2 November, 2024
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Il FAI prosegue l‘azione di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e del recupero della vocazione agricola della Sardegna. Lunedì 28 luglio, dalle ore 17.30 alle 20.00 è in programma l‘iniziativa Quale Rinascita? Villasor: tra buona terra storia recupero Villasor Castello Siviller, organizzata dalla Presidenza #FAI Sardegna e dal #FAI Giovani di Cagliari.

Dopo i saluti del sindaco di Villasor, Walter Marongiu, introdurrà la presidente regionale FAI Maria Antonietta Mongiu. A seguire quattro focus coordinati da Alberto Urgu, giornalista di Radiolina/Unione Sarda con giuristi storici, agronomi, geologi, architetti, funzionari del Mibact, land artists.

Il primo focus La buona terra e l’identità storica, con Giampaolo Salice, storico dell’Università di Cagliari, Franco Masala, storico dell’architettura e Monica Stocchino, architette del MIBACT.

Il secondo focus La buona terra fonte di benesser,e con Angelo Aru, agronomo dell’Università di Cagliari, Fausto Pani, geologo, Faustino Tuveri, presidente della Cooperativa Agricola Ortofrutticola Villasor

Il terzo focus Il Progetto sostenibile a difesa della buona terra, con Antonino Pirellas Land Artist, Gabriele Culotta e Francesco Denotti, architetti ed Antonella Sanna, ingegnere del MIBACT.

Il quarto focus Suoli e terra, con Pietro Ciarlo, costituzionalista dell’Università di Cagliari.

Il FAI ha tra le sue missioni la diffusione della cultura del paesaggio, esito dell’azione millenaria dell’uomo che usava i suoli rispettandone le caratteristiche. Perciò l’Italia conserva ancora un paesaggio rurale unico che, una volta consumato, non è riproducibile. Il peculiare paesaggio sardo, frutto della interdipendenza tra pastoriralità e agricoltura millenarie, più di altri necessita di attenzioni. Oggetto di edilizia selvaggia, non solo costiera, di recente ha visto interventi delle cosiddette “energie rinnovabili”, spesso copertura di speculazioni che espropriano le popolazioni dei terreni migliori.

Il #FAI ritiene che nei luoghi si devono radicare nuovamente la tradizione manufatturiera, l’agrogastronomia, l’accoglienza e l’ospitalità avendo come protagoniste le comunità a cui spesso sono state imposte scelte, talvolta illegittime e persino illegali, che hanno stravolto culture, saperi, vocazioni che avevano stratificato identità.

Oggi la Sardegna è chiamata a superare le servitù alimentari che la condannano a dipendere dall’esterno. Il #PSR ed i #Fondi comunitari sono un’opportunità per rigettare un approccio intensivo in favore delle biodiversità, qualificanti e referenti di benessere materiale e culturale soprattutto dei giovani da sostenere perché il ritorno all’agricoltura sia vantaggioso. Lavorare in campagna sarà remunerativo se si è produttori ma anche se sarà riconosciuto il ruolo di sentinelle e di custodi del paesaggio agrario da conservare per le generazioni future. Una vera rinascita verrà infatti da un‘agricoltura che non comprometta equilibri ambientali, non eroda il suolo, non uccida la biodiversità. Il patrimonio agricolo sardo è unico per la varietà delle specie e la molteplicità delle tecniche ma la Sardegna attende ancora una legge sulle biodiversità.

L‘iniziativa Quale Rinascita? Villasor: tra buona terra storia recupero vuole dare valore alle potenzialità di un territorio, esemplare come luogo virtuoso dell’agricoltura ma anche per l‘uso improprio di terreni agricoli. La sua storia è paradigma della centralità dell’agricoltura nella costruzione del paesaggio del Campidano di Cagliari. La buona terra di Villasor è la ragione della intensa presenza antropica nel mondo antico: nuragica, punica, romana. Un territorio declinato in villae rusticae con utilizzi ortofrutticoli e cerealicoli che hanno dato vita in fase bizantina a villaggi gerarchicamente dimensionati specie quando la corte giudicale diventa itinerante. Dall’inizio del XV sec. Sorres diventerà Villasor, feudo di Giovanni Sinelleris, o Sivilleri, (doganiere catalano del castello di Cagliari e procuratore reale) per rifondare i luoghi. Una fortezza sarà baluardo contro arborensi e barbaricini e baricentro di un popoloso villaggio, prima capoluogo della Curatoria e dal 1537 Contea.

 Riformare lo statuto di autonomia della Regione è ormai ineludibile e per farlo è necessario il contributo di tutta la società sarda. Per questo la #Fondazione Sardinia, l’associazione “Carta di Zuri” ed il sito Sardegna Soprattutto organizzano per il lunedì 9 giugno il seminario/convegno “Est ora – Movè(m)us: la Sardegna verso la sua nuova Costituzione”. Al centro dell’incontro due temi fondamentali: l’assemblea costituente e il nuovo statuto di autonomia della Sardegna. Appuntamento a partire dalle 16.00 nella sala del Palazzo Regio, in piazza Palazzo a Cagliari.

Nel corso dell’iniziativa si farà il punto su tutti i progetti di statuto presentati nell’ultimo trentennio e, dopo l’introduzione del presidente Fondazione Sardinia Bachisio Bandinu sul tema “L’identità e il popolo”, verranno analizzati sette punti fondamentali sui quali potrebbe vertere il nuovo statuto, ciascuno esposto ed approfondito da un relatore: «La Sardegna è una nazione» (Piero Marcialis della Fondazione Sardinia); «La Sardegna sviluppa e mantiene una posizione singolare per quanto si riferisce alla lingua, alla cultura, al diritto civile ed all’organizzazione territoriale» (Maria Antonietta Mongiu, Sardegna Soprattutto); «La Sardegna è un’isola ricca di territorio e di biodiversità» (Vincenzo Migaleddu); «La Sardegna considera l’Italia uno stato plurinazionale» (Nicolò Migheli, Sardegna Soprattutto); «La Sardegna convive fraternamente con i popoli dell’Italia ed è solidale con gli altri popoli del mondo» (Mario Medde, Carta di Zuri); «La Sardegna sottolinea l’importanza dei diritti e dei doveri, del sapere, dell’educazione, della coesione sociale e dell’eguaglianza» (Vanni Lobrano, Carta di Zuri); «La Sardegna partecipa all’Unione Europea, in coerenza con i valori e il modello di benessere e di progresso europei e offre amichevole collaborazione alle comunità ed alle regioni vicine per formare, a partire dal Mediterraneo, una euroregione per il progresso degli interessi comuni» (Pietro Soddu).

Il presidente dell’associazione Carta di Zuri don Pietro Borrotzu interverrà invece sul tema “L’etica della storia: la libertà cristiana e la comunità sarda”.

L’iniziativa proseguirà con le presentazioni delle quattro proposte di Statuto avanzate negli anni scorsi da Lorenzo Palermo, Mario Floris, Piergiorgio Massidda e Antonello Cabras.

 Il seminario sarà coordinato da Salvatore Cubeddu, direttore della Fondazione Sardinia.