22 December, 2024
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Mercato locale limitato, frammentato, distante e fondato su pochi settori strategici; costi di trasporto elevati (per logistica, merci ed assicurazioni) per via della distanza ma anche di situazioni di concorrenza imperfetta; impossibilità di realizzare economie di scala, tenuto conto delle piccole dimensioni del mercato che comportano costi unitari elevati sia a livello di funzionamento delle imprese e sia di servizi pubblici; elevati costi di infrastrutturazione del territorio, tenuto conto della maggiorazione indotta dai costi di trasporto delle materie prime necessarie. Sono i quattro effetti più evidenti dell’insularità messi in evidenza dal presidente del Comitato per l’insularità Roberto Frongia nel corso dell’audizione al Senato sulla modifica della Costituzione.

Al collegamento hanno partecipato anche Maria Antonietta Mongiu (Presidente del Comitato Scientifico per l’insularità), Andrea Pubusa (Università di Cagliari), Omar Chessa (Università di Sassari), Giovanni Lobrano (Università di Sassari e componente Comitato Scientifico Insualrità), Enrico Atieri (ex magistrato e componente ), Benedetto Torrisi (Università degli Studi di Catania), Franco Angelo Siddi (Presidente Confindustria-Radiotelevisioni).

Uno squilibrio evidente e decisivo per il futuro dell’Isola, reso evidente dai numeri elaborati dall’Istituto Tagliacarne  per categoria di infrastruttura: fatto 100 l’indice di dotazione infrastrutturale, la Sardegna si ferma al 43,88% per quanto riguarda le strade, il più basso se raffrontato alla media nazionale e al resto delle aeree geografiche (88,17% nel Mezzogiorno, 111,19% nel Nord Ovest); ad appena  il 17,39 per quanto riguarda le ferrovie (76,28% nel Mezzogiorno, 102,62% nel Nord Ovest). Indici scadenti si riscontrano anche per quanto riguarda impianti e reti energetico-ambientali (38,35% contro il 67,11% del Mezzogiorno e il 127,35% nel Nord Ovest), telefonia (44% contro il 96,79% del Mezzogiorno e del 112,80% del Nord Ovest); reti bancarie e di servizi (38% contro il 64,99% del Mezzogiorno e il 135,25% del Nord Ovest).

Cosa significa vivere isolati? Frongia e Mongiu hanno cercato di dare una risposta a questo interrogativo, entrando nello specifico di quegli effetti dell’insularità che fanno dei sardi cittadini di serie B in termini di eguali diritti e condizioni di partenza rispetto ai cittadini del resto della Penisola e di opportunità rispetto al resto d’Europa. «I diritti della Sardegna non possono più attenderespiegano Frongia e Mongiu -. Con l’inserimento del principio di insularità in Costituzione vogliamo riaffermare la nostra specialità che riteniamo ci sia stata scippata con la riforma del 2001. Cancellare il riferimento all’insularità concludonosignifica aver tradito quel principio che aveva portato i Padri Costituzionali a riconoscere la specialità di Sardegna e Sicilia. Oggi abbiamo la possibilità e il dovere di intervenire».

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Parlamentari sardi e rappresentanti delle massime Istituzioni sarde uniti nel chiedere che il Parlamento italiano non resti più sordo alla richiesta che arriva dalla Sardegna e oggi manifestata a Roma in occasione del corteo per la mobilità. In contemporanea, grande partecipazione per il sit-in promosso in tutti gli aeroporti sardi dal Comitato per l’insularità, per ribadire la specificità della Sardegna e la necessità di ottenere pari condizioni, anche e soprattutto in termini di diritto alla mobilità. Ma le bandiere e gli striscioni per l’insularità hanno sventolato anche a Milano-Linate, Caselle-Torino e Roma-Fiumicino, esposti dagli emigrati sardi che hanno partecipato numerosi alla mobilitazione per una battaglia che unisce tutti.

Non un privilegio, ma la possibilità di avere le stesse opportunità. Questa, in sintesi, la richiesta sottoscritta 3 anni fa e diventata quella proposta di legge di iniziativa popolare che ha di recente ha mosso i primi passi in Commissione Affari Costituzionali del Senato, supportata da 100mila firme, di cui 14mila raccolte in molte città d’Italia e nelle Isole minori proprio grazie all’impegno della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia che insieme con il Comitato per l’insularità ha rappresentato in tutte le sedi e le piazze quella che oggi è diventata la madre di tutte le battaglie.

Sardegna e trasporti sono i temi al centro del confronto, uniti dal filo conduttore dell’insularità, dal cui riconoscimento dipenderà lo sviluppo futuro della Sardegna. Due i tavoli di confronto, che da qualche mese vedono anche la partecipazione attiva della Commissione regionale speciale per l’insularità, uno nazionale per il riconoscimento del principio di insularità nella Carta e uno europeo per costituire un fronte unico con le altre regioni insulari d’Europa ed interloquire con maggior decisione e forza con le Istituzioni Europee.
«In Sardegna viviamo uno svantaggio oggettivo che impedisce di avere pari dignità e pari opportunità rispetto ai nostri connazionali – spiega Roberto Frongia, presidente del Comitato – e l’unico modo per colmare tale gap è il riconoscimento del principio di insularità nella Carta Costituzionale.»

Obiettivo principe è quello di sanare i ritardi infrastrutturali; di sviluppo socio-economico dell’Isola; delle reti di comunicazione, energia e trasporti. Per rimanere ancorati all’attualità e fare alcuni esempi pratici, si chiedono aerei e navi frequenti e a basso costo per spostare facilmente persone e merci, e anche energia elettrica per famiglie e industria a prezzi uguali al resto degli italiani.
Al sit-in di questa mattina erano presenti gli emigrati sardi della Fasi e l’Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori, oltre tanti cittadini comuni che hanno voluto dare man forte e far sentire la propria voce. Soddisfatti i promotori, Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu, che promettono battaglia per un riconoscimento che non è più procrastinabile.

Interviste a Tonino Mulas, responsabile Trasporti FASI a Linate, e Maria Gemma Azuni, sit in Fiumicino, componente Esecutivo Nazionale FASI.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221888075218959/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221892245243207/

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Sit in per l’insularità nei principali aeroporti, compresi alcuni scali nazionali come Linate, Fiumicino, Torino, Caselle che vedranno la partecipazione della Fasi e del Comitato per l’insularità. Con l’occasione del corteo organizzato dal presidente del Consiglio regionale, a Roma, prenderanno avvio anche una serie di iniziative volte ad evidenziare il tema centrale per i diritti dei sardi, l’insularità.
«Il nodo trasporti, i ritardi nello sviluppo economico e sociale, il gap infrastrutturale e nelle reti di comunicazione (comprese quelle energetiche) rappresentano l’insieme degli effetti legati all’insularità che ci hanno portati oggi a Roma, per ribadire ancora una volta l’importanza del riconoscimento della condizione sarda da parte dello Stato, con l’inserimento del principio di insularità in Costituzione». Così i vertici del Comitato per l’insularità Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu.

Nei principali scali verranno esposti gli striscioni per l’insularità.

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«La calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione non è solo la notizia che aspettavamo con ansia da oltre un anno ma anche la speranza, che si riaccende, di veder cambiato il futuro della Sardegna. Da domani sarà possibile scrivere una nuova pagina di Storia.»
Lo dicono Roberto Frongia e Maria Antonetta Mongiu, esponenti del Comitato per l’insularità, che esprimono soddisfazione, evidenziando la portata dell’iniziativa che «grazie all’impegno di tutte le forze politiche, in special modo dei parlamentari sardi», ha consentito alla proposta di legge firmata da oltre 100mila cittadini e cittadine sarde di venire fuori dalle sabbie mobili del Senato.
«È una battaglia trasversale che ha unito tutti gli schieramenti politici sardi, il mondo delle imprese, le Associazioni di categoria, la Cultura, lo Sport e le Università – proseguono Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu – tutti uniti per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, condizione necessaria affinché venga finalmente riconosciuto il grave e permanente svantaggio naturale derivante proprio dall’essere un’Isola. Uno svantaggio che si traduce in gap infrastrutturale, inefficienze sui trasporti, ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione, freno allo sviluppo socio-economico.»
«Non si può, oggi, tenere slegata la battaglia per l’insularità da quelle che sono le principali criticità della nostra Isola – concludono Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu – a partire dall’annosa questione dei trasporti, che vede una regione ostaggio della burocrazia e dei tempi dell’Europa.»

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«L’endorsement sull’insularità per la calendarizzazione in tempi brevi della proposta di legge arrivato ieri durante la riunione dei capigruppo al Senato, è il segnale che la battaglia che stiamo combattendo trova finalmente eco anche a Roma.»

Così Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu in relazione alla sollecitazione arrivata ieri da Lucio Malan per la calendarizzazione della discussione sulla proposta di legge popolare di inserimento dell’Insularità in Costituzione.
«Il fronte unito che vede schierati in prima fila anche i parlamentari sardi – spiegano Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu – deve essere l’occasione per sanare quella ferita causata nel 2001 dalla modifica del titolo V della Costituzione, con l’eliminazione dall’art. 119 di ogni riferimento all’insularità. È stata, in quel momento, cancellata quella condizione di svantaggio che per anni era stata la base della specialità delle Isole e che oggi la Sardegna chiede a gran voce di rinserire.»
«Nessuno di noi – spiegano ancora i rappresentanti del Comitato per l’insularitàpuò considerarsi al riparo dai danni nefasti che scaturirebbero per i sardi di oggi e di domani se la Sardegna rimanesse immobile mentre le altre regioni d’Italia già combattono per i propri interessi. Nonostante  i trattati comunitari e internazionali – concludono Frongia e Mongiu – l’Isola continua ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che si concretizza in danni di carattere sociale, economico, culturale. La battaglia che stiamo portando avanti a tutti i livelli per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione va proprio in questa direzione.»

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Parte domani, con oltre 120 iscritti, a Cagliari, la Scuola di formazione politica promossa dai Riformatori sardi. In apertura della prima giornata il senatore del Pd Luigi Zanda. Seguiranno gli interventi sul funzionamento della macchina regionale con Gianmario De Muro, costituzionalista e docente universitario e Riccardo Porcu, direttore generale Assessorato regionale degli Affari generali. Pomeriggio interamente dedicato alla sanità con ospiti d’eccezione quali Francesco Nicola Zavattaro, direttore generale dell’Azienda Zero Friuli VG, Nicola Colacurci, presidente dell’associazione ginecologi universitari, Marcello Giannico, direttore generale dipartimento finanziario Sanità Lazio, Giovanni Raimondi, presidente Gemelli ed amministratore delegato del Mater Olbia, Paolo Cannas, commissario dell’Ospedale Brotzu di Cagliari.

Le lezioni potranno essere seguite anche in streaming, previa iscrizione sulla piattaforma e-learning dell’Ente di Formazione S.O.So.R. (il corso rimarrà disponibile anche in seguito) e/o di acquistare i moduli di interesse nella stessa piattaforma, soluzioni individuate dagli organizzatori per far fronte al record di domande pervenute nelle ultime settimane.

Rivolta ai giovani e a tutti coloro che intendono conoscere da più vicino la politica, la macchina regionale e i meccanismi di governo dell’Isola – sempre con lo sguardo punto sulle prospettive future – la Scuola si presenta con una offerta formativa di assoluto rilievo, ospiti politici di carattere nazionale  e un parco docenti di altissimo profilo ed indiscusse capacità ed esperienza. Non a caso, il target degli iscritti varia passando dai numerosi amministratori locali, ai giovani studenti universitari, imprenditori, professionisti, fino ad alcuni consiglieri regionali che anno deciso di iscriversi.

Seconda giornata di formazione venerdì 31 gennaio, con il deputato della Lega, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti in apertura. Seguirà una sessione dedicata all’economia e all’innovazione con il Prorettore per il Territorio dell’Università di Cagliari, Chiara Di Guardo ed il Presidente dell’Osservatorio Banche Imprese Salvatore Matarrese, per proseguire con esempi virtuosi, tutti made in Sardinia, che punteranno a disegnare il profilo della Sardegna che verrà, con esempi pratici di aziende già proiettate sul futuro: Daniela Ducato con la sua Edilana, Pierluigi Pinna con Ab Insula, Alessandro Vagnozzi con  J-Service. Pomeriggio dedicato alla comunicazione con Nicola Bonaccini, docente di comunicazione, Francesco Di Costanzo, Presidente di PA Social, esperto di comunicazione e uso dei social network nel pubblico e Fabrizio Meloni, giornalista  e autore del libro “Comunicare la Salute”.

Ad aprire la terza e ultima giornata, nel corso della quale è prevista la partecipazione del presidente della Regione Christian Solinas, il parlamentare europeo, già ministro delle Politiche regionali, Raffaele Fitto. Tema principe della mattinata sarà l’insularità, di cui si parlerà con Tommaso E. Frosini, Costituzionalista, docente universitario e vicepresidente Cnr, Michele Cossa, presidente della Commissione speciale per l’insularità, Roberto Frongia, presidente del Comitato promotore insularità e assessore regionale dei Lavori pubblici, Maria Antonietta Mongiu, presidente del Comitato scientifico per l’insularità. Il “nodo finanziario”, quindi l’’economia italiana, le prospettive future, le leve da spingere e i freni allo sviluppo economico e finanziario negli interventi di Rodolfo Panbianco, Academic Fellow Università Bocconi e Carlo Stagnaro, economista e direttore Ricerche e Studi dell’Istituto Bruno Leoni. Spetterà invece ad Alessandra Todde, sottosegretaria del MISE, fotografare gli effetti dell’insularità sui costi energetici ed al professor Carlo Bernardini fare una panoramica delle sfide future per la Sardegna legate all’energia. Chiuderà i lavori della giornata e la Scuola di formazione politica dei Riformatori sardi Mario Segni.

Modalità per seguire le lezioni.

a) – In presenza nei giorni 18 e 31 gennaio e 15 di febbraio

b) – In streaming in diretta video durante gli stessi giorni di erogazione – € 80

c) – In FAD (formazione a distanza) video-lezioni in differita scaricabili in e-learning – € 40

Le iscrizioni potranno essere effettuate presso l’Ente Sosor sul sito www.sosor.eu nella sezione E-LEARNING

 

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Al via la Scuola politica dei Riformatori sardi, fiore all’occhiello della strategia politica 2020 dei Riformatori sardi. Rivolta ai giovani e a tutti coloro che intendono acquisire nuove competenze in materia, si presenta con un’offerta formativa di assoluto rilievo, ospiti politici di carattere nazionale ed un parco docenti di altissimo profilo ed indiscusse capacità ed esperienza.

Tre giornate piene di politica, divise tra i lavori della mattina e quelli del pomeriggio, con tematismi che spaziano dalla macchina regionale e la sanità (prima giornata di lavoro dal titolo “Capacità di governo”) all’economia, innovazione e comunicazione (“Capacità di visione” è il titolo scelto per la seconda giornata di lavoro) fino ad entrare nello specifico di temi quali l’insularità, con focus specifici sugli effetti della condizione di insularità nei diversi comparti della nostra economia (“Identità e coesione sociale” è il titolo della terza giornata).

Una scuola di politica che punta sulla formazione, trasversale agli schieramenti politici, concentrata sul momento storico che stiamo vivendo ma già proiettata sui nuovi trend politici, economici e sociali.

In apertura della prima giornata, il 18 gennaio, il senatore del Pd Luigi Zanda. Seguiranno gli interventi sul funzionamento della macchina regionale con Gianmario De Muro, costituzionalista e docente universitario e Riccardo Porcu, direttore generale assessorato regionale degli Affari generali. Pomeriggio interamente dedicato alla sanità con ospiti d’eccezione quali Francesco Nicola Zavattaro, direttore generale Azienda Zero Friuli VG, Giovanni Raimondi, presidente Gemelli e amministratore delegato Mater Olbia, Paolo Cannas, Commissario Ospedale Brotzu, Marcello Giannico, direttore generale dipartimento finanziario Sanità Lazio.

Via alla seconda giornata di formazione il venerdì 31 gennaio, con il deputato della Lega, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti in apertura. Seguirà una sessione dedicata all’economia e all’innovazione, con il presidente dell’Osservatorio Banche Imprese Salvatore Matarrese e Rodolfo Panbianco, Academic Fellow Università Bocconi, per proseguire con esempi virtuosi, tutti made in Sardinia, che punteranno a disegnare il profilo della Sardegna che verrà, con esempi pratici di aziende già proiettate sul futuro: Daniela Ducato con la sua Edilana, Pierluigi Pinna con Ab Insula, Alessandro Vagnozzi con  J-Service. Pomeriggio dedicato alla comunicazione con Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social, esperto di comunicazione e uso dei social network nel pubblico e Fabrizio Meloni, giornalista ed autore del libro “Comunicare la Salute”.

Ad aprire la terza ed ultima giornata, nel corso della quale è prevista la partecipazione del presidente della Regione Christian Solinas, il parlamentare europeo, già ministro delle Politiche regionali, Raffaele Fitto. Tema principe della mattinata sarà l’insularità, di cui si parlerà con Tommaso E. Frosini, Costituzionalista, docente universitario e vicepresidente Cnr, Michele Cossa, presidente della Commissione speciale per l’insularità, Roberto Frongia, presidente del Comitato promotore insularità e Assessore regionale, Maria Antonietta Mongiu, presidente del Comitato scientifico per l’insularità. Spetterà invece ad Alessandra Todde, sottosegretaria MISE, fotografare gli effetti dell’insularità sui costi energetici. L’economia italiana, le prospettive future, le leve da spingere e i freni allo sviluppo economico nell’intervento di Carlo Stagnaro, economista dell’Istituto Bruno Leoni. Chiuderà i lavori della giornata e la Scuola di formazione politica dei Riformatori sardi, Mario Segni.

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Pino Cabras, Maria Antonietta Mongiu, Franciscu Sedda e Giovannino Deriu sono i relatori della Assemblea conclusiva del ciclo di incontri-dibattito a carattere seminariale dal titolo “Istituzioni democratiche in Sardegna e partecipazione popolare”, organizzati dal Circolo Palmiro Togliatti nella sede di via San Domenico 10, a Cagliari.

In particolare l’evento di chiusura, che avrà inizio alle 17.00, tratterà il tema della “Sovranità e autodeterminazione del popolo sardo tra Costituzione repubblicana e Statuto speciale”. Un confronto approfondito che metta al centro la Sardegna a partire dal dibattito politico in corso sull’autonomia differenziata, sull’inserimento del principio di insularità in Costituzione e sulla rinnovata rivendicazione di spazi di autogoverno nel sistema dei poteri.

Introduce e coordina Giovannino Deriu e a seguire interverranno:
Pino Cabras, parlamentare del Movimento 5 stelle, membro della Commissione esteri alla Camera dei Deputati;
Maria Antonietta Mongiu, coordinatrice del Comitato per l’insularità;
Franciscu Sedda, autore del libro “Manuale d’indipendenza nazionale”.

Pino Cabras (Movimento 5 Stelle).

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Lettera di Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu (Comitato per l’Insularità in Costituzione) al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie on. Francesco Boccia.

Onorevole Ministro Prof. Francesco Boccia,

Le scriviamo come rappresentanti del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione che ha costruito, negli ultimi due anni, un percorso condiviso in tutta la Sardegna, affinché le cittadine e i cittadini sardi possano godere, come sancito dalla Costituzione, di pari diritti, di pari dignità, e di pari servizi con il resto d’Italia.

Nelle ultime sintetiche righe Le abbiamo riassunto lo stato delle cose e la missione del Comitato: ovviare a una storica discriminazione attraverso l’inserimento in Costituzione di quel “principio di Insularità”, considerata a buon diritto la “battaglia dei sardi” di quelli residenti e di quelli emigrati. Un’iniziativa trasversale che unisce gli schieramenti politici, nessuno escluso; imprese; associazioni di categoria, datoriali e sindacali; cultura; sport; università. In sintesi tutta la Sardegna.

Come ricordano i verbali parlamentari, Emilio Lussu, uno dei padri della Patria, intervenendo, il 14 novembre 1946, nella discussione sulle autonomie locali, per la redazione dell’art. 116 della Costituzione «Fa presente che la Sicilia e la Sardegna sono delle isole […] onde la necessità di metterle in condizioni di poter funzionare […] concedendo loro una particolare forma autonomista». Ma, come ben sa, la riforma del titolo V ha cancellato dall’art. 119 il riferimento alle Isole.

In questa diversa fase dell’autonomismo, non ultimo quello delle Regioni a Statuto speciale, la Sardegna si interroga sui fondamenti stessi della sua Autonomia che nell’insularità ebbe le ragioni fondanti, riconosciute dai padri e dalle madri costituenti. Il Comitato ben per questo si è fatto portavoce del diffuso sentire che si è materializzato in una Proposta di legge di iniziativa popolare, che sottoponiamo alla Sua attenzione, che chiede l’inserimento del “principio di Insularità in Costituzione” affinché venga finalmente riconosciuto il grave e permanente svantaggio naturale per essere un’isola, geograficamente, altro dalla terraferma.

Una differenza che nei decenni si è vieppiù tradotta in un aumentato gap infrastrutturale certificato da un’indebolita coesione nei trasporti, all’interno dell’isola e tra questa e la terraferma, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione, nel freno allo sviluppo socio-economico. Di fatto la Sardegna a differenza degli altri territori nazionali di terraferma è gravata da una servitù che inerisce negativamente in un’ampia gamma di diritti costituzionali che facilmente si possono declinare dall’Istruzione alla Sanità. Lo riferiscono tutte le statistiche disponibili.

Le più gravi? Essere la Sardegna di recente rientrata tra le regioni dell’Obiettivo 1 dell’Unione Europea o avere un indice di competitività del 23,75%, contro quello medio europeo del 60,3% e del 57% della Lombardia. Nel mentre 3.500 giovani sardi, in gran parte laureati e diplomati, lasciano ogni anno l’isola perché come spiegano i sociologi non vi trovano alcuna opportunità.

Ecco la ragione per cui oltre 100.000 sardi e sarde, di cui il 30% costituito da giovani, hanno sottoscritto la Proposta di legge di iniziativa popolare per modificare l’art. 119 della Costituzione con l’inserimento del principio di insularità. Ciò interpella, contestualmente, il Governo e il Parlamento della Repubblica se la Riforma delle Autonomie, con cui non vorremo si confondesse la nostra Proposta di legge, punti davvero a introdurre una effettiva uguaglianza e pari opportunità tra i territori che fanno parte dello stesso Stato oppure se ne accresca le differenze e le distanze che diventano incolmabili se tutt’altri sono stati, storicamente, i punti di partenza.

Potremo intraprendere, anche con Lei, il percorso che comunque stiamo conducendo nei nostri territori, di analisi sulle classi dirigenti sarde, passate e recenti, per non aver ravvisato, nei confronti dello Stato centrale la necessità di un’azione efficace per emancipare la Sardegna da uno stato di minorità. D’altra parte lo stesso Emilio Lussu avvertì le carenze dello Statuto speciale della Sardegna e se ne dispiacque per tutta la vita.

L’azione positiva del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione ha mirato e mira a coinvolgere cittadine e cittadini, classi dirigenti dei settori pubblico e privato, intellettuali e studiosi, nella creazione di un modello di confronto che attualizzi con nuove parole d’ordine, proposte, approfondimenti, una rinnovata idea autonomistica. È per questo motivo che il riconoscimento del principio di Insularità in Costituzione deve essere la condizione necessaria perché la Riforma delle Autonomie non sia elemento di ulteriori disequilibrio e preludio a un assetto istituzionale che favorisce alcune regioni a discapito di altre.

La Sardegna, come è noto, non è definibile sud e nemmeno nord e soprattutto la sua storia, le sue ragioni, le sue esigenze e le sue prospettive non sono omologabili a quelle del nord o del mezzogiorno d’Italia. Ad oggi i sardi, a differenza degli altri italiani del nord e del sud, non vedono attuata nei propri territori la Costituzione della Repubblica nella sua pienezza.

Auspichiamo pertanto che il Suo Governo avverta la necessità di intervenire quanto prima non concedendo favori o un sostegno particolari alla Sardegna quanto un riconoscimento non più dilazionabile. Certi che Lei condividerà l’esigenza di arrivare quanto prima a una discussione della proposta di legge che ormai giace in Commissione da oltre un anno, in attesa, se vuole, di poterLa incontrare per meglio discuterne La preghiamo di gradire i nostri più cordiali saluti.

Roberto Frongia

Maria Antonietta Mongiu

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Un tavolo di lavoro nel corso del quale ogni comparto produttivo sardo ha declinato l’insularità in ogni sua forma, individuando i principali ostacoli e chiedendo un impegno “immediato, forte e deciso”. Un incontro a porte chiuse, per tracciare un percorso condiviso che guardi al futuro. Il mondo produttivo si schiera dalla parte dell’insularità: recepisce e accoglie l’invito del Comitato affinché le Associazioni di categoria nazionali di riferimento, ognuna per la propria parte, possano sostenere quella che ormai è da tutti considerata la “battaglia dei sardi”. L’obiettivo è duplice: l’inserimento nella Carta costituzionale del principio di insularità attraverso la dicitura “Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie a garantire una effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuabili e inalienabili”; l’avvio della stagione della rivendicazione in sede europea di un diritto fin qui negato, ovvero la mancata applicazione dell’articolo 174 TFUE, che riconosce gli svantaggi naturali e geografici permanenti specifici della condizione di insularità.
Al tavolo di lavoro promosso dal Comitato per l’insularità hanno partecipato stamani tutti i settori produttivi, rappresentati dalle Associazioni di categoria. Presente il comparto dell’agricoltura, tutto il mondo delle imprese e dell’edilizia, l’artigianato, il commercio, il turismo e tutti coloro che fanno girare l’economia dell’Isola.
«Oggi chiediamo che chi è portavoce del mondo produttivo sia determinato nel dire che non si può più prescindere dal riconoscimento del principio di insularità, la più importante sfida per il futuro della Sardegna – spiegano i rappresentanti del Comitato Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu -. Si tratta di una battaglia che chiama in causa tutti i settori dell’economia della Sardegna qui e oggi ben rappresentanti.»
Come poter correre alla velocità dei competitors della Penisola se non si parte dalle stesse condizioni e non si hanno le medesime opportunità? È la domanda che hanno posto Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu alla platea.
Esiste, e per i vertici del Comitato “è freno allo sviluppo della nostra Isola”, un’insularità che si riflette direttamente sull’agricoltura, sul commercio, sull’artigianato, sull’edilizia, sul turismo, sulla capacità di fare impresa in genere e che «finisce per ostacolare lo sviluppo e, nell’epoca dell’innovazione digitale, frena il rinnovamento e l’applicazione delle nuove tecnologie in tutti i settori dell’economia sarda, specie in quelli tradizionali, con evidenti riflessi sulla propensione al cambiamento in chiave moderna delle aziende». Una condizione alla quale è necessario ed urgente porre rimedio per mettere a nudo un Parlamento fin qui sordo alla richiesta di discussione della proposta di legge di iniziativa popolare ancora inspiegabilmente ferma in Commissione Affari Costituzionali al Senato: «Non si può perdere altro tempo».