22 December, 2024
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Dopo la proposta di legge per il riconoscimento del principio di Insularità in Costituzione presentata lo scorso 5 ottobre in Senato, con il deposito delle firme certificate raccolte nei sei mesi previsti dalla legge, il testo riportante la modifica della Costituzione è stato assegnato alla Prima Commissione permanente (Affari costituzionali) in sede referente il 6 novembre 2018.

«Un primo traguardo che ci fa ben sperare – dice il presidente del Comitato promotore Roberto Frongia – conferma come l’iniziativa abbia riscosso notevole successo sopratutto per il suo carattere totalmente trasversale.»

Dello stesso avviso Maria Antonietta Mongiu, presidente del Comitato scientifico, che sottolinea come un ulteriore passo nel difficile cammino di pedagogia sociale, da tempo avviato, sia stato raggiunto. Soddisfazione anche da parte della nuova classe dirigente, come rappresentato dell’ing. Matteo Rocca, coordinatore dei Giovani del Comitato promotore, il quale sottolinea quanto siano stati importanti i giovani nella riuscita dell’iniziativa, un terzo delle firme raccolte infatti sono di persone con età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Ora la parola passa alla Commissione Affari costituzionali del Senato, con la speranza che si arrivi in tempi rapidi alla discussione della proposta di modifica dell’art. 119 della Costituzione affinché venga finalmente «riconosciuto il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità, disponendo le misure necessarie a garantire una effettiva parità ed un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili». 

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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Anteprima di Licaniàs, il festival letterario di casa a Neoneli, il piccolo e antico borgo del Barigadu in provincia di Oristano, che dal 4 al 7 ottobre taglia il traguardo della sua nona edizione. Domani pomeriggio (venerdì 21), alle 17.00, nel Salone di Corrale, la squadra del progetto “Ricerca di comunità – Ricostruiamo la storia comunitaria – Azioni per conoscere e conoscersi”, presenterà alla comunità di Neoneli i risultati del lavoro nato dall’elaborazione dell’archeologa Maria Antonietta Mongiu e dal sociologo Nicolò Migheli. La serata servirà a fissare il punto sull’opera di restituzione che “incrocia” analisi storiche, geografiche ed archivistiche, con la testimonianza video di undici “archivi viventi”, donne e uomini del territorio che hanno messo a disposizione la propria storia personale e familiare per farne un patrimonio collettivo, attraverso interviste e confronto tra le informazioni da loro fornite e più ampi materiali di confronto.

Da tale lavoro, messo in essere da Andrea Laterza, designer, Miriam Stara, architetta, Enrico Trogu, archivista, col coordinamento amministrativo di Apeiron – Cooperativa sociale, è scaturita una piattaforma multimediale flessibile, che ha sì quale base l’attività di ricerca, interviste e riordino dei materiali, ma che si presta ad essere esponenzialmente ampliata grazie al contributo attivo delle cittadine e dei cittadini di Neoneli che vorranno fare dono della propria, di memoria familiare, attraverso un’apposita sezione social. Ciò perché il progetto mira a indicare un metodo riapplicabile nel tempo, e non a creare un contenitore statico che si cristallizzi a quanto prodotto in un ciclo di interviste e ricerche.

Il progetto, promosso dal comune di Neoneli – porterà i saluti il sindaco Salvatore Cau – e finanziato dal Comune stesso e dalla Fondazione di Sardegna, traccia un percorso non usuale in tale ambito di interventi; la finalità è infatti quella di valicare i limiti dei memoriali, per natura statici: cosa gli archivi confermano di quanto affermato? Quale il rapporto tra i ricordi di infanzia inerenti al patrimonio boschivo e i documenti relativi? La percezione di un territorio, della propria esperienza di vita, della comunità di appartenenza, è mediata da “ciò che vorremmo che sia (o che fosse…)”.

L’approccio del progetto mira appunto a fornire un altro punto di vista, basato sulla dialettica tra più livelli di testimonianza formali e informali. Un sistema dinamico quindi, che non può prescindere, come appunto accadrà venerdì 21 settembre, dal confronto con i suoi veri protagonisti.

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Mercoledì, 29  agosto, i rappresentanti del Comitato per l’Insularità, Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu, in concomitanza con i sacri riti in onore della patrona di Pattada, Santa Sabina, hanno incontrato il Cardinale Angelo Becciu al quale hanno illustrato la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica dell’art. 119 della Costituzione per il riconoscimento della condizione di svantaggio patita dalla Sardegna e dalle Isole italiane. E’ stata anche l’occasione per incontrare numerosi sindaci del Goceano. Nella stessa circostanza ha deciso di aderire al Comitato Scientifico il prof. Mario Sanna.

Il prof. Mario Sanna, originario di Pattada e residente a Roma, è Fondatore e Direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica. Punto di riferimento internazionale, è fondatore della Società Europea della Base Cranica e della Società Italiana della Base Cranica e membro onorario delle Società Otorinolaringologiche francese e spagnola.

Prosegue, intanto, il calendario di incontri che nelle prossime settimane vedrà il Comitato impegnato proprio nel Goceano e nel Monte Acuto. 

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Il traguardo delle 50.000 firme necessarie per depositare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione è vicino. Il Comitato Promotore per l’Insularità insieme alla Fasi, la federazione che raccoglie gli emigrati sardi in Italia, hanno fatto, questa mattina, il punto della situazione. «Durante le sue brevi vacanze nell’isola – ha detto Roberto Frongia – il presidente della Repubblica ha ricordato che i sardi hanno diritto ad avere pari opportunità, è esattamente ciò che chiediamo».

Inserire il principio di insularità nella Carta Costituzionale – è stato sottolineato – offre un ventaglio di vantaggi molteplici, tra cui una rinnovata autonomia, che deve essere rilanciata in modo nuovo. Per quale ragione? Per il semplice motivo che la Sardegna, in quanto isola, fa storia a sé, con tutto ciò che ha comportato e che comporta per la nostra cultura, per la nostra storia millenaria e per le nostre tradizioni: l’insularità rappresenta l’incontestabile necessità per i sardi di organizzare il proprio assetto istituzionale,economico e sociale con una Autonomia di scelta assai più ampia e profondamente diversa dalle altre regioni. Ma è necessario gridare con altrettanta forza che i sardi non vogliono più ricevere il “pesce pescato da altri e regalato dallo Stato”, proseguendo un andazzo che li condanna ad essere servi senza dignità. Vogliono, al contrario, che siano azzerati gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia dunque finalmente consentito loro  di competere con pari punti di partenza con tutti gli altri cittadini italiani. Essere “un’isola” comporta costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani.

La presidente della Fasi Serafina Maxia ha ricordato che il problema dell’insularità si trascina da troppi anni per questo la Federazione ha deciso di lavorare accanto al Comitato. Con la firma è possibile esercitare un diritto dando alla soluzione del problema un contributo fattivo. I sardi non chiedono un privilegio, ma diritti, le stesse opportunità dei connazionali. Tonino Mulas, già presidente della FASI, oggi responsabile trasporti della Federazione, ha sottolineato come siano stati coinvolti nella raccolta delle firme i 70 circoli della Fasi sparsi in tutta Italia. Ha poi rammentato che il problema della continuità territoriale deve essere condotta in modo unitario. Troppo alti i costi che i sardi sopportano sia sul fronte del trasporto marittimo sia su quello aereo. Rita Dedola del Comitato scientifico ha ricordato la trasversalità dell’iniziativa, mentre la coordinatrice del Comitato scientifico, prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, ha concluso mettendo in risalto che «il Comitato per l’insularità in Costituzione non ha interrotto la sua azione in questa estate così problematica per la nostra nazione. Queste settimane sono state  anzi un’ulteriore opportunità per la raccolta di firme ma pure di diffusione del progetto e del percorso che abbiamo intrapreso».

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Una delegazione del Comitato promotore per l’Insularità, guidata dal presidente Roberto Frongia, ha tenuto stamane una conferenza stampa ad Olbia, per fare il punto sulle iniziative messe in campo.

«Dopo un percorso che da un paio di anni riguarda migliaia di cittadini e di cittadine della Sardegna, nel mese di settembre depositeremo le firme per la proposta di legge sull’insularità – si legge in una nota -. Al di là di disquisizioni e di distinguo da parte di alcuni non vi è più alcun dubbio che l’idea di un riconoscimento costituzionale è la strada necessaria per ottenere pari diritti e pari opportunità. Ogni altra soluzione riconferma uno stato di minorità e di sottosviluppo. Abbiamo consapevolezza, infatti, che l’intervento pubblico in Sardegna, quello a pioggia sempre più attraversato dal risentimento e dall’insoddisfazione, ha minato i fondamentali della cultura di intrapresa produttiva e della responsabilità, rafforzando il clientelismo e la dipendenza dagli aiuti statali e dal ceto politico. Per queste ragioni, oggi, i sardi non chiedono maggiore assistenza pubblica, piuttosto il riconoscimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza attraverso infrastrutturazioni, materiale e immateriale, che offrano, appunto, “pari opportunità” di partenza per tutti e valorizzi le risorse umane ed economiche di cui l’Isola dispone.»

Diversi studi evidenziano tra le altre dimensioni che «in termini monetari, il tempo di percorrenza addizionale necessario per raggiungere il continente via mare costa – rispetto al trasporto via terra – oltre 660 milioni di euro ogni anno per il trasporto passeggeri e merci, compreso del disagio rappresentato dai tempi d’attesa e dai cambiamenti nella frequenza del servizio». Questo solo dato offre la misura della disparità di opportunità tra i cittadini e le imprese sarde rispetto al resto d’Italia e dell’Europa. Ecco perché è arrivato il tempo di un nuovo racconto della Sardegna e sulla Sardegna per riscrivere lo Statuto Sardo con un rapporto dialettico con lo stato centrale e con l’Europa che ponga immediatamente le basi per un futuro che ci emancipi da uno stato di gregarietà ancora una volta stigmatizzato dall’essere ritornati nell’Obiettivo 1.

Immediatamente inizieranno due nuove sfide: verso l’Europa e per la riscrittura della Statuto Sardo.

A 70 anni dal Congresso dell’Aia, premessa per attuare il Manifesto di Ventotene e fondare uno stato federale europeo, e a 60 dal Trattato di Roma che fece dell’Unione europea una praticabile traiettoria, oggi ci interroghiamo se il sogno di Ernesto Rossi e di Altiero Spinelli sia stato una chimera o non invece una pratica che quotidianamente riconosca pari diritti, pari doveri e pari opportunità per tutti i cittadini a qualsiasi nazione, religione, sesso appartengano.  

Nei giorni in cui ricordiamo i martiri di Marcinelle che furono sacrificati ad una visione in cui i diritti civili e sociali erano di là a venire e l’integrazione non era una condivisione di valori ma sottostare a quelli del più forte economicamente, il Comitato dell’insularità in Costituzione interpella le istituzioni sarde, nazionali, europee per verificare se le condizioni ostative per avere pari opportunità anche nelle situazioni geografiche insulari, ivi compresa la Sardegna, siano state superate. 

I padri fondatori ben sapevano quanto le situazioni di partenza erano disomogenee. D’altronde erano state le ragioni dei continui conflitti che per oltre mille anni hanno insanguinato l’Europa e lasciato sul campo milioni di persone. La pace che, per la prima volta nella storia, da oltre 70 anni godiamo in tutti i paesi europei, deve essere riconosciuta come un valore fondante e non surrogabile. Con essa deve diventare effettivamente fondante il riconoscimento di pari responsabilità ma anche di pari benefici in qualsiasi parte dei paesi membri capiti di nascere; superando definitivamente le discriminazioni che permangono e che riguardano tuttora anche la Sardegna.

«È necessario inserire il principio di insularità nella costituzione per poter rendere effettivi i diritti riconosciuti dal trattato di funzionamento dell’Unione europea per le Isole – ha detto Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia -. Non solo proseguiremo la raccolta delle firme, ma chiederò al vice presidente del Consiglio, on. Matteo Salvini, di firmare la proposta di legge, alla luce delle sue odierne sollecitazioni sul cattivo uso della nostra autonomia e nell’ambito di una leale collaborazione.»

«Oggi consegniamo simbolicamente 1.000 firme raccolte in Lombardia. Nelle prossime settimane – ha concluso Stefano Maullu – proseguiremo la raccolta con due iniziative importanti a Torino e Milano.»

Alla conferenza stampa, tenutasi ad Olbia questa mattina, sono intervenuti Roberto Frongia, presidente del Comitato; Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia; Maria Antonietta Mongiu, presidente del FAI Sardegna; Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi; Giovanni Pileri; Francesco Lai, sindaco di Loiri; Andrea Nieddu, sindaco di Berchidda; Antonio Satta, sindaco di Padru; Alessandro Sini consigliere comunale di Oschiri; Anna Paola Isoni consigliere comunale di Tempio Pausania; Matteo Sanna, ex consigliere regionale.

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Dopo la bella ed intensa giornata inaugurale vissuta ieri, oggi, domenica 20 maggio, va in scena il secondo appuntamento con la ““Festa del Patrimonio””, un evento inedito organizzato dall’’Amministrazione comunale di Carbonia. Sono previste numerose iniziative finalizzate a valorizzare l’’immenso patrimonio che caratterizza il nostro territorio sotto il profilo culturale, ambientale, scolastico, urbanistico, paesaggistico, sportivo e musicale. Il comune di Carbonia, le associazioni Lamas e Paesaggio Gramsci, in collaborazione con l’’Istituto Superiore Giovanni Maria Angioj-indirizzi Biotecnologie, Liceo Scienze Applicate, Grafica e Comunicazione, Informatica e Telecomunicazioni, Costruzione, Ambiente e Territorio, hanno organizzato diverse attività: dall’’esposizione di strumenti scientifici, storici, didattici all’esposizione di modellini delle tipologie abitative tradizionali e in 3D, dalle proiezioni sui protagonisti della fondazione della città all’’esposizione di cartografie storiche ed attuali su Carbonia, dall’’esposizione di materiali di Archivio sull’’Istituto Giovanni Maria Angioj a un box per le testimonianze videoregistrate su “”La mia Carbonia””. Di seguito, il programma delle relazioni che si svolgeranno stamattina nell’’Aula Magna dell’’Istituto Angioj, incentrate sul tema “Carbonia Città di Fondazione, Patrimonio della Sardegna”:

• Ore 10.00 Franco Masala, Carbonia città di fondazione;

•Ore 10.30 Luca Caschili, La pianificazione in una città di fondazione;

• Ore 11.00, Enrico Trogu, Il ruolo degli Archivi per la storia del territorio;

• Ore 11.30, Sabrina Sabiu, Un progetto per gli Archivi della storia delle miniere;

•Ore 12.00, Giuseppe Mangano, Didattica e Tecnologia per il recupero della città di fondazione;

•Ore 12.30 Strumenti scientifici e didattici per il recupero della memoria; Le iniziative verranno curate da Maria Antonietta Mongiu e Franco Masala, membri del Comitato Scientifico Paesaggio Gramsci.

Valorizzare il nostro patrimonio significa anche scoprire le straordinarie peculiarità vegetative presenti nel Parco di Monte Rosmarino, dove, a partire dalle ore 9.30, ci sarà un appuntamento “”Alla scoperta delle erbe spontanee nel Sulcis””, sotto la guida di Gianpaolo Demartis e della Calarighe Libera Scuola di Erboristeria Popolare Sarda. L’’escursione è organizzata dall’’ArcadiNoè Associazione Culturale.

Dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00, il Centro Ricerche Sotacarbo sarà aperto al pubblico: gli studenti del Liceo Scientifico Amaldi presenteranno le attività di ricerca in corso e guideranno i percorsi scientifici per laboratori e impianti.

Presso il PAS Museo Paleoambienti Sulcitani E. A. Martel, situato presso la Grande Miniera di Serbariu, sarà visitabile la mostra intitolata “Pangea, reperti fossili dal museo di Kamp Linfort”, con una variegata gamma di reperti fossili risalenti al periodo perno-carbonifero. La mostra nasce dal gemellaggio tra il PAS Museo Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel e il Museo geologico tedesco di Kamp Linfort.

Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, sarà aperto lo spazio Ex Dì Fabbrica del Cinema, dove si potrà assistere ad una visita guidata ai locali dell’ex direzione amministrativa della miniera, a un virtual tour con visore VR HTC VIVE e alla mostra fotografica “Una Strada” dell’artista Nino Corona.

Saranno presenti gli studenti dell’’Istituto di Istruzione Superiore Gramsci-Amaldi di Carbonia.

Per tutti i dettagli sugli eventi in calendario previsti per oggi, è possibile consultare la locandina con il programma aggiornato della ““Festa del Patrimonio””.

In allegato pubblichiamo alcune foto dei principali eventi svoltisi ieri in occasione della giornata inaugurale della prima edizione della “”Festa del Patrimonio””.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia ha presentato martedì mattina la “Festa del Patrimonio”, manifestazione inserita nel quadro dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 e delle celebrazioni per l’80° anniversario della Città, in programma sabato 19 e domenica 20 maggio.
L’evento costituisce l’alternativa voluta dalla Giunta Massidda a Monumenti Aperti, evento al quale quest’anno non è stata confermata la partecipazione.
La “Festa del Patrimonio” si propone «di dare al Patrimonio culturale il ruolo di promotore di un sentimento condiviso di identità e di senso di appartenenza ai luoghi portatori di memoria, di storia e di cultura e di promuovere un comune senso di responsabilità a tutela di essi».

La “Festa del Patrimonio” sarà una due giorni ricca di iniziative organizzate in collaborazione con le scuole, le associazioni culturali, sportive, artistiche e sociali del territorio.

Tutti i dettagli sono stati presentati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta dal sindaco Paola Massidda, con gli assessori della Cultura Sabrina Sabiu e dell’Urbanistica Luca Caschili, i rappresentanti dell’Associazione Lamas-Paesaggio Gramsci Maria Antonietta Mongiu e Franco Masala ed il dirigente scolastico dell’Istituto Angioj Maria Antonietta Cuccheddu.

«Si tratta di un evento inedito, finalizzato a rafforzare il senso di identità e di appartenenza dei nostri concittadini ai tanti luoghi e simboli storico-culturali che caratterizzano il territorio comunale», ha affermato il Sindaco Paola Massidda. Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore all’Urbanistica Luca Caschili, secondo il quale «la Festa del Patrimonio si inserisce all’interno di un ampio progetto sistemico di valorizzazione del territorio comunale che investe il paesaggio, l’ambiente, l’architettura e gli spazi urbani».
«L’iniziativa dell’Amministrazione comunale è trasversale e abbraccia svariati settori: dall’istruzione allo sport, dalla cultura al turismo, dall’urbanistica all’ambiente. Il mondo sportivo cittadino sarà parte attiva nell’inaugurazione dell’evento, prevista per sabato 19 maggio, alle ore 10.30, in piazza Roma. La “Festa del Patrimonio” si avvarrà soprattutto della preziosa collaborazione di studenti e docenti delle scuole cittadine, i quali saranno i veri protagonisti dell’evento», ha spiegato oggi l’assessore dello Sport e della Pubblica istruzione Valerio Piria.
“Attraverso questa iniziativa sarà possibile valorizzare la ricchezza monumentale e storico-culturale di cui la nostra città è dotata. In particolare, il focus del progetto sarà incentrato sui principali siti d’interesse comunali: dalla Grande Miniera di Serbariu a Piazza Roma, da Monte Rosmarino al Parco archeologico di Cannas di Sotto, senza trascurare in alcun modo il patrimonio storico-culturale presente a Serbariu, Flumentepido, Bacu Abis e Cortoghiana”, ha commentato l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu.

Alleghiamo il programma completo dei due giorni di festa, con le foto della conferenza stampa. A breve pubblicheremo gli interventi di Maria Antonietta Mongiu e Franco Masala.

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Venerdì 19 gennaio, nell’aula magna del Rettorato di via Università, a Cagliari, si terrà un convegno per ricordare la psichiatra Nereide Rudas, studiosa di tematiche femminili, intellettuale, antesignana della medicina di genere, una grande donna, una grande amica della Sardegna. Nel corso della giornata, si confronteranno tante voci di donne e uomini, amici, colleghi, che hanno percorso con lei un tratto di strada, per tracciare una visione, analitica e dialettica, sul lavoro professionale e culturale intrapreso dalla Rudas, ad un anno dalla sua scomparsa.

Dopo i saluti della rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, alle 9.30, sono programmate tre tavole rotonde che puntano ad aprire una riflessione sulle politiche attive per l’affermazione dei diritti civili e costituzionali, attraverso il riequilibrio di genere, il riconoscimento della pari dignità delle fasce sociali non ancora legittimamente rappresentate, per una società umanamente e legittimamente equa. Nel corso della mattinata, con giornalisti, intellettuali, avvocati, magistrati, docenti universitari, sociologi, si parlerà del rapporto tra cultura e politica, dell’uso dei linguaggi nella rappresentazione di una realtà in continua metamorfosi, e si aprirà una riflessione sulle mitologie e sugli stereotipi nella Sardegna, raccontati da Nereide Rudas. Coordineranno i lavori: Susi Ronchi, presidente Giulia Giornaliste Sardegna, Maria Antonietta Mongiu, presidente Lamas e SardegnaSoprattutto, Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna, vicepresidente Giulia Giornaliste.

«Una vita  segnata da grandi successi  professionali,  ma anche da un impegno permanente di coerenza femminista – sottolinea  Susi Ronchi, coordinatrice regionale di Giulia Giornaliste, Associazione che con forza ha programmato  questa giornata – per non dimenticare una donna che, a pieno titolo, entra nel Pantheon di noi giornaliste, perché ha elaborato analisi e studi moderni e attuali, per una rappresentazione specchiata della realtà e rispettosa della dignità e delle identità delle persone, i suoi studi sono stati fondamentali per comprendere i comportamenti relazionali uomo/donna nella società sarda.»

«Nereide Rudas ha ribaltato i vecchi paradigmi – afferma Maria Antonietta Mongiu, presidente di Lamas e di SardegnaSoprattutto – ed è riuscita ad abbattere anacronistici stereotipi della cultura isolana come il matriarcato attraverso i suoi studi sulla condizione della donna.»

Nel pomeriggio i lavori, dedicati a “Le mille anime di Nereide”, si apriranno alle 16,30 e  coordinati da Liliana Lorettu, psichiatra dell’Università di Sassari, e da Graziella Boi, direttrice del Centro Trattamento Disturbi Psichiatrici ASSL Cagliari, prevedono testimonianze di psichiatri e di magistrati per ricordare l’opera e il pensiero della professoressa Rudas: prima donna a istituire e a dirigere una Clinica Psichiatrica, prima donna  titolare di una cattedra di psichiatria in Italia, nonché  fondatrice della psichiatria forense. Nereide Rudas è stata tra i maggiori protagonisti del dibattito culturale in Sardegna e nella Penisola, attenta studiosa di Gramsci e, negli ultimi sette anni della sua vita, ha ricoperto la carica di presidente del Premio letterario Alziator, tra gli organizzatori dell’iniziativa.   

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Il comitato promotore del Referendum sull’inserimento del principio di insularità nella Costituzione ha tenuto oggi una conferenza stampa sul tema “Insularità e Identità: la cultura di un popolo”, alla quale hanno partecipato il presidente del Comitato Roberto Frongia,  l’on. Stefano Maullu, vice presidente della commissione per la Cultura e l’istruzione del Parlamento europeo e la prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, presidente del FAI Sardegna.

«Ritengo che i sardi con il riconoscimento dell’Insularità in Costituzione possano vedere finalmente riconosciuta una condizione di svantaggio tipica delle regioni insulari in tutta Europa – ha detto Stefano Maullu -. Nel 2001, il Governo italiano, andando completamente in controtendenza rispetto al resto d’Europa, con la riforma del titolo V della Costituzione ha equiparato le nostre due isole maggiori al resto delle altre regioni dello stivale. Così facendo, ha di fatto negato alla Sardegna di poter usufruire delle agevolazioni  di miglioramento e di pari opportunità di sviluppo economico messe a disposizione dall’Unione Europea. L’economia sarda risente ogni giorno di più delle difficoltà legate in particolar modo ai trasporti e alla continuità territoriale.»

«I sardi devono essere messi nelle medesime di sviluppo del resto d’Europa. Nel corso di questi anni ho sempre sempre promosso iniziative importanti per tutelare il diritto dei Sardi alla mobilità sia marittima che aerea. Nel mese di agosto ho voluto sollevare il problema direttamente dal porto di Genova, con un’iniziativa dal titolo “continuità territoriale, chi l’ha vista?” e a tal proposito – ha concluso Stefano Maullu – ho protocollato l’ennesima interrogazione alla Commissione Europea, in seguito alla bocciatura dei bandi per la continuità territoriale aerea,  sottolineando la rigidità della commissione nel ritenere gli aiuti di stato lesivi del mercato della libera concorrenza».

«Il percorso che abbiamo intrapreso è connotato da una serie di vocaboli che sono  referenti di temi e di pratiche certamente non neutre perché presuppongono un’assunzione di responsabilità prima di qualsiasi rivendicazione – ha detto Maria Antonietta Mongiu -. L’obiettivo esplicitato da subito è recuperare  il senso di cosa rappresenti essere isola nelle tante declinazioni ed implicazioni, che poi sono quelle su cui si è fondato lo Statuto speciale della Sardegna che, nel corso dei decenni, si è smarrito. Ogni recupero di senso presuppone un processo di autocoscienza e di profonda autocritica che, nella fattispecie, riguarda anche l’immane spreco di risorse consumato in nome di una sorta di risarcimento per essere un’isola.  La prospettiva che tracciamo ribalta i paradigmi dati e gli stigmi stratificatesi e prospetta l’essere isolani di un’isola al centro del Mediterraneo come un’opportunità a patto di avere pari opportunità come le ha un cittadino europeo che viva ad  Amburgo, Parigi, o a Bergamo. Allo stato il cittadino sardo non le ha, finendo per autorecludersi in quel pericoloso territorio della marginalità e del rivendicazionismo che è delle classi dirigenti dei luoghi coloniali che hanno difficoltà ad emanciparsi e diventare adulte e paritetiche. Ed allora le parole chiave sono reciprocità, interdipendenza, interazione,  e per agirle ed abitarle compiutamente la nostra deve diventare una sorta di ricerca-azione collettiva propositiva e concretamente operativa con l’assunzione a valore di una serie di elementi che nel passato sono stati negati. L’azione di riconoscimento passa attraverso il riconoscimento della lingua, dell’ambiente, del suolo, del patrimonio culturale materiale ed immateriale. Si tratta di capovolgere il punto di vista eterodiretto e di superare i conseguenti processi di autodefinizione esterni ed inibenti le potenzialità che, allo stato, sono inespresse. Decisioni importanti e non scontate, ma tutti siamo chiamati a rispondere sulle pratiche che mettremo in campo. Ecco perché l’insularità come l’identità è un processo di costruzione di futuro coinvolgente i sardi di dentro e quell di fuori che ormai sono diverse generazioni ma anche quelli che negli ultimi cinquanta anni per diversi mesi scelgono di essere sardi. L’isola che c’è – ha concluso Maria Antonietta Mongiu – deve essere un ponte ed un’opportunità che i sardi prima ed il governo centrale debbono riconoscere. Questo è il momento propizio.» 

«La partecipazione di Stefano Maullu ci consente di portare nel cuore del Parlamento Europeo, nella commissione per la Cultura, la battaglia per i diritti dei Sardi, forti delle cinquantamila firme raccolte, ad oggi, senza dimenticare i Sindaci e le tante personalità di culture diverse – ha detto Roberto Frongia -. Una battaglia in grado, finalmente, di unire i Sardi che chiedono il rispetto dei valori culturali e le pari opportunità, requisiti indispensabili per la piena realizzazione dei diritti fondamentali del nostro Popolo.»