge 28 “chiusa nel 2000” non è mai stata notificata all’Unione europea ed ha affermato: «Volete consentire a chi avrebbe dovuto restituire il contributo la trasformazione in sanatoria dell’investimento».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento soppressivo ed ha ricordato il dettato delle direttive di attuazione della legge 1\2002 evidenziando che “le direttive di attuazione fanno riferimento ai vincoli comunitari e dunque si rischia di riproporre il caso degli operatori del settore turistico ricettivo costretti a restituire i contributi della legge 9”.

Anche il consigliere, Marco Tedde (Fi) si è detto favorevole alla soppressione ed ha accusato la Giunta di essere “distratta sul tema dello sviluppo economico”.

Il consigliere, Mario Floris (Misto-Uds) ha ricordato “il grande dibattito a suo tempo sviluppatosi in Consiglio sulla legge 28” e i positivi risultati conseguiti con l’applicazione della norme per agevolare l’occupazione giovanile. «Visto l’importanza dell’argomento – ha concluso – sospendiamo un attimo i lavori e cerchiamo di modificare in positivo le disposizioni della legge 28».

Posto in votazione l’emendamento n.31, uguale al n. 429, non è stato approvato con 24 contrari e 18 a favore.

Sull’emendamento n. 32, uguale al n. 430 e al n. 490, è intervenuto il consigliere, Oscar Cherchi (Fi), che ha invitato l’assessore dell’Agricoltura a spiegare se il dettato del comma 8 (introduce la possibilità di dare in affitto o a titolo gratuito terreni  a giovani agricoltori) sia o no in contrasto con le misure del Psr. La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha criticato la scarsa attenzione che la finanziaria riserva all’Agricoltura («un settore da potenziare con risorse che non ci sono in questa finanziaria») ed ha definito il comma 8 “una semplice norma di principio”. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha proposto l’introduzione del “fide pascolo” insieme con l’affitto: «Una formula veloce e corretta che è utilizzata con successo in molti Comuni della Sardegna per gli usi civici»

Il consigliere Marco Tedde (Fi), ha criticato la formulazione del comma 8 («è una disposizione bucolica non finanziaria») ed ha espresso contrarietà “alla locuzione classica del mondo ambientalista” e cioè quella riportata sempre nel comma 8 “contenere il consumo dei suoli agricoli”. Luigi Crisponi (Riformatori) ha sottolineato la genericità del comma 8: «E’ un pasticcio e merita di essere soppresso». Mentre il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che il comma è stato approvato all’unanimità in commissione e ha invitato la maggioranza a valutare la proposta dell’introduzione del “fide pascoli” formulata da Angelo Carta. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis (Fi) ha criticato al formulazione del testo («la norma così come è congegnata non consente di conseguire la finalità di concedere terre coltivabili ai giovani agricoltori») ed ha chiesto una breve sospensione per giungere ad una migliore formulazione.

Il capogruppo Psd’Az, Carta, ha quindi formulato l’emendamento orale: «al comma 8 dell’articolo 2, dopo le parole “cessione in affitto” aggiungere  le parola “o fide pascolo” e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, è intervenuto per esprimersi a favore sia dell’emendamento orale che della proposta di sospensione avanzata da Pietro Pittalis.

L’Aula si è espressa però contro la sospensione e non ha dichiarato contrarietà per la modifica orale avanzata dal capogruppo della minoranza Angelo Carta (Psd’Az).

Si è quindi proceduto con la votazione dell’emendamento soppressivo n. 32, uguale al n.430 e al n. 490, che non è stato approvato con 29 contrari e 15 favorevoli. (A.M.)

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento 491, soppressivo parziale del comma 8 dell’articolo 2.

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc e primo firmatario della proposta correttiva, ha sostenuto che è ridicolo prevedere la dicitura “consumo dei suoli” in campo agricolo. «Lavorare un terreno non significa consumarlo – ha detto – per questo il comma va abrogato».

Daniele Cocco, capogruppo di (Sel), ha difeso il contenuto della norma. «Noi con questo comma vogliamo dire che il terreno va destinato esclusivamente all’agricoltura evitando altre attività». E’ quindi intervenuto Gianluigi Rubiu che ha annunciato il ritiro dell’emendamento 491.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale 33 (Pittalis e più) identico agli emendamenti 431(Truzzu) e 492 (Rubiu e più) con i quali si proponeva la cancellazione del comma 9 dell’articolo 2.  

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto a favore «Dopo i giovani agricoltori volete prendere di mira anche i pescatori – ha detto la consigliera azzurra – come si fa a prevedere un reddito ulteriore per una categoria che fatica ad avere un reddito ordinario? Non riusciamo a mettere mano a una legge organica di settore, anziché pensare a un piano complessivo ci occupiamo di questioni minori».

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha contestato la formulazione della norma. «Vi siete superati con invenzioni difficili da comprendere – ha detto Rubiu – prevedete un progetto sperimentale per le attività di pesca-turismo, fish-watching e visite turistiche nelle zone colpite dai danni da delfini. Mi spiegate cosa significa? O è un errore causato dal copia-incolla oppure è frutto della fantasia di qualcuno».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha espresso forti perplessità sulla norma: «Vedo che l’assessore si nasconde perché si vergogna. Il testo dell’articolo fa riferimento a settori produttivi ma non si capisce se si parla di operatori della pesca o imprenditori ittici – ha rimarcato Crisponi – questi ultimi sono stati normati con la legge 11 del 2015 che tutela ittiturismo e pesca-turismo. Non si capisce il senso di questo articolo. Vorrei capire se si possono inserire anche i cacciatori. E’ un pasticcio, non è chiaro di che cosa si parla».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il suo giudizio negativo sulla manovra finanziaria. «Anche in questo articolo sono presenti una serie di norme intruse inserite dalla Commissione che ha radicalmente modificato il disegno di legge originario. Vorrei sapere chi è l’autore di questo comma che sembra una goliardata ma è invece caratterizzato dalla volontà di dare risposte a una certa categoria in vista delle elezioni amministrative». Tedde, dopo aver ricordato che la legge di stabilità impone la discussione di provvedimenti finanziari di larga portata e non di piccoli progetti, ha chiesto lumi alla maggioranza sulle risorse disponibili per attuare le previsioni dell’articolo 2.

Oscar Cherchi (Forza Italia) pur riconoscendo le difficoltà dei piccoli pescatori per i danni causati dai delfini ha detto di ritenere inadeguato un intervento come quello previsto dal comma 9 dell’articolo 2. «La norma va cassata per ripristinare un percorso differente, magari discutendone in modo più appropriato in Commissione».

Luca Pizzuto (Sel) ha svelato all’Aula di essere lui l’estensore del comma 9 rivendicandone con orgoglio il contenuto. «Cerchiamo, come sempre, di schierarci dalla parte degli ultimi e degli emarginati – ha spiegato Pizzuto -abbiamo raccolto un’istanza forte proveniente dalla piccola pesca . Ormai non bastano più i dissuasori, i delfini aspettano le barche all’uscita dal porto e le seguono al largo, una volta gettate le reti mangiano il pesce e causano danni alle attrezzature. Il nostro obiettivo è costruire insieme ai pescatori un progetto che consenta di trasformare il delfino in una risorsa e non in un problema. Si potrebbero portare famiglie e bambini a vedere i delfini e pensare alla figura del pescatore non in contrasto con il delfino ma come un amico, un custode del mare. Proviamo a dare una risposta sperimentale che non ha precedenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis rivolgendosi al presidente della Commissione “Attività Produttive” ,Luigi Lotto, ha chiesto chiarimenti sulla norma in discussione. «Se il presidente Lotto riesce a convincermi sull’utilità di questa norma sono pronto a votarla. Quello che ha detto Pizzuto mi convince invece a mantenere l’emendamento soppressivo – ha affermato il capogruppo di Fi – che senso ha proporre un emendamento quando un progetto sperimentale può essere proposto direttamente dall’assessore? Questo è il punto debole del ragionamento: Pizzuto pone il problema serio dei danni alla piccola pesca ma non c’è la previsione di un centesimo di risorse finalizzate al ristoro dei danni. Questo è il problema che ci si deve porre in finanziaria, non è questa la sede per discutere di questa materia. Stiamo dando l’idea che il problema si possa risolvere in questo modo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato che il problema dei danni causati al settore ittico non riguarda solo la piccola pesca. «Nei giorni scorsi abbiamo sentito in audizione in V Commissione i rappresentanti dei compendi ittici di Cabras e Marceddì che hanno parlato dei danni ingenti causati dai cormorani- ha detto Carta – 15mila uccelli mangiano ogni giorno quintali di pesce causando un danno di 4 milioni di euro all’anno. Questo è un problema che dovrebbe essere affrontato in finanziaria. Parlare di danni dei delfini mi sembra esagerato».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di apprezzare il chiarimento di Pizzuto: «Ne condividiamo la ratio ma non si può inserire questo problema in finanziaria – ha detto Rubiu -Pizzuto ritiri l’emendamento e si pensi a un provvedimento complessivo da discutere in Commissione».

Il presidente della V commissione Luigi Lotto (Pd) ha detto di comprendere l’obiettivo di fondo del consigliere Pizzuto. «Lo rassicuro sul fatto che la legge 11 del 2015 affronta questo problema e lo può risolvere – ha spiegato Lotto – l’articolo 12 prevede la fattispecie, questo comma non fa che rafforzare il concetto».

Il capogruppo dei Cristiano Socialisti Popolari Pierfranco Zanchetta ha detto di condividere la proposta contenuta nel comma 9 dell’articolo 2. «La norma cerca di spiegare che, con l’attività dei piccoli operatori e con la loro conoscenza delle aree marine, si possono incrementare le attività complementari come la pesca turismo. Il comma 9 non va in contraddizione con altre norme ma implementa gli interventi».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris ha rivolto un monito all’Aula sull’esigenza di fare chiarezza sulla tecnica legislativa. «Esistono diverse circolari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che invitano le assemblee legislative a non  improvvisare ma a essere precise – ha spiegato Floris – nessuna norma può essere neutra, tutte devono fare riferimento ad altre norme. Noi approviamo articoli scritti da noi stessi che non rispettano la tecnica legislativa. E’ necessario specializzarsi, si facciano corsi specifici. Altrimenti si alza la mano senza capire».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto di comprendere le motivazioni che hanno indotto il collega Pizzuto a scrivere il contenuto del comma 9 dell’articolo 2 ma di non condividerne la soluzione indicata «I delfini distruggono le reti, il povero pescatore non lo si convince a modificare le sue attitudini. Servono un progetto serio e risorse adeguate per dare una mano alla piccola pesca che rappresenta una parte importante della nostra tradizione e una garanzia per far arrivare sui banchi dei mercati pesce sano e genuino».

Fabrizio Anedda, capogruppo del Misto, dopo aver ricordato una sua recente partecipazione a un convegno sulla pesca, ha giudicato “insufficienti” le proposte contenute nella norma in discussione per risolvere i problemi del comparto. «Non basta un comma o un semplice emendamento – ha detto Anedda – serve un progetto complessivo per tutti i danni causati al settore».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni la vera questione è che «questa finanziaria non ha anima, carattere e indirizzo. E’ un affastellato di considerazioni personali. La finanziaria dovrebbe contenere norme armoniche, ci sono invece disposizioni che cozzano una contro l’altra. Non c’è un punto di arrivo e mi sembra che manchi anche un punto di partenza».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha precisato che la finanziaria stanzia 1,3 milioni di euro per i danni causati dai cormorani e 100mila euro per quelli provocati dai delfini. «Condivido l’obiettivo della proposta – ha detto Sabatini – il comparto della pesca è sottovalutato e spesso dimenticato. Nello scorso settennio quasi tutti i fondi della programmazione europea sono stati restituiti. Ogni assessorato ha cercato di liberarsi del problema, questo comparto meriterebbe invece l’istituzione di una direzione generale. Dalla pesca-turismo potrebbero arrivare molti posti di lavoro».

Secondo Mario Tendas (Pd), il comma 9 dell’articolo 2 affronta una parte limitata di un problema molto più complesso. «C’è la questione dei danni causati nelle lagune dai cormorani – ha ricordato Tendas – se si parla di fauna selvatica bisogna comprendere anche quelli causati da cinghiali, daini etc. Il problema sta crescendo in modo esponenziale. Nell’oristanese sono presenti circa 18mila cormorani, erano 13mila cinque anni fa. Tutto passa attraverso gli abbattimenti controllati ma serve approvare un piano faunistico regionale che ancora non abbiamo, altrimenti il problema non si risolve».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti 33, 431 e 492 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 15 a favore.

Successivamente sono stati messi in votazione gli emendamenti soppressivi totale del del comma 10 n.34 (Pittalis e più), uguale al 432 (Truzzu) che il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli, un contrario ed un astenuto. Di conseguenza viene abrogato il comma 10 dell’art.2 che prevedeva “nelle aree all’aperto”, modificando la legge regionale 22/84 sulla classificazione delle strutture ricettive, “la presenza di tende, caravan o altri manufatti in muratura e non, fino al 40% della superficie complessiva della struttura”.

Subito dopo l’Aula ha respinto a maggioranza una serie di emendamenti presentati dall’opposizione.

A seguire il presidente ha messo in votazione il testo dell’art. 3.

Intervenendo per dichiarazione di voto il consigliere Peppino Pinna (Udc) si è dichiarato «sorpreso e deluso dall’assessore Paci e dal presidente della commissione Sabatini per aver espresso parere contrario su un emendamento, da me presentato, che ristabiliva un equilibrio fra il comune di Barrali, che beneficia di un intervento per completare un’opera incompiuta, e quello di Ossi per 800.000 che si trova in condizioni analoghe; ritengo la decisione ingiusta, perché segue la logica di due pesi e due misure».

Il presidente ha ricordato che occorre prima mettere in votazione il testo dell’art.3, che l’Aula ha approvato con 31 voti favorevoli e 15 contrari.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.498, oggetto dell’intervento del consigliere Peppino Pinna.

Sulla proposta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che, dopo un ulteriore esame della proposta, la stessa sarà inserita nella programmazione territoriale dell’area vasta di Sassari, dove troverà adeguata copertura.

Il consigliere Pinna, dopo la dichiarazione dell’assessore Paci, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Subito dopo il Consiglio ha approvato, con 29 voti favorevoli e 3 contrari, l’emendamento n.713 (Sabatini e più) che prevede l’utilizzo di spese ed economie di gestione per programmare interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile.

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n.298

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha affermato che la proposta ha la finalità di «sollevare il livello di attenzione su quanto succede in Sardegna dopo il  dibattito dei giorni scorsi su cui sono intervenuti fra gli altri il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras e l’economista Paolo Savona, per affermare che se si continua ad investire alcuni settori avviati su un binario morto solo per garantire l’esistente, resta al palo un modello di sviluppo alternativo». C’è invece un nuovo mondo, ha concluso Truzzu, «che ha capacità e competenza su cui la Regione non investe neanche un euro nonostante non sia una moda passeggera; sarebbe giusto dunque dare un segnale con un intervento di 3 milioni».

Al voto, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente l’Aula ha esaminato l’emendamento n.299

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha ricordato che «si tratta di un altro emendamento importante, dopo il finanziamento di 150.000 euro per la filiera cerealicola, sarebbe necessario investire altri 150.000 euro a tutela dell’olio sardo dopo le note vicende del prodotto tunisino che potrebbe minacciare il nostro pur essendo di qualità inferiore e mescolato con additivi chimici; su questo sfidiamo la maggioranza».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha concordato con Truzzu chiedendo l’attenzione del Consiglio, «con un intervento modesto ma significativo» e ricordando che il recente premio Ercole olivario cui hanno partecipato ben 250 produttori è stato vinto da azienda sarda di Oliena; a quella azienda come a tante altre della filiera dobbiamo mandare un segnale della Regione».

Il consigliere Fabrizio Anedda, rispondendo ai colleghi che hanno citato illustri economisti ha ricordato che «forse hanno dimenticato che non si va avanti senza un progetto industriale per l’agricoltura, perché nel passato le risorse per progetti e molte consulenze hanno consumato risorse preziose destinate alle imprese».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha auspicato che l’assessore assuma le opportune iniziative «a tutela dei produttori sardi dopo il voto di Soru che ha votato a favore dell’olio tunisino senza dazi, cosa che sta passando sotto silenzio; poi anche Pigliaru è andato in Tunisia ma il governo regionale è rimasto in silenzio, eppure gli operatori hanno bisogno di un segnale dalla Regione».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Assessore Falchi, a nome della Giunta, ha assicurato che «il settore olivicolo viene considerato importante e strategico dalla Regione; a breve si apriranno i tavoli di filiera per mettere a punto politiche di settore inserite nel Piano di sviluppo rurale, sarà grande opportunità per rilanciare i nostri prodotti di qualità, dopo mancanza di scelte politiche incisive del passato». Quanto alla concessione delle terre ai giovani, per l’assessore «sono una opportunità importante perché, pur non prevedendo risorse, aprono spazi per il primo insediamento dei giovani in agricoltura, con procedure più semplici».

L’emendamento è stato poi respinto. Successivamente sono stati messi in votazione l’emendamento n.500 assieme all’emendamento collegato n.790.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento principale n.500, presentato dalla Giunta regionale, che prevede l’assegnazione di 200.000 a favore delle camere di Commercio “per azione di animazione territoriale a favore del sistema delle imprese”. E’stato invece respinto l’emendamento collegato n. 790.

Posto in votazione non è stato approvato l’emendamento 791 all’emendamento 736 che è stato approvato con successiva votazione (29 sì, 19 no) e autorizza un contributo straordinario di 200mila euro a Laore.

Posto in votazione l’emendamento 265, il presentatore Alessandro Unali (SdL) ha accolto l’invito al ritiro soltanto dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci circa l’impegno a favore della ricerca e dei centri di ricerca. Ma l’emendamento è stato posto in votazione e non approvato (20 sì e 26 no) dopo che era stato fatto proprio dal capogruppo del Psd’Az, Carta. Non approvato (28 no e 19 sì) l’emendamento n. 300 mentre è stato approvato con 40 a favore, 3 contrari e 4 astenuti, l’emendamento n. 796 che sostituisce totalmente l’aggiuntivo n. 243 e autorizza un contributo di un milione e mezzo di euro al dipartimento aerospaziale della Sardegna. Non approvati in sequenza: il 244 e il 245. Sull’emendamento 246 è intervenuto il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) che ha accusato la Giunta e la maggioranza di scarsa attenzione per il settore del piccolo commercio e dell’artigianato. A favore dell’emendamento sono intervenuti anche Marco Tedde (Fi) e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, mentre il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha evidenziato che nella scorsa legislatura non si è registrato alcun intervento per il commercio e l’artigianato ma soltanto per la promozione turistica. Quindi hanno dichiarato voto a favore del 246 Giuseppe Fasolino (Fi) («emendamento importante perché riguarda i piccoli esercizi pubblici che hanno la possibilità di creare economia e ricchezza in Sardegna») e Paolo Truzzu (Misto-FdI): emendamento in linea con le nuove strategie dell’Ue non più rivolte a sostenere solo le grandi aziende. Dunque, è intervenuto l’assessore del Bilancio e della Programmazione per ribadire che “per la prima volta il commercio può avere accesso ai fondi europei e si è registrato un’enorme interesse delle associazioni dei commercianti per gli interventi a catalogo, a sportello a sostegno del settore”

L’Aula non ha approvato l’emendamento 246 ( 27 no e 16 sì), né il 247 (il consigliere Crisponi ha replciato ad Anedda in sede di dichiarazione di voto sulle mancate azioni a sostegno del piccolo commercio) e neppure il n. 248 (27 no e 17 sì).

Dopo non aver approvato il n. 501 (28 no e 16 sì) il Consiglio ha dato il via libera all’emendamento 502 (29 sì e 14 no) che su proposta della Giunta sulle operazioni finanziarie e creditizie riguardanti le imprese della cooperazione, ad eccezione delle coop agricole, della pesca e del credito. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha quindi comunicato il ritiro degli emendamenti a sua firma, n. 503, 504, 505, 506 e 507. Posto in votazione l’emendamento 653 non è stato approvato (28 no e 17 sì) mentre è stato approvato all’unanimità, con l’aggiunta della firma anche del consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), l’emendamento n. 654 in materia di finanziamento delle politiche di internazionalizzazione. Non approvato il 655 (26 no e 17 sì), né il n.792, aggiuntivo del 737. Il capogruppo dell’Udc, Rubiu, ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 575 e dopo le dichiarazioni di voto a favore dei consiglieri Gaetano Ledda (Misto-La base),  Crisponi (Riformatori), Lotto (Pd) e Dedoni  è stato approvato con 39 favorevoli e 5 astenuti, emendamento n.737 che autorizza la spesa di 200.000 euro a favore delle società di gestione degli ippodromi di Villacidro, Sassari e Chilivani.

Accolto l’invito al ritiro dal primo firmatario (Sabatini) dell’emendamento 714, il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha dichiarato conclusi i lavori della seduta pomeridiana ed ha convocato il Consiglio domani mattina, alle 10.00.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Prosegue, in Consiglio regionale, il dibattito sulla Manovra Finanziaria 2016-2018. La seduta stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art.1e degli emendamenti al Dl n. 297 (manovra finanziaria 2016-2018).

Il presidente della commissione e la Giunta hanno espresso il prescritto parere.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha richiamato l’attenzione del presidente sulla necessità di capire «come verranno discussi articoli e emendamenti perché mentre nel passato i consiglieri avevano sempre a disposizione tutti i documenti, anche per poter presentare emendamenti agli emendamenti, il lavoro di questa mattina in commissione è stato molto difficoltoso e a nostro avviso deve essere meglio disciplinato».

Il presidente ha risposto affermando che il problema è stato superato e, nel pomeriggio alle 15.00, la commissione potrà lavorare con tutti documenti a disposizione.

Intervenendo nel dibattito, il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha definito l’articolo 1 quello che «racchiude la sostanza della manovra e indicazione e cn riferimento alle tabelle che indicano le varie voci di spesa, rileviamo secondo noi che si è persa una buona occasione per fare interventi di profonda revisione su poste storicamente definite come obbligate che vanno invece rimesse in discussione, anche per dare alla politica uno strumento per incidere su processi che sembrano immodificabili». Alcuni emendamenti con parere positivo della commissione, inoltre, secondo Locci «sono una sorta di incoraggiamento ad azioni di polizia tributaria degli enti locali per il recupero di risorse provenienti dall’evasione però,senza specifiche norme di attuazione fra Stato e Regione il meccanismo non funzionerà anche se ispirato da un principio condivisibile».

Prendendo ancora la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollevato una questione pregiudiziale sostenendo che l’esame finanziaria non possa aver luogo senza la disponibilità di tutti gli emendamenti, pertanto è opportuno sospendere i lavori in attesa dei documenti o sottoporre la questione al voto dell’Aula.

Il presidente Ganau ha dichiarato che la presidente ha seguito una prassi costante e consolidata.

Il consigliere Pittalis ha chiesto una preventiva verifica del numero legale.

Il presidente Ganau non ha accolto la richiesta, perché ci si trova in presenza di un voto per alzata di mano.

Sottoposta al Consiglio, la proposta di rinvio formulata dal consigliere Pietro Pittalis è stata respinta ed è quindi ripreso il dibattito.

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ricordato che il riferimento alla programmazione unitaria comprendente i fondi europei è il principio ispiratore che ha guidato la Giunta nella predisposizione della finanziaria ma tale princpio, ha osservato, «viene vanificato dalla mancanza del rendiconto 2015 sulla spesa dei fondi comunitari e non credo che ci siano stati grandi progressi; anche questa è una occasione persa nonostante la Sardegna sia stata la prima Regione ad accettare il principio del pareggio di bilancio che però, nei fatti, ha portato meno entrate e il ricorso all’indebitamento». Non siamo profeti di sventure, ha concluso, «ma la nostra visione viene confermata dai media, dove si dice chiaramente che la crescita dell’occupazione è solo un fuoco di paglia e comunque è dovuta solo agli incentivi nazionali, finiti i quali è puntualmente arrivata la battuta d’ arresto».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 5 che il Consiglio ha respinto.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rilanciato la questione del numero legale, che a suo avviso non c’era, osservando che è stato garantito solo dalla presenza del segretario di opposizione, costretto a restare in Aula con una decisione non prevista dal regolamento ed applicata per la prima volta in questa legislatura.

Il presidente ha ribadito la correttezza delle procedure seguite e ha messo in votazione l’emendamento n. 6 sul quale è effettivamente mancato il numero legale. La seduta è stata quindi sospesa per 30 minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha comunicato all’Aula l’errore nel conteggio del numero legale che ha determinato la sospensione dei lavori e annunciato la decisione di far ripetere la votazione sull’emendamento n. 6=775.

Il vicepresidente del gruppo PD, Roberto Deriu, ha chiesto chiarimenti sull’errore. «Quanto avvenuto è grave e irrituale – ha detto Deriu – vogliamo una spiegazione approfondita e convincente. Interrompere i lavori per una questione di calcoli errati lo consideriamo un fatto grave. Vorremmo capire come sia possibile che non si riesca a fare un calcolo esatto del numero legale. E’ una situazione intollerabile».

Il presidente Ganau ha spiegato che l’errore è imputabile al cattivo funzionamento del sistema di rilevamento. « Siamo legati a un software vetusto che induce a errori – ha detto il presidente del Consiglio – dalla prima stampata risultavano 26 votanti, mentre la seconda ne ha correttamente rilevato 27. E’ un problema di superamento del software che è stato già preso in considerazione. Spero che si arrivi in tempi rapidi a una soluzione che garantisca i lavori dell’Aula e scongiuri futuri problemi tecnici».

E’ quindi intervenuto il consigliere Piero Comandini che ha annunciato il suo voto contrario agli emendamenti soppressivi parziali n. 10 e n.775. «Questi emendamenti vanno bocciati perché chiedono di sopprimere la parte dell’articolo 1 che introduce la programmazione unitaria quale strumento strategico per la spendita delle risorse europee».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha difeso il contenuto degli emendamenti presentati dalla minoranza: «Hanno una valenza politica – ha affermato Pittalis – siamo tutti d’accordo che lo strumento della programmazione unitaria e finanziaria abbia una valenza strategica, manca però una valutazione puntuale sugli effetti prodotti. Tardiamo a capire cosa si sta producendo in termini di aumento di Pil, di occupazione. I dati forniti oggi da alcuni giornali smentiscono l’enfasi delle vostre valutazioni. Strumenti come il Job Act e il programma “Garanzia Giovani” determinano solo il protrarsi dei contratti ma lasciano invariata la situazione di precariato e instabilità del mondo del lavoro».

Alessandra Zedda (Forza Italia), dopo aver annunciato il voto favorevole agli emendamenti, ha contestato il metodo seguito dalla Giunta nella programmazione unitaria: «Abbiamo assistito ad un cambio di copertina sui progetti finanziati con risorse europee – ha detto Zedda – l’assessorato ha ereditato il lavoro fatto nella precedente legislatura come quello per il Parteolla. Si tratta di progetti già finiti. Si è cambiata la facciata ma i contenuti sono i medesimi. La differenza è che si sono accumulati due anni di ritardo, siamo nel 2016 e non abbiamo ancora iniziato la programmazione 2014-2020. E’ ora di smetterla di fare melina sul passato, bisogna partire al più presto con i nuovi progetti».

Per Ignazio Locci (Forza Italia) i commi 1 e 2 vanno aboliti perché contengono mere enunciazioni di principi. «Non abbiamo ancora notizie sull’avvio delle procedure per immettere le risorse previste dalla programmazione unitaria nel tessuto economico dalla Sardegna – ha rimarcato Locci – resta inoltre aperta la questione della semplificazione di cui non c’è traccia. Le aziende si aspettano risorse nelle varie strategie. Non possiamo accontentarci di un’enunciazione di principio e per questo abbiamo proposto l’abrogazione dell’articolo».

Secondo Stefano Tunis (Forza Italia) l’articolo 1 dovrebbe essere chiamato l’articolo della “complicazione unitaria”. «Millantate il tentativo di armonizzare tutto ma, coordinando-coordinando, sono trascorsi due anni e non avete speso un euro della programmazione 2014-2020 – ha detto Tunis -siete talmente indietro che dovreste tacere. Con quale faccia vi presenterete ai Comitati di Sorveglianza? I migliori risultati sono ascrivibili alla scorsa legislatura e su quei progetti vi siete appuntati una medaglietta. Imparate a fare le cose semplici, essenziali, quelle che vi possano garantire almeno la sufficienza».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti n. 6 e n. 775 che sono stati respinti dall’aula con 25 voti contrari e a 14 a favore.

Si è poi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n. 7 (Pittalis e più) = al n. 776 (Truzzu) con i quali si chiedeva la cancellazione del comma 2 dell’articolo 1. Entrambi gli emendamenti sono stati respinti.

Il capogruppo di Forza Italia ha chiarito che l’assenza dal voto dell’opposizione era dovuta a ragioni politiche.

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti n. 8 (Pittalis e più) e n. 777 (Truzzu) che proponevano la soppressione del comma 3 dell’articolo 1. Le due proposte emendative sono state bocciate con 26 voti contrari e 13 favorevoli.

Sugli emendamenti n.9 (Pittalis e più) e n. 778(Truzzu), soppressivi del comma 4 dell’articolo 1, è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha annunciato il suo voto a favore. «I principi di armonizzazione del bilancio introducono un nuovo sistema di contabilità che impone la spesa delle risorse per cassa e competenza – ha detto Locci – i programmi di spesa approvati dal Consiglio devono avere gambe, invece è capitato che le somme impegnate non siano state spese. E’ il caso dei contributi per la lotta al punteruolo rosso a vantaggio delle aziende florovivaistiche. Il programma di spesa non si è compiuto e le risorse si sono perse».

I due emendamenti,  messi in votazione, sono stati respinti con 27 no e 14 sì. Si è quindi passati all’esame degli emendamenti n. 10 (Pittalis e più) e 779 (Truzzu) soppressivi del comma 5 dell’articolo 1.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha manifestato l’esigenza di aprire un ragionamento sul bilancio armonizzato. «Lo scorso anno si è assistito alla sperimentazione del nuovo sistema di contabilità che da quest’anno entrerà a regime – ha affermato Locci – siamo fortemente preoccupati rispetto alla coerenza tra gli atti approvati e la loro effettiva realizzazione. Non c’è corrispondenza tra indirizzo politico e azione di governo».

Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) gli emendamenti soppressivi hanno un importante valore politico. «Non servono solo a cancellare articoli e commi. In questo caso si propone di eliminare una parte della norma che prevede il recupero di somme già programmate in passato e lo si prevede per un triennio – ha rimarcato Cherchi – siete confusi e senza un’idea chiara di come deve essere organizzato il nuovo bilancio della Regione. Si torna al passato recuperando somme non spese».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha contestato il modus operandi della Giunta sulla programmazione delle risorse europee. «Avete voluto fare i primi della classe ma le risorse che pensavate di avere a disposizione o non sono arrivate o sono state ingessate – ha attaccato Zedda – le continue modifiche sul triennale di bilancio dimostrano che non riuscite a spendere i soldi per settori come l’agricoltura, il lavoro, il turismo e l’artigianato».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto spiegazioni su alcune incongruenze tra i testi presentati dalla Giunta e quelli licenziati dalla Commissione Bilancio: «Mi riesce difficile giustificare come nell’arco di una settimana- dieci giorni siano potute intervenire variazione per l’allegato n. 9/7. Leggo nel testo della Commissione la certificazione di un risultato di amministrazione di circa 336 milioni di euro in meno rispetto al testo della Giunta che quantificava il disavanzo in 159 milioni. Come mai questa evidente differenza? Ciò comporta anche una variazione nelle entrate di 200 milioni di euro e di 300 milioni per gli impegni. Come mai questa evidente discrasia tra testo del proponente e quello della Commissione?»

A Pietro Pittalis ha replicato l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci: « Il testo della Giunta non è stato presentato una settimana prima della discussione in Commissione. E’ stato approvato a dicembre ed esaminato dopo due mesi e mezzo. Nel frattempo è stato approvato il preconsuntivo per specificare i risultati. Il testo licenziato dalla Commissione Bilancio contiene quei risultati che, presumibilmente, saranno ancora modificati dal conto consuntivo. Tutto in piena trasparenza».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti n. 10 e n. 779 che sono stati respinti con 29 no e 14 sì. 

Non approvato (28 contrari e 15 favorevoli) neppure il soppressivo del comma 6 dell’articolo 1 (emendamento n. 11 uguale al n. 780) e neanche l’emendamento n. 12 uguale n. 781, soppressivo del comma 7 dell’articolo 1 (28 no e 15 sì). Annunciata la discussione dell’emendamento n. 13 uguale al n. 782 8soppressivo del comma 8 dell’articolo 1) sono intervenuti i consiglieri di Forza Italia, Alessandra Zedda, Ignazio Locci e Marco Tedde che hanno evidenziato come nel comma 8 si faccia riferimento alla legge regionale 23.12.2015 n. 34 (quella dell’aumento delle aliquote di Irpef e Irap) in termini che non escludono un possibile aumento delle tasse per il prossimo anno. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, è intervenuto per dichiarare il voto contrario ed ha sottolineato come, se approvato, l’emendamento della proposto dalla minoranza, impedisca l’eliminazione degli aumenti Irap e Irpef. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di dichiarazione di voto del capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, mentre il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha spiegato che l’emendamento soppressivo parziale è stato presentato dalla minoranza per dibattere il tema dell’aumento delle tasse “soltanto sospeso e non cancellato dalla maggioranza”. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato il voto favorevole: «Serve chiarezza e attendo la votazione dell’emendamento n. 4 che prevede l’abrogazione della legge 34 con la aule si è previsto l’incremento delle aliquote Irap e Irpef per dimostrare chi vuole aumentare le tasse e chi no». Il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha dichiarato voto contrario e Paolo Truzzu (Misto Fd’I) ha insistito sulal opportunità di cancellare la legge che introduce l’aumento delle tasse. Oscar Cherchi (Fi) ha accusato la maggioranza di essere appiattita sui voleri dell’esecutivo ed ha invitato i colleghi del centrosinistra a sfiduciare l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, mentre Luigi Crisponi è ritornato sulla legge 34\2015: «Abrogate quella legge oppure vuol dire che continuate a pensare di poter mettere le mani nelle tasche dei sardi». Piero Comandini (Pd) ha dichiarato voto contrario ed ha polemizzato con il consigliere Oscar Cherchi («per  “eleganza politica” eviterei giudizi negativi verso gli attuali assessori da parte di ex assessori che non hanno brillato nella passata legislatura»).

Concluse le dichiarazioni di voto l’emendamento n. 13 uguale al n. 782 non è stato approvato con 44 voti contrari su 44 votanti. Sull’emendamento n. 14 (soppressivo della lettera a) del comma 8 dell’articolo 1) sono intervenuti consiglieri di Forza Italia, Alessandra Zedda, Marco Tedde e Ignazio Locci ma la proposta di modifica avanzata dalla minoranza non è stata approvata con 42 voti contrari su 43 votanti.

Sull’emendamento n. 15 (soppressivo lettera b) comma 8 articolo 1) è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Fi) ma la proposta di modifica non è stata approvata con 41 contrari su 43 votanti.

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Industrie Portovesme 3

I consiglieri regionali di Forza Italia Ignazio Locci e Marco Tedde e dell’UDC Gianluigi Rubiu, hanno proposto lo stanziamento immediato di 50 milioni di euro (a valere per il 2016), destinati ai poli industriali di Portovesme e Porto Torres. Grazie alla Finanziaria attualmente in discussione in Consiglio regionale- sostengono – possiamo dare attuazione alla delibera di Giunta regionale (67/1 del 29/12/2015) per il riconoscimento delle aree di crisi industriale complessa (Portovesme e Porto Torres). Non possiamo aspettare i tempi del Governo che, evidentemente, è totalmente disinteressato alla situazione di grave difficoltà in cui versa la Sardegna, in particolare le aree che, fino all’avvento della crisi economica, si reggevano quasi esclusivamente sul comparto industriale. E se non sarà la Regione a muovere i primi passi concreti, Portovesme e Porto Torres rimarranno “aree di crisi industriale complessa” soltanto sulla carta.

«Per questo – spiegano Locci, Tedde e Rubiu – abbiamo presentato un emendamento aggiuntivo all’articolo 2 del DEF per riuscire a dare attuazione alla succitata delibera di Giunta attraverso 50 milioni di euro. Fondi senza i quali i progetti di riconversione e riqualificazione industriale di cui si parla nella delibera, non potranno essere attuati. Auspichiamo che la maggioranza di centrosinistra colga l’occasione di riscattarsi destinando risorse a un settore per il quale, fino a oggi, ha fatto pochissimo.»

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

In Consiglio regionale oggi si è conclusa la discussione generale sulla manovra finanziaria 2016-2018 e sono stati votati il passaggio agli articoli e l’ordine del giorno sul Defr.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sulla manovra finanziaria 2016-2018.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato di aver appreso che l’assessore dell’Industria ha annunciato la presentazione del nuovo il Piano energetico invitando i consiglieri regionali: «Noi siamo molto interessati», ha detto, «ma questo appuntamento si sovrappone con i lavori dell’Aula e chiediamo quindi il rinvio della presentazione perché vorremmo partecipare».

Successivamente il presidente ha dato la parola al primo consigliere iscritto a parlare, Fabrizio Anedda del gruppo Misto.

Anedda ha aperto il suo intervento affermando che «la finanziaria fa emergere la tremenda crisi della Sardegna nonostante alcuni indicatori positivi, ricordando però che nello stesso tempo tutte le forze sociali tracciano un quadro ancora preoccupante, per licenziamenti e moria di imprese». Come per 2015, ha aggiunto, «abbiamo un bilancio ingessato con spese obbligatorie che ipotecano gran parte le risorse disponibili, cosa che forse non interessa gran parte della maggioranza che questa mattina è stata assente dal dibattito, e forse significa che non si è capita la drammaticità della situazione». Passando ad esaminare la situazione dei singoli settori, il consigliere ha ricordato le forti criticità della sanità, dell’utilizzo delle risorse europee, del mancato accesso al credito per imprese, indebitare con l’erario e le banche». Servono dunque scelte coraggiose fra le quali Anedda ha indicato quella di un accordo con le due banche sarde «per dare più risorse ai settori manifatturiero ed agro alimentare, per esempio, e non alle solite partecipate, piene di personale ma sostanzialmente inattive». Quanto alle aree industriali di crisi di Ottana, Porto Torres e Portovesme, secondo Anedda «bisogna avere il coraggio di dire ai cassaintegrati che non ci sono più le condizioni del passato e che forse è meglio tornare all’agricoltura, puntando su una economia nuova fondata sul rilancio dell’edilizia, del patrimonio boschivo e dei nei punti franchi nei porti». In generale, ha concluso, «questa doveva essere una finanziaria di sinistra ma invece tutto è stato lasciato agli spiccioli degli emendamenti; la maggioranza deve stare più attenta a questo, perché la vera occupazione non è quella dei call-center che poi chiudono quando finiscono gli incentivi».

Emilio Usula (Soberania-Indipendetzia), ha esordito dicendo che «non è facile fare una valutazione compiuta della manovra, tenendo comunque presente che siamo alla seconda finanziaria ed è il momento della piena responsabilità senza trovare attenuanti». Noi Rossomori, ha continuato Usula, «siamo forza di governo e ci assumiamo la nostra parte di responsabilità ma solo quella e riteniamo che questo bilancio sia povero rispetto ai bisogni che vogliamo aggredire ed alle risposte che vogliamo dare, soprattutto in materia di lavoro». Il collega Sabatini dice che bisogna consolidare la crescita e creare posti di lavoro in una fase di difficoltà, attraverso investimenti privati e pubblici? Sono d’accordo, ha affermato Usula, «abbiamo lavorato per questo per aumentare le risorse disponibili per rispondere al bisogno di terra esausta lasciata da anni in abbandono dalle amministrazioni di centro-destra». Entrando nel merito delle proposte del partito, il consigliere ha ricordato la sua richiesta «di conoscere risorse gestite anche da Sfirs, presentando su questo punto con altri 9 consiglieri un pacchetto di emendamenti che non ritiriamo; abbiamo chiesto anche chiarezza su somme non utilizzate o non impegnate da fondi di garanzie o rotazione, ma stiamo aspettando queste risposte da metà febbraio, così come attendiamo notizie su altri fondi di società in liquidazione come l’ Insar, sono soldi della Regione e dei Sardi e vogliamo sapere». Quanto al mutuo per le infrastrutture, per Anedda «non è chiaro cosa stia producendo per nostre imprese ed i territori, e quali spazi ci siano per enti locali; in questi passaggi c’è l’anima politica di questa maggioranza, l’anima del nuovo modello di sviluppo che chiede la nostra gente, il cuore del progetto con cui vogliamo creare posti di lavoro per famiglie per aggredire le povertà». Infine, la vertenza entrate che, a giudizio di Anedda, va rilanciata con più forza, «perchè siamo stati troppo deboli e il rapporto di collaborazione non può essere in equilibrio se non ci sono risposte concrete». Nonostante queste grandi difficoltà, ha concluso il consigliere, «va riconosciuto che molto si sta facendo di positivo, ma dico No ad emendamenti-marchetta perché rappresentiamo la Sardegna; proporremo solo emendamenti generali su lingua, cultura, per la quale chiediamo più attenzione».

Angelo Carta, sardista, ha dichiarato che «intervenire su manovra è complicato anche perché la Giunta afferma di voler sostenere la ripresa con strumenti adeguati ma la ripresa non c’è se non per uno zero virgola ed anzi incontriamo ogni giorno solo operai che hanno perso lavoro ed ammortizzatori ed artigiani che dicono di non farcela, quanto agli strumenti di sostegno, che siano risorse o atti normativi, le prime sono scarsissime e dal punto di vista normativo non c’è niente». Le cose da fare per invertire la rotta? A giudizio di Carta «cancellare l’aumento Irap superando ogni ambiguità, istituire la zona franca trattata finora con troppa sufficienza dimenticando che metterebbe nelle mani della alla Regione una fortissima leva fiscale, puntando poi su semplificazione ed accelerazione delle procedure degli appalti pubblici, sostegno alle zone interne non solo a parole». Perché la Regione, ha chiesto l’esponente sardista, «non studia come spostare da Cagliari una parte delle 32.000 buste paga della Regione, come spostare la sede Consiglio a Nuoro e della Giunta ad Oristano? Si potrebbe fare senza togliere nulla a Cagliari e senza chiedere permesso allo Stato, la Regione sarebbe al centro della Sardegna e più vicina ai cittadini». Sulla vertenza entrate, ha detto concludendo, «ha ragione Sabatini, è stata una scelta scellerata che ci sta costando troppo, così come va rivendicata una vera tariffa unica tariffa unica su rifiuti, perché Cagliari paga meno di Nuoro eppure prende l’acqua dal centro della Sardegna».

Il capogruppo di Popolari-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, seppur dichiarando di condividere le preoccupazione espresse dal sardista Angelo Carta, sui territori “dimenticati” dalla Regione ha invitato i colleghi della minoranza ad evitare “demagogiche lamentazioni” ma di tenere a mente il comune obiettivo di favorire e sostenere la crescita delle nostre comunità e dell’intera Sardegna.

«Quando ci si strappa le vesti – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – ci si dimentica anche di aver avuto la responsabilità di governo ed è per questo che le analisi vanno fatte a tutto tondo e avendo come punto di riferimento l’ultimo decennio».

Zanchetta è quindi entrato nel merito delle principali azioni contenute nella Manovra, ad incominciare dall’aver scongiurato l’aumento delle tasse ed ha proseguito il suo intervento auspicando una “forzatura” con lo Stato per il riconoscimento dell’insularità.

Il capogruppo Upc ha quindi evidenziato “la leggera ripresa” certificata dai principali indicatori economici: «C’è la ripresa nel mercato del lavoro e delle produzioni e c’è un miglioramento nei della sanità».

«Sostenere la ripresa è l’impegno – ha proseguito – ed è un punto fermo di una rotta già tracciata». Zanchetta ha concluso con alcune considerazioni riguardanti la cosiddetta crisi della politica: «Vogliamo recuperare il ruolo della politica anche all’interno di una manovra finanziaria, vogliamo cioè dare un’anima politica alla legge finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha evidenziato come da sempre sia stato attribuito un ruolo centrale al dibattito sulla legge finanziaria in Consiglio Regionale, lamentando che senza un “vero dibattito” non si può capire quale sarà l’indirizzo e il verso dello sviluppo futuro.

L’esponente della minoranza ha lamentato quindi la carenza di dibattito e l’assenza di risposte da parte dell’esecutivo e soprattutto la mancanza di “risposte per i sardi con questa manovra”. «Se analizziamo il bilancio – ha proseguito – vediamo che i settori più importanti dall’artigianato, al commercio, al turismo, alle scuole, sono state di fatto definanziati».

Dedoni ha quindi insistito, preannunciando interpellanza e mozione, sul funzionamento del sistema informatico regionale e su tutto ciò che attiene i relativi  stanziamenti, appalti, affidamenti, nonché quali risparmi si siano realizzati con il Sisar, il Sisal, etc.

Il capogruppo dei Riformatori ha quindi criticato la chiusura dell’ufficio di Bruxelles («però aprite un ufficio di lavoro in Svizzera») e gli scarsi impieghi realizzati («60 milioni») con il muto sulle infrastrutture da 700 milioni di euro.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha definito il dibattito in corso sulla finanziaria “la solita liturgia, con la minoranza che attacca e la maggioranza che si difende”. «Questa – ha ammesso Cocco – sarebbe dovuta essere la nostra prima legge finanziaria ma dobbiamo dirci già fortunati se gli indicatori negativi sono rimasti immutati rispetto allo scorso anno, visto la gravità della situazione». A giudizio del capogruppo Sel nel corso degli ultimi giorni sono intervenute modifiche migliorative alla manovra: «Abbiamo ripristinato i fondi per le politiche sociali e mantenuto intonso il fondo unico per gli enti locali».

Daniele Cocco ha quindi ricordato una serie di momenti importanti che attendono il centrosinistra (rete ospedaliera e riforma sanitaria) ed ha auspicato azioni di “perequazione” tra i territori, a seguito dell’approvazione della riforma degli enti locali.

Il consigliere di Sel ha quindi  ripreso l’intervento del suo collega Carta per rilanciare la proposta di trasferire a Nuoro l’Ente foreste ed ha così concluso il suo intervento: «Abbiamo un’idea della Sardegna ma abbiamo a che fare con risorse scarse e per questo dico che serve far sentire la nostra voce verso lo Stato perché si possano utilizzare anche i cosiddetti accantonamenti».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha riconosciuto alla maggioranza di aver puntato molto nella sua azione politica sul concetto di stabilità finanziaria. «Per le agenzie di rating e per le istituzioni europee la stabilità è il primo elemento della qualità amministrativa. La Sardegna ha ottenuto una valutazione positiva ma i giudizi vengono dati sulla base delle variabili finanziarie trascurando l’economia reale – ha sottolineato Rubiu – i giudizi non tengono conto dei beni e dei servizi prodotti e del livello dei consumi».

Secondo il capogruppo dell’Udc, la stabilità finanziaria non basta a risolvere i problemi dell’Isola. «La crescita è ancora debole. Le cause principali sono la disoccupazione, l’aumento dei flussi migratori, la fuga dei cervelli sardi. Per arrestare questi fenomeni – ha rimarcato Rubiu – bisogna investire sul lavoro e sulla produzione».

L’esponente della minoranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per intervenire sulla sanità, sollecitare politiche attive del lavoro, tutelare i lavoratori in utilizzo, prevedere un sostegno a settori come l’artigianato, l’agroalimentare, la cooperazione giovanile, l’agricoltura.

Da Rubiu è poi arrivato l’invito alla Giunta perché affronti in modo più deciso il confronto con lo Stato. «La vertenza entrate e la questione degli accantonamenti limitano le prerogative statutarie  e rendono impossibile il pareggio di bilancio. La Sardegna non ha libertà di gestione della spesa pubblica, occorre  pretendere dallo Stato una rimodulazione degli accantonamenti. La realizzazione di un’area del Mediterraneo con fiscalità di vantaggio consentirebbe di valorizzare il lavoro e sostenere le imprese. Questo è il bilancio della Quaresima – ha concluso Rubiu – una finanziaria di digiuno, restrizioni e astinenza che rappresenta al meglio la fase religiosa che stiamo attraversando».

A difesa della finanziaria si è invece schierato il capogruppo di “Sovranità, Democrazia e Lavoro” Roberto Desini. «Non è la legge che avrei voluto – ha esordito Desini – mi sarebbe piaciuto avere più risorse a disposizione ma respingo con forza le critiche dell’opposizione quando dice che è una finanziaria senz’anima».

Desini ha ricordato la disponibilità mostrata dalla maggioranza quando ha deciso di rivedere l’aumento di Irap e Irpef dopo il confronto in aula. «Si è fatta una finanziaria che tiene conto della realtà: oltre la metà del bilancio è assorbito dalla spesa sanitaria. Questa è la vera sfida – ha rimarcato il capogruppo di Sdl – bisogna mettere mano al più presto alla riforma della sanità».

Desini ha poi evidenziato il fatto che la manovra finanziaria non abbia previsto tagli al Fondo Unico per gli Enti locali. «La maggioranza di centrosinistra-sovranista va incontro ai comuni, è una scelta politica per salvaguardare la spina dorsale delle istituzioni. I comuni sono per i cittadini la prima porta alla quale bussare».

L’esponente della maggioranza ha infine sollecitato una soluzione in tempi rapidi delle partite ancora aperte con il governo centrale.  «Serve un atteggiamento deciso sugli accantonamenti. La cifra di 680 milioni è spropositata – ha affermato Desini –  la battaglia deve andare di pari passo con quella per le norme di attuazione dello Statuto in materia di entrate fiscali».

A fianco della Giunta regionale si è schierato anche il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. «Questa finanziaria è la conseguenza di quelle approvate nelle legislature precedenti – ha detto Cocco – fa specie sentire alcune critiche come quelle dell’on. Zedda. Questa maggioranza ha fatto di tutto per spendere i fondi europei non spesi nella scorsa legislatura».

Rivolto poi al consigliere Michele Cossa, Cocco ha rivendicato il merito di aver portato a compimento la riforma degli Enti Locali. «In precedenza non si è fatto nulla, noi abbiamo portato a termine una processo riformatore. E’ buono? Non lo sappiamo. L’esperienza ci dirà sé è stato fatto bene. Se così non sarà, si potrà correggere e migliorare. Non è vero che è una riforma cagliaricentrica ma un intervento che punta a rendere più diretto il rapporto tra Regione e comuni».

Stesso atteggiamento, secondo Cocco, è stato assunto dalla maggioranza per il miglioramento del sistema sanitario: «Per la prima volta dopo vent’anni si dettano regole certe per la sanità sarda – ha proseguito il capogruppo del Pd – dall’altra parte invece non si è fatto niente. La sanità incide per più del 50% sul bilancio regionale, 3.450 milioni di euro sono una cifra strabiliante sulla quale non si può non intervenire, non si può continuare a mettere la polvere sotto il tappeto. Noi tentiamo di riorganizzare il sistema, risparmiando ma evitando di lasciare i territori scoperti».

Cocco ha poi parlato degli interventi sulla scuola: «Sono stati presentati progetti importanti come “Iscola” che inietta denari consistenti per combattere dispersione scolastica e per rivitalizzare i plessi scolastici consentendo agli studenti di studiare in aule decorose».

In conclusione del suo intervento, Cocco ha puntato l’attenzione sul lavoro. «Il tema vero è la grande difficoltà sul fronte dell’occupazione – ha concluso Cocco – su questo bisogna intervenire. C’è una timida ripresa con 30mila posti di lavoro in più. Non basta, è vero, il varo del piano energetico regionale rappresenta una prima risposta, diciamo cosa pensiamo sul rilancio del sistema energetico».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha invitato il capogruppo del Pd a chiedere scusa all’on. Zedda. «Se Cagliari ha aperto 19 cantieri è grazie all’azione di Alessandra Zedda che da ex assessore della Programmazione si è attivata per rendere operativi i finanziamenti a favore della città capoluogo. Si parli a ragione veduta e con dati certi quando si rivolgono accuse di questo tipo».

Pietro Pittalis ha poi parlato di “evidente imbarazzo” della maggioranza amplificato certificato dagli interventi dei capigruppo del Misto e di Soberania e Indipendentzia  Anedda e Usula che hanno preso le distanze dalla finanziaria. «Al posto di Paci mi sarei dimesso – ha detto Pittalis – i gruppi minori chiariscano cosa vogliono fare. Non è sufficiente dire non va bene, traetene le conseguenze. La verità è che non contate nulla, c’è un presidente ombra Paolo Maninchedda, il resto è affidato all’improvvisazione di una Giunta che non ha una via maestra. La dimostrazione è questa finanziaria».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pittalis ha poi stigmatizzato la presenza sul sito della Regione della valutazione dell’Agenzia di rating Fitch sulla solidità della finanza regionale: «C’è un falso nella comunicazione che va eliminato dal sito della Regione – ha detto il capogruppo del Pd – la valutazione dell’Agenzia parla di taglio totale dell’Irap e Irpef che invece non sono state eliminate dalla Giunta ma solo sospese.  State ingannando i cittadini con una falsa comunicazione. Dite quanto state pagando un’Agenzia che ipotizza miglioramenti sulla base di provvedimenti che non esistono. Voi avete reintrodotto l’Irap, mentre  l’addizionale Irpef è stata congelato per questo esercizio».

Contestati da Pittalis anche i dati sull’aumento degli occupati. «Si è parlato di14mila posti di lavoro in più. Da dove arrivano? In quali settori?La verità è che nell’industria sono 5000 in meno, 9000 nelle costruzioni, 16mila nel commercio e nelle attività alberghiere. Attenzione a leggere i dati: i posti di lavoro in più derivano dalle politiche fittizie de Job Act. Noi dell’opposizione continueremo a fare il nostro lavoro di controllo e di verifica e a mettere a nudo le vostre debolezze».

Nella replica della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci messo l’accento sul fatto, «rispetto ai tanti spunti emersi dal dibattito, è difficile tracciare le linee più importanti della manovra sulla quale non c’è alcun trionfalismo ma è sbagliato dimenticare i segnali positivi che ci sono, perché una frazione positiva è meglio di un dato negativo, a cominciare dalle cifre della disoccupazione». Noi preferiamo guardare la realtà, ha proseguito, «nella consapevolezza che i problemi non sono risolti, a cominciare dalla disoccupazione che è ancora al 26%, anzi è proprio a questo dato cui dobbiamo rispondere con una sintesi non trionfalista ma nemmeno appiattita sul tutto va male». I dati più recenti di Eurostat, ha detto inoltre Paci, «dimostrano che l’Italia è al di sotto della media europea e la Sardegna, in riferimento al Pil, è passata dal 78 al 72 per cento delle media europea nel periodo dal 2008 al 2014, superata da alcuni Paesi dell’Est». La nostra economia evidenzia ora segnali deboli ma positivi, ha aggiunto l’assessore, «che dobbiamo sostenere questi segnali anche con la finanziaria, con interventi strutturali rivolti ad accompagnare lo sviluppo e risanare la sanità, un compito quest’ultimo che riguarda tutti». Sulla sanità, ha continuato, «siamo intervenuti concretamente con 330 milioni in più rispetto al 2015 per il piano di risanamento che, ripeto, conviene a tutti e non ci sono alternative». Riferendosi al miglioramento del ciclo economico ed alla crescita delle entrate per 250 milioni, Paci ha ribadito l’azzeramento della preannunciata manovra fiscale sull’Irpef, precisando che ciò ha consentito «di liberare nuove risorse, annullando aumento Irpef e fissando la relativa aliquota al 2.9% la più bassa d’Italia, oltre all’azzeramento di 5 anni per nuove imprese». In sintesi, ha concluso, «non si sono aumentate le tasse, sono stati assegnati 330 milioni in più alla sanità senza intaccare le politiche coperte da fondi regionali, comprese le politiche sociali per 35 milioni, è stato mantenuto intatto il fondo unico per gli enti locali ed è stata decisa la destinazione di fondi europei per 1 miliardo soprattutto per le imprese; un impianto positivo che miglioreremo ancora in aula con ulteriori interventi su lavoro, cultura e università».

Prima del voto sul passaggio agli articoli, il presidente ha invitato i consiglieri ad esprimersi con eventuali dichiarazioni di voto.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia), contrario, ha sottolineato che «la finanziaria è condizionata da tutto ciò che accade nel Pd con un ulteriore deterioramento dei rapporti fra lo stesso Pd e le forze minori, le quali hanno detto chiaramente che la finanziaria non va bene; non sono problemi di piccole marchette ma riguardano questioni di fondo importanti, come dimostra la posizione dei Rossomori».

Per il Pd Roberto Deriu, favorevole, ha messo in evidenza che «anche con la finanziaria, il centro sinistra intende dare un segnale fortissimo all’università e soprattutto agli studenti con tutti i modi possibili e questa sarà una delle politiche qualificanti della manovra, non contro la Giunta ma in pieno accordo con l’Esecutivo».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), favorevole, ha detto che «il logoramento della maggioranza interessa poco ai sardi, interessa molto di più non vivere la politica solo nelle buone stagioni; noi siamo per azioni efficaci, gli indicatori ricordati da Paci non li vediamo e lui stesso scrive, a proposito dei servizi per il lavoro, che il riordino non è nemmeno cominciato, mancano propri i presupposti e le politiche attive, il nostro giudizio resta negativo per l’assenza di temi importanti come famiglia, lavoro e semplificazione».

Il consigliere Mario Floris (Misto), contrario, ha lamentato che «parlare in questo Consiglio regionale non è difficile, è inutile, perché l’assessore Paci non ha raccolto nemmeno le proposte che gli sono state rivolte dal presidente della commissione Bilancio, e non solo da lui, in materia di revisione dell’accordo sulle entrate; o ci mettiamo in testa di trattenere in Sardegna il gettito fiscale o non ne usciremo mai, continuando a parlare di numeretti, non chiediamo niente più del dovuto ma questo è l’argomento principale».

Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia), favorevole, ha dichiarato che «nessuno può strumentalizzare le nostre posizioni, ribadiamo la lealtà verso la maggioranza senza rinunciare a fare le nostre proposte; siamo e restiamo forza di governo, convinti che, come abbiamo detto, Giunta e maggioranza saranno all’altezza».

Luigi Crisponi (Riformatori), contrario, ha definito imbarazzante «sentire tutto e il contrario di tutto e registrare posizioni contemporaneamente convergenti e divergenti, non si capisce dove si voglia arrivare al di là della mistificazione dei fatti; questa finanziaria, come quella precedente anche da questo punto di vista, è un luogo dove tutti si accapigliano per rincorrere il niente come emergerà dalla discussione degli articoli in molti dei quali saranno nascoste le solite marchette, questo incontrerà la nostra censura e comunque ci riserviamo di proporre i nostri emendamenti».

Oscar Cherchi (Forza Italia), contrario, ha ribadito che a suo giudizio la finanziaria rappresenta «la totale assenza di un progetto politico per la Sardegna; nessuno strumentalizza Usula ma ha detto cose molto diverse da quelle della maggioranza e, quanto a Deriu, la sua attenzione sembra rivolta più all’università che agli studenti, forse perché nella Giunta ci sono molti professori».  

Il consigliere Paolo Truzzu (Fd’I) ha dichiarato voto contrario ed ha affermato: «Si è persa un’occasione e si è assistito al solito rimpallo di responsabilità con poche proposte politiche». «Propongo quindi – ha concluso il consigliere della minoranza – che insieme con gli investimenti in cultura e università si investa sulla natalità per invertire l’inverno demografico».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha ricordato l’assenza di politiche attive del lavoro, per la formazione professionale e degli investimenti sul capitale umano, riportando le note critiche della Cisl. «Voto contro – ha dichiarato il consigliere della minoranza – ed a proposito di Università ricordo l’espropriazione fatta al Man e all’Università nuorese da parte della Regione».

La consigliera del gruppo Sovranità, democrazia e lavoro, Annamaria Busia , ha dichiarato voto favorevole ed ha rivolto ai colleghi l’invito all’astenersi dall’utilizzo del termine “marchetta”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato voto contrario ed ha ribadito che “la finanziaria è senza anima” auspicando una revisione dei rapporti tra Regione e Università («ci sono troppi rivoli per la distribuzione risorse ma resta carente lo stanziamento per la ricerca»).

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha dichiarato voto contrario ed ha sottolineato “l’onestà intellettuale della minoranza” e la “volontà positiva” da sempre dimostrata: «Quanto affermato oggi nel corso del dibattito è la verità, sui vostri ritardi, sul metodo con cui procedete nel fare le leggi e sulla spesa dei fondi comunitari».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha espresso solidarietà alla collega Busia sulla questione dell’utilizzo del termine “marchetta” («anche se la questione non riguarda più solo il genere femminile»). L’esponente della minoranza, nel dichiarare il voto contrario ha domandato lumi sull’inserimento nel versante entrare del bilancio, del milione e 800mila euro dei fondi dei gruppi restituiti alla presidenza del Consiglio nella scorsa legislatura: «Avevamo deciso allora che quei fondi andassero nelle casse del Consiglio e non altrove».

Il presidente del Consiglio ha spiegato che lo sblocco dei fondi è stato deliberato con voto unanime dell’ufficio di presidenza.

Posto in votazione il passaggio agli articoli è stato approvato con 31 favorevoli e 15 contrari e si è passati all’ordine del giorno per l’approvazione del Defr 2016 (documento di economia e finanza regionale) sul quale hanno dichiarato voto contrario i consiglieri di Forza Italia, Ignazio Locci e Marco Tedde. Posto in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula.

Il presidente a conclusione della seduta ha comunicato la convocazione della commissione Bilancio per l’esame degli emendamenti (domani alle 9.30) e dell’Aula per il proseguo dell’esame della manovra (domani mattina dalle 11.00 alle 13.00 e in seduta pomeridiana dalle 16.00 alle 20.00).

 

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il testo unificato sulla panificazione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Testo unificato 93-290 (Disposizioni in materia  di tutela della panificazione e delle tipologie da forno tipiche della Sardegna). Avviando la discussione generale, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del provvedimento, la consigliera del Pd Daniela Forma.

Nel suo intervento, (Pd) ha ricordato che il pane rappresenta «una componente per eccellenza della tradizione occidentale e contadina, un prodotto ricco di significati culturali e valoriali il cui ciclo produttivo è fortemente legato alla terra, mentre le diverse forme che lo contraddistinguono contribuiscono fortemente all’identità mediterranea e sarda in particolare». Ora le modalità di produzione sono cambiate, ha proseguito, «ed il consumatore ha a disposizione una scelta molto vasta, pur non avendo in realtà gli strumenti per riconoscere le diverse tipologie del prodotto, con particolare riferimento al pane fresco di giornata ed ai suoi contenuti nutrizionali». Si tratta inoltre, ha detto ancora la Forma, di un settore che in Sardegna presenta numeri importanti. oltre 1.000 piccole imprese, 4.000 addetti e 350 milioni di fatturato, più un indotto importante legato al sistema agricolo ed alla produzione di grano, un contesto che esalta la nostra ricchissima tradizione». La legge, ha precisato, «valorizza la panificazione quotidiana legata al prodotto fresco, tutela ed informa correttamente il consumatore, migliora la formazione dei panificatori, organizza meglio le imprese con un apposito contrassegno regionale, pone le basi di una vera e propria filiera». Una legge, ha concluso, «molto attesa dagli artigiani della panificazione che vanno ringraziati per il loro contributo propositivo, a testimonianza dell’interesse concreto di tutta la categoria».

Per la minoranza, il relatore Luigi Crisponi (Riformatori), ha premesso che, in molti casi, l’ordinamento regionale lascia vuoti normativi e «quello del pane è sotto questo profilo un esempio emblematico». La caratteristica migliore del testo, ha continuato, «è quello di rappresentare una disciplina organica della materia, tutelando le capacità degli operatori e dando al consumatore quella trasparenza che finora è mancata, senza dimenticare il dato positivo del recepimento dei suggerimenti della Confcommercio e dell’associazione di categoria, che hanno dato un contributo importante in tutte le fasi della legge, a cominciare dalla riconoscibilità del pane fresco, passaggio che consentirà di superare finalmente le mistificazioni che hanno finora contraddistinto il mercato di questo prodotto». Ora, al contrario, «i consumatori potranno conoscere modalità di preparazione e conservazione, avranno precise garanzie sulla sicurezza dei trattamenti e la qualità degli ingredienti utilizzati; sono le basi più solide per lo sviluppo e la modernizzazione per le imprese che potranno puntare con decisone su qualità ed aggiornamento professionale». Operatori del settore e Regione, ha poi auspicato, «sono chiamate ad un processo più ampio di valorizzazione di tutta la filiera sarda dall’agricoltura alla distribuzione, attraverso il registro regionale che garantisce la specialità delle nostre produzioni tipiche come il pane carasau con le protezioni doc e igp, un bel passo in avanti per la filiera sarda e per i consumatori». Dopo la finanziaria, ha concluso, «bisognerà però individuare anche specifiche risorse economiche per far crescere ulteriormente il progetto».

Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha ringraziato in apertura i due consiglieri che hanno formulato la proposta e poi la commissione per il lavoro svolto, «che colma una grossa lacuna a livello normativo per la Sardegna che non disponeva di una norma specifica, a differenza di altre Regioni». I punti qualificanti della legge, ad avviso di Tendas, «sono la tutela del consumatore, il miglioramento della parte igienico-sanitaria, la formazione professionale molto utile per le nuove imprese, la costituzione di una filiera, cui sono molto attente le organizzazioni di categoria». Il settore, ha ricordato, «è stato colpito dalla crisi ed è emerso dalle audizioni in commissione che, a livello più generale, occorre portare avanti una riflessione profonda sulla produzione della materia prima come il frumento duro che in pochi anni è passata da 90.000 ettari ai 33.000 attuali; ciò significa che la materia prima della produzione non supera il 20% del totale, mentre il resto arriva da Canada o Ucraina, costituire una filiera vuol dire invece ricostituire un intero ciclo produttivo che parte dall’agricoltura».

Il consigliere Pietro Comandini (Pd) ha espresso convinta soddisfazione per la nuova legge che, ha affermato, «dà dignità ed importanza al settore agroalimentare, strategico per la Sardegna e per il nuovo modello di sviluppo che si vuole costruire, colmando oltretutto un vuoto in un comparto importante per l’economia regionale, come già emerso in sede di Expo e, con molte iniziative, a livello nazionale». Con questa Regione, ha aggiunto Comandini, «si difendono al meglio le nostre tradizioni identitarie ed i tratti distintivi di una economia come la nostra legata alle produzione di grande qualità, senza tralasciare la tutela dei consumatori, spesso ingannati da cuna comunicazione indistinta, e la costruzione di una filiera economico-produttiva che, anche attraverso marchi di qualità ed albi specializzati degli operatori, garantisce lo sviluppo della nostre migliori capacità artigiane».

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha ringraziato, in qualità dei presidente della V commissione, ha ringraziato il presidente e la conferenza dei capigruppo per aver favorito l’approdo in Aula della proposta di legge unificata, prima dell’avvio dell’esame della legge finanziaria ed ha sottolineato l’impegno e il buon lavoro svolto dai consiglieri primi firmatari, Daniela Forma (Pd) e Luigi Crisponi (Riformatori) e dall’intera commissione della Attività produttive. Ricordate le numerose audizioni svolte, Lotto ha quindi sinteticamente esposto gli obiettivi soddisfatti dal testo unificato, ad incominciare dalla difesa dei consumatori, dalla promozione delle attività di artigiani e agricoltori e dalla netta divisione di ciò che è pane fresco (prodotto giornalmente) da tutto ciò che invece non lo è.

Il presidente della commissione ha quindi evidenziato l’introduzione, all’articolo 6, un contrassegno regionale che può essere utilizzato solo da coloro che informano i consumatori sulle materia prime utilizzate, sui tipi di lievito, sulle tecniche produttive e il tipo di forno.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha confermato il voto favorevole alla proposta di legge ed ha evidenziato come la sintesi sulle norme per la tutela dei pani tipici e dei panificatori veda come protagonisti due consiglieri regionali del nuorese, “dove cioè la tradizione della panificazione è una realtà di eccellenza che è stata esercitata sempre tenendo conto della tutela del consumatore e della sua soddisfazione”. L’esponente della minoranza ha espresso soddisfazione inoltre per le azioni di contrasto ai fenomeni dell’abusivismo ed ha dichiarato “pieno sostegno per una norma che colma un vuoto legislativo e ci dà occasione di valutare se siano necessari ulteriori sostegni”.

Il vice presidente della Giunta, Raffaele Paci, ha dichiarato pieno sostegno all’iniziativa legislativa e ed ha ringraziato presentatori e commissioni per il lavoro svolto. L’assessore ha quindi ribadito la strategicità degli interventi di filiera nell’agroalimentare ed ha ricordato che l’agroalimentare rientra nella cosiddetta “strategia di specializzazione intelligente” e che “può rappresentare uno  dei punti di forza della Regione”.

Raffaele Paci ha ricordato inoltre il parere positivo espresso dalla commissione Bilancio per il piano di sostegno alle piccole imprese (interventi a partire da 15mila euro) con procedure “a sportello” e “a catalogo”. «Bene puntare fortemente sull’agroalimentare – ha concluso l’assessore – per rilanciare il settore e l’occupazione in Sardegna».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Sovranità, democrazia e lavoro) ha dichiarato il voto favorevole del gruppo per il passaggio agli articoli ed ha ribadito pieno sostegno al testo unificato esitato dalla V commissione. L’esponente della maggioranza ha definito “un preciso messaggio politico” la decisione di discutere in Aula la legge per la tutela dei panificatori e la valorizzazione dei pani tipici, prima dell’esame della legge  finanziaria: «Diciamo forte che è un atto di indirizzo forte per le politiche agricole». «La politica cerealicola – ha aggiunto Congiu – è un punto fondante del nostro futuro e la filiera della panificazione deve trovare una piattaforma politica anche nel piano di sviluppo rurale». Il consigliere di Sdl ha espresso rammarico per l’assenza dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.

Il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia, ha annuncio il voto a favore suo e del gruppo “popolari e socialisti” ma ha auspicato l’introduzione di un marchio che sia garanzia di salvaguardia di usi, tradizioni e tecniche di lavorazione del pane per ogni singolo paese della Sardegna.

Il consigliere Marco Tedde (Fi), ha sottolineato le caratterizzazioni positive del pane e i “buoni obiettivi” della proposta di legge: «Tutela del consumatore  da messaggi ingannevoli e tutela dell’attività dei panificatori molto spesso trascurati come categoria».

Ha quindi preso la parola il capogruppo di Sel Daniele Cocco che ha lodato il modus operandi della commissione “Attività Produttive”. «E’ una legge costruita con il contributo di tutti gli addetti ai lavori – ha detto Cocco – una volta tanto il legislatore fa leggi utili ascoltando i suggerimenti degli operatori. E’ un buon esempio da seguire, così si risponde ai bisogni della comunità». Il capogruppo di Sel ha poi ricordato i numeri del settore (4.000 addetti e circa 350 milioni di fatturato annuo) auspicando un ulteriore sviluppo nel futuro. «La legge – ha concluso Cocco – mette in sicurezza i lavoratori e pone le basi per il potenziamento del comparto».

Secondo Fabrizio Anedda, capogruppo del Misto, il riconoscimento dell’attività di filiera come strumento di sviluppo dell’economia dell’Isola è la parte più importante della legge. «E’ un modello per favorire l’esportazione dei nostri prodotti tipici – ha detto Anedda – un esempio è la produzione del grano “Capelli”: ci sono imprese che incentivano questa produzione, serve però un marchio per essere competitivi a livello nazionale».

Gigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, dopo aver annunciato il voto favorevole al Testo Unificato, ha lodato il lavoro svolto in Commissione «E’ una legge scritta con la collaborazione dei panificatori e dell’intera filiera. Il pane non è solo l’alimento per eccellenza ma rappresenta anche le tradizioni, la cultura e la tipicità della Sardegna – ha detto Rubiu – la Commissione è riuscita a far emergere questo aspetto».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula.

L’Assemblea ha quindi approvato in rapida successione gli articoli 1 “Finalità”, 2 “Definizioni”, 3 “Esercizio dell’attività di panificazione”.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 4 “Responsabile dell’attività produttiva” per il quale è stato presentato un emendamento aggiuntivo, primo firmatario Luigi Crisponi (Riformatori), con il quale si propone l’introduzione in legge di periodici aggiornamenti formativi per i panificatori.

Il relatore di maggioranza Daniela  Forma (Pd) ha chiesto il ritiro dell’emendamento. Richiesta respinta dal proponente Luigi Crisponi. «La Regione alcuni anni fa ha eliminato il tesserino sanitario e ha creato grandi problematiche – ha detto Crisponi – le Asl intervengono a sanzionare le imprese perché manca un aggiornamento professionale obbligatorio sulle questioni igienico-sanitarie. La materia è delicata. Chiediamo aggiornamenti formativi da frequentare periodicamente, le imprese potrebbero beneficiarne per affrontare le difficoltà quotidiane».

Mario Tendas (Pd) ha annunciato il voto contrario all’emendamento: «Gli aspetti legati all’attività formativa dipendono da norme nazionali – ha detto Tendas – la tessera sanitaria è stata eliminata con la legge 155 del ‘97 che recepiva i regolamenti comunitari in materia. L’obbligo formativo iniziale e gli aggiornamenti periodici sono già previsti dalla normativa nazionale ed europea. Introdurre una norma specifica non farebbe altro che appesantire la legge».

Daniela Forma (Pd) ha spiegato i motivi della sua contrarietà all’emendamento. «L’obbligo formativo è previsto per elevare la qualità di chi si inserisce nel settore. Detto questo, in tutti i settori artigiani è l’esperienza maturata negli anni che fa sì che la qualità e la professionalità del singolo panificatore venga riconosciuta – ha sottolineato Forma – per quanto riguarda gli aspetti igienico-sanitari gli aggiornamenti sono obbligatori per legge. Ritengo non opportuno inserire nel testo l’obbligo di frequentare aggiornamenti periodici perché già previsti dalla normativa nazionale».

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto che, dopo aver affermato di comprendere le ragioni che hanno spinto il consigliere Crisponi a proporre l’emendamento, ha paventato il rischio che la proposta introduca forme di discriminazione tra diverse categorie. «Chi vuole far bene l’artigiano è giusto che si aggiorni – ha detto Lotto – non riteniamo però di obbligare per legge la gente ad essere brava».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha rimarcato l’esigenza di introdurre ulteriori garanzie in un settore delicato come quello della panificazione. «Perché non si vuole dire in legge che l’igiene e la sanità garantiscono il consumatore? Quanti panificatori partecipano oggi ai corsi? Se li lasciamo liberi la legge non ha ragion d’essere – ha detto Dedoni – la norma deve certificare la qualità, il rimando alla legge nazionale non risolve la questione. La regione Emilia Romagna ha reintrodotto l’obbligo dell’aggiornamento professionale».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il suo voto contrario all’emendamento. «La legge prevede già pesanti sanzioni all’articolo 12. E’ giusto essere garantisti, il pane che arriva sulle nostre tavole deve essere di qualità – ha detto Carta – l’emendamento però è un appesantimento della legge».

L’assessore Paci, a nome della Giunta, ha espresso parere conforme a quello della Commissione.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 4 che è stato approvato con 51 voti favorevoli e uno contrario mentre l’emendamento aggiuntivo è stato respinto con 32 no e 18 sì.

Dopo lo scrutinio il Consiglio ha approvato gli articoli 5 (Modalità di vendita) e 6 (Contrassegno regionale).

Sull’art. 7 (Registro regionale delle specialità da forno tipiche della Sardegna) il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha sottolineato che si tratta di «un passaggio meno eclatante ma fra i più importanti, perché da oltre 10 anni si cerca di individuare marchi di qualità per alcune tipologie di pane tradizionale e di invitare la categoria a fare sistema». Stiamo però rischiando, ha avvertito, «di perdere pani di qualità come il carasau che viene prodotto da anni fuori dalla Sardegna, occorre quindi che la Giunta metta in piedi al più presto un gruppo di lavoro per avere ad ottenere alcuni marchi di origine registrati; ne va della difesa della nostra tradizione artigianale, perché abbiamo un panificio in ogni comune della Sardegna ed il pane sardo deve essere di nostra proprietà esclusiva favorendo l’esportazione del prodotto nei mercati internazionali».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che quando parlava di vuoti normativi sarebbe stato il caso di aggiungere anche vuoti operativi. Il rischio paventato da Lotto esiste, ha affermato, «e senza tutela concreta di un brand peraltro riconosciuto ampiamente fuori dalla Sardegna il nostro prodotto è in pericolo, per cui dobbiamo usare questa leva economica ed è necessario uno sforzo importante della Giunta e degli assessorati interessati per bloccare la penetrazione sul mercato di prodotti che non solo sono diversi ma molto peggiori dei nostri».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha condiviso la proposta di Lotto e le osservazioni di Crisponi, ricordando che «la stessa pizza rischiava di non essere considerata più un prodotto nazionale e sarebbe grave ricadere nello stesso pericolo per la Sardegna se non si dovessero predisporre tutte le misure per difendere la qualità dei suoi prodotti». Dedoni ha poi lamentato l’assenza dell’assessore dell’Agricoltura «che invece è presente in occasioni pubbliche diverse dal Consiglio» ed aggiunto che «il richiamo rivolto alla Giunta dal presidente della commissione è emblematico dell’assenza dell’esecutivo da temi importanti per la Sardegna e la sua economia; è ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità, anche controllando in maniera rigorosa, ad esempio, le merci in ingresso su porti ed aeroporti sardi, argomento su cui grava un eccessivo e grave silenzio».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha detto fra l’altro che «la presenza o l’assenza dell’assessore Falchi non cambia molto, ciò che pesa è piuttosto la sua assenza dai problemi dell’agricoltura come denunciano le associazioni di categoria». Condivido l’intervento del presidente della commissione Luigi Lotto, ha continuato, «e ritengo quanto mai necessario portare in commissione con urgenza il problema della tutela dell’olio sardo, perché sono preoccupato per la posizione scandalosa e vergognosa assunta dal segretario del Pd Renato Soru in sede di parlamento europeo, con cui si è aperto senza alcuna regola ad una invasione dell’olio tunisino senza controlli senza di origine e qualità; il settore dell’olio è ugualmente importante nel nostro comparto agro-alimentare e bisogna intervenire al più presto raccogliendo il grido di dolore che arriva dai produttori».

Il vice presidente della Regione Raffaele Paci ha ricordato «senza alcuna vena polemica» che la competenza relativa alla legge in esame è dell’assessore Francesco Morandi. «che si trova all’estero per seguire la promozione turistica, mentre l’assessore Falchi ha partecipato alla prima fase dei lavori ma poi si è dovuta assentare per alcuni appuntamenti istituzionali e si è scusata». Penso di rappresentare degnamente la Giunta, ha concluso, e di fronte ad un testo che unisce due proposte di legge «ribadisco il ringraziamento al Consiglio penso che le polemiche siano fuori luogo».

Dopo l’intervento dell’assessore Paci, il Consiglio ha approvato l’art 7 e, a seguire, anche gli articoli 8 (Norme contro l’abusivismo nel settore dell’attività di panificazione) e 9 (Direttiva regionale).

Sull’art.10 (Valorizzazione della filiera sarda), primo firmatario il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, è stato presentato un emendamento aggiuntivo che impegna la Giunta, anche di concerto con le associazioni di categoria, a realizzare «adeguate iniziative dirette a promuovere l’informazione e la sensibilizzazione sul consumo consapevole del pane».

Sull’emendamento hanno espresso parere favorevole sia la Giunta che il relatore di maggioranza Forma.

Il presidente della commissione Luigi Lotto (Pd) ha ripreso alcune dichiarazione del consigliere Pittalis sulla tutela dell’olio sardo, «argomento non secondario sul quale però va ricordato che rispetto al pane, sull’olio abbiamo marchi doc come sui formaggi e sui vini». Noi, ha sostenuto, «dobbiamo valorizzare il nostro prodotto ed avere questa capacità e, nello specifico, dobbiamo dimostrare che il nostro olio è migliore di quello tunisino come peraltro riconosciuto dalla comunità scientifica; non mi preoccupo più di tanto che l’olio tunisino entri per due anni sui nostri mercati, mi preoccupo che non riusciamo a vendere il nostro a più di 5 euro, mentre ne meriterebbe 30 o 40, questo deve essere l’impegno di tutti, non chiudere la frontiere ma aprirle per vendere meglio le nostre produzioni».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ribadito l’importanza dell’argomento che a suo avviso «rappresenta il cuore del comparto agro-alimentare, proprio nel momento in cui stanno arrivano sulle nostre tavole lombrichi e vermi sulla tavole con il permesso dell’Unione europeo e viene consentito l’uso del latte in polvere per fare il formaggio; queste sono vere e proprie aberrazioni che vanno combattute». Con l’emendamento, ha chiarito, «si chiede proprio una campagna di consapevolezza per invitare il consumatore a preferire il pane buono, fresco e di qualità e di provvedere con fondi ordinari di bilancio, assieme ad associazioni di categoria, a realizzare iniziative indirizzate ad un consumo consapevole». Il pane carasau, ha concluso, «ha accompagnato la storia dei nostri genitori e deve essere riconosciuto patrimonio mondiale dall’Unesco, come orgoglio della nostra buona produzione; a questo deve lavorare la Regione».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, ricordando di non essere tra i firmatari delle due proposte poi confluite nel testo unificato, ha definito gli argomenti «di enorme interesse» precisando tuttavia che, «se c’è grande consenso, meglio approvare subito la legge senza puntualizzazioni eccessive».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato invece che «alcune puntualizzazioni sono necessarie per dire che non sono contro Soru per quel voto in sede di parlamento europeo, perché la Sardegna è in mezzo al Mediterraneo e la Tunisia vive un momento particolare, ho più paura di quello che non ha fatto Soru quando guidava la Regione, e di quello che non si è fatto neanche dopo per difendere la produzione agroalimentare sarda». Invece è importante qualificare sempre di più la nostra produzione, ha concluso, «facendo emergere la Sardegna da un profondo momento di crisi, ne parleremo da stasera discutendo la finanziaria».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito la sua convinzione relativa alla necessità di occuparsi della tutela dell’olio sardo. Il problema, ha dichiarato, «deve essere portato al più presto all’attenzione della commissione; non possiamo ignorare l’impatto di alcune direttive europee sulla nostra economia e serve una strategia da portare al tavolo nazionale ed europeo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’art. 10 e l’emendamento proposto dal consigliere Crisponi, che il Consiglio ha approvato.

L’Aula ha quindi approvato con 51 voti a favore su 51 votanti l’articolo 11 (Vigilanza) e di seguito l’articolo 12 (Sanzioni) con 48 favorevoli su 48 votanti, poi l’articolo 13 (Disposizioni transitorie) con 50 a favore e un contrario e quindi l’articolo 14 che abroga 4 leggi in materia di pani tipici (52 a favore).

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha proposto all’Aula un emendamento all’articolo 15 che aggiunge il 15 bis, stabilendo l’entrata in vigore della legge il giorno della pubblicazione sul Buras.

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’articolo 15 (Norma finanziaria) che è stato approvato con 52 favorevoli su 52 votanti e dell’’emendamento aggiuntivo 15 bis, approvato con 53 voti favorevoli su 53 votanti.

Il testo finale della legge è stato quindi approvato all’unanimità con 52 voti a favore. Il presidente Ganau ha dunque dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per questo pomeriggio alle 16.00.

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Palazzo Consiglio regionale 44 copia

Il Consiglio regionale ha dato il via libera al terzo mese di esercizio provvisorio di bilancio. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito e prima di iniziare l’esame dell’ordine del giorno, il presidente ha sospeso brevemente la seduta per convocare una riunione della conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, a seguito della sentenza Corte d’Appello di Cagliari n. 43/2016 relativa al contenzioso Tatti-Marras, la Giunta per le elezioni ha riferito che, data la complessità della materia e la non univocità della normativa, appare opportuno non dichiarare l’immediata decadenza dell’on. Tatti dalla carica di consigliere regionale, attendendo l’esito del ricorso in Cassazione proposto dallo stesso Tatti. Il presidente Ganau ha infine precisato che l’eventuale voto contrario del Consiglio equivale ad attribuire esecutività immediata alla sentenza della Corte d’Appello.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha presentato formale richiesta di procedere a scrutinio segreto.

Annamaria Busia, consigliere di Sdl-Centro democratico, ha ricordato in apertura la correttezza formale e sostanziale dell’operato della Giunta per le elezioni osservando però che «il problema pone la politica di fronte alla necessità di riacquistare il ruolo anche la politica deve avere in tali circostanze, per cui è auspicabile un voto libero senza la paura della spada di Damocle della magistratura e di alcune voci provenienti dall’esterno». «La materia è complessa – ha proseguito la Busia – è la stessa legge non chiara sul punto dell’esecutività della sentenze di corte d’appello a differenza delle sentenze di primo grado, ragione di più per esprimere un voto non condizionato da timori su possibili conseguenze ed una decisione che consideri anche quello che è giusto dal punto di vista politico».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta, rinviando però la sospensione al termine del dibattito.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha definito «condivisibili». le argomentazioni della consigliera Busia, ma ha sottolineato la necessità di ulteriori ragguagli tecnici a cominciare dal parere tecnico giuridico del segretario generale.

Il presidente Ganau ha ricordato che i pareri richiesti sono inseriti, come allegati, nella delibera della Giunta per le elezioni. Subito dopo, non essendoci iscritti a parlare, ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori e prima di procedere alla votazione, il presidente ha ricordato le modalità dello scrutinio a voto segreto: votare Sì tasto col tasto verde significa confermare la delibera della Giunta per elezioni, votare No col tasto rosso comporta la decadenza immediata del consigliere Tatti.

Successivamente il Consiglio ha approvato la delibera della Giunta per le elezioni con 35 voti favorevoli e 18 contrari.

Subito dopo, l’Assemblea ha esaminato il secondo punto all’ordine del giorno, il disegno di legge n. 308/A – Proroga all’autorizzazione dell’esercizio provvisorio della Regione per l’anno 2016.

Illustrando il parere della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha comunicato la presentazione di un emendamento, di natura squisitamente tecnica, che modifica alcune parti del testo del Dl con cui è stato approvato il primo provvedimento di esercizio provvisorio. Questa modifica, ha concluso Paci, si è resa necessaria dopo una nota formale del ministero dell’Economia pervenuta ieri.

Dopo l’intervento dell’assessore il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli ed avviato l’esame dell’art. 1 con l’emendamento proposto dall’assessore.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato «l’atteggiamento saggio della minoranza» ricordando inoltre che il Governo centrale «ha sempre piena responsabilità politica anche degli atti che provengono da organismi sottoposti al suo controllo; ciò significa in concreto che non si può essere disponibili a prescindere nei confronti di chi lavora con i cavilli, come Consiglio abbiamo il dovere di fare gli interessi a cominciare dalla prossima legge finanziaria».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’art.1 e l’emendamento presentato dall’assessore Paci che sono stati approvati con 34 voti a favore e 17 contrari. A seguire, via libera dell’Aula anche per l’art. 2 (31 favorevoli, 19 contrari e 4 astenuti) e per il testo finale della legge (31 favorevoli, 18 contrari e 5 astenuti).

Il consigliere questore, Piermario Manca (Sovranità, democrazia e lavoro) ha quindi illustrato sinteticamente la proposta di proroga dell’esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio regionale: «E’ un atto dovuto e con la proroga dell’esercizio provvisorio della Regione ne consegue la richiesta di proroga anche per il Consiglio regionale fino al 31 marzo 2016».

Il presidente ha quindi posto in votazione la proroga dell’esercizio provvisorio del bilancio interno del Consiglio regionale che è stata approvata con 43 voti a favore e 9 astenuti.

Il presidente Ganau, infine, ha dichiarato conclusi i lavori dell’Aula: il Consiglio sarà convocato al domicilio.