22 November, 2024
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Consiglio regionale 2 copia

L’on. Antonio Solinas (Pd) è stato eletto presidente della Quarta Commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità).

La seduta di insediamento è stata presieduta dal presidente del Consiglio regionale, on. Gianfranco Ganau che, al termine dello scrutinio segreto, ha proclamato l’esito della votazione: presenti 9 consiglieri; votanti 9; Antonio Solinas, 5; Gianni Tatti, 4. Vice presidente della Commissione è stato eletto, dunque, l’on. Gianni Tatti (Udc).

Segretari sono stati eletti i consiglieri Eugenio Lai (Sel-gruppo Centro democratico) con 5 voti e Giuseppe Fasolino (FI) con 4 voti.

Antonio Solinas è nato a Busachi il 14 giugno 1959. E’ stato eletto nella circoscrizione di Oristano, con 3.322 preferenze). Ha conseguito il diploma di tecnico commerciale e svolge la professione di impiegato.
Ex consigliere comunale di Busachi, è al secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura è stato vicepresidente della Quinta Commissione “Agricoltura e Ambiente”.

La Quarta Commissione si occupa delle seguenti materie: governo del territorio, pianificazione paesaggistica, edilizia, tutela dell’ambiente, parchi e riserve naturali, difesa del suolo e delle coste, pianificazione per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, risorse idriche, politiche abitative, lavori pubblici, porti e aeroporti civili, mobilità e trasporti.

Luigi Lotto (Pd) è il nuovo presidente della Quinta Commissione (Attività produttive).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Luigi Crisponi (vicepresidente) e i segretari Gaetano Ledda (Upc) e Marco Tedde (Forza Italia).

Luigi Lotto è nato a Villagrande il 12 agosto 1953. E’ stato eletto nella Circoscrizione di Sassari con 3.073 preferenze. Laurea in Scienze Agrarie, svolge la professione di insegnante.

Dal 1975 al 1980 è stato consigliere comunale di Villagrande. Dal 1995 al 2000 ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici del comune di Sassari, nella Giunta guidata da Anna Sanna. Dal 2000 al 2005 è stato consigliere comunale di Sassari e, successivamente, assessore dei Lavori pubblici nella prima giunta del sindaco Gianfranco Ganau. E’ al suo secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura, è stato prima segretario e poi vicepresidente della Quarta Commissione “Trasporti, Lavori Pubblici e Urbanistica”.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo Regolamento: industria, commercio, artigianato, turismo, cooperazione, energia, attività estrattive, forestazione, agricoltura, caccia, pesca, acquacoltura.

Raimondo Perra (Psi) è il nuovo presidente della Sesta Commissione (Salute e Politiche Sociali).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Marcello Orrù (Psd’Az – vicepresidente) e i segretari Gigi Ruggeri (Pd) e Peppino Pinna (Udc).

Raimondo Perra è nato a Quartu Sant’Elena il 4 agosto 1956. E’ stato eletto nella circoscrizione di Cagliari, con 1.171 preferenze.

Ha conseguito il diploma di scuola media superiore e svolge la professione di funzionario della Asl 8 di Cagliari. Dal 2011 al 2014 è stato consigliere comunale di Cagliari. E’ alla sua prima legislatura in Consiglio regionale.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo regolamento: salute, politiche sociali, personale delle ASL, igiene veterinaria, attività sportive, alimentazione, emigrazione e immigrazione.

Marco Tedde copia

Piras-Pigliaru 1 copia

Le lungaggini burocratiche che impediscono l’erogazione dei contributi ai privati beneficiari del bando per il fotovoltaico – individuati con determinazione del competente assessorato del mese di febbraio – stanno creando forte disagio finanziario ai beneficiari dei contributi e mettono in serio dubbio l’efficacia, efficienza e tempestività dell’azione amministrativa regionale. Ad oggi, nonostante i numerosi solleciti fatti dagli interessati presso il competente Assessorato regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, non si hanno notizie circa la data dell’erogazione concreta dei fondi ai soggetti ammessi a finanziamento. E sono in gioco  2.346 istanze finanziabili integralmente fino alla concorrenza di 7 milioni di euro.

Sono questi i motivi che hanno spinto il consigliere regionale di Forza Italia Sardegna, Marco Tedde, a presentare una interrogazione al Presidente Pigliaru e all’Assessore. Occorre capire in tempi rapidi – secondo Tedde – i motivi delle intollerabili lungaggini burocratiche che impediscono l’erogazione dei contributi agli aventi diritto. E la Regione – prosegue il consigliere regionale – deve mettere in campo iniziative concrete al fine di pervenire in tempi brevissimi  all’erogazione delle somme dovute.

Consiglio regionale 2 copia

L’on. Michele Cossa, nel corso del suo intervento pomeridiano, ha ribadito il favore per le riforme («ci sono pochi dubbi circa la loro necessità per riammodernare le nostre istituzioni») sottolineando però come il presidente del consiglio dei ministri «proceda a farle anche con l’uso dell’accetta».

Il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato i provvedimenti in discussione nel Parlamento e ha dichiarato di condividere la proposta del Senato delle Regioni. Soluzione contestata però dalle stesse Regioni che sembrano preferire un Senato composto su base proporzionale.

L’on. Cossa ha spiegato come sia in atto un vero e proprio rovesciamento della piramide che si era edificata nel 2001, quando con una serie di importanti provvedimenti legislativi ai vertici della piramide dell’organizzazione dello Stato erano stati messi i Comuni, mentre oggi si assiste ad un ritorno delle logiche centraliste, quelle cioè che riportano in cima lo Stato.

«Oggi – ha precisato l’on. Cossa – c’è in discussione una norma che giustifica qualunque intervento senza che sia presente alcun bilanciamento e senza che sia garantita la nostra specialità autonomistica.»

L’esponente dell’opposizione ha quindi ribadito il suo convinto favore per l’abolizione delle province, ma ha sottolineato il rischio che con l’introduzione delle città metropolitane, definite enti intermedi, si possa ricreare un momento istituzionale, invece di riconfermare le città metropolitane soltanto come enti di coordinamento.

L’on. Cossa ha concluso con l’invito al Consiglio perché si proceda con la riforma degli Enti Locali e con una dura critica, rivolta in particolare al Pd («ha blindato al legge che ieri si discuteva alla Camera») per la bocciatura del collegio unico sardo per l’elezione del Parlamento europeo.

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al capogruppo del gruppo “Sardegna Vera”, Efisio Arbau.

L’esponente del movimento “La Base” ha affermato in apertura del suo intervento come, perché si possano ribadire le ragioni della sua specialità e possa essere affrontato il nodo centrale delle riforme istituzionali. L’on. Arbau ha rivolto apprezzamento per la posizione espressa dal presidente della giunta, on. Francesco Pigliaru, nel corso delle sue comunicazioni all’Aula, quando ha affermato che «la giunta e la maggioranza non arretreranno di un millimetro nel confronto con lo Stato».

Il consigliere Arbau ha ricordato come in Sardegna, insieme con i temi delle riforme in discussione nel Parlamento, «resta aperto il grande problema dell’abrogazione delle province». Il Consiglio regionale – a giudizio del consigliere della maggioranza – non ha infatti proceduto nell’approvazione di un vero e proprio codice delle autonomie per disciplinare correttamente funzioni, compiti e ruoli degli Enti Locali. L’on. Arbau ha, dunque, preannunciato la presentazione a breve di una bozza del codice delle autonomie da sottoporre anche al confronto dell’opposizione, per passare, sul delicato tema degli Enti Locali, «dalle parole ai fatti».

In riferimento alla modifica del Titolo V della Costituzione il capogruppo di “Sardegna Vera” ha espresso favore per l’eliminazione della “competenza concorrente” e ha definito “centralista” il disegno “renziano” che ha l’obiettivo di garantire «più potere legislativo allo Stato e meno alle Regioni».

L’on Arbau ha concluso auspicando una evoluzione dell’Autonomia sarda all’interno di un’Italia federale e ha invitato il Consiglio regionale all’impegno: «Renzi lavora, dimostriamo di saperlo fare anche noi».

Il presidente Ganau ha dato poi la parola al capogruppo dell’Udc, on. Gianluigi Rubiu, il quale ha evidenziato come il premier Renzi stia apparentemente alleggerendo la macchina amministrativa, ma di fatto indebolisce le province senza però eliminarle e, in più, stia istituendo le città metropolitane. Va difeso, ha affermato, quanto previsto nell’articolo 116 della Costituzione, articolo compreso nel Titolo V, che nella modifica costituzionale del 2001 ha scritto che le  Regioni “dispongono di Statuti” e non come era scritto prima alle Regioni “sono attribuiti” Statuti. Una modifica significativa che ha riconosciuto lo Statuto come un diritto acquisito e non concesso.

Ha poi preso la parola l’on. Angelo Carta (Psd’Az), il quale ha elencato le tante volte che la Sardegna è stata beffata dal Governo di turno in materia di trasporti, della tutela della lingua sarda, in materia paesaggistica e culturale.

«Siamo spettatori e stiamo finendo sotto il rullo compressore Renzi», ha affermato l’on. Carta.

«Presidente Pigliaru le domani deve andare a Roma sapendo di rappresentare un’intera regione, una popolazione intera, una nazione».

Per il consigliere del Psd’Az quello di oggi deve essere un punto di partenza per rivedere il modo in cui la Sardegna sta in Italia e in Europa, non avendo paura di parlare di sovranità.

L’on. Pier Mario Manca ha espresso soddisfazione per i «numerosi e positivi spunti emersi nel corso del dibattito» e ha affermato: «Ben vengano le riforme, ma tuteliamo la nostra specificità costituzionale». L’esponente del Partito dei sardi ha più volte declinato il concetto della salvaguardia delle prerogative autonomistiche e ha denunciato come: «Il venir meno della specialità riporterebbe la Sardegna indietro di quarant’anni».

«Non vogliamo entrare in conflitto con lo Stato – ha concluso l’on. Manca – sulla riforma dello Stato italiano, sono pronto a entrare in conflitto con lo Stato italiano per difendere l’Autonomia della Sardegna.» 

L’on. Marco Tedde (FI) si è soffermato sul cambiamento del lessico politico regionale. «Siamo passati – ha detto – da una fase in cui si parlava di autonomismo e specialità al discorso sull’indipendenza e, ora, ad un salto all’indietro in cui il principio stesso di autonomia viene messo in discussione». Abbiamo vissuto in un’altra epoca? Si è chiesto l’on. Tedde: «Ora c’è una smania di sforbiciare che rischia di mandare all’aria decenni di battaglie, per un furto che lo Stato sta tentando di compiere, con una certa destrezza». Siamo, secondo l’esponente di FI, di fronte ad un attacco inaccettabile, perché rivolto anche all’identità; la nostra specialità non è regalia né privilegio, è un piccolo tentativo di riequilibrare una situazione difficile ed un pesante handicap.

Un attacco dello Stato, ha continuato Tedde, che «si esprime in molte forme, compresi i vincoli del patto di stabilità».

«Presidente – ha concluso Tedde rivolgendo un appello all’on. Pigliaru – difenda l’autonomia anche contro il suo partito e convochi gli stati generali della Sardegna, per far sentire forte la sua voce e le sue proposte.»

L’on. Stefano Tunis (FI) ha affermato di apprezzare «il metodo del Presidente della Regione, che ha voluto ricevere dall’Aula il più ampio mandato politico per affrontare un dibattito di grande importanza per la Sardegna, sotto ogni profilo». Tuttavia, l’on. Tunis si è detto pessimista sull’esito del confronto: «Difficilmente saranno ascoltate le ragioni dell’autonomia sarda: dalla riforma del 2001 in poi, passando per il federalismo, c’era un treno in corsa che nessuno riusciva a fermare, ma ora si è arrivati a un nuovo centralismo.»

Il legislatore, secondo Tunis, «ha ancora la febbre alta, il problema della spesa delle Regioni è appesantito da inchieste di grande impatto mediatico e tutto questo fa male all’autonomia regionale». Condividendo alcuni passaggi dell’intervento dell’on. Busia, Tunis ha proseguito affermando che «non si tratta di concordare, si tratta di fermare lo Stato che vuole di nuovo la supremazia nazionale praticamente su tutte le materie. Invece dobbiamo dimostrare che le regioni sanno amministrare bene e sconfiggere l’opinione che qui si annida la corruzione: dobbiamo scrivere una pagina di verità per arrivare alla devoluzione e autonomia».

L’on. Daniele Cocco (Sel) ha condiviso e sottolineato positivamente che il Presidente ha voluto il confronto con l’Assemblea in vista dell’incontro di Roma.

«Le ultime notizie – ha avvertito – purtroppo sono cattive: fra tutte la riduzione delle cattedre e la mancata approvazione della riforma della legge elettorale per le europee. Ma noi vogliamo disturbare il manovratore e contrastare con forza ogni tentativo di comprimere i nostri spazi di autonomia e assumerci le nostre responsabilità, perché i Sardi devono essere protagonisti di tutti i passaggi che li riguardano.»

L’on. Cocco ha poi affermato di condividere la mozione del Pd, che il suo gruppo ha sottoscritto, «ma questo non ci impedisce di criticare la scelta del governo centrale, è vero che non ci sono governi amici o nemici, ma essendo questo governo omologo ad una parte politica dobbiamo porci il problema». Non c’è alternativa, ha concluso il consigliere di Sel: «Lo Stato deve riconoscere i nostri diritti, vogliamo le riforme ma la Sardegna deve accrescere i suoi spazi di autonomia, senza destrutturare il sistema democratico solo per un presunto motivo di taglio di spesa».

Ha preso dunque la parola l’on Alessandra Zedda (Forza Italia). «Dietro la spending review si nasconde la volontà di ledere l’autonomia delle Regioni – ha detto – la Sardegna deve difendere la sue prerogative. In passato abbiamo difeso con forza l’articolo 10 dello Statuto (che assicura alla Regione la possibilità di disporre esenzioni e agevolazioni fiscali nei limiti della propria competenza tributaria). Mi auguro che anche lei sappia interpretare la volontà del popolo sardo. E’ giusto che lei vada domani a Roma alla Conferenza Stato-Regioni portandosi il consenso di tutti i sardi perché questa è la nostra vera battaglia. In questi anni ci si è spostati dai dettami dello Statuto. Se dobbiamo rivedere i contenuti della specialità è per ampliarli non per cancellarli o restringerli. Noi – ha concluso l’on Zedda – le affidiamo un ampio mandato, ma sappia che dietro la disponibilità apparente dei governanti di turno si nasconde la volontà di penalizzare le Regioni autonome».

Subito dopo è intervenuto l’on. Luigi Crisponi. «Lei, ha detto rivolgendosi al presidente Pigliaru richiamando l’antica lotta sarda, si appresta domani ad affrontare un’istrumpa istituzionale. Un’istrumpa che la vedrà accompagnata da tutto il popolo sardo. Si ricordi che all’origine dell’antica lotta sarda c’è il valore dell’appartenenzaIl Governo nazionale ha un atteggiamento invasivo, ha aggiunto l’ex assessore al turismo. Quando è intervenuto in materia di trasporti, fisco, paesaggio, beni culturali ha ritardato lo sviluppo della nostra isola. In Sardegna c’è la volonta di combattere il tentativo di un governo “illusionista” che cerca di dimostrare l’indimostrabile. Se andasse avanti quel progetto – ha concluso l’esponente dei Riformatori – un settore come il turismo, per fare un esempio, tornerebbe nelle competenze statali e le conseguenze sarebbero nefaste».

«La sorte ci offre oggi l’occasione di passare dalle parole ai fatti. C’è la possibilità di mettersi tutti a disposizione quando si trattano argomenti decisivi per il futuro dell’Isola.» Lo ha affermato in apertura del suo intervento l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci. «Apprezzo la sua decisione di arrivare in Aula per proporre un dibattito su un argomento così importante – ha detto rivolgendosi al presidente Pigliaru – la situazione è difficilissima: la questione sarda è una questione ancora aperta a oltre 150 anni dall’unità d’Italia. Energia, trasporti, infrastrutture sono nodi irrisolti: la Sardegna continua a scontare forti ritardi rispetto ad altre regioni d’Italia e d’Europa».

«Dal rapporto con lo Stato dipende molta parte dei nostri impegni finanziari – ha ricordato l’on. Cappellacci -. Lo Stato non ha tenuto un atteggiamento leale con la Regione. Lo ricordo perché lei sappia che lo Stato non fa concessioni. Chi difende i diritti della Sardegna dovrà affrontare queste difficoltà.»

L’on. Cappellacci ha poi parlato di “centralismo irresponsabile” riferendosi al disegno di riforma costituzionale.

«Da una parte lo Stato avoca a se poteri, funzioni e risorse ma dall’altra non assolve ai propri doveri, scappa dalle sue responsabilità e non rispetta gli accordi sottoscritti solennemente. Siamo dovuti ricorrere alla Corte Costituzionale per veder rispettata l’intesa sulle entrate fiscali.»

«Ci deve essere un riequilibrio dei poteri – ha concluso l’ex governatore – per metterci alla pari delle altre Regioni.»

Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, il quale si è detto soddisfatto del clima di condivisione che si è creato in Aula in un momento «in cui in qualche modo sono sotto attacco i nostri programmi e le nostre prerogative». L’on. Usula ha affermato che questo attacco debba essere respinto con forza e fermezza.

«Nessuna crisi economica – ha detto – può negare spazi di democrazia. Vogliamo essere un popolo sovrano e contrastrare la deriva centralistica e ridare il suo ruolo alla Regione, magari aumentandone le prerogative.»

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha espresso  apprezzamento per il metodo utilizzato dal presidente Pigliaru nel voler riferire all’Aula quanto stava accadendo a Roma. «Presidente vada a Roma domani con un ampio mandato di quest’Aula a tutela dell’autonomismo». Secondo l’on. Solinas l’azione dello Stato sembra voler scaricare le responsabilità della crisi sulle Regioni.

 

Il presidente del Consiglio, on. Ganau, ha quindi invitato l’ultimo iscritto nel dibattito, l’on. Pietro Pittalis, a prendere la parola per il suo intervento.

Il capogruppo di Forza Italia ha dichiarato fin nelle premesse il proprio favore per un ordine del giorno unitario «è la risposta più eloquente ai signori tribunalizi d’oltre Tirreno che pretendono di cancellare la nostra Autonomia, in ossequio alla tendenza allo statalismo e al culto dell’uniformità». L’on. Pittalis ha ribadito le distanze politiche verso tali tendenze e ha ribadito di riconoscersi, invece, nei principi del liberalismo e di sentirsi convinto nell’appartenere «ad una nazione sovrana con una sua lingua e un suo popolo».

Il capogruppo di Fi ha invitato il Consiglio a non limitarsi al dibattito in Aula ma a promuovere e favorire azioni e iniziative con il coinvolgimento dell’intero sistema sociale e culturale sardo

L’on. Pittalis ha invitato alla prudenza sugli esiti dell’incontro del presidente della Giunta, in programma per domani a Roma, in ordine ai risultati circa gli interessi della Sardegna e ha denunciato come «le grandi burocrazie ministeriali continuino a lavorare contro l’Isola» e il tutto si aggiunge all’assenza di una autentica cultura federalista.

«Con la democrazia e la dialettica – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – dobbiamo contrastare il disegno centralista dello Stato italiano e in questa battaglia il presidente Pigliaru può contare anche sul nostro convinto sostegno.»

Dopo un breve sospensione dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha predisposto un ordine del giorno unitario di cui dà lettura all’Assemblea. Nel documento, diviso in 4 punti, si impegna la Giunta «a ricercare ogni sede di confronto con il Governo perché venga salvaguardata la specialità autonomistica della Sardegna, sollecitando nel contempo tutte le rappresentanze sarde nel Parlamento italiano affinché si battano nel modo più efficace possibile contro la cancellazione dell’autonomia regionale».

La Giunta ha espresso parere favorevole sul documento. Il presidente ha dato quindi la parola ai consiglieri per le dichiarazioni di voto.

L’on. Mariolino Floris (Sardegna) ha annunciato la sua astensione ritenendo il documento “inutile” nell’attuale contesto politico nazionale e istituzionale. Non è la prima volta, ha ricordato, «che bocciano la proposta di riforma della legge elettorale per le europee che garantirebbe rappresentanza alla Sardegna». Qui, ha aggiunto Floris, «servono risposte chiare perché ci stiamo gicando il futuro della Sardegna e quella di non votare non può essere una soluzione: facciamo invece una lista di sardi e votiamo i sardi».

Esaminando il contenuto dell’ordine del giorno unitario, l’on. Floris ha detto che, più che un confronto col Governo «dobbiamo chiedere un incontro col Presidente della Repubblica che, proprio qui in Sardegna, si era speso a favore dell’autonomia regionale». Semmai, ha concluso, «serve la nostra presenza fisica a Roma, non solo della classe politica ma anche del mondo produttivo e sindacale, degli amministratori locali: non possiamo mandare il presidente da solo».

L’on. Gavino Sale (Misto) ha sostenuto che «dal dibattito in Aula si rafforza l’impressione che in Sardegna c’è davvero un aria nuova». La fusione delle due mozioni, a suo avviso, è indice di maturazione di una certa coscienza, che qui c’è un popolo e una nazione viva. Dopo essersi detto d’accordo con l’on. Floris sul fatto che il confronto non sortirà grossi effetti, l’on. Sale ha aggiunto che «i nodi di tanti anni stanno arrivando al pettine, la coscienza di nazione e di popolo sta superando la capacità di risposta della classe politica». Il punto, secondo Sale, «non è quanto ci possono concedere o quanto possiamo chiedere ma quanto la Sardegna saprà essere protagonista del proprio destino e lo stesso referendum sulle province parla, al punto di 6, di costituente e di riforma dello Statuto». Per l’esponente del gruppo Misto, dunque, bisogna partire da questo: «Il presidente non è più un banale governatore ma il presidente della nazione sarda, questo processo è più ampio della destra e della sinistra, a questo processo dobbiamo dare una accelerata, mettendo in moto una forza che il popolo sardo ha espresso dall’interno e passando da una identità depressiva alla consapevolezza dei valori che rappresentiamo».

L’on. Pizzuto, citando il giurista Piero Calamandrei che parlava della Costituzione, ha ricordato che «quando la nave va in fiamme non ci si può fermare sulle appartenenze». E qui, ha proseguito Pizzuto, «c’è il pericolo che la nostra autonomia sia travolta da spinte disgregatrici che mettono in pericolo la democrazia nel nostro Paese».

Conclusi gli interventi e non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione l’ordine del giorno, che è stato approvato con una sola astensione.

Successivamente ha chiuso la seduta, comunicando l’organizzazione dei lavori per la prossima settimana. Mercoledì, 16 aprile, alle 10.30, si riuniranno tutte le Commissioni per l’elezione dei presidenti. Il Consiglio riprenderà i suoi lavori nella stessa giornata di mercoledì 16 alle 16.00.

Alghero 3 copia

Marco Tedde copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde, ex sindaco di Alghero, ha diffuso una nota sulla visita fatta ieri dal sottosegretario dei Beni culturali Francesca Barracciu nella cittadina catalana.

«Sono convinto – scrive Marco Tedde – che anche nel corso delle passerelle elettorali un sottosegretario di Stato, debba mostrare un profilo di serietà e competenza. Così non è stato nella visita di ieri del sottosegretario Barracciu che, costretta a dire qualcosa di significativo, ha rimproverato all’Amministrazione comunale algherese di non aver fatto un progetto di recupero e di riqualificazione delle mura. Se prima di arrivare ad Alghero, peraltro con un forte ritardo poco istituzionale, avesse raccolto qualche informazione, avrebbe avuto la possibilità di non scadere nelle dichiarazioni ad effetto poco consone al ruolo e poco rispettose della tragedia umana che s’è consumata sotto quelle mura. Avrebbe così appreso che l’amministrazione algherese qualche anno fa ha fatto un progetto definitivo di riqualificazione della passeggiata dalla Torre di Sulis all’intersezione con la via Manzoni, che non fu finanziato dalla Regione. Questo progetto prevedeva  pavimentazione, illuminazione, sottoservizi, rete idrica e fognaria, verde e rifacimento totale  delle balaustre e delle ringhiere.  Ma nel contempo ha prodotto interessanti progetti  che hanno consentito ad Alghero di ottenere  finanziamenti Por e Interreg  per riqualificare tutte la antiche mura, la passeggiata dalla Torre di San Giacomo alla Torre di Sulis, la Piazza Sulis ed il percorso Largo San Francesco allo Scalo Tarantiello, fino ad arrivare a riqualificare tutto il lungomare dal Porto al Lido. E’ pertanto evidente che gli affacci al mare di Alghero hanno avuto un’attenzione straordinaria che va ben oltre l’impegno rituale di un’attenta amministrazione cittadina. Piuttosto che dichiarazioni prive di serietà istituzionale e solidità tecnica avremmo gradito l’assunzione da parte del sottosegretario  Barracciu  di un preciso impegno volto ad allentare i vincoli del patto di stabilità che impediscono agli  enti locali di spendere anche i fondi per le manutenzioni. Così non è stato e ci dispiace. Ora rimaniamo in attesa – conclude Marco Tedde – che si inizi a lavorare per dare corpo agli annunci fatti, in relazione ai quali fin d’ora mi metto a disposizione per dare, se verrà ritenuto utile, il mio contributo.»

dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

L’ex presidente della provincia di Nuoro, Roberto Deriu (Pd), è stato il primo ad intervenire dai banchi della maggioranza nel dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru.

«Si rivolga con fiducia all’assemblea», è stato l’invito rivolto da Roberto Deriu a Francesco Pigliaru, a conclusione del suo intervento a sostegno al presidente della Giunta.

Il consigliere del gruppo del Psd’Az, Marcello Orrù, dai banchi dell’opposizione, ha chiesto al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, interventi urgenti per contrastare la crisi in atto in Sardegna e indicato nell’edilizia il settore da rilanciare per assicurare sviluppo ed occupazione.

Il consigliere Paolo Zedda dei Rossomori (centrosinistra) ha scelto di svolgere il suo intervento nel dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, integralmente in sardo. Paolo Zedda ha incentrato grande parte del suo intervento sul multilinguismo, sulle politiche linguistiche e contro le penalizzazioni per i sardi che vogliono parlare e difendere la loro lingua.

«Con la lingua rischiamo di perdere il nostro più grande patrimonio immateriale» ha denunciato il consigliere Zedda a conclusione del suo intervento a sostegno del presidente Pigliaru.

Il neo consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, nel suo intervento in Aula nel corso delle dichiarazioni programmatiche del presidente della giunta, Francesco Pigliaru, ha ribadito la volontà di volersi confrontare con la maggioranza solo sui temi concreti. Tunis ha sottolineato come dalla militanza possano arrivare risposte efficaci ai problemi della Sardegna mentre, ha affermato con tono critico il consigliere Tunis riferendosi al ruolo e alle risorse destinate agli Atenei sardi, il presidente, per formare la sua Giunta, è sembrato rivolgersi laddove i problemi in molti casi sono stati creati.

Il neo consigliere regionale del Pd, Salvatore Demontis, si è detto “emozionato” dall’intervento svolto dal presidente della Giunta in occasione della presentazione delle dichiarazioni programmatiche in Consiglio regionale. Demontis, nel corso del suo intervento di sostegno a Pugliaru, ha ribadito la necessità di ricostruire il rapporto tra politica e cittadini, fondandola su quattro azioni: rendicontazione, trasparenza, open data, politiche del buon esempio e un modello di governance orizzontale.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha ribadito l’impegno dell’opposizione per far uscire la Sardegna dalla crisi. Tedde ha espresso un giudizio critico sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru: «Sono intrise di luoghi comuni e dense di analisi ma prive di tesi». Marco Tedde ha rimproverato al presidente «un approccio quasi grillino ai problemi della Sardegna» e lamentato l’assenza di proposte per il settore del turismo e l’agricoltura.

Il consigliere del Partito Democratico, Franco Sabatini, ha replicato alle accuse mosse dai banchi dell’opposizione al presidente della Giunta e ha ribadito come le dichiarazioni programmatiche «spiegano bene l’idea del centrosinistra, il nostro progetto e il nostro programma che sarà tradotto nel piano regionale di sviluppo». Sabatini ha auspicato «una Regione riformata a vantaggio dei cittadini e dei territori che combatta le diseguaglianze»«Solo con le riforme si potrà rilanciare l’economia sarda» ha concluso Sabatini nel dichiararsi «pronto ad accettare la grande sfida riformista che attende la Sardegna».

L’ex assessore alla Programmazione, Alessandra Zedda (Fi), è la prima consigliera ad intervenire nel dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, Francesco Pugliaru. L’esponente di Forza Italia, dai banchi dell’opposizione, non ha nascosto le difficoltà che attendono presidente, Giunta e Consiglio («ci aspetta una legislatura tra le più difficili del dopoguerra») ed ha rilanciato su Zona Franca e fiscalità di vantaggio. Alessandra Zedda ha chiesto al presidente della Giunta di scongiurare il pericolo che l’annuncio di nuovi sacrifici si traduca nell’imposizione di nuove tasse come è stato fatto a suo tempo per quelle sul lusso. L’esponente della minoranza ha ricordato l’impegno del governo Cappellacci nella vertenza aperta con lo Stato sull’adeguamento dei vincoli di spesa derivanti dal patto di stabilità e ha auspicato una legislatura costituente con il varo del nuovo Statuto sardo.

Il consigliere della maggioranza, Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso apprezzamento per i contenuti delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta e ha invitato il governo regionale ad affrontare con «misure straordinarie la straordinaria crisi occupazionale della Sardegna». Meloni ha ricordato la vertenza dei lavoratori della compagnia aerea Meridiana auspicando attenzione e interventi da parte della Giunta. Meloni ha ribadito le critiche alla legge elettorale e rimarcato le penalizzazione per la Gallura che è rappresentata in Consiglio con soli due eletti.

Il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, nell’apprezzare la scelta del presidente Pigliaru per la nomina di una Giunta composta interamente da tecnici, ha ribadito le dure critiche per la condotta politica tenuta dall’esecutivo regionale in occasione dell’impugnazione da parte del Governo della norma sul taglio delle accise. «E’ stato un grave errore politico», ha incalzato Cossa riferendosi all’atteggiamento mostrato dalla Giunta, ricordando come la norma che puntava a ridurre il costo del carburante nell’Isola aveva avuto l’unanime via libera del Consiglio regionale. Michele Cossa ha invitato il presidente a procedere prioritariamente nelle riforme istituzionali con il completo superamento delle Province che, ha ricordato Cossa, in Sardegna sono tutte in liquidazione.

Il neo consigliere regionale del Partito democratico, Luigi Ruggeri, ex sindaco di Quartu Sant’Elena, lancia la sfida per «diminuire il numero dei dirigenti regionali e fissare un tetto ai loro stipendi». Ruggeri ha sottolineato come serva «un’azione di disboscamento» in una Regione che conta troppi dipendenti. Ruggeri ha affermato la sua ferma contrarietà al «precariato ed alle successive stabilizzazioni» nell’amministrazione pubblica, nelle Asl e nelle società regionali.

L’ex assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi, ha chiesto dai banchi dell’opposizione «attenzione e risorse per la filiera del turismo sardo» che – ha ricordato l’esponente dei Riformatori – è il settore strategico per lo sviluppo dell’Isola con i suoi 50mila occupati. Il consigliere Crisponi ha chiesto attenzione ed azioni concrete per dare competitività alle imprese sarde, alcune delle quali continuano a subire penalizzazioni e condizioni di svantaggio che ne penalizzano la permanenza sui mercati. Crisponi ha ricordato in conclusione le “positive” eredità che la giunta Cappellacci lascia al nuovo esecutivo, ad incominciare da una più efficace continuità aerea con la novità della tariffa unica.

Il neo consigliere del Psi, Raimondo Perra, ha assicurato piena collaborazione e sostegno al presidente ed alla Giunta regionale. Perra ha denunciato come resti il lavoro il principale e più urgente problema da affrontare in Sardegna. L’esponente della maggioranza ha auspicato interventi sul costo del lavoro nell’ottica di una sua riduzione anche per un tempo limitato.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ex assessore dei Lavori pubblici, si è complimentato con Paolo Zedda (Rossomori) per l’aver svolto il suo intervento in Aula integralmente in sardo. Il sindaco di Dorgali ha sottolineato l’importanza dell’introduzione del sardo in tutte le scuole. L’esponente dell’opposizione ha ribadito la battaglia per la zona franca sarda invitando l’esecutivo a partire dalla perimetrazione dei sei punti franchi sardi, a suo tempo istituiti con l’apposito decreto legislativo.

 

Marco Tedde copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde, ex sindaco di Alghero, ha preso posizione oggi, con un comunicato stampa, sulla bocciatura da parte del Governo Renzi dei due emendamenti per le popolazioni della Sardegna colpite dall’alluvione il 19 novembre 2013.

«La settimana politica appena trascorsa – scrive Marco Tedde – è plasticamente rappresentata dai due sonori ceffoni che il  Governo Renzi ha inferto alla Sardegna. La bocciatura dei due emendamenti che davano ai cittadini e alle imprese degli 80 comuni colpiti dall’alluvione di ottenere mutui a tasso zero ed ottenere una sospensione del pagamento dei tributi fino all’inizio dell’estate grida vendetta.  In definitiva lo Stato si rifiuta di mettere sul tavolo 3 milioni di euro, a tanto ammontano gli interessi da pagare per i 90 milioni di prestiti. Una vera e propria beffa. E a nulla valgono le postume giustificazioni del Governo Renzi, e del PD, secondo i quali lo stanziamento verrà inserito all’interno di un’altra legge che è all’esame del Senato. L’irrisorietà dell’impegno finanziario necessario non consente giustificazioni. Le comunità colpite dal nubifragio non possono più attendere.»

«In questa difficile partita il presidente Francesco Pigliaru si limita a manifestare preoccupazione e a garantire vigilanza. È vero che Pigliaru ha giurato solo la scorsa settimana, ma è altrettanto vero che considerato che ha avuto il tempo di intervenire in modo soporifero il medesimo tempo avrebbe potuto utilizzarlo per una presa di posizione più determinata contro il Governo Renzi. L’auspicio – conclude Marco Tedde – è che questa volta il buon giorno non si veda dal mattino.»

 

Marco Tedde