20 November, 2024
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Giuseppe Pireddu

Giuseppe Pireddu è il nuovo presidente provinciale di Confartigianato Nuoro. 50enne, autoriparatore di Macomer, è stato eletto dall’Assemblea dell’associazione degli artigiani riunitasi nel capoluogo barbaricino.

Nel suo primo discorso, ha ringraziato per il lavoro svolto la Presidente uscente Maria Carmela Folchetti, attuale presidente regionale di Confartigianato, e ha cominciato a proporre le linee guida del suo mandato, analizzando la situazione politica, economica e sindacale della Provincia, e le prospettive del comparto.

«Vorrei che Confartigianato fosse il punto di riferimento per tutte le imprese della provincia – ha affermato Pireddu – per quelle che conoscono le loro difficoltà ma che sono altrettanto consapevoli delle potenzialità.»

Il neo presidente ha poi ricordato come «il tessuto produttivo artigiano del nuorese e dell’Ogliastra, circa 7mila imprese e oltre 20mila dipendenti, non si voglia arrendere alla crisi e creda ancora  nel valore dell’impresa, nella qualità del lavoro individuale, nella potenzialità del territorio e nell’investimento in tecnologia».

L’assemblea ha provveduto anche ratificare l’elezione del Direttivo Provinciale dell’Associazione di cui fanno parte in neo Presidente Pireddu, l’ex Presidente Maria Carmela Folchetti, insieme a Massimiliano Cadinu, Mariano Nicola Mele, Francesca Pilotto, Severino Soddu, Lidia Muceli, Pietro Paolo Ligas, Alberta Brau e Daniele Sanna.

Maria Carmela Folchetti-02

Mentre in Consiglio regionale procede a rilento l’esame del disegno di legge 130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”, arrivano dure critiche dalle associazioni di categoria.

La presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, attacca pesantemente l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu: «Aveva promesso l’approvazione entro i primi giorni di dicembre ma di questo passo si finirà a Ferragosto: si prenda le sue responsabilità – attacca la Folchetti -. 14 giorni per analizzare 3 articoli su 32. Di questo passo il Consiglio finirà esattamente la vigilia di Ferragosto, con buona pace dell’Assessore Erriu che assicurò l’approvazione definitiva entro la prima decade dello scorso dicembre.»

«In Consiglio, ormai da due settimane – aggiunge la presidente di Confartigianato – assistiamo a una situazione che ha dell’assurdo, dell’incredibile, dove, a causa delle contrapposizioni ideologiche e partitiche, due fazioni dibattono di una legge sgangherata che andrà a rendere la vita impossibile alle imprese, ai professionisti e a chi avrebbe l’idea di investire i propri risparmi sull’ammodernamento della propria casa. Con un riverbero devastante sugli imprenditori, sui dipendenti e su tutto l’indotto avviato a una pericolosissima incertezza sulle norme da applicare.»

«Noi vogliamo fare due semplice domande agli assessori e ai consiglieri – continua la Folchetti -: è possibile che questo “gioco al massacro” non si possa fermare? E’ possibile che debbano essere sempre le imprese a subire il “non dialogo” tra le due parti. Siamo assolutamente sconcertati e molto preoccupati per il futuro del comparto che ha bisogno di tutto tranne di cattive leggi e di un continuo “muro contro muro”.»

Confartigianato Sardegna ricorda come il vecchio Piano Casa avesse portato benefici per la Sardegna. Il monitoraggio, purtroppo fermo al giugno 2013, che la stessa Regione pubblicò sul proprio sito, infatti, parla di 21.853 istanze relative alla normativa nei comuni direttamente censiti, con una proiezione a 35.180 pratiche anche nei Comuni non direttamente censiti. I dati sugli investimenti parlano di una media di circa 35mila euro a intervento.

Un esempio positivo è quello del Piano Casa del Veneto, strumento che la Regione ha prorogato: tra il 2009 e il 2014 ha salvato dal fallimento 8mila imprese e 14mila posti di lavoro, generando 3,2 miliardi di investimenti.

«E’ indubbio che il patrimonio edilizio sardo abbia bisogno di una riqualificazione e che la qualità costruttiva ed energetica degli edifici necessiti di interventi – riprende Maria Carmela Folchetti – a beneficio dell’ambiente e della vita dei cittadini. Infatti questi erano i presupposti della legge sul miglioramento del patrimonio edilizio: incentivare i cittadini che migliorano il proprio patrimonio edilizio con delle premialità che non intaccano l’ambiente ma lo migliorano. Questi obiettivi portano indirettamente lavoro per le imprese ed ossigeno per l’economia. Questo faceva il vecchio Piano Casa e questi gli stessi presupposti che hanno portato l’attuale Giunta e l’assessore Erriu a proporre al Consiglio un disegno di legge volutamente non chiamato Piano Casa ma “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”.»

La presidente Folchetti in conclusione ricorda come «in più occasioni, Confartigianato Sardegna chiese all’assessore all’Urbanistica Erriu la proroga del vecchio Piano Casa manifestando, contemporaneamente, la propria preoccupazione circa i tempi di approvazione di una nuova legge ottenendo, anche in contesti pubblici, rassicurazioni circa il periodo ristretto che sarebbe stato necessario. Ciò non è avvenuto e di questo l’assessore, oltre che i consiglieri regionali, si deve assumere la responsabilità».

Maria Carmela Folchetti-02

Confartigianato Imprese Sardegna ha scritto al presidente Pigliaru, agli assessori del Turismo Francesco Morandi e dell’Industria Maria Grazia Piras, ai consiglieri regionali e a tutti i parlamentari sardi, chiedendo di attivarsi tempestivamente nei confronti del Parlamento per la modifica del disegno di legge sulla “Concorrenza”, in modo specifico sul famigerato “articolo 8”, che andrà a colpire decine di migliaia di imprese di autoriparazione in tutta Italia e in Sardegna, a favore delle Compagnie di assicurazione.
«In pratica si obbligheranno gli automobilisti a effettuare le riparazioni esclusivamente presso le officine convenzionate dalle assicurazioni e gli autoriparatori ad accettare le condizioni delle Compagnie – afferma la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – l’impatto di tali norme oltre a non creare una vera liberalizzazione, sarà devastante sulle circa 3.700 imprese dell’autoriparazione sarde che danno lavoro a 10mila addetti?
Al Presidente e agli Assessori è stato chiesto un deciso intervento nella Conferenza Stato-Regioni, che a breve analizzerà il disegno di legge sulla concorrenza, al cui interno è prevista la riforma del codice delle assicurazioni, sostenendo le modifiche al testo proposte da Confartigianato.
Ai consiglieri regionali, invece, è stata chiesta una mozione unitaria, così come avvenuto per esempio in Toscana, che impegni la Giunta regionale ad attivarsi tempestivamente nei confronti del Parlamento per la modifica del disegno di legge per il mercato e la concorrenza approvato dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio scorso.
Ai parlamentari, invece, è stato chiesto un sostegno nelle varie Commissioni, un analisi più approfondita riguardo i danni che una riforma di questo genere potrà generare nei confronti delle imprese e, soprattutto, una presa di posizione durante il voto finale del disegno di legge.
«I carrozzieri non ci stanno a subire l’ennesimo tentativo di consegnare il mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni, in nome di una presunta liberalizzazione – prosegue la Folchetti – tentativo che è scritto nero su bianco nella riforma dell’Rc auto contenuta nel disegno di legge “Concorrenza” presentato dal Governo il 20 febbraio scorso.”
Le carrozzerie osservano che, fatto 100 il costo medio complessivo di un sinistro, circa il 68% è imputabile ai risarcimenti per il danno fisico, il 15% serve a coprire i costi fissi e indiretti non collegabili ai singoli sinistri, e solo il 17% copre il puro costo della riparazione.
Quest’ultimo poi, per il 60% è imputabile al prezzo dei ricambi (molto costosi in Italia), a cui va aggiunto il costo dei materiali di consumo e quello relativo allo smaltimento rifiuti, per cui solo il 5% riguarda la manodopera delle carrozzerie.
«Di certo, con questi numeri, non si possono additare le imprese come responsabili dell’alto costo delle polizze assicurative per i sinistri – riprende la presidente Folchetti – e, a fronte di tale situazione, i carrozzieri proclameranno lo stato di mobilitazione contro le minacce alla libertà d’impresa e alla libertà di scelta dei consumatori.»
«I consumatori devono poter scegliere liberamente l’officina di fiducia presso la quale far riparare il veicolo incidentato – conclude la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – senza essere costretti a rivolgersi alle carrozzerie convenzionate con l’assicurazione.»

Maria Carmela Folchetti-02

L’approdo del nuovo Piano Casa in Consiglio regionale dopo 102 giorni dalla scadenza del vecchio (era il 29 novembre) non soddisfa Confartigianato Imprese Sardegna che a più riprese aveva chiesto una proroga e, in una nota, sottolinea i tempi lunghi della procedura appena iniziata.

«Oggi sarebbe facile affermare “Noi ve lo avevamo detto che i tempi sarebbero stati lunghi e che sarebbe stata opportuna una proroga di 6 mesi” – afferma la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – è vero che gli artigiani sono abituati a costruire e a creare con pazienza. Ma ormai anche la pazienza ha un limite. Purtroppo, per l’ennesima volta, stiamo certificando che i tempi della politica non sono quelli delle imprese.»

Alla lentezza esasperante della politica si uniscono i numeri, da due fonti ben diverse fra loro, per nulla esaltanti, degli occupati del settore.

La prima fonte è l’Agenzia Regionale per il Lavoro che pochi giorni fa, attraverso il “Bollettino di marzo 2015 con dati relativi al IV trimestre 2014”, riporta proprio come nelle costruzioni le nuove assunzioni siano 4.134, le cessazioni 5.582, per un saldo di -1.448 addetti. La seconda fonte è l’ISTAT.

Questi dati segnalano che alla fine del 2014, gli occupati nelle costruzioni in Sardegna erano 45.479.

Entrando nel particolare, le rilevazioni del 2014 segnalano 39.117 addetti nel primo trimestre, 45.381 nel secondo, un aumento nel terzo con 51.720 occupati, ma nuovamente un crollo nel quarto con 45.699.

«Noi avevamo paura dei tempi lunghi dell’approvazione della nuova legge, e di quello che sarebbe potuto accadere; per questo fin dallo scorso luglio invocammo una proroga – aggiunge la Folchetti – che, con tranquillità e serenità, consentisse agli artigiani di fare le dovute valutazioni, continuando a lavorare con questo strumento, e alla Giunta e al Consiglio di disegnare una legge armonica con il territorio, con lo sviluppo dei centri urbani e con le necessità delle imprese.«

«All’inizio di febbraio, attraverso una lettera, chiedemmo anche un incontro urgente al presidente Pigliaru – sottolinea la presidente per rappresentare la situazione del comparto e per lavorare insieme a delle soluzioni. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta.»

«Auspichiamo, e ci auguriamo, che la IV Commissione del Consiglio – conclude Maria Carmela Folchetti – abbia tenuto in considerazione le osservazioni presentate mesi fa da Confartigianato e che voglia tenere conto dei suggerimenti che le imprese proporranno ai Consiglieri regionali, sempre nell’ottica del miglioramento del patrimonio edilizia e della tutela del paesaggio.»

Confartigianato Imprese Sardegna cita i dati sull’edilizia in Sardegna tratti da due fonti diverse.

FONTE AGENZIA REGIONALE PER IL LAVORO

Dati occupati in edilizia da bollettino “Congiuntura lavoro Sardegna”, dell’Agenzia Regionale per il Lavoro (anno XI, numero 1, marzo 2015), dal titolo “Il mercato del lavoro in Sardegna nel 4° trimestre 2014 in sintesi”.

Tavola 3.3.1: Lavoratori avviati nel 4° trimestre 2014, per settore. Costruzioni: 4.134

(Lavoratori avviati – Numero di lavoratori avviati al lavoro, così come risulta dalle banche dati del SIL Sardegna. Il numero di lavoratori coincide con il numero di individui e non col numero di contratti di cui gli stessi possono essere titolari.)

Tavola 3.3.2: Lavoratori cessati nel 4° trimestre 2014, per settore. Costruzioni: 5.582

(Lavoratori cessati – Numero di lavoratori cessati dal lavoro, così come risulta dalle banche dati del SIL Sardegna. Il numero di lavoratori coincide con il numero di individui e non col numero di contratti di cui gli stessi possono essere stati titolari)

Tavola 3.3.3: Saldo occupazionale (lavoratori avviati-lavoratori cessati) del 4° trimestre 2014, per settore. Costruzioni: -1.448.

FONTE ISTAT – 31 DICEMBRE 2014

2014

Occupati Edilizia Sardegna

Primo trimestre 2014 effettivo

39.117

Secondo trimestre 2014 effettivo

45.381

Terzo trimestre 2014 effettivo

51.720

Quarto trimestre 2014 effettivo

45.699

2014 media

45.479

Maria Carmela Folchetti-02

In un anno, alle imprese sarde sono andati oltre 12 miliardi di credito, di cui 903milioni al comparto artigiano: solo il 7,4% del totale. Per il comparto la contrazione dei finanziamenti è stata del 2,7%, ben 25 milioni di euro. L’esiguità dei finanziamenti contrasta con il peso del settore: 37mila aziende che rappresentano il 25% del sistema produttivo isolano.

E’ allarmante anche la situazione del costo del denaro: gli imprenditori sardi pagano il 2,89% in più (185 punti base) rispetto alla media nazionale.

I dati sull’accesso al credito delle imprese sarde, emergono dal dossier “Tendenze del credito alle imprese artigiane” dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha rielaborato i dati della Banca d’Italia e Artigiancassa, paragonando i dati di settembre 2014 rispetto a quelli dello stesso mese di 2013.

«Le condizioni generali di offerta del credito alle imprese sarde sono migliorate afferma la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – crescendo dello 0,9% rispetto alla media nazionale dello 0,9% mentre sono nettamente peggiorate per quelle artigiane”. “Il finanziamento alle piccole imprese – prosegue la Presidente – resta, purtroppo, ancora legato alla percezione di un credito ad alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata. Questi dati non fanno che confermare il perdurare e l’aggravarsi della stretta creditizia sulle imprese artigiane.»

In termini percentuali, la contrazione maggiore la subisce la provincia dell’Ogliastra con il -5,3%, seguita da Nuoro con il -4,5%. Quella minore è in provincia di Carbonia Iglesias con lo -0,8%.

In termini assoluti, ovvero in milioni erogati, gli artigiani della provincia di Cagliari hanno ottenuto 245milioni di euro, seguiti da Sassari con 184 milioni di affidamenti. Seguono Olbia-Tempio (158milioni), Nuoro (108), Oristano (79), Carbonia Iglesias (49) e Ogliastra (33).

Da sottolineare come l’Ogliastra (13,9%)e Carbonia-Iglesias (12%) siano rispettivamente la prima e quarta provincia in Italia dove i prestiti all’artigianato sono più alti rispetto al totale dei finanziamenti ai settori produttivi.

Allarmanti sono invece i dati sul costo del denaro.

A livello nazionale, la Sardegna è seconda, dopo la Calabria, con un tasso medio dell’8%, cresciuto di 10 punti base rispetto al 2013. Il gap della nostra regione rispetto alla media Italia è di +185 punti base. La condizione migliore si trova in Trentino, con 5,11 e -104 rispetto alla media nazionale.

Tra le province, nelle prime 10 posizioni nazionali ne troviamo 3 sarde: dopo il primo posto assoluto di Crotone, con il 9,44%, al quarto c’è Olbia-Tempio con un tasso del 9,25%, ovvero +46 punti base in un anno. Al quinto posto l’Ogliastra con il 9,21%, 19 punti base rispetto al 2013. All’ottavo posto Carbonia-Iglesias con il 8,93%, 70 punti base in più. Seguono Nuoro (8,33% e +85 p.b.), Sassari (7,82%, +12 p.b.), Medio Campidano (7,78%, +35 p.b.), Cagliari (7,56%, -21 p.b.) e Oristano (7,00%, -14 p.b.).

A Bolzano le condizioni migliori: 4,82 e -31 p.b.) con una media italiana del 6,15% e -31 p.b. rispetto al 2013.

«Pare incredibile che tra una impresa sarda e una trentina ci sia una differenza di quasi il 3% del costo del denaro – prosegue la Folchetti – e appare assurdo che una azienda della Gallura paghi un finanziamento il 4,43% in più rispetto a una dell’Alto Adige”.

«In una situazione critica come questa – continua la Presidentela Regione dovrebbe intanto adoperarsi per un deciso intervento a sostegno dei Consorzi Fidi Artigiani, che conoscono e credono nelle piccole imprese, spesso insediate in territori periferici, e sono gli unici soggetti in grado di accompagnarle. In secondo luogo dovrebbe farsi promotrice di interventi verso le banche, volti ad arginare il grosso problema dell’elevato costo del denaro.»

«Lanciamo un appello ai Consiglieri Regionali – conclude la Folchetti – affinché nella manovra finanziaria in discussione in questi giorni riconoscano ai Consorzi Fidi le risorse necessarie a rafforzare il capitale di garanzia e non si scordino che tali risorse sono vitali per le piccole imprese sarde.»

Credito alle Imprese Artigiane della Sardegna: Settembre 2014 su Settembre 2013

Finanziamento imprese artigiane (mln euro)

% variazione settembre 2014 su settembre 2013

Tassi attivi effettivi (imprese no finanziarie)

Variazione punti base 2014 sul 2013

Gap punti base con Italia

Cagliari

245

-3,7%

7,56%

-21

+141

Carbonia Iglesias

49

-0,8%

8,93%

+70

+278

Medio Campidano

47

-2,1%

7,78%

+35

+163

Oristano

79

-3,4%

7,00%

-14

+85

Nuoro

108

-4,5%

8,33%

+85

+218

Ogliastra

33

-5,3%

9,21%

+19

+306

Olbia Tempio

158

-1,0%

9,25%

+46

+310

Sassari

184

-1,6%

7,82%

+12

+167

Sardegna

903

-2,7%

8,00%

+10

+185

ITALIA

47.904

-4,0%

6,15%

Maria Carmela Folchetti-02

E’ di oltre 1miliardo e 300milioni di euro il bilancio dell’export della Sardegna verso i Paesi della Lega degli Stati Arabi. Oltre 50milioni di euro sono rappresentati dalle esportazioni delle imprese artigiane e delle PMI.

Sono questi i dati, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, dei primi 9 mesi del 2014, delle esportazioni della Sardegna verso Arabia Saudita, Libia, Libano, Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Omani, Barahain, Iraq, Giordania, Siria e altri paesi appartenenti alla Lega degli Stati Arabi, su dati ISTAT e Camera di Commercio Italo-Araba.

Del miliardo e 322milioni di euro, la quasi totalità è rappresentata da prodotti della raffinazione del petrolio, dalla lavorazione delle materie prime e dei prodotti chimici mentre i 55,5milioni di euro delle imprese artigiane e delle pmi sono, per esempio, prodotti dell’agroalimentare e della moda, strumenti per la trasformazione del gas, vapore e aria condizionata, servizi per il trattamento dei rifiuti e per il risanamento degli edifici, sistemi di gestione dell’informazione e della telecomunicazione, oppure i professionisti sono impegnati in attività scientifiche, tecniche, artistiche, sportive e di intrattenimento.

18,8milioni di euro di prodotti sardi delle pmi volano ogni anno in Arabia Saudita, 14,2 verso gli Emirati, 4,6 in Egitto, 3,4 nel Qatar, 3,3 in Algeria, 3,2 in Oman, 2,4 in Tunisia e 1,8 nel Bahrein.

«Il mercato degli Stati Arabi rappresenta una fondamentale opportunità per lo sviluppo delle imprese sarde e per la Sardegna intera sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – soprattutto se come imprenditori e come sardi, sapremo crescere e investire in tecnologia, innovazione, ricerca e formazione.»

«La crescita dell’export delle piccole imprese verso quei Paesi – continua la Folchetti – significa che le nostre imprese stanno riuscendo a unire la tradizione, la maestria, la ricerca della perfezione alle esigenze di Paesi e clienti che pretendono soprattutto innovazione e prodotti assolutamente perfetti.»

«I dati dimostrano ancora come la strada sia quella giusta e come la Regione debba impegnarsi nell’internazionalizzazione delle imprese – sottolinea ancora la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo, proprio in occasione della Finanziaria in discussione in Consiglio, abbiamo chiesto che vengano stanziati 400mila euro per consentire alle imprese artigiane di continuare un percorso che di certo potrà dare importanti frutti.»

«Ripetiamo da tempo come il “mercato domestico” non sia più sufficiente e come sul mercato globale ci siano opportunità da cogliere – conclude Maria Carmela Folchetti – ma queste dovranno essere sostenute da iniziative di promozione dell’export delle pmi. Però ciò non basterà se non si investirà sui territori in termini di sostegno alle imprese, di infrastrutture, di trasporti, per porre il sistema sardo in grado di offrire condizioni interessanti ed economicamente convenienti.».

PAESI ARABI

Export 2014 in mln euro

Variazione Export 2013 su 2014 in mln euro

Variazione %

Arabia Saudita

18,8

+2,9

+18%

Emirati Arabi

14,2

-4,0

-22%

Egitto

4,6

+2,6

-128,2%

Qatar

3,4

-0,4

-10%

Algeria

3,3

+2,5

+305%

Oman

3,2

-1,2

-26,7%

Tunisia

2,4

+0,5

+26,6%

Bahrein

1,8

+0,8

+71,7%

Iraq

1,1

+0,8

+320,9%

Giordania

0,7

+0,3

+81,8%

Libia

0,7

-0,1

-11,5%

Marocco

0,6

+0,1

+13%

Libano

0,5

-0,3

-35,9%

Siria

0,1

-0,0

+22,1%

Maria Carmela Folchetti-02

Il nuovo meccanismo per il pagamento dell’IVA, per prestazioni fornite a Enti e Pubbliche Amministrazioni, mette a rischio migliaia di imprese anche in Sardegna.

A lanciare l’allarme è Confartigianato Imprese Sardegna che ha promosso una petizione online su www.anaepa.it per cancellare lo “split payment”. Con la nuova norma nelle operazioni effettuate con la Pubblica Amministrazione, all’impresa verrà pagato il solo corrispettivo mentre l’IVA sarà trattenuta e versata direttamente dalla PA all’erario, lasciando le imprese senza quella liquidità che consentiva la loro sopravvivenza.

Saranno colpite prevalentemente le imprese che operano nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie e in alcuni comparti della distribuzione organizzata, che effettueranno lavori per conto di Stato, Enti Pubblici Territoriali, Camere di Commercio, Università, Aziende Sanitarie, Enti di Previdenza, Comunità Montane ed Enti Regionali che sostituiscono le ASL.

«Il problema sarà la liquidità delle imprese – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – queste in cassa avranno solo crediti IVA; ciò comporterà un elevatissimo rischio di chiusura per migliaia di attività.»

L’associazione artigiana fa un esempio sui 900 milioni che la Regione Sardegna ha già messo, e sta per mettere, a bando, per le infrastrutture:

«Su questi, applicando le diverse IVA, si potrebbero avere oltre 100 milioni di euro che tornerebbero direttamente allo Stato senza passare nei bilanci delle imprese. Questo comporterebbe, di fatto, una pesante riduzione della liquidità, che porterebbe a una ulteriore richiesta di fidi alle Banche ovvero una elevata esposizione e quindi una maggiore probabilità di non farcela. Tutto ciò avviene in un momento di crisi dove le imprese hanno pochi costi da scaricare.»

«Di fatto le imprese vengono costrette a chiedere il rimborso dell’Iva, per i quali ci vogliono almeno 6 mesi, e a fornire adeguate fideiussioni – continua la Folchetti – mentre i pagamenti da parte della pubblica amministrazione, che dovrebbero essere effettuati in 60 giorni, avvengono con mesi e mesi di ritardo con conseguente drammatiche.»

«Non dobbiamo dimenticarci che, dal mese prossimo, a tutto questo – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – si aggiungerà l’obbligo della fatturazione elettronica verso la PA che comporterà costi elevati (firma digitale e tenuta delle fatture nei cloud) e ulteriori complicazioni burocratiche (procedure lunghissime per la registrazione delle fatture). Diciamolo chiaramente: per lo Stato è la soluzione più semplice per fare subito cassa sulle spalle delle imprese.»

«La nostra protesta – conclude la Maria Carmela Folchetti – è una battaglia che coinvolge l’intero Paese e tutte le imprese oneste che vengono danneggiate da questo sistema. La lotta alle frodi fiscali e l’evasione dell’Iva è sacrosanta, ma non è questo il modo, perché si finisce per danneggiare le imprese oneste.»

Confartigianato Imprese Sardegna scriverà ai Parlamentari della Sardegna, chiedendo un incontro che servirà a spiegare la situazione delle imprese e il devastante impatto che potrebbe avere su loro futuro.

Maria Carmela Folchetti-02

Tornare a poco oltre 37 mila imprese artigiane è come fare un balzo indietro di 14 anni. Dall’inizio della crisi sono state perse 5.305 imprese: la loro chiusura, considerando anche la forza lavoro, ha lo stesso impatto della dismissione di 5 Alcoa e 12 Meridiana”.

E’ amarissimo il commento della presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, sui dati della nati-mortalità delle imprese sarde del 2014, appena certificati da UnionCamere Movimprese.

Sono, infatti, 37.713 le imprese artigiane in Sardegna al 31 dicembre dello scorso anno, una decrescita che, in pratica, riporta il comparto al 2001, quando si registrarono 37.720 aziende.

Nell’ultimo anno il saldo negativo è di -1.088 imprese che corrisponde a 1.584 iscrizioni contro 2.672 cancellazioni.

Situazione pesantissima anche nelle province: Cagliari ne perde 433, segue Sassari con – 366, Nuoro con -210 e Oristano con -79.

«E’ una situazione devastata e devastante – riprende la presidente Folchetti – che certifica, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come pubblica amministrazione e politica, nell’ultimo decennio, non abbiano avuto i ritmi delle imprese. Questi dati, anche se in leggera frenata rispetto al terribile 2013, rappresentano il fallimento di un “sistema Sardegna” che negli anni è peggiorato e non ha dato scampo a migliaia di attività produttive e a decine di migliaia di persone che vi lavorano.»

«Ricordiamo che l’artigianato in Sardegna rappresenta circa il 25% di tutte le attività produttive ed è stanco di essere considerato, ancora una volta, semplicemente un “numero”, per una Pubblica Amministrazione assente, per una burocrazia devastante, per una tassazione tentacolare per una politica, che fino a oggi, non ha dato risposte.»

«Se questo è il segnale che arriva dal 2014 – riprende la Folchetti – per il 2015, pur essendo artigiani e quindi avendo sempre un pensiero positivo, non ci aspettiamo grandi stravolgimenti. Anche perché non c’è impresa che non abbia visto intaccata la propria solidità: questo non da ora ma dai decenni passati. Alcuni indicatori parlano di una “ripresina”, ovvero di crescite di poco superiori allo 0%, ma questo, ovviamente, non potrà bastare a vedere un ennesimo segno “meno” nelle statistiche future.»

«La politica, nazionale e regionale – continua la Presidente – dovrà avere il duro compito di ricreare un contesto favorevole alle attività produttive, senza il quale l’inversione di tendenza sarà ardua.»

Confartigianato Imprese Sardegna ribadisce come la ripresa potrà esserci solo con l’approvazione definitiva del nuovo Piano Casa, attraverso il rilancio dell’attività edilizia, anche con l’apertura dei cantieri e con la riqualificazione degli edifici esistenti, con la velocizzazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione e  l’allentamento della stretta creditizia bancaria, che dovrà avvenire tramite il rifinanziamento dei Confidi. Inoltre sarà fondamentale tagliare nettamente la burocrazia e avviare la continuità territoriale merci.

«Solo attraverso la realizzazione di queste proposte – conclude Maria Carmela Folchetti si potrà avere una rapida e concreta ripresa di tutti i settori produttivi della Sardegna.»

Imprese artigiane in Sardegna dal 2000 al 2014

Saldo al….

Imprese registrate

Differenza sull’anno prima

31-12-2000

36.985

31-12-2001

37.720

31-12-2002

38.952

31-12-2003

40.134

31-12-2004

41.188

31-12-2005

41.629

31-12-2006

42.194

31-12-2007

42.837

31-12-2008

43.018

31-12-2009

42.522

31-12-2010

41.972

31-12-2011

41.155

31-12-2012

40.098

– 1.057 imprese

31-12-2013

38.803

– 1.295 imprese

31-12-2014

37.713

-1.090 imprese

Imprese Artigiane nelle Province

Saldo 31-12-2014

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

Cagliari

14.272

634

1067

-433

Oristano

3.258

151

230

-79

Nuoro

6.822

259

469

-210

Sassari

13.361

540

906

– 366

SARDEGNA

37.713

1584

2672

-1.088

Stefano Mameli è il nuovo segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna. Lo hanno deciso i componenti di Giunta dell’Associazione Artigiana, riunitisi a Tramatza.

Mameli, 39 anni, originario di Villaspeciosa, prende il posto di Filippo Spanu, dimessosi 1 anno fa. Laureato in Scienze politiche, il neo segretario regionale è specializzato nell’attuazione di progetti di sviluppo locale e progettazione partecipata.

Tra i vari incarichi ha collaborato con numerose amministrazioni pubbliche regionali e locali, con imprese private, ha lavorato presso il Formez e il comune di Guspini. L’ultimo compito è stato quello di direttore dell’Ente di formazione di Confartigianato.

Il neo segretario, insieme alla presidente regionale, Maria Carmela Folchetti, eletta poco più di un mese fa in sostituzione di Luca Murgianu, avranno il compito di guidare le 7mila imprese artigiane associate a Confartigianato.

Stefano Mameli 2

Maria Carmela Folchetti-02

Sono 3mila662 i laboratori e le botteghe artigiane dell’agroalimentare che operano in Sardegna, pronte a soddisfare ogni tipo di palato e a offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 180 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei Dop, Igp e Stg.

166 sono invece i milioni di euro del giro d’affari dell’export e 184 i prodotti agroalimentari tradizionali, riconosciuti, in Sardegna.

Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2014 del ministero delle Politiche agricole e alimentari.

«Ci rivolgiamo ai consumatori – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – affinché, in un momento come il Natale, seppure difficile economicamente, si affidino alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Anche un solo acquisto di questo genere – sottolinea la presidente Folchetti – è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi.»

Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.443 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.656 sono attive nei servizi da asporto, 236 sono pastifici, 53 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 42 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 32 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 34 nella lavorazione delle granaglie e altre 47 in altre produzioni.

A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.461 imprese, a Sassari 1.175, a Nuoro 728 e a Oristano 298.

«La cosa più interessante di questo settore – precisa Maria Carmela Folchetti- è che i prezzi sono stati contenuti  quasi “all’osso”. Ad esempio nella pasticceria fresca (dati ISTAT) l’aumento medio al consumatore è stato pari all’1,0%. Inferiore sia alla media dei prodotti alimentari che alla crescita dei prezzi delle materie prime”.

«Voglio infine soffermarmi sui 7 prodotti agroalimentari a marchio DOP e IGP che la Sardegna annovera (come il Fiore Sardo) – conclude la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e, soprattutto, sulle 180 imprese artigiane sarde che si dedicano alle produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg. Un patrimonio di conoscenze e competenze straordinario che si dedica alla produzione di olio extra vergine d’oliva, ai formaggi, all’ortofrutta e cereali, alle carni fresche e lavorate e alle lavorazioni varie. Questi numeri sono la dimostrazione di quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici.»

L’export italiano dell’agroalimentare rappresenta il 7% del Made in Italy e segna una crescita del 2,9% rispetto allo scorso anno.

I mercati più dinamici sono quelli UE: +3%, di poco superiori a quelle UE con il 2,8%. Si esportano vini 23,5%, ovvero 3.187 milioni di euro, paste alimentari per 1.469 milioni di euro (10,8%), formaggi e latticini per 1.429 milioni di euro (10.8%) e pomodori e preparati per 951 milioni di euro (7%).

Incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2%), il Regno Unito (30,3%), gli Stati Uniti (21,9%) e i Paesi bassi (15,1%).

Provincia

Imprese Alimentari

Cagliari

1.461

Oristano

298

Nuoro

728

Sassari

1.175

SARDEGNA

3.662

Imprese alimentari artigiane nelle varie province (terzo trimestre 2013)

Produzioni

CA

OR

NU

SS

SARDEGNA

Pane e dolci

528

147

348

420

1.443

Cibo da asporto

775

96

214

571

1.656

Pasta

71

25

61

79

236

Lav. Carni

12

1

19

21

53

Lattiero Caseario

13

1

11

19

44

Condimenti e spezie

10

5

22

11

48

Oli vegetali e animali

8

7

12

15

42

Conservazione frutta ortaggi pesce

13

0

8

8

27

Vini e bevande

13

5

7

6

32

Lavorazione granaglie

7

4

13

10

34

Altri produttori alimentari

12

7

12

15

47

1.461

298

728

1.175

3.662