20 November, 2024
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Maria Carmela Folchetti-02

Da oggi le imprenditrici e le lavoratrici autonome possono richiedere il “Voucher baby sitting”, un contributo concesso dallo Stato per 3 mesi, per un massimo di 600 euro mensili, durante il primo anno di vita del bambino. Potrà essere usato in sostituzione del congedo parentale, per pagare i servizi di baby sitting o i servizi per l’infanzia.

«Le mamme sono tutte uguali, indipendentemente dal lavoro che svolgono. Fare figli è un bene per il Paese e deve essere un diritto garantito a tutte le donne, rendendo disponibili quei servizi e quelle condizioni indispensabili affinché non siano costrette a scegliere se lavorare o fare figli.»

Così Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, commenta il decreto dei ministeri del Lavoro e dell’Economia e Finanze che estende il voucher baby sitting a imprenditrici e lavoratrici autonome e che, almeno per il 2016, permette di superare la disparità tra imprenditrici e lavoratrici dipendenti.

Il decreto (disponibile sul sito www.confartigianatosardegna.it) prevede, infatti, la possibilità per le madri imprenditrici e lavoratrici autonome di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, tale contributo o per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l’infanzia (erogati da soggetti sia pubblici che privati accreditati). L’indennità copre un periodo massimo di 3 mesi, nel primo anno di vita del bambino, e l’importo massimo del voucher è di 600 euro mensili, in base alla richiesta dell’imprenditrice. Il meccanismo per fruire del voucher è lo stesso di quello già individuato per le lavoratrici dipendenti: la domanda può essere presentata tramite il sito internet dell’INPS entro il 31 dicembre 2016. Il contributo è erogato nel limite della spesa di 2 milioni di euro e secondo l’ordine di presentazione delle domande.

«9.330 mila GRAZIE, tanti quante sono le donne artigiane imprenditrici in Sardegna che, con questa novità, per la prima volta assaporano la soddisfazione di essere considerate mamme-imprenditrici come tutte le altre. Ai nostri rappresentanti in Parlamento – aggiunge Maria Carmela Folchetti – ora chiediamo un altro impegno affinché il voucher passi da sperimentale e temporaneo per continuare a sostenere le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia.»

Da una recente indagine Doxa, in Italia le donne titolari di un’attività in proprio per il 46% hanno meno di 40 anni (il 13% ne ha meno di 30) con un’età media di 42 anni. Il 30% di loro ha una laurea, più del doppio rispetto alla media nazionale (18.9 % dato Istat al 31/12/2014) e il 58% è anche mamma. Una percentuale che può crescere ora ma bisogna rendere strutturale il voucher che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia.

«E’ con azioni concrete come queste che si aiuta la crescita demografica rendendo le madri tutte uguali indipendentemente dal lavoro che svolgono.E’ necessario superare definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – una discriminazione particolarmente odiosa nei confronti delle titolari d’impresa escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti e che attualmente non godono di alcun sostegno per coniugare gli impegni professionali con la cura della famiglia.»

In Sardegna le donne imprenditrici artigiane donne sono 9.330, 5.034 delle quali titolari donne e 4.296 collaboratrici. La imprese artigiane donne su totale imprenditori artigiani sono il 20,4%.

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Maria Carmela Folchetti-02

Prestiti pressoché bloccati per le aziende artigiane della Sardegna: solo il 6,9% (859 milioni) dei finanziamenti va alle piccole imprese contro i 11 miliardi e 587 milioni erogati al resto delle attività produttive. A questo si aggiunge una netta contrazione dei presti alle piccole imprese che, tra il 2015 e 2016, ha raggiunto i 44 milioni (-4,9%). Altissimo anche il costo del denaro: 6,81% con la Sardegna al quarto posto assoluto tra le regioni più care. Stessa situazione per il differenziale dei “punti base”: l’Isola è sempre nella quarta posizione con un gap sulla media italiana di +199 p.b. A Carbonia Iglesias il record italiano del costo del denaro: 9,56%.

«E’ questa la condizione che da parecchi anni frena lo sviluppo delle realtà imprenditoriali sarde che non superano i 15 addetti – denuncia Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – l’artigianato trova difficoltà sempre maggiori mentre cresce la disponibilità offerta alle grandi imprese (+0,4% rispetto al 2015).»

L’annosa questione dell’accesso al credito delle piccole imprese sarde emerge dalle rilevazioni dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, effettuate tra il marzo 2015 e lo stesso periodo del 2016, su dati Banca d’Italia e Artigiancassa.

Il dossier evidenzia una diminuzione generale del 4,9% per il credito alle imprese artigiane sarde confermando il proseguimento del trend negativo che da anni caratterizza il territorio. L’artigianato sardo, con le sue oltre 35mila imprese, in rappresentanza del 21,7% delle attività produttive isolane, negli ultimi anni ha visto ridursi costantemente i finanziamenti: si è passati dal -4,4% del marzo 2014, per arrivare al -1,6% del dicembre dello stesso anno, per tornare al -4,5% dello scorso dicembre e arrivare a questo – 4,9%.

L’analisi del costo del credito a livello provinciale mostra i livelli più elevati a Carbonia Iglesias (9,56%, -27 punti base in un anno) e record assoluto in tutta Italia. Segue l’Ogliastra (8,52%, -48 punti base in un anno), Olbia-Tempio (8,25%, -63 punti base in un anno) e Sassari (8,22%, +48 punti base in un anno, l’unica provincia in aumento). All’opposto, il tasso più basso in Sardegna, lo troviamo Cagliari (5,98% -107 punti base in un anno), seguita da Nuoro (6,57% e -97 punti base), Oristano (6,79% e -72 punti base) e il Medio Campidano (6,86% e -72 punti base).

Il costo del credito per un’impresa della provincia di Carbonia-Iglesias è quasi doppio (474 punti base in più) rispetto alla media nazionale e quasi triplo (628 punti base in più) rispetto al tasso minimo rilevato nella Provincia Autonoma di Bolzano, dove con il 3,28% di interesse si trovano le migliori condizioni in Italia.

«Il prestito alle piccole imprese – prosegue Maria Carmela Folchetti – resta, purtroppo, ancora legato alla percezione di un credito ad alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata. Invece, spesso, gli artigiani necessitano di finanziamenti molto ridotti e quindi poco appetibili dal sistema bancario che lavora più sulle grosse somme. Per questo sono sempre di più le aziende che si rivolgono ai Consorzi Fidi”.

Oggi quasi un imprenditore artigiano su due si rivolge ai Confidi Artigiani Artigiani per le proprie esigenze finanziarie e per dialogare più positivamente con le banche. La conoscenza diretta che questi Organismi hanno delle imprese si conferma la carta vincente anche per ridurre le insolvenze. In Sardegna, il 6,81% dei prestiti concessi dalle banche alle Micro e Piccole Imprese (artigiani inclusi) è garantito da queste Strutture. Analisi recenti sulle “sofferenze” (finanziamenti non rientrati) hanno dimostrato come i prestiti garantiti dai Confidi siano più “sicuri” rispetto a quelli non garantiti; infatti nel primo caso solo il 26,1% dei crediti non rientra contro il 38,7% della seconda ipotesi.

«I dati dimostrano quale sia il valore dei Consorzi Fidi Artigiani per sostenere le imprese – continua la Presidente anche per questo ribadiamo come sia necessario il rafforzamento dei Confidi, vera interfaccia che sa leggere i bisogni delle piccole imprese”. “Crediamo anche sia fondamentale non dimenticare lo spirito di solidarietà e di mutualità tra imprenditori che è alla base di questo sistema di garanzia artigiano – sottolinea Maria Carmela Folchetti – spesso l’unico sistema in grado di credere nelle piccole aziende e di accompagnarle nel loro percorso di crescita”.

I Confidi servono alle banche e servono alle imprese perché rappresentano l’ultimo presidio di un rapporto corretto del sistema produttivo con il mondo del credito – aggiunge – la conoscenza che tali Organismi hanno dei settori economici e dei territori è ormai diventata necessaria per chi finanzia e per chi chiede il finanziamento, perché rappresentano un supporto importante per ragionare sui numeri, i tempi e le forme tecniche dei finanziamenti. Per le piccole imprese, del resto, il credito bancario è lo strumento pressoché esclusivo per far fronte alle necessità finanziarie.»

«Poiché la situazione economica resta grave – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – è necessario continuare a lavorare affinché i Confidi possano essere messi in condizione di lavorare con sempre meno adempimenti e più possibilità operative.»

Credito alle Imprese Artigiane della Sardegna: Marzo 2016 su Marzo 2015

Finanziamento imprese artigiane (mln euro)

% variazione settembre 2015 su settembre 2014

Tassi attivi effettivi (imprese no finanziarie)

Variazione punti base 2015 sul 2014

Gap punti base con Italia

Cagliari

234

-4,4%

5,98%

-107

+116

Carbonia Iglesias

46

-7,1%

9,56%

-27

+474

Medio Campidano

44

-7,0%

6,86%

-72

+204

Oristano

76

-3,0%

6,79%

-81

+197

Nuoro

103

-4,1%

6,57%

-97

+175

Ogliastra

30

-6,7%

8,52%

-48

+370

Olbia Tempio

152

-5,5%

8,25%

-63

+343

Sassari

173

-4,6%

8,22%

+48

+340

Sardegna

859

-4,9%

6,81%

-77

+199

ITALIA

43.932

-6,1%

4,82%

-91

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“Il sacro e il profano” e “La devozione in Barbagia” sono i due volumi fotografici realizzati dalla fotografa nuorese Maria Carmela Folchetti, che alle 18.00 di mercoledì 5 ottobre a Cagliari, verranno presentati nella sala conferenze della “Fondazione di Sardegna” in via San Salvatore da Horta n. 2. Oltre all’autrice, parteciperanno Antonello Cabras, Giacomo Mameli, Luca Murgianu, Enrico Pinna.

Un racconto per immagini della parte più intima della cultura popolare sarda, un viaggio nella quotidianità che sfugge alla razionalità, due opere leggere e delicate di un’autrice che conosce profondamente l’isola, da sempre al bivio tra sacro e profano.

Il primo volume dal titolo “Sacro e profano in Sardegna” è in realtà un libro double-face costituito dai volumi “Il carnevale” e I riti della Settimana Santa”. Il secondo, “La devozione in Barbagia”, indaga le feste di San Francesco di Lula, Nostra Signora delle Grazie e Il Redentore.

Il primo, morte e resurrezione dei carnevali sono opportunamente abbinati a quelli della tradizione cristiana. Le tristi sfilate dei Mamutones sfumano nelle processioni meste di una Settimana Santa sempre intensa e partecipata. Maria Carmela Folchetti coglie, senza mai oltrepassare il sottile confine della rappresentazione folcloristica e spettacolare, i segni intimi di cerimonie arcaiche. La tensione e la forza primordiale dei carnevali sfuma nella ritualità composta delle processioni. I segni di passaggio dal pagano al religioso sono attentamente rappresentati. Lo sguardo alle feste è sempre attento e acuto, la sintassi fotografica precisa e sicura. La sapiente padronanza dei piani di messa a fuoco e del mosso controllato rendono dinamica la scena senza pietrificarla ma lasciandola fluire in “Un’intensa vibrazione di luce”.

Il secondo è un doveroso omaggio al padre Carmelo con le sue immagini datate 1978. Un simbolico passaggio di testimone per continuare a rappresentare un affresco Deleddiano di feste antiche che costituiscono ancora parte importante delle fondamenta culturali della società barbaricina.

I libri, arricchiti dai testi di Amedeo Spagnuolo, Gian Nicola Spanu, Chiara Solinas e Marina Moncelsi, costituiscono un viaggio nell’immaginario visuale di una fotografa attenta alla cultura della sua terra e ci consentono di vedere la sua evoluzione a partire dalle prime immagini datate 1986. Appare nitido un percorso artistico e culturale che si evolve dal puro stile documentario verso una ricerca più attenta ai significati profondi di riti ancora vivi e sentiti.

Quello di Carmela Folchetti è un viaggio lungo trent’anni alla scoperta delle sue (e delle nostre) radici. La sua fotocamera ferma momenti lontani di devozione sentita e partecipata mostrandoci un mondo che rischia di cedere lentamente il passo al folklore. Solo uno sguardo attento riesce ancora a cogliere i segnali autentici che connotano e distinguono uno spettacolo per turisti da una millenaria rievocazione della nostra storia.

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Per il settimo anno consecutivo il settore artigiano delle autoriparazioni della Sardegna registra un segno negativo, tra apertura e chiusura delle imprese che si occupano della manutenzione e riparazione di veicoli.

Situazione economica congiunturale, abusivismo, concorrenza sleale e mancanza di liquidità delle famiglie hanno portato il comparto a perdere, tra il 2015 e il 2016, l’1,37% (29 aziende) per registrare, così, alla fine dello scorso giugno, 2.513 imprese in totale, percentuale ridotta rispetto al 2014 sul 2015 quando il calo registrato fu dell’1,9%.

Sono questi i dati del dossier sull’Autoriparazione, elaborato dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia per Confartigianato Sardegna (dati Istat e Unioncamere consolidati al 1 luglio 2016).

«Il comparto dell’autoriparazione, seppur penalizzato dalla situazione generale del mercato, nonostante i numeri ancora non positivi, sta reagendo contenendo il più possibile i danni e i costi – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna  il sistema auto è notoriamente penalizzato e oggi i veicoli, con la casa, sono il prodotto più tartassato in assoluto. Sia dal punto di vista economico che da quello legislativo, nonostante sia quello che più rispetta le tante e rigide normative in materia di sicurezza e ambiente.»

Situazione peggiorata anche a livello territoriale: a Cagliari le imprese hanno subito un calo dell’1,06% arrivando a 1.023 imprese; a Sassari se ne registrano 819 con un calo dello 0,85%; a Nuoro sono 454 con una perdita dell’1,73%% mentre Oristano, con 217 imprese, la flessione registrata è stata del 3,98%. A livello nazionale il decremento registrato è stato dell’1,12%.

«In ogni caso i dati sono negativi – aggiunge Maria Carmela Folchetti – e ci dicono come l’economia del settore, purtroppo, stenti a ripartire al contrario del lavoro nero, sommerso e irregolare che cresce, di giorno in giorno, arrivando a livelli intollerabili. Tutto ciò nonostante l’attività di controllo esercitata dagli organi competenti. Su questa “piaga” da parecchi anni portiamo avanti pubbliche battaglie invitando colleghi artigiani e cittadini a fare fronte comune per combatterla. I danni che questa provoca non solo economici ma alimentano un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo.»

Per Confartigianato Imprese Sardegna, prima di tutto, è necessario ricordare alle aziende quali siano le norme da rispettare, con informazioni e formazione e, successivamente, effettuare controlli tecnici a tappeto per la verifica del rispetto delle regole con l’obiettivo di colpire gli abusivi. Tutto ciò unito a un appello ai negozi di autoforniture affinché pongano maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi, soprattutto quando non vengono venduti alle imprese del settore.

Maria Carmela Folchetti-02

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01-BARBARA PALA E ANTONELLA TEDDE-SARTORIA LABPLATDD MACOMER-min 02-min 03-min

Le due sarte-stiliste di Macomer, Barbara Pala e Antonella Tedde, titolari del laboratorio sartoriale “LABPLATDD”, sono arrivate prime al “Young Italian Taylors”, il contest nazionale per le giovani sartorie emergenti di Confartigianato Moda, svolto nel fine settimana al Milano Fashion Week.

Questa affermazione le porterà, già dall’inizio di ottobre, a esporre e presentare i pezzi presentati a Milano in un evento a Dubai e, successivamente, a essere ospitate nello show-room di Alto italiano a Los Angeles.

«Siamo contente e, allo stesso tempo, incredule per questo riconoscimento ma piacevolmente sorprese e onorate – affermano le due stiliste – perché in questi giorni abbiamo sentito il popolo sardo veramente vicino con telefonate, messaggi e incoraggiamenti. I premi e le vittorie sono effimeri ciò che conta davvero è il lavoro e l’impegno quotidiano che ogni artigiano sardo mette nelle sue creazioni: a Milano questo valore è stato riconosciuto. Ci auguriamo che possa essere riconosciuto anche nei prossimi appuntamenti a Dubai e negli Stati Uniti.»

«In ogni caso rimaniamo con i piedi bene per terra perché in questi momenti ripensiamo ai sacrifici fatti per studiare e lavorare lontano dalla nostra terra – aggiungono Barbara Pala e Antonella Tedde ma anche all’idea di rientrare a Macomer con la voglia di costruire qualche cosa di positivo in un territorio e in una regione con enormi potenzialità ma anche tanti ostacoli da scavalcare. Non sappiamo dove ci porterà questa esperienza e quali opportunità potrà offrirci – concludono le due sarte-stiliste – ma di sicuro sarà la spinta per crescere, migliorarci, confrontarci e, magari, creare anche opportunità di lavoro e collaborazioni con altri sarti o produttori della Sardegna”.

«Il riconoscimento nazionale a queste imprenditrici ci dice, ancora una volta, che anche in Sardegna “si più fare” – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che le nostre imprese non sono seconde a nessuno e che le opportunità ci sono anche se, spesso, non siamo troppo bravi a sfruttarle”. “Dobbiamo crescere, confrontarci, studiare, vedere ciò che fanno gli altri e migliorarci – continua la Presidente – abbiamo tanto da imparare ma, ripeto, non siamo secondi a nessuno. L’augurio che posso fare a loro, e a tutti coloro che fanno impresa, è quello di sfruttare tutte le opportunità che potranno arrivare e di moltiplicarle per far crescere tutto il territorio.»

«Barbara e Paola sono il tangibile esempio dell’impegno artigiano sardo e nuorese – afferma Giuseppe Pireddu, presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra – sono le artigiane e gli artigiani come loro che portano avanti l’economia di tutta l’isola. Sono queste imprese che portano in giro per l’Italia e per il mondo il saper fare delle piccole imprese del nuorese per queste chiediamo soltanto che venga data l’opportunità di lavorare, di fare il proprio mestiere, che nel tempo ha dato da vivere a tante persone e a tante famiglie. E’ necessario rimuovere ostacoli che talora paiono insuperabili, quali l’eccessivo costo del lavoro, l’elevato prezzo dell’energia, la fiscalità che ha raggiunto livelli insostenibili e in fine, ma non certo da ultimo, il peso della burocrazia – conclude il presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra . dobbiamo aiutare queste realtà. Chiediamo un impegno forte da parte delle Istituzioni e della politica per cominciare a risolvere tali questioni perché gli artigiani, solo a queste condizioni, potranno essere uno degli elementi decisivi del territorio.»

Il laboratorio di sartoria creativa “LABPLATDD”, è stato aperto nel 2009 da Barbara Pala, fashion designer, e Antonella Tedde, modellista. Opera rielaborando tessuti creando abiti e oggetti nuovi, intuitivi e originali, valorizzando le lavorazioni tessili locali, siano queste legate all’utilizzo delle tessiture tradizionali, all’applicazione dei bellissimi ricami o all’inserimento di tecniche di intervento decorativo e pittorico.

Nel laboratorio di Macomer viene realizzato tutto: dallo studio, al disegno fino al confezionamento. Quindi nascono prodotti d’abbigliamento classico e tradizionale, complementi d’arredo, ricami, quadri in tessuto ma anche t-shirt ed espadrillas dipinte a mano e stampate. Qualunque tessuto, dal cotone fino all’orbace (questo rigorosamente sardo), si trasforma così in una produzione di oggetti unici e carismatici che appare un privilegio possedere.

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01-BARBARA PALA E ANTONELLA TEDDE-SARTORIA LABPLATDD MACOMER-min02-min 03-min

Barbara Pala e Antonella Tedde sono le due titolari del laboratorio di moda sartoriale “LABPLATDD” di Macomer che ha vinto il concorso nazionale “Young Italian Taylors” organizzato da Confartigianato Moda e destinato alle sartorie under 40. Con le loro creazioni, parteciperanno a Milano alla “Fashion Week” in programma dal 23 al 25 settembre, manifestazione di livello mondiale che ogni anno ospita 30mila visitatori e compratori con un giro d’affari di oltre 50 milioni di euro.

Le due stiliste sarde, esporranno all’interno di APART, una “tre giorni” di eventi che offrirà a stampa e buyer una selezione di brand di ricerca, lusso ed alto artigianato, selezionati da un gruppo di professionisti esperti di moda.

Alla fine della kermesse milanese una giuria selezionerà alcune sartorie che potranno partecipare a un evento a Dubai, all’inizio di ottobre, e successivamente a Los Angeles, ospiti nello show-room di Alto italiano.

«Il riconoscimento a queste due artigiane ha un valore triplo – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – perché operano in un contesto economico molto difficile, perché hanno scelto di tornare in Sardegna quando in tanti vorrebbero andare via e perché essendo donne imprenditrici devono moltiplicare le loro forze per conciliare lavoro e famiglia.»

«Questo premio è la dimostrazione tangibile che, nonostante tutte le difficoltà che la Sardegna affronta, la voglia di fare impresa e di confrontarsi con il mondo e i mercati, è ancora fortissima – commenta Giuseppe Pireddu, presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra – c’è un tessuto produttivo che lavora ogni giorno tra tante difficoltà e non ha alcuna intenzione di arrendersi.»

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Palazzo della Regione 2 copia

Arrivano i finanziamenti a fondo perduto e per le 101.674 microimprese della Sardegna, che occupano 187.636 persone, si apre una nuova fase di sviluppo.

La Giunta Regionale ha deciso di sostenere il rilancio delle piccole realtà produttive isolane, quelle che non superano i 10 addetti e che rappresentano il 96,6% del tessuto produttivo regionale, attraverso l’erogazione automatica di finanziamenti che non potranno oltrepassare il 50% dell’investimento, e in ogni caso per un massimo di 15mila euro.

«La Regione ha recepito le richieste di Confartigianato – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e, soprattutto, ha capito che le micro imprese, la maggior parte delle volte, hanno bisogno anche di finanziamenti minimi. Agli assessorati dell’Artigianato e della Programmazione va riconosciuto il merito di aver supportato le richieste della nostra Associazione. Questo è un segnale d’attenzione, importante e concreto, per sostenere la ripresa del settore, e al quale va il nostro plauso.»

L’importante decisione, che è stata deliberata dalla Giunta, ricade tra gli obiettivi della Programmazione Unitaria 2014-2020. Strategia 2 “Creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese”.

L’intervento che riguarda le microimprese, denominato T0, riguarda il “sostegno all’accesso a servizi avanzati di consulenza e di sostegno all’innovazione, investimenti in impianti, macchinari e attrezzature anche per interventi di efficientamento energetico”.

Le spese ammissibili riguardano i servizi di consulenza e di sostegno all’innovazione (individuati nel “catalogo dei servizi” della Regione) e l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature.

Il programma ha durata fino a 31 dicembre 2020, ed è finanziato con fondi europei, nazionali e regionali. La selezione dei progetti avrà procedura automatica, la procedura d’istruttoria sarà secondo l’ordine cronologico di presentazione

«I punti di forza dell’intervento sono la possibilità di acquistare non solo servizi ma anche attrezzature e macchinari, l’allargamento degli incentivi a tutti i settori produttivi, anche quelli che in passato non potevano partecipare, e le procedure a sportello – sottolinea Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato – tutto ciò significa l’accesso ai finanziamenti per tante attività, dall’edilizia al benessere, al commercio o ai servizi, per fare degli esempi e, soprattutto, tempi rapidi per l’assegnazione dei fondi.»

«L’auspicio – conclude Stefano Mameli – è che i bandi vengano pubblicati al più presto per consentire alle imprese di accedere ai finanziamenti nel minor tempo possibile.»

La Regione ha anche deliberato altri interventi, sempre a sostegno dello sviluppo economico dell’isola, che riguardano le imprese più strutturate, fino a 5 milioni di intervento pubblico e che possono anche raggiungere il 75% di fondo perduto attraverso la combinazione di più interventi.

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“Il sacro e il profano” e “La devozione in Barbagia” sono i due volumi fotografici realizzati della fotografa nuorese Maria Carmela Folchetti, che alle 19.30 di martedì 30 agosto a Nuoro, verranno presentati nella Vecchia Chiesa delle Grazie. Oltre all’autrice, è prevista la partecipazione del giornalista Giacomo Mameli, di Domenico Canu e Ciriaco Offeddu. Gli intermezzi musicali saranno a cura dell’Associazione “POPULOS – TENORE NUGORESU”.

Un racconto per immagini della parte più intima della cultura popolare sarda, un viaggio nella quotidianità che sfugge alla razionalità, dueì opere leggere e delicate di un’autrice che conosce profondamente l’isola, da sempre al bivio tra sacro e profano.

Il primo volume dal titolo “Sacro e profano in Sardegna” è in realtà un libro double-face costituito dai volumi “Il carnevale” e “I riti della Settimana Santa”. Il secondo, “La devozione in Barbagia”, indaga le feste di San Francesco di Lula, Nostra Signora delle Grazie e Il Redentore.

Il primo, morte e resurrezione dei carnevali sono opportunamente abbinati a quelli della tradizione cristiana. Le tristi sfilate dei Mamuthones sfumano nelle processioni meste di una Settimana Santa sempre intensa e partecipata. Maria Carmela Folchetti coglie, senza mai oltrepassare il sottile confine della rappresentazione folcloristica e spettacolare, i segni intimi di cerimonie arcaiche. La tensione e la forza primordiale dei carnevali sfuma nella ritualità composta delle processioni. I segni di passaggio dal pagano al religioso sono attentamente rappresentati. Lo sguardo alle feste è sempre attento e acuto, la sintassi fotografica precisa e sicura. La sapiente padronanza dei piani di messa a fuoco e del mosso controllato rendono dinamica la scena senza pietrificarla ma lasciandola fluire in “Un’intensa vibrazione di luce”.

Il secondo è un doveroso omaggio al padre Carmelo con le sue immagini datate 1978. Un simbolico passaggio di testimone per continuare a rappresentare un affresco Deleddiano di feste antiche che costituiscono ancora parte importante delle fondamenta culturali della società barbaricina.

I libri, arricchiti dai testi di Amedeo Spagnuolo, Gian Nicola Spanu, Chiara Solinas e Marina Moncelsi, costituiscono un viaggio nell’immaginario visuale di una fotografa attenta alla cultura della sua terra e ci consentono di vedere la sua evoluzione a partire dalle prime immagini datate 1986. Appare nitido un percorso artistico e culturale che si evolve dal puro stile documentario verso una ricerca più attenta ai significati profondi di riti ancora vivi e sentiti.

Quello di Carmela Folchetti è un viaggio lungo trent’anni alla scoperta delle sue (e delle nostre) radici. La sua fotocamera ferma momenti lontani di devozione sentita e partecipata mostrandoci un mondo che rischia di cedere lentamente il passo al folklore. Solo uno sguardo attento riesce ancora a cogliere i segnali autentici che connotano e distinguono uno spettacolo per turisti da una millenaria rievocazione della nostra storia.

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Sono circa 6.700 le imprese artigiane sarde potenzialmente coinvolte nel mercato turistico isolano. Lo rileva un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati UnionCamere-Movimprese del secondo trimestre 2016, che sottolinea anche come queste rappresentino il 18,4% del totale del comparto artigiano isolano, coinvolgendo settori come quelli dell’agroalimentare, delle manifatture e dei servizi, dell’abbigliamento e delle calzature, delle attività ricreative, culturali e dell’intrattenimento, dei bar, caffè e pasticcerie, dell’editoria, della somministrazione di alimentari e bevande, delle strutture ricettive, e dei trasporti.

In Sardegna i flussi turistici in netta crescita in questa estate 2016, sono di grande rilevanza anche per le imprese artigiane con la domanda di beni e servizi generata da persone in vacanza che è potenzialmente intercettabile da quasi un quinto delle imprese artigiane sarde. Rispetto al 2013, la percentuale delle aziende che lavora con il turismo è cresciuto dell’1,3%, passando dal 17,1% del 2013 all’attuale 18,4%. La percentuale rilevata nella nostra regione supera del 2,6% la media nazionale del 15,8%.

A livello nazionale, la Sardegna occupa la settima posizione dopo la Sicilia con il 21,8% e la Campania con il 21,3% seguite dalla Toscana con il 19,4%, Marche con il 19,3% Calabria con 19,1% e il Lazio con il 18,7%.

Tra le vecchie province della Sardegna, in testa quella di Cagliari con 2.612 imprese (interessato il 19% del totale delle imprese artigiane), segue Sassari 2.360 aziende (18,2%), poi Nuoro con 1.234 attività artigiane (18,8%) e, infine, Oristano con 483 (15,4%).

In questa estate 2016, secondo recenti rilevazioni, il turismo fa nuovamente rima con Italia. La nostra Nazione, infatti, è al 1° posto nell’Unione Europea per presenze turistiche nei mesi estivi (giugno-settembre) con il 16,2% del totale, davanti a Francia (15,9%) e Spagna (14,5%), grazie ad asset quali 8.300 km di costa con 644 comuni litoranei, un territorio montano pari ad oltre un terzo (35,2%) della superficie nazionale e 352 città di interesse storico e artistico.

Gli ultimi dati sui flussi turistici indicano che negli ultimi dodici mesi le presenze sono in salita del 2,6%, anche grazie al ritorno alla crescita delle vacanze degli italiani (+3,7%) che sostengono l’aumento dell’1,4% delle presenze straniere. Nell’ultimo anno si sono registrate in Italia 386,5 presenze turistiche, di cui il 49,2% pari a 190,2 milioni di non residenti e il rimanente 50,8%, pari a 196,4 milioni di presenze di residenti; in particolare a marzo 2016 si è raggiunto il massimo storico delle presenze turistiche in Italia pari a 388,6 milioni su base annua.

«Il turismo e le imprese artigiane collegate, rappresentano uno dei settori fondamentali per l’economia della regione – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – ma, come tutte le altre attività, negli anni passati hanno sofferto particolarmente la crisi a causa della ridotta disponibilità economica delle famiglie, all’insufficiente disponibilità o dal costo dei mezzi di trasporto (aerei e navi in primis) e all’inadeguata programmazione turistica».

«Dal 2014 i dati ci dicono di lenta ma costante ripresa dei flussi turistici e della crescita della disponibilità economica dei nuclei famigliari – aggiunge la presidente Folchetti – per questo dobbiamo lavorare ancora più duramente per riguadagnare posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia». «Infine – conclude Maria Carmela Folchetti – a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo mentre, a livello nazionale, è necessario continuare a stimolare i consumi delle famiglie.»

L’artigianato potenzialmente interessato da attività turistiche nelle province (al secondo trimestre 2016).

Imprese artigiane legate al Turismo

% su totale imprese artigiane della Sardegna

Cagliari

2.612

19,0%

Nuoro

1.234

18,8%

Oristano

483

15,4%

Sassari

2.360

18,2%

Sardegna

6.689

18,4%

ITALIA

212.964

15,8%

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Il falso “made in” e il mercato della contraffazione minacciano oltre 900 imprese artigiane della Sardegna, l’11,4% del manifatturiero regionale. Cosmetici, gioielli, occhiali, giocattoli ma soprattutto è l’area della “moda” quella più a rischio, con le imprese dell’abbigliamento e degli accessori, delle calzature, del tessile e della maglieria che vedono quotidianamente compromessa la propria esistenza.

Parla chiaro il report di Confartigianato Sardegna, su dati Istat e Unioncamere di fine 2015, che ha analizzato l’“Artigianato esposto alla contraffazione nell’isola”: su 7.997 imprese manifatturiere sarde, ben 908 (l’11,4%) subiscono danni dalle “imitazioni”.

Nella classifica stilata dall’Associazione Artigiana, la nostra regione si classifica al 14esimo posto. Al primo la Toscana con il 42,9% delle imprese “sotto attacco” mentre all’ultimo la Sicilia con solo l’8,4% delle imprese interessate, contro una media italiana del 19,8%.

Molto al di sotto della media nazionale sono i dati provinciali sardi. Il più alto indice di artigianato manifatturiero sotto minaccia di concorrenza sleale viene rilevato a Cagliari con il 12,4%, seguito da Sassari con l’11,4%, Nuoro con il 10,7% e Oristano con solo l’8,3%.

I beni più contraffatti rimangono sempre i capi di abbigliamento, gli accessori, le cinte, borse, calzature.

«Un esercito di falsi che invade i mercati e minaccia seriamente la tenuta economica delle micro e piccole imprese – afferma la presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – prodotti venduti a basso prezzo, ma assolutamente inaccettabili dal punto di vista qualitativo e senza garanzie di sicurezza per il consumatore”. “Un inganno che – continua la presidente – lede l’acquirente ed intacca i fatturati delle imprese. In Sardegna, dal 2008 al 2015, sono stati circa 28 i milioni di merce falsa sequestrata.»

Le operazioni effettuate per la confisca dei prodotti, infatti, sono state circa 3.000 (1milione 700mila pezzi) vedono più colpiti i settori della cosmesi (11 milioni di euro), delle apparecchiature elettriche (8 milioni circa), dell’abbigliamento (4,5 milioni) e della gioielleria-orologeria (4,2 milioni).

A livello nazionale, in un anno, vengono sequestrati 23.122.367 articoli di abbigliamento e accessori, calzature e occhiali, al ritmo di 2.640 articoli all’ora. Nel solo comparto moda, abbigliamento, accessori e calzature, gioielleria e orologi, borse e valigie, la contraffazione determina minori vendite per le imprese italiane regolari pari a 9.888 milioni di euro e una perdita di 88 mila posti di lavoro.

La contraffazione “viaggia” anche online: in soli quattro anni, infatti, triplica la quota di sequestri nell’Unione europea relativi a merci trasportate con corriere espresso e posta, passando dal 5,7% del 2010 al 16,3% del 2014.

«La contraffazione, l’abusivismo, il lavoro nero – riprende la presidente Folchetti – sono tante facce di “una filiera” che colpisce l’economia, i consumatori e mina alle radici il “made in Italy” e il “made in Sardegna””.

Confartigianato Imprese Sardegna, da sempre opera per legalità e per tutelare le imprese che operano alla luce del sole. Inoltre, da un anno a questa parte, soprattutto per contrastare le attività in nero, l’associazione artigiana, ha dato il via a “Tutelami”, una azione di sensibilizzazione verso la pubblica opinione e di denuncia contro chi opera abusivamente. Infatti, dopo un confronto con gli organi competenti, anche in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto a settembre con la Prefettura, l’associazione artigiana ha istituito la mail tutelami@confartigianato-imprese.com, tutt’ora attiva, per consentire la segnalazione, in forma anonima e protetta, di tutte quelle “attività irregolari” che danneggiano il tessuto imprenditoriale e, in casi sempre più crescenti, anche la salute delle persone.

«Intendiamo continuare in questa battaglia per la legalità – conclude Maria Carmela Folchetti – perché intendiamo contrastare con ogni mezzo il fenomeno della contraffazione, collaborando con le Forze dell’Ordine, sensibilizzando consumatori e opinione pubblica.»

Maria Carmela Folchetti-02